OrtiSociali

Da Ortosociale.

L'importanza della agricoltura urbana è illustrata in questa ricerca della Dutch Research Institute for Transitions (DRIFT) della Università Erasmus Rotterdam, "La transizione verso una città più sostenibile attraverso le iniziative locali e l’agricoltura urbana. Il caso di Milano" di Giorgia Silvestri & Niki Frantzeskaki. Parole chiave: Iniziative locali, agricoltura urbana, partecipazione attiva cittadina.


Qui sotto i link alle voci di ortosociale su CSA (Comunità che Supportano l'Agricoltura), GAST (Gruppi di Acquisto Solidale di Terreno) e la seconda parte della voce Orti Sociali:

Indice

Fattoria Urbana biologica per Anziani

Singapore: Una casa di riposo diventa una fattoria urbana, dove gli anziani producono cibo biologico:

Padova, un progetto di Orti Alti che potrebbe inglobare l'idea di Home Farm a Singapore:



Coltiviamoci

Coltiviamoci - Tombelle di Vigonovo

Vi segnalo questo progetto a Tombelle di Vigonovo (Venezia). "Coltiviamoci" si distingue per

  • uso delle cassette come fanno molti altri GAS (ad esempio AltraAgricoltura, Tamiso, Cavin de Confin); la produzione orticola va smaltita, anche se con una certa flessibilità di scelta;
  • logistica basata su un "negozio" (Piccola Distribuzione) in zona centrale a Padova, quindi "cooperazione" con la PDO
  • prezzi contenuti e prevedibili (2€/KG per ogni cassetta da 5KG (10€) o da 10KG (20€). Questo grazie all'uso delle cassette
  • utilizzo gratuito di un dottore nutrizionista; la cassetta non va vista nei suoi singoli componenti: zucchine, melanzane, patate, etc, ma come un input ragionato della nostra alimentazione e metabolismo
  • possibilità di condividere iniziative culturali, momenti conviviali, spazi attrezzati, di una comunità organizzata e residente nella Fattoria

"Coltiviamoci" e analoghe iniziative, con la loro struttura multifunzionale potrebbero essere tasselli importanti dei parchi da costituire, perchè favoriscono il coordinamento tra orticultori di orti sociali, spontanei, professional. Inoltre favoriscono il coordinamento di quella che potrebbe diventare una Piccola Distribuzione Organizzata composta da GAS, botteghe bio, franchising bio, ed altre strutture medio-grandi.

Una nuova tendenza?

Un Ettaro di Felicità - Ecco l'idea di Martina e Vanessa:. Sta nascendo una nuova tendenza? Prendere in affitto del terreno, uno, due, quattro ettari, in prossimità del proprio paese, e vendere ortaggi e frutta?

Un Ettaro di Felicità

Sacro Cuore Pacta

Sacro Cuore Pacta

Questo è il progetto Sacro Cuore Pacta, l'acquisto di 2 ha di terreno urbano da salvare dalla cementificazione. 2 ettari di felicità? Il terreno si trova all'interno del perimetro urbano di Padova, a ridosso del quartiere Arcella, un quartiere di 45.000 persone. La sua vocazione urbanistica per il momento è "agricola". Per mantenerla tale contiamo di acquistarlo, organizzarci, coltivarlo. Ecco il progetto (PDF):


Contenuto

Orti Sociali

Ho raccolto molti esempi di iniziative sia pubbliche, da parte dei comuni, sia private. I comuni mettono a disposizione degli appezzamenti di terreno, dentro i vari quartieri, divisi in parcelle di 40, 50 o 60 o piu metri quadri. Fanno un bando e li assegnano secondo una certa graduatoria. Esempi del bando e delle regole si trovano a questo link del comune di Torino oppure qui alla voce sugli orti sociali di Cadoneghe (PD). I privati fanno la stessa cosa solo che AFFITTANO le varie parcelle. Ci sono altri che coltivano un appezzamento urbano o periurbano, in modo biologico o sinergico, organizzano la vendita di cassette che distribuiscono o settimanalmente o bi-settimanalmente. A Torino, Udine, e a breve anche a Padova, verranno organizzati ORTI COLLETTIVI, che sono orti sociali comunali organizzati come COMUNITÀ DI QUARTIERE, con attrezzi comuni, attività di socializzazione, scambio dei prodotti, mercatini biogici. Una impostazione che si va affermando è quella di usare una parte di ogni parco pubblico per fare orti sociali, anche di poche parcelle, e animarli con attività di socializzazione come feste per piccoli, incontri intergenerazionali nonni-nipoti-genitori. Gli orticoltori aumentano la sicurezza del parco pubblico e possono guidare gli utenti a forme di manutenzione e di rispetto, facendo diminuire i costi di manutenzione. A livello paesaggistico è preferibile una integrazione orto-giardino alla solita impostazione a prato costosa da mantenere ed esteticamente discutibile. Trasformate prati costosi in orti produttivi! Per qualunque informazione scrivete liberamente a info@ortosociale.org. Questa è la prima pagina di Orti Sociali. Per andare alla seconda pagina:Orti Sociali 2 (DUE)


