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Da Ortosociale.

Indice

Sistema Regione

Premessa

Tre grandi crisi sfidano l'umanità: una crisi ambientale (che deriva dalla nostra impostazione culturale del rapporto con la natura e dell'economia come scambio con l'ambiente), una crisi economica (si lavora di più riducendo al tempo stesso le possibilità di lavoro per gli altri), una crisi politica (i rapporti tra cittadini e governi sono sempre più tesi e i rapporti tra stati non sono regolati dal buon senso e dallo spirito di pace). Questa situazione deriva da una logica di prevaricazione fisica del più forte sul più debole e da una logica di manipolazione simbolica delle credenze degli altri. Vedi C'era Una Volta l'Antica Europa su questo sito. Negli ultimi 150 anni un tentativo di risposta a questa drammatica ineguaglianza è stato il marxismo, sviluppato come è naturale in molti filoni differenziati. Purtroppo il marxismo ha monopolizzato la protesta e la giusta reazione dei popoli incanalandole verso tragiche sconfitte. Non a caso, in quanto il marxismo non centrava a livello teorico il vero problema. Solo identificando il vero problema si può cominciare a proporre e testare varie soluzioni, intese come costruzioni sociali e culturali collettive e non come dogmi fioriti in qualche singola mente straordinaria come un disegno intelligente a cui adeguare le masse, il proletariato, in modo passivo. Il vero problema sta nel passaggio storico da una situazione di uguaglianza ad una situazione di stratificazione sociale. Questo passaggio, da ambiti geografici limitati, ha colonizzato negli ultimi 500 anni l'intero pianeta. Questo passaggio significa, al livello concreto della organizzazione quotidiana della vita materiale e della vita culturale, una cosa molto semplice che tutti possiamo constatare, al tempo stesso come vittime e artefici. La cooperazione volontaria, spontanea, basate su scelte condivise, la cooperazione mutualistica, è stata sostituita da una cooperazione coercitiva in cui mezzi e fini sono stabiliti da altri. La cooperazione mutualistica, basata sull'amore, l'affinità, la curiosità, lo scambio vero, rimane comunque la base vitale di ogni società. Ma se è ingabbiata in una cornice di totale competizione e di conflitto violento, che vede solo vinti e vincitori, i gravi problemi non potranno essere risolti. Si tratta dunque di liberare, così come era nel passato dell'umanità, un passato di consapevole uguaglianza, tutta la potenza della cooperazione mutualistica.

La costruzione di sistemi cooperativi

Il design di sistemi cooperativi implica il passaggio da una logica degli opposti (come quella di Marx), con bruschi passaggi teorici (rivoluzioni), ad una logica di graduale trasformazione di tutti i sistemi nei quali la cooperazione forzata domina la cooperazione mutualistica. Tali sistemi sono tutte le organizzazioni del lavoro, scuola, imprese capitalistiche, burocrazie, organizzazioni religiose, le stesse associazioni culturali, i partiti politici, le cooperative che si proclamano egalitarie (uno vale uno). Se questo sarà possibile tutta la nostra organizzazione del lavoro umano cambierà gradualmente ma in profondità. Si tratta di un cambiamento qualitativo. E' una utopia, forse, ma è una utopia reale che la crisi odierna ci invita a provare. Ricordiamoci poi che questa "utopia" ha funzionato per milioni di anni della storia umana e funziona tuttora come base necessario per la nostra società: il lavoro delle casalinghe, il lavoro volontario (1/3 del PIL mondiale), lo spirito di collaborazione che permea "comunque" tutto il mondo del lavoro gerachico e coercitivo. Di recente sono nate grandi organizzazioni di successo del lavoro umano in tre ambiti distinti: nell'economia, nella cultura, nella politica. Parlo del Free Open Source Software (FOSS), parlo di wikipedia, parlo delle nuove formazioni politiche basate sulla democrazia, la condivisione, il consenso, la non violenza, come Occupy Wall Street, la Primavera Araba, gli studenti cinesi. Quindi forse non è impossibile, e non esistono ipotesi migliori dopo il crollo pratico e teorico del marxismo rivoluzionario.

I sistemi e la teoria delle reti

Nuove concezioni nelle scienze sociali vedono la nostra attività in gruppi umani organizzata su obiettivi diversificati in reti (o sistemi) differenziati. Le tre reti principali sono tre, già individuate da Max Weber nella sua tripartizione in Cultura, Economia, Politica. Michael Mann ha ulteriormente sviluppato questo modello utilizzandolo con successo nell'analisi storica dell'intera vicenda umana degli ultimi 5000 anni. Questo modello (modello IEMP), gli ha inoltre consentito una analisi puntuale delle tre grandi sfide cui accennavo all'inizio. Vi saranno dunque sistemi (o reti) culturali, economiche, politiche. Poichè queste reti sono strettamente interconnesse sarà necessario modificarle tutte contemporaneamente. Anche perchè essendo promiscue ogni elemento di queste reti contiene in sè elementi delle altre reti. Per fare un esempio micro una piccola o media impresa che opera sul mercato ha un primario obiettivo economico, ma ha una sua cultura aziendale che si collega alle grandi reti culturali, ideologiche, scientifiche. Inoltre avrà sicuramente una sua tessitura "politica" dei rapporti interni ed un intreccio con partiti, associazioni, istituzioni politiche. Tutto questo è normale, inevitabile, palese. Per fare un esempio macro prendiamo la Chiesa Cattolica. E' una istituzione religiosa, ideologica, con un sua grande banca (lo IOR), e una sua ramificazione politica in tutti i paesi del mondo. Dunque non bisogna agire sul solo livello "politico" come tutti fanno, alla ricerca del potere "politico" per poi modificare le reti "economiche" e "culturali". Reti che hanno tutti i mezzi per evitare che la dimensione politica cambi in modo non armonico con la struttura delle altre reti con cui è intrecciata. Signori, questa è la "corruzione" che invano combatteva il moralista Robespierre, che invano combatte la magistratura tentando di far applicare la legge "uguale per tutti", che invano combatte oggi in Italia il MoVimento 5 Stelle. La "corruzione" è l'inesorabile intreccio delle reti culturali-economiche-politiche basate sulla sopraffazione, la manipolazione ideologica, la cooperazione forzata. Questa cooperazione forzata usa la violenza e l'astuzia. La cooperazione mutualistica è diversa ed è basata sul consenso. La violenza e l'astuzia proposte da Machiavelli sotto forma di "Leone" e di "Volpe", osannate da tutti i politologi e politici, derivano da un volgare fraintendimento dei processi storici. Processi violenti come la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Russa hanno generato mostri come Napoleone Bonaparte e Stalin.

Una idea coraggiosa

Quindi per affrontare "l'idra delle tre crisi", culturale-ambientale, economica, politica, bisogna muoversi nelle tre reti consapevolmente, ed allo stesso tempo in tutte e tre, intrecciandole e utilizzando in pieno la loro "promiscuità", che poi è la loro sinergia e la loro efficienza. Stando attenti a non cadere nella trappola di credere troppo al mondo "virtuale" e tenendo bene i piedi per terra nel mondo "reale" proponiamo un Sistema al tempo stesso culturale, economico, politico che sia su base regionale, in modo di consentire a tutti relazioni vis a vis, faccia a faccia, interazioni orizzontali personali come quelle previste dalle come quelle previste dalle

L'errore storico del marxismo è stato duplice: da un lato l'appiattimento della teoria su un determinismo storico basato sulla sola economia (distorta in modo quantitativo come una economia del valore ricardiano). Dall'altro lato orientava la prassi ad una disinvolta strategia basata sulla sola politica e schiacciata sulla conquista del potere politico come "necessità storica" (Manifesto del "Partito" Comunista, 1948). Gramsci, intelligentemente, inseriva gli intellettuali e la cultura, modificando questo modello. Ma non prendeva in considerazione l'idea di trasformare l'economia in senso cooperativo mutualistico come avverrà con le cooperative agrarie e in anni recenti con il FOSS (Free Open Source Software). Radicando questo sistema in un territorio regionale lo chiameremo "Sistema Regione". Come linee pratiche e operative di intervento economico, politico, culturale, si possono utilizzare a livello regionale queste proposte per uscire dalla crisi a livello nazionale:

