Transizione

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Indice

Transizione ad un Modello Sociale Cooperativo

L'articolo sulla Produzione Paritaria di Yochai Benkler è fondamentale per introdurre il discorso su (D) Produzione Paritaria, su (B) TecnoScienza come Bene Comune, e soprattutto su (C) Stato&Mercato. La Documentazione rimanda alle altre due voci di riferimento. Per quanto riguarda (A), l'Ambiente come Bene Comune, la documentazione è sparsa su tutto il sito di ortosociale, dagli Orti Sociali - Agricoltura Urbana e Periurbana, a Tutti i Progetti, alla Agricoltura Multifunzionale. L'insistenza sulla Agricoltura e in primis sulla Agricoltura Biologica (Organica), sta ad indicare che in questo Modello di Transizione l'Ambiente rappresenta le nostre radici, la memoria vivente della nostra specie, e che solo "coltivando" l'ambiente possiamo "salvarlo". In altre parole per bloccare il degrado dell'ambiente e il cambiamento climatico è necessaria una attività positiva di trasformazione che è l'Agricoltura Organica, che a sua volta necessita di una totale ricostruzione di biodiversità. La ricostruzione dell'Ambiente semi-distrutto unisce in un progetto collaborativo comune i Paesi Ricchi e i Paesi Poveri, il Nord e il Sud del mondo. La seconda "ala portante" del progetto è la TecnoScienza. L'enorme energia intellettuale e spirituale dei ricercatori di tutto il mondo è vincolata da strutture culturali e legali proprietarie, da quelli che si chiamano brevetti o copyright. Così pure la produzione artistica ed estetica. Rendere aperta e cooperativa questa produzione culturale significa aprirsi ad un futuro che possiamo solo immaginare. Unificare la ricostruzione dell'Ambiente Naturale con uno sviluppo Aperto della TecnoScienzaArte è possibile grazie alla Produzione Paritaria (basata sui Beni Comuni). Anche questa apertura della TecnoScienzaArte è un progetto collaborativo comune che unisce i Paesi Ricchi e i Paesi Poveri, il Nord e il Sud del mondo. Il Modello consiste in questo. Non vuole essere una trattazione accademica, nè "un dover essere", ma solo l'esposizione di una "possibilità". Possibilità che consiste nel lanciare e condividere localmente un enorme progetto di ricostruzione ambientale e culturale che coinvolga l'intera comunità planetaria.

Il Modello di Transizione

Questo Modello di Transizione è uno dei possibili scenari di trasformazione dell'attuale sistema economico-politico-culturale in un nuovo sistema economico-politico-culturale profondamente diverso nei suoi equilibri interni e nella interazione con tutto l'ambiente naturale. La figura esprime i flussi di interazione tra gli elementi in gioco in questo possibile processo di Transizione.

Il Modello di Transizione

La Produzione Paritaria

Quanto viene qui proposto è un sistema composto da alcuni elementi, non tutti scontati, e forse nemmeno ben conosciuti. L'elemento fondamentale di questo sistema è quello che viene chiamato Produzione Paritaria o Economia Collaborativa (o in inglese Peer Production). La Produzione Paritaria viene definita come una collaborazione volontaria e mutualistica basata sulla ricerca del consenso piuttosto che sull'imposizione autoritaria e gerarchica. È la madre di tutte le produzioni culturali, economiche, politiche, dall'alba dell'umanità ad oggi. È la cura della madre per i suoi piccoli e per la sua famiglia così come è la scienza moderna basata su sperimentazione e modelli teorici condivisi. È il volontariato diffuso nelle moderne società della comunicazione. Sono le vere cooperative agricole e sociali che curano e alimentano società malate. A tutto ciò si aggiunge negli ultimi trent'anni l'esplosiva crescita del software libero open source (FOSS, Free Open Source Software), software su cui si basa l'auspicata digitalizzazione di artigianato, commercio, manifattura. Il FOSS è uno degli esempi di dove può arrivare su grande scala la Produzione Paritaria, ed occupa oggi un ruolo per la comunicazione e lo sviluppo culturale, politico, economico, globali. Perchè questo sistema basato sulla Produzione Paritaria possa funzionare è importante adottare una logica sistemica, che è poi una logica cooperativa, le parti compongono il tutto in modo armonico e paritario. A livello emozionale poi, non bisogna farsi troppe aspettative ma prepararsi ad una serie infinita di tentativi, errori, successi, ziz-zagando con creatività tra teoria e prassi per risolvere i numerosi problemi che ci siamo creati noi stessi. Lo sviluppo che qui si prospetta va inteso allo stesso tempo e in modo integrato come sviluppo culturale, economico, politico, secondo lo schema di analisi IEMP. Questa presentazione è volutamente scarna perchè mira solo a introdurre un dibattito su un nuovo modello di sviluppo che sia esso stesso una produzione paritaria.