Gli orti sociali sono una realtà che comincia a svilupparsi anche nelle grandi metropoli del Nord del mondo tra cui Londra e New York. Ha fatto scalpore la notizia che Michelle Obama abbia creato un orto biologico per fornire cibo fresco e sano alle proprie figlie (e al consorte) dentro i giardini della Casa Bianca. In generale gli orti sociali potrebbero essere una delle vie per rivitalizzare socialmente le metropoli e riappropriarsi come citoyens dei non-luoghi spersonalizzati che esse rappresentano. Questo nel momento in cui la maggioranza assoluta della popolazione mondiale, sia del Nord (paesi ex-sviluppati) sia del Sud del mondo, vive in grandi aggregati urbani, che definire città sarebbe eufemistico.
In Olanda la Van Bergen Kolpa Architecten ha realizzato il progetto Park Supermarket che rovescia il rapporto tra città e produzione di cibo. La produzione di cibo è al centro e la città che vive di quel cibo la contorna rispettosa dell'equilibrio uomo-ambiente-cibo nuovamente ricreato. A Chiasso nella Svizzera italiana è partito un progetto di orti urbani permanenti aperti a giovani, famiglie, anziani, coppie di mezza età, rifugiati politici. La novità di questi nuovi 60 orti consiste nella loro progettazione come luogo condiviso di socializzazione per tutti i cittadini. Il tipo di socializzazione previsto è quello basato sulla convivialità: una grande tavolata di legno di castagno per mangiare assieme, un grill, pergolati fatti di legno di robinia locale, una grande pianta di gelso sotto i cui rami ripararsi e dialogare, un campo di bocce. Non sono previste recinzioni o cancelli tra una parcella e l'altra. Il terreno è stato regalato dalle Ferrovie Federali Svizzere ed ammonta a 2000 metri quadrati. La progettazione è curata dall'architetto Sophie Agata Ambroise dell'Officina del paesaggio di Lugano. Le coltivazioni saranno rigorosamente biologiche anche per non inquinare il terreno che si trova in una zona di captazione dell'acqua. Coloro cui verranno assegnati gli orti seguiranno dei corsi di tecnica di coltivazione biologica. La volontà di garantire la qualità e la sicurezza del cibo che si porta in tavola ogni giorno e la ricerca di un legame più diretto con la natura sono i principali motivi di questa antica realtà sociale.
Questo è un PDF in tre pagine con una mappa della Agricoltura Urbana in Europa e uno schema di attori sociali e tecniche di coltivazione:

In Europa la gestione di orti familiari rientra in un progetto più ampio facente capo a

un'organizzazione europea con sede a Lussemburgo che riunisce oltre 3 milioni di famiglie che gestiscono un orto urbano o un giardino familiare. I principi che orientano questa organizzazione si basano sull'utilità sociale e sul benessere psico-fisico che l'orto può generare. Gli orti familiari hanno un ruolo sociale: sono luoghi di incontro e di integrazione intergenerazionale, per i giovani, gli anziani, le famiglie, i lavoratori, i disoccupati, le persone di diversa origine sociale e nazionalità. Gli orti familiari sono un elemento essenziale per la salute fisica e psichica degli uomini e migliorano la qualità della vita di tutti i cittadini. Ortaggi sani coltivati nel proprio orto, permettono una dieta variata, il contatto con il ciclo di crescita naturale e la creatività del giardinaggio stimolano i sensi. I rapporti personali e la convivialità all'interno del gruppo evitano l'isolamento.

Agricoltura Multifunzionale

Un Prototipo Funzionante. A Padova l'azienda agricola di Mario Frizzarin, nel territorio periurbano (in via Due Palazzi), ha costituito nel 2014 una Associazione Culturale "City and Farm" che, oltre a produrre cibo di qualità a filiera corta, organizza corsi di orticoltura (con esperienza sul campo), orti sociali privati in affitto, orti familiari (gestiti da un agricoltore professionista per conto di una famiglia che vuole approvvigionarsi di verdure fresche). L'associazione di fatto gestisce il riassetto di un rapporto equilibrato tra città e campagna, di cui pochi si preoccuano, nonostante sia la costante che ha accompagnato nel bene e nel male tutti i passaggi importanti delle varie civiltà. Secondo ortosociale il dato importante di City and Farm è una solida attività agricola che fa da supporto ad una essenziale funzione culturale. Visitate il sito dell'associazione padovana:

È stata approvata la Legge n. 141/15 del 18 agosto 2015 sulla Agricoltura Sociale, "quale aspetto della multifunzionalità delle imprese agricole" finalizzato allo sviluppo di interventi e di servizi sociali, socio-sanitari, educativi e di inserimento socio-lavorativo, allo scopo di facilitare l'accesso adeguato e uniforme alle prestazioni essenziali da garantire alle persone, alle famiglie e alle comunità locali in tutto il territorio nazionale e in particolare nelle zone rurali o svantaggiate".

Comunità che Supportano la Agricoltura

Comunità che Supportano la Agricoltura (CSA o Community Supported Agriculture), una forma di una rete alimentare alternativa, (in Canada Community Shared Agricoltura) (CSA) è un modello socio-economico dell'agricoltura e della distribuzione alimentare. Il CSA è costituito da una comunità di individui che si impegnano a sostenere una impresa agricola in cui coltivatori e consumatori condividono i rischi e i benefici della produzione alimentare. Le CSA di solito sono costituite da un sistema di consegna settimanale o pick-up di verdure e frutta, secondo lo schema verdure in cassetta; talvolta include latticini e carne.

Agrivillaggi

Se poi volete andare al di là degli orti sociali e studiare un progetto reale attivo da tre anni a Parma, guardate questa idea di Agrivillaggio:

Biologico

Prima di ogni notizia sugli orti urbani, periurbani, sulla agricoltura in genere, è bene precisare che qui parliamo esclusivamente di agricoltura organica o biologica. La fertilità del Suolo e la biodiversità sono perciò il punto di partenza di ogni discorso in merito.
Il presente documento sintetizza la posizione di ISDE Italia in materia di rischi ambientali e di salute pubblica dovuti all’esposizione a pesticidi. Il documento illustra dati scientifici salienti che evidenziano le criticità di pratiche agro-industriali dannose per la salute dell'uomo, degli animali e, più in generale, degli ecosistemi.

Per quanto riguarda gli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) e Cibo, Vedi il dibattito su ortosociale:

Qui sotto trovate una preziosa ricerca sperimentale di Francesca Chiarini (VenetoAgricoltura) e Luca Conte (Scuola Esperienziale di Agricoltura Biologica, Santa Maria di Sala (VE)).

