Sociologia90

Da Ortosociale.

Luglio 2018 proposte integrate per un governo nazionale. L'attuale governo ha pochi mesi di vita secondo Berlusconi. Questo significa che intende porre fine all'idillio Salvini-DiMaio. Poi la strana coppia provoca scricchiolii devastanti nei relativi partiti: Tav, Voucher, Jobs Act, Diritti LGBTQI, Rom e Migranti (Fico), e per ultimo la nomina del Presidente RAI-TV, controllore del Pensiero Collettivo Nazionale. Qui c'è stata una spaccatura netta tra Salvini e Berlusconi, che sul controllo della TV aveva costruito la sua fortuna politica ed economica (e in un certo senso "culturale"). Si prospetta una situazione di ingovernabilità. Piuttosto che continuare a pensare in modo deterministico su soluzioni omogenee sul piano nazionale conviene decentralizzare la governance in modo da permettere l'emergenza reale e concreta, sul piano locale e regionale, di innovazioni profonde. Naturalmente cercando di mantenere il più unito possibile il tessuto nazionale profondamente spaccato tra Nord e Sud. Propongo tre idee, senza entrare nei dettagli, in modo indeterministico. La prima è quella di ampie autonomie regionali, con monete locali, per sbloccare le situazioni. Poi integrare i Beni Comuni in un Sistema di Sicurezza regionale (e nazionale) che garantisca per il futuro, ma in maniera il più possibile locale. Sui vari Sistema Sicurezza dovrebbero essere coinvolti i giovani. Infine il Basic Income o vero Reddito di Cittadinanza, da implementare a livello regionale-locale, per sbloccare l'attività dei giovani. Un Basic Income locale-regionale potrebbero basarsi su Monete Locali o su accordi tipo Banca del Tempo legati sempre ai Sistemi di Sicurezza Regionali. Più in generale, sul tema della costruzione di un Programma di Governo e delle articolazioni politiche per farlo vedi:

Indice

Premessa

Per avviare a soluzione i problemi nazionali servono riforme radicali. I problemi sono sostanzialmente due:

  • Uno, lo squilibrio cronico tra nord e sud aggravato dal controllo territoriale al Sud e dalla pesante infiltrazione al Nord delle più potenti mafie del mondo.
  • Due, la debolezza italiana sullo scacchiere geo politico economico culturale della globalizzazione, conseguente alla catastrofica sconfitta nella seconda guerra mondiale.

Si identificano quindi nelle culture mafiose e postfasciste le cause storiche della situazione attuale, mal gestite dalla Vecchia Democrazia Cristiana, bloccate dall'assassinio di Aldo Moro, peggio gestite dalla socialdemocrazia ed infine colluse con mafia e fascismo grazie a Berlusconi e Salvini.

Tre proposte

Sono strettamente intrecciate e si ispirano alla inclusione, partecipazione, responsabilizzazione, controllo, feedback, del maggior numero possibile di cittadini. Le proposte si basano su una Radicale decentralizzazione e mirano a realizzare il principio di sussidiarietà secondo cui va realizzato e progettato su scala Nazionale solo quanto non è possibile o non conviene realizzare e progettare su scala locale. Le proposte vanno realizzate gradualmente secondo una agenda di transizione che renda sempre più agevoli i passaggi che vengono dopo, in modo che il processo acceleri anziché frenare. L'agenda di transizione Inoltre può subire modifiche o aggiustamenti sulla base delle esperienze fatte localmente. Le tre proposte sono:

