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Indice

Imperi

§1. Il primo impero di Sargon di Akkad

Nel 2300 aC con l'impero di Sargon di Akkad in Mesopotamia iniziano processi storici nuovi per l'umanità. Il primo impero nasce nella stessa area delle prime città-stato, Sumer. Anzi nasce ai suoi limiti, in una zona di frontiera, dove Sargon era un Signore della Marca, di origine semita e non sumerica. Gli storici non sanno esattamente da dove venissero i Sumeri, di certo sembra che non fossero semiti. Sargon aveva sviluppato una terribile esperienza militare e politica, proprio perchè si trovava ai confini della ricca regione di Sumer con le sue vie commerciali, la ricchezza della sua agricoltura irrigua, i beni preziosi e meravigliosamente nuovi accumulati dalle élite delle varie città-stato. Alla prevalenza della attività religiosa ed economica centrata sul tempio del dio della città e sulle terre irrigate gestite dal tempio, si passa decisamente alla prevalenza della monarchia, dell'agenzia palatina, delle attività logistico-militari e diplomatico-geopolitiche. Il re di Akkad, che nel frattempo diventa "proprietario" di 2300 ettari di terreno a Marad nella Mesopotamia centrale (oggi Elisabetta II di Inghilterra, erede del defunto impero britannico, è ancora il proprietario legale di 6.6 miliardi di acri, secondo il giornale inglese "The New Statesman" del 10 marzo 2011, corrispondenti a circa 2.5 mld di ettari), controlla militarmente il territorio delle varie città-stato sottomesse, per un raggio di centinaia di kilometri, con una efficienza logistica mai vista prima. Minaccia di distruzione fisica chiunque si ribelli, crea una rete geopolitica di re-clienti-fantocci nelle varie città-stato sottomesse, interviene nelle complicate religioni locali (ogni città stato aveva il suo dio ed i suoi culti) cercando di uniformarle in un culto unificato che sfocerà nella contestata autodivinizzazione di suo nipote Naram-Sin. Ad esempio Sargon invia sua figlia Enkheduanna nella sumerica Ur come sacerdotessa della divinità cittadina, mentre invita una sacerdotessa sumera nel tempio di Ishtar ad Akkad (eccezioni imperiali al monopolio maschile del sacro, anche se in tutta l'antichità è presente un filone secondario di serventi sacre o vestali). Estende il dominio sulle rotte commerciali controllate dalle città di Ebla a nord e dalla confederazione di Elam a Est, con 34 spedizioni militari vittoriose, nel tentativo di far coincidere la sfera commerciale con quella politica e militare arrivando direttamente alle fonti delle materie prime senza sottostare alle reti di intermediazione politico militari locali.

§2. Le caratteristiche fondamentali di un impero

Nasce il primo impero della storia con caratteristiche militari, geopolitiche, economiche, religiose che possiamo ritrovare in vari miscugli negli imperi che seguiranno. Queste caratteristiche sono:

  1. la pacificazione militare e geopolitica del territorio e delle vie commerciali,
  2. l'incremento delle spese militari (o keynesismo militare),
  3. il controllo centralizzato dell'economia tramite fissazione dei prezzi e dei valori di scambio,
  4. un maggiore sfruttamento del lavoro (tramite la schiavitù, la servitù della gleba, il lavoro ad ingaggio),
  5. la diffusione autoritaria di una cultura, lingua e scrittura comuni.

È una struttura che comprende altre strutture al suo interno: città, stati, confederazioni, reti commerciali, miniere, risorse naturali come foreste e pascoli, vie logistiche di terra e di mare, centri di produzione culturale e religiosa. Circa lo sfruttamento del lavoro umano si è modificato nel corso dei secoli soprattutto dopo la prima rivoluzione industriale. La questione della proprietà dei mezzi di produzione è secondaria rispetto alla condizione primaria che si tratti di lavoro libero o di lavoro coatto. Per esempio nell'ex impero sovietico la proprietà formale statale (collettiva) dei mezzi di produzione non evitava ai lavoratori di dover accettare senza condizioni il lavoro che lo stato gli assegnava, nelle località che lo stato gli assegnava, nelle modalità previste dalla élite. Vi erano inoltre campi di lavoro forzato come i Gulag con milioni di detenuti. Per questo nel caso della ex URSS si può parlare di sfruttamento del lavoro come uno degli elementi del suo status imperiale.