Un'altra ricerca di Francesca Chiarini (VenetoAgricoltura) sul Sovescio

Il sito di VenetoAgricoltura è ricco di documentazione anche sul biologico. Utilizzare il Bottone "Cerca" in alto a sinistra

Legnaro (PD), presso la Corte Benedettina, martedì 12 febbraio 2014, seminario con interventi di Andrea Giubilato e di Giandomenico Cortiana. Vi segnaliamo anche l'intervento del dott. Riccardo Bocci, agronomo e competente attivista della Rete Semi Rurali

Una domanda frequente sugli orti urbani è il possibile inquinamento da traffico. Di seguito una puntuale ricerca tedesca con semplici consigli su come evitarlo, tra cui fondamentale l'analisi del terreno usato, o del terriccio comprato:

Qui invece trovate un video importante (18 minuti) di Roger Doiron della KGI Kitchen Gardeners International sul significato globale degli orti famigliari:

Per quanto riguarda l'impatto sull'agricoltura del cambiamneto climatico, relativo agli USA, vedi:

Padova GasparOrto

GasparOrto Orto Fuori Suolo

3 giugno 2015. Parte il primo orto fuori suolo a Padova, in piazzetta Gasparotto, nei pressi della Stazione, per iniziativa di CO+, cooperativa di ingegneri, architetti, sociologi, esperti di comunicazione impegnati nella Rigenerazione Urbana. Ecco la loro comunicazione:


È ufficiale: il 3 giugno inizieremo a coltivare GasparOrto, il primo orto urbano fuori suolo a Padova. L’orto che ridarà nuova vita a Piazza Gasparotto e che, assieme alle tante iniziative del progetto The Next Stop, contribuirà a riqualificare l’area stazione di Padova. Stiamo costruendo il gruppo che coltiverà i 50 metri quadri di terreno fuori suolo e per questo ti scriviamo questa mail: vuoi essere parte di questo progetto? Di cosa si tratta:

  • avere un pezzo di terra in comune da coltivare in Piazza Gasparotto: GasparOrto sarà seguito da un gruppo di 15 persone che a turno curerà le piantine. Le regole di funzionamento saranno decise dal gruppo stesso;
  • essere affiancato da un esperto nella fase di avvio che ti insegnerà le tecniche base di coltivazione: non preoccuparti quindi se non hai esperienza;
  • una volta pronti, portare a casa i frutti del proprio lavoro: zucchine, pomodori, peperoni, melanzane, erbe aromatiche sono alcuni di questi;
  • far parte di un progetto di riqualificazione sociale e urbana di un’area della tua città.

La partecipazione è totalmente gratuita: ti verranno forniti anche gli attrezzi di lavoro, le piantine, la terra ed ogni altra cosa necessaria. Il progetto è un progetto pilota per la stagione estiva, ma se tutto andrà per il verso giusto, sarà replicabile. Quindi se sei interessato a partecipare al gruppo di coltivatori compila il modulo che trovi a questo link. Il numero massimo di partecipanti è di 15 persone. Daremo priorità a chi vive nelle vicinanze di Piazza Gasparotto.


Padova Serre Sociali per coltivare d'inverno

17 marzo 2015. Se il progetto, promosso dal Comitato Vivere Bene a San Bellino e dall'imprenditore Sergio Benetello, ex dirigente dell'Upa, andrà in porto, Padova sarà la prima città d'Italia, in cui il Comune assegnerà gli orti urbani sotto serra, alimentati da pannelli fotovoltaici. L'imprenditore in questione ha già afffittato i 10 mila metri quadri dove, suddivisi in 200 lotti di 50 metri quadri ciascuno, sorgeranno i primi orti urbani ecosostenibili.

Abano Terme 18 Orti Sociali

A fine febbraio 2015 verranno consegnati i 18 appezzamenti, dai 26 ai 50 metri quadri: al centro una casetta come punto di aggregazione. Si tratta di un'opera innovativa, per la quale il Comune ha stanziato 50 mila euro. Gli orti saranno disposti a forma circolare. «All'interno sarà installata una casetta di legno, che servirà per il ricovero attrezzi e non solo», spiega il consigliere con delega al Verde pubblico Massimo Barcaro, impegnato assieme al collega con delega alle Frazioni e ai Quartieri, Samuele Bozza, nel seguire i lavori. «La casetta avrà anche uno scopo sociale, dato che puntiamo a creare un nuovo luogo di aggregazione, soprattutto per le persone anziane, che si potranno ritrovare per giocare a carte o bere un bicchiere in compagnia. Lo scopo degli orti non sarà infatti solamente quello di dare la possibilità di coltivare la terra a chi non ne possiede, ma anche di aggregare le persone». I 18 orti saranno circondati da una recinzione e saranno illuminati di notte. Agibili 24 ore su 24, saranno completati da un parcheggio che potrà ospitare una ventina di auto. «Nell'assegnazione degli orti daremo la precedenza a coloro che ne hanno ovviamente maggiormente bisogno. Cercheremo comunque negli anni di creare una certa rotazione, per accontentare tutti i richiedenti».

Mille orti a km 0 a Milano

Infoweb srl e Associazione culturale Hortus 2015, con il patrocinio del Collegio Ingegneri e Architetti di Milano e dell'Ordine degli Ingegneri, promuovono il concorso “1000 ORTI A KM 0 PER MILANO”, rivolto ad architetti, ingegneri, designer, geometri e studenti per la progettazione di orti urbani su lastrici solari e terrazzi di edifici in Milano. Il concorso che nasce con l'obiettivo di riaffermare la tradizione delle radici verdi di Milano, un tempo città di orti e giardini, in linea con i temi di Expo 2015 richiede l’elaborazione di progetti preliminari, tecnicamente realizzabili e con un concetto architettonico innovativo, per la sistemazione a verde orticolo di lastrici solari e terrazzi di edifici realmente esistenti in Milano, caratterizzati dalla presenza di superfici atte alla trasformazione prevista.

Campagna Amica

Ha lanciato l'iniziativa nazionale Orti Urbani per coinvolgere le amminsitrazioni dei comuni italiani:

Prinzessinengarten a Berlino

Si trovano nella piazza Moritzplatz del quartiere Kreuzberg a Berlino. Per evitare l'inquinamento del suolo metropolitano coltivano erbe aromatiche e ortaggi su contenitori costituiti da cassette di terra. Questo li rende anche indipendenti dal suolo pubblico (si possono spostare con le loro coltivazioni). Hanno ripulito l'area con l'aiuto di 700 volontari creando il "giardino della principessa". Nel piccolo negozio all'interno dell'area si vendono piantine coltivate in contenitori del latte; per chi coltiva gli ortaggi costano pochissimo, costano il giuso per chi usa l'orto solo per rifornirsi. Ci sono anche un piccolo ristorante ed un "caffè". L'associazione "Nomadisch Grun" (Verde Nomade), che ha lanciato l'iniziativa, organizza anche cene, feste all'aperto, merende. Si crea un clima di aggregazione sociale e di allegria. Ciascuno contribuisce con il suo lavoro, alcuni vengono a dare una mano nella pausa pranzo, altri nel week end, chi ha tempo tutti i giorni. C'è un ininterrotto scambio di informazioni e di esperienze tra le persone.