Produzione Paritaria

Produzione di beni e servizi basata e realizzata su relazioni paritarie, fondata sul consenso e la condivisione degli obiettivi. In inglese "Peer Production". Tradotta ne "La ricchezza della rete" di Yochai Benkler, cui si rimanda, come "produzione orizzontale" o "produzione sociale". Ecco la definizione di Yochai Benkler, pag.79-80, "Il termine "peer production" o produzione orizzontale [Ortosociale l'ha tradotto come "produzione paritaria"] si riferisce a un sottoinsieme delle pratiche di produzione basate sui beni comuni. Si riferisce ai sistemi di produzione che dipendono dall’azione individuale autodeterminata e decentrata, piuttosto che gerarchicamente assegnata. La «centralizzazione» è una particolare risposta al problema di come fare in modo che i comportamenti di molti agenti individuali prendano coerenza secondo un preciso schema oppure conseguano un risultato efficace. La sua prerogativa principale è la separazione dei luoghi di attività da quelli in cui si concentra l’autorità decisionale. Le autorità governative, i dirigenti aziendali, gli insegnanti in una classe occupano tutti un contesto in cui si scontrano molteplici volontà di azione, e di conseguenza selezionano e riducono il numero di persone alla cui volontà è concesso di condizionare le azioni di altri. La parola «decentralizzazione» descrive invece le condizioni alle quali le azioni di molti individui diventano coerenti ed efficaci, malgrado il fatto che non dipendono dalla riduzione del numero di persone la cui volontà conta nel dirigere l’azione effettiva. Negli ultimi vent’anni una vasta letteratura, esemplificata dal lavoro di Charles Sabel, si è concentrata sui tentativi di superare la rigida struttura piramidale delle aziende decentralizzando formazione, progettazione ed esecuzione delle funzioni aziendali, per metterle nelle mani di singoli dipendenti o di team. Comunque la forma più pervasiva di «decentralizzazione» è il mercato ideale della concorrenza perfetta, in cui ogni agente individuale agisce in accordo con la sua volontà. Coerenza ed efficacia emergono perché gli individui segnalano i propri desideri e pianificano il proprio comportamento, non in cooperazione con gli altri, ma coordinandosi con gli altri attraverso il sistema dei prezzi. Oggi vediamo emergere pratiche di azione collettiva più efficaci, che sono decentrate, ma che non sono fondate sul sistema dei prezzi né tanto meno su una struttura gerarchica di coordinamento... Questo tipo di produzione di informazione, fatta da agenti che operano secondo modelli non proprietari e decentrati, non è del tutto nuova. La scienza è costruita da molte persone che collaborano in modo incrementale – che non operano sulla base di segnali di mercato e che non ricevono ordini militari da un capo – decidendo in indipendenza l’oggetto delle loro ricerche e condividendo il frutto delle loro collaborazioni. È così che la scienza viene creata. Quello che osserviamo è che nell’economia in rete aumenta vertiginosamente l’importanza dell’informazione prodotta in questo modo cooperativo.".

