Fukushima

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Fukushima

Un progetto prioritario. La società occidentale prima e quelle orientali poi hanno sviluppato una tecnologia nucleare a scopo distruttivo capace di assicurare per diversi ordini di grandezza la distruzione totale dell'umanità. Ognuna delle potenze fornite di armi nucleari si assicura di poter distruggere più volte il "nemico". E' la Mutua Distruzione Assicurata o MAD ("pazzo") dall'inglese Mutual Assured Destruction. Queste armi sono tuttora operative nei loro depositi e non sono previste opzioni di una loro distruzione nell'agenda politica dei principali stati che le mantengono pronte all'uso: Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Korea del Nord, Cina, Russia, Pakistan, India. Per citare solo quelli "ufficiali". Questa tecnologia è stata utilizzata "anche" nel settore civile, con la costruzione di reattori nucleari per la produzione di energia elettrica con l'arcaica procedura di scaldare l'acqua per produrre vapore da convertire in energia elettrica. La storia delle centrali nucleari "pacifiche", per quanto coperta da una segreto quasi militare, è costellata da incidenti che ne dichiarano la totale NON sostenibilità: Three Mile Island (1979, Stati Uniti), Cernobyl (Ucraina, ex-URSS, 1986), Fukushima (2011, Giappone). Sono i tre paesi con il più alto livello tecnologico del pianeta ad aver "sofferto" di questi "incidenti". Gli scienziati e gli ingegneri che hanno sviluppato e prodotto questa tecnologia (allo stesso tempo militare e pacifica) NON si sono preoccupati di predisporre una tecnologia di controllo della radioattività così scatenata, pur conoscendo i tempi millenari di decadimento dei principali composti radioattivi. Il classico diavolo che fa le pentole senza i coperchi. Visto che ormai il problema delle scorie radioattive esiste, eccome, è urgente riparare il mal fatto e procedere in modo concentrato allo sviluppo di una tecnologia di controllo e di bonifica delle radiazioni. Questo può essere utile oltre che nel caso dell'industria nucleare "pacifica" anche per disincentivare qualche "pazzo" dall'usare l'industria nucleare militare (bombe atomiche o termonucleari). Ogni scienziato o ingegnere che si senta parte dell'umanità è invitato a dare il suo contributo a questo sforzo collettivo che dimostrerà la vera potenzialità umana di scienza, cultura, e valore etico.

Lettera inviata a Papa Francesco

Sua Santità Francesco, in tutta semplicità le comunico quella che ritengo una semplice e preliminare azione preventiva per ridurre i rischi del nucleare, sia pacifico che militare. La cura consiste nel concentrare al massimo gli sforzi di fisici, chimici, naturalisti, sia teorici che sperimentali, nel realizzare un soddisfacente controllo della radioattività. Si tratta quindi di indirizzare a tale scopo, da subito, le ricerche dei maggiori enti scientifici. L'inquinamento e i pericoli di proliferazione nucleare lo impongono. Non credo che agli uomini di buona volontà manchi la Fede nel realizzare un obiettivo così ambizioso ma così necessario per la salvezza fisica del genere umano. Grazie. Fukushima. Un progetto prioritario. La società occidentale prima e quelle orientali poi...
17 gennaio 2014

STOP al Nucleare. Fukushima che fare?

La contaminazione dell'Oceano Pacifico mette l'umanità in una situazione drammatica. Che fare? Una possibilità, l'unica, è quella di unire tutte le risorse scientifiche del pianeta su un progetto SPERIMENTALE di controllo della radioattività. Questo permetterebbe di spegnere i noccioli di Cernobil e Fukushima che sono in stato di fusione ed avviare un graduale repulisti della radioattività presente negli oceani, nell'aria, nella terra del nostro Pianeta. Nel frattempo va dato uno STOP politico alla Russia di Putin (sì l'erede di quelli di Cernobil 1986) che sta vendendo a tutto il mondo reattori nucleari privi di sicurezza. E' possibile, sia l'una che l'altra cosa. Forse è più semplice trovare in tempi ragionevoli un sistema fisico-chimico di controllo della radioattività che convincere Putin. Ma anche lui può essere controllato, come la radioattività.

