Sociologia76

Da Ortosociale.

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Goro e Gorino

Mi permetto di trasmettere le mie considerazioni sul problema generale dei migranti, come sta evolvendo in questi giorni. Mi riferisco all'episodio di Goro e Gorino, nel ferrarese, 25 ottobre 2016. Premetto che io sono favorevole alla massima assistenza possibile per i migranti in fuga da guerra, ecocidio, persecuzione politica. Ma va mantenuta una ferma aderenza ai criteri di razionalità che ci permettono di comunicare ed agire in termini efficaci ed efficienti. In altre parole vanno ridimensionate retoriche metafisiche o moralistiche che decretino per tutti "quello che è giusto" e "quello che non è giusto", per tutti indistintamente. Questo a favore di una tolleranza laica nei confronti di chi la pensa diversamente. E del loro dissenso come spunto per rivedere al meglio la nostra politica, diversa, di "empatia" nei confronti dei migranti. Imporre in modo autoritario una "morale", da parte del governo italiano o dei prefetti, residuo arcaico mai cancellato del regime fascista, mi sembra ridicolo. Va accettato nel bene e nel male un principio "federalistico" di autodecisione dei territori e delle comunità che li abitano come è nel caso dei No-TAV nella Val di Susa.

Un poco di sociologia

Al fondo delle decisioni politiche ci sta una profonda ignoranza sociologica e antropologica. Usiamo come "case-story" i fatti di Goro e Gorino. I quali sono stati seppelliti dal vituperio mediatico generale, dal Papa ad Ministro degli Interni Alfano (che "autorità morale" ha costui?), dal prefetto locale al maresciallo dei carabinieri che scopre una sua vocazione matrifocale. Chi sono i "rivoltosi" di Goro che hanno fatto le barricate in un numero così alto, con una compattezza sociale-territoriale inaudita? Sono "quelli" che lavorano nel delta del Po. Cosa fanno? Fanno i "vongolari". Sono uniti da cooperative di pesca, trasformazione, vendita, con una proiezione al turismo eno-gastronomico. Sono, gramscianamente, in piccolo, un "blocco sociale".

http://www.comune.goro.fe.it/goro/common/AmvDocumentoInfo.do?MVVC=amvdocui&ID=369&REV=0&MVPD=0&MVTD=1&MVSZ=70

http://www.comune.goro.fe.it/goro/common/AmvDocumentoInfo.do?MVVC=amvdocui&ID=14&REV=0&MVPD=0&MVTD=1&MVSZ=5

Come si vede la loro economia si basa su "valli di pesca" e turismo. Come in Sardegna, dove il turismo è la risorsa che ti fa sopravvivere (a stento), e i migranti sono un "pericolo" perchè potrebbero rovinare il richiamo turistico. Questo è stato pubblicamente dichiarato dal megafono presente a Goro davanti alle barricate. Quindi hanno una preoccupazione "economica" non culturale. Non sono razzisti. Su quattro assessori, uno è dedicato alla "Pesca". Il centrodestra e la Lega sono all'opposizione:

http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2016/05/01/news/viviani-punta-al-successo-con-una-squadra-rinnovata-1.13401236?refresh_ce

Precedenti storici

Non dimentichiamo che nelle Valli di Pesca c'è stata una vera e propria guerra, con morti, che ha visto coinvolti i "vongolari" di Chioggia che chiedevano l'estensione delle valli (con la preoccupazione di quelli di Goro-Gorino che volevano tenersi le loro valli) :

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1995/05/27/venezia-la-guerra-delle-vongole.html

http://lanuovaferrara.gelocal.it/ferrara/cronaca/2016/10/07/news/piu-uomini-e-indagini-serrate-contro-i-furti-di-vongole-a-goro-1.14211699

Margaret Mead

In antropologia ci sono comunità tra le più diverse, alcune "aperte", sorridenti, tolleranti, altre chiuse e truci fino al cannibalismo. Fa parte della diversità culturale umana (Margaret Mead). Di certo quelli di Goro-Gorino non sono cannibali. Probabilmente fanno schifo. Ma la loro diversità culturale non va distrutta con una crociata cattolica che come quelle precedenti ha fatto molti danni. Con l'ausilio del potere temporale, sub specie Matteo Renzi, democristiano. Per salvare i bambini africani e le loro mamme e papà conviene essere accorti, creare microreti di solidarietà diffusa distinte da quelle "statali", come fa la Chiesa di Bergoglio attivando le Parrocchie, rispettare le comunità chiuse. E tentare di aprirle lavorandole ai fianchi con esempi virtuosi che non intacchino i loro legittimi programmi economici nè la loro "bieca" identità culturale. La ricetta è sempre quella: Meno Stato, Meno Mercato, Federalismo, e rispetto integrale delle comunità che vivono sui "loro" territori.

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