Sociologia19

Da Ortosociale.

Cassetta degli attrezzi di Sociologia. Analisi IEMP, Ideologica, Economica, Militare, Politica.

Una donna araba urla la sua rabbia ad un poliziotto - Cairo 2011

Una donna araba urla la sua rabbia ad un poliziotto - Cairo rivolta marzo 2011

Indice

Premessa

L'obiettivo è quello di avere degli attrezzi, una cassetta degli attrezzi minima per capire IN MODO AUTONOMO quello che sta avvenendo a ritmi accelerati nel mondo. Non penso che si possano fare previsioni, perchè le previsioni dipendono da quello che decidiamo noi. Ma POSSIAMO DECIDERE E AGIRE se sappiamo quello che sta succedendo. Negli anni 30 e 40 in Inghilterra molti intellettuali raccontavano agli operai ed alla gente impegnata la storia e l'economia per combattere per la propria dignità e la propria famiglia. Nella speranza che quello che vi viene proposto possa esservi utile. Qualunque critica, commento, miglioria è ben accetta. Naturalmente sono solo approssimazioni concettuali, ma possono reggere critiche sofisticate. La sociologia, le scienze umane, la storia, l'economia, l'antropologia in realtà non dovrebbero essere "discipline" diverse. La divisione del lavoro, avviata da tempi immemorabili ben prima del capitalismo, ha comportato una DIVISIONE del lavoro intellettuale che ci sta portando al NON-SAPERE. Tipica anche la divisione tra scienze naturali e scienze umane. Questa divisione del lavoro sempre più spinta è considerata "il progresso". Noi semplici cittadini viviamo la vita in forma diretta. Ci mancano forse in alcuni casi le informazioni storiche economiche culturali necessarie. Ma gli accademici che studiano esclusivamente sui libri hanno una conoscenza "mediata" e quindi distorta. "mediato" significa "passato attraverso un mezzo", come un libro, un film, la TV. Significa una esperienza NON diretta della vita. A noi semplici cittadini per essere completi mancano solo poche informazioni utili... Per una trattazione del nesso tra "senso comune" (dei cittadini) e scienze umane e scienze naturali vedi le voci "Etnometodologia" e "Conoscenza (sociologia della)" in "Dizionario di Sociologia" di Luciano Gallino, UTET, 2006.

Fattori di grave instabilità storica recenti

Partiamo da questi "eventi" significativi del recente passato:

1991 La crisi politica dei paesi a dittatura comunista dell'Est

Implode tutto il sistema che aveva come centro la ex Unione Sovietica (russsa). Crolla il sistema politico-militare-economico-ideologico dei paesi satelliti: Polonia, Cecoslovacchia, Romania, Ungheria, Repubblica Democratica Tedesca. La ex URSS si disintegra in varie repubbliche indipendenti. Storicamente questa implosione endogena su sè stessa della URSS è il fatto più significativo della II metà del 1900 e quello che alimentarà gli sviluppi successivi. Ad esempio rafforzerà la svolta capitalistica e dittatoriale nella Cina Popolare, retta da un regime totalitario guidato dal Partito Comunista Cinese, che nel 1989 massacra coi carri armati studenti, operai e intellettuali nella piazza Tien An Men. L'implosione della URSS farà nascere regimi mafiosi basati su una parvenza di economia di libero mercato in Russia (Federazione) e nelle altre repubbliche nate dalla frantumazione del sistema.

2008 La crisi finanziaria americana

La cosiddetta "crisi dei mutui subprime", che ha comportato il crollo della banca d'affari Lehman Brothers (entrata in bancarotta il 15 settembre 2008) e il salvataggio da parte della FED delle maggiori compagnie di assicurazioni come AIG (85 bilioni di dollari), o le governative Fannie Mae a Freddie Mac (200 billioni di dollari di aiuto dalla FED). Poco dopo la General Motors, la più grande impresa capitalistica del mondo per fatturato e numero di dipendenti, chiedeva al governo americano di aprire la procedura di fallimento (L' 8 giugno 2009, la GM è stata riorganizzata per "bankruptcy protection" come previsto dal "Chapter 11, Title 11, United States Code").

2008-2011 La crisi dei debiti statali europei

Si aggrava per la Grecia dalla fine del 2009. La crisi colpisce l'Irlanda nel corso del 2008-2011. Altri paesi a rischio, a causa dell'enorme ammontare del loro debito pubblico, sono il Portogallo, la Spagna, l'Italia (PIIGS), il Regno Unito. La crisi diventa una grave crisi politica in Grecia. La crisi politica investe i rapporti tra i paesi membri dell'Unione Europea. Per stabilizzare la situazione la BCE stanzia nel 2011 700 miliardi di euro, a favore delle banche centrali dei paesi membri.

2011 La rivolta dei paesi arabi

Esplosa soprattutto nel Nord Africa nel febbraio 2011. E' crollato il regime di Mubarak, "l'ultimo faraone", in Egitto. Quello di Ben Alì in Tunisia, pagato da americani e francesi. Distrutto per sempre il regime di Gheddafi, con migliaia di vittime innocenti che le leggi tribali libiche dovranno vendicare. Scossi i regimi di Marocco, Algeria, Giordania, Yemen, Oman, Arabia Saudita, Bahrain, Iraq, Iran (quest'ultimo in fermento da anni sotto la feroce dittatura religiosa e militare di Ahmadinejad). Toccati da quella che viene definita la Primavera Araba anche Kuwait, Muritania, Somalia, Sudan, Siria. Protagonisti di questa rivolta sono ragazzi e ragazze dai 14 ai 30 anni ; ragazzi che chiedono semplicemente democrazia e libertà di progettare il proprio futuro. L'assetto geopolitico dell'area principale di produzione del petrolio e del gas ne esce sconvolto senza che le élites dominanti (il World Economic Forum di Davos) riuscissero a prevederlo. Le élite dominanti si rendono conto in modo definitivo che le dittature non reggono. E' necessario seguire la via del consenso organizzato. Come?

2011 Giappone

In corso: conseguenze del terremoto, dello tsunami e della catastrofe nucleare della centrale di Fukushima.
Crisi ideologica (tristezza e impotenza dell'imperatore divino), crisi economica (energetica con lo stop delle centrali nucleari, effetti della evacuazione della regione intorno a Fukushima, effetti della fuga da Tokyo, costi della ricostruzione), crisi militare (Cina e Corea del Nord), crisi politica (interna e internazionale). Crisi di fiducia generale in un simbolo della efficienza tecnologica e della compattezza sociale come il Giappone.

