Sociologia18

Da Ortosociale.

Dal rapporto del CENSIS:IN CRISI LA FORMA DI DELEGA A UN LEADER CARISMATICO CHE TUTTO RISOLVE - I Leader carismatici (Leader Carismatico è una definizione del grande sociologo Max Weber) non possono risolvere i problemi del paese; non seducono piu gli italiani. Lo afferma il Censis nel suo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, quaraquattresima edizione. Il Censis rileva che: "quasi il 71% degli italiani ritiene che nell'attuale situazione socio-economica la scelta di dare piu' poteri al governo e/o al capo del governo non sia adeguata per risolvere i problemi del Paese". Secondo il Censis questo esprime "un segnale di evidente stanchezza rispetto a un ciclo lungo della politica italiana iniziato negli anni '80, con la voglia di piu' governabilita' e decisionismo, e culminato nella personalizzazione estrema". La sfiducia nel "leader che tutto risolve" è più forte tra i giovani (75%), le donne (76,9%), le persone con titolo di studio elevato (74% dei diplomati, 73% dei laureati), tra i residenti del Nord-Ovest (73,6%) e del Nord-Est (73,7%). Inoltre il 55,4% degli intervistati e' contrario al rafforzamento dei poteri dell'Esecutivo perche' ritiene che occorra far pesare di piu' il punto di vista dei cittadini rispetto a quello dei politici, mentre un ulteriore 15% di intervistati ritiene che, di fronte agli attuali problemi, nessuno puo' oggi affermare di essere in grado di risolverli da solo. Tra i laureati questa percentuale si alza oltre il 20%.

In base all'esperienza la coscienza collettiva "impara" e poi rende "cultura" ciò che ha visto e vissuto. Senza scomodare la sociologia, focalizzata su una modernità che si avvita su sè stessa, la mia opinione è che stia entrando in crisi nella pratica reale della vita umana su questo pianeta il modello dei "big man", il modello cha ha dato inizio ai "domini", al patriarcato, alle prime città, agli stati arcaici, agli stati moderni. Da quella esperienza lontana (è sempre una mia opinione) sono iniziati: il dominio di genere, la stratificazione sociale, la gerarchizzazione delle società, la proprietà privata, la coercizione sul lavoro e sul quotidiano, la guerra, la schiavitù. L'impatto ambientale di questo paradigma è vicino ad un punto di non ritorno. Per questo motivo molti, i giovani, le donne soprattutto, cominciano a chiedersi cosa non abbia funzionato nella profondità dell'incoscio collettivo. Non è detto che questa umanità si possa salvare. Ma ci sono segnali di adeguamento di una parte della coscienza collettiva a questa realtà minacciosa. La difficoltà maggiore della situazione economica, sociale, culturale che viviamo è la sua complessità. Per affrontare la complessità è necessaria una intelligenza collettiva cooperante quale mai si è visto. Lo schema piramidale: "big man, consiglieri, esecutori" è totalmente inadeguato. Gli "esecutori" devono essere anche "progettisti". Solo questo garantisce ad un progetto di funzionare in una realtà complessa come quella che noi viviamo. E' una situazione completamente nuova. I vecchi punti di riferimento servono poco, i "classici" forse ancora meno. Ci limitano più che aiutarci. Non è tanto il livello di conoscenze che è importante, quanto i RAPPORTI tra le persone che cooperano tra di loro alla conoscenza collettiva. Non servono più esecutori ,ma progettisti che cooperano tra di loro. Questo è già avvenuto, COME PURA NECESSITA' PRODUTTIVA, nell'industria del software, che per prima ha affrontato l'aspetto pratico-sociale della complessità. Ma nessuno lo sa o lo prende in considerazione! I tanti ricercatori che la riforma Gelmini e l'economia di mercato vogliono ridurre al ruolo di "esecutori", cioè di "precari" come gli altri "lavoratori-esecutori", non è solo una banale riduzione ad uno stato di "proletarizzazione". E' il tentativo di rilanciare nel cielo dell'assurdità lo schema piramidale del "big man". Ben vengano allora 1000, 1.000.000, 1.000.000.000 di ricercatori che sommergano i pochi baroni in un mare di idee e di proposte autogestite. Mentre nel 1968 il blocco studenti-operai era una pura necessità tattica o una superficiale proiezione teorica, oggi il blocco studenti-ricercatori-operai può diventare STORICO. I fili che legano queste rappresentazioni sociali sono forti. I ricercatori in quanto intellettuali-lavoratori sono i soggetti sociali attorno ai quali stringersi per vincere la sfida della complessità che noi stessi abbiamo creato. Per costruire una intelligenza collettiva mondiale prima sconosciuta.

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