Regione Emilia-Romagna Esempi di Orti Sociali

Roma città da coltivare

DI C.VOGANI. In Giunta il piano per i giovani agricoltori. Ok alla delibera per le terre pubbliche. Sui terreni abbandonati sorgeranno le nuove aziende agricole della Capitale. Lo ha stabilito l'amministrazione comunale con un testo presentato dagli assessori Nieri e Marino. Nel provvedimento le linee guida per i bandi di prossima pubblicazione, la riqualificazione degli edifici rurali e la promozione della filiera corta.

Un Consiglio cittadino degli orti urbani a Milano

Proposto dal Movimento per la Decrescita Felice o MDF, gennaio 2014:

No OGM Chiamata a Raccolto a Belluno

Un grazie di cuore a tutte e tutti coloro che ci hanno aiutato a costruire e rendere davvero speciale anche questa edizione di “CHIAMATA a RACCOLTO”. Grazie ai tanti espositori giunti da varie regioni d’Italia e anche dall’estero per far conoscere I loro progetti, conoscenze, percorsi… le sementi recuperate, conservate, riprodotte e distribuite. Dai “bambini pirati” che ci hanno emozionato con il loro entusiasmo, ai tanti “salvatori di sementi” che speriamo abbiano contagiato molte persone con la loro passione e competenza. Un grazie anche a chi sta continuando a denunciare il pericolo degli OGM e dell’agricoltura intensiva e chimica e chi ci ha proposto nuovi stili di vita e di visioni.

Chiamata a Raccolto Belluno

Padova, Camin, Il Presidio Wigwam,.. sotto il portico

Dagli anni 1950 in poi, Il circolo Il Presidio del circuito Wigwam, coltiva l’esperienza di preservazione dell’ultimo scampolo di terra agricola nella Zona Industriale di Padova. con Stefano Pagnin, Presidente del Circolo e principale animatore. Da alcuni anni l’Associazione “Il Presidio” ha avviato una attività di orticoltura sociale, recuperando una vasta area periurbana rimasta per anni in abbandono. Questo è stato il volano della Comunità Locale di Offerta, che oltre al recupero del territorio ha promosso la costituzione di alcuni Gruppi di Acquisto Solidale. Insieme ad altre associazioni cittadine, sostiene e promuove la costituzione del Parco Agropaesaggistico Metropolitano, per tutelare e valorizzare il paesaggio agrario e le attività agricole rimaste a Padova e nei comuni della cintura urbana.

Per i padovani che ancora non lo conoscessero, un presidio (di nome e di fatto) contro la cementificazione del nostro territorio. Stiamo parlando di una casa di origine seicentesca, già convento e ricovero per fanciulle sordomute, oggi è uno dei pochi spazi verdi lasciati liberi dalla zona industriale di Padova nel territorio di Camin. È casa Pagnin, in via delle Gramogne (alle spalle di Padovaland, accesso da via Germania), edificio rurale risalente forse al sec. XVII. Splendidi sono i due ampi archi a tutto tondo del porticato, dove un portale immette nella scala che porta al piano superiore, mentre al lato sinistro si apre la stalla. Nel retro della casa si scorgono le paraste, forse settecentesche, di quella che fu senz’altro la chiesa del convento: una scoperta inattesa ed emozionante. Oggi l’ex convento, di proprietà parte della Zona industriale e parte dei Pagnin, è sede di un circolo culturale, «Il Presidio», affiliato Wigwam come circolo di campagna. Nella breve campagna che la attornia Stefano Pagnin e un gruppo di genitori ha avviato un’attività di orti sociali. Sono persone che credono fermamente nell’importanza di salvaguardare questo luogo, simbolo, assieme alla vicina ex chiesetta di San Clemente I, a Granze, di una memoria storica che non vuole scomparire sotto cementi e lamiere di un progresso che ha poco rispetto delle proprie origini e delle persone. Il circolo propone eventi teatrali, cinematografici, conviviali e altro ancora. Il Presidio è un esempio di sviluppo economico basato sulla valorizzazione della cultura locale, espressione a sua volta di una comunità locale e di un territorio che si è stratificato nei secoli e che oggi è denso di valori profondi. Riferimenti:

Udine, orti urbani da Oscar - Dicembre 2013

Dal convegno Smart City Exhibition di Bologna, SCE 2013: Socializzazione, solidarietà, educazione, innovazione, economia locale sostenibile, hanno reso l'esperienza udinese un modello per molte città italiane. Non a caso Udine è stata nominata “capofila nazionale” per la rete degli orti urbani. L’autogestione stavolta non è protesta, ma collaborazione. Anche questa è la Smart City.

Gli Orti Urbani comunali di Udine. Un video di Maria Grazia Santoro, assessore alla pianificazione territoriale, patrimonio e Agenda21 del comune di Udine. 11 marzo 2013. Lo scopo principale degli orti urbani comunali è quello di ricostruire il tessuto sociale culturale aggregativo e solidale della città.

Terra agli immigrati - Padova Novembre 2013

Vedi anche:

Valutando la situazione nella quale vivono gli immigrati, in progetto mira ad aiutare queste persone ad integrarsi nel territorio e a migliorare la loro condizione di vita. Il progetto parte dai bisogni primari e dagli elementi fondamentali che devono essere garantiti per dare la possibilità a queste persone di vivere in modo dignitoso e potersi creare un futuro.

  1. Offrire la possibilità di vivere all'interno di strutture di accoglienza decorose e fornite dei principali servizi necessari per poter vivere in modo dignitoso.
  2. Avere la possibilità di seguire dei corsi di lingua italiana gratuiti in modo da facilitare il processo di integrazione e inserimento sociale e per avere in un secondo momento la possibilità di accedere al sistema scolastico (soprattutto per i più giovani) o all'interno di percorsi formativi e professionalizzanti.
  3. Poter usufruire di servizi di informazione e di orientamento sulle realtà esistenti nel territorio che si occupano di ricerca a accompagnamento al lavoro. Possibilità di avere un tutor che segue i singoli individui nella formazione professionale e successiva ricerca di un impiego.
  4. Vista la crisi del mercato del lavoro presente in questo momento, l'associazione propone un modo alternativo di poter impiegare queste risorse formandole e inserendole nel settore dell'agricoltura. In particolare propone la ricerca di terreni agricoli, magari di proprietà comunale, che al momento sono inutilizzati e costruire degli orti sociali.