Sistema Regione

  1. Il "Sistema Regione" non è un soggetto politico nè un partito. E' uno dei tanti possibili nuclei di condensazione e di organizzazione su base regionale delle tre reti, promiscue (ognuna contiene in sè le altre) e strettamente intrecciate, identificate come
    • cultura (tutto ciò che dà un significato alla vita umana come scienza, arte, spiritualità)
    • economia (rapporto vitale di scambio armonico con l'ambiente naturale e il mondo simbolico; economia domestica, locale, internazionale; economia civile-volontaria-cooperativa, di mercato, pubblica)
    • politica (associazioni, partiti, sindacati, istituzioni regionali, provinciali, comunali, europee)
  2. Il "Sistema Regione" ha l'obiettivo di costruire un nuovo modello di sviluppo fondato sul paradigma cooperativo, l'unico in grado di risolvere le tre grandi crisi che tutto il pianeta oggi deve affrontare: crisi ambientale (derivante da un errato modello culturale di rapporto con l'ambiente), crisi economica (lavoro), crisi geopolitica (rapporti tra stati e comunità regionali). Le tre crisi sono promiscue e intrecciate tra loro. E' possibile sviluppare su base regionale un nuovo modello che trasformi con gradualità ma in profondità il modello conflittuale esistente. La possibilità nasce dalla crisi che rende permeabili le tre reti (cultura, economia, politica) al paradigma cooperativo mutualistico.
  3. In termini operativi lo sviluppo del paradigma cooperativo si articola in forme di partecipazione e di condivisione nelle tre reti:
    • cultura: citizen science, ricerca partecipata, progettualità open source, scambio interculturale e interetnico
    • economia: nuovi equilibri nella triade economia pubblica (aziende di stato partecipate dallo stato, ex municipalizzate), capitale privato (regolamentato e auto-regolamentato da una etica che diventa marketing), stakeholders organizzati (lavoratori, utenti finali, cittadini del territorio coinvolto)
    • politica: inserimento reale dei cittadini nei processi decisionali oggi ristretti a poche oligarchie alla ricerca di improbabili "leader carismatici". Le possibili soluzioni comprendono comitati di quartiere, reti di associazioni, referendum abrogativi e propositivi senza quorum, limite del doppio mandato nelle cariche pubbliche, rotazione nelle cariche direttive della burocrazia istituzionale e totale trasparenza degli atti pubblici su web, realizzazione su vasta scala del principio di sussidiarietà proposto dalla Unione Europea.
  4. Il "Sistema Regione" si basa su tre commissioni, cultura, economia, politica, ed opera in un ambito regionale. Le commissioni interagiscono in modalità top/down (dall'alto al basso) e bottom/up (dal basso all'alto) con i vari referenti territoriali nella costruzione, test, messa in cantiere, del nuovo sistema di sviluppo. Tale nuovo modello di sviluppo non va inteso come un modello monolitico già pronto come disegno intelligente in qualche mente straordinaria, ma come una serie di innovazioni nate dai bisogni reali dei cittadini che si aggregano in modo consapevole e organizzato intorno ad un nucleo cognitivo che si espande nel territorio con un approccio circolare "progetta/prova/verifica/progetta". Cioè come un insieme di "buone pratiche" ma fortemente organizzate e consapevoli, con la capacità di diffondersi e propagarsi nel territorio grazie alla loro apertura progettuale e comunicativa.
  5. Le tre commissioni consolidano quindi il loro lavoro cognitivo-relazionale in un nucleo che provvede alla informazione, formazione, comunicazione (eventi), sia interna che esterna. Il nucleo di "comunicazione" costruisce una base dati cognitiva o "knwoledge base", open source, aperta a tutti, che ha l'obiettivo di "contaminare con le idee e le buone pratiche". Tale contaminazione ha l'effetto positivo di innescare meccanismi competitivi e concorrenziali nel territorio, nall'ambito di un paradigma cooperativo egemone.
  6. I vari referenti territoriali comunicano con le commissioni sia top/down e bottom/up, sia comunicano tra di loro direttamente, secondo il modello delle "Comunita di Pratica" o CoP (Community of Practice), e comprendono:
    • comitati di quartiere che dialogano direttamente con i cittadini e le "filiali" presenti nel quartiere di partiti, associazioni, etc (aggancio alle singole sinapsi dei vari sottosistemi politici, economci, culturali)
    • lavoratori delle entità economiche presenti nel territorio
    • commercianti, reti di economia solidale (GAS), cooperative, volontariato
    • imprese private e pubbliche (con una attenzione particolare alle ex-municipalizzate)
    • associazioni, partiti, sindacati, enti religiosi (parrocchie e altre religioni)
    • enti di ricerca come Università o di ricerca privata
  7. La "governance" di questo sistema può variare in complessità (dal semplice al complesso) e in struttura (leadership, processi decisionali, ruolo dei fondatori, membership, controllo della legge ferrea dell'oligarchia, flusso delle comunicazioni), mirando a buone pratiche esistenti anzichè a modelli astratti che possano garantire da ogni imperfezione. Tra gli esempi utili per gestire la complessità vedi la governance di wikipedia. Per la semplicità o la varietà ibrida vedi i vari tipi di governance nel FOSS. Tali esempi sono riportati in dettaglio nella documentazione di Yochai Benkler riportata qui sotto.

Documentazione

Paradigma Cooperativo

Si basa sul lavoro sperimentale di Yochai Benkler, della Harvard University, come riportato in “The Penguin and the Leviathan – How cooperation trumphs over self-interest”, Crown Business, New York, 2011. Vedi:

In 39 pagine comunque si ha tutto il pensiero di Yochai Benkler detto in modo diretto e chiaro:

è la sua relazione alla conferenza della American Sociological Association "Utopie Reali, Progetti di Emancipazione, Futuri Possibili". Mette la centro la cooperazione mutualistica, volontaria, spontanea, basata sul consenso e la condivisione. Opposta alla cooperazione coercitiva, gerarchica, basata sulla manipolazione ed in ultima analisi sulla minaccia dell'uso "legale" della forza. Questo aspetto è tipico dello "stato" che fa da garante (uso letale della forza) al "mercato" (capitalistico). La utopia reale del FOSS (Free Open Source Software) è appunto "reale". Ha funzionato. La immissione di questa realtà si mescola con quello di stato e mercato in modi secondo me difficilmente prevedibili. Yochai Benkler enfatizza, giustamente, che la cooperazione mutualistica (Commons Based Peer Production, la chiama lui) crea gradi di libertà per la società e permette a "stato" e "mercato" (Washington Consensus) di sopravvivere e migliorarsi. Ma la cooperazione mutualistica ha funzionato per alcune milioni di anni per la specie umana, quindi sono lo "stato" e il "mercato" a dover dimostrare la loro vitalità evolutiva. Cosa che al momento sembra smentita in modo fatale. Benkler non arriva a ipotizzare un sistema cooperativo così complesso come quello qui proposto. Che assomiglia vagamente al "Partito-Nuovo Stato-Intellettuale Organico Collettivo" del Gramsci inizio 1900. Questo "sistema" del 2000 vede lo stato e il mercato come residui e prodotti della storia che non si possono cancellare con un tratto di penna d'oca. Ad esempio, sin dagli anni 1930, un forte spirito egalitario (l'humus spirituale della cooperazione mutualistica) ha contribuito a tsformare la Svezia da un antico stato dedito a guerre di conquista imperiale in una organizzazione materna che si prende cura dei cittadini, del loro lavoro, della loro istruzione, della loro sicurezza interna ed esterna. Per quanto piccolo come estensione geografica e durata nel tempo, nonostante tutti i tentativi recenti di distruzione di ogni vestigia di Welfare State (Italia compresa), questo esempio è entrato in profondità nella coscienza collettiva dell'umanità. In Svezia, ma non nel Regno Unito, questo spirito egalitario ha trasformato una istituzione come la monarchia in una garanzia democratica. Con molto più successo della repubblica americana che gestisce il Washington Consensus.

Comunità di Pratica CoP

Le Comunità di Pratica (Community of Practice)sono gruppi di persone che condividono un interesse o una passione per qualcosa che fanno e imparano a farlo meglio interagendo tra di loro. Si basa sulle ricerche di Etienne Wenger e Jane Lave, vedi:

Per dirvi l'importanza delle CoP e di Etienne Wenger (svizzero, adesso vive in California), il suo lavoro è utilizzato dalla Banca Mondiale per migliorare le "comunicazioni interne". Ora questo può imbarazzare molti che credono, come me, che la Banca Mondiale faccia parte dello strapotente Washington Consensus (Banca Mondiale MB, Organizzazione del Commercio Mondiale o WTO, Fondo Monetario Internazionale o FMI). Ma si può leggere anche come una crisi interna delle comunicazioni e dei processi strategici della Banca Mondiale che la costringono a tentare le vie della cooperazione mutualistica. Altri interessanti esempi del genere si trovano nel libro citato di Yochai Benkler "The Penguin and the Leviathan".

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Links

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Confederalismo Democratico di Abdullah Ocalan

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L'esperienza di autogestione dei Curdi di Rojava - di David Graeber, antropologo

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Manifesto di Porto Alegre 2005

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Ecoistituto della Valle del Ticino

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Per un nuovo mutualismo ed una economia solidale

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Una operaia della MIVAR (televisori) racconta

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Attualità del pensiero libertario?

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Il Federalismo Tradito (di Paolo Bonacchi e Giacomo Consalez)

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Le contraddizioni della Lega sul Federalismo - Il Vero Federalismo versus il Federalismo della Lega Nord

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Del Principio Federativo di P.J.Proudhon

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Una lezione di democrazia partecipata in un liceo di Rimini

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Comitato Morciano in Comune su YouTube

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Il blog di Paolo Michelotto

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Dodici proposte per l'innovazione via Internet

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Le auto elettriche

Smart Cities e FabLab

Gli Artigiani Digitali (Makers) e le iniziative di CNA Toscana e di CNA Emilia Romagna (2013)

FabLab

A Sommerville nel Massachusetts si trova uno spazio di lavoro comune, fornito di attrezzature e locali che si possono affittare per costruire i propri prototipi o studiare i propri progetti. L’Artisan’s Asylum è un modello economicamente in attivo: paga uno staff fisso di 4 persone, più di 2000 dollari al mese solo di energia elettrica e l’affitto dei locali. Questo è possibile grazie ad una community di più di 80 volontari e oltre 250 soci che la vivono, la partecipano, la creano e la trasformano day by day, attraverso un ciclo di informazione, comunicazione, conoscenza via “learning by doing”, definibile anche come il "situated learning" delle "Communities of Practice" di Jean Lave ed Etienne Wenger (vedi §7.3.6). Molly Rubinstein sostiene che questo makerspace sia “più uno spazio culturale che un posto dove vieni per usare una macchina per un’ora e poi te ne vai”. E’ un capannone enorme, zeppo di attrezzature: saldatori, stampanti 3D, macchine CNC, laser cut, macchine da cucire, presse, stampanti serigrafiche e tanto altro. Le stesse macchine sono state donate da varie aziende manifatturiere, che le hanno dismesse o hanno chiuso a causa della crisi, e vengono usate da tutti i membri. Si possono avere un tot di ingressi liberi al mese o affittare spazi fissi, anche con una carta 24/7 (24 ore su 24 per 7 giorni la settimana). Il proprio spazio, in questo caso, non è un semplice desk ma una piccola bottega, nel senso rinascimentale del termine, dove si può fare, lavorare, lasciare le proprie cose, i propri manufatti ed attrezzi. Se si compra un macchinario nuovo e lo si mette a disposizione della comunità, la propria rata mensile, comprensiva già dell’utilizzo di tutti gli apparecchi e facilities dell’hackerspace, viene diminuita. Si può anche solo affittare un pallet dove stoccare la propria roba, o un box o un terzo di box. Gli abitanti di questo luogo quasi immaginifico sono altrettanto fantasiosi: dall’artigiano di gioielli, agli smanettoni di Arduino, la scheda elettronica Open Source italiana, al fabbricante di birre artigianali, alla biologa che progetta giardini da tavolo. Dai Digital Maker alla Bike Gang che ripara e inventa biciclette, agli artisti di musica elettronica, che una volta alla settimana fanno un concerto nella sala formazione. Spesso collaborano tra di loro, ma soprattutto collaborano alla costruzione collettiva di una comunità, che ha gradualmente modificato e ampliato i propri spazi e le proprie funzioni in base alle proprie esigenze e competenze. Così, in questo enorme “distretto artigianale” vengono tenuti oltre 150 corsi di formazione al mese, dall’autoproduzione di strumenti musicali a corsi di business model per makers, da corsi di saldatura e lavorazione metalli a quelli per CAD/CAM e riparazione biciclette. Un universo di sapere e di saperi. Le chiavi del successo dell’Artisan’s Asylum sono 3, e sono quelle che stanno alla base della filosofia dei makerspace: combinare macchinari e tecnologie della manifattura, la community e la formazione, con l’intento di consentire ai membri di tale comunità di apprendere e combinare design e prototipazione per creare manufatti e prodotti che non avrebbero potuto creare con le risorse disponibili a loro singolarmente. I temi della costruzione di Fiducia, della Intelligenza Collettiva, della Cooperazione Mutualistica, della Formazione attraverso le Comunità di Pratica sono trattati in “Software e Hardware Open Source” (Tesi di Sociologia a unipd 2013).