L'affidabilità delle informazioni ufficiali a Fukushima

La collaborazione spontanea tra cittadini è stata fondamentale per aggirare corpi governativi reticenti ad assolvere il loro ruolo a causa di fallimenti standard del governo nella società democratica — incompetenza, interessi politici, clientelismo. Forse l'esempio più evidente di questo a tutt'oggi è Safecast, una risposta ai fallimenti del governo giapponese e della società di produzione energetica nel rilasciare informazioni affidabili sui livelli di radiazioni in Giappone dopo l'incidente di Fukushima. Nei giorni del terremoto dell' 11 marzo 2011 in Giappone, uno scambio di email tra tre persone — Sean Bonner (LosAngeles), Joi Ito (Boston/Dubai/Tokyo) e Pieter Franken (Tokyo) — che era cominciato come un controllo del benessere tra amici e famiglia, diventa la considerazione dei dati di radiazione e come ottenerli. Le forniture commercialmente disponibile di contatori Geiger era state assorbite quasi subito, ed entro il primo mese i tre avevano riunito una rete di sviluppatori e designer da Maui (Medcom International produceva là contatori Geiger di alta qualità), Hackerspace di Tokyo, Singapore, Boston, Seattle, Carolina del Nord e Portland, Oregon, per sviluppare unità mobili e fisse di contatori Geiger sia un sistema per comunicare dinamicamente e unificare i loro rilevamenti in mappe sotto una licenza di "open access data". La base di finanziamento è stata ottenuta attraverso Kickstarter, successivamente completata da una sovvenzione della Fondazione Knight. Il risultato è stata una significativa collaborazione internazionale, che ha offerto e distribuito prodotti fisici, così come una infrastruttura informatica, basata sull'impegno e sui finanziamenti di volontari. SafeCast è un esempio eclatante di come il mutualismo può servire per aggirare con successo il fallimento di un ente pubblico (sia per mancanza di capacità o, più probabilmente, per mancanza di volontà politica).

La mappa dello Tsunami
L'Oceano Pacifico dopo Fukushima
La situazione della radioattività nel Marzo 2012
L'Oceano Pacifico dopo Fukushima nel marzo 2012

La simulazione di ASRLTD, che è una società privata, una "consulting firm", ha usato dati TEPCO (che gestisce la centrale di Fukushima). Guarda caso la simulazione è ferma al marzo 2012.

Il video di Febbraio 2012 dello IRSN Institut de Radioprotection et de Surete Nucleaire
La diffusione mondiale della radioattività aerea dopo Fukushima nel febbraio 2012

Un ottima documentazione ma ferma al Febbraio 2012:

Un altro video di IRSN sulle questioni legate alla salute dopo l'incidente della centrale di Fukushima Daiichi sia immediate che di lungo periodo:

Le Scienze e Fukushima

"Le Scienze", edizione italiana di "Scientific American", esce con due articoli su Fukushima nel numero 547, Marzo 2014, "Ritorno a Fukushima", pag.7, di Marco Cattaneo, direttore responsabile, l'altro di Andrea Bonisoli Alquati, "L'ombra di Fukushima", pag.50-55. M.Cattaneo giustamente precisa in apertura di articolo che circolano mappe come quella della NOAA che rappresenta la massima ampiezza raggiunta dall'onda di tsunami e non la contaminazione radioattiva delle acque del Pacifico. Ma non cita la mappa della simulazione della diffusione della radioattività di ASRLTD riportata qui sopra relativa al 2012 e quindi senza la traccia della diffusione della radioattività nell'oceano Pacifico dal 2012 al 2014. Marco Cattaneo dice comunque che (il grassetto è di ortosociale e non è presente nel testo dell'articolo): "La contaminazione c'è, senza dubbio, come hanno rilevato tra gli altri i ricercatori del Woods Hole Oceanographic Institure.". Aggiunge Marco Cattaneo: "E a quanto pare finora le conseguenze sulla fauna selvatica potrebbero non essere più miti che a Chernobyl, nonostante il rilascio di contaminanti radioattivi in Giappone sia stato circa un decimo ripsetto a quello della centrale ucraina. Gli studi condotti da diversi ricercatori nelle aree più contaminate hanno infatti registrato nei dintorni di Fukushima una diminuzione del numero di uccelli e del numero di specie presenti rispetto a prima dell'incidente. I dati sono confrontabili, se non peggiori, con quelli di analoghi censimenti eseguiti a Chernobyl." (pag.7 di Le Scienze n.547). Si tratta di studi sulle rondini che hanno registrato effetti nocivi in grado di condizionare le prospettive di sopravvivenza e riproduzione. "Danni genetici, invece, sono stati riscontrati sulle farfalle."(pag.7 di Le Scienze n.547, l'enfasi è di ortosociale e non è presente nell'articolo originale).

Le Scienze, Fukushima e la buccia di banana

Come dicevano sopra, "Le Scienze", edizione italiana di "Scientific American", esce con due articoli su Fukushima nel numero 547, Marzo 2014, "Ritorno a Fukushima", pag.7, di Marco Cattaneo, direttore responsabile, l'altro di Andrea Bonisoli Alquati, "L'ombra di Fukushima", pag.50-55. La conclusione di Andrea Bonisoli Alquati, postdoctoral research associate alla University of South Carolina a Columbia, anticipata nell'articolo a pag.7 di Marco Cattaneo, è la seguente (pag.55): "Niente paura, assicurano sui 'Proceedings of the National Academy of Sciences' ricercatori del francese Institut de Radioprotection et de Surete Nucleaire e della Hopkins Marine Station della Stanford University. La dose che si riceve dal consumo di una trancio di 200 grammi di tonno sarebbe, secondo le analisi degli autori, di gran lunga inferiore alla dose che si riceve dal mangiare una banana, un alimento relativamente radioattivo a causa dell'abbondanza di potassio, una frazione del quale è naturalmente radioattiva.". Nessuno osa mettere in discussione le conclusioni di Andrea Bonisoli Alquati, dello IRSN e della Stanford University circa la pericolosità del potassio contenuto nelle banane. Resta solo un problema di logica. Poco prima Andrea Bonisoli Alquati dice: "Le sue analisi della concentrazione di cesio radioattivo nei pesci di fondale pubblicate su 'Science' nel 2012 hanno dimostrato che questi pesci al largo della regione di Fukushima hanno concentrazioni superiori alle norme di sicurezza per il consumo umano nel 40 per cento dei casi.". Le perplessità che nascono a livello di logica sono queste:

  1. Possiamo tranquillamente continuare a mangiare banane, gettandoci le bucce all'indietro, sapendo che sono più radioattive di 200 grammi di tonno pescato al largo di Fukushima?
  2. cosa significa che questi tonni hanno concentrazioni superiori alle norme di sicurezza per il consumo umano nel 40 per cento dei casi? Sono o non sono dannosi? Sembrerebbe che siano dannosi, meno delle banane, ma dannosi. Esatto?
  3. quando sono state fatte le rilevazioni sui tonni? I tonni subiscono mutazioni genetiche? Sappiamo qualcosa sui tonni OGM?
  4. cosa significa "al largo di Fukushima? 10 km, 100 km, 1000 km?
  5. è vero come sostiene l'articolo che "molti pescherecci sono fermi nei porti" (pag.55 ultima riga a sinistra)? Perchè? Ha qualcosa a che fare con la questione dei tonni?
Le Scienze, Fukushima e la sociologia della scienza

