WorkingA

Da wiki2.

Indice

Anarchismo pratico: mutualismo paritario, potere di mercato e stato fallace∗

di Yochai Benkler, Harvard University, Cambridge, MA, USA.
∗Questo articolo è parte di un numero speciale del Giugno 2013 di "Politics & Society" intitolato "Utopie Reali". I lavori furono originariamente presentati al convegno annuale del 2012 della American Sociological Association tenutasi a Denver, Colorado. Il tema della conferenza era "Utopie reali: progetti di emancipazione, disegni di istituzioni, futuri possibili." Per favore, guardate l'introduzione a questo numero per ulteriori dettagli.

Glossario (a cura di Ortosociale)

Questo paragrafo, necessario per definire il significato delle traduzioni di vari termini chiave, è interamente di Ortosociale.

  • Anarchia Funzionante: vedi qui sotto Working Anarchy e la definizione per esteso di Benkler: Anarchie funzionanti.
  • Anarchismo pratico: un lavoro produttivo di beni, di servizi e di beni comuni, che non si basa sul potere statale, non viene eseguito attraverso una regolazione diretta o gerarchica, non ha pretese di proprietà appoggiate dallo stato.
  • CBPP (Commons Based Peer Production): Produzione Paritaria (Peer Production), vedi sotto, basata sui beni comuni. Useremo l'acronimo CBPP al posto di Produzione Paritaria Basata su Beni Comuni. Ecco la definizione di beni comuni da "La ricchezza della rete" di Yochai Benkler, pag.76-77:"L’espressione «beni comuni» si riferisce a una particolare forma istituzionale di strutturare i diritti ad accedere, usare e controllare le risorse. È il contrario di «proprietà» in questo senso: nel caso della proprietà, la legge dà a una persona particolare l’autorità di decidere come saranno usate le risorse. Questa persona può venderle o regalarle più o meno a suo piacimento... Ci sono molte altre cose che non possiamo fare con la proprietà, come per esempio edificare su una palude. Tuttavia la caratteristica cruciale della proprietà come fondamento istituzionale del mercato resta la drastica e sistematica asimmetria nell’allocazione di potere che decide sull’utilizzo di una risorsa. Questa asimmetria crea un «proprietario» che può decidere cosa fare e con chi. Sappiamo che bisogna effettuare delle transazioni – affitto, acquisto e così via – se vogliamo destinare la risorsa a un altro uso. Al contrario, la caratteristica saliente dei beni comuni è che nessuna singola persona ha il controllo esclusivo sull’uso della risorsa in questione. I beni comuni sono a disposizione di tutti coloro che (in modo più o meno definito) rientrano in un dato gruppo di persone, in base a regole che possono andare dal «tutto è permesso» a chiare e articolate norme formali.""
  • FOSS Free Open Source Software: è il Software (programmi per computer) di cui è disponibile la versione scritta del codice sorgente (in pratica il lavoro leggibile del programmatore che ha scrittoto il software). Questo software inoltre è free cioè gratuito.
  • Mutualismo Paritario: cooperazione volta al reciproco vantaggio eseguita in condizioni di uguaglianza e parità. Equivale a "Anarchismo Pratico".
  • Paritario: relazione tra pari, non gerarchica. (nell'articolo in inglese "peer")
  • Potere di mercato: la capacità delle imprese che agiscono nel mercato con l'obiettivo del profitto di determinare le condizioni di lavoro e di vita di enormi masse di cittadini.
  • "Power" si può tradurre sia come potere che come potenza. Normalmente come potere si intende il potere coercitivo, o distributivo, per cui il potere che uno acquisisce va a scapito di chi subisce questo potere. Esempio: il potere di un esercito su una popolazione conquistata. Ma si può anche intendere come potere collettivo, nel senso di un potere che giova a tutti coloro che contribuiscono a crearlo. I gruppi umani organizzati in modo egalitario sviluppano un potere sociale positivo per la produzione di benessere e la riproduzione. Esempio: una comunità agricola che coltiva come beni comuni pascoli, boschi e seminativi. Il potere di un gruppo famigliare che organizza una festa collettiva. In questo secondo senso sarebbe più esatto il termine "potenza" che ha generalmente una accezione più positiva di "potere". Nel testo l'oscillazione tra i due significati è spesso ambigua ed usata in senso negativo come coercizione e dominio. Altre volte è usata nel senso di equilibrio o diffusione equilibrata di potere.
  • Produzione Paritaria: produzione di beni e servizi basata e realizzata su relazioni paritarie, fondata sul consenso e la condivisione degli obiettivi. (nell'articolo in inglese "Peer Production"). Tradotta ne "La ricchezza della rete" di Yochai Benkler, cui si rimanda, come "produzione orizzontale" o "produzione sociale". Ecco la definizione di Yochai Benkler, pag.79-80, "Il termine "peer production" o produzione orizzontale [Ortosociale l'ha tradotto come "produzione paritaria"] si riferisce a un sottoinsieme delle pratiche di produzione basate sui beni comuni. Si riferisce ai sistemi di produzione che dipendono dall’azione individuale autodeterminata e decentrata, piuttosto che gerarchicamente assegnata. La «centralizzazione» è una particolare risposta al problema di come fare in modo che i comportamenti di molti agenti individuali prendano coerenza secondo un preciso schema oppure conseguano un risultato efficace. La sua prerogativa principale è la separazione dei luoghi di attività da quelli in cui si concentra l’autorità decisionale. Le autorità governative, i dirigenti aziendali, gli insegnanti in una classe occupano tutti un contesto in cui si scontrano molteplici volontà di azione, e di conseguenza selezionano e riducono il numero di persone alla cui volontà è concesso di condizionare le azioni di altri. La parola «decentralizzazione» descrive invece le condizioni alle quali le azioni di molti individui diventano coerenti ed efficaci, malgrado il fatto che non dipendono dalla riduzione del numero di persone la cui volontà conta nel dirigere l’azione effettiva. Negli ultimi vent’anni una vasta letteratura, esemplificata dal lavoro di Charles Sabel, si è concentrata sui tentativi di superare la rigida struttura piramidale delle aziende decentralizzando formazione, progettazione ed esecuzione delle funzioni aziendali, per metterle nelle mani di singoli dipendenti o di team. Comunque la forma più pervasiva di «decentralizzazione» è il mercato ideale della concorrenza perfetta, in cui ogni agente individuale agisce in accordo con la sua volontà. Coerenza ed efficacia emergono perché gli individui segnalano i propri desideri e pianificano il proprio comportamento, non in cooperazione con gli altri, ma coordinandosi con gli altri attraverso il sistema dei prezzi. Oggi vediamo emergere pratiche di azione collettiva più efficaci, che sono decentrate, ma che non sono fondate sul sistema dei prezzi né tanto meno su una struttura gerarchica di coordinamento... Questo tipo di produzione di informazione, fatta da agenti che operano secondo modelli non proprietari e decentrati, non è del tutto nuova. La scienza è costruita da molte persone che collaborano in modo incrementale – che non operano sulla base di segnali di mercato e che non ricevono ordini militari da un capo – decidendo in indipendenza l’oggetto delle loro ricerche e condividendo il frutto delle loro collaborazioni. È così che la scienza viene creata. Quello che osserviamo è che nell’economia in rete aumenta vertiginosamente l’importanza dell’informazione prodotta in questo modo cooperativo. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra]"
  • "rough consensus and running code" è la definizione dei processi decisionali all'interno dei gruppi di lavoro di IETF. E' un modello di governance molto diffuso e di successo nella CBPP. La traduzione "consenso non completo e programmi funzionanti" non rende lo spirito dei processi decisionali dei working group di IETF (Internet Engineering Task Force). Il "consenso incompleto" è molto di più di una maggioranza del 51% e sicuramente di meno di un consenso al 99%. Va inteso come "lo spirito prevalente e consapevole dell'opinione del gruppo". Il "rough consensus" (consenso imperfetto) va sempre appaiato con il "running code" (programmi funzionanti), nel senso che a volte è il "rough consensus" che genera il "running code", a volte viceversa.
  • Stato fallace: l'incapacità dello stato di realizzare i suoi obiettivi proclamati di: sicurezza per i cittadini, lavoro, salute, istruzione, rappresentanza politica.
  • Working Anarchy: appare spesso nel testo inglese per indicare le attività (alcune delle quali sono grandi successi come Linux o GNU o Wikipedia o IETF, alcune altre sono tentativi non completamente riusciti, altre ancora hanno difficoltà ad affermarsi). Ortosociale ha tradotto il termine come "Anarchia Funzionante". Funzionante ha un doppio significato, esprimendo sia il fatto che si tratta di principi generali ("anarchici") operativi nella concreta realtà sociale produttiva; sia il fatto che molti di essi hanno successo. Così la definisce Benkler: "Per "anarchia funzionante" allora, o mutualismo, intendo le associazioni volontaristiche che non dipendono dalla potenza diretta o delegata dello stato e in particolare non dipendono dalla delega della forza legittima che assume una forma proprietaria; la "anarchia funzionante" è sostenuta da opinioni sociali condivise su come uno rispetta o si conforma alle pretese di proprietà di un altro". In termini concisi è l'anarchia pratica che si realizza come forma organizzativa della produzione e attività umane. Vedi per esteso qui sotto: Anarchie funzionanti.

Fine della parte di Ortosociale. Di seguito riprende l'articolo di Yochai Benkler.

Sintesi

L'articolo considera diverse anarchie funzionanti in ambiente di rete, e valuta se esse offrano un modello per migliorare le persistenti imperfezioni dei mercati e degli Stati. Esploro se questi sforzi di mutualismo paritario offrono realmente una gamma di capacità sufficiente per presentare un significativo grado di libertà a coloro che si affidano alle funzionalità che offre e se queste pratiche, nella realtà, rimangono sufficientemente non gerarchiche da offrire uno spazio significativo di interazioni non coercitive. Le utopie reali che osservo qui non sono perfette in entrambe le dimensioni. Internamente, gerarchia e potere riappaiono, in qualche misura e in alcuni progetti, anche se sono completamente diversi dalla gerarchia del governo o delle organizzazioni aziendali. Esternamente, ci sono alcuni spettacolari successi, alcuni fallimenti nel crescere con successo, e molti successi ambigui. Nel complesso l'esperienza attuale non supporta né trionfalismo né disfattismo nel progetto utopico. I modelli paritari funzionano e forniscono un grado di libertà grazie alle capacità che forniscono. Ma non c'è alcun percorso inesorabile in direzione di una maggiore libertà attraverso la collaborazione volontaria aperta. C'è una buon dose di incertezza e di improvvisazione. L'ultima parte dell'articolo suggerisce una teoria della libertà che sostiene l'importanza di anche questi sistemi paritari, ovviamente imperfetti e ancora con una copertura incompleta delle necessarie possibilità umane, e spiega perché l'espansione del dominio del mutualismo migliora la libertà e il benessere in condizioni di persistente imperfezione del mercato e di uno stato inevitabilmente fallace. Il mutualismo paritario non deve essere perfetto; ha bisogno semplicemente di offrire una nuova dimensione o una sufficiente diversità in come esso crea nuove istanze di funzionalità e trasmette potenza per offrire a noi, che abitiamo i sistemi che questi sistemi paritari perturbano, un grado di libertà.

Parole chiave

Tecnologia dell'informazione, produzione paritaria, open source, mutualismo "La differenza più significativa tra il pensiero politico all'interno dei digirati (la comunità in rete, derivato da "digital" e "literati") e di fuori di esso è che nella società in rete, l'anarchismo (o più correttamente, l'individualismo anti-possessivo) è una filosofia politica praticabile." Eben Moglen, "Anarchismo trionfante: Software libero e la morte del diritto d'autore," First Monday (agosto 1999).

Introduzione

La CBPP ha giocato un grande ruolo nella costruzione dell'ambiente di rete, della cultura di rete e dell'ordine sociale in rete. Pratiche non proprietarie, volontaristiche, auto-organizzate spiegano la definizione degli standard di Internet stessa, lo sviluppo di alcune delle utility software fondamentali per far funzionare il Web, così come, sempre più, i sistemi operativi di server, smartphone e embedded computing; software di impresa; sistemi di gestione dei contenuti e anche software statistico si basano su software libero e open source. L'infrastruttura di base per il nostro "stato delle conoscenze" sinteticamente trasmesso, l'enciclopedia della nostra era, è qualche combinazione di Wikipedia e della ricerca su Google, essa stessa un amalgama di informazione prodotta da entrambi i modelli tradizionali e da modelli nuovi, distribuiti, non proprietari, di cooperazione. Nel corso del primo decennio del XXI secolo, la CBPP è passata dall'essere ignorata, attraverso l'essere deriso, temuto e considerato come un'eccezione o un capriccio intellettuale, per diventare finalmente una parte normale e indispensabile della vita. L'esperienza degli ultimi due decenni con modelli paritari in rete modera un dubbio e solleva due questioni principali. Il dubbio alleviato riguarda la fattibilità di una cooperazione su vasta scala, sostenuta in assenza di proprietà o di gerarchia. L'esperienza dell'ultimo decennio offre una notevole prova di esistenza che la cooperazione non proprietaria volontaristica può creare beni la cui produzione si pensava richiedesse uno stato gerarchico o una tradizionale organizzazione aziendale, ancorata nel controllo proprietario delle risorse necessarie alla, e dei prodotti della, azione umana. Invece, ora abbiamo una vasta esperienza di mutualismo paritario di successo: una collaborazione volontaria, quella tra i cooperatori, che non dipende da un controllo proprietario esclusivo o da relazioni di comando e in molti casi nemmeno come difesa comune dei cooperatori contro coloro che non vi partecipano. L'effettiva realizzabilità osservata e la sostenibilità di tali pratiche, a sua volta, generano due domande fondamentali. In primo luogo, c'è la domanda interna se questi modelli possano sostenere il loro modello non gerarchico, non coercitivo una volta cresciuti e maturati o se riemergono in queste associazioni i rapporti di potere in generale e in particolare se riemerge un potere sistematicamente istituzionalizzato: gerarchia, proprietà o entrambi. La seconda domanda è se quelle pratiche che vediamo prevedono un percorso di sostanziale espansione dei domini di vita che si possono vivere in associazione volontaristica, piuttosto che all'interno delle strettoie dello stato e dei sistemi gerarchici. In altre parole, le associazioni mutualistiche offrono abbastanza spazio di soluzione per una gamma sufficiente delle funzionalità che si richiedono per la crescita umana, per fornire un significativo modello alternativo allo stato e al mercato coprendo una gamma significativa di bisogni umani e di attività? La proposta di "reale utopia" delineata da queste domande è che noi provvederemo per noi stessi una notevole gamma delle funzionalità richieste come esseri umani attraverso la produzione paritaria o le associazioni mutualistiche volontarie e così facendo allenteremo il potere che gli Stati e le imprese corporate esercitano nella società attraverso il loro potere su queste funzionalità di base. Che si tratti di piattaforme tecnologiche — come reti Wi-Fi o reti cloud create dall'utente o reti di protezione della privacy; che riguardi il rispetto degli obiettivi di sviluppo, come libri di testo aperti o lo sviluppo di semi open source; oppure che si tratti di trasparenza e controllo del governo stesso, come i tentativi distribuiti di monitoraggio da parte dei cittadini. Queste pratiche idealmente produrrebbe quattro effetti. In primo luogo, offrono ai loro partecipanti un pezzo di vita vissuto realmente in cooperazione volontaria con gli altri. In secondo luogo, possono fornire a tutti un grado di libertà in un sistema altrimenti occupato da funzionalità basate sullo stato e sulla proprietà; i modelli paritari normalmente non forniscono questi altri sistemi, ma offrono una dimensione lungo la quale, almeno per queste funzionalità e le loro dipendenze, non siamo completamente soggetti al potere trasmesso tramite controllo diretto dello stato o del sistema di proprietà. In terzo luogo, essi forniscono un contesto per lo sviluppo della virtù; o lo sviluppo di una pratica cooperativa umana, per noi stessi e con gli altri. E quarto, forniscono un modo nuovo di immaginare chi siamo, e chi possiamo essere; un cluster di pratiche che ci permettono di sperimentare e osservare noi stessi come esseri cooperativi, capaci di aiuto reciproco, amicizia e generosità, piuttosto che come le creature alla ricerca di "utilità" [Nota di Ortosociale: In economia la "utilità" è la misura della felicità o soddisfazione individuale. Un bene è dunque utile se considerato idoneo a soddisfare una domanda], interessate a sè stesse, che hanno occupato gran parte del nostro immaginario da Hobbes ai modelli neoclassici la cui visione angusta governa gran parte della nostra vita. La teoria della libertà umana, che sta sotto questa proposta di fondo è che siamo tutti situati in sistemi imperfetti di vincoli e di possibilità — sistemi che ci permettono di esercitare il nostro potere sugli altri — ma per la maggior parte delle persone, la maggior parte del tempo, sistemi che trasmettono il potere degli altri in modo da vincolare la nostra libertà. Non non c'è nessuna perfetta istituzionalizzazione ottimale della libertà. Né libero mercati né perfetto stato liberale, nessuna situazione ideale di dialogo né un perfetto spirito di comunità può promettere un livello ottimale di libertà per gli esseri che esistono e che possono solo agire ed essere, come noi agiamo e siamo, all'interno di sistemi multipli che vincolano la nostra libertà,anche se essi ci permettono di definire e perseguire il nostro progetto di vita. Per gli esseri come noi siamo, non è un sistema ottimo di libertà, ma piuttosto la ridondanza di molteplici vie per percepire il mondo, sviluppare principi, preferenze, politiche, perseguire azioni e ottenere risultati che ci forniscano più o meno gradi di libertà. Perché le pratiche di produzione paritaria e le associazioni mutualistiche funzionanti operano in modi che sono ortogonali sia ai sistemi basati sul capitale sia a quelli basati sullo stato, essi offrono una nuova dimensione di sistemi disponibili. Non è necessariamente il vantaggio intrinseco di questi sistemi di essere istanze di libere associazioni che è critico; è la discontinuità tra questi sistemi e quelli che hanno tipizzato l'economia industriale — lo stato, le aziende e il sociale tradizionale. Il contributo decisivo di questi sistemi cooperativi è il fatto che offrono un grado di libertà, nel senso ingegneristico, nella progettazione di sistemi umani. La prima parte prenderà in considerazione diverse anarchie funzionanti o in via di sviluppo. Per ognuna di queste, esploro le due questioni: l'interno — sta riemergendo la gerarchia? e l'esterno — è il dominio coperto da questa pratica abbastanza significativo per offrire un grado di libertà a coloro che si affidano alle funzionalità offerte? Le utopie reali che osservo qui non sono perfette in alcuna delle due dimensioni. Internamente, la gerarchia e il potere riappaiono, in qualche misura e in alcuni progetti, anche se sono abbastanza diversi dalla gerarchia del governo o della organizzazione aziendale. Esternamente, ci sono alcuni successi spettacolari, alcuni fallimenti nel crescere e molti successi ambigui. Nel complesso l'esperienza presente non supporta né trionfalismo né disfattismo nel progetto utopico. Modelli di lavoro paritario funzionano e forniscono un grado di libertà nelle capacità che forniscono. Ma non c'è alcun percorso inesorabile in direzione di una maggiore libertà attraverso la collaborazione volontaria aperta. C'è una buon dose di incertezza e di improvvisazione. L'ultima parte dell'articolo suggerisce una teoria della libertà che sostiene l'importanza di anche questi sistemi paritari, ovviamente imperfetti e ancora con una copertura incompleta delle necessarie possibilità umane, e spiega perché vale la pena di continuare a costruire un maggior numero di successi spettacolari o moderati e tentare di colonizzare quanto più possibile il nostro mondo con le modalità mutualistiche della organizzazione sociale. Il mutualismo paritario non deve essere perfetto; ha bisogno semplicemente di offrire una nuova dimensione o una sufficiente diversità in come esso crea nuove istanze di funzionalità e trasmette potenza per offrire a noi, che abitiamo i sistemi che questi sistemi paritari perturbano, un grado di libertà.