CBPP (Commons Based Peer Production)

Produzione Paritaria (Peer Production) basata sui Beni Comuni. Useremo l'acronimo CBPP al posto di Produzione Paritaria Basata su Beni Comuni. Ecco la definizione di Beni Comuni da "La ricchezza della rete" di Yochai Benkler, pag.76-77:"L’espressione «beni comuni» si riferisce a una particolare forma istituzionale di strutturare i diritti ad accedere, usare e controllare le risorse. È il contrario di «proprietà» in questo senso: nel caso della proprietà, la legge dà a una persona particolare l’autorità di decidere come saranno usate le risorse. Questa persona può venderle o regalarle più o meno a suo piacimento... Ci sono molte altre cose che non possiamo fare con la proprietà, come per esempio edificare su una palude. Tuttavia la caratteristica cruciale della proprietà come fondamento istituzionale del mercato resta la drastica e sistematica asimmetria nell’allocazione di potere che decide sull’utilizzo di una risorsa. Questa asimmetria crea un «proprietario» che può decidere cosa fare e con chi. Sappiamo che bisogna effettuare delle transazioni – affitto, acquisto e così via – se vogliamo destinare la risorsa a un altro uso. Al contrario, la caratteristica saliente dei beni comuni è che nessuna singola persona ha il controllo esclusivo sull’uso della risorsa in questione. I beni comuni sono a disposizione di tutti coloro che (in modo più o meno definito) rientrano in un dato gruppo di persone, in base a regole che possono andare dal «tutto è permesso» a chiare e articolate norme formali.""

La Conoscenza come Bene Comune

"Crediamo sia utile considerare l'attività conoscitiva non come limitata soltanto alla conoscenza intelletuale di tipo razionale quale è venuta definendosi nella nostra tradizione filosofica, ma come comprensiva di tutte le diverse espressioni, anche fantasiose ed emotive, tramite le quali gli esseri umani, nel corso della storia, hanno immaginato, descritto, interpretato la realtà nella quale vivevano." (Da "Conoscenza e Società", Franco Crespi, Carocci Editore, Roma, 2007, p.23). Tali forme comprendono Mito, Religioni, Ragione (quale modello nella Grecia antica o nell'Illuminismo), Scienza e Tecnica, Arti Figurative e Narrativa, il Senso Comune (la prima ineliminabile forma di conoscenza). La Produzione Paritaria ha investito come attività la costruzione sociale di questo Bene Comune, che rientra nel sistema Ideologia del complesso IEMP. Per brevità indichiamo la Conoscenza così intesa come "TecnoScienza".

Analisi IEMP

IEMP è un acronimo che sta per Ideologia, Economia, Militare, Politico. È un modello di analisi storica e sociologica proposto dal sociologo Michael Mann, utile a capire i processi del mondo attuale e come ci si è arrivati nel tempo (vedi qui per un eventuale approfondimento). Utile quindi a formulare proposte e dibattiti sulle migliori vie di soluzione dei problemi che ci troviamo ad affrontare. Michael Mann l'ha applicato con successo a tutta la storia conosciuta, dalla formazione dei primi stati in Mesopotamia al 2010 dell'era presente. Deriva dalle tre dimensioni del "potere sociale" studiate dal grande sociologo Max Weber: Politico, Economico, Culturale (Religioso). Il "potere sociale" è la potenza realizzativa che opera quando i gruppi umani si organizzano nel perseguire i loro obiettivi. La "organizzazione" di questi gruppi umani li rende "sociali". Per Mann non esiste una "società" diversa o distinta dall'intreccio dei sistemi (o reti) che questi gruppi umani costruiscono organizzandosi sui loro obiettivi. Che sono:

  • politici, gestione dei rapporti tra gruppi e tra individui all'interno dei gruppi (oggi regolati dagli stati)
  • economici, produzione e riproduzione interagendo con l'ambiente naturale (oggi dominati in gran parte del mondo dalle leggi di mercato e dalle imprese capitalistiche che vi operano)
  • ideologici, cultura, credenze, visioni del mondo, religioni, e oggi scienza e tecnologia, arte, tutto quanto concorre a "dare un significato" condiviso alle nostre esperienze
  • militari, Mann (a differenza di Weber che lo ingloba nel politico definendo la stato come "l'organizzazione cha ha il monopolio della forza su un certo territorio") aggiunge questo sistema militare con la sua relativa autonomia che si esplica soprattutto nei colpi di stato, dopo la massiccia comparsa dell'uso della violenza letale nella storia umana, dal momento della nascita dei primi stati in poi