§3. Dopo Sargon

Nel Vicino Oriente dal 2300 aC al 500 aC, quando il persiano Ciro II unifica il Vicino Oriente, e' tutto un susseguirsi di imperi e di guerre feroci che svenano sia le popolazioni che conquistano che quelle che vengono conquistate, per prendere possesso di vie commerciali e zone strategiche, di schiavi da impiegare nelle terre regie o templari, di manodopera per la costruzione di nuove capitali, di nuovi templi e palazzi, di canali e strade. Tra i piu' feroci e determinati ricordiamo gli Assiri che facevano un uso terroristico delle loro campagne militari e che ricevevano gli ambasciatori in una sala sui cui muri erano raffigurate tutte le atrocita' da loro compiute sui popoli vinti. Ma la conquista esterna di paesi, risorse umane e naturali, li distrae da una gestione oculata del loro stesso paese. Così all'improvviso collassano lasciando libera la strada a Ciro il grande. Circa 2000 anni di costruzione di una cultura imperiale che si diffonde. La nuova configurazione storica denominata "impero" è un fenomeno emergente sulle reti di città-stato costituite come un "sistema", una proprietà assolutamente "nuova", un modello capace poi di influenzare e determinare l'intero corso storico, nel bene e nel male. D'ora in avanti saranno gli imperi a definire l'agenda dei fatti storici, grazie alla loro capacita' di manipolare, influenzare e distruggere le altre popolazioni e le loro reti ideologiche, militari, economiche, politiche (IEMP). Gli imperi creano al loro interno un processo di omologazione culturale e standardizzazione politica; verso l'esterno di conflitto e di contemporanea assimilazione e scambio. Così è stato ad esempio il rapporto tra impero romano e barbari ai confini. Nella relazione con questo centro imperiale le tribù confederate dei "barbari"che si trovano ai suoi confini, nelle marche di frontiera, assimilano le tecniche di combattimento e scambiano prodotti sui mercati dove i vincitori vendono il loro bottino di guerra, conoscono nuove ideologie e nuove istituzioni politiche come quelle delle città-stato. Si "statalizzano" creando regni "barbarici" originali e diversi che mantengono parte della cultura tribale. In sostanza si innesca una spirale di violenza, di conquista e di crescita della capacità di dominio che porta alla formazione di nuovi stati e nuovi imperi, la' dove prima vivevano tribu' e confederazioni di tribù. La guerra come pratica costante con le sue deportazioni di schiavi, la distruzione di raccolti e villaggi, le conseguenti epidemie, lo stupro di massa, l'impalatura dei prigionieri, nasce come ombra inquietante assieme alla civilta' dei grandi monumenti, dei templi, delle citta', della scrittura, del consumo vistoso delle élite cittadine. La colonna di Traiano che esalta le conquiste dell'impero romano ed è ammirata da milioni di turisti e dalle scolaresche in gita all'inizio dei Fori Imperiali, è una raffigurazione di atrocità e di teste mozzate. I grandi imperi sono molto diversi tra loro come ogni situazione nella storia. Ma tutti si appoggiano ad un apparato militare che e' la loro fondamentale costruzione organizzativa e culturale.

§4. I collassi degli imperi

Quando il loro nucleo centrale perde vitalità, capacità economica-culturale-tecnologica, quando il popolo, la élite, le classi medie cittadine perdono ogni fiducia nei loro destini imperiali e "non ci credono piu'", vengono assediati e poi sommersi dai loro circumvicini, i "barbari", che nel frattempo hanno assimilato parte della loro cultura e il meglio delle loro tecniche di combattimento. Oppure gli imperi collassano e si frammentano in tutte le etnie che prima tenevano unite con la forza militare; come è successo di recente nella ex Jugoslavia o nella ex URSS, sconvolgendo la vita quotidiana di milioni di esseri umani, perchè l'impero con i suoi magri sussidi era purtuttavia anche la fonte della loro sopravvivenza. Per avere un quadro della importanza degli imperi nella storia vediamo una sequenza di grandi imperi, finiti tutti in vario modo. Dopo l'inizio mesopotamico sono quasi tutti indoeuropei: impero persiano (indoeuropeo), imperi romano e bizantino (indoeuropei), il sacro romano impero nel Medioevo (indoeuropeo), impero cinese (Han), impero ottomano (turco), impero spagnolo e sacro romano impero (CarloV, 1500 dC circa, indoeuropeo), impero olandese (1600 dC, indoeuropeo), impero britannico (il piu' grande, 1700 dC, indoeuropeo), quello francese, germanico, austro-ungarico, zarista; infine l'impero russo neozarista di Stalin collassato nel 1991 con Gorbachev. Ed infine quello americano affermatosi come leader egemonico dopo la II guerra mondiale e l'ultimo ed unico impero sopravvissuto. Un impero che controlla il continente americano, l'Europa occidentale, l'Asia dal Giappone alle Filippine. In tutti questi continenti mantiene le sue enormi basi militari che avvolgono come una rete logistica l'intero pianeta. Si applicano agli Stati Uniti le 5 caratteristiche elencate poco sopra a proposito dell'Impero di Sargon di Akkad. L'ideologia imperiale americana si basa su due punti, "democrazia e libero mercato", una democrazia governata da due partiti controllati dalle lobbies economiche e un tipo di mercato controllato dalle stesse lobbies che controllano i partiti. Non posso trattenermi dall'esprimere la mia meraviglia: una bella sfilata di potenze, e di guerre, e di conquiste sanguinose con cui si fa coincidere la "storia", che dite? Una storia di battaglie e conflitti con qualche sprazzo di cultura, di arte, di tecnologia, molto ben valorizzati mentre la sporca realtà viene sfocata sullo sfondo fino ad essere fatta scomparire dai mezzi di comunicazione di massa. Configurazioni storiche che hanno lasciato palazzi, romanzi, stoffe, personaggi coi baffi o regine premurose e romantiche, tutti i più raffinati oggetti per l'arredamento, l'architettura, la vita quotidiana, ma anche disastri planetari, la tratta degli schiavi africani, carestie dovute alle guerre con il loro seguito di pestilenze, malattie, sparizione di risorse umane ed ambientali, e poi per finire la distruzione di quasi tutte le culture umane preesistenti (il termine storico asettico è “deculturazione” ). Era storicamente "necessario" tutto ciò? Chi farà un bilancio realistico di tutte le imprese di “lor signori”?