Anarchie funzionanti

La caratteristica che definisce i sistemi paritari è il loro volontarismo; in particolare, l'assenza di potere coercitivo fondato in una relazione di delega dallo stato e sostenuto dall'idea socialmente condivisa di proprietà esclusiva. Sistemi basati sulla proprietà spesso si mostrano come un comportamento sostanzialmente volontario, ma sono in realtà basati su una delega del monopolio statale dell'uso della violenza asserito come legittimo e ampiamente rinforzato dalle opinioni socialmente diffuse di adeguate relazioni circa tale delega e autorizzazione (all'uso considerato legittimo della violenza). Dove il controllo di una risorsa dipende unicamente sul proprio potere di mantenerne il possesso, o dalla buona volontà e dalla cooperazione dei vicini, si tratta di possesso (controllo di una risorsa), non di proprietà. La caratteristica che definisce la proprietà è che essa sfrutta il potere dello stato di sostenere le decisioni del "proprietario" per quanto riguarda le risorse, anche quando in pratica la proprietà è rispettata grazie ad una convenzione sociale che solo raramente richiede interventi delegati al potere dello stato. Come "stato", intendo con Max Weber il monopolio dell'uso legittimo della forza, dove "legittimo" ha lo stesso significato che avrebbe nel positivismo giuridico: un fatto sociologico sul mondo, che stabilisce che osservatori competenti vedono questa violenza come "legittima", piuttosto che basato su una pretesa sostanziale di legittimità fondata su una moralità di concetto piuttosto che di fatto sociale. Osservatori pertinenti includerebbe un set di base di élite importanti (il cui giudizio collettivo è abitualmente persuasiva alla maggioranza significativa della popolazione) e una maggioranza di coloro che vivono sotto il potere dello stato. Per "anarchia funzionante" allora, o mutualismo, intendo le associazioni volontaristiche che non dipendono dalla potenza diretta o delegata dello stato e in particolare non dipendono dalla delega della forza legittima che assume una forma proprietaria; la "anarchia funzionante" è sostenuta da opinioni sociali condivise su come uno rispetta o si conforma alle pretese di proprietà di un altro.

I casi esemplari: Architettura di Internet, FOSS e Wikipedia

Per rendere l'esame meno astratto, descriverò la versione ideale della possibilità di reti paritarie ben funzionanti che siano volontaristiche, non coercitive, non gerarchiche e altresì produttive in domini che prima si pensava richiedessero, per funzionare, i governi e le imprese che operano con un chiaro (a) controllo proprietario, sostenuto dalla (b) forza coercitiva dello stato che (c) afferma la sua propria legittimità.

Internet Governance: Internet Engineering Task Force

I primi oggetti del termine "anarchia" come modello di lavoro in riferimento a Internet furono le sue proprie strutture di governance. Nel 1990 Dan Lynch ha descritto la Internet Activities Board per il la rivista dal nome fascinoso The Local Area Network Magazine:

  • "Il sistema è progettato in modo non non c'è nessun nodo di livello superiore. É una anarchia di progetto. Che ti dà alcuni problemi a livello operativo. Noi non siamo organizzati come una corporation. Siamo soli 12 ragazzi. Nessuno ci ha eletto. Noi ci siamo eletti. Nessuno ci deve obbedire. È pulito. Non siamo investiti di alcuna autorità formale. In questo sta una grande forza, veramente. Noi ci riusciamo, davvero." (Nota 1)

"Anarchia" come viene qui utilizzato include diversi componenti. In primo luogo, una mancanza di base all'accreditamento formale. In secondo luogo, la mancanza di potere formale sostenuto da alcun tipo di sanzione. Terzo, come effetto il successo nel mondo a guidare il comportamento degli altri e fissare standard e norme d'azione. E infine, che la mancanza di formalità — e la dipendenza dalla cooperazione volontaria e continua di tutti coloro che seguono lo standard — è la fonte della forza di questo tipo di approccio. Due anni più tardi, Carl Malamud raccolse il tema in un pezzo di opinione in Internetworking. Malamud apre con la dichiarazione, "La Internet Engineering Task Force ha una gloriosa storia di anarchia". Osservando la rapida crescita dell'IETF fino, all'epoca, a 600 membri, Malamud si chiede "Come preservare ancora l'anarchia positiva e l'impulso creativo dello IETF mantenendo il gruppo aperto a tutti? " (Nota 2). In quella stessa estate, David Clark notoriamente fornì l'ormai iconica autodescrizione dell'IETF: "respingiamo:re, presidenti e voto. Noi crediamo in: duro consenso e in programmi che girano" (Nota 3). Dal 1995, Wired aveva già una storia dettagliata sotto il titolo "Come l'Anarchia Funziona: le riprese con i Maestri del Metaverso, lo Internet Engineering Task Force." (Nota 4). Alcune caratteristiche dell'IETF contribuiscono a far capire come una anarchia possa funzionare. Non aveva alcuna autorità formale; le sue decisioni non erano sostenute da qualsiasi forza, legittimo o non; e non potevano essere applicate se non mediante l'adeguamento volontario di qualsiasi operatore di rete che voleva connettersi con qualunque altro che analogamente si adeguava volontariamente. Chiunque poteva entrare in IETF . I partecipanti non dovevano fornire credenziali di stato né rivendicazioni di diritti proprietari; né c'era alcun meccanismo che permettesse di convertire queste forme di accreditamento in una richiesta di, o in una influenza sopra, le decisioni collettive. È moderatamente interessante che 600 persone possano autogovernarsi senza alcuna fonte di potere formale, burocratico o proprietario. È molto più interessante che questo modello abbia governato un pubblico bene, Internet, che è la più important nuova infrastruttura globale sviluppata in mezzo secolo. A partire dal 2012, il sito Web dell'IETF dichiara:

  • Partecipare all'impegno dello IETF
    • IETF non è un'organizzazione di appartenenza (senza carte, senza debiti, strette di mano segrete :)
    • IETF è una grande comunità aperta internazionale di progettisti di rete, operatori, venditori e ricercatori interessati con l'evoluzione dell'architettura Internet e il buon funzionamento di Internet. È aperto a qualsiasi individuo interessato.
    • Il lavoro tecnico effettivo dello IETF è fatto nei suoi gruppi di lavoro. Per diventare un partecipante in IETF, basta diventare attivo in uno o più gruppi di lavoro chiedendo di essere aggiunto alla mailing list dei WG (Working Group).

Ci sono stati alcuni rari studi su IETF come processo sociale di organizzazione. (Nota 5) Durante la sua esistenza, sembra che lo IETF abbia in gran parte conservato la sua forma volontaristica, non gerarchica. In questo fornisce l'istanza originale e iniziale della Produzione Paritaria basata su Beni Comuni, CBPP. É facile immaginare tuttavia che non tutte le organizzazioni che definiscono gli standard che governano il modo in cui Internet è strutturato vadano come lo IETF. Il World Wide Web Consortium (W3C) è un'organizzazione formale. In linea di principio, il W3C è ancora "anarchico" nel senso che tecnicamente non è strutturato in un corpo unitario (incorporated come una corporazione del business), ma funziona sotto un accordo operativo tra tre istituti di ricerca negli Stati Uniti, in Europa, e in Giappone. L'iscrizione è aperta a qualsiasi organizzazione o individuo, con costo di iscrizione proporzionale alla dimensione dell'organizzazione. I gruppi di lavoro tecnico, dove le norme sono effettivamente sviluppate e inpostate, funzionano ancora sul modello IETF. La appartenenza o la quota di contribuzione non si traducono in questi gruppi in ulteriore potere sopra gli standard. Essi offrono comunque un posto a tavola. In confronto ad un corpo di impostazione di standard, nazionale o internazionale, il W3C non è certo un'impresa basata sullo stato. In confronto alla produzione di standard industriali, o alla produzione di standard de facto di mercato, il W3C non trasmette potere proprietario o organizzativo tramite standard largamente adottati che definiscono lo spazio di progettazione delle applicazioni che devono interagire con lo standard. Comunque, perché l'adesione è costosa e fornisce un posto a tavola, il W3C offre alcune opportunità di tradurre la proprietà in potere sullo standard e in questo senso è ulteriormente spostato verso il mercato lungo l'asse "non proprietario/mercato" rispetto a IETF. La principale caratteristica interna che lo distingue da IETF e dalle organizzazioni di costruzione di standard più basate sul mercato è che è costruito su una leadership carismatica: esso deriva la sua autorità iniziale e la sua funzione di coordinamento, come pure la sua resistenza alle influenze esterne, in larga misura dalla leadership carismatica del suo fondatore, Tim Berners Lee, che afferma la sua autorità sia come iniziatore del Web sia dalla sua insistenza, a differenza di altri, nel non incassare il suo investimento, ma piuttosto nel tradurre il suo ruolo nella storia delle origini in autorità morale e nella leadership derivante dal ruolo di amministrazione nel W3C. Lo Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (ICANN) è un terzo modello, distinto, di governance di Internet. La sua origine non è né anarchica, come lo IETF, né carismatica, come il W3C. La sua origine è uno sforzo per iniettare il potere sia del mercato che dello stato nella governance di Internet. ICANN è stato introdotto nel 1998 dall'amministrazione Clinton come soluzione a tre desideri distinti: primo, conformità alla ideologia della privatizzazione; secondo, preservare il controllo su Internet nelle mani degli Stati Uniti in mezzo a crescenti richieste di rendere internazionale la sua governance; e terzo, estendere la proprietà privata, in particolare assicurando che i nomi di dominio fossero più suscettibili al controllo dai proprietari di un marchio commerciale. L'amministrazione ha cercato di ottenere tutti e tre gli obiettivi trasferendo la gestione del DNS (Domain Name System) ad una società senza scopo di lucro di California. Questo ha "privatizzato" Internet in un senso molto particolare. In precedenza, la gestione dei nomi di dominio era basata su un modello accademico e professionalmente indipendente di ingegneria, con Jon Postel che faceva girare il DNS (Domain Name System) nell'ambito di contratti da parte del governo, ma senza alcun input reale e con una tradizione di libertà accademica (o, più probabilmente, di benigna negligenza). ICANN, dopo la morte di Postel, ha preso la gestione di questo sistema e lo ha dato ad una organizzazione senza fini di lucro, finanziata dalle quote di iscrizione e originariamente guidato dall'uomo di fiducia dell'amministrazione Clinton, Ira Magaziner. Io uso il termine "privatizzare" tra virgolette perché il sistema non era prima né (a) nelle mani di una burocrazia gestita dal governo, ma gestito da una struttura accademica di governance indipendente; né era dopo (b) nelle mani di un'organizzazione che rispondesse direttamente al mercato. L'amministrazione statunitense ha usato comunque la parola "privatizzazione" come un marchio per quello che in effetti era un tentativo di affermare un certo controllo del governo degli Stati Uniti su ciò che era stato totalmente indipendente prima; e come un modo di inquadrare il tentativo per escludere che altri governi ne riaffermassero il controllo cioè come tentativo di mantenere tutti gli altri governi fuori dalla attività di regolazione di Internet. Infine, l'insieme dei membri del board e il set iniziale di attività di ICANN suggeriscono che lo scopo fondamentale dell'organizzazione era quello di sviluppare un controllo dei domini (nomi di dominio) internet e un sistema di arbitrato tali da assicurare i proprietari di marchi commerciali che erano stati troppo lenti a capire l'importanza di Internet e che quindi non avevano registrato i loro domini nella forma www.lamiaimpresa.com, garantendo loro una procedura tramite la quale riprendersi il nome di dominio strappandolo a chiunque lo avesse registrato. La giustizia o la saggezza di questa misura è stata dibattuta ampiamente nella letteratura giuridica; non è questo il punto ora. Piuttosto, il punto è che ICANN è venuto al mondo come un intervento del governo, sia per proteggere il ruolo del governo degli Stati Uniti e a tutelare gli interessi proprietari dei possessori di marchi famosi. Al fine di mantenere il controllo, mantenendo allo stesso tempo una sorta di legittimità in un contesto sociale che aveva già sperimentato e valorizzato modelli mutualistici, l'amministrazione ha strutturato il suo intervento come un'organizzazione della società civile. Nonostante le sue origini come tentativo di esercitare un controllo, questa impostazione era così opposta sia all'idea di un controllo governativo sulla fornitura di un bene pubblico fondamentale — l'indirizzamento dei siti Internet — sia all'idea che ciò che dovrebbe sostituire il governo debba essere una società a scopo di lucro, anche se il suo compito era quello di consentire a società for-profit di prosperare nel commercio delle registrazioni di nomi di dominio. Nella decade e mezzo sinora, ICANN è stato un concentrato di molti elementi, lotta di potere, ambizioni di governance democratica globale di Internet e molte critiche per la mancanza di trasparenza e di rappresentanza - sia per gli utenti Internet piuttosto che per il governo degli Stati Uniti o gli interessi delle corporation; e per gli interessi governativi non degli Stati Uniti. Ora sta al centro di un rinnovato e rinvigorito dibattito sulla questione se l'organizzazione delle Nazioni Unite, l'International Telecommunication Union (ITU), dovrebbe assumere le sue funzioni. Il punto non è che la governance di Internet sia una felice cyber-utopia. Quando gli utenti cinesi tentano di raggiungere siti vietati dal loro governo, è il loro governo, non lo IETF, che esercita il potere. Quando gli utenti di Facebook o Google trovano i loro termini di servizio cambiati, e non possono dire nulla in proposito, sono governati da attori di mercato che implementano la loro potenza proprietaria. Ma tutti questi attori, statali o imprese private, sono a loro volta vincolati dall'infrastruttura sottostante della rete; e questa infrastruttura sottostante è relativamente aperta e relativamente più difficile da rendere prigioniera rispetto alle reti che le emittenti o le aziende telefoniche hanno costruito, perché è stata costruita e continua ad essere guidata da una rete a maglie larghe, auto oranizzata, di smanettoni esperti, i cui valori, interessi e preoccupazioni sono ortogonali a quelli dei governi o delle società che desiderano controllare l'azione e l'esperienza in rete. Queste sono le due dimensioni lungo le quali questi standard Internet e queste strutture di governance forniscono istanze di anarchie pratiche. Internamente, questi modelli di governance, progressivamente dall'IETF fino al W3C e per non essere da meno ICANN, operano come associazioni volontarie non mediate da un potere burocratico accreditato dallo stato, né da pretese proprietarie supportate dallo stato. Esternamente, esse costruiscono i blocchi principali di infrastruttura pubblica o di fornitura di beni pubblici o altrimenti compiono le funzioni che nell'economia industriale sarebbero state fornite in termini che prevedono o un potere burocratico o un potere di proprietà privata; ma sono forniti invece con termini che spostano qualche potere verso gli attori di queste associazioni non statali, non proprietarie e che, forse, in realtà diffondono potenza alle azioni e relazioni che si basano sulle loro possibilità e vincoli.

Software Libero e Open Source (FOSS)