Questi sistemi (o reti) sono autonomi l'uno dall'altro, ma promiscui (ognuno contiene gli altri), sovrapposti e intrecciati. Questa non è una "verità" ma un semplice modello interpretativo che scompone la realtà, ne vede i singoli processi, e li riunifica in un contesto storico complessivo. Gli equilibri tra i vari sistemi sono cambiati nel corso millenario della storia. Ad ogni passaggio veniva modificata la ideologia o il "senso" di quel contesto. Oggi viviamo in un'epoca dominata dalla economia e dalla sua ideologia (che disprezza le altre ideologie). Capire le relazioni tra economia, cultura, politica, è necessario perchè qui parliamo delle relazioni tra stati (politica) e mercati (economia), con scienza, tecnologia e visioni del mondo (ideologia). Tentare come fanno in molti, con catastrofiche disillusioni, di "conquistare il potere politico" (statale), senza aver anche ri-costruito un valido sistema economico e scientifico-culturale è opera vana che si risolve in: comitati elettorali che organizzano eventi, fingono di ascoltare persone e associazioni, si affidano a leader maestri di comunicazione che non hanno idee profonde e che sono limitati da strutture caratteriali individuali spesso allarmanti. Significa scendere a livelli di partecipazione democratica bassi come nelle elezioni presidenziali americane. Soprattutto la capacità di vedere questo intreccio di reti è necessario per chi vuole modificare i sistemi attuali basandosi sulla Produzione Paritaria emergente, rappresentata dal movimento ambientalista (A) e dalla scienza-tecnologia open source (B), rispettivamente (A) e (B) nel diagramma iniziale. Perchè la Produzione Paritaria ( (D) nel diagramma iniziale) unifica in profondità queste reti e rende incredibilmente efficace ed efficiente il dispiegarsi del "potere sociale". La Produzione Paritaria è un tipo di relazione tra singoli esseri umani e tra gruppi umani organizzati valida in una rete sia economica che politica, sia soprattuto ideologica di costruzione di un significato comune e condiviso.