Primo Survey della CNA Toscana (novembre 2012)

Dalla relazione di Francesca Mazzocchi della CNA Toscana (Confederazione Nazionale Artigiani) da Boston, 6 novembre 2012: “E’ sicuramente su questi elementi che dobbiamo imperniare un possibile modello di trasferimento di queste esperienze nei nostri territori. Strumenti, educazione e comunità: la loro sommatoria è qualcosa di molto più grande e di valore della somma delle funzioni delle singole parti. Un’altra forma di intelligenza collettiva. Interrogandomi sul modello, pensando a quando tornerò a casa, credo che le sfide da cogliere, soprattutto in territori che non abbiano già visto la nascita di FabLab, siano due: partire dal basso rintracciando e collettando la community e capire come il tessuto diffuso delle piccole imprese artigianali, più o meno strutturate, possano far proprio questo modello di collaborazione, di produzione e di sviluppo.” (Francesca Mazzocchi, 2012). Il Fabrication Laboratory (FabLab) qui esemplificato è uno dei tasselli del mosaico OSE.

Il Festival dell'Intelligenza Collettiva

CNA NeXT: il Festival dell’Intelligenza Collettiva promosso da CNA Giovani Imprenditori, è giunto alla quarta edizione, e ospita a Firenze un confronto internazionale sul nuovo rinascimento artigiano. Due giorni di dibattito per fare il punto sul made in Italy e sugli assett per il rilancio del sistema Paese. Interverranno, tra gli altri: il Ministro per gli Affari Esteri Emma Bonino, il Ministro per l’istruzione Maria Chiara Carrozza, Peter Barron e Giorgia Abeltino (Google), Stefano Micelli (autore di “Futuro Artigiano”), Alberto Piantoni (Missoni), Ermete Realacci (Symbola), Francesco Bottigliero (e-Pitti.com), Guido Martinetti (Grom) e Oliviero Toscani. A dialogo con Luca De Biase, Carlo Ratti. Insomma, due giorni in cui si parlerà manifattura di qualità, cultura, bellezza, export. Chiunque voglia interagire, può farlo usando l'hashtag #manifatture.

La CNA Emilia Romagna allo “Smart City Exhibition” 2013 di Bologna

Lauro Borsato funzionario della Formazione della Regione Emilia e Romagna ha partecipato ad un workshop su: “Le fabbriche tornano al centro della città: makers, nuovi artigiani digitali, nuove forme di produzione”. La Regione Emilia Romagna si impegna in un avanzato progetto di formazione degli artigiani tradizionali del tessile, della ceramica, mobilieri, meccanici in “artigiani digitali”. Al workshop hanno partecipato Francesco Bombardi del FabLab di Reggio Emilia e Amleto Picerno Ceraso del Mediterranean FabLab di Cava dei Tirreni (SA). I FabLab non sono a fine di lucro, mirano esclusivamente al pareggio di bilancio. Il FabLab di Reggio Emilia stipendia un giovane artigiano digitale italiano che implementa la sk Open Source Arduino (italiana) su finanziamento di aziende cinesi.

Il programma di Padova2020

Il programma di Padova2020 contiene vari punti collegati al tema dei FabLab:

  • Punto 1 Agenda Digitale
  • Punto 2 Ambiente (Energia, Rifiuti, Acqua)
  • Punto 4 Cultura e Università
  • Punto 5 Economia, Lavoro, Imprese
  • Punto 12 Territorio (Agricoltura, Urbanistica, Edilizia, Verde)

La costruzione di Sistemi Cooperativi

Yochai Benkler docente dal 2007 alla Harvard University ha impostato un programma di ricerca interdisciplinare sul tema della Cooperazione Mutualistica, conivolgendo ricercatori di economia sperimentale, biologia evolutiva, psicologia, sociologia delle organizzazioni, computer science. I risultati di questo lavoro sono illustrati nel suo libro “The Penguin and the Leviathan – How cooperation triumphs over self-interest”, Crown Business, New york 2011. Nel paragrafo “Progettare la Cooperazione” (pag. 238), Benkler elenca gli ingredienti per la costruzione pratica di sistemi cooperativi di successo:

  • Comunicazione, l'elemento più importante
  • Contestualizzazione, veridicità, autenticità
  • Guardare oltre sé stessi: empatia e solidarietà
  • Costruzione di sistemi morali: giustizia, moralità, e norme sociali
  • Premiare e punire (motivazione)
  • Reputazione, trasparenza, e reciprocità
  • Costruire diversità

Stare insieme per affrontare la crisi

21 Novembre 2012. di MDF - Movimento per la Decrescita Felice - proposta MDF 20121121

La crescita è la causa della crisi (potrebbe esserne la soluzione?)

In un sistema economico fondato sulla crescita della produzione di merci la concorrenza costringe le aziende ad aumentare la produttività adottando tecnologie sempre più performanti, che consentono di produrre in una unità di tempo quantità sempre maggiori di merci con un numero sempre minore di addetti. L’effetto congiunto degli aumenti di produttività e della riduzione dell’incidenza del lavoro sul valore aggiunto comporta un progressivo aumento dell’offerta e una progressiva diminuzione della domanda di merci. Nei paesi di più antica industrializzazione questo squilibrio è stato accentuato dalla globalizzazione, che ha permesso alle aziende di delocalizzare le loro produzioni nei paesi dove il costo della mano d’opera è minore, per cui il numero degli occupati in questi paesi è diminuito e nei paesi in cui le delocalizzazioni lo hanno fatto crescere le retribuzioni sono così basse che non compensano la perdita complessiva del potere d’acquisto.

Il debito è l’altra faccia della medaglia della crescita

Lo strumento per compensare lo squilibrio tra incremento dell’offerta e riduzione della domanda insito nelle economie finalizzate alla crescita è stato il ricorso al debito, pubblico e privato, dello Stato e delle sue articolazioni periferiche, delle famiglie e delle aziende. La somma dei debiti pubblici e privati nei paesi industrializzati ha raggiunto circa il 200 per cento del prodotto interno lordo. L’incremento del debito è stato superiore alla crescita del prodotto interno lordo perché sul suo ammontare gravano gli interessi composti e i tassi d’interesse aumentano con l’aumentare del debito. Inoltre la sua espansione non ha limiti se non nell’emissione di carta moneta, la cui convertibilità con l’oro è stata sospesa nel 1971 e dipende soltanto dalla volontà politica, mentre la crescita della produzione di merci trova limiti oggettivi nella disponibilità delle risorse, rinnovabili e non rinnovabili, da trasformare in merci, e nella capacità dei cicli bio-chimici di metabolizzare gli scarti della produzione, che è stata ampiamente superata soprattutto in relazione all’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica da parte della fotosintesi clorofilliana.

Le misure tradizionali di politica economica non funzionano più

I tentativi di rilanciare la crescita economica effettuati da cinque anni a questa parte non hanno dato i risultati sperati. Secondo la visione ottimistica dell’attuale primo ministro tedesco, signora Merkel, per superare la crisi ne occorreranno almeno altrettanti. Il fatto è che la domanda è sostenuta in maniera determinante dal debito, per cui le misure di politica economica finalizzate a ridurlo deprimono la domanda e aggravano la crisi, mentre le misure finalizzate a rilanciare la domanda attraverso la crescita dei consumi lo accrescono. Per superare questa impasse, senza peraltro ottenere i risultati sperati, le misure di politica economica adottate sino ad ora nei paesi industrializzati sono state finalizzate a:

  1. ridurre i debiti scaricandone i costi sulle classi sociali meno abbienti e sui ceti medi, mediante drastici tagli alla spesa pubblica per i servizi sociali, riduzioni delle tutele sindacali dei lavoratori, licenziamenti e blocchi delle assunzioni che hanno penalizzato soprattutto le fasce giovanili, inasprimenti della fiscalità indiretta, cessione ai privati della gestione dei beni pubblici;
  2. rilanciare la crescita finanziando col denaro pubblico grandi opere infrastrutturali, realizzabili soltanto da grandi aziende multinazionali.

Inasprimento della lotta di classe dei ricchi contro i poveri

Questa strategia, peraltro fallimentare, per superare la crisi, è sostenuta da un blocco di potere costituito da tutti i partiti politici, di destra e di sinistra, che hanno la loro matrice culturale nell’ideologia della crescita di derivazione ottocentesca e novecentesca, dalle industrie multinazionali e dalla grande finanza, con un progressivo disprezzo delle regole democratiche a cui pure dicono di ispirarsi. Nei partiti politici di destra e di sinistra, le differenze sui criteri di distribuzione della ricchezza monetaria prodotta dalla crescita della produzione di merci sono sempre meno significative, rispetto alla sostanziale convergenza sulla scelta di scaricare sulle classi popolari e sul ceto medio i costi del rientro dal debito pubblico e di rilanciare la crescita attraverso la mercificazione dei beni comuni e un programma di grandi opere.

Le posizioni neo-keynesiane

All’interno dell’obbiettivo comune di rilanciare la crescita l’unica differenza politica sulle strategie per raggiungerlo si verifica con alcune frange della sinistra, le correnti new labour e l’estrema sinistra, che sostengono la necessità di

  1. ridimensionare le misure restrittive finalizzate a ridurre il debito pubblico perché hanno un effetto depressivo e, quindi, in realtà lo aggravano riducendo le entrate fiscali;
  2. realizzare una più equa redistribuzione del reddito alle classi meno abbienti perché è l’unico modo per rilanciare i consumi;
  3. aumentare il prelievo fiscale alle classi più ricche per sostenere gli investimenti, con un’attenzione particolare alla cosiddetta green economy;
  4. incrementare la spesa pubblica per creare occupazione nei servizi sociali a vantaggio delle categorie sociali più deboli.