Come valutare e analizzare questi fatti storici

Ogni distinzioni è artificiosa. La realtà quando la viviamo è una. Se sperimentiamo una rosa non possiamo distinguere tra le emozioni e i pensieri che suscita in noi. Cogliamo la forma, i colori, i riflessi, il profumo, la luce che la circonda, il vento che ci accarezza. Questo potrebbe essere un fatto storico nella nostra importantissima storia individuale quotidiana. Un fatto piacevole. Nella storia dei libri, nella "grande storia", purtroppo i fatti sono quasi sempre orribili. Ma anche qui non possiamo distinguere. Per necessità, e anche per la necessità di usare il linguaggio e i concetti comuni nelle università, nei media, nella pratica quotidiana, distinguiamo 4 (quattro) livelli. Teniamo presente che sono relativamente indipendenti tra loro, ma che si intrecciano e si aggrovigliano, a volte fondendosi insieme. Questo è tracciato da almeno 5000 anni. I quattro livelli sono:

Livello Ideologico. Lo indichiamo con I

Comprende la religione. Ma oggi comprende anche la Scienza come verità semi-assoluta, o addirittura l'economia mainstream (l'economi liberista della scuola di Chicago) come "scienza" assoluta. Si tratta in definitiva della cultura che ci viene "impartita" nelle scuole di ogni ordine e grado. E' il livello con il massimo grado di autoritarismo.

Livello Economico. Lo indichiamo con E

E' la produzione di beni e servizi. Uno dei suoi aspetti fondamentali è la divisione del lavoro (operai, manager, contadini, minatori, medici, infermieri, etc) e la divisione internazionale del lavoro (Arabia Saudita esporta petrolio e compra tutto il resto, la Cina produce elettronica e importa moda, il Giappone produce merci ad altissima tecnologia e importa materie prime, etc). Da almeno 250 anni, in apparenza, questo sembra essere il livello più importante. Tutte le strutture economiche sono fortemente gerarchiche. Dalle catene di montaggio agli uffici, dalle condizioni di semi-schiavitù alle condizioni feudali di vassallaggio.

Livello Militare. Lo indichiamo con M

E' l'esercizio della violenza tramite guerre, invasioni, occupazioni militari, colpi di stato finanziati dall'estero, ricatti al ricorso della forza. Viene esercitata all'interno degli stati con la repressione poliziesca o in casi estremi con l'intervento dell'esercito. Esempi: invasione della Cecoslovacchia, colpo di stato in Cile contro Allende organizzato dalla CIA, guerra di Spagna, le due guerre mondiali, sterminio degli ebrei da parte dei nazisti, l'aviazione libica che uccide i manifestanti, e così via purtroppo. E' il livello che viene preso come esempio nella sua struttura gerarchica. E' necesario soprattutto per la struttura imperiale.

Livello Politico. Lo indichiamo con P

E' l'organizzazione istituzionale di amministrazione dello stato, dell'esercizio dei rapporti con le masse, del consenso attraverso i partiti, la mediazione tra le fazioni e i vari ordini di interesse. Questo livello ha una sua piena autonomia e specificità. Esempi: la costruzione di nuove istituzioni statali durante la rivoluzione francese, l'attività dei partiti comunisti, l'iniziativa del Parlamento inglese all'epoca di Cromwell (1641-1649). Dalla rivoluzione francese in poi viene accettata l'idea di una "sovranità popolare". Nei fatti questa apertura viene conculcata adducendo la motivazione della "immaturità delle masse". Tra i più illustri fautori di questa teoria antidemocratica della immaturità cronica delle masse ci sono gli "amici del popolo" Karl Marx e Valdimir Ilic Ulianov (Lenin). Infatti le masse vengono tenute disinformate ed ignoranti a questo preciso scopo. Ma questa idea della sovranità popolare continua a lavorare positivamente nell'inconscio collettivo.

Analisi IEMP

Nel valutare ogni singola situazione studieremo l'intreccio ed il peso dei singoli livelli I E M P. Questa è l'analisi IEMP di Michael Mann ("The Sources of Social Power", Cambridge University Press).

Come mettere in relazione questi fatti

I singoli stati-nazione (USA, UK, Francia, Cina, Giappone, Marocco, Filippine, etc) sono una realtà "immersa" in una realtà più grande, estesa, omnipervasiva: l'economia-mondo. Da almeno 500 anni, dai tempi delle navigazioni oceaniche i vari stati-nazione, paesi, continenti, comunità umane sono strettamente connessi da questo flusso del "commercio mondiale". Dall'importazione di spezie, caffè, cacao, schiavi africani (un tempo una merce tra le più ricercate nel "libero mercato" internazionale), all'esportazione di grano, tessuti, macchine, componenti. Si crea un equilibrio internazionale preciso e stabile dove variano i prezzi delle merci e dei beni scambiati ma così robusto nella sua struttura da resistere a guerre e sconvolgimenti politici. Il flusso di merci, risorse, beni, servizi è quello che Immanuel Wallerstein chiama: catene di produzione. Dagli anni '70 il fordismo che accentrava tutta la produzione in una sola grande fabbrica è virtualmente sparito e sostituito da questo flusso logistico di componenti e risorse che avolge l'intero pianeta. Beppe Grillo se ne accorge negli anni 2000 e se ne stupisce costruendoci gags. Non ha studiato la storia dell'economia, neanche di quella recente. Per fare un esempio: la DEHOMAG, in pratica la filiale tedesca della IBM (Industrial Business Machines, americana di New York) produceva in Germania le macchine perforatrici con cui le SS stampavano i nomi e gli indirizzi degli ebrei da rastrellare nelle varie città occupate. Il presidente della IBM, Thomas J. Watson, riceveva da Hitler nel 1937 la più alta onorificenza del Reich per un non tedesco: la croce al merito dell'aquila tedesca con stella. Allo scoppio della guerra su pressione di F.D. Roosevelt doveva restituirla ad un Hitler furibondo, ma continuavano le spedizioni di componenti dagli Stati Uniti alla Germania. Alla fine della guerra la percentuale di diritto della casa-madre americana dei capitali accumulati dalla filiale tedesca con le vendite alle SS e allo stato nazista, tornavano negli USA. (vedi "L'IBM e l'Olocausto" di Edwin Black, Rizzoli, 2001, mai smentito dalla IBM). Questo "sistema mondo" assume una gerarchia che varia col tempo, come tutto. Per comodità questo sistema si distingue in un "centro", una "semi-periferia", una "periferia". Le periferie povere ed agricole forniscono materie prime e forza lavoro a basso costo. Le semiperiferie semi-lavorati, Il centro (il G8 o il G20) tecnologia, potere militare, capitali. Questa è la teoria del sistema mondo, o "world system", o "economia mondo", di Immanuel Wallerstein ("Alla Scoperta Del Sistema Mondo", di Immanuel Wallerstein, Manifestolibri, 2003)