Le persone potrebbero seguire dei corsi tenuti da agronomi e addetti del settore agricolo per essere formate e poi avere la possibilità di mettere in pratica le conoscenze acquisite imparando così un mestiere, integrandosi nel ciclo produttivo e intraprendere così un graduale percorso di inserimento e integrazione sociale. Inoltre il progetto mira a dare importanza alla correlazione tra ritorno alla terra, autoproduzione alimentare e miglioramento della condizione di disagio dovuta all'assenza di un impiego. Attraverso la formazione si mira al far apprendere le principali tecniche colturali in ambito agricolo, con particolare riguardo a quelle con basso impatto ambientale: la realtà produttiva comprende la coltivazione, la trasformazione e la valorizzazione dei prodotti agricoli e vuole operare con particolare cura e attenzione agli aspetti etici, ecosostenibili e di risparmio energetico, nonché alla salvaguardia della biodiversità e alla valorizzazione del patrimonio locale. La trasformazione delle risorse della terra, i saperi contadini, gli ambienti rurali in opportunità di socializzazione, formazione, e inserimento lavorativo, sono tutti elementi molto importanti e possono crescere e svilupparsi grazie anche al lavoro di rete, allo scambio di buone prassi, alla sinergia con tutti gli attori del territorio. La creazione di orti sociali e la conseguente produzione di prodotti agricoli che poi potranno essere venduti nel mercato alimentare può sicuramente rappresentare una buona forma di sostentamento per le persone che saranno coinvolte.

Torino - Terra ai disoccupati - Luglio 2013

C’è la crisi? Andiamo a zappare. Per la prima volta tre grandi attori del mondo della solidarietà hanno deciso di unire le forze e provare a dare una speranza a qualche famiglia in difficoltà. Congregazione salesiana, Cottolengo e Sermig hanno battezzato il progetto «AgriTorino». Vedi:

Coltivare l'orto come soluzione alla disoccupazione e alla crisi economica. La città di Torino ha compreso l'importanza della correlazione tra ritorno alla terra, autoproduzione alimentare e miglioramento della condizione di disagio dovuta all'assenza di un impiego. E' nato così Agritorino, un progetto solidale di agricoltura per giovani e disoccupati.

Orti a Roma - Giugno 2013 - Daje

Comunicato stampa di Zappata Romana - Boom di orti a Roma per una città più verde e solidale
Gli orti e giardini condivisi di Roma sono aumentati del 50 % in un anno, passando da 100 a 150. In quasi ogni quartiere della città i cittadini, davanti all'incuria dello spazio pubblico e del verde urbano, si sono rimboccati le maniche ed hanno recuperato le aree abbandonate per restituirle all'uso pubblico. Sono i dati dell'aggiornamento 2013 della mappa on line di Zappata Romana (www.zappataromana.net), visitata ogni anno da oltre 30 mila persone, nella versione in italiano ed in inglese, per trovare informazioni, linee guida e manuali su come fare. La mappa riporta per ogni esperienza (orti, giardini e guerrillia gardening) la localizzazione, un breve testo, una fotografia e, quando possibile, i contatti. Il messaggio alla base del lavoro di Zappata Romana “si può fare” sembra essere stato accolto dai romani che, davanti all'inerzia della Pubblica Amministrazione, hanno deciso di “fare” qualcosa per se stessi e per il resto della comunità, non solo orti e giardini ma anche campi di calcio, palestre, basket, aree cani o, semplicemente, la manutenzione del verde. Gruppi di cittadini curano le aiuole sull'Appia Nuova, a via Guarico e via dei Guastatori all'Eur e a via Giolitti vicino alla stazione Termini; al verde di Mostacciano ci pensa da solo il signor Piero, in cerca disperatamente di aiuto, mentre a Osteria del Curato i cittadini hanno realizzato una mappa on line con i nomi degli abitanti responsabili di ogni singolo albero. La cura del verde esistente e la creazione di “comunità” guida anche le numerose azioni di Guerrillia Gardening che imperversano in città sulle orme dei recidivi Giardinieri Sovversivi Romani. Gli orti e i giardini sono per i romani lo spunto per fare altro, tessere relazioni e fare comunità. A Tor Sapienza con il progetto Sar San l'orto è l'occasione di integrazione dei bambini Rom, a Coltivatorre e Orto Capovolto ad essere integrati sono i diversamente abili, mentre ad Eutorto l'orto offre un'occasione di socialità e di “affettività” ai lavoratori dell'ex Eutelia. Gli orti e giardini sono anche occasione per avere spazi pubblici vivibili open air dove ogni generazione trova un proprio ruolo come avviene a San Giovanni negli orti familiari Santa Caterina, a Labaro con Dame D'Erbe, al Pigneto nel giardino di via Castruccio Caro o negli “storici” giardini condivisi di via dei Galli a San Lorenzo, di via del Mandrione, di via Morozzo della Rocca a Casal Bertone e del Parco della Cellulosa a Casalotti con Legambiente. In altri casi gli orti e giardini condivisi sono l'occasione per sperimentare modelli ecologici alternativi e lo scambio di saperi come al Pigneto con Fermenti di Terra ai Giardini Persiani Nuccitelli, a Centocelle con l'Orto Maestro, sulla via Veientana con Cambiologica, all'Ostiense con il Cinorto! e all'Ortofficina sulla via Prenestina sull'esempio fornito da Casale Garibaldi con Lavangaquarda e dagli Orti Urbani Garbatella. Di forte potenzialità sociale ed ambientale sono i nuovi orti Tre Fontane e quelli del parco di Aguzzano, mentre costituiscono realtà di forte interesse educativo e culturale le esperienze di Ortolino nel giardino storico dell'Acquario romano, a cura della scuola di Donato, e l'orto Anna Magnani dell'Istituto Comprensivo "Fontanile Anagnino". Unico nel suo genere è l'Hortus Urbis (www.hortusurbis.it), orto didattico con piante antico romane nel Parco Regionale dell'Appia Antica, presso l'ex Cartiera Latina a via Appia Antica 42/50 che ha visto la riattivazione di uno spazio abbandonato, lungo l’antico e sacro Almone, attraverso il generoso contributo dei giardini e orti condivisi della città su progetto di Zappata Romana e del Parco dell'Appia Antica e che ospita tutte le domeniche laboratori per bambini. A Roma come Londra, Barcellona e Berlino, nonostante l'assenza (per usare un eufemismo) di un ruolo propulsivo capitolino, lo spazio pubblico e le aree verdi sono il campo di sperimentazione di nuovi modelli di spazio pubblico a contatto con la natura per aumentare il capitale sociale della città restituendo aree abbandonate a tutta la cittadinanza in forma di spazi di relazioni. Senza inventarsi nulla i romani sono ricorsi alla tradizione, testimoniata dalla antica Università degli Ortolani e dalla mappa di Roma del Nolli del 1748 che riporta orti dentro e fuori le mura rimasti e, infine, ai più recenti, orti di guerra e dei ferrovieri in molti casi rimasti fino ai giorni nostri. Davanti al “fare” dei cittadini, l'Amministrazione comunale ha risposto con la logica della “vecchia” politica. A Roma vi è un solo orto urbano comunale costato oltre 400.000 euro. Altri quattro sono in travagliata gestazione al costo di circa 70.000 euro l’uno. Il nuovo ufficio «Orti urbani» duplica competenze e procedure del preesistente ufficio «Adozione aree verdi comunali», senza apportare miglioramenti nei risultati. La politica dell'Amministrazione in questo ambito dovrebbe seguire regole semplici e di buonsenso:

  • riconoscere e garantire ai cittadini la possibilità di partecipazione, di organizzazione e gestione degli spazi pubblici, quali orti e giardini condivisi, per finalità ambientali, culturali e di solidarietà economica e sociale;
  • rimuovere gli ostacoli di ordine amministrativo, economico e sociale, che, impediscono lo sviluppo degli orti e giardini condivisi e con questo permettere l’effettiva partecipazione di tutti i cittadini all’organizzazione politica, economica e sociale della città;
  • promuovere e sostenere lo sviluppo della cultura, di pratiche ambientali e sostenibili attraverso gli orti e i giardini condivisi, quali strumenti volti alla tutela del paesaggio, del ambiente, della salute anche con la compartecipazione dei cittadini, delle associazioni, delle istituzioni scolastiche e pubbliche in genere.

“Daje” e “Daje” prima o poi si capirà l'occasione che gli orti e giardini condivisi possono rappresentare per la città.
Informazioni e contatti

Di seguito le iniziative di Zappata Romana e di Hortus Urbis per l'autunno 2013
Siamo lieti di comunicarvi l'avvio delle attività autunnali per grandi e piccini dell'Hortus Urbis. Domenica 29 SETTEMBRE 2013 dalle ore 10,00 all'HORTUS URBIS, l'orto antico romano nel Parco dell'Appia Antica, riprendono le nuove attività all'aria aperta che si svolgeranno tutte le domeniche con laboratori per bambini. Attività:

  • Ore 11.00 – 12.45 Laboratori bambini per anni 5-10 | Orto che parla (a cura di Hortus Urbis). I bambini daranno voce alle piante dell’orto disegnando le etichette che apporranno vicino alle singole piante, dopo averle viste, toccate, odorate ed ascoltato la loro storia. Quota di partecipazione a donazione. Registrazione e prenotazioni sul posto fino ad esaurimento delle disponibilità
  • Ore 12.00 – 17.00 Mostra | Acquerelli nell’orto Inaugurazione della mostra con i protagonisti del corso estivo di acquerello tenuto dall'illustratrice e pittrice Gioia Marchegiani, che si è svolto in luglio all’orto, con l'occasione verrà presentato il programma di pittura nell'orto per l'autunno, che prevede lezioni "en plein air" di acquerello per bambini e adulti, nel fine settimana in orario da stabilirsi.
  • Ore 13.00 - 14.30 EU’s Pic nic con i prodotti dell’orto. Prenotazioni sul posto fino ad esaurimento
  • Ore 15.00 - 16.00 Laboratori bambini per anni 4-10 | Bimbi all'orto (a cura di Hortus Urbis) Per sporcarsi le mani con i lavori autunnali di giardinaggio per le aiuole e il semenzaio. Quota di partecipazione a donazione. Registrazione e prenotazioni sul posto fino ad esaurimento delle disponibilità.
  • Ore 15.00 – 17.00 | Baratto di semi e piante (a cura di Hortus Urbis) Per gli appassionati una preziosa occasione di scambio di semi, piantine, talee alla sua terza edizione all'Hortus Urbis, una delle tradizioni contadine che si ripropone oggi di recuperare. Partecipazione libera.

Inoltre:

  • Ore 10 – 17 Stazzo del pastore, La vita dei pastori nella Campagna Romana, con Oscar Campagna del Museo della Capanna Lepina
  • Ore 10 - 16 Sala Appia, Mostra Pomologica. Le specie frutticole estive più coltivate in Italia.

Italia Nostra - Iniziativa Nazionale Orti Urbani

“Orti Urbani” è un progetto nazionale di Italia Nostra, che si rivolge a tutti coloro che, privati o enti pubblici, possedendo delle aree verdi le vogliano destinare all’ “arte del coltivare” nel rispetto della memoria storica dei luoghi e delle regole “etiche” stabilite da Italia Nostra in accordo con l’ANCI (Associazione dei comuni di Italia) con il quale è stato sottoscritto un protocollo d’intesa e al quale hanno poi aderito Coldiretti e la Fondazione di Campagna Amica. In sostanza, pur nelle differenti caratterizzazioni geomorfologiche dei luoghi, si tende a definire una modalità comune in tutta Italia (partendo dalle linee guida elaborate dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Perugia) di come “impiantare” o conservare un “orto”, che va inteso nel senso di parco “culturale”, teso a recuperare specie in via di estinzione ma anche a coltivare prodotti di uso comune con metodologie scientifiche. Prodotti che potrebbero poi essere anche venduti dagli interessati a prezzi economici nella logica di accorciare la filiera dal produttore al consumatore.