  • Uno realizzare un'ampia autonomia regionale, e delegare ad esse regioni poteri e responsabilità secondo il principio di sussidiarietà fino ad arrivare ad una riforma costituzionale che veda una camera eletta in proporzione al numero di votanti ed un Senato con due rappresentanti per regione. Tra i servizi che le regioni gestiscono direttamente vi sono la sanità e l'istruzione la ricerca l'agricoltura l'ambiente lo sviluppo locale le monete locali i sistemi regionali di sicurezza.
  • Due sicurezza. Bisogna introdurre una cultura della sicurezza integrata a tutti gli aspetti dell'ambiente fisico biologico sociale nel quale viviamo. Parliamo dunque di sicurezza sanitaria come prevenzione delle malattie e loro cura tempestiva, di sicurezza ambientale contro l'inquinamento gli eventi estremi e il cambiamento climatico, di sicurezza psicologica nelle relazioni tra sessi, tra culture, tra generazioni, di sicurezza di polizia locale e di ordine pubblico, di sicurezza economica e finanziaria contro le speculazioni e la perdita di sovranità nazionale, di sicurezza contro il terrorismo o aggressioni e minacce militari. Ad esempio verrà considerata una minaccia alla sicurezza sanitaria e alimentare di ordine interno o internazionale l'introduzione di cibo non rispondente ai parametri sanciti a livello statale e/o regionale. Si propone quindi la costituzione di un servizio di sicurezza nazionale integrato e decentralizzato in servizi di sicurezza regionali secondo il principio di sussidiarietà. Dalle scuole superiori e negli anni successivi al diploma i giovani saranno invitati a far parte dei servizi di sicurezza in modo che nel corso del tempo tutti i cittadini ne facciano parte attiva e responsabile. Si potrebbe prevedere un periodo di 3 anni per ogni giovane dopo la scuola dell'obbligo per sperimentare l'integrazione tra i vari servizi della sicurezza regionale e/o statale e la scelta di un settore di preferenza nel quale essere attivo nel corso della vita come servizio alle comunità locali e statali. Può servire l'esempio del servizio militare in Svizzera e quello del Corpo Forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna CFVA. Tale servizio sicurezza potrebbe assorbire ed integrare l'attuale volontariato su base gratuita.
  • Tre sviluppo locale. Il problema centrale soprattutto nei paesi sviluppati come l'Italia ma non solo è il recupero delle energie e della creatività di una grande percentuale di giovani molti dei quali Vivono in una completa inazione. Le cause sono molteplici e complesse dal tipo di sistema economico a quello della istruzione dalle dinamiche familiari a nuovi imprevedibili modelli culturali. Per il recupero l'attivazione ed il positivo utilizzo di questa energia giovanile che garantisca la rigenerazione ed il ricambio dell'intera società proponiamo il Basic Income o Reddito di Cittadinanza. Tale Basic Income potrebbe venir detratto dalla paga o dal reddito del lavoratore. In altre parole se il lavoratore riceve uno stipendio o produce un reddito tratterrà per se la parte di stipendio o di reddito eccedente il Basic Income. Ogni regione può comunque decidere il meccanismo ad essa più opportuno per il proprio tipo di Basic Income.

Fattibilità

Per partire, credo che basti, ognuno nella sua Regione, organizzare Comitati per la Sicurezza, coinvolgendo i Gas (Gruppo di Acquisto Solidale), i Comitati per lo Sviluppo Locale (agroeconomico, culturale, tecnologico artigianale e industriale), i Comitati ambientalisti, i Comitati per la Difesa della Costituzione, i Comitati Antifascisti e i Comitati Antisessisti, i Comitati per la difesa della Salute Pubblica, tutti insieme allo stesso tempo unificando le varie iniziative. Quindi con molte attività differenziate, intrecciate e coordinate. Questi stessi comitati sulla base della loro attività pratica si potranno presentare alle elezioni nelle varie Regioni, in modo indipendente tra Regione e Regione. Si tratta di capire da subito che non si tratta di vincere sul piano nazionale o sul piano delle elezioni nazionali ma aprire spazi locali consistenti ad una attività economica politica e culturale LOCALE di benessere e di sviluppo per tutti. Poi c'è poco da scegliere. Dietro l'angolo c'è un processo di disgregazione delle relazioni sociali, soprattutto a livello di psicologia di massa. È qui che i comitati devono agire in primis, sul piano della psicologia di massa. Ma con azioni concrete, con l'esempio, con i risultati, non con video mediatici del piffero. È tempo di muoversi. I comitati per muoversi chiederanno politicamente una forte autonomia regionale. Chiederanno poi economicamente monete locali e proposte di Basic Income. Si faranno propulsori di un forte sviluppo culturale locale connesso alle moderne correnti internazionali. Questo è tutto, per iniziare. Quanto ad una previsione sulla fattibilità complessiva di questo progetto potremmo usare come test il Movimento 5 Stelle. Il M5S ha utilizzato progetti già esistenti mirando dichiaratamente a costruire processi dal basso per resettare la vecchia classe dirigente. La partenza reale è stata però quando è intervenuto Casaleggio che ha dato al M5S una visibilità "nazionale". Nel corso di pochi anni sono stati conquistati posti nei consigli comunali, regionali e sindaci in alcune città. Alle penultime elezioni politiche sono entrati in Parlamento moltissimi deputati, aumentati di numero nelle ultime politiche. Questo dimostra che l'attuale sistema politico-culturale-economico è fortemente suscettibile di innovazioni "dal basso". Il mio giudizio sul M5S è che si tratti di un movimento "normale" con una piccola struttura centralizzata che si muove top/down (dall'alto al basso) "su scala nazionale" e quasi esclusivamente sul piano "politico-elettorale", ai vari livelli: comunale, regionale, nazionale, europeo. Mancano, nel mio giudizio, i livelli culturale ed economico. La mia analisi delle ultime elezioni politiche vede l'espressione di una generale richiesta di sicurezza economica, geopolitica, ed anche psicologico-culturale. Le mie tre idee rispondono a questa generale richiesta in modo radicale e fortemente caratterizzato ed integrato, ma vi rispondono. Il successo "politico" del M5S e i risultati al Nord ed al Sud (dove ha avuto molto successo una versione annacquata del Basic Income) dichiarano fattibile la linea delle "tre idee". Non solo. Ma mentre molti pensano che una direzione centralizzata su scala nazionale sia l'unica ad avere possibilità di successo, io credo invece che sia l'unica a creare strutture politiche centralizzate e tendenzialmente autoritarie, come da tradizione. Per creare strutture decentralizzate è necessario evitare partiti o movimenti "nazionali". Questo facilita la "granularità" dell'azione politica-economica-culturale. Niente proibisce che le varie iniziative si incontrino in "modo federativo", anzi sarà questa la loro evoluzione naturale. Ma, vista la "permeabilità" dell'attuale sistema ad innovazioni politiche, un altro fattore di successo fondamentale delle "tre idee", "non previsto" da alcuna forza politica o movimento alternativi, è la compresenza nel suo "nocciolo" delle dimensioni "politica", "economica", "culturale". I "Comitati della Sicurezza" operano "da subito" su scala locale su queste tre dimensioni intrecciate. Questo è necessario per costruire una struttura sociale nuova, che sarà comunque sempre costituita da queste tre dimensioni intrecciate. Finora tutti i tentativi di costruire alternative si sono basati sulla dimensione "politica", ed hanno fallito. Se, come me, credete che la realtà sociale sia costruita sulla tripartizione di "politica", "economia", "cultura", questo fallimento era prevedibile. Il "potere economico" blocca l'alternativa "politica", oppure il "potere culturale" blocca quello "economico e politico", etc. Per concludere le "tre idee" sono solo "tre idee", che chi le propone può però subito cominciare a sperimentare nel suo ambito locale, comunicando e condividendo le sue esperienze con chi ne fosse interessato.