Mentre i ricercatori delle scienze naturali fanno il loro lavoro altri ricercatori delle scienze sociali li studiano. Sono i sociologi della scienza e della tecnologia. Una ottima introduzione, agile ma esaustiva, si trova in "Il nano-mondo che verrà - Verso la società della nanotecnologia", Federico Neresini, il Mulino, 2011. F.Neresini insegna "Scienza, tecnologia e società" alla università di Padova. Tre punti importanti, collegati tra loro, sono la percezione della tecnoscienza da parte del pubblico, l'aggregato di apparati concettuali, stereotipi, e altre forme mentali che gli scienziati introiettano da piccoli durante la loro socializzazione e che poi proiettano sulle loro ricerche, la manipolazione che avviene nella discussione scientifica e politica sui temi della ricerca nei mezzi di comunicazione di massa, compreso internet. La considerazione basilare è che "La scienza e la tecnologia evolvono insieme alla società, essendone parte integrante" (Neresini, pag.72). E' sbagliato separare o creare delle gerarchie tra scienza e società secondo "una visione distorta che contempla la netta separazione di scienza, tecnologia e società..." (pag.72). La percezione della tecnoscienza da parte del pubblico (e quindi anche da parte degli scienziati) si trova, a proposito del nucleare, nei "pacchetti interpretativi" (interprative packages) di Gamson W.A e Modigliani A. (Media Discourse and Public Opinion on Nuclear Power: a Constructionist Approach, The American Journal of Sociology, 95, n.1, pp.1-37), corrispondenti grosso modo a "progress", "public accountability", "runaway". (Neresini, pag 162). Il punto della socializzazione dei futuri scienziati è complesso e riguarda le agenzie di socializzazione, dalla famiglia alla scuola, ai media, alle parrocchie o alle varie scuole filosofiche. Comunque tutti gli scienziati sono "animali sociali", nessuno escluso. Quanto alle strategie di comunicazione usate dai divulgatori di scienza, e dai ricercatori che assimilano le forme espressive dei divulgatori, un interessante elemento di "ricerca" (sociologica), si trova in (Neresini, paragrafo 1, "Top-down/Bottom-up" pag.79) e in (Neresini, paragrafo 3, "Dita troppo grasse e appiccicose" pag.93) sulle diatribe tra due scienziati. I due articoli di Le Scienze meriterebbero forse una analisi più raffinata e dettagliata sulle strategie mediatiche usate dagli autori. Se il loro impegno nel nucleare lo giustificasse ortosociale si ripromette di dedicargli la meritata attenzione.