La analisi IEMP, il "sistema mondo", le sue fratture

In questo sistema mondo è determinante il ruolo politico, militare, economico e culturale del Centro del sistema. Si afferma in questa analisi il concetto di "egemonia", approfondito in modo significativo da Antonio Gramsci. Il Centro esercita sul resto del mondo, periferia e semi-periferia, la sua propria "egemonia". L'analisi IEMP e la teoria di Immanuel Wallerstein si integrano vicendevolmente. Ecco cosa dice IW: ""Si parla di egemonia nel sistema interstatale quando la corrente rivalità tra le cosiddette <<grandi potenze>> è così sbilanciata che una potenza può massicciamente imporre le sue regole e i suoi interessi (anche solo attraverso un effettivo potere di veto) nell'arena economica, politica, militare, diplomatica, e anche culturale"". L'enfasi di IW è sul livello E (economico). Ma dobbiamo stare ben attenti a non cadere in qualsiasi forma di determinismo economico come fanno i marxisti. Secondo IW negli ultimi 500 anni i tre paesi che hanno realizzato una forte egemonia mondiale sono stati di seguito: i Paesi Bassi nel 1600, l'Inghilterra nel 1800, gli Stati Uniti dalla prima metà del 1900. L'azione egemonica del centro e quella correlata di periferia e semi-periferia incontrano resistenze e ostacoli fortissimi che si accumulano e si sedimentano nel tempo arrivando a bloccare o addirittura a stravolgere l'intero sistema. Le cinque fratture previste da IW sono: la divisione per grandi sistemi culturali geografici (un tempo definite "razze", entità che in quanto tali semplicemente non esistono), le nazioni, le classi (economiche), le etnicità, il genere (maschile-femminile). Si può essere più o meno d'accordo su questo ma si può cominciare ad usare lo schema dei "cleavages".

Limiti della analisi IEMP

La vita è troppo complessa per rinchiuderla in schemi. Ad esempio sfugge ad ogni definizione astratta la struttura dei poteri occulti come "Cavalieri Templari", "Massoneria", "Mafia", "Criminalità Organizzata", "Servizi Segreti" più o meno deviati, "Sette". In questi casi dobbiamo usare una logica "fuzzy" o una rappresentazione mentale di tipo "frattale". Faccio un esempio: la criminalità organizzata, come la 'ndrangheta calabrese, ha una struttura famigliare di clan radicata fortemente nel territorio (livello I ma più antropologico che religioso). Ha una struttura militare fortissima (livello M) radicata nel suo controllo del territorio. Ha come scopo principale una forte attività economica di scambio su mercati illegali ma pur tuttavia veri e propri mercati capitalistici: prostituzione, pornografia, commercio di organi umani, pedofilia, armi, droga ( livello E, il livello principale). La tragica sinergia tra questi "servizi" è evidente: pornografia, droga, armi per mercenari senza bussola cognitivo-emozionale, o per manager in crisi di identità. Ha un debole legame con le istituzioni politiche dello stato-nazione nel cui territorio hanno il loro centro culturale-operativo, hanno una struttura di potere interna rudimentale e meccanica nella sua violenza autoritaria ( livello P debole ). Hanno bisogno di un referente politico, anche se sono in grado di muoversi su scala mondiale ed hanno mezzi finanziari così importanti da condizionare economie di stati-nazione come l'Italia. In altre parole queste strutture sono repliche complete di strutture IEMP all'interno di ed in tensione con strutture IEMP maggiori. Ad esempio: la Yakuza (mafia giapponese) si dice che sia direttamente dipendente dalla corte imperiale. La sociologia accademica (Sociologia della devianza, se ci sei batti un colpo!) non mi risulta abbia mai studiato a fondo queste significative "strutture" moderne, escluso il lodevole sociologo Pino Arlacchi con la sua "La mafia imprenditrice - L'etica mafiosa e lo spirito del capitalismo". La sociologia ha molto indagato sul concetto di "struttura", ma ha trascurato in modo biasimevole queste realtà storiche (i cavalieri Templari e i cavalieri Teutonici sono al centro della storia) e queste realtà attuali: i casi dei giudici Falcone e Borsellino insegnano.

Un esempio di utilizzo dell'analisi IEMP: 2011 - la rivolta dei paesi arabi del Mediterraneo

Vediamo le cause della rivolta, le sue conseguenze prevedibili, i suoi attori, la sua immersione nel sistema mondo.

Gli attori

Secondo Samir Amin nella rivolta egiziana del 2011 ci sono quattro componenti distinte tra i protestanti:

  • i giovani,
  • la sinistra radicale,
  • i democratici del ceto medio,
  • gli Islamici.

Il senso delle cose

L'ultimo commento di Immanuel Wallerstein (#300) parla del vento del cambiamento a cui nulla può resistere. Questo vento è imprevedibile ma quando spira spazza via i simboli della tirannia. Il significato di quanto accade è una lotta generale contro la tirannia. Ma dopo il suo passaggio distruttivo, i vecchi interessi risorgono. In Egitto e Tunisia il potere è nella mani dell'esercito. IW fa anche un lui un parallelo con la Grande Rivoluzione Francese. Dopo la rivoluzione però, dice, ci sono stati Napoleone, la Restaurazione, il 1848, la Comune di Parigi. La strada è lunga. Cito: "Nel bicentenario del 1989 praticamente tutti, guardando indietro, erano a favore della Rivoluzione Francese; ma ci si può chiedere ragionevolmente se la trinità della Rivoluzione Francese - libertà, eguaglianza, e fratellanza - sono state veramente realizzate". IW sostiene che molti paesi della regione sono coinvolti da questo cambiamento. Consiglia di tenere d'occhio soprattutto due posti chiave: Arabia Saudita, centro del potere arabo più tirannico e forte, e la Palestina dove le due fazioni di Hamas e Al Fatah stanno tentando di trovare un accordo che piegherebbe inesorabilmente Israele ad una seria trattativa di pace.