Stato&Mercato

Le due istituzioni che dominano la scena oggi sono gli stati, in tutte le varie configurazioni presenti, e il mercato con le sue leggi. Queste due istituzioni sono a rischio di fallimento, e vanno "salvate" e "trasformate" allo stesso tempo. Il loro collasso sarebbe ingovernabile e catastrofico per tutti. Il fallimento dello stato consiste nella sua conclamata incapacità di realizzare i suoi obiettivi dichiarati di: sicurezza per i cittadini (sicurezza nella vita civile e sicurezza come pace internazionale), lavoro (come diritto in una economia che garantisca la riproduzione delle generazioni future), salute e istruzione (welfare), rappresentanza politica (democrazia, partecipazione, trasparenza, emarginazione della corruzione e dell'influenza della criminiltà organizzata). Il fallimento del mercato consiste, dopo la breve stagione dei glorosi trent'anni (1945-1975), nella formazione di una economia dominata da una finanza speculativa che vede la nascita e l'esplosione di bolle speculative e la crescita costante dei debiti sovrani degli stati. Una economia che, basata su un modello di sfruttamento dell'ambiente e delle risorse naturali come il petrolio, la terra, i minerali, ha portato ad un degrado ambientale che la scienza riconosce pericoloso per il futuro dell'umanità. La produzione paritaria, come mutualismo altruistico, inserendosi in queste organizzazioni potrebbe cambiarle in profondità, salvandole ma trasformandole al tempo stesso in beni comuni governati in modo armonico con una riduzione progressiva delle guerre tra stati e la sostituzione di una distruttiva concorrenza speculativa tra reti economiche transnazionali con una vera cooperazione internazionale. Il capitale inteso come patrimonio terriero, immobiliare, finanziario, industriale, tecnologico (brevetti), il capitale che da 2000 anni dà un reddito annuo di circa il 4% in media secondo l'economista francese Thomas Piketty, può iniziare a diventare un Bene Comune. Nonostante la "proprietà privata" come diritto unilaterale di decidere di un bene o di una risorsa sia in forte contrasto con i "beni comuni" che prevedono regolazioni concordate e consensuali, una "proprietà privata" che mantenga la titolarità del bene si può aprire ad una regolamentazione collettiva secondo il modello del capitalsimo renano e dei suoi stakeholders: azionisti, management, dipendenti, consumatori, cittadini residenti nelle zone operative del business. Così pure lo Stato, la cui trasformazione in "servizio ai cittadini" è iniziata con la Rivoluzione Francese, tra alterne vicende, ha delle enormi infrastrutture organizzative ed economiche che potrebbero entrare in questa gestione di "Beni Comuni". Per fare l'esempio dell'Italia l'enorme apparato immobiliare, di strumentazione, di personale ad elevatissima qualificazione, della sanità (pubblica) e della scuola (pubblica), coprono oggi gran parte delle spese statali e sono sicuramente "beni da sviluppare e far crescere". Ma altrettanto si può dire delle Multiutility di Mobilità, Gas, Acqua, Energia, Gestione Rifiuti, che servono le varie aree metropolitane in società parzialmente private, pubbliche (stato), decentrate (regioni, comuni). Sono questi intrecci economici e politici, anche a livello locale, a determinare, e spesso ad inquinare con la corruzione, i giochi elettorali gestiti dai vari partiti. Lo Stato inoltre è responsabile della giustizia, cioè della gestione dei conflitti civili e penali tra i cittadini, giustizia che nel caso italiano tutti sono concordi nel ritenere "bloccata". Lo Stato, nella versione liberal-democratica, è anche garante della libertà di informazione; anche qui il caso italiano è eclatante e negativo: senza accennare qui alla gestione delle reti televisive italiane negli ultimi trent'anni, basti ricordare che secondo gli studi più accreditati, Il Fatto Quotidiano, La Stampa di Torino l'Italia ha un'informazione non certo tra le migliori. Questo aspetto della fallacia dello Stato nel fornire la necessaria informazione è trattato per esteso da La Produzione Paritaria secondo Yochai Benkler.

Cenni storici

Quando un sistema è in declino fa vari tentativi per ristabilire la sua vitalità e sostituire le risorse venute a mancare con nuove risorse (in genere umane). La crisi, a chi la osservi dall'esterno in modo distaccato e senza dare giudizi di valore, si presenta come il fallimento di tutti questi tentativi, sempre più massicci, disperati, pesanti. Come un dinosauro caduto nelle sabbie mobili, ogni tentativo di uscirne peggiora la situazione.