Programmi di software libero e open source rappresentano circa i tre quarti dei server web, il software in esecuzione su un server che risponde alle richieste dei client (Apache; nginx); oltre il 70 per cento dei web browser (Firefox, Chrome); linguaggi di programmazione lato server (PHP da solo è supera la quota del 75 per cento); sistemi di gestione dei contenuti (Wordpress, Joomla e Drupal sono leggermente più del 70 per cento dei server); fino alla gestione di magazzino delle imprese o software statistico come R. La vastità della dipendenza della nostra economia di informazioni in rete dal software libero è sconcertante. Inoltre, FOSS è diventato una parte fondamentale della strategia delle imprese; poco meno del 40 per cento delle imprese impegnate nello sviluppo software riferiscono di dedicare tempo allo sviluppo e ai contributi al software FOSS. (Nota 6) La caratteristica fondamentale che definisce FOSS è l'abiura del controllo proprietario esclusivo del software di cui uno ha il copyright. (Nota 7) Di base, con la presente legge sul copyright qualsiasi cosa sia scritta entra nel mondo della proprietà. Negli Stati Uniti il copyright viene applicato ad ogni scrittura, non prodotta da un dipendente del governo degli Stati Uniti, purché dotato di una scintilla di creatività. Una lista della spesa avrà il suo copyright. (Anche se un elenco in ordine alfabetico di tutti gli abbonati telefonici e dei loro numeri di telefono è troppo funzionalmente determinato per qualificarsi come copyright). Il software è nato come proprietà secondo la legge esistente nella maggior parte dei paesi, compresi tutti i principali centri economici globali. Quello che fa FOSS è allegare una licenza per il software che permette a chiunque riceva il software di utilizzare il software, ridistribuirlo agli altri, studiare il "codice sorgente" (la forma più prontamente utile ai programmatori umani che vogliono capire e lavorare con il programma) e di fare e distribuire modifiche ai programmi. Ci sono varianti importanti, soprattutto una gamma di disposizioni "copyleft" volti ad assicurare che coloro che prendono dai beni comuni possano modificare, ridistribuire le loro modifiche e condividere le proprie aggiunte alle stesse condizioni in cui hanno ricevuto l'originale. I dettagli di questi accordi sono importanti. Ci sono state sia guerre di religione sia controversie pratiche all'interno della comunità FOSS sopra i copyleft, la sua giustificabilità in generale e le forme specifiche che dovrebbe prendere; e ci sono stati estesi dibattiti pratici intorno all'introduzione della General Public License (GPL) 3.0, che cerca di sfruttare l' approccio copyleft più ambiziosamente di quanto avesse fatto GPL 2.0 (GPL, originariamente scritta da Richard Stallman è la licenza più ampiamente usata e l'antenato intellettuale del software libero.) Ci sono importanti ragioni funzionali per adottare il copyleft, ma il fondamento della gestione delle licenze del software libero open source non dipende dall'adottare una disposizione di copyleft. Anche i più devoti aderenti della saggezza, importanza e giustizia di includere disposizioni copyleft in licenze FOSS accettano la licenza Berkeley Software Development (BSD), che non include disposizioni copyleft, come il software libero. La caratteristica che definisce il FOSS non è il requisito della condivisione all'indietro delle modifiche fatte; consiste nell'abiura dell'esclusività che la legge sul copyright, che domina lo sfondo, concede all'autore del software dal momento in cui che il software è scritto. Perché FOSS è un comportamento non statale, e poiché la caratteristica che lo definisce comporta il rifiuto del controllo esclusivo che fornisce il diritto di proprietà del contesto ufficiale, lo sviluppo di software FOSS è una perfetta istanza di mutualismo paritario. È organizzato in un modello che non dipende dall'autorità dello stato, che sia direttamente burocratica o delegata tramite proprietà. I Copyleft in particolare dipendono dal potere statale, perché sono un'asserzione di copyright contro terze parti che modificano e distribuiscono il software, ma utilizzano i diritti di proprietà delegati dallo stato per mantenere il copyright delegato dallo stato nelle mani di altri che sono utilizzati come produttori congiunti nel progetto di sviluppo FOSS. Se serve semplicemente come difesa del perimetro del progetto contro chi vorrebbe appropriarsene dei suoi prodotti escludendone gli altri, o come un principio organizzativo interno dipende se uno vede il ruolo di copyleft come assicurazione che i contributori al progetto non sgarrano in manacnza di copyleft, o se semplicemente c'è da assicurarsi che gli estranei al progetto non lo fanno fallire prendendone i prodotti, estendendoli e appropriandosi del suo valore minando la continuazione del progetto aperto convogliando utenti e risorse verso lo sviluppo di una versione chiusa. Entrambe le interpretazioni sono plausibili. Un'altra dimensione di molti, ma non della maggior parte, dei progetti FOSS è che essi comportano la collaborazione tra un numero significativo di individui, a volte (raramente) migliaia, ancora senza la presenza del potere dello stato o della proprietà privata. Questo è ampiamente riconosciuto nella Comunità di sviluppo del kernel Linux, migliaia di sviluppatori che lavorano sul nucleo del sistema operativo FOSS, ma è anche altamente visibile nelle comunità che lavorano su distribuzioni come Debian, server quali Apache, o progetti specifici, come il pacchetto statistico R. Discussioni sopra FOSS, particolarmente nei progetti più grandi, tendono a concentrarsi sulla questione se sono davvero non gerarchici, o davvero non orientati al mercato. In particolare, il ruolo importante di leadership carismatica dei fondatori, come Linus Torvalds per la Comunità di sviluppo del kernel Linux, o la creazione di fondazioni, come Apache o Mozilla, che sostengono le Comunità di sviluppo, sono offerti come l'evidenza che quando questi progetti si sviluppano in scala richiedono una maggiore formalizzazione e più chiare linee di leadership. Nel cercare di capire davvero quanto diffuso sia il potere in queste imprese, queste critiche sono importanti. Per cercare di capire se FOSS rappresenta davvero una forma anarchica — una che non si basa sul potere statale, attraverso una regolazione diretta o con pretese di proprietà sostenute dallo stato — oppure no. Che le associazioni di volontariato di sviluppatori siano in grado di risolvere i loro problemi di azione collettiva senza ricadere sul potere basato sullo stato è la caratteristica critica di definizione. Se questo fa una differenza morale secondo una prospettiva che valuta le relazioni umane in base al fatto che il potere sia meno concentrato, asimmetrico, o pervasivo, dipende d'altra parte dalle dinamiche di potere interne in queste organizzazioni, dalla relativa facilità di spostamento dentro e fuori di loro, e dal loro effetto sui vincoli creati dal software le cui funzionalità vanno a sostituire. Esternamente, il software libero fornisce chiaramente uscite che offrono un grado di libertà per gli utenti che non vogliono i vincoli che i produttori di software proprietario desiderano incorporare nei loro prodotti. Si tratti di plugin per Firefox o meccanismi per aggirare la crittografia intesa a limitare ciò che gli utenti possono fare con il loro software o i materiali digitali; o che si tratti della maggiore flessibilità di Android, FOSS ha fornito piattaforme per gli utenti che non accettano le forme prestabilite, o non scelgono di adottare il modello Apple di avere tutto bello e lavorare bene all'interno di un universo definito, ma solo nei termini di quella corporation. Se la proprietà è infatti necessaria per la difesa del bene comune dipende se uno dà risalto all'importanza di copyleft o no. Copyleft sfrutta il copyright e i brevetti che gli sviluppatori hanno nel software che scrivono per fornire una difesa comune contro free rider (chi se ne approfitta). Infatti, GPL 3.0 ha cercato di estendere tale difesa comune e inizia a offrire meccanismi per moderare l'effetto negativo dei brevetti sul software di sviluppo. D'altra parte, software di importanza strategica, come Apache e PHP, non sono distribuiti sotto una qualsiasi versione della GPL, ma piuttosto sotto licenze che non prevedono disposizioni copyleft (anche se ci sono alcune versioni miste). Quei progetti sono infatti indipendenti del potere statale, anche per quanto riguarda la difesa comune. Progetti come GNU, Linux, ecc., che utilizzano la licenza GPL, come minimo dipendono dal controllo proprietario per tale funzione di difesa del bene comune contro gli attori esterni che stanno tentando di utilizzare diritti di proprietà per escludere gli altri dai prodotti che incorporano le modifiche del software GPL originale. Più preoccupante è la questione se questi progetti, che incorporano i contributi degli ingegneri il cui lavoro quotidiano è di contribuire a questi progetti, dipendono da copyleft per gestire i contributi interni ed evitare comportamenti anomali dei contributori. GPL 3.0, più chiaramente, contiene una disposizione di brevetto che ritira le licenze di brevetto a qualsiasi parte che entri in un accordo di licenza esclusiva per brevetti di qualcun altro. Tale disposizione risponde chiaramente ad un accordo separato di brevetto che Novell, come distributore di SUSE Linux, aveva realizzato con Microsoft, dando a chi usa la sua distribuzione (SUSE Linux) la immunità dai brevetti Microsoft. Qui abbiamo un"insider", una società che contribuisce a Linux e offre una distribuzione, entrando comunque in un affare che dà un vantaggio proprietario sulle distribuzioni concorrenti, almeno nel mercato business. In risposta, il GPL 3.0 include una clausola che dà efficacemente a qualsiasi tale licenziatario una scelta tra (a) insistere sul fatto che qualsiasi licenza che ottiene è disponibile a tutti gli utenti del software libero per il quale sta acquisendo la licenza; (b) astenersi dalla licenza; o (c) cessare la distribuzione del suo software. Se la politica interna di collaborazione, in particolare come le imprese commerciali partecipano maggiormente nello sviluppo di FOSS, sta infatti emergendo come una funzione importante del GPL, allora la necessità della proprietà riemerge e si allontana la possibilità di un puro volontariato anche all'interno del progetto. Il successo di Apache, PHP, che includono anche i contributi di aziende e dei loro dipendenti, e Firefox suggerisce che il GPL funzioni infatti innanzitutto come difesa perimetrale comune. Tuttavia, GPL 3.0 suggerisce che, almeno in parte, essa funziona anche nel modello di gestione per i più grandi progetti che includono contributi combinati da volontari estranei al mercato e da organizzazioni di mercato. Internamente, la maturazione di progetti FOSS solleva alcune domande per quanto riguarda il limite a cui la gerarchia e il potere riemergono nella comunità di sviluppo di FOSS, in modo tale che in pratica il modello cambia semplicemente chi ha il potere, utilizzando vettori istituzionali o organizzativi, piuttosto che la diffusione del potere. Un rischio evidente è che, come aumenta la proporzione del codice scritto dagli sviluppatori che lavorano su FOSS projects a tempo pieno e quotidianamente, la gerarchia dell'organizzazione standard soppianterà il modello distribuito di sviluppo originale di FOSS. Questo può essere il caso di progetti sotto una licenza FOSS, ma che sono radicati in un progetto aziendale e in larga misura funzionano come progetti di sviluppo interno, come Google Chrome. La maggior parte della ricerca sulle imprese che contribuiscono ai progetti FOSS, tuttavia, suggerisce che c'è una netta separazione tra il pagare chi lavora quotidianamente al progetto e l'autorità per dirigere il lavoro di contributo al progetto. Il lavoro di Karim Lakhani, Siobahn O'Mahoney, o Evangelina Berdou hanno tutti descritto che quando un'azienda assume un software engineer per lavorare in modo specifico su un progetto di software libero, l'azienda non controlla realmente cosa farà l'ingegnere nel progetto, e certamente non come il progetto utilizzerà il lavoro dei suoi dipendenti. Come Berdou riporta nei suoi studi sul progetto GNOME, i suoi intervistati tutti notarono quanto fosse difficile a volte per le imprese di adeguarsi alle consuetudini della Comunità, ma come questo fosse necessario. Doc Searls, da Linux Journal, cita una spiegazione da uno degli sviluppatori leader del kernel Linux, Andrew Morton. Morton descrive un ipotetico dinamica in cui IBM, ad esempio, andrebbe da uno dei suoi impiegati per dirgli "abbiamo bisogno di questo nel kernel". L'ingegnere non dirà "gli sviluppatori del kernel non lo accetteranno", ma dirà "questo non lo accetteremo; dev'essere buono per il kernel" In altre parole, aziende che pagano i loro dipendenti per partecipare a progetti di software libero e open source hanno da rinunciare ad un significativo grado di controllo sulle azioni e i contributi dei loro dipendenti al progetto. In caso contrario, i dipendenti perdono interesse, ma forse più importante, perdere il loro posto sociale nel processo di sviluppo. Questo è ancora più pronunciato per gli ingegneri che sono stati assunti in una ditta proprio perché avevano stretti legami con la Comunità di sviluppo, al fine di servire da collegamento di sorta. L'autenticità della partecipazione degli ingegneri al progetto è necessaria perchè valga la pena allacciare il rapporto di lavoro che il datore di lavoro paga, e tale autenticità, a sua volta, richiede che la ditta rilasci il controllo sopra il dipendente a livelli normalmente impensabili nelle relazioni di lavoro più comuni. Il pagamento di un salario è significativamente almeno separato dall'autorità che controlla il lavoro. Un'altra minaccia non proviene dalla incursione delle corporation, ma dalla dinamica interna delle Comunità che iniziano in modo non gerarchico, una minaccia che deriva dalla cosiddetta legge di ferro della oligarchia (di Robert Michels). (Nota 8) Lavori di Chris Kelty sul kernel di Linux e su Apache; (Nota 9) e le analisi dettagliate della comunità Debian di Gabriella Coleman (Nota 10) e Siobhan O'Mahoney e Fabrizio Ferraro (Nota 11) delineano sia la plausibilità del rischio e come esso è mediato attraverso più modalità, che si sovrappongono, di autogoverno collettivo; un impegno per il dibattito e la discussione; una pratica di quadri normativi condivisi; e di resistenza, sovversione ironica e collaborazione. Coleman si basa sulla jurisgenesis di Cover per parlare di autocreazione di spazio normativo attraverso la pratica [Nota di ortosociale: l'enfasi nel testo è di ortosociale, per sottolineare che questo principio di autoproduzione di norme attraverso la pratica di relazione sociale smentisce i fondamenti della sociologia mainstream, secondo cui le norme sono sempre e comunque imposte dall'alto o da una astratta società preesistente all'individuo considerato come atomo privo di autonomia], mentre Kelty si riferisce a "pubblici ricorsivi"; entrambi delineano un processo che ha al suo centro un'etica del "consenso rude e programmi che girano" [rough consensus and running code] che abbiamo già visto in IETF e che vedremo di nuovo guardando la governance di Wikipedia. O'Mahoney e Ferraro si basano su un inquadramento più tradizionale di burocrazia e democrazia. Al di là di questi, diversi elementi diventano molto chiari. In primo luogo, contro la logica dell'attuale momento postmoderno in cui si sviluppano queste pratiche, c'è un senso condiviso di merito, o qualità, o un obiettivo condiviso tra i partecipanti e suscettibile di ragionamento, dimostrazione, test e consenso. Ciò diventa più difficile in Wikipédia intorno il punto di vista neutrale (NPOV, Neutral Point Of View) rispetto alla non affidabilità o al definitivo fallimento del codice; ma fondamentalmente riflette il senso condiviso dell'esistenza di una possibilità di accettazione condivisa nonostante profondi disaccordi e un impegno a dibattere per tutto il tempo necessario per raggiungere qualcosa di simile al consenso [Nota di ortosociale: è il rough consensus di IETF. La differenza con processi decisionali meccanici come una votazione a maggioranza sta nel processo costruttivo di nuove relazioni sociali e di sviluppo cognitivo condiviso che portano alla fine al consenso, che è sì un punto di arrivo ma anche una solida base di partenza per ulteriori progressi sociali, sia pratici che cognitivi]. Questo è alla base sia del ruolo che lo sforzo individuale meritocratico fornisce agli individui alimentando il loro potere nei loro angoli particolari dei progetti condivisi sia i mezzi per sfidare questa meritocrazia — non semplicemente con il voto, ma con un lungo dibattito basato su argomenti e prove [Nota di ortosociale: si tratta di un processo sociale di relazione tra individui sia teorico, nella trattazione degli argomenti a favore o contro, sia eminentemente pratico grazie alle prove contestuali che sostanziano la costruzione del consenso]. Meritocrazia, quindi e la capacità di guadagnare una autorità parziale, locale, sopra gli aspetti dello sforzo collettivo su cui uno ha dedicato uno sforzo ampio ed efficace è il secondo componente di creazione e di diffusione di potere [Nota di ortosociale: o di "potenza"]. La forma più visibile di gerarchia è il ruolo relativo che i fondatori carismatici di alcuni di questi progetti hanno in queste comunità — come Linus Torvalds nella comunità di sviluppo del kernel; e proprio la sua visibilità chiarisce anche che la possibilità di sfidare questa autorità, con storie ripetute in "Rebel Code" sia da Kelty sia da Glynn Moody, che descrive casi in cui le sfide all'autorità di Torvalds hanno provocato una più ampia distribuzione della capacità di definire il codice e di integrarlo nel kernel. In Debian, Coleman descrive come la continua evocazione di TINC (non c'è nessuna cabala, There Is No Cabala)) e l'umorismo nero circa la presenza di una cabala sono utilizzati come tecnica culturale continua per rendere visibile l'esistenza di una élite meritocratica, sottolineare il rischio che esso pone alla Comunità e riaffermare l'impegno congiunto che a quella elite non può essere permesso di governare in modo incontrollato senza continue critiche da parte della Comunità. O'Mahoney e Ferraro, al contrario, enfatizzano la natura formale della costituzione di Debian e le elezioni per i suoi ruoli. Debian è abbastanza chiaramente la comunità FOSS con il set più evidente e più formale di regole, di elezioni per ruoli organizzativi,ecc. Qui, la regola maggioritaria può offrire una via d'uscita dalle situazioni di stallo dove non emerga alcun consenso; ma è visto con scetticismo e usato con parsimonia eccetto nel contesto di eleggere la leadership, che a sua volta si impegna nel coordinamento, non nell'esercizio dell'autorità. L'enfasi sul consenso quando si vota su questioni tecniche sono al palo, come pure i cambiamenti organizzativi di base, sottolinea che votare è fondamentalmente un metodo per tagliar fuori la discussione; è un'ammissione di fallimento nel raggiungere un rude consenso (rough consensus), fallimento della persuasione. A questo proposito, un rude consenso è una piattaforma forte per la discussione perché diffonde il potere, dove l'unanimità e la regola rigorosa della maggioranza minano la costruzione di una discussione ragionata basata sulla condivisione di modelli, osservazioni e ipotesi. Una recensione completa di tutta la gamma delle strutture di governance dei progetti FOSS è ben oltre la portata di questo articolo. La gamma è ampia, da progetti più o meno privi di struttura come KDE (una delle due interfacce grafiche principali per Linux), attraverso tutta la gamma di progetti che hanno un "benevolo dittatore a vita" come Drupal, Ubuntu o il kernel Linux stesso, seppure essi stessi con una gamma di potere variabile, da quello relativamente raro e minimale (Drupal) a quello abbastanza sostanziale (kernel Linux) o a quello abbastanza legalistico di Debian. Tecnicamente, il potere della Comunità sopra qualsiasi cabala è stato aumentato significativamente tramite il passaggio a Git come il sistema di controllo di versione dominante [Nota di ortosociale: Git è uno dei sistemi di controllo delle versioni, il software attraverso il quale si controllano tutti gli sviluppi e le modifiche del progetto]. GitHub ora ospita oltre la metà di tutti i progetti che utilizzano solo Git; SourceForge supporta anche Git, anche se non esclusivamente. Questo cambiamento tecnico ha reso enormemente più facili il "forking" [Nota di ortosociale: la biforcazione di un progetto in due progetti paralleli che procedono separatamente] e la "versione" [Nota di ortosociale: l'uso indipendente di una versione precedente del progetto], i due limiti estremi della potenza di qualsiasi cabala. Vecchi sistemi, come CVS o Subversion, avevano depositi del software centralizzati, che, a loro volta, potevano essere utilizzati da un'autorità centralizzata per esercitare un qualche potere in una comunità. Usare Git, vuol dire che ogni sviluppatore ospita la propria copia, ed è il sistema quindi che integra e traccia nel tempo le varie versioni e spedizioni al deposito centrale. In pratica, questo ha notevolmente abbassato la soglia che consente a chi contribisce di prendere decisioni autonome e di implementarle, in modo che l'emergere di approcci divergenti diventi più facile. Di conseguenza, l'infrastruttura tecnica come si sviluppa supporta modelli più distribuiti e fornisce percorsi più facili per sfidare l'oligarchia dove essa emerge, in modo particolare l'oligarchia che si appropria del potere piuttosto che continuare a impegnarsi nel servizio alla comunità e nel dibattito. In definitiva, FOSS, il set più maturo e complesso delle Comunità di produzione paritaria, sembra avere sviluppato una gamma di soluzioni per evitare l'ossificazione interna del potere. Queste implicano un impegno forte, diffuso, al dibattito ed al ragionamento, piuttosto che l'uso di una pura autorità carismatica o organizzativa, da un lato, o dell'uso del voto, dall'altro. Inoltre, meritocrazia e impegno, quantità e qualità dei contributi — sia come lavoro tecnico o organizzativo di manutenzione della comunità — forniscono fonti significative di relativo potere nella Comunità, consentendo in tal modo alcune localizzazioni di governance all'interno di vari settori di attività dei progetti. Alcune comunità hanno ancora fondatori con forte ruolo carismatico; altri no e, anzi, con Debian, esplicitamente riciclano le leadership. Mentre i dettagli istituzionali sono diversi, l'osservazione di base sembra costante — le prime preoccupazioni che FOSS sarebbe stato cooptato nel controllo delle corporazioni nel momento in cui le imprese cominciarono ad assumere degli sviluppatori per partecipare ai progetti FOSS non si sono materializzate, e nemmeno si sono concretizzate le previsioni che i progetti FOSS, quanto fossero cresciuti e maturati, avrebbero replicato le strutture burocratiche delle aziende o degli enti governativi. Una forte etica condivisa e una narrativa di individualismo e di autonomia, di partecipazione egualitaria, e di sospetto sul potere, si sono combinate con diffuse pratiche culturali/sociali e con piattaforme di collaborazione tecnica creando istanze di progetti che hanno reso le comunità di produzione paritaria stabili sistemi mutualistici di autogoverno con potere relativamente diffuso e sostanziali percorsi per resistere al potere e sfidare l'autorità qualora questi si affermassero all'interno di una comunità, sostituendo il dibattito e le diffuse pratiche culturali e sociali di persuasione e di volontariato. Il punto per i nostri scopi qui è che FOSS fornisce un esempio preciso di produzione su larga scala, a livello globale di società e di economia, che si basa su un modello nè proprietario nè statale, e che molti, anche se non tutti, i progetti FOSS presentano anche caratteristiche di potere relativamente diffuso e non gerarchico delle relazioni all'interno delle associazioni volontarie che compongono i progetti. Inoltre, è l'esempio di un dominio in cui questo modello di produzione ha sfidato con successo, ha gareggiato con, battuto o almeno eguagliato un modello proprietario di produzione. [Nota di ortosociale: l'enfasi è nostra per l'eccezionale importanza pratica, alla prova dei fatti, di questo commento di Yochai Benkler sulla efficienza/efficacia del software libero open source] In tal modo, questi prodotti hanno, a loro volta, fornito maggiori gradi di libertà per gli altri che volevano aggirare i vincoli che le piattaforme avevano introdotto. Firefox [Nota di ortosociale: un browser FOSS analogo nelle funzioni al browser proprietario Explorer di Windows], un progetto della Comunità di sviluppo di Mozilla e Mozilla Foundation, fornisce una maggiore flessibilità per sviluppare ulteriori estensioni rispetto ai browser proprietari. Gli utenti hanno sviluppato una gamma di estensioni che a loro volta hanno utilizzato l'apertura di questa piattaforma per perseguire i propri obiettivi, come bloccare le pubblicità indesiderate, permettendo agli utenti di tenere traccia di chi li traccia quando sono online al fine pubblicitario di studiarne il comportamento, o salvare lo streaming di media da utilizzare quando non siete online. Mentre alcune di queste funzionalità sono state successivamente copiate nei browser proprietari, non tutti lo hanno fatto. Inoltre, i provider proprietari spesso integrano i loro prodotti per renderre l'uno dipendente dall'altro; Apple è famosa per questo, ma anche Microsoft ha costruito molte versioni di Internet Explorer che sono state ottimizzate per la versione più recente del suo sistema operativo, e Firefox è stato spesso la migliore opzione per gli utenti che volevano un browser più recente, ma non volevano comprare un sistema operativo più recente o installare un nuovo elemento che Microsoft aveva sviluppato. Il punto è che Firefox è costruito da e per una comunità di utenti che cercano un maggiore controllo sulla propria esperienza di navigazione Web . Nel processo, essi creano una pratica alternativa ai modelli proprietari e una forza per spingere i fornitori proprietari ad offrire funzionalità simili per mantenere i loro utenti [Nota di ortosociale: quindi il grado di libertà del FOSS si propaga dai produttori paritari FOSS agli utenti].

