Autonomia12

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Il Tema di Lara. Primi passi verso la Democrazia Diretta

Aprile 2011. Lara Benazzi della Rete Civica Italiana ha proposto questi punti per avviare un processo virtuoso di democrazia diretta nel proprio territorio. Le proposte sociali, culturali, cognitive nascono solo da una azione concreta. Sono stati ripresi e commentati aggiungendo il punto del bilancio partecipativo di Canegrate (MI).

Punto 1. I primi contatti

Questa fase è la prima e la più importante: prendiamo contatto con la società civile nel nostro territorio. Si contattano amici, conoscenti, affini che siano interessati a "fare qualcosa" oppure comitati e gruppi gia' attivi. Con spirito civico e democratico ci si confronta con tutti scambiandosi le idee qualunque esse siano, facendo proposte concrete e costruttive, evitando ogni struttura gerarchica palese o occulta, come le oligarchie interne presenti in ogni associazione. Solo così chi partecipa può essere coinvolto e dare il proprio contributo. Si puo' lavorare per il bene della collettività con metodi diversi da quelli partitocratici basati su rigide gerarchie, lontananza dalla gente e dai problemi della gente, interessi personali, mancanza di progetti, autoreferenzialità, polemica di schieramento fine a sé stessa. Chi rifiuta questi metodi non può più essere un attivista di partito. Si può partire piano. Questa fase è la più difficile e incerta. Si gettano le basi della rete civica e democratica che si va a costruire.

Punto 2. Partecipare ai consigli comunali

Preso contatto con la società civile, chiariti i progetti che si vogliono realizzare, validato il metodo del necessario confronto/costruzione con le persone incontrate al punto 1, si affrontano le istituzioni. Nel nostro caso sono i consigli comunali, il livello più basso delle istituzioni politiche ma anche quello più vicino ai bisogni reali della gente. Questo contatto è essenziale per verificare il riscontro che i nostri progetti hanno con le strutture politiche che governano il nostro territorio. E' utile ai consiglieri comunali vedere gente interessata alle sorti civiche del proprio territorio. Ne riceveranno sicuramente un benefico stimolo democratico. Come si vedrà al punto 4 questo passaggio è essenziale. Infatti solo la modifica degli Statuti Comunali permette alla Democrazia Diretta di nascere e svilupparsi, modificando il quorum dei referendum abrogativi e propositivi, o introducendo il bilancio partecipativo.

Punto 3. Organizzare "La Parola ai Cittadini"

La “Parola ai cittadini” è un giro di presentazione di progetti (quelli del punto 1 e del punto 2). Tutti possono presentare il proprio progetto, legato a specifici problemi concreti del proprio territorio. Tutti possono discutere i progetti presentati avanzando critiche, modifiche, miglioramenti. Ognuno ha un tempo prefissato per intervenire in modo che tutti coloro che vogliono esprimersi ne abbiano la possibilità. I progetti presentati e discussi vengono valutati dai presenti votando la loro priorità. I progetti approvati vanno portati come proposte nel proprio consiglio comunale (vedi punto 2). Sarebbe preferibile far partecipare a “La parola ai cittadini” almeno un consigliere comunale che si faccia carico, in prima istanza, di portare le proposte in consiglio comunale. Altrimenti rimane la chance dei referendum abrogativi e propositivi. Per organizzare “La parola ai cittadini” è bene riunire un numero adeguato di persone (50 o 60) con la consulenza di
Dario Rinco della Rete Civica Italiana e di Paolo Michelotto.

Punto 4. Promuovere la democrazia diretta

La democrazia diretta (DD) integra la democrazia rappresentativa, non la sostituisce! E' uno strumento fondamentale per permettere ai cittadini che sono il popolo sovrano dell'art. 1 della Costituzione, di intervenire quando gli enti amministrativi "dormono" o corrono troppo per raggiungere scopi poco chiari. A nostro avviso la DD è uno strumento potente anche a livello locale per combattere mali come ad esempio la cementificazione del territorio, il degrado urbano, le gravi carenze dei servizi. La DD permette di intervenire sugli amministratori in corso d'opera e non alla fine del loro mandato quando i danni sono ormai fatti. Per fare ciò occorre convincere l'Amministrazione comunale a modificare lo Statuto comunale e a redigere un "regolamento dei referendum" che preveda la riduzione drastica dei quorum e della percentuale necessaria di firme. Ciò allo scopo di permettere ai cittadini di interagire con l'Amministrazione locale proponendo o cassando delibere.

Punto 5. Misure di democrazia diretta locale

Valorizzare la figura del Difensore Civico: e' stata abolita la figura del difensore civico, ad eccezione di quello delle Province. Le funzioni dei difensori civici comunali potranno essere attribuite ai difensori civici provinciali e si chiameranno 'difensori civici territoriali'. Sono salvi, fino alla "scadenza del proprio incarico", i difensori civici già eletti. Richiedere la registrazione e la trasmissione web delle sedute consiliari; richiedere modifica del regolamento comunale se questo non lo prevede. Promuovere forme di "educazione alla cittadinanza".

Punto 6. Il Bilancio Partecipativo

Canegrate è un comune di 11.000 abitanti in provincia di Milano. La giunta comunale, dietro richiesta di alcune associazioni locali attive da tempo, ha deciso di iniziare un esperimento di democrazia diretta: il bilancio partecipativo. Sono stati stanziati 150.000 €. I cittadini sono stati invitati a fare delle proposte di spesa pr l'ammontare complessivo di questa somma. Stefano Stortone, ricercatore di scienze sociali, ha organizzato il processo partecipativo. Dopo una fase iniziale di non partecipazione, i cittadini hanno preso coraggio ed hanno animato numerosi l'iniziativa. Sono stati varati democraticamente, attraverso consultazioni articolate, tre progetti di spesa dei 150.000€. Ora si è nella fase finale di scelta delle priorità tramite votazione del progetto vincente. Come nel caso di “La Parola ai Cittadini”, i cittadini presentano dei progetti, li discutono, li modificano, li votano e li portano a realizzazione assieme alle amministrazioni comunali. Queste tre fasi sono: raccolta delle proposte, elaborazione delle proposte, votazione delle priorità.

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Canegrate Partecipa

Punto 7. I Comuni grandi e medi. Cosa fare?

La Democrazia Diretta necessita di relazioni personali dirette, quindi di una sua vita locale sul territorio. Questo non esclude lo sviluppo di rapporti più ampi a rete. Anzi solo realtà locali vive e attive possono collegarsi con altre realtà vive e attive. La somma di zeri, per quanto ideologicamente caricata, fa sempre zero. Nel caso di comuni medi o grandi si ritrova questa territorialità nei quartieri, che sono già organizzzati in Consigli di Quartiere che prevedono forme associative di supporto alle amministrazioni locali. Per quanto monopolizzati dai partiti, spesso sono sensibili a forme organizzate di intervento sociale. I Consigli di Quartiere hanno i propri statuti sui quali intervenire a proposito dei referendum senza quorum come nel punto 4. Vanno perciò considerati come i centri prioritari di intervento nelle città medie o grandi.

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