Sistema Sicurezza

Il Sistema Sicurezza è l'organizzazione integrata dei fondamentali bisogni dell'individuo e delle comunità. Vedi la famosa piramide di Abraham Maslow. Tale sistema riguarda tutti quelli che sono definiti i beni comuni. L'organizzazione di questi beni comuni non può essere delegata al mercato che gestisce le transazioni di singoli beni e servizi in modo slegato dalle comunità che li producono che li distribuiscono è che li consumano. Ogni comunità può disporre di vari mercati controllati sul metro del rispetto degli interessi e del benessere della comunità in economie miste la cui tipologia verrà scelta da ogni comunità regionale. La organizzazione del sistema sicurezza potrebbe variare da regione a regione. Alcune regioni potrebbero innovare a livello di organizzazione modelli partecipativi del tipo proposto con la sociocrazia olandese. Organizzazione politica decentrata può favorire il test su scala locale di innovazioni profonde. Queste innovazioni potrebbero venir accolte ed elaborate da altre realtà locali e quindi modificate ed implementate secondo il modello Open source. In conclusione questo modello sviluppa la capacità di integrazione sul piano operativo dell'Autonomia Politica Regionale, del Sistema Sicurezza e dello Sviluppo Locale.

Reddito di Cittadinanza

Il riferimento ed i lavori accademici, tra cui Premi Nobel, si trovano qui:

Nel numero di Agosto 2018 di "Le Scienze" è uscito un articolo che parla dei vari esperimenti in corso o passati, dal Kenya al Canada. Non ci sono risposte univoche ma l'avvertimento che "su grande scala" l'esperimento potrebbe non avere successo. Questo significa due cose:

  • Su piccola scala gli esperimenti hanno avuto successo
  • Su grande scala qualsiasi esperimento "può" non avere successo

Infatti il Direttore di "Le Scienze", Marco Cattaneo, nello stesso numero, ne fa una valutazione sostanzialmente positiva: "Per quanto ne sappiamo, il reddito garantito potrebbe funzionare, anche se inevitabilmente permangono dubbi sulla scala a cui dovrebbe essere distribuito e sulla durata. Testarne l'efficacia prima di adottarlo su larga scala sarebbe una buona idea". Questo significa che il Basic Income va accompagnato dalla prima idea, quella "politica", cioè la decentralizzazione, ovvero la gestione su piccola scala di problemi vitali per le Comunità Locali. Una tra le tante possibili finalità del RdC sta nella sua capacità di assorbire la disoccupazione "tecnologica", cioè la disoccupazione conseguente al rapido sviluppo tecnologico, in primis informatizzazione, robotica, Intelligenza Artificiale. Questo Test Sociale alla Sylicon Valley in California dimostra la necessità di "fare esperimenti" sociali:

Questo test nella cittadina svizzera di Rheinau dimostra la possibilità di introdurre il RdC in modo decentralizzato:

Migrazioni e Politica Culturale

I flussi migratori tra le varie regioni saranno regolati da convenzioni Interregionali o nel caso mancassero da accordi statali. Nella storia i flussi migratori, ad esempio i flussi di immigrati negli Stati Uniti, o in altri paesi, o nel tempo i flussi di immigrazione forzata dovuti a carestie, guerre, cambiamento climatico, crisi economiche, sono stati esempio di sfruttamento, isolamento, discriminazione. Una regolazione proattiva potrebbe funzionare al contrario utilizzando i flussi migratori come elemento propulsivo di interscambio economico, culturale e soprattutto "politico" (amicizia tra i popoli). Pur rispettando in modo scrupoloso la libertà di ogni comunità di stabilire il suo grado di "apertura" a questi scambi, risulta evidente come potrebbe funzionare un meccanismo "virtuoso" di flussi migratori. Piccole comunità "straniere" si integrano nella comunità "ospite" e tendenzialmente si integrano tra di loro creando reti non prevedibili ma propulsive di scambi economici, culturali e politici. Anche il "turismo" potrebbe rientrare in questa rete di scambi sistemici.

Politica internazionale

La politica internazionale dovrebbe basarsi tendenzialmente su una neutralità di tipo svizzero. La difesa dovrebbe essere capace di scoraggiare qualsiasi attacco e articolarsi in primis su una attività di intelligence globalizzata e su una politica di alleanze regionali internazionali. L'intelligence è la conoscenza delle culture e delle civiltà del vicinato e la capacità di interagire con esse. Di interagire con esse sia come Cooperazione attiva che come Difesa. Interagire ad esempio con Svizzera Austria Slovenia Croazia Spagna Grecia Portogallo Francia paesi africani che si affacciano sul mediterraneo. La difesa e la sua intelligence fanno parte del sistema di sicurezza integrato a livello statale e regionale.

Sviluppo dei Paesi avanzati come Sviluppo dei Paesi non avanzati

Sul piano economico e degli scambi culturali e tecnologici gruppi di regioni possono progettare uno sviluppo delle proprie potenzialità industriali agricole tecnologiche e culturali mirato a contribuire al benessere ed alla sicurezza dei paesi che non hanno raggiunto quel livello di autosufficienza che garantisca lo sviluppo dell'individuo umano. I due quinti della popolazione del pianeta soffrono di questa situazione. Portarli ad un sufficiente livello di sviluppo sarebbe un investimento ripagato in termini di sicurezza stabilità politica sociale economica regolazione armonica dei flussi migratori e future possibilità di scambi paritari. Inoltre la struttura federativa regionale dovrebbe garantire un tipo di processo economico capace di sganciarsi dal classico keynesismo tradizionale che prevede un meccanismo di azione statale attraverso prelievi come quelli delle tasse e immissioni di liquidità per lo sviluppo dei consumi e degli investimenti. Lo sviluppo economico avrebbe come motore centrale a livello regionale ed anche a livello statale il sistema di sicurezza che comprende tutti gli elementi di bene comune di cui hanno necessità i singoli e le comunità. Su questo motore si possono agganciare mercati regionali statali e internazionali di scambi di beni di servizi e culturali.