Wikipedia

L'altro grande successo della produzione paritaria è stato Wikipedia. Quando nel 2001 Jimmy Wales mise insieme 900 mozziconi di computer su una piattaforma, permettendo a chiunque di scrivere o modificare il testo, ma senza aver pagato nessuno per farlo, chiunque avesse predetto che questa sarebbe diventato la raccolta di conoscenza più importante del mondo avrebbe fatto scappare la gente per ridere di nascosto. E wikipedia ancora si muove. Studi comparativi nel corso degli anni hanno trovato Wikipedia fondamentalmente di qualità ragionevole: imperfetta, ma non più di altre enciclopedie, tra cui la misura degli standard, la Ecyclopedia Britannica. Nel corso del tempo, studi orientati in particolare verso le voci scientifiche trovano Wikipedia affidabile. Lo studio del National Cancer Institute (NCI) nel 2010 è stato un esempio particolarmente potente, che dimostra che le voci di Wikipedia su vari tumori comuni sono state trovate di precisione equivalente, anche se meno facili e leggibili, delle spiegazioni per i pazienti prodotte professionalmente da NCI stesso. L'influenza culturale di wikipedia è enorme. È uno dei siti più visitati in rete; e continua ad essere modificato da migliaia di volontari che gestiscono i loro affari internamente senza contratti, proprietà o fiat (così deve essere) di stato. Wikipedia è l'istanza di autogoverno più complessa e di maggior successo che si abbia in rete e molto probabilmente ovunque. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra]. Per la metà decade passata all'incirca, al momento, il numero di editori che hanno contribuito a più di cinque modifiche al mese a Wikipedia in tutte le lingue ha oscillatoato tra 75.000 e 85.000 e il numero di editori che hanno contribuito più di 100 modifiche al mese ha galleggiato tra 10,5 e 11,5 mila; Wikipedia inglese ha circa da un terzo al 40 per cento di quei numeri, rispettivamente. Ad ogni modo, questo è un gran numero di contributori attivi che sono gestiti in un sistema complesso, non ben definito di elementi in sovrapposizione tra loro, nessuno dei quali rientra in un preciso ben definito modello di governance. Come dice Jimmy Wales, "Wikipedia non è un'anarchia, anche se ha caratteristiche anarchiche. Wikipedia non è una democrazia, anche se ha caratteristiche democratiche. Wikipedia non è un'aristocrazia, anche se ha caratteristiche aristocratiche. Wikipedia non è una monarchia, anche se ha caratteristiche monarchiche. (Nota 13). Un'analisi particolarmente penetrante di questo insieme di caratteristiche sovrapposte è sviluppata in tre capitoli di Joseph Reagle,Good Faith Collaboration (collaborazione in buona fede), e i pochi paragrafi successivi si basano sul suo lavoro, (Nota 14), anche se il lavoro sulla governance di Wikipedia è ampio, e una parte notevole di esso è più critica di uno o molti aspetti dei processi e delle pratiche di governance della Comunità. (Nota 15). Affrontare la critica dettagliata richiederà un lavoro successivo; per ora, assumo l'obiettivo di delineare un progetto outopico reale qui come licenza per riconoscere come una sfida per il futuro la critica significativa e dettagliata che determini l'aspetto "reale" del progetto "utopia reale", per seguire qui comunque nel frattempo la caratterizzazione più utopistica. [Nota di Ortosociale: vuol dire che la "utopia reale" verrà vista meglio in futuro nel suo aspetto "reale" e che per ora prevale l'analisi della "utopia" in quanto tale]. A causa della sua complessità, visibilità pubblica e grande vastità, Wikipedia offre la più completa visuale delle possibilità e dei limiti del mutualismo, o anarchia pratica, come forma organizzativa. Mentre chiaramente non è una tecnologia perfetta di autogoverno, è in grado di offrire un notevola prova di possibilità di esistenza della fattibilità di arrivare a notevoli dimensioni e ad una influenza globale senza perdere le caratteristiche essenziali di una comunità collaborativa in cui il potere è diffuso e dipende dalla interazione umana e sociale piuttosto che da forme istituzionalizzate di potere — siano esse ancorate nella coercizione diretta dello stato o delegate tramite la proprietà. Fondamentale per ogni processo sociale o azione collettiva che non disponga di un ben definito modello di governance è il rischio che emerga qualche forma di oligarchia che afferri ed eserciti il potere. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra]. Che si tratti del sorgere dei signori feudali in risposta al declino dell'impero nel Medio Evo o dei signori della guerra Somali oggi; che si tratti della legge di ferro della oligarchia di Robert Michel (Nota 16) o della situazione delineata da Mitch Kapor: "All'interno di ogni "anarchia funzionante", c'è una rete di "vecchi amici che si aiutano tra loro" [Nota di Ortosociale: nell'originale "old-boy network" che sta per "Un informale, esclusivo sistema di assistenza reciproca e di amicizia attraverso il quale gli uomini appartenenti ad un determinato gruppo, come ad esempio gli alunni di una scuola, si scambiano favori e connessioni, in politica o negli affari", oppure "Una rete attraverso la quale gli uomini di una stessa professione, classe sociale, scuola, affiliazione, o simili aiutano l'un l'altro nel mondo degli affari, della politica, ecc".], (Nota 17),la struttura ordina il potere e la mancanza di struttura invita ad afferrare il potere. La soluzione di wikipedia è il modello base dell'idea di gradi di libertà. Evita qualsiasi singolo modello ottimizzato e crea percorsi alternativi per risolvere le controversie, nessuno dei quali è necessariamente determinativo e tutti scorrono l'uno dentro e attraverso l'altro. E funziona. La base fondamentalmente anarchica su cui è costruita Wikipedia è la sua apertura: chiunque può modificare, che sia registrato o no; e chiunque, in qualsiasi forma, può seguire la regola di "Ignorare tutte le regole" per poi usare la discussionee e il ragionamento con gli altri per cercare di giustificare la sua azione. Gli elementi di questo aspetto sono:

Apertura, via adozione di beni comuni e licenze open source

La Comunità rifugge dal diritto proprietario legale di controllare il testo adottando in primo luogo la GNU FDL e quindi la licenza Creative Commons. Questo disarmo legale unilaterale imposta la fondazione di una autorganizzazione anarchica: non c'è nessuna persona o organizzazione che sostiene o asserisce di avere il controllo legale. Infatti l'adozione di un modello basato sui beni comuni imposta un verifica definitiva su possibili eccessi di controllo, in quanto qualsiasi gruppo di contributori esclusi può sempre creare un fork [Nota di Ortosociale: un ramo paralalleo del progetto, in questo caso wikipedia], prendere l'intero progetto aggiornato e creare il proprio clone che poi possono continuare a sviluppare secondo le proprie decisioni. Questo permette ad entrambi sia l'autonomia personale nell'agire sui testi condivisi sia l'indipendenza collettiva di allontanarsi da un progetto la cui governance è ossificata.

Trasparenza

Decisioni, processi, regole e ragioni sono tutti pubblici e disponibili per lettura, critica e revisione.

Non discriminazione

Non non c'è nessun status privilegiato o di outsider che possa surclassare i meriti di un argomento o di un processo.

Discorso e consenso

Una serie di pratiche enfatizza la discussione, persuasione e consenso su altre forme di chiusura; norme del discorso come "presumere la buona fede" e le norme di civiltà guidano il dibattito più di regole formali. J.Reagle giustamente dedica un intero capitolo al consenso [Nota di Ortosociale: nel suo Good Faith Collaboration]: è centrale per la definizione Wikipedia come una "anarchia funzionante", perché sottolinea il limite che la Comunità raggiungerà per assicurare la prevalenza della collaborazione volontaria sul potere: che sia il potere del voto o di un sistema di leadership. Il consenso è "modello di fondamentale di Wikipedia per prendere decisioni editoriali". Per la maggior parte del tempo i disaccordi vengono risolti attraverso il dibattito, ancorati nello scambio di riferimenti, esplicita evocazione delle norme comunitarie e, occasionalmente, interventi di terze parti che cercano di parlare con ragione alle parti in disaccordo. Ma il consenso come si è sviluppato nelle impostazioni online non dà ad ogni membro potere di veto sopra il risultato. "Rough consensus" [Nota di Ortosociale: un consenso non perfetto, incompleto] alla David Clark, è la misura. Questo, a sua volta, dà luogo a disaccordi sul fatto che questo tipo di consenso sia stato o no raggiunto. Una prima linea di determinazione è un terzo, spesso un utente esperto o un amministratore, che ammonisce una parte o l'altra; a volte gli utenti ricorrono ad un quasi voto, dove essi emetteranno un sondaggio di paglia per vedere se c'è una opposizione significativa o solo la persistenza di un utente singolo; e anche dove il consenso è raggiunto, le questioni possono essere riaperte se si cambia parere. Raggiungere il consenso è un processo fuzzy, non un preciso conteggio di voti. È un meccanismo di risoluzione che resiste e modera un pò i giochi di potere, anche se può eliminarli completamente.

Leadership e facilitazione

Una forza motrice centrale dello sviluppo di Wikipedia è stato lo stile di leadership di Jimmy Wales. Al cuore, è una leadership autenticamente riluttante, che incarna l'umiltà, un impegno fondamentale per il progetto — piuttosto che di autoesaltazione — e la capacità di cedere, ascoltare le critiche e scusarsi se necessario. Ostentazioni di queste caratteristiche sono legioni nelle impostazioni di politica e di leadership; ma la loro pratica reale, rara. Eppure nell'ultimo decennio è fermamente confermata la proposizione che Wales, infatti, incarna queste caratteristiche e come tale è stato in grado di mantenere uno status di "monarca di ultima istanza" che provvede la possibilità, nella Comunità, di intervenire personalmente in casi estremi dove nessuno degli altri modelli può funzionare abbastanza bene o abbastanza rapidamente per rispondere a una sfida importante. Questo è l'aspetto di "monarchia costituzionale" di Wikipedia. Data la complessità delle emergenti relazioni di governance che necessariamente emergono dalle diverse interazioni, grandi ea perte che compongono da Wikipedia, l'esistenza di una spada, che è nota per essere in grado di tagliare eventuali nodi gordiani emergenti, è una preziosa misura di sicurezza; sua disponibilità come una caratteristica generale del sistema anarchico è, tuttavia, limitata dalla personalità delle persone che hanno fondato e che conducono un progetto. L'uso eccessivo o l'incertezza riguardo la benevolenza o l'autodisciplina del leader può minare la pratica reale degli altri elementi che compongono il sistema di autogoverno cha ha finora operato con successo.

Ridondanza dei meccanismi di governance

I disaccordi possono essere risolti e rivisitati in molteplici vie: dal dibattito diretto sulla pagina di discussione di una voce, attraverso sondaggi o votazioni informali, a consigli di amministratori vari, alla Commissione di Arbitrato oppure agli interventi (molto rari) di Jimmy Wales; in molti casi, i dibattiti possono essere rivisitati in più di un'istanza; è relativamente rara la chiusura completa che sopprime il disaccordo continuo e persistente, al contrario di una chiusura consensuale e accettata. Gli assistenti (steward) che hanno il potere tecnico di cambiare lo status degli altri utenti (ad esempio, se sono amministratori, o burocrati), hanno un codice interno di condotta che non gli permetterà mai di decidere mai quale deve essere lo stato sottostante; piuttosto, essi attueranno una decisione valida di qualche altro organismo; gli amministratori (admins) sono molti e i loro poteri paralleli e ridondanti; uno può proteggere un articolo e un altro sproteggerlo, uno può bloccare un utente e un altro sbloccarlo. Non esiste alcuna gerarchia tra gli utenti (users), gli amministratori (admins), i burocrati (bureaucrats), i quali forniscono percorsi alternativi, dove, a loro volta, devono risolvere le proprie differenze in una conversazione che è di per sé soggetta alle norme che regolano dibattito e consenso. È importante notare, tuttavia,che questa stessa indeterminatezza e molteplicità può portare a modelli significativi di dominazione interna da parte di coloro che hanno esperienza di questo modello rispetto a quelli che sono nuovi o outsiders. (Nota 19)

Irriverenza e resistenza

La critica del potere in Wikipedia è moltitudine e persistente. Denunce di burocratizzazione, eccesso di pratiche legali dentro wikipedia (Wikilawyering) ed eccesso di procedure sono parte integrante del processo. A causa della complessità del compito di gestire un gran numero di collaboratori che contribuiscono a un sempre crescente corpus di testi, le procedure e le regole proliferano. La loro proliferazione mina l'apertura e la libertà anarchica della attività pratica. Una critica persistente all'interno, umorismo e aspra sbeffeggiatura giocano un ruolo continuo nel mantenere il sistema onesto e più strettamente legato ai suoi valori fondamentali. Non è una soluzione perfetta — poiché infatti la complessità e la forma aumentano, ma serve come una significativa funzione di moderazione, così come valvola di sfogo che corregga una superburocratizzazione.

Wikipedia come ideal-tipo

Come tipo ideale, Wikipedia ci offre un esempio di "anarchia funzionante" nel senso di essere un'associazione produttiva, volontaria, ben funzionante di individui che non si basa sul controllo o su regolamenti dello stato, o su attestazioni e forme organizzative basate sulla proprietà. Inoltre, la sua dimensione e influenza nel mondo dimostrano che questo modello può produrre, in modo sostenibile ed efficace, un componente critico del nostro ambiente informativo e può farlo in un modo che eviti il collasso su ben note forme organizzative [Nota di Ortosociale: si riferisce alle forme organizzative burocratiche standard]. La soluzione che presenta Wikipedia è tutt'altro che pulita. Il sistema comunitario di governance è abbastanza complesso e abbastanza vago da aver favorito un vero e proprio campo di studio; è troppo presto per dire se la sua forma attuale sia definitiva, piuttosto che un processo da cui alla fine emergerà la forma definitiva. Detto questo, si può dire che Wikipedia per come è attualmente sta è la più vasta implementazione di un modello fuzzy di governance che dipende fondamentalmente dalla interazione umana, dal dibattito e dalla socialità; incorpora diversi percorsi per arrivare alla azione e decisione; lascia spazi enormi per l'autonomia individuale e la collaborazione di sottogruppo; e dipende dalla diversità di limiti e possibilità, tecniche e organizzative, piuttosto che dall'emergere di una gerarchia ben definita, da una forma di potere istituzionalizzato o da una coerente struttura di autorità.

Uno spazio emergente di soluzioni alternative

I casi paradigma — Standard Internet (IETF), FOSS e Wikipedia — offrono i modelli più maturi e più studiati. Essi hanno favorito una comprensione più ampia e generale del fatto che una produzione paritaria basata su beni comuni (Commons Based Peer Production), cioè una azione distribuita, volontaristica, non basata sullo stato o sul mercato, fornisce uno spazio di soluzioni contenente modelli alternativi per affrontare una vasta gamma di attività sociali. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra]. Diversi anni fa, ho scritto su questa ampia e crescente gamma di pratiche, dalla Comunità Wi-Fi, al calcolo distribuito, alla memorizzazione distribuita, come nelle reti peer-to-peer, attraverso siti collaborativi di informazione, scienza gestita direttamente dai cittadini (citizen science), o car pooling, e ad approcci CBPP a sviluppi di produzioni agronomiche o medicinali. (Nota 20) Gli esempi continuano a svilupparsi, l'ampio riconoscimento della fattibilità di questi approcci continua ad aumentare, e gli sforzi per attuare soluzioni CBPP a problemi difficili stanno diventando sempre più diversificati. Molti falliscono. Le comunità Wi-Fi, per esempio, non sono state il successo che molti, me compreso, avevano sperato e predetto. [Nota di ortosociale. In Italia Ninux continua nel progetta di una comunità Wi-Fi]. Gli sforzi per creare un'alternativa a Facebook di rete sociale, che fosse di proprietà dell'utente, come Diaspora in primo luogo, hanno fallito anche loro. Altri sono riusciti in modi più drammatici e sofferti di quanto i critici avrebbero potuto creduto o i fautori prevedere. Kickstarter, una piattaforma paritaria per ottenere finanziamenti, ora fornisce più finanziamenti alle arti rispetto alla National Endowement for the Arts (Nota 21);Yelp e TripAdvisor hanno eclissato i siti proprietarie precedenti dedicati ai consigli sui ristorante o sui viaggi. Le agenzie di stampa che forniscono stoc di fotografie sono state eclissate, come industria, da siti creati dall'utente come Flickr o Photobucket; YouTube e Vimeo hanno ridefinito chi può fare video e distribuirlo al pubblico nazionale e globale; uno studio del luglio 2012 di Pew ha trovato che circa il 40 per cento dei video più visti su YouTube è stato prodotto da cittadini che agiscono come giornalisti piuttosto che come notizie tradizionali prodotte a scopo commerciale, e che queste notizie hanno influenzato i media più riconosciuti in modo costante e significativo (Nota 22); Twitter e Reddit e Tumblr rappresentano nuovi modi in cui grandi numeri di persone lavorano in collaborazione tra loro per definire quello che leggono e come lo interpretano. Nel dominio reale, Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite (UNHCR) ora incorpora letture di immagine satellitare fare dalla "Standby Task Force", centinaia di volontari che aiutano a tagliare il tempo necessario per identificare la posizione dei rifugiati che hanno bisogno di aiuto, di settimane, se non di mesi; Più recentemente, l'agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale(USAID) ha sviluppato modi per utilizzare volontari che aiutino a comporre la mappa dei dati sullo sviluppo per renderli, a sua volta, disponibili al pubblico come parte dei suoi intenti di trasparenza (Nota 23). L'esempio USAID suggerisce potenziali vie ai governi per incorporare una azione distribuita nelle loro proprie operazioni, ma suggerisce anche che non ogni cosa che sembra buona e collaborativa rappresenta davvero una diffusione del potere o una "anarchia funzionante", come una semplice alternativa ad un economico outsourcing di lavoro che non offre agli operatori nessun significativo grado di libertà. Gli esempi seguenti non sono rappresentativi in alcun senso, ma offrono un modo di esplorare le potenzialità e le limitazioni, di generalizzare le istanze fondamentali di mutualismo che abbiamo osservato nell'ultimo decennio.