La situazione sociale e la percezione di sè come cittadini - Economia, Ideologia(Cultura), Politica, Militare(Potere)

Negli ultimi decenni gli standard di vita, il livello di scolarizzazione e l'educazione superiore erano cresciuti. In contrasto a questo sviluppo nello standard di vita c'era da parte della popolazione la netta percezione dei governi nazionali come di governi corrotti e fortemente autoritari. La tensione tra le aspettative crescenti e la mancanza di ogni volontà riformista da parte dei governi è stata determinante nello scatenare la rivolta. E' un tipo di tensione simile a quello della Francia subito prima della presa della Bastiglia, un paese si badi bene con gravi problemi di finanza dello stato ma in pieno sviluppo. Per volontà riformista va intesa la libertà di iniziativa economica e la garanzia dei diritti civili. La corruzione significa che il potere politico e militare schiaccia l'iniziativa del singolo mirata ad uscire dalla miseria, dalla stagnazione economica, dalla percezione di non poter fare nulla per migliorare la propria vita. Vedremo che è da qui, con il sacrificio di sè di Mohamed Bouazizi che si dà fuoco per protesta, che parte la rivolta di tutto il Medio Oriente. E' significativo che sia stato questo gesto, seguito subito da numerosi altri, a dare il via alla protesta. Per dare un'idea dello scarto reale tra aspettative dei giovani e condotta dei governi citiamo le qualifiche di Freedom House in merito al rispetto dei diritti umani. Freedom House assegnava 6 punti all'Egitto e 7 punti alla Libia. Il punteggio va da 1 punto che denota massima libertà ad un minimo di 7 che denota nessuna libertà. L'Egitto con un punteggio di 6 punti, cioè con un punteggio superiore al minimo, era pur sempre un paese che praticava come norma la tortura dei prigionieri. Immaginiamo quale poteva essere la situazione in Libia. Un aspetto importante della corruzione, collegata strettamente alla repressione autoritaria di ogni forma di libertà civile ed umana, è quella che si potrebbe definire la palese corruzione famigliare. Un fatto che solleva l'indignazione di massa verso l'elite dominante. Come in Francia nei confronti di Maria Antonietta. In Tunisia dominava la moglie del presidente e la sua famiglia. In Libia i figli sgangherati del Rais. In Egitto pure. Come si dice "piccole dinastie crescono". Un rialzo dei prezzi degli alimentari a livello mondiale per scopi speculativi ha innescato le prime proteste che poi hanno incendiato l'intera regione. La causa principale è stato il cattivo raccolto del grano russo dovuto al caldo, alla siccità anomala, agli incendi estivi. Il costo del grano sul mercato internazionale è salito del 50%, passando da circa 0,500$/bushel a 750. Questo ha comportato una corsa all'accaparramento. Possiamo notare che qui fa capolino con la sua terribile determinazione caotica il cambiamento climatico causato dallo sviluppo industriale. Questo sconvolgimento naturale colpisce l'agricoltura e l'approvvigionamento di cibo con effetti su tutti i livelli IEMP. Esattamente come nella Francia del 1789 con l'aumento del prezzo dei cereali, dovuto anche allora a un pessimo raccolto che causava scarsità di farina. Ma questo è solo uno dei motivi che si intrecciano con la percezione di un governo indifferente ai problemi vitali della società. Numerosi sono i fattori denunciati dalle popolazioni: corruzione dei governi, dittatura, violazione dei diritti umani più elementari, quali il diritto ad un processo in caso di accusa, disoccupazione, estrema povertà (tranne che in Libia). L'aumento speculativo dei prezzi degli alimentari nel mondo cresceva intanto ai livelli massimi del 2007-2008. I dati sul reddito procapite nominale vedono un reddito relativamente alto in Libia (11.852 $/anno), che scende a 4.777 in Iran, 4.478 in Algeria, 3.851 in Tunisia, 3.161 in Marocco, e a solo 2.758 in Egitto (il paese più povero). Il coeficiente che misura le differenze di reddito all'interno della popolazione, un indice della forbice tra i redditi più alti e quelli più bassi, è relativamente medio (coefficiente di Gini). In altre parole la crisi dei prezzi dell'economia mondo rende insostenibile una situazione già drammatica, fossilizzata da decenni di regimi dittatoriali paramilitari. Gheddafi era un militare autoproclamatosi colonnello. Mubarak era un pilota dell'aviazione militare.

I motivi della rivolta sono economici o politici? - Economia e Politica

E' un falso problema. La libertà serve a determinare la qualità della propria vita. Quando si ha la percezione che la qualità della propria vita, sia economicamente sia sul piano dei diritti umani più elementari, degrada contemporaneamente su entrambi i livelli, rimane la percezione di trovarsi in un vicolo cieco dal quale sfuggire ad ogni costo. Perchè non prima? Perchè tutti insieme improvvisamente? Difficile capire questi meccanismi. Una delle caratteristiche fondamentali di questa rivolta è stata la sua imprevedibilità. Il primo evento che ha segnato la catena di rivolte nei vari paesi e nelle varie località è stato il suicidio nel fuoco di Mohamed Bouazizi, in Tunisia, laureato senza lavoro che per campare faceva il venditore ambulante di frutta a verdura. Vedi qui la foto di Mohamed in ospedale prima di morire Si noti bene: impedito ed umiliato nel suo tentativo di iniziativa economica dal potere militare repressivo della polizia di stato che gli aveva requisito il suo piccolo magazzino. Mohamed in Tunisia si dà fuoco. Come Jan Palach in Cecoslovacchia per protesta contro le truppe di occupazione della ex URSS o il famoso bonzo buddista a Saigon, nel Vietnam del Sud con le truppe americane di occupazione. Dopo di lui altri si danno fuoco in Tunisia, in Algeria, in Egitto. Un ambulante si dà fuoco anche in Italia, a Palermo, e muore per le ustioni. E' gente disoccupata, disperata. Parte la rivolta. Si sono "salvati" i regimi che in modo accorto hanno subito concesso o promesso serie riforme: il re di Giordania ha rifatto il governo e ha trattato con l'opposizione, il capo dello stato dello Yemen ha promesso di ritirarsi nel 2013 alla scadenza del mandato dopo 35 anni di dittatura, così pure quello del Sudan e dell'Iraq.