Un’incredibile rimozione collettiva

Un’incredibile rimozione collettiva induce i sostenitori della crescita, a qualsiasi corrente di pensiero appartengano, a ignorare i legami delle attività produttive con i contesti ambientali da cui prelevano le risorse da trasformare in merci e in cui scaricano le emissioni dei processi produttivi e gli oggetti che vengono dismessi al termine della loro vita utile. Nella fase storica attuale la crescita non solo è la causa di una crisi economica da cui non ci si può illudere di uscire ripristinando le condizioni precedenti ad essa, perché non può non accentuare progressivamente lo squilibrio tra gli incrementi dell’offerta e la diminuzione della domanda di merci, ma anche di una gravissima crisi ambientale caratterizzata da un prelievo di risorse riproducibili superiore alla loro capacità di rigenerazione annua e da un consumo di risorse non riproducibili che ha ridotto pericolosamente gli stock di alcune di esse, in particolare le fonti fossili, dove il rapporto tra l’energia ricavata e l’energia consumata per ricavarla è crollato (l’e.r.o.e.i., Energy Returned On Energy Invested, del petrolio, che fino al 1940 era superiore a 100, nel 1984 era sceso a 8), mentre al contempo l’aumento delle concentrazioni di CO2 in atmosfera ha raggiunto una soglia pericolosa per la sopravvivenza stessa della specie umana.

Investire nelle tecnologie che riducono gli sprechi di energia e risorse naturali

La scelta strategica per uscire dalla crisi aprendo una fase più avanzata nella storia dell’umanità è lo sviluppo delle tecnologie che riducono gli sprechi delle risorse naturali aumentando l’efficienza con cui si usano. Nei paesi industriali avanzati gli usi finali dell’energia sono costituiti al 70 per cento da sprechi. Se la politica industriale venisse finalizzata a ridurli, si aprirebbero ampi spazi per un’occupazione utile, i cui costi sarebbero pagati dai risparmi economici conseguenti ai risparmi energetici senza aggravare i debiti pubblici e privati. Lo sviluppo di queste tecnologie consentirebbe inoltre di attenuare le crisi internazionali per il controllo delle fonti fossili e la crisi climatica causata dalle emissioni di CO2.

La decrescita selettiva della produzione di merci è alternativa sia all’austerità, sia al consumismo irresponsabile

Il rilancio del consumismo a debito, che comporta un aggravamento della crisi ambientale, non è l’unica alternativa all’austerità, che comporta un aumento della disoccupazione, privando del futuro le giovani generazioni e causando peggioramenti alle condizioni di vita delle classi sociali più deboli. L’austerità non è l’unica alternativa all’aumento del debito pubblico. La decrescita selettiva della produzione di merci, finalizzata alla riduzione del consumo di materia e energia a parità di servizi, è alternativa sia alle politiche di austerità, che aggravano la recessione, sia alle misure espansive di tipo keynesiano basate sul rilancio del consumismo a debito, che mettono in luce solo il collegamento tra più equa redistribuzione della ricchezza monetaria, crescita della domanda e crescita della produzione di merci, ma espungono dal loro orizzonte mentale la correlazione tra l’aumento del debito monetario, finalizzato a rilanciare produzione e consumi, e l’aumento del debito nei confronti della natura che ne consegue.

Una politica economica e industriale finalizzata alla decrescita selettiva della produzione di merci

La causa scatenante della crisi, a partire dalla crisi dei mutui subprime che le hanno dato avvio nel 2007 negli Stati Uniti, è stato il numero crescente di case invendute. Lo stesso problema è particolarmente acuto in Spagna, in Irlanda, in Italia. Questa situazione per la prima volta dal dopoguerra ha rovesciato uno dei capisaldi dell’ideologia della crescita, sintetizzato in Francia dal detto Quand le bâtiment va, tout va. Oggi l’unico modo di rilanciare il settore dell’edilizia non è la costruzione di nuovi edifici che non troverebbero una domanda, ma la ristrutturazione, principalmente energetica, degli edifici esistenti, affinché riducano almeno di due terzi i loro consumi riducendo le dispersioni termiche. L’unico modo di affrontare la crisi dell’industria automobilistica non è l’illusione di rilanciare la domanda con l’offerta di nuovi modelli, dal momento che dagli anni sessanta ad oggi le automobili circolanti in Italia sono passate da meno di 2 milioni a oltre 35 milioni, ma implementare la produzione di microcogeneratori, che raddoppiano l’efficienza nell’uso dell’energia, ovvero dimezzano i consumi a parità di servizi energetici. L’unico modo di ridurre i costi dei generi alimentari (aumentati del 170 per cento negli ultimi 10 anni a causa dell’aumento dei prezzi delle fonti fossili, che incidono non solo sui trasporti, ma in tutte le fasi produttive dell’agricoltura chimica) è l’incentivazione dell’agricoltura biologica, stagionale, di prossimità, con vendita diretta dai produttori agli acquirenti organizzati nei gruppi d’acquisto solidale, che richiede un maggior numero di occupati, riduce l’impatto ambientale e il consumo di fonti fossili, contribuisce a ridurre i dissesti idrogeologici, ammortizza i maggiori costi di produzione bypassando le intermediazioni commerciali.

Il blocco di potere cementato dall’ideologia della crescita

La classe dirigente dei paesi industrializzati è composta dall’alleanza strategica tra tre soggetti sociali cementati dall’ideologia della crescita: i partiti politici di destra e di sinistra che hanno le loro radici nella cultura industrialista e produttivista maturata nel corso dell’ottocento e del novecento, le grandi aziende multinazionali prevalse nel corso del novecento dalla competizione con le loro concorrenti, e il comparto specifico dell’alleanza tra questi due soggetti costituito dal complesso politico-militare. Il fulcro su cui questa classe dirigente fa leva per far ripartire la crescita sono le grandi opere pubbliche, che possono essere commissionate solo dallo Stato centrale, o dalle sue articolazioni periferiche, e possono essere realizzate solo da aziende multinazionali. Ma la crescita economica richiede consumi crescenti di energia e materie prime che si possono ottenere solo attraverso il controllo militare delle aree del mondo in cui si trovano. I sistemi d’arma necessari per esercitare questo controllo possono essere commissionati solo dai partiti politici che li ritengono necessari per garantire l’incremento dei consumi energetici, e possono essere prodotti solo da aziende multinazionali. Non a caso le politiche restrittive adottate per ridurre i debiti pubblici non hanno scalfito i privilegi della casta politica, non hanno tagliato i finanziamenti per le grandi opere pubbliche, né le commesse all’industria militare.

Una nuova cultura per una nuova alleanza sociale

Una politica economica finalizzata alla decrescita selettiva della produzione di merci e del consumo di energia e materia mediante la riduzione degli sprechi, può essere promossa solo da forze politiche non condizionate dai vincoli dell’ideologia della crescita di origine ottocentesca e novecentesca e può essere realizzata solo da piccole aziende, professionisti e artigiani radicati nei territori in cui operano, in grado di effettuare una serie di interventi puntuali, anche di portata limitata. Il settore prioritario in cui occorre intervenire è la riduzione degli sprechi e delle inefficienze negli usi energetici, in particolare negli edifici, che assorbono quasi la metà dei consumi energetici globali e dove si possono ottenere, a parità di benessere, riduzioni superiori al 70 per cento. Una politica industriale finalizzata alla ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio esistente offrirebbe opportunità di lavoro non altrimenti ottenibili a una miriade di operatori del settore e consentirebbe di accrescere l’occupazione in attività qualificate.

Avviare un confronto tra i potenziali sostenitori di un progetto politico finalizzato a superare la crisi mediante una decrescita selettiva della produzione di merci

Una politica economica e industriale finalizzata alla decrescita selettiva della produzione di merci si può realizzare soltanto se si aggrega un’alleanza di forze politiche, sociali, imprenditoriali e professionali consapevoli del contributo che possono apportarvi con la loro cultura, le loro scelte comportamentali, il loro impegno sociale o ambientale, le loro competenze tecniche, la legittima esigenza di utilizzare a pieno i loro impianti tecnologici per produrre e dare lavoro. I soggetti sociali potenzialmente interessati a collaborare a un progetto di questo genere, sono i seguenti.