  • crisi del 1929 porta alla II guerra mondiale, sulla scia dei problemi aperti dalla I guerra mondiale. Hitler, alfiere della rivincita tedesca e maestro con Hjalmar Schacht di una finanza creativa che usa i soldi delle pensioni dei lavoratori tedeschi per finanziare il riarmo, tenta un suo primo modello di globalizzazione, versione 1, con il debole partner italiano e il forte partner giapponese (entrato vigorosamente nell'etica capitalistica). E' un disastro, un trauma per l'intera collettività umana, che si risolverà con la "vendetta" di Hiroshima e Nagasaki. Seguono i magnifici trenta , dal 1945 al 1975. Ma segue anche lo spettro della distruzione della specie umana, e non solo, con lo sviluppo di un potenziale termonucleare capace di distruggere centinaia di volte ogni forma di vita. Come un organismo "intelligente" ed "evoluto" sia arrivato a concepire un simile piano sarà materia di studio per i nostri nipoti. La soluzione, la seconda guerra mondiale, ha peggiorato la situazione. Le risorse vengono impiegate nella corsa agli armamenti nucleari fino al demenziale piano Reagan di uno scudo stellare.
  • crisi del 1973-75, choc petrolifero, stagflation (stagnazione e inflazione, profonda crisi teorica della scuola keynesiana); si comincia a prendere coscienza dei limiti dello sviluppo e della finitezza delle risorse energetiche. Soluzione: sviluppo del nucleare e incentivazione del liberismo individualistico selvaggio. Ronald Reagan e Margaret Tathcer distruggono il welfare, Bill Clinton (USA) e il suo alleato Tony Blair (UK) completano la deregulation lasciando ai capitali finanziari massima libertà in tutte le direzioni (soprattutto con l'abrogazione del Glass-Steagall Act nel 1999, durante il quale il cosiddetto " Washington Consensus" divenne dominante), la scuola monetarista dei Chicago boys di Milton Friedman, attraverso il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale, impongono ai paesi l'apertura dei loro mercati alla finanza ed ai beni prodotti dai paesi "avanzati". I paesi del sud del mondo sono impoveriti da debiti enormi e il loro sviluppo economico e politico soffocato (Cile, Salvador Allende). E' la globalizzazione, versione 2. L'indebitamento sovrano (delle finanze statali) si estende ai paesi più ricchi, USA e Giappone. Si arriva ad una situazione di indebitamento generale ed allo sconvolgimento antropologico delle economie locali con la distruzione di tutte le culture produttive locali.
  • Collasso del sistema imperialistico russo (ex-URSS) nel 1989-1991. Dopo il vano tentativo di perestrojka di Gorbaciov, il sistema retto da una forma di capitalsimo di stato burocratico si spezza a livello geopolitico ed a livello economico. Sono appena iniziate analisi storiche degli elementi multifattoriali (IEMP) di questo crollo che gli analisti definiscono "imprevisto" e "improvviso".
  • sviluppo del capitalismo-comunismo cinese. Inizia un aumento "a due cifre" del PIL della Cina governata dal Partito Comunista. Wall Mart, la più grande catena di distribuzione al mondo (supermercati) le commissiona tutti i beni che vende. Ma l'inquinamento aumenta, la protesta sociale pure, i dollari con cui vengono pagati i cinesi cominciano a pesare nelle tasche dei "nuovi mandarini" che spediscono sconcertati ex-contadini a girare il mondo per comprare bar e negozietti di paccottiglia o di parrucchiere. Nel 2012, stante l'arresto dei consumi nel mondo ricco, lo sviluppo del PIL cinese diventa di una sola cifra (credo lo 8%). E' ancora alto, certo. E la felicità dei cinesi?
  • crisi del 2008. Fallisce la General Motors, la più grande impresa industriale del mondo, poi rimessa in vita artificialmente dal governo federale USA. Falliscono per la prima volta banche ed assicurazioni. Tutto il sistema bancario, assicurativo, finanziario è intriso di debito. Attraverso i "derivati" si finanziarizzano i debiti. Attraverso i derivati si vendono quote di inquinamento CO2: chi ne produce poca vende la sua quota a chi ne produce "troppa". In pratica i problemi finanziari (economici) e ambientali vengono risolti in modo finanziario. Per far ripartire banche, finanza, produzione, investimenti, Ben Bernanke , capo della FED americana, dichiara : "abbiamo le chiavi della macchina per stampare i soldi, e non ci spaventa l'idea di usarle". Questo ha comportato che gli USA sono debitori di svariati triliardi di dollari ai paesi da cui importano praticamente tutto. La Cina popolare, neo-gigante economico come un tempo il Giappone alleato di Hitler, ha sul groppone il prodotto della "macchina per stampare" di Ben Bernanke, dollari che a sua volta rifila in tutto il mondo, Europa, Asia, Africa, con le valigette di Bond americani o europei con cui spedisce nel mondo i suoi emigranti dalla grande patria cinese. Così il debito viaggia, sotto mentite spoglie. Il ciclo si chiude: un paese nato dall'ortodossia marxista si trova a gestire la riproduzione allargata del capitale e dei suoi profitti.