Servizi bancari e finanziari mutualistici

Almeno dai tempi della banca di Proudhon, approcci mutualistici all'accesso al capitale finanziario e l'evitare la schiavitù imposta dal banchiere sono stati perseguiti come fondamenti della libertà da quel potere che le risorse finanziarie danno a coloro che le possiedono su coloro che ne hanno bisogno. Nel mondo reale, cooperative di credito e sistemi di microcredito sono i duei movimenti più signifitivi di banche cooperative. Nei paesi sviluppati le cooperative di credito di proprietà dei proprietari dei depositi costituiscono una parte notevole del sistema bancario. Negli Stati Uniti, alla fine del 2012 circa 92 milioni di americani usavano come banche coperative di credito di proprietà dei clienti (Nota 24). Nei paesi in via disviluppo, l'innovazione equivalente era l'adozione e la diffusione del microcredito, sul modello della Grameen Bank in Bangladesh. Grameen Bank è, al presente, al 95 per cento di proprietà dei mutuatari, di cui il 96 per cento sono donne (Nota 25). Non richiede nessuna garanzia, ma si basa sul capitale sociale, in quanto i mutuatari devono essere membri di gruppi di almeno cinque persone, anche se il gruppo non si assume la responsabilità collettiva per il prestito; ogni mutuatario è responsabile dei debiti di lui o (principalmente) di lei. Fatta eccezione per i membri che sono mendicanti, che prendono prestiti privi di interesse, Grameen Bank riscuote un interesse sostanzioso, che va dal 5 per cento per i prestiti agli studenti al 20 per cento per prestiti che producono reddito (ad esempio, acquisto di attrezzature o di seme). Le cooperative di credito generalmente praticano tariffe che sono inferiori a quelle disponibili presso le banche commerciali, e offrono ritorni superiori sui depositi, ma la necessità di essere autosufficienti richiede che entrambi i modelli siano diversi dall'ideale di Proudhon di prestiti senza interessi. Comunque i microprestiti come sono stati adottati nelle strategie di sviluppo, e più in generale le cooperative di credito, rappresentano la più visibile ed efficace finanza mutualistica che osserviamo. Ha correttamente reso disponibile il credito a persone che non avrebbero avuto accesso al credito in un sistema bancario tradizionale o, nei paesi sviluppati, a migliori condizioni; e lo ha fatto in modo sostenibile, dimostrando tassi di insolvenza relativamente bassi. Gli sforzi per importare questo approccio ai paesi sviluppati utilizzando sistemi online hanno avuto un successo variabile. In particolare, i modelli basati sul profitto sono state traballanti, mentre i modelli basati su motivazioni miste sembrano aver avuto maggior successo. A cominciare dal 2005-2006, aziende come Prosper.com e più tardi LendingClub.com, hanno cominciato a sviluppare piattaforme per prestiti peer-to-peer. L'idea era che la gente avrebbe potuto farsi dei prestiti a vicenda senza ricorrere necessariamente alle banche. Prosper, in particolare, ha incontrato alti tassi di default (insolvenza) e non è riuscito a risolvere, per i fornitori del prestito (mutuanti), problemi di selezione sbagliata (dei mutuatari) e una selezione non sofisticata (dei mutuatari). Ad oggi, questi approcci non si sono sviluppati in una parte significativa del sistema bancario. I modelli online di maggior successo sono stati di meno una pura replica delle banche mutualistiche e di più un modello di finanziamento con motivazioni miste, dove i finanziatori e i destinatari del finanziamento non appartengono allo stesso gruppo. Questi includono in particolare Kiva e Kickstarter. Kiva è un sito che consente a finanziatori dei paesi più ricchi di prestare ai mutuatari in modo peer-to-peer, dove i mutuatari in genere necessitano di soldi per comprare una mucca o i semi per una stagione e poi rimborsno senza interessi o a interesse nominale. Dal novembre 2010,quando Kiva ha raggiunto un livello di prestito di 100 milioni $, a inizio 2012, quando raggiunse il livello di 300 milioni di dollari, Kiva ha facilitato prestiti per un totale di circa $ 100 milioni/anno, con una dimensione del prestito medio di poco meno di 400 dollari. Se questo è molto o poco dipende dagli standard di riferimento di chi giudica. Grameen Bank, che opera solo in Bangladesh, ha raggiunto un po meno di 1,5 miliardi $ l'anno nello stesso periodo. Su questa base, mentre Kiva è un esperimento affascinante nel contributo globale allo sviluppo, all'interno di un modello di prestiti a motivazione mista, la sua misura è molto piccola in confronto alle esigenze dei poveri globali. Se, invece, si vuole capire l'importanza relativa della produzione paritaria o del mutualismo rispetto alle attuali prestazioni di un paese sviluppato, un comparatore più rilevante sarebbe USAID. Qui, i 100 milioni $ all'anno infatti sono approssimativamente equivalenti all'esborso di USAID per microfinanziamenti (Nota 26). Kickstarter è un modello per finanziamenti paritari di progetti creativi. Il suo inizio è stato quando le case di registrazione crearono di capitale di rischio per consentire ad un musicista di pagare per la registrazione di un album; o nel finanziamento da parte del National Endowment for the Arts di un artista che lavora nel campo dell'arte non convenzionale. I sostenitori ricevono una gamma di accesso privilegiato agli spettacoli, di tshirt ecc, ma non partecipano ai vantaggi economici di un registrazione di successo. Essi sono finanziamenti nel quadro di un modello a motivazioni miste, investendo in artisti il cui lavoro trovano attraente. Fondata nel 2010, il livello di finanziamento è cresciuta notevolmente. Nel 2010, Kickstarter aveva finanziato con successo 27 milioni $. Nel 2011 il finanziamento complessivo aveva raggiunto 99 milioni $. Dal giugno del 2012, Kickstarter aveva raggiunto 215 milioni $ e dalfebbraio del 2013, 418 milioni $ nel corso della sua durata, un tasso corrente di sostanzialmente più di 200 milioni $ all'anno e in crescita. In confronto, il bilancio di NEA (National Endowment for the Arts) per il 2011 è stato 155 milioni $ per il 2011 e 146 milioni $ per 2012 (Nota 27). L'esistenza di Kickstarter offre un contesto utile in cui considerare come la capacità di produzione paritaria può alterare il sistema di vincoli e di potenzialità all'interno dei quali una classe di persone opera per pianificare e perseguire gli scopi di una vita. Si consideri un musicista che cerca di fare un album pop o rock nel 1975. La registrazione di un album di alta qualità è costosa. Punti vendita per la distribuzione sono limitati alla radio, ai nastri e ai dischi in vinile. Sia il finanziamento che la distribuzione nei punti vendita sono bloccati in una struttura industriale che rende le case discografiche i giardiani del finanziamento, della distribuzione e del sondaggio dei gusti del mercato che potrebbero contribuire a rendere l'album popolare. Il risultato è un rapporto di potere tra l'artista e le case discografiche che favorisce fortemente le case e rende difficile per gli artisti mantenere la libertà artistica o prendere una porzione significativa del denaro che la loro popolarità, eventualmente, genera. Contratti di vero e proprio sfruttamento in questa industria erano la norma, piuttosto che l'eccezione. Nel 2012, il musicista ha un insieme di opzioni molto diverse. Tecnologicamente, il costo della registrazione è inferiore. Kickstarter fornisce una via per ottenere finanziamenti a costi molto bassi per vivere e registrare durante la preparazione. Nella primavera del 2012, la musicista Amanda Palmer, che aveva rotto il suo contratto con una importante casa discografica quattro anni prima, era pronta a rilasciare il suo primo album principali senza una etichetta ufficiale. In questi anni, aveva costruito e sviluppato un modello indipendente. Lei gestiva un sito Web per distribuire la propria musica; gestiva i versamenti volontari tramite Bandcamp e siti similari, che permettevano agli utenti di pagare quello che volevano; inoltre Amanda non citava in giudizio o minacciava chi condivideva o remixava il suo lavoro. Ha sviluppato relazioni di continuità con i fan e commercializzato se stessa attraverso il suo feed twitter e il suo blog. nel complesso questo le ha permesso di produrre le canzoni che voleva, senza esser evincolato ai gusti di una casa discografica; e ciò le ha permesso di collegarsi direttamente con i suoi fan. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra] Ma per produrre un album di qualità, con materiale grafico, una grande band, ecc., è stato più costoso. Per questo, si rivolse a Kickstarter. Il denaro promesso al suo progetto era senza interesse. Si è "comprata" i fans con varie chicche, come l'ingresso ad un evento dal vivo, o copie di vinile dell'album (non ancora prodotto), o una particolare qualità di stampa della copertina. Dalla fine della campagna, lei aveva raccolto quasia 1,2 milioni $, più che sufficienti a coprire la produzione e la distribuzione di album e il tour. La storia di Palmer è un successo insolito, ma è tutt'altro che unico. Un gran numero di artisti sta utilizzando piattaforme come Kickstarter e Bandcamp per liberarsi dal controllo delle case discografiche e impostarsi come artisti indipendenti facendo direttamente affidamento sui loro fan, ma facendo appello alla generosità e agli scambi con questi fan, piuttosto che alla legge, in particolare al copyright, per forzare il pagamento. Il risultato è stato quello che viene spesso descritto come una crescente classe media di musicisti che sta facendo una vita senza particolari pretese componendo musica in modo indipendente. Dal 2004 al 2011, il Bureau of Labor Statistics ha registrato un aumento di tre volte nella categoria dei cantautori e musicisti che si dichiaravano indipendenti e loro reddito medio è aumentato del 55 per cento nello stesso periodo che include la grande recessione. (Nota 28) L'inchiesta "The Future of Music Coalition" su 2000 artisti similmente identifica musicisti che lavorano con uno stipendio medio di 55.000$, o leggermente sopra il reddito famigliare medio per il 2011. (Nota 29) Una esame del reddito utilizzando cinque anni di dati dei contributi da tre siti che sostenevano artisti meno noti di Palmer ha confermato che i livelli di contributo erano abbastanza stabili, e che i fan volontariamente pagavano gli artisti leggermente di più (per esempio 1,25$ per traccia in un'industria dove 99 centesimi era la norma) di quanto l'industria fosse in grado di imporre loro utilizzando le piattaforme commerciali. (Nota 30) Se si pensa che "anarchia funzionante" necessariamente escluda il denaro, allora parlare di sistema bancario sembra controintuitivo. Ma la ragione che Grameen Bank rappresenta tale modello, e che Proudhon ne ha cercato uno, è che il credito è necessario alla vita degli esseri umani nelle società di mercato. La domanda è su quali termini e chi li definisce. Ciò che caratterizza i microprestiti e in particolare le -banche di proprietà di prestatori/depositanti, è che si tratta di un sistema di mutualismo bancario, dove i creditori e debitori sono la stessa popolazione, agendo con e per il beneficio reciproco senza affidarsi alla coercizione della legge o del sistema della proprietà. Lo stesso vale per le cooperative di credito, nonostante le dimensioni dell'organizzazione in quelle più grandi, così come il fatto che molte sono organizzate dai datori di lavoro come cooperative di credito dei dipendenti, possono far sì che molte cooperative di credito funzionino non diversamente da una banca commerciale standard. Kickstarter è, in ogni caso, in modo po' meno evidente, un'istanza del stessa principio. Si tratta, dopo tutto, non di prestito mutualistico, ma di una classe di persone, gli artisti, che estraggono soldi da un'altra classe di persone, i fan, in cambio del loro lavoro. Ma penso che questo punto di vista mancherebbe di cogliere la relazione fondamentale che Kickstarter e i sistemi di dipagamento volontario rappresentano. Ciò che fanno questi sistemi è permettere ad artisti, che vogliono fare arte come loro vocazione, e ai fan, la cui vita è arricchita dalla capacità di supportaregli artisti che si dedicano alla loro arte, di incontrarsi per collaborare. Lo fanno in diretta opposizione, e aggirando, i meccanismi basati sulla proprietà che si sono sviluppati nel corso del XX secolo in sostituzione di un'epoca precedente in cui le arti era gestite via patrocinio. Con il patrocinio, il patrono o mecenate era quello con il potere e l'artista doveva, almeno in una certa misura, conformarsi. Con il mercato, le case o gli studios sono venuti ad occupare quella posizione di potere sui gusti del pubblico, su cosa può avere successo e su cosa non può. Ora, siamo in un'epoca di patronato (mecenatismo) resuscitata, ma un patrocinio non può concentrare il potere di decidere quali siano i gusti del pubblico. Come minimo, è un miglioramento significativo nella misura in cui gli artisti sono liberi dal potere di patroni o case discografiche. Ma una visione più ottimistica è che anche i tifosi ora possono unirsi in comunità di "fandom" (il "regno dei fan", tutti i fan che seguono un artista o una particolare star) per sostenere una cultura molto più varia e diversificata. Un eroe della tecnologia come Jonathan Coulton può improvvisamente diventare un musicista professionista di successo; uno stato che né lui, né i fanatici delal tecnologia che amano la sua musica, ritenevano probabile raggiungere sette o dieci anni fa. E possono farlo perché sono in grado di costruire un sistema di collaborazione intorno la musica ed al suo finanziamento che aggira il potere omogeneizzante del sistema delle case discografica. (Nota 31) Questa storia motiva il punto teorico più ampio: dove gli individui hanno vie alternative aperte davanti a sè per fare e perseguire un progetto di vita, hanno una maggiore libertà di fare così, di fronte al potere degli altri su di loro. Nel caso di musicisti indipendenti, questo si traduce in una maggiore libertà artistica e, eventualmente, in un numero maggiore di artisti che hanno la possibilità di scambiare una piccola probabilità di favolose ricchezze attraverso una industria concentrata e controllata dalla case discografiche a favore di una maggiore probabilità di un reddito moderato senza essere vincolato a una casa discografica. Come vedremo nella parte II, questo ruolo di base che offrono diverse piattaforme è la funzione principale che la diversificazione resa possibile dalle anarchie funzionanti gioca nella valorizzazione della libertà. Non è la superiorità intrinseca di tali sistemi sulgli stati e sui mercati, ma la diversità del vincolo che essi permettono, che a sua volta consente agli individui così dotati di maggiore libertà di fare il proprio cammino.

Produzione Paritaria di funzioni pubbliche: tipi ideali

Un importante percorso di azione dei sistemi decentralizzati e volontari è un insieme di tentativi di utilizzare approcci di tipo paritario per aggirare le istituzioni statali imperfette o non funzionanti. Questi modelli sono l'equivalente mutualistico del movimento "privatizzazione" che ha cercato, e continua a cercare, di rimuovere le azioni pubbliche dalla responsabilità dei governi e di metterle invece nelle mani di organizzazioni proprietarie a scopo di lucro, sulla base della teoria che questi tipi di organizzazioni dispongono di "incentivi" per fornire questi servizi meglio e più efficacemente rispetto ai funzionari di governo. Non mi soffermerò qui sulla enorme letteratura sui costi e i benefici della privatizzazione; piuttosto, mi limito qui semplicemente a identificare i parallelismi tra quel movimento (della "privatizzazione"), che ha diagnosticato il fallimento dell'azione pubblica e che prescrive i mercati come cura, e il movimento volto a soppiantare le funzioni di governo con modelli anarchici e volontaristici. UN esempio rappresentativo del modello distribuito volto a realizzare funzioni di competenza governative è Ushahidi. Ushahidi è stato creare nel 2008, quando un blogger keniota, Ory Okolloh, ha pubblicato un post sul blog in mezzo alla violenza elettorale di questo tipo: "c'è qualche esperto di tecnologia informatica là fuori disposto a fare un elenco di dove la violenza e la distruzione si verificano utilizzando Google Maps? Forse possiamo cominciare a raccogliere informazioni da organizzazioni e individui che si trovano sul posto, per esempio croce rossa, ospedali, ecc. e iniziare a costruire un riscontro online." Un altro blogger che aveva fatto volontariato in Kenya e che segue la situazione dagli Stati Uniti, ha scritto: "il principale mezzo di comunicazione durante l'emergenza in Kenya è via SMS". Entro una settimana, due espatriati kenioti che lavorano negli Stati Uniti, David Kobiah e Juliana Rotich, hanno sviluppato una piattaforma open source, a sua volta costruita utilizzando diversi componenti FOSS, che permette a chiunque, ovunque, di inviare nel telefono cellulare o computer gli aggiornamenti circa le loro osservazioni e poi fonderle in una mappa. La piattaforma che ha cominciato come una soluzione per tracciare le violenze elettorali è diventato il sistema usato per mappare le posizioni che necessitano di aiuto locale, come una vasta gamma di località ad Haiti dopo il terremoto, gli incendi russi o le emergenze per neve a Washington, DC. Nelle elezioni egiziane che hanno preceduto la Primavera Araba del 2011, Ushahidi è stato usato come monitoraggio elettorale gestito dai cittadini, utilizzando un sistema che è stato adattato dagli hacker egiziano per quello scopo e che più tardi fu esteso e utilizzato in Tunisia per le prime elezioni libere del paese. Mentre Ushahidi è emerso come una chiara risposta al vuoto funzionale dei governi di una sorta di "mondo in via di sviluppo", il mutualismo è stato utilizzato anche per aggirare a corpi governativi reticenti ad assolvere il loro ruolo a causa di fallimenti standard del governo nella società democratica — incompetenza, interessi politici, clientelismo. Forse l'esempio più evidente di questo a tutt'oggi è Safecast, una risposta ai fallimenti del governo giapponese e della società di produzione energetica nel rilasciare informazioni affidabili sui livelli di radiazioni in Giappone dopo l'incidente di Fukushima. Nei giorni del terremoto dell' 11 marzo 2011 in Giappone, uno scambio di email tra tre persone — Sean Bonner (LosAngeles), Joi Ito (Boston/Dubai/Tokyo) e Pieter Franken (Tokyo) — che era cominciato come un controllo del benessere tra amici e famiglia, diventa la considerazione dei dati di radiazione e come ottenerli. Forniture commercialmente disponibile di contatori Geiger era state assorbite quasi subito, ed entro il primo mese i tre avevano riunito una rete di sviluppatori e designer da Maui (Medcom International produceva là contatori Geiger di alta qualità), Hackerspace di Tokyo, Singapore, Boston, Seattle, Carolina del Nord e Portland, Oregon, per sviluppare unità mobili e fisse di contatori Geiger sia un sistema per comunicare dinamicamente e unificare i loro rilevamenti in mappe sotto una licenza di "open access data". (Nota 32) La base di finanziamento è stata ottenuto attraverso Kickstarter, successivamente completata da una sovvenzione della Fondazione Knight. Il risultato è stata una significativa collaborazione internazionale, che ha offerto e distribuito prodotti fisici, così come una infrastruttura informatica, basato sull'impegno e sui finanziamenti di volontari. SafeCast è un esempio eclatante di come il mutualismo può servire per aggirare con successo il fallimento di un ente pubblico (sia per mancanza di capacità o, più probabilmente, per mancanza di volontà politica).