Basi Militari e Petrolio - Militare (Potere) ed Economia

Viene ridisegnato lo scacchiere medio-orientale con la guerra in Iraq, il problema dell'Iran e della sua bomba atomica, la tensione tra Israele e Palestinesi a livelli estremi. La zona è una delle più ricche di petrolio e di gas naturali, includendo l'Algeria, la Libia, l'Egitto, lo Iraq, l'Iran. L'ordine di Gheddafi di incendiare i pozzi petroliferi della Libia, come era accaduto in Iraq, non è stato eseguito dal pilota militare libico incaricato dell'azione. Persino i russi si sono detti preoccupati per le possibili conseguenze a nord del Caucaso. Evidentemente sono profondamente preoccupati dei movimenti popolari per la democrazia, contro ogni forma di dittatura. Forse pensano ai problemi di casa loro, dove coniugano ex-oligarchi di partito (livello P), mafia russa con spezzoni di ex servizi segreti comunisti KGB (livelllo M) o meglio sotto-livello IEMP, caste sacerdotali della chiesa ortodossa (livello I), ex manager statali (livello E). I maggiori paesi coinvolti, tranne la Libia, erano in forme diverse alleati dell'Occidente: Egitto, Tunisia, Algeria. La Libia è un caso anomalo che il dipartimento di stato americano voleva "normalizzare" con un eventuale intervento armato (dichiarazioni di Hilary Clinton: nessuna opzione esclusa).

La rivolta - Politica

In Tunisia, Egitto, Libia la protesta all'inizio era totalmente pacifica: la gente scendeva in piazza. La richiesta dovunque era quella di un nuovo assetto politico-istituzionale con un minimo di continuità formale con l'assetto precedente: libere elezioni, cambio del governo, libertà di riunione, di pensiero, di stampa, di manifestazione elettorale, religiosa, di opinione. La richesta prioritaria era quella di una totale scomparsa delle figure carismatiche dei leader al potere: Ben Alì, Mubarak, Gheddafi. Le istituzioni politiche si identificano con un leader personale. Le valenze morali dei vari "personaggi" possono variare, ma la somiglianza strutturale della costituzione del potere politico in Italia, Russia, negli stessi USA, è evidente. In Egitto si eranno appena svolte elezioni truccate vissute dalla popolazione come pesantemente truccate. Questo era già successo nell'Iran di Ahmadinejad e nell'Algeria filo-francese. La richiesta era di eliminare gli attuali governi corrotti, illegali, sanguinari, e di avviare un normale processo democratico di creazione di nuove strutture istituzionali basate sulla reale sovranità popolare con la legittimazione dei partiti di opposizione e della pluralità di opinione. La stessa richieste di piazza Tien An Men a Pechino nel 1989 (bicentenario della Grande Rivoluzione). In quella piazza veniva eretta una copia della statua della libertà, statua che i francesi regalarono agli americani quando tutto ormai si era calmato ed era tornato sotto il controllo delle élite dominanti. Queste richieste assomigliano a quelle avanzate in Francia nel 1789 con la autoproclamatasi Assemblea Nazionale Costituente, o ad Atene con la nascita della democrazia ai tempi di Solone. La maggioranza degli attivisti democratici sono giovani, dai 14 ai 30 anni, che si appoggiano a Internet via Facebook e similari o via Twitter. Sia Mubarak che Gheddafi hanno subito bloccato Internet e i telefoni, ma i ragazzi si ritrovano comunque in piazza, negli stessi luoghi. Assange ha dichiarato che Wikileaks ha dato un contributo importante all'avvio della rivolta, rivelando che gli USA non avrebbero attaccato la Tunisia. Al Cairo hanno raggiunto i due milioni in piazza nella giornata della rabbia. I commenti dei pochi giornalisti italiani (RAI3) erano: questa è una rivolta spontanea, senza capi, senza leader. In effetti solo così si spiega la sua totale imprevedibilità, da parte dei servizi segreti egiziani, libici, arabi, israeliani, americani, russi, e perchè no, italiani. I ragazzi hanno gestito al meglio i militari che avevano sostituito la polizia. Potevano continuare a vedersi nelle piazze, a manifestare, a organizzarsi. In alcuni video si vedevano cartelli scritti a mano in inglese: questa è una rivolta del popolo! Molto importante: la presenza di ragazze con il velo, ma armate di megafono che incitavano gli altri ragazzi. La frattura di genere (maschile/femminile) ricomponendosi libera l'energia della rivolta. Come le terribili donne che assaltano il palazzo di Versailles e poi le Tuileries. Al Cairo, all'annuncio delle dimissioni dell' ultimo faraone, un boato di gioia, una folla ubriaca di felicità. L'ordine cosmico si è ricomposto.

Gheddafi, Mubarak e i fanatici islamici - Religione e Politica

Cosa sarebbe preferibile tra Gheddafi, Mubarak e i fanatici islamici? Il paventato pericolo del fondamentalismo era solo una scusa internazionale per non dissociarsi subito dai dittatori Gheddafi e Mubarak, per dargli tempo di sopravvivere prima che la decenza impedisse di dargli qualsiasi aiuto e imponesse un doveroso distacco. Come riferimento politico sembra avere una certa presa il modello turco, dove sinistra, islamici moderati e liberali (democratici moderati) trovano un accordo di convivenza basato su uno sviluppo economico controllato politicamente dallo stato-nazione e rispettoso della tradizione islamica, in un quadro di democrazia "patteggiata tra le parti". I fratelli musulmani in Egitto hanno dichiarato la loro solidarietà con i cristiani copti, vittime di un attentato dalle origini oscure pochi giorni prima della rivolta. Nel caso della Libia la ribellione investe una dittatura fanatica e pazzoide, che ha prodotto una sua ideologia, il famoso libro verde di Gheddafi, base del "socialismo" arabo, residuo della cultura politica dei numerosi giovani ufficiali alla Nasser. Ricordiamoci che anche la rivoluzione di Kemal Ataturk, padre illustre del moderno stato turco, proviene dagli ufficiali di stanza in Armenia che decidono di "modernizzare" il paese per farlo sopravvivere come stato-nazione, per salvarsi dalle potenze egemoni europee. Gheddafi si ammanta di una ideologia antiimperialista con cui giustifica il suo totalitarismo militare, come fa Castro a Cuba. In realtà la sua presa ideologica è così scarsa che deve pagare con il petrolio mercenari proveneinti dal Sudan o dal Niger, di un'area geografico culturale diversa, nel vecchio linguaggio razzista, di una razza diversa. Ma fa scattare le fratture (cleavages) della razza e delle etnie diverse. La popolazione trucidata da africani neri si ribella in modo feroce ed ottiene l'appoggio di esercito e polizia "libici". Le "razze" sono una invenzione orribile, ma scatenano ancora reazioni collettive. Inoltre a proposito di etnie, di culture, di credenze tribali e religiose. Le tribù libiche non perdonano chi uccide un membro della loro tribù. Gheddafi si è reso responsabile della morte di migliaia di libici che le tribù di appartenenza devono vendicare.

