Cinema18

Da Ortosociale.

Mia Madre di Nanni Moretti

Aprile 2015. Sono a andato a vedere Mia Madre. Di Nanni Moretti, una delle ultime speranze del cinema italiota. Il flusso di coscienza emozionale si libera solo alla fine del film. Prevale il flusso di coscienza cognitivo, autoreferenziale, con molti messaggi subliminali, per carità (per "carità") tutti da condividere: 1]Dativo possessivo nella frase "Tiranno Siracusorum Grandi Consilia Sunt" (il tiranno ha grandi piani), NWO o Nuovo Ordine Mondiale? 2]Bisogna fare il liceo classico, perchè il latino serve 3]Lavoro per Tutti: il rappresentante sindacale al manager americano: "noi amiamo il nostro lavoro"; il capitalismo non è un aggregato di persone, "i capitalisti" o i loro manager come il protagonista di "Pretty Woman", ma un "sistema" 4]I registi sono degli "stronzi" a cui bisogna dire di no 5]La cultura classica sono Lucrezio (atomismo democratico) e Tacito (storia senza padrini) anzichè ad esempio Cicerone-Livio 6]Ingegnere in età avanzata (alias Moretti nel film) non può trovare lavoro (Fornero nessuno ti dimenticherà) 7]Lotta operaia: No ai compromessi (1/3 di licenziati) vedi punto 3] 8]Yankee Go Home: "ad un attore amerikano non si possono insegnare quattro battute in italiano" anche se John Turturro viene trattato come Anita Eckerb nella Dolce Vita. Al di là della sovrabbondanza di "messaggi", ripeto condivisibili, la predominanaza del tema "Sono un regista e faccio film" finisce solo nell'ultima parte, dove rientrano il tema della "madre", della "morte", della "continuità storica" delle generazioni con la figlia e con la nipotina. Il lascito della "nonna" alla "nipote" è notevole: "non guardare le prima voce del vocabolario a caso". E così la nipote impara il latino (presumibilmente quello progressista di Lucrezio e Tacito). La mia impressione è che Moretti, nel racconto del suo rapporto con la madre morente, si sdoppia nella donna regista (Margherita Buy) e nell'uomo attore (John Turturro). Entrambi hanno i noti problemi del rapporto realtà-finzione-rappresentazione. L'attore Nanni Moretti si riserva nel film, come "il fratello", un ruolo di demiurgo che crea equilibrio e un governo sicuro delle situazioni, a volte autoritario. Più che un attore, un regista sicuro del fatto suo. Il tema della morte è trattato in modo superficiale, come un dato di fatto, una rappresentazione alla Mantegna, quando viene ripreso il corpo della madre vestito di nero con un abito scelto di fretta in modo distratto. Su come Jodorowski tratta il tema della "Madre" vedi:

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