Una strategia politica, culturale, economica

“Non dico che queste trasformazioni radicali si realizzeranno. Dico soltanto che, per la prima volta, noi possiamo volere che esse si realizzino. I mezzi per farlo esistono così come le persone che vi si dedicano metodicamente” di André Gorz (2007). Le forze che agiscono per l'ambiente e l'agricoltura sono presenti in Italia e in tutto il mondo. Soprattutto sono reti che si stringono su obiettivi comuni. Una tecnologia aperta ed una scienza aperta vengono promosse come necessità "competitive", secondo la vecchia logica. Anche la produzione paritaria ha una sua competizione, ma è fondata sulla conoscenza come bene comune "aperto". Posso tentare di fare di più degli altri, ma lascio agli altri la stessa possibilità, anzi rendo aperto il mio lavoro intellettuale "favorendo la concorrenza". Nel settore TecnoScienzaArte il punto di forza è il software, che è diventato uno dei principali fattori di produzione. Entra nella scienza (il sistema di ricerca del CERN di Ginevra è basato su una loro versione di Linux), nella robotica, nella comunicazione, nella distribuzione, nella produzione artistica (Pixar), come una pervasiva intelligenza artificiale. Ma il mondo del software è profondamente contaminato dalla cultura open source, dalla produzione paritaria. Inoltre se il software "avesse un costo", come sostiene Jeremy Rifkin, ogni commodity avrebbe prezzi proibitivi. Digitalizzare il commercio, l'artigianato, la piccola e media impresa, come le associazioni di categoria vorrebbero iniziare a fare, significa introdurre la produzione paritaria. Mentre nel caso della agricoltura non sono possibili mediazioni su OGM, fertilizzanti sintetici, fitofarmaci, diserbanti, concianti di semi, derivanti tutti in gran parte dalla lavorazione del petrolio, nel caso della TecnoScienzaArte ogni contaminazione è a vantaggio della Produzione Paritaria e va quindi promossa senza indugio. La Regione Emilia Romagna ha costituito un servizio formativo per gli artigiani del legno, della ceramica, della carpenteria, dei tessuti, al fine di applicare software ad hoc al loro capitale industriale, fatto di strumenti unici che si possono "hackerare" ridandogli grandi potenzialità. La Confindustria del Veneto vede come nuova prospettiva di mercato una attività manifatturiera fortemente digitalizzata (chiamata Fabbrica 2.0). A Roncade (Treviso) la "H Farm" propone pool di specialisti di progettazione, design, marketing e promozione, che lavorino a progetto per le imprese nel territorio, costruendo una conoscenza condivisa che diventa bene (o capitale) comune. H Farm è un’impresa che opera come un incubatore ovvero crea e coltiva altre imprese offrendo loro un luogo favorevole alla crescita. Ne ha lanciate con successo alcune ed ora ha lanciato Zooppa negli USA. Il fondatore Riccardo Donadon viene da E_Tree (produzione di software web) e sta cercando investitori che comunque si muovono anche in Italia interessati alle Start Up, in genere di origine universitaria. È una forma di cooperazione organizzata che supera quella già presente nel cosiddetto "miracolo della Terza Italia" quando molte piccole imprese del Nord Est si misero in rete tra loro condividendo cultura, relazioni, know-how. Si chiama "Sharing Economy" ed è in forte sviluppo, ricca di spunti e diffusa nel mondo. Come unificare l'attività produttiva "rigenerata" con l'Ambiente? Di nuovo, come unificare Agricoltura e TecnoScienza? Stanno nascendo dei grandi progetti come il Parco Agrario Paesaggistico Metropolitano di Padova, o quello dell'Ordine degli Architetti del Veneto "Rigeneriamo le Città". Il vecchio modello è finito e si comincia a provare il nuovo. Ma questi Parchi Agrari Paesaggistici che reintroducono la Agricoltura Urbana Multifunzionale, o i grandi piani di Rigenerazione Urbana, richiedono Liste Civiche locali che siano soggetti politici, economici, culturali. Solo un nuovo intreccio virtuoso tra i sistemi locali e globali di potere sociale economico, politico, culturale, possono sostituire l'intreccio oggi definito "corruzione", "clientelismo", "affarismo", "elites di potere".

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