Le Scienze n.548 Aprile 2014, Nuovo trafiletto su Fukushima

La rivista fondata da Felice Ippolito, uno dei primi sostenitori del nucleare in Italia, pubblica i risultati di uno studio di Kouji H. Harada (università di Kyoto) e altri, secondo cui l'assorbimento di cesio-137 fortemente radioattivo e pericoloso per la salute, sarebbero stati entro i limiti della normalità nel 2012. Si prevede si mantengano tali anche fino al 2022. La misurazione è avvenuta su 483 volontari all'interno dell'area posta alla distanza minima di 20 km ed alla distanza massima di 50 km dalla zona vicina alla centrale esplosa, zona prossima alla centrale interdetta alla popolazione ed evacuata. Correttamente la rivista conclude il trafiletto dicendo "Questa ultima stima del rischio però non include la dose di radiazioni assorbita prima delle misurazioni del 2012" (pag.10). Le misurazioni quindi non solo riguardano solo le dosi assorbite nel 2012, ma soprattutto le dosi assorbite in un anello limitato alla fascia dai 20 ai 50 km intorno a Fukushima-Daichi. Lo studio di Harada si è limitato alla misurazione del cesio-137 "In this study, we evaluated radiation dose rates from deposited radiocesium in three areas neighboring the restricted and evacuation areas in Fukushima" e non dello iodio-131 pericoloso per la tiroide soprattutto dei bambini. "L'unica eccezione che preoccupa gli esperti, riferisce il rapporto, riguarda i bambini in età prescolare che vivono nella cittadina di Namie, a nord della centrale di Daiichi, e che potrebbero essere stati esposti a una quantità di iodio-131 equivalente a una dose alla tiroide stimata in 100-200 mSv. Tuttavia, i dati raccolti su oltre 1000 bambini della zona non hanno misurato dosi alla tiroide superiori ai 50 mSv." (da un altro articolo di Le Scienze del 24 maggio 2012). A proposito di quanto avvenuto prima sarebbe stato utile Le Scienze avesse citato un suo articolo del 29 ottobre 2011 molto interessante che così inizia "Il disastro dell'impianto nucleare di Fukushima Daiichi dello scorso marzo ha determinato un rilascio di radiazione molto più alto rispetto a quanto dichiarato dal governo giapponese. È questa la conclusione di uno studio, pubblicato online per una peer review aperta dalla rivista Atmospheric Chemistry and Physics, che combina i dati sulla radioattività di tutto il mondo per stimare le dimensioni e l'evoluzione delle emissioni dell'impianto danneggiato.". L'artcilo conclude così: "Il modello mostra anche che l'incidente avrebbe potuto avere facilmente un impatto molto più devastante sulla popolazione di Tokyo. Nei primi giorni dopo l'incidente il vento soffiava verso il mare, ma nel pomeriggio del 14 marzo ha cambiato direzione per dirigersi verso la costa, portando nubi di cesio-137 radioattivo su un ampia zona del paese. Dove si sono avute precipitazioni, lungo la zona montuosa centrale e a nord ovest dell'impianto, successivamente sono stati rilevati livelli di radioattività del suolo più alti; fortunatamente la capitale e altre aree densamente popolate hanno avuto un condizioni meteo migliori. "C'è stato un periodo in cui si è verificata un'alta concentrazione sopra Tokyo, ma non è piovuto", conclude Stohl. "Sarebbe potuto andare molto peggio".". Lo studio di Haruda non ha coinvolto la popolazione su cui si è abbattuta questa nuvola di cesio-137. L'articolo poco prima riporta che "Il rapporto del governo giapponese ha già riconosciuto che il sisma che ha colpito Fukushima Daiichi superava per intensità le specifiche del progetto dell'impianto. Gli attivisti anti-nucleare avevano ripetutamente sottolineato come il governo avesse omesso di affrontare adeguatamente i rischi geologici quando diede l'approvazione agli impianti, e l'ondata di xeno potrebbe stimolare una rivalutazione della sicurezza del reattore, ha spiegato Yamauchi.". Come si può notare si continuano a produrre studi rassicuranti che però non tengono conto della globalità del disastro, delle sue dinamiche a corta e lunga distanza, degli effetti incrociati, soprattutto delle carenze di sicurezza pre-disastro che non si può sostenere fossero ignote. Quello che rende insicuro il nucleare è soprattutto la sua gestione "politica" e la conseguente possibile manipolazione delle informazioni. Gli articoli si trovano a questi link:

La situazione in tempo reale

Il calcolo in tempo reale della diffusione radioattiva da ARC Centre of Excellence for Climate System Science - Adrift - Per errore la didascalia del sito parla di "plastics", ma il link è "adrift.org.au/fukushima" e il punto di origine della mappa è il Giappone all'altezza di Fukushima.

Documentazione

Nuclear Emergency Tracking Center

USA, Giappone, Pacifico - Tranquillizzante - Trascina la mappa sul Giappone dove si vedono solo segnali RADCON 1 NORM. Sugli USA ci sono parecchi RADCON 2 NORM (Radioattività in crescita) e RADCON 3 NORM (Radioattività elevata). Mancano i segnali RADCON 4 NORM (Radioattività preoccupante/da controllare) e A (allarme). Vicino all'Italia c'è solo un sito nucleare (Croazia) con RADCON 1 NORM. Meno tranquillizzanti i link che scorrono in alto sulla home page. Cliccare e verificare.

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