§5. L'affermazione della cultura imperiale europea

Con la conquista delle Americhe verso il 1500 dC e la nascita dell'impero spagnolo inizia la diffusione planetaria degli imperi indoeuropei la cui civilizzazione si estende ora a tutti i continenti tramite la globalizzazione. Gli imperi orientali, cinese, moghul, ottomano, non tengono testa alla determinazione degli europei e alla fine soccombono. I giapponesi adottano questa civilizzazione europea "spontaneamente" copiandola nel 1866-1869, con la rivoluzione Meiji. I cinesi vengono piegati con le guerre dell'oppio a metà del 1800. L'India viene assorbita nell'impero britannico che ne distrugge l'economia. Perchè "vincono" gli europei che riescono ad imporre a tutto il mondo il loro modello di civilizzazione? La risposta di uno storico (Michael Mann) e' questa: vincono perche' hanno acquisito una incredibile esperienza bellica e militare facendo il piu' gran numero di guerre, tra di loro tutti e contro tutti gli altri. In termini precisi hanno costruito una "cultura da guerriero" ("a warrior culture"). Non e' dipeso da una superiorita' organizzativa, di armi, o di tecnologia, o peggio di razza, ma da un processo ciclico di guerre che generano guerre, di violenza che genera violenza e che alla fine genera una ideologia della violenza, dando come Max Weber al fattore I (Ideologia) la sua giusta rilevanza. Le ideologie proposte da Thomas Hobbes con "la guerra di tutti contro tutti", e da Niccolò Machiavelli con un principe guerriero, sono il puro rispecchiamento acritico di questa cultura. Teniamo però presente che la configurazione storica "impero", apparsa per la prima volta con Sargon di Akkad, è complessa, riunisce stati diversi, si articola su vasti territori, esplora vie di penetrazione commerciale per approvvigionarsi di risorse o di beni di lusso per le proprie élite e per le proprie masse cittadine, crea alleanze con i popoli di confine, piazza nei punti strategici i suoi "Signori delle Marche di Frontiera" (Marchers' Lords, quelli che nel Medioevo europeo saranno i "marchesi"), terrorizza le popolazioni limitrofe per tenerle a bada o per saggiare la loro resistenza, soprattutto è una configurazione sempre diversa nel corso della storia. Saranno poi sempre i “Signori delle Marche”, i più esperti nella guerra, a fondare nuovi imperi come Gengis Khan, la Spagna, l'Inghilterra, ed in tempi moderni l'URSS e gli USA. L'impero si diffonde per imitazione e per reazione. Nel seguito vediamo l'impero romano e quello bizantino, tra i più importanti e interessanti, veri e propri "laboratori di sociologia", tra i più terribili (al di là delle celebrazioni che la cultura ufficiale gli tributa insegnando in modo acritico i fasti della guerra nelle scuole elementari), e punto di passaggio tra la prima fase degli stati e degli imperi centrata nel Vicino Oriente e la seconda fase più propriamente europea ed occidentale.

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