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"Lotti con noi, Mr. Tobin!"

ATTAC RISPONDE ALLA CONVERSAZIONE CON SPIEGEL: L'economista James Tobin, inventore dell'imposta sulla speculazione nei cambi internazionali si lamenta con Spiegel che si abusa del suo nome, vale a dire da parte dell'organizzazione Attac. Per il loro ramo tedesco, Peter Wahl risponde alle critiche di Tobin. Sul medesimo argomento: Der Spiegel; Ultima intervista a James Tobin: sulla Tobin Tax, Attac e il movimento no-global, rilasciata pochi mesi prima di morire. "Abusano del mio nome". [2/9/2001] Attac è felice che James Tobin si sia impegnato nella discussione ed ancora una volta giustifica la necessità della tassa. Attac può essere tranquillamente d'accordo anche con altre posizioni di Tobin. Abbiamo scritto la Tobin-tax sulle nostre bandiere soprattutto a causa del suo effetto di controllo e non per via dei "ricavi della tassa coi quali finanziare progetti di miglioramento" del mondo, come dice Tobin. Se si accumulano come "effetto collaterale" redditi vertiginosi in miliardi, anche Attac, esattamente come Tobin, desidera che questi soldi vadano a beneficio dei poveri. Lo scopo principale della tassa resta comunque quello di gettare sabbia nel meccanismo della speculazione e del "dominio dei mercati finanziari”, come recita Tobin. La Tobin tax può essere certamente solo un primo passo e servono ulteriori passi. Ad esempio, l’abolizione dei paradisi fiscali, la stabilizzazione delle valute deboli, il controllo del mercato dei Capitali o un rafforzamento del controllo sulle banche e sulle Borse Valori.

Le istituzioni internazionali WTO, FMI, Banca Mondiale

Il rimprovero che Attac rifiuterebbe le istituzioni internazionali, semplicemente non ha ragione di esistere. Una struttura globale che portasse nuovamente l'onnipotenza dei mercati sotto controllo democratico farebbe da contrappeso a mercati sempre più globalizzati. WTO, FMI e Banca Mondiale potrebbero essere teoricamente istituzioni del tutto appropriate a questo scopo. Ma finché sono sotto il controllo dei paesi industrializzati e servono al rafforzamento dell'ideologia di mercato neoliberale, essi giovano principalmente ai paesi ricchi e devono essere perciò profondamente riformati. Per esempio, i programmi di adattamento strutturale del FMI non hanno in nessun modo migliorato la situazione del sud. Piuttosto, le ricette patentemente neoliberali, come la liberalizzazione indiscriminata del commercio estero e del capitale, l’abbassamento delle aliquota d'imposta, la denazionalizzazione, ed una disciplina rigida di budget, hanno intensificato ulteriormente i problemi durante le crisi. Attac è totalmente per la globalizzazione, ma per la globalizzazione della giustizia sociale, dell'ambientalismo e della democrazia. Le critiche di Tobin a proposito di Attac sembrano essere basate sulla non conoscenza. Lui stesso peraltro afferma di non conoscere precisamente "i dettagli dei suggerimenti di Attac”. Perciò, noi consideriamo una gaffe averci stigmatizzato come “cosiddetti rivoluzionari antiglobalizzazione”.

Le tesi di Tobin sono antiquate

Dobbiamo comunque dichiararci in disaccordo con alcuni dei suoi commenti. Afferma, contro ogni evidenza empirica, che la povertà non è aumentata nel mondo. Gli raccomandiamo il recente rapporto della Banca Mondiale “Attaccare la Povertà", là Tobin può trovare tutte le statistiche pertinenti. Tobin è un buon economista finanziario. Di politiche di sviluppo non sembra invece capire molto. La Corea del Sud, che Tobin cita come un caso di successo, è un esempio di come il decollo politico dello sviluppo fu creato dal protezionismo e da una rigida regolamentazione statale. Solamente dopo questo periodo, quando lo sviluppo ha mostrato di essere stabile, anche i dirigenti della Corea del Sud liberalizzarono. E’ quello che gli economisti dello sviluppo chiamano “sequencing". Altrettanto obsoleta è la tesi che tutti i paesi ed i loro abitanti trarrebbero profitto dal libero scambio di beni e capitali. Ci sono, anche qui, studi della Banca Mondiale che provano che gli strati a reddito basso addirittura pagano ancora oggi, in assenza di meccanismi di redistribuzione appropriati, il prezzo delle liberalizzazioni del commercio. L'idea liberale che tutti i paesi possano competere paritariamente in uno scenario di sviluppo disuguale, è altrettanto fuori del mondo quanto sarebbe affermare equa una partita di calcio su un pendio ripido, con di sopra il nord, e di sotto il sud. Anche relativamente alla affermazione che i critici della globalizzazione esigerebbero l'introduzione mondiale di "standard di lavoro occidentali" nei paesi in via di sviluppo, Tobin si mostra non aggiornato. La discussione sugli standard sociali nel WTO verte sulle cinque norme fondamentali sul lavoro dell'ILO, l'organizzazione internazionale del lavoro nella cornice dell'ONU. Qui, l'EC assieme al governo Federale degli Stati Uniti sedevano nel WTO in testa al movimento! Se Tobin infine critica la politica monetaria della banca centrale europea come finalizzata solo alla stabilità dei prezzi, siamo d’accordo con lui con tutto il cuore. Anche qui, Tobin mostra di essere un critico competente delle politiche neoliberali che considerano la difesa degli interessi degli investitori finanziari come l’unico scopo della politica economica. Perciò, Mr. Tobin, lotti con noi contro il predominio dei mercati finanzari, non contro Attac!

Peter Wahl

di Peter Wahl membro di Ecologia e Sviluppo nel circolo di coordinamento di Attac Germania e membro del board dell'organizzazione per lo sviluppo (Economia Mondiale, Ecologia e Sviluppo).

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