Una storia istruttiva sulla trasparenza: "Open Data" e Wikileaks

Queste storie forniscono immagini ispiratrici del possibile. Tuttavia, i tentativi per integrare l'azione distribuita in strutture di governo funzionanti, intese a superare i limiti di questo tipo di processi, suggeriscono che rendere il progetto utopico "reale" è tutt'altro che semplice. L'adozione più coerente e pubblica di riorientare i processi di governo per renderli più favorevoli alla produzione sociale distribuita è stata l'adozione molto pubblica dell'amministrazione Obama di "Open Data", o Gov 2.0, il soggetto del primo vero ordine esecutivo del Presidente. La realtà degli ultimi quattro anni suggerisce come la retorica di apertura e volontarismo interagisca con la retorica dell'innovazione, dell'imprenditorialità e dei mercati, e come entrambe possano portare a oscurare, anziché risolvere i fallimenti pubblici che per primi hanno portato a tale movimento. Nella sua forma più semplice, "open data" significa che i governi dovrebbero mettere i dati che possiedono o che potrebbero raccogliere nel normale corso degli eventi in forma grezza, così come sono, sotto dei termini di licenza che li rendano utilizzabili da chiunque voglia farlo. L' "utile" conseguenza di ciò sarà per il mercato - ed anche per le attività che sono fuori del mercato - che tali dati sono un bene pubblico e che il loro rilascio gratuito ne renderà possibile l'uso per entrambi, organizzazioni di mercato ed hackers civici, al fine di integrare i dati in nuove applicazioni utili. I dati meteo sono l'esempio più evidente. Il governo raccoglie i dati; le aziende li mettono insieme in modi che permettono alle persone di pianificare la propria vita. Applicazioni sviluppate da volontari per fornire dati per scegliere il miglior percorso su autobus consentendo un maggior uso di mezzi di trasporto pubblico sono l'esempio clasico la versione degli hackers civici. Un aspetto alternativo, di "governance democratica", dello stesso movimento sottolinea la trasparenza. Qui, la prospettiva è che attraverso l'uso di dati grezzi, una combinazione di hacker civici e di giornalisti di dati sarà in grado di elaborare i dati, resi ora trasparenti, e identificare gli abusi che in precedenza erano più difficili da individuare senza un giornalismo investigativo a lungo termine o l'uso di talpe (fonti informative nascoste). La Sunlight Foundation è l'organizzazione i cui tentativi, sia tecnici che politici, incarnano questo filone. Tom Slee ha proposto un'utile 2x2 mappa del territorio degli "open data" lungo le dimensioni di non commerciale/commerciale e "qualità di servizio" / "trasparenza", che catturi i tipi di organizzazioni coinvolte e le tensioni tra le loro necessità concorrenti. (Nota 33) Ci sono attori che cercano la trasparenza, sia hackers con fini non commerciali che riguardano i diritti civili sia giornalisti di dati con fini commerciali, e ci sono player che cercano la "utilità" [Nota di Ortosociale: In economia la "utilità" è la misura della felicità o soddisfazione individuale. Un bene è dunque utile se considerato idoneo a soddisfare una domanda], sia commerciali che non commerciali orientati alla qualità. La tesi di Slee, a cui torno di sotto, è che le applicazioni commerciali, che cercano l'utile, stanno cavalcando l'alto profilo morale "open government" e "liberi dati" sulle promesse dei player che cercano la trasparenza, ma in realtà questi ultimi sono facili da evitare per i governi, mentre i primi forniscono l'accesso agevolato ai preziosi dati pubblici alle grandi organizzazioni commerciali incombenti. Presa commerciale piuttosto che responsabilità, e distrazione con gadget e servizi, piuttosto che trasparenza, è il risultato. Qui, mi concentrerò sulle lezioni del movimento "open data" nello specifico delle promesse e delle potenziali limitazioni dei modelli paritari per realizzare una pubblica responsabilità. Nell'ambito dell'economia della informazione industriale, il problema di potenziali abusi di potere di governo aveva tre classi di soluzione. Il primo fu istituzionalizzare il controllo, all'interno dello stato, da parte di ramificazioni indipendenti. Questo potrebbe assumere la forma di un controllo legislativo sopra un controllo esecutivo, o un controllo giudiziario sopra entrambi. Esso potrebbe assumere la forma di un difensore civico o di un ispettore generale, con gradi di indipendenza, come un mandato sicuro ed uno stipendio. In alcuni casi, soprattutto per i paesi più poveri e politicamente più deboli, esso potrebbe assumere la forma di osservatori internazionali, con l'appoggio di organizzazioni intergovernative, come ad esempio nel monitoraggio elettorale. Il secondo era "la stampa" come istituzione. Negli Stati Uniti, la libertà di stampa richiedeva una base indipendente nel mercato; anche se, come Paul Starr ha sottolineato e documentato in "Creation of the Media", veniva supportata in modo critico da politiche e sussidi governativi. Questo modello di media basato sul mercato, a sua volta, è stato la base di decenni di critica dei media, di una vasta gamma di studiosi come Robert McChesney, Ben Bagdikian e lo studioso di diritto Ed Baker. Il conflitto di base tra i valori professionali di un fare cronaca indipendente, che colpisce duro, necessario per preservare la funzione di sorveglianza di una stampa indipendente, e la preoccupazione del business di offendere clienti e inserzionisti era una tensione fondamentale nel modello. Nel Regno Unito, il modello BBC ha evitato quella tensione affidandosi a fondi governativi e la sua indipendenza, così come il carattere britannico, dipendeva dall'etica professionale e da norme elitarie di performance e governance. Più o meno, la BBC ha fornito un modello per gli altri paesi del Commonwealth, ma nel Regno Unito, il giornalismo privato, basato sul mercato, e in misura minore il giornalismo basato su Fondazioni come quello di The Guardian ha svolto il ruolo di cane da guardia (watchdog). Il terzo modello principale riguarda organizzazioni nongovernative (ONG), come l'American Civil Liberties Union (ACLU) o Amnesty International, impegnata nelle loro proprie ricerche, che utilizzano entrambi il tipo di leggi come Freedom of Information Act (FOIA) e la ricerca sul campo. La società civile organizzata ha i benefici sia della professionalità senza i costi dell'interesse orientato al mercato; in alcune aree ha fatto un lavoro sostanziale, ma è stata limitata da restrizioni nei finanziamenti e dal suo ordine di grandezza nel monitorare le azioni del governo che dovrebbero essere pubblicamente controllate. La grande promessa del movimento "open data" è quella di sfruttare l'agilità, la diversità e il dinamismo della produzione paritaria e del mutualismo come quarta modalità per realizzare la verifica delle responsabilità del proprio operato ("accountability" o "controllo delle responsabilità") attraverso la trasparenza. Come produzione paritaria è stata in grado di eludere l'estendersi del monopolio Microsoft dai desktop ai Web Server ed ai Browser; proprio come Wikipedia ha fornito una alternativa via produzione paritaria al mondo di Encarta, così pure potrebbero gli "open data" aprire portare ad una soluzione alternativa per la verifica della responsabilità delle azioni pubbliche ("accountability"). Libero delle influenze corruttrice dei mass media sostenuto dalla pubblicità; libero dalle pressioni politiche delle misure istituzionalizzate di controllo di responsabilità ("accountability") con le loro imperfezioni; se i dati relativi al governo sono stati raccolti e resi disponibili online, queste comunità di pratica cooperativa potrebbero applicarsi all'osservazione del nostro governo ed all'esposizione di comportamenti inappropriati. La realtà è stata molto diversa. L'entusiasmo di impegnare i programmatori nell'utilizzare i dati ha trovato il suo sbocco primario in un grande lavoro degli hacker civici. Il lavoro degli hacker è generalmente finalizzato a produrre applicazioni utili e belle da dati funzionali — per aiutare le persone a ottenere il loro autobus, ottenere più rapidamente dal loro governo locale la riparazione delle buche, ecc. Questi sforzi hanno avuto successo perché sono immensamente soddisfacenti per i loro sviluppatori, veramente utile per la popolazione e fondamentalmente innocui per il potere politico incombente. Dal punto di vista degli sviluppatori, mostrano un successo immediato nel rendere il mondo migliore per i cittadini (sia pure, ai cittadini nella loro posizione di consumatori di servizi pubblici). Dal punto di vista dei politici, permette loro di sembrare innovativi e avanzati, e "partecipativi" o "democratici", senza in realtà rendere disponibile qualsiasi informazione circa il funzionamento interno del governo, i conflitti di interesse o altre azioni che potrebbero dar luogo a controlli di responsabilità ("accountability"). Come l'analisi di Jennifer Shkabatur ha illustrato in dettaglio, la grande iniziativa "open gorvernment" dell'Amministrazione Obama, con Recovery.gov e altri siti aperti con grande fanfara come implementazione del primo ordine esecutivo del Presidente, ha una forma simile. Un'enorme quantità di dati è resa disponibile, ma i dati sono perla maggior parte orientati alle transazioni o utilizzabili nel senso di "cittadino-come-consumatore", piuttosto che per migliorare il controllo di responsabilità ("accountability"). (Nota 34) Alcune dei più consistenti ed efficaci sostenitori di "open data", chiamati a difendere il valore di "open data" per il controllo di responsabilità ("accountability"), sottolineano l'importanza storica della trasparenza attraverso meccanismi formali e istituzionalizzati come FOIA, piuttosto che a nuovi modelli emergenti di controllo di responsabilità ("accountability") basati sull'uso paritario del rilascio generalizzato e massivo di dati. (Nota 35) Mentre questa importanza è vera e corretta, FOIA è fondamentalmente una parte del vecchio modello. Dipende dalla trasparenza istituzionalizzata e legalmente fondata, o forzata, come in FOIA, o istanziata organizzativamente nel governo, come il "Government Accountability Office" e i vari ispettori generali; richiede una partecipazione relativamente sofisticata, in gran parte del tipo che lavora sui modelli delle ONG o dei giornalisti basati sul mercato. L'importanza fondamentale di tale modello non è minata da preoccupazioni circa il corretto utilizzo degli "open data"; questo vecchio modello minaccia potenzialmente la plausibilità di un nuovo modello, più fluido e volontaristico, capace di assorbire la trasparenza e convertirla in controllo di responsabilità ("accountability") utilizzando i dati grezzi disponibili in rete in forma accessibile al computer, un nuovo modello la cui efficacia può dipendere dalla collaborazione basata sulla produzione paritaria utilizzando gli "open data", piuttosto che su un lavoro istanziato organizzativamente, che costruisce su meccanismi di controllo di responsabilità ("accountability") istituzionalmente definiti come FOIA. La dinamica del movimento "open data" dovrebbe far riflettere qualsiasi progetto utopico costruito generalizzando l'esperienza della produzione paritaria in rete ad una più ampia gamma di attività pubbliche. La forte presenza di organizzazioni orientate al mercato, che utilizzano i dati liberi del governo per produrre servizi per i consumatori, da un lato, e la scarsità di istanze di effettive divulgazioni capaci di produrre controllo di responsabilità ("accountability"), identificate utilizzando questa forma, suggerisce che le strategie di "open data" sono suscettibili di resistenza e di manipolazione in modi da cui i modelli paritari si distinguono — e da cui sono indipendenti — senza bisogno di trattare con il governo o l'incombente mondo degli affari. Gli sviluppatori di FOSS o i contributori di Wikipedia non dipendono generalmente da una collaborazione con un'istituzione il cui potere sentono come una minaccia per uno qualsiasi dei loro input critici. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra]. Dove lo fanno, come nel caso degli standard aperti e delle interfacce di FOSS che devono interagire con gli standard industriali, è necessario una lotta significativa — come quando gli sviluppatori FOSS combatterono contro i brevetti software nell'Unione europea, o la continua pressione sulle organizzazioni preposte agli standard per assicurare che gli standard pertinenti siano disponibili e aperti. Ma queste sono, in effetti, le battaglie politiche necessarie per assicurare la libertà di operare alla comunità FOSS. Ushahidi o Safecast analogamente sono indipendenti dal governo per le funzioni pubbliche che forniscono. In tutti questi casi, il modello collaborativo potrebbe aggirare e sostituire o la gerarchia di mercato o lo stato perché non è dipendente da questi organizzazioni incombenti. Con "open data", fintanto che le agenzie governative possono scegliere quali dati emettere — e quali no — questa dipendenza esiste. Se i flussi di dati sono ineguali e irregolari le dinamiche di "open data" tendono a imbrigliare i tentativi verso applicazioni che rendano più efficaci i servizi governativi, o almeno che li facciano sembrare piùe fficaci, per i cittadini come consumatori, e allo stesso tempo le renadno meno minacciose per gli stessi funzionari. Al contrario della relativa inefficacia dei modelli collaborativi di "open data", il modello più aggressivo di fuga di notizie online ha svolto un ruolo più grande e più significativo nell'imporre la trasparenza ai governi. Il più famoso in questo senso è Wikileaks. A differenza dei modelli di produzione paritaria, Wikileaks è un'organizzazione abbastanza piccola. È comunque in rete globale nella sua missione, nel suo personale e nei suoi finanziamenti; e ha fornito la via per alcune delle più importanti attività di denuncia negli ultimi decenni. La resilienza del sito ha mostrato a fronte dell'attacco multisistemico che ha subito dopo il rilascio dei cablogrammi del dipartimento di stato USA a fine 2010 è una classica istanza di mobilitazione distribuiti di resistenza alllo stato e al potere aziendale. Una serie di commenti da alti funzionari degli Stati Uniti, dal Vice presidente Joe Biden al Segretario di Stato Hillary Clinton, nonché dal suo ufficio di consulenza legale, al Presidente della Homeland Security Committee del Senato , il senatore Joseph Lieberman, ha dato una dura spinta alle imprese che fornivano infrastrutture critiche a Wikileaks perchè non le dessero più alcun servizio. Il risultato è stato un attacco multisistemico, che, a sua volta, è stata accolto da uno sforzo volontario internazionale multisistemico che ha mantenuto i cablogrammi disponibili nonostante l'attacco. (Vedi Tabella 1). Mentre la maggior parte dei blocchi erano suscettibile di resistenza, il blocco al sistema di pagamento era in gran parte impossibile da aggirare correttamente. Inoltre, l'attacco legale rimane una grave minaccia per questo modello. Questo vale sia per il Privato Bradley Manning, accusato della fuga di notizie, tenuto in isolamento sotto umilianti e degradanti condizioni per un anno e ancora in attesa di processo, più di due anni dopo il suo arresto iniziale; sia per Julian Assange, che rimane in un limbo giuridico a causa di un'azione legale, non collegata alla pubblicazione, ma sotto una continua minaccia di estradizione negli Stati Uniti, dove sarebbe stato perseguito. La risposta dell'amministrazione Obama per il caso Wikileaks è tipica degli sforzi straordinariamente aggressivi di questa amministrazione nel reprimere gli informatori in generale, avendo perseguito più azioni penali anti-talpe-informative rispetto a tutte le amministrazioni precedenti combinate.

Tabella 1
Data Attacco Contromisura
12/01/10 Storage:Amazon rimuove i materiali di Wikileaks dal suo cloud-storage Wikileaks move lo storage principale su OVH in Francia
12/02/10 DNS:EveryDNS, il registrar DNS che serve il dominio Wikileaks.org,
smette di puntare il nome di dominio al server di Wikileaks
Wikileaks usa indirizzi IP numerici aggiornati via Twitter;
in definitiva si risolve in Wikileaks.ch
12/3-5/10 Storage: Il Ministro francese dell'industria, Eric Besson, chiama
una società francese che fornisce l'archiviazione per i cablogrammi
dopo che Amazon l'aveva rimosso il 3 dicembre; dal 5 dicembre OVH rimuove il contenuto di Wikileaks
Wikileaks si sposta nuovamente, questa volta in Svezia
— inizialmente sui server del Partito Pirata, un partito politico svedese
e più tardi a un provider di archiviazione svedese.
OVH resiste e, infine, ripristina i dati.
12/04-07/10 PayPal, Mastercard, Visa, interromono la gestione delle donazioni
per Wikileaks, tagliando i finanziamenti
Risposte marginali utilizzando percorsi alternativi; per lo più nessuna risposta
12/20/10 App store. Apple rimuove una app di terze parti creato per consentire
agli utenti iPhone di accedere e cercare i cablogrammi
delle ambasciata rilasciati da Wikileaks
Apps jailbreaking/hacked vengono ancora eseguite
su iPhone; Applicazioni Android funzionano ancora; la maggior parte accede
da browser e standard aperti piuttosto che da app e standard proprietario

In combinazione tra loro, le storie di "open data" e Wikileaks suggeriscono di usare una certa attenzione sulle potenzialità e i limiti delle soluzioni anarchiche, mutualistiche, a causa delle limitazioni sostanziali poste dal potere delle grandi imprese e del governo. Stati e imprese, che sempre più lavorano insieme in un partenariato pubblico-privato mirato a mantenere il predominio [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra], possono entrambi sovvertire le agende della apertura (del movimento "open data") e lanciare un assalto combinato molto efficace ai modelli anarchici gravemente condizionati dall'efficacia di questo attacco. A volte, dove i poteri non sono perfettamente allineati, questi assalti potrebbero fallire. Quando Viacom attaccato YouTube utilizzando la legge sul copyright, YouTube era già di proprietà di Google e a causa di uno scontro di giganti economici, il sito che offre tali tremende occasioni di sovversione culturale e politica è stato sostenuto. Ma dove gli interessi sono gravemente squilibrati, o dove lo stato è stato cooptato nell'agenda della grande impresa o viceversa, la loro potenza combinata può essere davvero formidabile. Wikileaks, il destinatario del premio "New Media" 2009 di Amnesty International, non è stato sottomesso, ma è stato gravemente ostacolato da questi sostenuti assalti multisistemici orchestrati dagli StatiUniti.