  • Le forze politiche non catalogabili negli schieramenti di destra e sinistra in cui si suddividono i partiti accomunati dall’ideologia della crescita, già presenti in alcune istituzioni. Un esempio emblematico si è realizzato nel Comune di Avigliana, in Val di Susa, dove alle elezioni amministrative del 2012 si sono presentate due liste. Una composta dall’alleanza tra il principale partito di centro destra e il principale partito di centro sinistra, accomunati da un programma a favore della realizzazione del treno ad alta velocità con la motivazione che darebbe un impulso alla crescita e all’occupazione.[Secondo il Ministero dello sviluppo economico la costruzione del TAV costerà 8 miliardi e 200 milioni di euro (dati sottostimati almeno della metà) e darà lavoro a 6000 occupati: 2000 diretti e 4000 indiretti, pari a 0,73 occupati per milione investito. Secondo il quotidiano della Confindustria, 1 milione di euro investito nelle fonti rinnovabili crea da 3 a 4 posti di lavoro, mentre in progetti di efficienza energetica ne genera 13. Il sole 24 ore, 13 febbraio 2012.] Nella coalizione antagonista, che ha vinto le elezioni, sono confluiti i rappresentanti dei movimenti contrari al TAV a causa della sua inutilità e dei suoi costi, che proponevano in alternativa di indirizzare gli investimenti sullo sviluppo di attività lavorative a tutela del territorio e a ripristino delle devastazioni che ha già subito. Accanto ad alcune di queste esperienze locali è anche in corso di realizzazione un progetto di aggregazione politica nazionale che sta ricevendo una quantità di consensi superiore a ogni altro partito storico, sebbene la sua fisionomia sia ancora caratterizzata prevalentemente dalla contrapposizione al sistema di potere incarnato da quei partiti più che da un progetto di futuro. Ma le fasi di passaggio di epoca storica non sono mai lineari. I progetti di rottura e ricostruzione si chiariscono progressivamente e solo se sono in grado di catalizzare e far interagire le altre forze che al di fuori delle istituzioni, nei contesti sociali più disparati e nelle attività produttive, realizzano tasselli di un progetto con caratteristiche analoghe.
  • Le piccole aziende e gli artigiani, che attualmente lavorano per lo più nell’indotto delle grandi aziende multinazionali, o come contoterzisti. Costoro non soltanto non vedono valorizzato socialmente il loro ruolo produttivo, ma sono costretti a operare in condizioni sempre più precarie e con utili sempre più ridotti perché in questo modo le aziende multinazionali per cui lavorano riescono ridurre i costi di produzione e sostenere la concorrenza sui mercati globali. La liberazione delle piccole aziende e degli artigiani, che costituiscono il 99 per cento del’industria italiana, da questo ruolo subordinato all’interno dell’economia della crescita può avvenire solo se si ricrea una rete di rapporti commerciali diretti con gli acquirenti che vivono nelle realtà locali in cui esse operano. In questo quadro acquistano un’importanza strategica i professionisti, che costituiscono il canale di comunicazione tra produttori e acquirenti. E un’importanza altrettanto strategica hanno le piccole aziende agricole biologiche di prossimità che sono in grado di garantire la sovranità alimentare a differenza delle grandi aziende multinazionali del settore agro-alimentare, che agiscono sul mercato mondiale e sono del tutto indifferenti alle realtà locali in cui operano.
  • I settori del sindacato che non si sono piegati al ricatto di accettare la riduzione delle tutele, della dignità, della salute e dei salari dei lavoratori per consentire alle aziende multinazionali di sostenere la concorrenza sui mercati mondiali riducendo i costi del lavoro anziché i costi degli sprechi nell’uso delle risorse, o nella patetica illusione di attirare gli investimenti stranieri attualmente indirizzati nei paesi dove il costo della manodopera è molto inferiore, gli orari di lavoro molto più lunghi e non esistono le garanzie conquistare dai lavoratori europei nei decenni passati.
  • Le molteplici forme associative in cui si esprime il bisogno di contribuire al bene comune da parte dei settori più sensibili della popolazione, che non trovano nelle strutture dei partiti esistenti i luoghi in cui esprimere la loro cittadinanza attiva: gruppi di acquisto solidale, banche del tempo, comitati per la tutela del paesaggio, movimenti contro la realizzazione di grandi opere devastanti per i territori in cui abitano, associazioni di volontariato sociale e culturale, associazioni volontarie di comuni impegnati nella tutela del loro territorio e della qualità della vita dei suoi abitanti, gruppi dell’associazionismo cattolico e di altre professioni religiose, aziende operanti nel terzo settore, associazioni ambientaliste e di promozione sociale, comitati di genitori nelle scuole, reti dell’economia solidale e della finanza etica ecc.

Il Movimento per la decrescita felice invita questi soggetti a verificare se, sulla base delle riflessioni qui riassunte, sia possibile realizzare momenti di confronto comuni per collaborare ad affrontare una crisi, che non è solo economica e ambientale, ma una vera e propria crisi di civiltà. Movimento per la Decrescita Felice

Il punto di vista di ortosociale

Le analisi e la proposta sono sostanzialmente valide, rispettabili, soprattutto dal punto di vista della volontà unitaria di movimento contro le elites finanziarie che dominano il pianeta. Ma rimangono: DESCRITTIVE non TRASFORMATIVE, oprattutto per quanto riguarda il neo-keynesismo. Mentre le elites hanno una struttura policentrica/poliarchica basata sui 4 poteri sociali

  • economico
  • politico
  • ideologico-culturale (scienza e religioni)
  • militare (siamo ancora nll'era del terrore nucleare)

Le opposizioni in genere si muovono SOLO su un terreno che non è nemmeno POLITICO, ma esclusivamente PARLAMENTARE. Per battere le elites ci vuole la costruzione di un plesso di poteri sociali (ideologico-culturale, economico, politico, contro la guerra) bene intrecciato sui vari piani:

  • economico (Open Source Economy, OSE - cooperative, GAS, etc),
  • politico (federazione di movimenti finalizzati su procetti comuni intrecciati ),
  • culturale (una ideologia laica senza verità assolute nemmeno il bosone di Higgs, ma con una scienza e una coscienza costruite collettivamente in un clima di coopearzione cognitiva ed emozionale),
  • militare (politica di costruzione della pace e di educazione alla pace, difesa dei cittadini inermi dai colpi di stato come nella stagione della strategia della tensione in Italia, difesa della legalità democratica e Costituzionale).

Su ortosociale.org abbiano elaborato dei

che si intrecciano tra loro e che possono essere la base della costruzione di un blocco sociale dei 4 poteri su elencati, alternativo, pacifico, democratico, partecipato, resiliente. La novità sta nella capacità di unificare i vari poteri sociali umani disgregando le divisioni ideologiche, politiche, economiche costruite dalle elites dominanti.
Nota: L'analisi IEMP (dei quattro poteri sociali Ideologico, Economico, Militare, Politico) è dovuta al sociologo Michael Mann della London School of Economics and Political Science (The Souces of Social Power, vol I , vol.II, Cambridge University Press, 1986, ISBN-13 978-0-521-30851-9 e ISBN-10 0-521-30851-8). Vedi:

Federazione SPIG (Spagna Portogallo Italia Grecia)

Premessa

Il Federalismo è nato per UNIRE. Nell'inevitabile processo di globalizzazione si tratta di realizzare un ordine democratico dal caos apparente di identità etniche e culturali. Il Federalismo è uno strumento potente a nostra disposizione sul piano politico. Dobbiamo valutarne in modo razionale i vantaggi e negoziare con altri partner forme associative strette a difesa dei nostri interessi e allo stesso tempo a vantaggio della comunità internazionale come esempio positivo di cooperazione. Con questa logica arriviamo alla proposta di una Federazione con Spagna, Portogallo, Grecia (SPIG). E' necessaria per avere una politica estera, di difesa, economica che faccia da contraltare ad una globalizzazione caotica. Si tratta di ricostruire una specie di foedus (patto) composto di tutte queste stratificazioni storiche e culturali:

  • spiritualità-Terra-Natura-GrandeMadre-(neolitico) (Sardegna-Creta Minoica-Paesi Baschi)
  • romano-greco-(antichità) (Mediterraneo)
  • cattolico-arabo-(medio-evo) (Europa Africa del Nord e MO)
  • rinascimento italiano-fiammingo (Italia e Fiandre)
  • democratico-(modernità, 1776, Federazione Americana,1789, Rivoluzione Francese,)
  • cooperativo-democratico_partecipativo-(vedi paradigma Open Source Ecology)

Nel caso questo processo di integrazione culturale suscitasse perplessità, ricordo che si tratta di un processo naturale in atto, con vari movimenti (tracciabili in base agli strati culturali cui si richiamano) che grazie alla Federazione sarebbero aiutati nella reciproca integrazione. Non possiamo sapere come e quando questi strati culturali si fonderanno tra loro ma siamo certi che sono attivi e profondi come gli strati geologici su cui poggiamo i piedi.

La stretta necessità del Federalismo

Il quadro scientifico complessivo è

professore emerito alla "Sapienza" di Roma (qui il suo Curriculum).

Necessità di costruire Confederazioni di Stati Regionali
Le sfide da affrontare
Le sfide da affrontare

I vantaggi della Federazione SPIG

Dopo aver rimesso a posto le regioni italiane sul tipo dei Land tedeschi, iniziare a proporre una Federazione di Stati con Spagna, Portogallo, Grecia. Oltre a Problemi di Difesa militare (obiettivo la PACE), Moneta, Politica estera (Africa del Nord e MO), la Federazione avrebbe tra i suoi compiti quello della SALVAGUARDIA DELL'AMBIENTE (protocollo di KYOTO e seguito) e dei DIRITTI UMANI (delle Donne, dei Bambini, del Lavoro, delle Libertà di informazione e di espressione democratica). Sono questi due i punti cardine di uno SVILUPPO sostenibile, punti strettamente intrecciati tra loro. Infatti non c'è rispetto dei diritti umani dove l'ambiente viene gravemente inquinato. I vantaggi, a ben guardare, sono molti.