Gli orti-giardino condivisi di Parigi

Sono spazi verdi all'interno dei quartieri della città coltivati e animati dai cittadini.

Orto Open Source

E' una piccola serra a forma di cupola geodetica regolata dalla skeda elettronica Arduino, progetto Open Source Hardware, Si chiama Horto Domi ed è stato pubbicato Open Source da tre ragazzi texani in modo che chiunque se lo possa costruire scaricando il progetto con l'assistenza dei progettisti. I progettisti parlano di "oltre il biologico".

Video di un orto sinergico

A Villa Verde.

Ortisti extra-istituzionali

Ricevo su FB da Michelacci Fabio:
E' partito di gran carriera il progetto ORTISTI EXTRA-ISTITUZIONALI, se anche tu come noi sei uno sperimentatore e hai voglia di condividere in maniera REALE le tue esperienze di certo questo e' il posto che fa per te, qui non sarai giudicato da nessuno, gli errori e i successi di ognuno non riceveranno VOTI,il pensiero DIVERGENTE e OPEN SOURCE sono il PRINCIPIO fondamentale sul quale si basa il progetto, il tutto per raggiungere lo scopo di dare forma e vita ad una nuova formula di ECONOMIA DI VILLAGGIO,il tutto sempre e solo IMMAGINANDO REALE.

Orti Urbani Sinergici - Storie di Altro

Si trovano a san Giorgio a Cremano (NA).

Hortus Urbis a Roma sulla Appia Antica

AVVIO HORTUS URBIS. Pubblicata da Hortus Urbis il giorno Giovedì 22 marzo 2012 alle ore 22.10 · Prenderà l'avvio il 25 marzo HORTUS URBIS il primo orto antico romano della capitale nel cuore dello splendido scenario del Parco Regionale dell'Appia Antica con una grande festa aperta a tutti, grandi e piccini, presso l'ex Cartiera Latina a via Appia Antica 42 nell'ambito delle iniziative primaverili del Parco dell'Appia Antica. Il 25 marzo avranno inizio le attività per la riattivazione di un'area verde non utilizzata destinandola a spazio pubblico costruendo un giardino lungo l’antico Almone a due passi dalla via Appia Antica, la Regina Viarum. Il progetto risulta inedito non solo per il tema scelto, l'orto antico romano, ma anche per le modalità di realizzazione che vedrà il contributo corale e generoso di tante realtà che hanno in comune l'essersi “rimboccate le maniche” per recuperare aree abbandonate in centro e in periferia a Roma e in altre parti d'Italia per restituirle all'uso di tutta la cittadinanza. E' bene ricordare brevemente che a Roma sono ormai oltre 100 gli orti e i giardini condivisi censiti sulla mappa on line Zappata Romana (www.zappataromana.net): aree verdi dove vi è un prevalente carattere di socialità: chi prende spunto dall'orto/giardino per lavorare con i disabili, chi per reinserire lavoratori in mobilità, chi per l'autoproduzione o l'educazione ambientale, chi per fare un presidio contro la speculazione edilizia, chi per creare una oasi di relax, per decoro o semplicemente per coltivare. L'Hortus Urbis inizierà da subito a proporre le sue attività domenicali per bambini e famiglie durante il corso della sua realizzazione. La mattina del 25 marzo a partire dalle 11,00 vi saranno attività ludiche ed educative per bambini a 3 a 12 anni e i loro genitori: “L’orto che verrà” a cura dei giovani illustratori dello Studio Arturo in cui i bambini per non lasciar vuoto l’orto nel frattempo che i semi germoglino si immagineranno come verrà; “Bombe di semi” a cura dei guerrilla gardeners per la produzione di palline di terra argillosa e semi per far rifiorire gli spazi abbandonati della città. Le attività proseguiranno nelle domeniche successive con laboratori che hanno come fulcro centrale la natura, l’alimentazione e la cultura sviluppando diversi moduli educativi in collaborazione con associazioni e gruppi attivi sul territorio: orto creativo, orto in tavola, musica nell’orto, orto da favola ed edible eating. Sempre il 25 marzo nel pomeriggio a partire dalle ore 15 seguirà un baratto di semi tra i cultori degli orti e dei giardini professionisti e non. Inoltre avrà luogo la piantumazione di un albero da frutto, quale primo passo del frutteto che verrà per festeggiare il 2° compleanno dei Giardinieri Sovversivi Romani. L’iniziativa per grandi e piccini si inserisce nella cornice della Festa di Primavera del Parco dell’Appia Antica che prevede la visita guidata della ex Cartiera Latina alle 10, l'avvio ufficiale dell'orto alle 11,30, la rappresentazione del Gruppo storico Romano alle 12 e, dopo il pranzo organizzato dal Parco, gli appuntamenti che vedranno protagonisti il gruppo Ludi Scenici e Raccontamiunastoria. Per la prima volta a Roma realtà spontanee ed istituzionali che operano per la tutela e salvaguardia attiva del territorio aderiscono ad un progetto comune per realizzare un intervento non effimero che si struttura come un vero e proprio cantiere verde aperto che offre a tutta la città nuove opportunità di incontro, apprendimento e di scambio. Tra le prime adesioni e contributi al progetto di Zappata Romana e del Parco Regionale dell'Appia Antica, molte associazioni e orti e giardini condivisi romani e non solo. Si citano: Eutorto, l'orto urbano dei cassaintegrati ex Eutelia; Orti Urbani Garbatella, una delle prime esperienze ortive urbane romane nello storico quartiere della Garbatella; i giovani agricoltori della Cooperativa Coraggio, in prima fila per la destinazione delle aree agricole pubbliche in affitto ai giovani agricoltori; Giardinieri Sovversivi Romani, il principale gruppo di Guerrilla Gardening a Roma che ha avviato il network italiano di guerriglieri verdi. Oltre alle realtà citate partecipano al progetto Hortus Urbis molti cittadini, professionisti cultori del paesaggio e realtà cittadine, nazionali ed internazionali quali ad esempio IES Abroad e SloowFood Roma che hanno condiviso lo spirito dell'iniziativa e stanno dando il loro sostengo e il loro contributo. Il progetto ha ottenuto inoltre il Patrocinio del Municipio Roma XI e della Provincia di Roma. L'avvio previsto il 25 marzo vedrà i primi lavori di sistemazione e l'avvio delle attività per i bambini. Nei prossimi mesi l'orto prenderà forma e consentirà a tutti di sentirsi inclusi e di poter dare in questa opera corale il proprio apporto di intelligenza e di lavoro. Chiunque desideri dare contributi, collaborare o aderire può farlo contattando Zappata Romana.