Libertà Imperfetta: Mutualismo Paritario, Potere di Mercato e Stato Fallibile

All'interno, in senso lato, del discorso democratico-liberale, una fondamentale rivendicazione progressista è che lo stato è necessario per contrastare il potere basato sul mercato e fornire beni pubblici che i mercati, sistematicamente, non riescono a fornire. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra. Questo è il pensiero praticamente unanime della "sinistra" e dei "progressisti". Vedere lo stato come unica alternativa al mercato, e la conquista del potere statale come unica via di soluzione ai problemi congiunti di stato è mercato, è il vero problema politico e culturale che blocca la capacità progettuale di riforme profonde, incapacità incarnata anche dal marxismo-leninismo e dalla vicenda storica della ex URSS, nonostante qualche elucubrazione postuma di Lenin sulla "estinzione dello stato"] Dalla divisione antimonopolistica della Standard Oil [Nota di Ortosociale: Nel 1882 tutte le varie compagnie di J.D.Rockefeller e soci, sparse tra una dozzina di stati americani, si trovavano al di sotto di un solo trust. Tale potere finì per destare l'attenzione della giustizia americana e il Dipartimento Americano di Giustizia sottopose la holding alla legislazione federale antitrust, lo Sherman Act del 1890. Così nel 1911 la corte suprema confermò il giudizio di primo grado d'appello e decretò lo smembramento della holding in trentaquattro distinte società ciascuna con un proprio distinto management. Tra le più importanti si ricordano: Exxon, Mobil, Chevron, Sohio, Amoco, Conoco, Arco e Sun. Il presidente e fondatore della Standard Oil, John D. Rockefeller da allora si ritirò in silenzio da ogni carica della compagnia pur possedendo ancora azioni della compagnia. Il valore di tali azioni dopo la divisione della Standard Oil aumentò notevolmente e questo fece di Rockefeller l'uomo più ricco del mondo.] all'emergere di leggi regolative degli alimenti e dei medicinali [Nota di Ortosociale: Drug and Food Adiministration], fino a Tarbell e Sinclair [Nota di Ortosociale: Ida Tarbell e Upton Sinclair furono agli inizi del 1900 tra i più attivi giornalisti di denuncia, "Muckrakers" o "scavatori nel fango"], poi la frammentazione di AT&T, il caso Microsoft e gli attuali deboli sforzi di ri-regolare il settore finanziario, la maggiore opposizione nell'economia dell'informazione industriale è stata tra "conservatori" del libero mercato e i progressisti. L'affermazione principale di quest'ultimi è che, senza l'intervento da parte dello stato, le organizzazioni basate sul mercato hanno un potere superiore, che possono usare per sfruttare le masse dei consumatori e dei lavoratori e, all'interno di tali organizzazioni in caso di "executive pay" [Nota di Ortosociale: è il compenso degli alti funzionari o paga degli stessi, o compenso finanziario, composto da un misto di stipendio, bonus, azioni e/o call options sul capitale della compagnia, benefit, and compensi extra], anche contro l'azionariato diffuso. [Nota di Ortosociale: vedi enfasi precedente sulla partnership tra stato e mercato] Analogamente, gli individui che iniziano e passano attraverso la vita con dotazioni diseguali di ricchezza e di privilegio sociale si appropriano sistematicamente di una quota maggiore della torta sociale (secondo una gamma di teorie della giustizia), rendendo necessaria un'agenda di redistribuzione correttamente delineata per moderare o compensare tali svantaggi che riflettono semplicemente sfortuna o una struttura di opportunità distorta. Lo stato, in questa storia, è la difesa primaria contro le concentrazioni di potere di mercato e le autoriproducenti strutture di disuguaglianza. Inoltre, e in modo indipendente, ogni società richiede un flusso costante di beni pubblici. Difesa e polizia, educazione e scienza di base, infrastrutture di base e un sistema giuridico ben funzionante sono tutti beni pubblici di cui ogni società ha bisogno, e anche l'ordine sociale più orientato al mercato richiede qualche forma di fornitura pubblica di beni pubblici per evitarne una carenza che abbasserebbe le sue prestazioni e potenzialità pur essendo una società basata sul mercato. Il tentativo a metà anni 1990 di rinnovare l'agenda progressista è stato definito dalla sintesi New Democrat/New Labor, di Clinton-Blair, di meccanismi di governo basati sul mercato. Questo approccio ha accettato la critica di base che la destra portava allo stato progressista — che la burocrazia era altamente imperfetto, che la politica poteva essere e spesso è stata ingabbiata, e che il modello di un governo innovativo richiedeva l'adozione di ulteriori soluzioni basate sul mercato. Invece di una allocazione basata sull'intero spettro di alcuni regolatori, abbiamo ottenuto un sistema di vendite per asta sull'intera gamma dello spettro; invece di una regolamentazione bancaria strutturale, abbiamo ottenuto una "deregulation" finalizzata a favorire l'autoregolamentazione e la regolazione cooperativa. Tutto questo veniva venduto non come una sconfitta per il modello progressista, ma come una sua modernizzazione. Dal 1999, il duo Clinton-Blair "New Democrats/New Labor" aveva normalizzato e generalizzato con successo la rivoluzione di Reagan/Thatcher, cooptando sapientemente la retorica della destra per ottenere il potere, mentre invece era stato cooptato da essa nel processo di sviluppo del potere che avevano conquistato. È stato sotto l'amministrazione Clinton che sono stati introdotti i pilastri fondamentali della deregulation dell'industria finanziaria che ha portato al crollo del 2008, soprattutto l'abrogazione del Glass-Steagall Act nel 1999, durante il quale il cosiddetto " Washington Consensus" divenne dominante. [Nota di Ortosociale: per Washington Consensus si intedono Il Fondo Monetario Internazionale o IMF, la Banca Mondiale o WB, e la Organizzazione Mondiale del Commercio o WTO, che tutte hanno sede a Washington e senza la cui approvazione nulla si può fare] In Europa, i presunti meriti delle politiche tecnocratiche basate sull'economia hanno permesso alla Commissione Europea di acquisire livelli crescenti di influenza, nella misura in cui la tecnocrazia è venuta a determinare porzioni sempre più grandi di quello che una volta era il dominio della politica, e nella misura in cui l'impianto tecnocratico, basato sulla realizzazione di un'agenda considerata sempre più prepolitica, divenne una base indipendente di legittimazione alla pari del controllo democratico come fonte di determinazione pratica delle gestioni amministratitive con un significato politico reale per la vita quotidiana dei cittadini europei. La grande recessione del 2008 ha fatto scoppiare la bolla ideologica dei mercati efficienti e dei benefici della deregulation, anche se molti dei suoi seguaci continuano a declamare i suoi insegnamenti; l'apprendimento è difficile e l'ideologia sembra reggere in modo più affidabile rispetto l'economia stessa. Come le principali banche e operatori finanziari degli Stati Uniti richiedevano centinaia di miliardi di dollari di fondi governativi per sopravvivere; come la General Motors e la Chrysler divennero imprese dello stato - e dei lavoratori - per un breve periodo per salvare (con successo) le aziende, periodo seguito da una rapida riprivatizzazione, gli ideologi e i partiti egoistici hanno continuato a vomitare la retorica del libero mercato. I principali paesi europei stanno minando la propria stabilità politica cercando di imporre austerità e spese limitate nella speranza di tirar fuori la magia della fiducia fuori dal suo sonno profondo, come se i mercati stessi fossero ben funzionanti e il problema fosse solo il governo che mina la fiducia in questi mercati. Di fronte allo spettacolare fallimento dei mercati finanziari, l'impotenza di tanti governi d'Europa e la politica di potenza (macht politik) dello stato americano, dove un presidente ritenuto progressista nel suo perseguire allegramente una sconfinata "guerra al terrore" afferma il potere imperiale indefinitamente fino a trattenere e persino assassinare i propri cittadini senza una parvenza di processo, siamo partiti alla ricerca di un'alternativa a queste due fonti di potere: lo stato e il mercato. Una teoria politica che risponda a questa situazione deve affrontare il problema di fondo che è la non fattibilità di una rimozione del potere da anche uno stato democratio ragionevolmente ben funzionante e da una ragionevolmente ben funzionante economia di mercato. Potere e privilegio pervadono la gestione e la manipolazione del potere statale; non meno così il funzionamento delle organizzazioni di mercato. La differenza tra gli anarchici e i libertari è che quest'ultimi si rifiutano di vedere il potere esercitato attraverso la proprietà e gli accordi legali come illegittimo. Si rifiutano di vedere che il laissez faire di uno stato minimale si traduce in un'illegittima plutocrazia feudale, proprio come lo stato monarchico minimale che ha preceduto la nascita delle prime monarchie moderne ha provocato l'aristocrazia feudale. Il moderno stato liberale è riuscito prima a di rompere quest'ultimo e poi, nella sua versione del ventesimo secolo, a moderare la versione dickensiana del precedente [Nota di Ortosociale: Dickens descrive nei suoi romanzi l'orrore della vita popolare dopo la prima rivoluzione industriale]. La differenza tra gli anarchici, da un lato e una vasta gamma di socialdemocratici e di liberali ("liberal" nel senso che il termine ha negli Stati Uniti) è che i primi sottolineano la misura in cui il potere è esercitato illegittimamente attraverso lo stato, mentre gli ultimi sottolineano in vari gradi che quel potere esercitato attraverso lo stato è (A) necessario per il funzionamento di una società; (B) necessario per la diffusione delle concentrazioni di potere non statali, le più importanti dei quali sono la ricchezza e un potere maggioritario sopra le minoranze lungo una gamma di dimensioni di potenziale dominazione; e (C) una minore inclinazione all'uso illegittimo di potere rispetto ad altre forme di stabili e sostenibili modelli di organizzazione su grande scala, come monarchie o aristocrazie, autocrazie o burocrazie. Il Mutualismo Paritario nell'ambiente di informazioni in rete offre un potenziale percorso alternativo di resistenza che non dipende completamente dallo sviluppo di uno stato visto sempre più in sé stesso molto lontano dalla perfezione. Il Mutualismo Paritario si presenta come una via alternativa per migliorare il funzionamento della vita pubblica; la realizzazione di desiderata sociali, a fronte della fine della fiducia in mercati perfetti o in un perfetto governo. Negli anni 1990, Microsoft era la Standard Oil dei personal computer. Stava progettando di espandersi nei server web, nei browser web e nella programmazione "attiva" capace di eseguire piccole applicazioni all'interno dei browser web [Nota di Ortosociale: la programmazione "attiva" costruisce programmi che girano all'interno dei browser come Mozilla o Internet Explorer]. Microsoft ha combattuto e perso le sue battaglie antitrust negli Stati Uniti e in Europa. In ogni caso lo stato è intervenuto per contrastare il potere del mercato. Formalmente, ha avuto successo; le authority che regolano la concorrenza in USA e nella UE hanno vinto le loro battaglie legali. Ma nessuna di queste vittorie è stata determinante nei fatti nel modificare la struttura di mercato; i rimedi ottenuti attraverso la legge erano meno significativi rispetto agli sviluppi nei "mercati" [Nota di Ortosociale: Yochai Benkler vuole dire che, per paradosso, la sconfitta principale di Microsoft è venuta dai "mercati" anzichè dalle leggi antitrust]. In particolare, Microsoft non è riuscito a vincere i suoi tre grandi tentativi per sfruttare il suo monopolio desktop e aprirsi a nuovi mercati. Ha perso nel suo tentativo di controllare il software dei server web battuta da Apache Software Foundation, un progetto FOSS; ha perduto il predominio del browser Firefox di Mozilla Foundation, insieme al successivo Chrome di Google (anch'esso FOSS, sebbene con un notevole controllo societario); e ha perso il suo linguaggio di programmazione attiva battuto da Java (FOSS dal 2006) e ,soprattutto, ha subito lo sviluppo nello scripting lato server, completamente dominato da PHP e altri programmi FOSS [Nota di Ortosociale: il linguaggio di "scripting" PHP è un linguaggio di programmazione per realizzare software che gira nel server web e dialoga con il browser che gira sul desktop]. Allo stesso tempo, il crescente spostamento verso l'utilizzo di dispositivi di piccola scala — prima telefoni, poi iPod e più recentemente gli smartphone e i tablet — ha scavalcato Microsoft e ha piazzato la iperproprietaria Apple in posizione dominante in questi mercati dei dispositivi piccoli, anche se non altrettanto dominante come quello di Microsoft sui desktop negli anni 1990. La pressione concorrenziale primaria viene da Android, che, come Chrome, è un sponsorizzato da una corporation [Nota di Ortosociale: si tratta di Google], ma ancora (Android) basato sul modello produttivo FOSS. È semplicemente troppo presto per dire se il modello FOSS di Android oscurerà il successo fenomenale di Apple con iPhone; e, se ciò accade, sarà da vedere se la licenza FOSS di Android si tradurrà nei fatti in una comunità di sviluppo sufficientemente robusta da non essere dominato da Google in modi che pregiudicherebbero la libertà promessa dal modello FOSS. Se queste due condizioni no si avverano, allora semplicemente la storia si ripeterà con Apple che assume il ruolo di Microsoft vs FOSS. Per ora, la storia di come Microsoft non sia riuscita a sfruttare il suo monopolio iniziale del 1990 in una posizione simile nell'ambiente della programmazione in rete presenta un misto di "il mercato si prende cura di tutto" e di "il non-mercato si prende cura di tutto" molto di più che la classica storia progressista dell'intervento del governo che riesce a limitare il potere delle corporation o la storia basata sul modello neoclassico della concorrenza di mercato che fa tutto da sola. Un intervento sociale, basato sulla produzione paritaria di molti e diversi gruppi di sviluppatori che praticano il mutualismo ha svolto un ruolo critico che nessuno dei due approcci (stato e mercato) è in grado di spiegare. La questione è quanto si possa generalizzare quella soluzione e come possa essere indipendente, se mai, dal una capacità (hack) particolare, utile solo in particolari circostanze, sullo sfondo di uno stato liberale con un sistema ragionevolmente liberale di proprietà e di mercato. Per quanto riguarda la prima parte della questione, certamente abbiamo esempi sia di fallimenti che di successi. Nella mia discussione su Kickstarter, ho suggerito come il modello del finanziamento paritario venga utilizzato da artisti che vogliono aggirare il potere delle case soprala vita dei musicisti. Quando guardiamo al futuro del giornalismo, le notizie prodotto in modo paritario e l'informazione via video permettono ad una gamma molto più ampia di persone a livelli sufficienti di impegno di eludere l'approccio tradizionale, sui incombono gli operatori di mercato o agenti finanziati dallo stato. Per lostesso motivo, noi vediamo i fallimenti della Comunità Wi-Fi dei social network open source come esempio delle limitazioni degli approcci distribuiti. Proprio come gli sforzi del governo di contenere il potere di mercato possono fallire perché le organizzazioni di mercato sono troppo adattabili e troppo ben organizzate nel prendere di mira le inefficacie e le corruzioni che infettano lo stato, così pure i tentativi paritari di eludere il potere delle corporation possono non riuscire perché non raccolgono contributi sufficienti; o perché grandi porzioni della popolazione semplicemente accettano come inevitabileil modello del mercato, e sono scettiche riguarda la capacità dei modelli non di mercato di fornire merci. La questione della dipendenza o indipendenza del mutualismo paritario, o della produzione paritaria, dallo stato liberale e dal mercato è più difficile. Come linea guida, sarebbe motivo sufficiente per celebrare il mutualismo paritario se offrisse un percorso duraturo per miglioramento di libertà, innovazione e partecipazione negli stati liberali e nelle economie di mercato. In tale prospettiva, il dominio del mutualismo dipende ancora dal supporto di uno stato più o meno ben funzionante, che utilizza l'eccesso di capacità, tempo, energia, capitale umano — reso possibile dalle capacità e dalla sicurezza personale già ben sviluppate dei partecipanti, tutto dipendente dallo stato. Non sono, tuttavia, convinto che il mutualismo sia limitato al caso di uno stato o sistema di proprietà già consolidati. La scoperta fondamentale di decenni di lavoro della scuola di studi sui Beni Comuni (Commons) della Ostrom è la persistenza e la diversità di soluzioni nela gestione di risorse condivise non basate sullo stato o sul mercato. I distretti spagnoli organizzati per l'irrigazione, di cui Elinor Ostrom ha scritto, hanno preceduto di molto la nascita del moderno stato spagnolo, e certamente non di meno il suo recente passaggio alla democrazia. Le bande di pescatori di aragosta del Maine, di cuiha scritto Acheson, erano violenti e anarchici nella accezione negativa dei termini, ma hanno funzionato per gestire la tragedia dei beni comuni [Nota di Ortosociale: Tragedy of the Commons sta a significare la distruzione dei Beni Comuni per conflitti interni o esterni], altrimenti scontata per la pesca della aragosta, decisamente contro un sistema giuridico basato sullo stato che di fatto non governava la situazione. I servizi sociali della Fratellanza Musulmana in Egitto anteriori alla primavera araba erano forniti decisamente contro uno stato illiberale, corrotto e repressivo. Il punto è che, sebbene gli esempi che qui offro mirano ai modi in cui il mutualismo paritario possa generare progresso sulla base di uno stato liberale, con un'economia di mercato basata sulla proprietà, la presenza di tale stato non è una precondizione per tali soluzioni emergenti. Uno stato che funziona malamente, corrotto e con una efficacia limitata, potrebbe tuttavia veder emergere pratiche volontaristiche, autogovernate, per riempire i vuoti lasciati dallo stato. Uno stato totalitario altamente efficace ben può sopprimere il mutualismo, per lo stesso motivo per cui potrebbe sopprimere la libera impresa, per assicurare il controllo e la dipendenza dal suo potere centralizzato; ma ancora una volta, in quel contesto l'autorganizzazione mutualistica diventa uno dei pochi mezzi di resistenza efficace, ove possibile. In ogni caso, il tipo di mutualismo su cui mi concentro qui si offre come un spazio di soluzioni all'interno dello spazio politico-istituzionale dello stato moderno, liberale, ragionevolmente ben funzionante, non perché tale stato è una precondizione per il mutualismo, ma perché il mutualismo è di per sé imperfetto e incompleto; e il punto principale dei "gradi di libertà" è la necessità di sistemi multipli ,diversificati, sovrapposti di possibilità e vincoli, stato e mercato compresi, al fine di permettere alle persone di vivere bene e perseguire i loro obiettivi sia individuali chee condivisi. Così, mentre uno stato ben funzionante non è una precondizione per il mutualismo; e un sistema di proprietà ben funzionante non è necessario per abilitare la produzione paritaria, entrambi i sistemi sono necessari per consentire alle persone di vivere bene. L' introduzione del mutualismo e della produzione paritaria quindi mira a migliorare e completare l'imperfezione di questi sistemi, piuttosto che alla loro sostituzione. La versione pura utopica delle possibilità politiche riflesse dalla produzione paritaria cercherebbero nella produzione paritaria una soluzione completa per l'imperfezione dei mercati e degli stati. Se la regolamentazione bancaria è debole e i regolatori corruttibili, mentre le banche stesse sono piene di manipolazione e di comportamento egoistici che rendono i mercati su cui operano sistematicamentei nefficiente e sfruttatori (vedere la Barclays Bank e lo scandalo di manipolazione della "London Interbank Offered Rates" (LIBOR)), allora la soluzione è il mutualismo. Qualche combinazione di Grameen Bank, Kickstarter e l'uso diffuso delle cooperative di credito può e dovrebbe risolvere il problema. La associazione mutualistica tra individui, che hanno bisogno di capacità di risparmio e di credito, è la soluzione di base, mentre gli stati e i mercati possono occupare ruoli di frontiera per segmenti di mercato più elaborati. Se gli Internet Service Providers si preoccupano di incassare i cononi, senza servire le popolazioni di reddito inferiore, o esercitando il potere sopra i loro clienti a loro vantaggio, per esempio, per vendere i loro propri servizi video, alora la risposta è qualche forma di alleanza Wi-Fi tra gli utenti che eluderà il collo di bottiglia dell'ultimo miglio che possiedono le società via cavo e telefoniche, piuttosto che un appello ad una Federal Communicationc Commette [Nota di Ortosociale: la Commissione Federale di Comunicazioni americana] perennemente deludente. La versione utopica pratica comprenderebbe un tentativo sistematico di espandere i domini di applicazione del mutualismo paritario, pur riconoscendo che si tratta di una soluzione che non è né completa né perfetta. Dal di fuori, se guardiamo al sistema bancario di associazioni mutualistiche che hanno avuto un successo particole nell'eludere le grandi banche, vediamo che le cooperative di credito, infatti, giocano un grande ruolo del sistema bancario e pure rapidamente crescente dopo il tracollo. Negli Stati Uniti entro la fine del 2012, milioni di nuovi clienti si sono spostati dalle banche commerciali alle cooperative di credito. (Nota 36) La crescita recente riflette il fatto che tali cooperative di credito hanno fornito un'alternativa alle banche più grandi, che hanno alzato i tassi sui loro clienti in un mercato sempre più consolidato di megabanche. Tuttavia, è difficile aggregare con il mutualismo le cooperative di credito, molte delle quali sono in gran parte percepite dai loro membri in termini più o meno simili a quelli dei clienti delle altre banche; i loro attributi mutualistici sono importanti, ma spesso limitati. Inoltre, vediamo dei fallimenti nel tentativo di generalizzare online questi esempi di credito cooperativo. Prosper.com è il più importante di questi esempi. È troppo presto per dire se i vari tentativi di prestito paritario (a) creano forme più perfettamente mutualistiche delle cooperative di credito e (b) possono estendersi alla popolazione nel suo complesso. Più chiaramente ancora, sistemi come l'assistenza sanitaria o l'istruzione presentano certamente situazioni problematiche attuali su cui il mutualismo può intervenire attraverso miglioramenti ben definiti, come i volontari che migliorano la capacità delle scuole di offrire attenzione individuale o il rafforzamento delle competenze di lettura per le età più giovani; ma questi (l'assistenza sanitaria o l'istruzione) non sono sistemi per i quali vi sia, allo stato attuale, un percorso chiaro verso alternative mutualistiche. [Nota di Ortosociale: in effetti dipende dalla organizzazione scientifica in generale e della medicina in particolare, e quindi dalla istruzione. Nel passaggio ad una scienza Open Access, cioè veramente Open Source, questo aspetto fondamentale della società attuale troverebbe la sua soluzione paritaria e mutualistica]. Internamente, abbiamo visto in diversi studi che, mentre ci sono forti successi nel portare progetti molto importanti ad un alto livello di governance complessa unendo dibattito, carisma, votazioni, e l'influenza meritocratica, il che non significa che tutti i progetti non possano essere imprigionati in modo illegittimo da cospirazioni interne (cabala) o di sovversione da parte del mercato o di attori statali che cercano di sfruttarli per le loro proprie esigenze. Mentre è chiaramente falsa l'ipotesi implicita dei critici, cioè che i processi paritari anarchici necessariamente portano al caos o a subire una gerarchia che riemerge, è certamente probabile che un numero significativo di progetti che iniziano la loro vita come tentativi paritari svilupperanno al proprio interno dinamiche di potere che li renderanno nei fatti lontani dai modelli utopici. L'implicazione di questa pratica visione utopica di mutualismo paritario è accettare che nessun sistema può essere perfezionato al fine di evitare l'accumulo e l'applicazione di potere illegittimo; ma anche che nessun sistema è una perfetta tecnologia di controllo; e attraverso nessuno di questi sistemi il potere è sempre dislocato in modo illegittimo o abusivo. La libertà e lo sviluppo umano esistono non per raggiungere un unico sistema perfetto di governo, con una partecipazione perfetta o una perfetta autonomia, sociale o di mercato. Piuttosto, la libertà nel mondo che abitiamo consiste nella manipolazione continua di diversi sistemi di potere per creare spazi con una libertà relativamente maggiore, e flussi di potere con una legittimità relativamente maggiore, di quanto qualsiasi altro stato stazionario e generalizzato di questi sistemi potrebbe, di per sé, fornire. Imperfezione e incompletezza dei sistemi in cui viviamo diventano parte integrante nel definire gli spazi in cui possiamo essere liberi. Comprendere il mondo sociale-istituzionale che abitiamo in questi termini richiede che intraprendiamo la ricerca individuale di autonomia e di una vita etica, e di libertà e giustizia in quanto membri della società in cui viviamo, come un processo di progettazione continuo e riprogettazione dei rapporti e dei contesti in cui abitiamo. L'obiettivo della progettazione [Nota di Ortosociale: nell'originale "the design target"] è quello di individuare, anziché necessariamente cercare di eliminare, i sistemi che sfruttano le imperfezioni; ciò produce forze contrarie che si annullano a vicenda, e permette di ottenere una serie di vittorie temporanee a nome di una classe di soggetti dominati, per quanto possibile date le circostanze. Questo, a sua volta, probabilmente espone qualche altra classe al dominio, e il ciclo si ripete. Nel contesto di questa concezione di una organizzazione sociale altamente imperfetta, la produzione paritaria o il mutualismo paritario si comprendono meglio come gradi di libertà nella progettazione del contesto multisistemico che abitiamo. Le sue fonti di legittimità ed efficacia, di umanità e autonomia sono diversi da, e ortogonali a, le fonti di questi desiderata nella condotta dello stato o del mercato. Coloro che perseguono soluzioni paritarie a problemi difficili non sono tenuti a cercare una soluzione perfetta e completa. Non ce ne sono. [Nota di Ortosociale: l'enfasi è nostra] Se sono in grado di costruire una singola istanza di infrastrutture o flussi di possibilità più liberatori; se sono in grado di gestire attraverso un misto di una leadership carismatica, un impegno normativo alla discussione e al dibattito, un processo democratico, o una auto-comprensione meritocratica collettiva, allora hanno costruito un certo grado di libertà nel mondo che tutti noi occupiamo; hanno permesso a tutti noi un grado di libertà nel mondo dei sistemi collegati che abitiamo - un percorso che possiamo usare per andare su e giù e tessere tra il flusso continuo dei tentativi degli altri, in particolare di coloro che occupano posizioni che gli consentono di proiettare potere su di noi attraverso le istituzioni di mercato o statali che la soluzione paritaria ci ha permesso di schivare. Per ora, questo può essere il meglio su cui lavorare praticamente; in una vasta gamma di dimensioni di vita, anche questo obiettivo limitato è qualcosa; e in molti settori della vita può essere un po 'più di un semplice evento marginale.