  • Nell'immediato una federazione politica con Grecia, Spagna, Portogallo, potrebbe creare una maggiore capacità di contrasto alle quote di interessi pagati a livello internazionale sui Bond emessi, con benefici effetti sui debiti sovrani dei rispettivi paesi. Il primo obiettivo sarebbe dunque economico mirato alla rinegoziazione dei debiti e degli interessi speculativi in ambito eurozona. Fare di necessità virtù, o rovesciare il bene in male. I paesi più colpiti e fragili dal punto di vista della tempesta speculativa diventerebbero i più forti. Questo senza nessuna animosità economica o politica verso chicchessia, solo un buon esempio di cooperazione politica prima, economica poi.
  • UE. Si bilancia il ruolo egemone di Francia e Germania, storicamente fondato dalla seconda metà del 1800, che tanti lutti ha creato all'Europa intera. Agendo da polo attrattore di risorse e politiche comuni.
  • Economia. Possibilità estrema di uscita dall'Euro in caso di crollo del sistema UE con l'introduzione di una Moneta federale e di Monete Locali sul tipo dello WIR svizzero. Politica Economica mirante ad una tendenziale autonomia nei settori alimentari (frumento) ed energetico (energie alternative e sostenibili). Chiusura nel settore manifatturiero verso i paesi che non rispettano le leggi internazionali in materia di inquinamento e di salvaguardia del lavoro. Apertissima nel settore degli scambi culturali (turismo, arte, spettacolo, museale) e cognitivi (università-ricerca). Politica economica volta a considerare, oltre alle tradizionali politiche liberistiche a sostegno delle imprese, anche il paradigma Open Source Economy vedi anche Yochai Benkler, La ricchezza della rete, 2007, Università Bocconi Editore.
  • Cultura, Ricerca, Educazione civile. Rilancio della ricerca sul modello low cost della OSE. Sviluppare già nella prima età scolare l'educazione civica, costituzionale e comunicativa per allevare cittadini consapevoli, riflessivi, informati, capaci di negoziare soluzioni non conflittuali negli ambiti dei rapporti di genere, sociali, economici, sportivi, del tempo libero. Capaci di rispettare le regole costituzionali, difendere la Federazione, le sue leggi democraticamente stabilite, la sua economia, la sua politica del welfare.
  • Rilancio espansionistico del MADE IN SPIG, e anche del modello OSE Open Source Ecology, nei paesi ex-colonizzati di Africa, MO, Estremo Oriente. In pratica know-how in cambio di materie prime. Stretta cooperazione coi paesi che soffrono della pressione economica cinese come Giappone e Taiwan. Collaborazione stretta con tutta l'America Latina: Argentina, Cile, Brasile, Venezuela, Messico, grazie anche all'affinità culturale spagnola, portoghese, italiana.
  • Militare: inizative per il disarmo nucleare totale: USA, Russia, Cina popolare, India, Israele, Nord Corea, Iran, Francia, Gran Bretagna, con l'obiettivo di evitare la possibilità di distruggere il genere umano. Servizio di leva universale, maschi e FEMMINE, per difendere il territorio federale (minutemen e minutewomen) sull'esempio svizzero.
  • Lingue: lingua franca lo Spagnolo per la sua maggiore diffusione internazionale (325 milioni). In Italia abbiamo una grande varietà di lingue/culture: greco, albanese, ladino, sardo, tedesco, francese, oltre alla variegata presenza degli immigrati da UTILIZZARE come ponte economico e culturale verso i rispettivi paesi di origine. Tener conto poi che nel mondo l'italiano è parlato da 200 milioni (75 milioni come lingua madre + 125 come seconda lingua), il portoghese da 230 milioni. Rilancio del greco antico e moderno come matrice della cultura europea (c'è non solo Platone, ma anche Epicuro, Dionisio, Euclide, vedi “La rivoluzione dimenticata” di Lucio Russo). Rilancio in grande stile della lingua latina e di tutto il patrimonio culturale latino. Il latino sul piano umanistico è preferibile all'inglese.
  • servire da modello e da sperimentazione del Federalismo come soluzione collaborativa, cooperativa, unitaria, democratica, pacifica, non violenta, ai problemi della presente era di transizione globale secondo il modello Open Source: faccio una esperienza reale e condivido liberamente con chi ne è interessato.

Marinaleda in Spagna

Al di là delle apparenze vecchio stile di "socialismo reale" di Marinaleda, piccola cittadina di 2700 abitanti in Spagna, nella campagna andalusa in provincia di Siviglia, amministrata in modo esemplare con la Partecipazione Collettiva dei suoi cittadini, si legge: "...lo paragonano al presidente venezuelano Hugo Chavez, che indottrina il suo popolo dagli schermi di Ola presidente...
PARTECIPAZIONE COLLETTIVA. Ma il primo cittadino ricorda che, a differenza di Chavez, vuole tutti i cittadini presenti e partecipi a ogni decisione: «Per questo facciamo almeno 40 assemblee all’anno. Presentiamo il bilancio comunale e decidiamo insieme ogni progetto, anche fosse l’acquisto di una capra». " Questo non "socialismo reale" ma "socialismo libertario". E c'è una bella differenza. Dall'esperienza di Marinaleda emergono alcuni punti:

  • c'è assoluto bisogno di una sinistra libertaria radicale
  • la partecipazione che tale sinistra scatena è vincente
  • l'organizzazione sociale ed economica è di tipo CLANICO (da clan). vedi come risolvono il problema degli alloggi. Esattamente come nelle tribù della Papuasia.
  • bisogna organizzarsi su piccole comunità (poche migliaia) FEDERANDOSI per formarne di pù grandi
  • la crisi non esiste ed è solo un problema del capitalismo e dei suoi meccanismi (dell'orrore) della riproduzione allargata del capitale (vedi Rosa Luxemburg)
  • l'agricoltura è centrale e tutto dovrebbe essere in funzione della alimentazione. Il cibo è VITA, noi siamo esseri viventi, il nostro CORPO è un organismo cognitivo e riproduttivo che comprende al suo interno tutta la cultura, immanente nel costro corpo individuale.

Abbiamo bisogno di SINISTRA non autoritaria anti-capitalistica.

BioRegionalismo

Il Bioregionalismo andrebbe coniugato assieme al Federalismo per costruire strutture flessibili, resilienti, dinamiche, in grado di ritrovare l'equilibrio spontanenamente.

Cara Amica ti scrivo

Agosto 2011

Henry David Thoreau

è un filosofo americano (Concord 1817, Concord 1862). Questo il suo profilo su Wikipedia Ha ispirato la disobbedienza civile e i primi movimenti civili di protesta e di resistenza non violenta. Ha ispirato Gandhi e Martin Luther King. Il suo libro più famoso è “Walden ovvero la vita nei boschi”, autobiografico. Era molto amico del “trascendentalista” Ralph Waldo Emerson, uno dei pensatori più sottovalutati d'America. Vicino a tale concezione, il suo riformismo partiva dall'individuo, prima che dalla collettività, e difendeva uno stile di vita in profondo contatto con la natura.

Prima mail di “Donatella”

Cita Henry David Thoreau, da “Disobbedienza civile” «La massa degli uomini serve lo Stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi. Essi formano l'esercito permanente, e la milizia, i secondini, i poliziotti, ecc. Nella maggior parte dei casi non v'è alcun libero esercizio della facoltà di giudizio o del senso morale; invece si mettono allo stesso livello del legno e della terra e delle pietre, e forse si possono fabbricare uomini di legno che serviranno altrettanto bene allo scopo. Uomini del genere non incutono maggior rispetto che se fossero di paglia o di sterco. Hanno lo stesso tipo di valore dei cavalli e dei cani. Tuttavia persino esseri simili sono comunemente stimati dei buoni cittadini. Altri, come la maggior parte dei legislatori, dei politici, degli avvocati, dei ministri del culto, e dei funzionari statali, servono lo Stato principalmente con le proprie teste; e, dato che raramente fanno delle distinzioni morali, sono pronti a servire nello stesso tempo il diavolo, pur senza volerlo, e Dio.»

Seconda mail di “Gi”

H.D.T. (Henry David Thoreau) che non conoscevo, fotografa esattamente la condizione umana di oggi, e riflettere sul fatto che scattò una fotografia della società tra la prima e la seconda metà dell'800 credo sia cosa sana e giusta. Come lui altri pensatori libertari di quel periodo, come P.Kropotkin o P.J.Proudhon, avevano già capito dove sarebbe andata a parare l'umanità, ma avevano anche individuato alcune interessanti soluzioni, come il mutualismo etico biologico e il federalismo integrale, partendo comunque da un sano e proattivo individualismo in cui profondamente mi identifico. Se l'umanità oggi vuole nutrire qualche speranza e non essere considerata alla stregua di carne che consuma e che viene consumata, se vuole che ogni individuo in vita o prossimamente nascituro non venga considerato niente di più di un'altro mattone nel muro, deve accendere il lume della consapevolezza della propria esistenza e di quello che davvero conta. Un abbraccio
Gi

Terza mail di “Donatella”

[...] "deve accendere il lume della consapevolezza della propria esistenza e di quello che davvero conta".

PURTROPPO CIO' CHE PARE SEMPLICE E' ASSAI COMPLICATO CARO MIO. La storia non insegna mai abbastanza. Al crollo dei regimi storici da una parte, fa eco il crollo dei valori dall'altra (ora ci si mette pure questo estremismo paracristiano paranazi). Rimanendo entro (i sempre piu' labili) confini della nostra (ormai vostra ha ha) stramba italietta, gli illuminati mi paiono pochi. Le masse continuano a spostarsi perlopiu' per recarsi allo stadio o in coda ai caselli autostradali (domandati: quanti fantozzi italioti NON se ne andranno in ferie tra luglio e agosto?????). C'e' la crisi, potremmo fare la fine della ormai micro grecia, svegliarci e puff, i sudati risparmi son carta da cesso. L’italia ha cessato di essere una nazione industrial. A chi lo dobbiamo? Togliatti? Berlinguer? Non ci sono investimenti, le istituzioni universitarie sfornano cattedre ai figli di, o poveri cristi costretti a fare i controllori su treni che non portano piu' da nessuna parte (manco a ovest di paperino), le donne si prostituiscono al satrapo di turno, unica professione che davvero unisce l’universo mondo (benche’ si possa dire fenomeno tipicamente italiano: cioè sguaiato e sciagurato al tempo stesso. I modelli attuali sono Napoli, Palermo, e la provincia minore del nord. Roma è tornata all'epoca di Pio IX, tra guappi da marchese del Grillo e meretricio). Ovviamente i gerarchi di vario livello feudale (di ogni genere e in ogni luogo), si fanno gli stipendi da soli (finché potrà durare). Se non fai "sindacato" o "politica", e se non sei una partita i.v.a. non in crisi, rimani un invisibile codice fiscale, e, di fatto, sei un meteco. Questo il modello imposto da sinistra, a colpi di distruzione del sistema globale. E poi è Far West camorrista o è noia, se non è emarginazione (dei giovani, dei vecchi, e degli stessi lavoratori). L'America ha fatto fallire Obama, come già si sapeva fin dall'inizio. Adesso sarebbe tragedia, capace anche di coinvolgere l'Italia. C'è una sola regola, ed è quella delle espressioni forti. Il consenso reale riguarda i massimi apparati, di cui l'economia è una tipica espressione. Tutto il resto è accomodamento. E se si scardinano le regole a pagare saranno sempre i deboli, e debolissimo è l'uomo massa, sempre diviso dall'incapacità, dall'ignoranza, ed arso dai suoi stessi desideri. Su questo terreno comune, sempre labile e terribile, hanno fatto presa le demagogie pseudo liberatorie, di cui la sinistra italiana (in altre parole il Pd di Bersani, venuto da Mosca) è la grande portatrice di caos effettivo. Il vero 'fascismo' è stato sempre questo, ed oggi è di nuovo di moda. Dall’altra parte l’arraffo bieco del si salvi chi puo’ prima dell’affondo. I raschiatori dell’ultimo barile rimasto, mentre il capitano viene rimbecillito dalle extracomunitarie.