Il sistema mondo (world system)

Egiziani, libici e tunisini, dovranno scambiare il petrolio e il gas con cinesi, occidentali, giapponesi, forse indiani. Continuare a importare di sicuro meno armi e più beni alimentari. In futuro anche beni e servizi per alzare la qualità della vita. D'altra parte la crisi è stata innescata da una speculazione nel sistema mondo sui prezzi degli alimentari, nel caso dei paesi arabi più poveri. Contro il terrore di una prigione a cielo aperto in Libia. Gli stati-nazione, coma Libia, Egitto, Tunisia, sono immersi in questa realtà comune che però li divide come concorrenti sul libero mercato, una realtà che determina i prezzi degli alimentari e del petrolio. Pur trovandosi in una fascia geografica contigua sono costituiti da etnie diverse, da decenni di amministrazioni dittatoriali diverse. Si devono inventare un futuro solidale. Come stanno facendo i paesi dell'America Latina, che fanno un uso oculato delle loro risorse e rivendicano il controllo del loro territorio nativo come la Bolivia. I paesi coinvolti in questo sommovimento politico sono tutti paesi, tranne la Libia, amici dell'Occidente. La Libia comunque, di recente, oltre a trattare con gli americani, aveva stretto forti relazioni di affari con l'Italia e di amicizia personale con l'attuale presidente del consiglio italiano SB. Dunque la scossa investe il sotto-sistema mondo occidentale, sul piano militare ed economico. Considerando quest'ultima crisi in Medio Oriente nel quadro complessivo della crisi del sistema russo-sovietico (1991), di matrice occidentale europea, della crisi finanziaria americana (2008), della crisi del debito pubblico dei governi europei (2008-2011), l'intero occidente vacilla. Ipotizziamo che i sistemi russi, americani, europei, implodano mentre l'idea dell'agorà conquista e vitalizza il resto del mondo. La rivolta nasce nella piazza, nel luogo dellincontro fisico della gente. Il Centro del sistema mondo sta per emigrare in Cina? E' una ipotesi interessante. Ma negli interstizi dei flussi finanziari ed economici, circolano anche strane idee. Si parla di giovani che manifestano per la democrazia e contro la corruzione del governo a Pechino e Shangai...

Economia-Mondo

Divisione Internazionale del Lavoro - Catena di Produzione.

La storia

L'Impero Britannico si può far risalire a Oliver Cromwell, puritano, dittatore democratico, che l'aveva battezzato con il nome beneaugurante di CommonWealth, Bene Comune. Il suo segretario personale era John Milton, poeta del Paradiso Perduto. E' lui (sto parlando di Cromwell ovviamente, non dell'ottimo Milton che ha avuto qualche crisi di coscienza) che distrugge con il "Navigation Act" la supremazia olandese sui mari, l'egemonia politico-commerciale degli olandesi. Dai tempi dell'Impero britannico tutto il mondo inizia a diventare un immenso mercato, aperto alle merci europee. Chi si rifiuta di aprire il mercato nazionale (il mercato del "suo" stato-nazione) viene cannoneggiato dal mare da navi attrezzate a questo scopo (la famosa politica delle cannoniere). Cina, Giappone si devono piegare. L'India viene conquistata territorialmente a partire dal Bengala, nella seconda metà del 1700. Viene distrutta da parte del "Commonwealth" l'industria tessile indiana, per permettere le esportazioni di tessuti inglesi. L'apertura del mercato indiano è uno dei principali motori della Prima Rivoluzione Industriale che avviene in Inghilterra verso il 1770. L'economia di villaggio indiana, autosufficiente, viene erosa dalla produzione di cotone, materia prima per l'industria tessile inglese. Nel 1839 il regno inglese inizia la guerra dell'oppio contro la Cina imperiale. Pretende che la Cina apra i suoi "mercati" all'oppio prodotto dall'Inghilterra in India. Vince la "democratica" Inghilterra e la popolazione che finisce nelle spire della droga arriva dopo qualche anno al 50% della popolazione cinese. Una storia su cui riflettere. Questo significa la "apertura dei mercati". Dopo l'egemonia imperiale inglese è iniziata nella prima metà del 1900 l'egemonia imperiale statunitense che ha perfezionato la divisione internazionale del lavoro, assegnando a ciascuno stato nazione il suo ruolo nella produzione e nel consumo di materie prime, risorse energetiche ed alimentari, semilavorati, merci a vari livelli di tecnologia, servizi estremamente sofisticati tra cui i servizi finanziari (come e dove investire i capitali, pubblicità per vendere, public relations e "costruzione di immagine" per tutto). I paesi dipendono gli uni dagli altri ma senza nessuna fiducia reciproca. Vedi il caso recente dell'Europa durante la crisi finanziaria o quello ancora più recente del rischio di un forte emigrazione araba. Chi volesse mettersi su una strada di autonomia agricola, alimentare, energetica, viene disincentivato.