La nostra esperienza con il mondo della rete sottolinea che ci sono almeno tre specie di risposte, basate sulla pratica anarchica, alla pervasività del potere negli stati e nei mercati. Solo una di queste - la produzione paritaria basata sui beni comuni (CBPP o Commons Based Peer Production) - è ancora una utopia plausibile; le altre due sono risposte anarchiche altamente imperfette e moralmente ambigue che tuttavia colgono, e talvolta veramente facilitano, gradi di libertà. La prima di queste due ultime risposte è una diffusa illegalità. Questa è la libertà molto incerta offerta dall'immigrazione clandestina, dallo spaccio clandestino di alcolici, o la violazione totale delle leggi sull'immigrazione, sui divieti, o sulla sodomia. La seconda è la resistenza radicale, sia legale che marginalmente legale, simboleggiato da una serie di pratiche, dal chiaramente legale Wikileaks, attraverso i casi più ambigui di Anonymous e The Pirate Bay, dipendenti dal contesto e dalla giurisdizione. Come parte della discussione della "Utopia Reale", ho impegnato questo articolo sul ramo utopico [Nota di Ortosociale: sulla prima delle tre risposte di pratica anarchica, la CBPP]; ma gli altri due, una pervasiva illegalità di basso livello e la resistenza radicale, sia legale che illegale, ci sono, vive e vegete, sia nel mondo reale e, con grande forza, nell'ambiente di rete. I sistemi di produzione paritaria decntrata basata sui beni comuni offrono un grado di libertà: un insieme di possibilità e interventi progettuali per consentire di fornire determinati beni pubblici in modo da consentire nuove forme di andare su è giù e intrecciarsi tra i vincoli dello Stato e del mercato , ma anche oltre i limiti delle forme più tradizionali di organizzazione sociale come la chiesa, il sindacato, o l'associazione di quartiere. Il punto non è che questi nuovi modelli di organizzazione sono l'apoteosi di associazione umana libera. Scopriremo quasi certamente, se già non lo sappiamo, che anche questi sono, o saranno, imperfetti; che anche questi hanno il potenziale per creare, trasmettere, distribuire potere e permettere di abusarne. Il punto è che forniscono un nuovo grado di libertà nella progettazione di sistemi umani, e che fornendo questo nuovo grado di libertà, forniscono nuovi metodi per migliorare la libertà umana e far fiorire quelle attività che dipendono, o sono costruite attorno, da quelle merci o da quelle funzioni pubbliche che possono fornire con successo su un modello che, almeno per ora, nel contesto storico, è meno facilmente utilizzato per la riproduzione del potere rispetto ai sistemi basati sullo stato e a quelli più tradizionali basati sul mercato, che essi sostituiscono in tutto o in parte.

Note e dati sull'Autore

Riconoscimenti

Sono grato a Erik Olin Wright per avermi invitato a partecipare a una sessione del tema "Utopie reali" del meeting annuale della American Sociological Association 2012 a Denver e offrendo molti utili commenti su diverse bozze e ai membri del comitato di redazione di questa rivista per i loro commenti durante il processo di pubblicazione.

Dichiarazione di interessi in conflitto

L'autore ha dichiarato no potenziali conflitti di interesse per quanto riguarda la ricerca, paternità e/opubblicazione di questo articolo.

Finanziamenti

L'autore ha ricevuto alcun sostegno finanziario per la ricerca, paternità e/o pubblicazione di questoarticolo.

Biografia autore

Yochai Benkler (yochai_benkler@harvard.edu) è Berkman Professor of Entrepreneurial Legal Studies presso la Harvard Law School e codirettore di facoltà del Berkman Center for Internet and Society di Harvard. Dal 1990 ha avuto parte nella caratterizzazione del ruolo di scorta dei beni comuni dell'informazione e della collaborazione decentralizzata per l'innovazione, la produzione di informazione e la libertà della economia in rete e della società. I suoi libri includono "The Penguin and the Leviathan: how cooperation triumphs over self-interest" (Crown 2011); e "La ricchezza della rete - La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta la libertà", UBE Università Bocconi Editore, 2007 (in inglese: The Wealth of Network: How the social production trasforms Markets and Freedom, Yale University Press, 2006). Il suo lavoro è liberamente accessibile al:

Note

Notes
1. The Local Area Network Magazine 5, no. 10, 29.
2. Carl Malamud, “Is the Internet the Key to Growth for the IETF?” Internet Week (3 August 1992).
3. David Clark, “A Cloudy Crystal Ball—Visions of the Future” Proceedings of the Twenty- Fourth Internet Engineering Task Force, Massachusetts Institute of Technology, NEARnet, Cambridge, (13-17 July 1992). http://ietf.org/proceedings/prior29/IETF24.pdf.
4. Paulina Borsook, “How Anarchy Works,” Wired 3, no.10 (October 1995).
5. A. Michael Froomkin, “Habermas@discourse.net: Toward a Critical Theory of Cyberspace,” Harvard Law Review 116, no. 3 (January 2003); Natalie Nelson-Marsh, “Reconsidering the Conceptual Relationship between Organizations and Technology: a Study of the Internet Engineering Task Force as a virtual organization,” (University of Colorado at Boulder PhD dissertation, 2006); Craig Lyle Simon, “Launching the DNS Wars, Dot-com Privatization and The Rise of Global Internet Governance” (University of Miami PhD dissertation, 2006).
6. For an extensive review of the dynamics of adoption by firms, governments, and individu - als. see Charles M. Schweik and Robert C. English, Successful Internet Collaboration: A Study of Open-Source Software Commons (Cambridge, MA: MIT Press, 2012). For indus - try adoption statistics, see Josh Lerner and Mark Schankerman, The Commingled Code: Open Source and Economic Development (Cambridge, MA: MIT Press, 2010).
7. FOSS is the subject of an extensive literature. Particularly valuable book-length treatments are Christopher M. Kelty, Two Bits: The Cultural Significance of Free Software (Durham, NC: Duke University Press, 2008); Glynn Moody, Rebel Code: Linux and the Open Source Revolution (New York: Basic Books, 2002); Steven Weber, The Success of Open Source (Cambridge, MA: Harvard University Press, 2004). Groundbreaking discussions of FOSS include Rishab Ayer Ghosh, “Cooking Pot Markets: An Economic Model for the Trade in Free Goods and Services on the Net,” First Monday 3, no. 3 (March 1998), http://firstmon - day.org/htbin/cgiwrap/bin/ojs/index.php/fm/rt/printerFriendly/580/501; Eric Raymond, “The Cathedral and the Bazaar,” http://www.catb.org/esr/writings/homesteading/; Karim R. Lakhani and Eric von Hippel, “How Open Source Software Works: ‘Free’ User-to-User Assistance,” Research Policy 32, no. 6 (June 2003): 923-943. An important collection of early work on FOSS is Joseph Feller, Brian Fitzgerald, Scott A. Hissam, and Karim R. Lakhani, eds., Perspectives of Free and Open Source Software (Cambridge, MA: MIT Press, 2005), http://mitpress.mit.edu/books/chapters/0262562278.pdf. The critical source for an internal perspective is the work of Richard Stallman, founder of the Free Software Foundation, at http://www.gnu.org/.
8. Pamela S. Tolbert, “Robert Michels and the Iron Law of Oligarchy” [Electronic version], Retrieved from Cornell University, ILR School site: http://digitalcommons.ilr.cornell.edu/ articles/397/.
9. Kelty, Two Bits , ch. 10.
10. Gabriella Coleman, “Three Ethical Moments in Debian: The Making of an (Ethical) Hacker, Part III” (University of Chicago PhD thesis, 2006).
11. Siobhan O’Mahony, “The Emergence of Governance in an Open Source Community,” Academy of Management Journal 50, no. 5 (2007): 1079-1106.
12. Malolan S. Rajagopalan et al., “Accuracy of Cancer Information on the Internet: A Comparison of a Wiki with a Professionally Maintained Database,” Journal of Clinical Oncology 28, no. 7s (2010). Benkler 249
13. Jimmy Wales, “From Jimbo Wales’ user talk page,” quoted in Wikimedia, “Meta:Talk:Benevolent Dictator,” Wikimedia, 16 March 2007, http://meta.wikimedia. org/?oldid=544462
14. Joseph Michael Reagle Jr., Good Faith Collaboration: The Culture of Wikipedia (Cambridge, MA: MIT Press, 2010), ch. 4-6.
15. An excellent recent bibliography is found in Mayo Fuster Morell, “The Wikimedia Foundation and the Governance of Wikipedia's Infrastructure, Historical Trajectories and Its Hybrid Culture,” in G. Lovnik and N. Tkacz, eds., Critical Point of View (Amsterdam: Institute of Networked Cultures, 2011); the volume generally collects a substantial amount of recent work that develops a critique of the more optimistic interpretations of Wikipedia. Works on the governance of Wikipedia, both critical and supportive, include: Phoebe Ayers, Charles Matthews, and Ben Yates, How Wikipedia Works and How you Can Be a Part of It (San Francisco, CA: No Starch Press, 2008); Andrew Lih, The Wikipedia Revolution: How a Bunch of Nobodies Created the World’s Greatest Encyclopedia (New York: Hyperion, 2009); Piotr Konieczny, “Governance, Organization, and Democracy on the Internet: The Iron Law and the Evolution of Wikipedia,” Sociological Forum 24 (March 2009): 162-192; Shane Greenstein and Michelle Devereaux, “Wikipedia in the Spotlight,” Kellogg Case Number: 5-306-507 (Evanston, IL: Kellogg School of Management, 2009), http://www.kellogg.northwest - ern.edu/faculty/greenstein/images/htm/Research/Cases/Wikipedia_RVFinal_0709. pdf; Nathaniel Tkacz, “Power, Visibility, Wikipedia” Southern Review 40 (2007): 5-19; Travis Kriplean, Ivan Beschastnikh, David W. McDonald, and Scott A. Golder, “Community, Consensus, Coercion, Control: CS*W or How Policy Mediates Mass Participation,” GROUP’07, ACM Conference on Supporting Group Work (Sarubel Island, Florida, 2007); Max Loubser and Christian Pentzold, “Rule Dynamics and Rule Effects in Commons-Based Peer Production,” Fifth ECPR General Conference, Potsdam, Germany (10-12 September 2009); Fernanda B. Viégas, Martin Wattenberg, and Matthew Mckeon, “The Hidden Order of Wikipedia,” Online Communities and Social Computing (2007): 445-454; Andrea Forte and Amy Bruckman, “Scaling Consensus: Increasing Decentralization in Wikipedia Governance,” Proceedings of the 41st Annual Hawaii International Conference on System Sciences (Waikoloa, Big Island, HI: IEEE Computer Society, 2008): 157-167; Thomas Malone, The Future of Work: How the New Order of Business Will Shape Your Organization, Your Management Style and Your Life (Cambridge, MA: Harvard Business Press, 2004); Aniket Kittur, Ed Chi, Bryan Pendleton, Bongwon Suh, and Todd Mytkowicz, “Power of the Few vs. Wisdom of the Crowd: Wikipedia and the Rise of the Bourgeoisie,” Proceedings of the 25 th Annual ACM Conference on Human Factors in Computing Systems (CHI 2007), ACM: San Jose, CA, 2007. Sorin Adam Matei and Caius Dobrescu, “Ambiguity and Conflict in the Wikipedian Knowledge Production system,” 56th Annual Conference of the International Communication (19-23 June 2006, Dresden), http://matei.org/ ithink/ambiguity-conflict-wikipedia/; Andrea Ciffolilli, “Phantom Authority, Self- Selective Recruitment and Retention of Members in Virtual Communities: The Case of Wikipedia,” First Monday (December 2003), http://firstmondayorg/htbin/cgiwrap/ bin/ojs/index.php/fm/article/view/1108; Mathieu O’Neil, Cyberchiefs: Autonomy and Authority in Online Tribes (London, UK: Pluto Press, 2009); Felix Stalder and Jesse Hirsh, “Open Source Intelligence,” First Monday 7 (June 2002), http://firstmonday. org/htbin/cgiwrap/bin/ojs/index.php/fm/article/view/961/882. Moira Burke and Robert Kraut, “Mopping up: Modeling Wikipedia Promotion Decisions” in B. Begole and D. 250 Politics & Society 41(2) W. McDonald, eds., Proceedings of the 2008 ACM Conference on Computer Supported Cooperative Work (San Diego, CA: ACM), 2008, 27-36.
16. Pamela S. Tolbert, “Robert Michels and the Iron Law of Oligarchy.”
17. Reagle, supra note 11, 74.
18. Reagle, supra , at page 98.
19. See Matheiu O’Neil, “Wikipedia and Authority,” in Lovnik and Tkacz, supra , at 309 (2011).
20. Yochai Benkler, “Coase’s Penguin, or Linux and the Nature of the Firm,” 112 Yale Law Journal 369 (2002); “’Sharing Nicely’: On Shareable Goods and the Emergence of Sharing as a Modality of Economic Production, 114 Yale Law Journal 273 (2004); “Peer Production of Survivable Critical Infrastructures,” in M. F. Grady and F. Parisi, eds., The Law and Economics of Cybersecurity , (Cambridge University Press, 2005): 73-114); Yochai Benkler, The Wealth of Networks: How Social Production Transforms Markets and Freedom (Cambridge, MA:Yale University Press, 2006).
21. A comparison identified by Steven Berlin Johnson.
22. Pew Research Center’s Project for Excellence in Journalism, “YouTube and News: A New Kind of Visual News,” http://www.journalism.org/node/30171.
23. USAID, “Crowdsourcing to Geocode Development Credit Authority Data: A Case Study,” http://transition.usaid.gov/our_work/economic_growth_and_trade/development_credit/ pdfs/2012/USAIDCrowdsourcingCaseStudy.pdf.
24. Blake Ellis, “Credit Unions Hit a Record Number of Members,” http://money.cnn. com/2012/02/29/pf/credit_unions_members/index.htm.
25. Grameen Bank website: http://www.grameen-info.org/index.php?option=com_content&ta sk=view&id=26&Itemid=175.
26. See: November 2009, 100 Million; http://www.techcrunch.com/2009/11/01/four-years- after-founding-kiva-hits-100-million-in-microloans/; April 2011, 200 million, http:// philanthropy.com/article/article-content/127126/, by August 2012, 343.6 million. http:// www.kiva.org/about/stats.
27. NEA website: http://www.nea.gov/about/budget/AppropriationsHistory.html
28. BLS category NAICS 711500, compare 2004 and 2011.
29. Kristin Thomson and Jean Cook, “Future of Music Coalition Study: Are Musicians Benefiting from Music Tech?” (13 February 2012), http://money.futureofmusic.org/ are-musicians-benefiting-from-music-tech-sf-musictech-presentation/.
30. Leah Belsky, Byron Kahr, Max Berkelhammer, and Yochai Benkler, “Everything in Its Right Place: Social Cooperation and Artist Compensation,” 17 Mich. Telecommunications and Tech L. Rev. 1 (2010).
31. See Belsky, et al, supra.
32. Safecast website: http://blog.safecast.org/history/; Ethan Zuckerman blog: http://www. ethanzuckerman.com/blog/2011/06/27/mohamed-nanabhay-and-joi-ito-at-center-for-civic- media/.
33. “Open Data Movement Redux: Tribes and Contradictions,” http://whimsley.typepad.com/ whimsley/2012/05/open-data-movement-redux-tribes-and-contradictions.html.
34. Jennifer Shkabatur, “Transparency With(out) Accountability: Open Government in the United States,” Yale Law & Policy Review 31, no. 1 (2013).
35. See John Wonderlich, “Open Data Creates Accountability,” http://sunlightfoundation.com/ blog/2012/07/06/open-data-creates-accountability/; written in large measure in response to the doubts that Beth Noveck, who designed and led the Obama Administration’s open Benkler 251 data drive, and seems now to be focused on institutionalized aspects rather than raw data dumps coupled with peer scrutiny. See “Open Data—The Democratic Imperative,” http:// crookedtimber.org/2012/07/05/open-data-the-democratic-imperative/.
36. Blake Ellis, “Credit Unions Hit a Record Number of Members.”

Strumenti personali
Namespace
Varianti
Azioni
Navigazione
Strumenti