Quarta mail di “Gi”

Cara Amica, quel che dici è purtroppo vero, ma non mi limiterei ad attribuire la responsabilità della condizione in cui versa l'Italia che fu, ora italietta come purtroppo viene opportunamente chiamata, ai politici passati e odierni. Credo in primo luogo che gli italiani disinteressati e qualunquisti abbiano un fardello sulle spalle di cui non hanno l'ampia consapevolezza che tale responsabilità comporta. Sono convinto anche che l'intera classe dirigente e quindi anche gli imprenditori e gli accademici, che avrebbero dovuto tutelare la cultura e il sapere, abbiano fatto e fanno gli interessi di pochi a discapito dell'interesse collettivo. Devo però, a causa del mio "individualsmo anarchico" e della mia innata abitudine a guardare alle persone e alle loro gesta e parole, fare qualche distinzione. Fermo restando che come ti dicevo poc'anzi l'industria taliana è miseramente fallita, soprattuttio a causa degli imprenditori, che puri non sono, ma fanno affari con la politica e che rimango dell'opinione che l'Italia data la sua posizione geografica poteva e potrebbe essere un orto botanico planetario a tutela della biodiversità, ha malamente sacrificato l'agricoltura sull'altare dell'industrializzazione, distruggendo un paesaggio che rappresenta ancora un patrimonio collettivo di grande valore e derubricato la millenaria cultura storica e sociale di questa bellissima terra a un fatto folkloristico, devo suggerirti di leggere questa intervista. Sembra fatta ieri, ma è del 1981. Questo non per difendere l'ideologia comunista che di disastri ne ha causati una valanga, anche perchè la convinzione che ho è che il comunismo non sia stato altro che capitalismo di stato retto da pochi oligarchi, che comunque mantiene la struttura piramidale di comando classica del fallimentare paradigma sociale che governa la terra da almeno 2000 anni. Ora si parla di Stegocrazia, ipotesi che ritengo assai verosimile e probabile. Credo che persone come E. Berlinguer ( fallace e perfettibile come ogni essere vivente) ve ne sono state e ve ne siano in Italia e nel Mondo, persone con idee e valori, persone che purtroppo sono state cancellate dalla storia ( se non per gli addetti ai lavori) come Enrico Malatesta o Piotr Kropotkin. Sono convinto, nonostante i dubbi di cui ogni persona dovrebbe essere dotata per evitare di essere pericoloso come Hitler o Stalin, che sia necessario uscire dalla Democrazia rappresentativa per avviarsi verso una forma più diretta della Democrazia e del suo esercizio. Il lume della consapevolezza appunto! Bisogna evitare però il tranello della ferrea legge dell'oligarchia ( ndr Robert Michels ) altrimenti la storia si ripete all'infinito in un beffardo eterno ritorno. La rivoluzione permanente a mio avviso deve esser qualcosa che porti ad una evoluzione sociale e culturale sulla via della consapevolezza individuale della propria esistenza all'interno di un sistema complesso di relazioni sociali, chimiche, biologiche, economiche (essenziali).. Non credo che l'america abbia fatto fallire Obama; è il sistema di cui l'America è l'emblema che sta miseramente e pericolosamente implodendo, cioè il capitalismo integrale della crescita per la crescita, come se il mondo, cioè la terra sia infinita. Il capitalismo è implicitamente inflattivo e quindi destinato al fallimento che è iniziato con il crollo dell'impero sovietico, da lì in avanti sono dilagate le idee liberiste sfrenate che hanno portato al consumismo compulsivo, al conseguente rincoglionimento delle masse divenute carne da consumo in balia dei mercati finanziari, ed ecco che se uno a Dheli soffre di flatulenza se ne sentono gli effluvi a Battuello. Mi sembra oggettivamente un amaro declino che non coinvolge solo l'Italia di B. e dei suoi mercenari opportunisti, ma il mondo intero, e i fatti dell'intero Maghreb in primo luogo, dell'Europa e dell'America anche, stanno a certificare, questo si senza dubbio, la pericolosa implosione del capitalismo. Un abbraccio
Gi

Quinta mail di “Gi” (la conclusione pratica)

sono d'accordo sul "puro buon senso", ed anche sulla supposta transizione graduale o “Riconversione ecologista” che G. Viale suggerisce. Ipotizzare però un repentino e improvviso cambio di paradigma, e che tutti contemporaneamente adottino il cambiamento, cioè che tutti, nello stesso istante cessino di lavorare e produrre per il profitto, ma lavorino semplicemente per il fabbisogno, disconoscendo di fatto il debito pregresso accumulato, che per altro è illegittimo a fronte del sistema monetario e del funzionamento truffaldino dei mercati finanziari, oltre ovviamente alla corruzione, all'evasione e alla speculazione; tutto ciò mi pare francamente utopistico. Quindi, studiare e prepararsi per la decrescita e per una riconversione ecologista va bene, ma continuando a vivere con piccoli cambiamenti quotidiani che devono essere istituzionalizzati attraverso una battaglia politica che vada oltre la politica stessa....tipo i PGT (Piano di Governo del Territorio deliberati per tutti i Comuni dalla Regione Lombardia lo 11 marzo 2005 ) che devono essere decisi dai Cittadini e non dagli amministaratori eletti, i quali devono semplicemente fare un lavoro d'ufficio e ratificare le delibere della comunità.
Gi

Costruire la Barriera Corallina

Giugno 2011.

Corallo Rosso
  • I Coralli. Nelle fasce tropicali degli oceani i coralli, stanziatisi da millenni, hanno formato delle grandi bio-costruzioni calcaree con i loro scheletri, creando un nuovo ambiente naturale (la barriera corallina) che ha addirittura modificato la geografia dei mari e degli oceani in quelle zone formando scogliere e permettendo lo sviluppo di tipici ambienti di piattaforma carbonatica e atollo. È tuttavia un errore credere che il corallo possa svilupparsi soltanto nei mari caldi, Infatti i mari freddi (quello della Scandinavia, della Gran Bretagna e della Penisola Iberica) ospitano scogliere coralline e piattaforme carbonatiche. Nella foto del Corallo Rosso, caratterizzato dall'esoscheletro di colore rosso acceso, talvolta rosa o bianco, sono chiaramente visibili i singoli polipi dotati di otto tentacoli.
  • Da “Scienza e Anarchia” di Petr Kropotkin (a cura di G.N.Berti Unipd), pag.80. “La vita animale è di per se stessa eminentemente sociale. L'associazione è la regola, la legge della natura, perchè si riscontra in tutti i gradi dell'evoluzione. Il <mutuo appoggio>, come potente forza evolutiva, opera oltretutto anche a livello interspecifico come “simbiosi” (e , come simbiosi, è stata recentemente ipotizzata addirittura la formazione di organuli intracellulari, come i mitocondri!)
  • I coralli e le petroliere. Una petroliera che osasse passare sulla barriera corallina non verrebbe affondata con un atto violento di esclusione. Verrebbe “fermata” e dolcemente invasa dalle acque salate del mare, origine della vita.
  • Egoismo individuale, egoismo di specie, lotta per la vita, darwinismo sociale. La barriera corallina è un habitat che favorisce la vita di innumerevoli specie, diverse dalla specie che ha costruito la barriera, la specie dei coralli. I coralli sono, nonostante il loro esoscheletro carbonatico rigido, una specie animale come i polipi. In alcuni casi gruppi di animali (Antozoi o animali-fiore) si staccano e vanno a formare nuove colonie. La creatività individuale è un elemento essenziale per l'evoluzione della specie e per l'evoluzione tout court. La lotta per l'esistenza di Darwin e Wallace è stata male interpretata dai sociologi e dai filosofi. Uno di questi, della famigerata scuola metafisica hegeliana, Karl Marx, parla di “lotta di classe”. I “darwinisti sociali”, simili come concezione ai marxisti, sfociano invece tramite l'eugenetica nel razzismo.
  • Alimentazione dei coralli e scambi energetici. Si distingue poi tra corallo: ermatipico, con scheletro carbonatico e che vive in simbiosi con le zooxanthellae (alghe) che gli forniscono nutrimento, ed ha quindi bisogno di luce. Queste simbiosi si fondano sul mutuo scambio di sostanze tra simbionte (alga) ed ospite (antozoo). Le simbiosi in questione sono di estremo e attuale interesse, soprattutto in relazione ai fenomeni di sbiancamento dei coralli, che si ritiengono dovuti ad un aumento della temperatura, conseguenza dell'effetto serra; aermatipico o anermatipico, sprovvisto di zooxanthellae, che non ha dunque bisogno di luce e può vivere più in profondità e che si nutre catturando plancton o per osmosi. Grazie soprattutto alle alghe i coralli vivono di luce solare.
  • Considerazioni sociobiologiche. Se cambiamo paradigma mentale, e consideriamo la nostra attuale civilizzazione un evento transitorio con le sue proprie regole e simboli culturali, se appena appena ci poniamo al di fuori di questi simboli metafisici e osserviamo la natura, possiamo trovare valide indicazioni su come proseguire la nostra evoluzione come specie tra le specie. Associarsi con degli scheletri potenti che fanno da supporto ad altre specie ed integrano armoniosamente la geografia naturale, alimentarsi in modo quasi diretto di luce solare, staccarsi dalle colonie quando le correnti marine spingono impetuose, produrre e favorire una diversità spettacolare.
  • Considerazioni pratiche. Le attuali città, le case che gli umani hanno costruito, possono assimilarsi ad esoscheletri, alquanto invadenti per la verità e piuttosto orribili e mefitici, ma simili nella struttura alle barriere coralline. In una fase di transizione possiamo iniettare in queste strutture morenti una vita associativa e mutuale, aperta alle altre specie.