L'aumento dei prezzi internazionali del grano nel 2010-2011

A causa delle avverse condizioni climatiche (leggi siccità ed incendi furiosi) i maggiori Paesi esportatori di cereali, Australia e Russia, hanno rallentato gli scambi commerciali. La Russia ad un certo punto, con Putin, ha bloccato le esportazioni di grano. Nel frattempo si è innescato un considerevole aumento dei prezzi dovuto alla continua richiesta di mangimi da parte di Paesi emergenti come Cina e India. Sin dall'inizio della campagna 2010/2011 si è avvertita una forte tensione, con un aumento dei prezzi mondiali dei cereali ancor più rapido del precedente brusco rialzo registrato nella campagna 2007/2008. Durante il mese di luglio 2010 i prezzi mondiali del frumento tenero hanno subìto un aumento del 65%; l'aumento del grano tenero sul mercato europeo è stato pari al 90%, raggiungendo la soglia di 280 euro a tonnellata. Gli altri cereali, come l'orzo e il mais, hanno seguito la tendenza al rialzo creando fibrillazioni negli scambi commerciali. Sono rarissimi i paesi con una forte autonomia alimentare. Non esistono più stati-nazione che non abbiano bisogno di importare grandi quantità di cibo. Le cosiddette agricolture di sussistenza, dove piccoli produttori agricoli erano in grado di soddisfare ampiamente il loro fabbisogno alimentare ed energetico, sono sparite. Sono state sostituite da monoculture industriali che producono vegetali per l'alimentazione animale, come in Sudan. I paesi emergenti come Cina e India sono avviati ad una forte produzione di carne, come è avvenuto per l'Europa e gli USA. Devono quindi importare cereali per i mangimi. Una alimentazione basata sulla carne consuma circa 10 volte di più gli stessi vegetali che potrebbero servire alla alimentazione umana, mais, orzo e tutti gli altri. Complicata dalla recente produzione di bio-carburanti per il settore automobilistico. Una ottima e sintetica analisi della crisi alimentare mondiale è quella del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace - NOTA INFORMATIVA SULLA CRISI ALIMENTARE.

Conclusioni e verifica empirica della validità dell'analisi IEMP

Il punto di partenza

Il punto di partenza è che non esiste una astratta "società". Esiste una rete di poteri sociali polimorfi e sovrapposti che forgia le situazioni sociali, ben al di là, al di sopra e al di sotto dei confini dei vari stati-nazione. Tali forme sociali che gli storici chiamano civiltà emersero in forma indipendente in pochissime zone ristrette del pianeta: in Mesopotamia (5000 anni fa), in Egitto nella stessa epoca, nella valle dell'Indo (4000 anni fa), in Cina (3000 anni fa),nella valle del Messico (2000 anni fa), sulle Ande centrali (1000 anni fa). "La civiltà, quindi, nata come conseguenza contingente del confinamento di poche popolazioni che abitavano le valli fluviali, potè espandersi all'Anatolia, alla Persia, al Mediterraneo orientale, al subcontinente indiano, al Giappone, al Nordafrica, all'Asia sudorientale, all'Europa e, infine, al mondo intero" (da Logiche della Storia di William H.Sewell jr, Bruno Mondadori, 2008, pag.67). Tali poteri incontrano una naturale forte resistenza prima individuale e poi collettiva che mira alla autodeterminazione delle condizioni della propria esistenza. Ci sono precise teorie al riguardo. Anche se può accadere che in determinati momenti gruppi estesi di persone si affidino ad un "dittatore" delegandogli il compito di risolvere difficili passaggi storici. E' il caso di Pisistrato ad Atene che riesce a consolidare la prima forma di democrazia dell'Occidente. E' il caso di Cesare che corrompe il demos romano arruolandolo nelle sue imprese predatorie a danno delle altre popolazioni. Questo meccanismo, che coinvolge una parte consistente della popolazione del Centro dell'impero permettendole di avvantaggiarsi dello sfruttamento dei popoli della semiperiferia e della periferia, è sempre stato attivo ed è tuttora attivo. Grossolanamente parlando è dimostrato che il 20% della popolazione mondiale consuma lo 80% delle risorse mentre il restante 80% consuma il 20% delle risorse mondiali. Detto questo, la rete dei poteri IEMP trova una fortissima resistenza che si manifesta apertamente in certi momenti della storia. Ma tale resistenza è sempre attiva anche se spesso è latente e nascosta nel quotidiano, censurata dai media e dalle comunicazioni di massa; un esempio è lo sforzo costante delle masse di elevare la loro capacità culturale e di scalare posizioni attraverso la mobilità sociale. Utilizzano e mettono in crisi il livello I ideologico nelle sue varie determinazioni storiche: in religione (eresie spiritualistiche), in filosofia (sofisti), nelle scienze naturali (innovatori come Darwin, Galileo, Einstein, Planck).

Rivolta araba e analisi IEMP

Secondo Samir Amin nella rivolta egiziana c'erano quattro componenti distinte tra chi protestava:

  • i giovani, le donne
  • la sinistra radicale,
  • i democratici del ceto medio,
  • gli Islamici.

La sinistra radicale è composta dai partiti di sinistra soppressi e messi fuori legge e da movimenti sindacali rivitalizzati di recente. Anche in Libia c'è una sinistra radicale ma molto più piccola ed un esercito più debole (per deliberata politica di Gheddafi). Una parte della sinistra mondiale, tra cui il presidente del Venezuela Ugo Chavez, ha confuso i giudizi su Gheddafi sostenendo il ruolo anti-imperialista del dittatore libico e un presunto ruolo americano-occidentale nella spontanea rivolta araba. Si ricorda a Chavez e simili che "voler essere liberi significa volere che anche gli altri siano liberi" (Simone De Beauvoir). In realtà i vari leader mondiali che condannano apertamente Gheddafi, sperano segretamente che la rivolta libica per la democrazia non dilaghi in altri paesi. Paesi totalitari come la Cina, la Russia, l'Arabia Saudita. O profondamente corrotti ed oligarchici come l'India e il Pakistan. Gheddafi che si dichiara anti-imperialista ha distrutto con il carcere e la persecuzione la confraternita islamica della Sanūsiyya che aveva combattuto contro gli invasori coloniali italiani fino al 1931 (vedi il famoso ʿOmar al-Mukhtār (1862-1931)). Nel nostro caso, studiando la rivolta araba notiamo che:

Livello I

La popolazione giovane ha elevato il suo livello scolastico; ha potuto utilizzare in tal modo l'accesso alla informazione internazionale tramite Internet, wikileaks, i social-network, Twitter, le televisioni, i telefonini, i video in rete. Gli stati-nazione sono stati scavalcati dall'iniziativa popolare. La trasmissione della cultura patriarcale si inceppa per il salto culturale tra le nuove e le vecchie generazioni. In occidente la rivolta femminista degli anni 60 e 70 del secolo scorso ha agito in profondità sulla ristrutturazione famigliare che viene propagata dai media. Il livello I (ideologico-religioso-culturale) si indebolisce perchè contrastato da un livello I (culturale) popolare . Il livello culturale e il livello economico sono strettamente intrecciati. La cultura umanistica (film, arte, musica, scienze umane, letteratura) e la cultura tecnica si intrecciano in modi imprevedibili a livello popolare costruendo un ethos popolare non definibile. Esempio: a Il Cairo, in piazza Tahrir, un giovane ingegnere (imprenditore) aveva piazzato la sua tenda dove dormiva, vegliato dagli altri manifestanti, con la moglie appena sposata ed anche lei attiva ribelle. Importante il ruolo delle donne in tutte le fasi della protesta in Egitto e in Tunisia. Importante sia dalla parte dei ribelli che dalla parte delle forze di repressione. Forze femminili di repressione ostentate da Gheddafi. A spingere al suicidio Mohamed Bouazizi, laureato senza lavoro che per campare faceva il venditore ambulante di frutta a verdura, in Tunisia, sembra sia stata l'umiliazione subita da una poliziotta donna che urtava la sua sottostante mentalità maschilista inevitabilmente presente. Sono presenti elementi fluidi e contrastanti di inizio di superamento del sessismo e di resistenze a tale cambiamento culturale religioso (frattura di genere).