Autostrade, Sicurezza e Principio di Sussidiarietà

Autostrade, Principio di Sussidiarietà e Sicurezza. Dopo il tragico crollo del ponte di Genova le varie forze politiche si dividono sulle possibili soluzioni al problema della Sicurezza dell'intero traffico stradale in Italia. Questo fa balzare la "Sicurezza" (ma solo quella stradale) come prima problema nazionale al punto di decidere investimenti per 150 miliardi nel corso di 10 anni. Su come trovare i soldi non credo ci siano idee chiare e condivise (all'interno del governo ed all'interno dell'opposizione). Ma le idee sono particolarmente confuse e frazionate riguardo al "come" realizzare la sostituzione parziale e la futura manutenzione della rete stradale. Luca Zaia, governatore del Veneto e leghista moderato, propone una "quarta via" cioè una "gestione federalista delle infrastrutture" sull' esempio del CAV (pezzo di autostrade gestite "anche" dalla Regione Veneto), dell'Autostrada del Brennero, delle autostrade gestite "anche" da Friuli Venezia Giulia, ed altre. Le altre vie sono probabilmente: la prima via la privatizzazione, la seconda via la nazionalizzazione, la terza via un mix di Stato (Pubblico) e di Mercato (Privato). Il "rimbalzo" ("bouncing") tra Pubblico e Privato è catastrofico come abbiamo visto a Genova. Il miscuglio o "amalgama" tra Pubblico e Privato sono invece forme cangianti di "corruzione" oltre a non garantire alcuna "Sicurezza". Il rapporto tra Economia Pubblica ed Economia Privata è un punto centrale su cui bisogna chiamare a discutere ed informarsi i cittadini attivi, tutti, nel modo più inclusivo possibile. Nella proposta di Luca Zaia si affaccia timidamente quello che io chiamo "Principio di Sussidiarietà". La Rete viaria che attraversa ed anima una certa Regione va controllata, finanziata, "osservata usandola", mantenuta a livello locale. Fa parte del patrimonio di Beni Comuni decentralizzato di quella Regione. Si coordina con i pezzi della rete viaria della altre Regioni e di quella Nazionale secondo il Principio di Sussidiarietà. Investimenti, Fonti di Lavoro, Percorso, devono essere decisi a livello locale. Pensate alla TAV in Piemonte. Era stato proposto un "Referendum Regionale" se farla oppure no. Se i Piemontesi non la vogliono, non viene costruita in Piemonte ed il Piemonte non partecipa al finanziamento dell'Opera. Oppure alla TAP in Puglia. Questo significa tra l'altro una drastica diminuzione delle Grandi Opere Inutili in una logica di sana Decrescita. Se venisse costruita, gran parte del Finanziamento, il Progetto, il Monitoraggio, la Manutenzione sono a carico locale, di chi la usa più spesso, ci abita vicino, vede come viene impiegata e gestita, fa riferimento alle cariche politiche regionali che ne sono Commissari, come Toti governatore della Liguria in questo momento ha la delega di Commissario. Quanto a Luca Zaia, la sua ipocrisia è di seguire Salvini e Bitonci nel loro estremismo xenofobo, ed allo stesso tempo fare proposte economiche che trovino il favore della variegata platea di imprenditori veneti. E il Federalismo della Lega è uno slogan astratto, inteso ai tempi di Bossi come "federalismo distruttivo" o "Secessione". Ma, per quanto confusa, becera ed ipocrita è una impostazione "regionalista". Se trovasse l'accordo di gran parte dei Veneti si potrebbe dire, onestamente: "questo è quello che vogliono, godetevelo". Ma date alle altre Regioni lo stesso livello di autonomia. Questa posizione regionalista di Luca Zaia, se generalizzata metterebbe in crisi la politica "nazionalista" di Salvini, e l'accentramento nazionale, filo-burocrazia UE, burocratico, filo-liberista, sia del PD che di Forza Italia. Per le Regioni che zoppicano, che non vogliono o non sanno decidere, che sono compromesse dalla criminalità organizzata, interviene lo stato nazionale secondo il Principio di Sussidiarietà. Come in Svizzera i Cantoni, la misura regionale, la scala regionale, è l'unica che permetta un efficace controllo politico, economico, culturale sulla gestione dei Beni Comuni che garantiscono la Sicurezza (di proseguire il corso ordinato della propria esistenza e sviluppo come Comunità) . A patto che Il Principio di Sussidiarietà come un frattale, espanda attivismo, inclusione, responsabilità, controllo, informazione sia verso l'alto che verso il basso.

Un esempio americano di Sicurezza Integrata: Earth Institute di Columbia University

Le iniziative integrate di Earth Institute di Columbia University

Al link segnalato sopra, La Mission di Earth Institute si trovano ad ogni voce i link relativi alle iniziative.

Da segnalare le iniziative sulla Pace ed i Diritti assieme a quelle su Agricoltura, Ecosistemi, Acqua. Per quanto riguarda "Hazards and Risk Reduction" ricordiamoci che in vaste zone di Italia è prioritaria la gestione dei terremoti: ricostruzione, previsione, monitoraggio, prevenzione nelle costruzioni. Il problema della Sicurezza e del Cambiamneto climatico è strettamente legato al problema dei Flussi Migratori, di quelli che si chiamano impropriamente "Migranti Economici". Ecco l'articolo "Siamo tutti migranti economici" di Jeffrey Sachs Direttore di Earth Institute:

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