Maggio 2011 - La sconfitta del centro-destra e la sconfitta personale di Silvio Berlusconi

La sconfitta del centro-destra alle recenti elezioni amministrative va messa in relazione con altri importanti avvenimenti. Ne cito alcuni:

  • la rivolta democratica, pacifica, anti-colonialista, nei paesi arabi del Maghreb, Siria, Bahrain, Yemen, Arabia Saudita, Iran
  • il declino militare imperiale economico degli Stati Uniti. La Microsoft per la prima volta ha le azioni in calo. In Iraq gli amerikani se ne vanno lasciando 2 milioni di morti civili.
  • il disastro di Fukushima in Giappone, che ha scosso nella coscienza collettiva dell'umanità la fiducia cieca nella tecnologia, nel sapere degli "esperti", nelle garanzie di un potere politico opaco alla volontà popolare. Fukushima ha messo in discussione non solo la sicurezza nucleare, ma un intero modello economico-politico di sviluppo cieco e oltranzista. Ha messo in discussione la "religione dell'efficienza" basata su una cultura esclusivamente tecnica e umanamente autoritaria. Il Giappone era la nazione leader in questo senso nell'immaginario collettivo. Adesso con 3 reattori nucleari fusi hanno radiazioni letali nel raggio di 630 km. Tokyo, centro politico-tecnologico, una grande conurbazione di 13.010.287 abitanti, dista da Fukushima 230 km. Avremo tra poco i Giap a Lampedusa?
  • La vittoria del referendum sul divorzio a Malta, nonostante la feroce opposizione della Chiesa. La gente si riprende la sua vita, la sua libertà di scelta, come in Italia negli anni '70. Da wikipedia: I maltesi sono per la stragrande maggioranza cattolici e l'influenza della Chiesa è fortissima:l' eutanasia e l' aborto sono tuttora proibiti, sebbene ve ne siano stati alcuni casi. Per quanto riguarda il divorzio, invece, il paese è in attesa di una legge del parlamento che ratifichi quanto sancito dal referendum del 29 maggio 2011, nel quale il 54% dei maltesi si sono espressi favorevolmente all'introduzione del divorzio. Il Cattolicesimo è la religione di Stato, ma viene comunque lasciata libertà di culto; si stima che la popolazione sia cattolica al 98%, facendone una delle nazioni a più alta percentuale di Cattolici del mondo. Dal 17 al 18 aprile 2010, si è recato in Visita Apostolica a Malta papa Benedetto XVI, il quale ha celebrato la Santa Messa nel Piazzale dei Granai – Floriana, in occasione del 1950º anniversario del naufragio di san paolo. Durante la stessa visita il papa ha incontrato le vittime degli abusi sessuali compiuti da alcuni preti negli anni settanta.
  • Dismissione delle centrali nucleari in Germania. Questo implica una completa ridefinizione del modello tecnologico-scientifico-culturale di una società come quella tedesca. A differenza dei Giapponesi, i tedeschi non aspettano amare esperienze per imparare, o meglio imparano velocemmente dalle esperienze degli altri. Gli scienzaiti sociali chiamano questa capacità "riflessività"; è la capacità di riflettere sulle proprie esperienze, di vedersi, di ridefinire i propri mezzi e i propri obiettivi. La fine della energia nucleare significa tornare al 100% al Sole.

Le popolazioni dei paesi ricchi, del Nord del mondo, Italia, Francia, Germania, Stati Uniti, etc, in modo maggioritario, hanno creduto in questo modello. Speravano di ricavarne benessere e sicurezza. Non hanno ottenuto nè l'uno nè l'altro. Ora cominciano a ripensarci (riflessività). Per questo motivo nel Nord del mondo si erano affermati a partire dagli anni '80 governi autoritari e liberisti (più mercato meno stato) come Reagan, Margaret Thatcher, Berlusconi e moltisimi altri. Le elite planetarie costituite da questi governi hanno soffocato coi prestiti i paesi del sud del mondo, i popoli del Sud del mondo che in questo modello non ci hanno mai creduto perchè ne vivevano l'aspetto distruttivo. Questo modello aveva messo in crisi Cile, Argentina, Messico, Centro-America, Africa ed Estremo Oriente. Ha messo in crisi di recente anche i paesi deboli del Nord del Mondo: Irlanda, Portogallo, Grecia, Spagna, e tra un pò l'Italia che ha un debito pubblico di 1860 miliardi di euro. Questi enormi debiti pubblici (anche il Giappone ne ha uno enorme) sono principialmente costituiti da "interessi" non ancora pagati (alla Banca Mondiale o al Fondo Monetario Internazionale) E' come se il mondo intero si stesse autostrangolando a livello economico (debiti pubblici), militare (guerre devastanti), politico (governi semi-fascisti), culturale (fondamentalismo religioso, consumismo, vuoto culturale e relazionale). Questi sono i quattro poteri sociali che strettamente intrecciati tra loro stanno devastando l'umanità da almeno 5000 anni: "IEMP":

  • Ideologico,
  • Economico,
  • Militare,
  • Politico.

Per concludere i cicli della storia sono lunghissimi, di secoli o di migliaia di anni. A fasi discendenti ne seguono di ascendenti. Le società, gli organismi, gli esseri umani imparano. Non ci sono dubbi su questo. Se però non "imparano" in tempi utili alla loro sopravvivenza, si estinguono.

Verso la Democrazia Diretta

Il Tema di Lara: vademecum per la democrazia Diretta

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Il Tema di Lara

Una proposta per l'Acqua

In relazione al referendum nazionale sull'Acqua Bene Comune, ci si può proporre una gestione territoriale partecipata dell'Acqua.

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Acqua

Progetto via Savonarola

La ri-vitalizzazione sociale dell'antico "borgo" in via Savonarola, a Padova, via parallela al Bacchiglione.

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via Savonarola

Assemblea IO DECIDO 9 dicembre 2010 VE

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La partecipazione democratica a Venezia discussa in una assemblea pubblica

Comunicati di Paeseambiente Treviso

Le denunce ambientali di Paeseambiente, Paese TV

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Comunicati di Paeseambiente

Uniti e Diversi

Documento politico di Giulietto Chiesa, Maurizio Pallante, Massimo Fini

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Uniti e Diversi

Proposta di un soggetto politico

Bozza di alcuni punti chiave per la costruzione di un soggetto politico che sia al tempo stesso un movimento di rinascita sociale.

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Proposta di un soggetto politico

Programma 2010

Per uscire da questa situazione pericolosa per la democrazia, di stasi culturale, di crisi economica, di incertezza sul futuro, costruiamo un programma dando la parola ai cittadini. Riteniamo importante realizzare in modo prioritario a livello sociale il Federalismo Integrale e la Sovranità Popolare, in quanto strumenti per realizzare l'EQUILIBRIO tra uomo e natura, tra uomo e uomo, e all'interno del singolo uomo. Secondo noi e secondo la nostra inevitabilmente limitata concettualizzazione tale EQUILIBRIO è NECESSARIO alla sopravvivenza della specie umana e non solo della specie umana. Il nostro approccio è di tipo pragmatico-sperimentale e NON DOGMATICO, quindi passibile di revisioni, critiche, modifiche come qualsiasi "work in progress" che miri a realizzare una COOPERAZIONE PROFONDA che si avvicini tendenzialmente al paradigma della Intelligenza Collettiva.

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Programma 2010

Riflessioni socio economiche

Da una chiacchierata su skype ottobre 2010

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Riflessioni socio economiche

Immigrati

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Un progetto di integrazione degli immigrati

Soria Moria Declaration

Il programma politico 2005 e la versione aggiornata 2009 del governo norvegese

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Soria Moria Declaration

La sfiducia dei cittadini americani nel loro governo

  • Washington 26 Maggio 2010. Un sondaggio effettuato per conto della Cbs rivela che gli americani sono sempre piu' insoddisfatti sia del presidente Obama che del Congresso. In sociologia delle comunicazioni di massa l'impostazione delle priorità si chiama "agenda setting" : solo il 45% degli americani ritiene che le loro priorità siano le stesse di Obama. Inoltre circa il 47% del campione pensa che Obama non sia piu' in sintonia con la gente. Il 61% ritiene che l'America stia andando in direzione sbagliata mentre il 32% pensa che sia sulla strada giusta. Il 67% disapprova l'operato del Congresso.
  • Washington 20 Aprile 2010. Il Pew Research Center ha eseguito un sondaggio da cui si deduce che il 78% circa degli americani dichiara di non avere fiducia nel governo degli Stati Uniti. Questo è il più alto livello di sfiducia dell'ultimo mezzo secolo raccolto da un governo di Washington. Il 22% degli intervistati dichiara di fidarsi “quasi sempre” o “la maggior parte delle volte”. Da quando è iniziata la rilevazione di questo dato, cioè dal 1958, la diminuzione della fiducia dei cittadini americani nel loro governo è costante. Durante la amministrazione Eisenhower nel 1958 la percentuale che dichiarava di avere fiducia nel governo era del 73%.
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Vedi il rapporto completo

Esiste un'altra Italia

Appello di Domenico Finiguerra contro le discriminazioni (razziste) contro i bambini

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Esiste un'altra Italia

150° Unità di Italia - Un progetto per gli Italiani

Un progetto per l'Italia

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I Laboratori del Futuro

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I laboratori del futuro di Robert Jungk (future workshop)

La fabbrica dei veleni

A pernumia la C&C (Chemical & Chemical) è stata chiusa. Ma l'area contente 50.000 tonnellate di rifiuti altamente tossici non è stata ancora bonificata.

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La Fabbrica dei Veleni

La Lista Civica proposta da Paolo Bonacchi a Pistoia

Chi sarà eletto in questa Lista metterà tutto il proprio impegno per modificare lo Statuto comunale introducendo quattro regole d'oro di Democrazia diretta che permettono il CONTROLLO del sindaco, della giunta e dei Consiglieri comunali da parte dei Cittadini Sovrani. Le quattro regole d'oro della Lista Civica che ne costituiscono tutto il programma:

  • Prima regola: affermare nello Statuto del Comune di Pistoia che i cittadini sono "SOVRANI" a qualunque livello delle istituzioni comunali e che la loro Sovranità non può essere alienata, limitata, violata o disattesa dai rappresentanti eletti in Consiglio comunale.
  • seconda regola: introdurre nello Statuto del Comune di Pistoia i "Referendum DELIBERATIVI di iniziativa popolare, senza quorum", i cui risultati non possano essere oggetto di modifica da parte del Consiglio comunale;
  • terza regola: far eleggere il Procuratore CIVICO dai Cittadini Sovrani, e non dai partiti, per "garantire i cittadini contro gli abusi, le disfunzioni, le carenze ed i ritardi dell'amministrazione comunale".
  • quarta regola: introdurre nello statuto del Comune di Pistoia l'istituto della "REVOCA del mandato" (recall) da parte dei Cittadini Sovrani, nei confronti dei rappresentanti incapaci o corrotti.

In democrazia non è lo STATO che controlla i cittadini, ma l'inverso: sono i Cittadini che devono controllare lo stato.

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