Colonizzatori Urbani

Un gruppo fantastico, sembra specializzato nella raccolta di olive, con una efficienza ed un entusiasmo incredibili. Un progetto dell'associazione Ecosofia. Li trovate nel gruppo facebook:

Orti solidali

Sono orti sostenuti da una comunità di utenti. Si basano sulla agricoltura sinergica di Emilia Hazelip. Distribuiscono ogni settimana cassette di verdure a bassissimo costo. Assomigliano alle CSA Comunità di Supporto alla Agricoltura. Ce ne sono a Roma, vedi:

Città di Torino - Orti Collettivi

15 ottobre 2012. Nascono a Torino gli orti collettivi. La mozione in Consiglio comunale dice tra l'altro [le enfasi sono di ortosociale] : "Negli ultimi 60 anni in agricoltura si è arrivati ad adottare unicamente un tipo di produzione che comporta costi sempre più alti dal punto di vista ecologico ed economico con gravi conseguenze legate alla drastica diminuzione della biodiversità dovuta alle monocolture, al calo delle rese per via dell’uso massiccio di fertilizzanti, alla dipendenza dalle multinazionali per l’approvvigionamento di sementi, fertilizzanti, trattamenti chimici e vendita dei raccolti. E’ un dato ormai riconosciuto che l’agricoltura urbana porta con sé vari benefici dal punto di vista sociale, poiché implica un uso attivo del territorio urbano da parte della popolazione. La presenza di orti urbani in un quartiere può creare interazione tra le persone, portando alla nascita di reti informali di scambio e aiuto e un maggiore senso di appartenenza al territorio che si riflette in una maggiore attenzione al contesto urbano allargato."

PIÙ TUTELA PER LE AREE AGRICOLE A TORINO

Ecco la notizia:
"Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato oggi (26 voti favorevoli e 4 consiglieri astenuti) una deliberazione di iniziativa popolare per tutelare le aree agricole periurbane (oltre 2 milioni di metri quadrati) e incentivare l’utilizzo di orti urbani collettivi. Il provvedimento prevede un adeguamento del Piano Regolatore di Torino agli indirizzi e alle direttive del Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Torino, approvato dal Consiglio Regionale del Piemonte il 21 luglio 2011. In particolare, in collaborazione con la Provincia di Torino e con i Comuni contermini, si vuole arrivare a una progettazione integrata di un Sistema del Verde urbano e periurbano, all'interno del quale trovino un adeguato inserimento progetti di parchi agricoli di valenza intercomunale (come avvenuto ad esempio al Parco Sud di Milano). L’obiettivo è preservare le aree e le attività agricole presenti sul territorio da ulteriori elementi di degrado e dissipazione, con attenzione anche al mantenimento di vie d'acqua minori, siepi, alberature di interesse ambientale e paesaggistico, boschi e zone umide. Tutelando anche cascine ed edifici rurali. Il documento inoltre sollecita la revisione e l’aggiornamento del Regolamento degli orti urbani e chiede di sviluppare i cosiddetti “orti collettivi”, intesi anche come strumento di aggregazione e servizio di interesse pubblico, come ad esempio già avviene in Borgata Parella. Per realizzare gli orti si prevede di utilizzare parte delle risorse che la Città introita annualmente da oneri di urbanizzazione e monetizzazione di aree a servizi. Oltre alla regolarizzazione di orti abusivi, la delibera prevede una verifica della qualità ambientale dei prodotti dell'agricoltura periurbana, sia delle aziende agricole, sia dei conduttori di orti, con forme di “certificazione” per quanto riguarda l'utilizzo di fertilizzanti, ammendanti e fitofarmaci non nocivi, in base a consulenze e protocolli da attivare con le associazioni agricole e gli istituti universitari e di ricerca specializzati. Così da ridurre l’impiego di pesticidi e incentivare la differenziazione delle colture nelle aree di maggior estensione. La delibera di iniziativa popolare è stata presentata a Palazzo Civico, nel “Diritto di Tribuna” del 19 giugno 2012, ed è poi stata discussa e approfondita in diverse sedute e sopralluoghi della Commissione Ambiente.

Torino, 15 ottobre 2012

Massimiliano Quirico
Comune di Torino
Ufficio Stampa
Comune di Torino - Consiglio Comunale
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Tel. Ufficio: 011/44.23672 - fax 011/44.22424
Cellulare: 346/65.000.11
massimiliano.quirico@comune.torino.it

Commento di ortosociale

Nel documento di Torino c'è un importante salto di qualità: si introducono GLI ORTI COLLETTIVI, orti a conduzione collaborativa-aggregativa dai partecipanti con certificazione bio dei prodotti e delle tecniche. Si dice: ""...Il documento inoltre sollecita la revisione e l’aggiornamento del Regolamento degli orti urbani e chiede di sviluppare i cosiddetti “orti collettivi”, intesi anche come strumento di aggregazione e servizio di interesse pubblico...".Questo implica una revisone il più possibile unitaria, partecipata, consensuale, MA UNITARIA dei vari regolamenti di orti sociali urbani e periurbani, ad esempio nell'intera area di Padova, del Parco Agro Paesaggistico Metropolitano di Padova con i vari comuni coinvolti. Attualmente tra i comuni della cintura di Padova la normativa è difforme, copiata con "Cut and Paste", inadeguata. Soprattutto sul piano della aggregazione sociale tra gli ortolani urbani, l'inserimento nel quartiere (parcheggi e isolamento dall'inquinamento ambientale-traffico), della formazione (coltivazione biologica per tutti o per nessuno), delle strutture necessarie (ACQUA per il rifornimento idrico).

Seconda parte della voce Orti Sociali

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