Cinema17

Da Ortosociale.

La Danza della Realtà

"La danza della realtà", 2013, Alejandro Jodorowsky. Mi è piaciuto. La controprova sono stati i sogni che ho fatto la notte dopo la visione del film, leggeri, incisivi, una percezione di libertà che non so descrivere. Non entro nel merito del film, piuttosto complicato. Dico la mia interpretazione trasversale della saga familiare di Alejandro: la autodistruzione del Padre-Tiranno, il suo ritorno dalla Madre-Sposa che lo accoglie con amore indiscutibile e gli porge una pistola per far svanire Stalin, Ibanez, e Lui Stesso. In pratica il trionfo della Dea che in una scena spettacolare annulla ogni dualismo Bene-Male insegnando al figlio che "Il male o il nulla è l'ombra di dio", che si aggira divorata dalla fame e dalla sete, come la turba nera di appestati che apre il film. Segnalo nel link qui sotto l'autoanalisi stilistica dello stesso AJ : notevole estetica-non-estetica. "Domanda: La messa in scena resta sobria, frontale, quasi teatrale, con inquadrature fisse che rinviano alle sua esperienza nel fumetto". AJ: "Volevo che la bellezza scaturisse dal contenuto, non dalla forma. Abbiamo dunque deciso di eliminare la forma, di non porre niente tra la cinepresa e ciò che veniva filmato, di non fare dei movimenti di macchina inutili...Il montaggio e i piani sequenza devono molto al fumetto, il film avanza come un fiume.". Una buona presentazione è questa di Salvatore Pecoraro e Antonio Bertoli:

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