Livello E

Le aspettative di crescita individuale e sociale si innalzano e vengono frustrate. Non c'è lavoro. Le condizioni di vita peggiorano. Si alza il prezzo degli alimentari. Tutto ciò è ancora più assurdo dal momento che i giovani hanno aspettative culturali per soddisfare le quali si dà per scontato che le aspettative materiali siano ugualmente soddisfatte. A livello E economico avviene che l'economia del "libero mercato internazionale" sia in una forte crisi strutturale e ambientale (inquinamento, cambiamento climatico, esaurimento delle risorse naturali dal petrolio al pesce pescato). I paesi della periferia del mondo vivono in modo conflittuale questa crisi; da un lato sono attirati dal miraggio dello sviluppo capitalistico occidentale, dall'altro sono coscienti dello sfruttamento storico del Centro del mondo nei confronti della periferia e semi-periferia.

Livelli IEMP

Le strutture politiche dittatoriali sono diventate sempre più fragili attraverso l'uso della tortura, del terrore, delle prigioni, senza curarsi del consenso attraverso il livello I ideologico-religioso o dei tentativi di dialogo con l'opposizione. Mentre in Libia Gheddafi costruisce una teoria, la Jamahiriya o Repubblica Socialista Popolare, formalizzata in un testo (semi-sacro), in Egitto non possono usare la religione islamica per timore di derive teocratiche; in Tunisia si limitano ad un rispetto formale della ortodossia religiosa, come fa gran parte della popolazione in Iran. Il livello P politico si è fossilizzato e appiattito sul livello militare M (polizia, esercito, servizi segreti). I livelli P ed M sono praticamente fusi soprattutto in Egitto e Libia. Il livello P politico si collega strettamente al livello E economico attraverso la corruzione, come nell'Italia di SB. Ed è esattamente contro la corruzione che si slancia la rivolta popolare, dal Medio Oriente alla Cina. Il livello politico ed il livello economico intrecciati soffocano ogni aspirazione popolare, a parte ridotti strati sociali che ne traggono profitto. Un esempio di totale fusione tra il livello economico e quello politico, con un conato di tentativo ideologico di imporre una cultura industriale liberista di mercato come ideologia religiosa, è l'attuale regime italiano sotto il tallone di ferro (per sembrare più alto) di Silvio Berlusconi.

Livelli ideologico-politico-militare IPM e sistema mondo (sistema di alleanze)

Citiamo dai dispacci di agenzia come esempio drammatico di questo intreccio IPM la situazione nello Yemen del Nord controllato dagli zaiditi sciiti. Facciano notare che lo Yemen del Nord era distinto anni fa dallo Yemen del Sud a livello istituzionale, e che l'Arabia Saudita che appoggia il governo dello Yemen, ha a sua volta l'appogggio degli USA, pur appoggiando a sua volta, in modo sotterraneo, Bin Laden (membro della élite saudita). Gli zaiditi del nord dello Yemen, che sono un ramo degli sciiti (frattura relgiosa-ideologica), si sono uniti alle proteste contro il regime di Saleh chiedendo la sua deposizione e profonde riforme politiche. I capi dei ribelli Huthi, dopo mesi di intensi combattimenti, un anno fa avevano raggiunto una tregua con il governo yemenita. L'esercito saudita dispiegato al confine tra i due Paesi aveva appoggiato l'aviazione e l'artiglieria del governo del presidente Saleh. Sei diverse guerre tra zaiditi del nord e truppe regolari yemenite si sono combattute dal 2004 al 2010. La religione ufficiale dell'Arabia Saudita è l'Islam nella versione sunnita fortemente avversa alla versione sciita, ma nella versione giuridico-teologica del hanbalismo wahhabita. E' particolarmente fanatica e intollerante verso qualsiasi altra forma di culto, islamica o non islamica, che non sia la setta wahabita. Questo denota l'importanza empirica del livello I religioso, che per lo Yemen del Sud si traduce nell'appoggio dell'aviazione saudita (livello M militare) equipaggiata con gli aerei forniti dai discendenti dei puritani inglesi.

Conclusioni

Le potenzialità culturali occidentali non si possono esprimere nella attuale economia di mercato che deprime la vita economica, culturale, sociale, soprattutto delle giovani generazioni. Tali potenzialità potrebbero esprimersi in pieno nella grande richiesta di ricostruzione sociale economica culturale espressa dalle masse giovanili arabe e di tutti paesi della periferia del mondo. Nel pieno rispetto delle identità culturali locali, sociologi, educatori alla pace, economisti della cooperazione internazionale, tecnici informatici, personale medico sanitario, agronomi, ricercatori, ingegneri, troverebbero impiego nella ricostruzione di un pianeta ferito. Sarebbe l'uscita dalla stagnazione economica strutturale mondiale. Si tratta di quello stesso sviluppo che Israele avrebbe potuto realizzare in cooperazione con i palestinesi in uno sviluppo congiunto economico sociale. Il ripiegamento su una politica di forza suicida da parte israeliana coincide con il prevalere di una mentalità di ortodossia fanatica religiosa, come in Iran, in Arabia Saudita, nell'America di Bush, tra gli stessi palestinesi. Nelle sue nefaste conseguenze, alla fine, quello che prevale è il potere ideologico religioso. Tra i giovani però emerge ormai un sostrato comune, basato su un ethos popolare condiviso con dei punti di comunicazione importanti. Sono la coscienza concreta dei diritti individuali e collettivi sanciti dalla Grande Rivoluzione Francese che sgretola la verità assoluta delle varie religioni dell'età assiale. Libertè, egalitè, fraternitè. Oppure, se ci riusciamo, tutti assieme:
Spontaneità Creativa Individuale e Cooperazione Sociale Collettiva.

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