Cinema04

Da Ortosociale.

La partitura del film è a più piani. C'è il piano Africa / Danimarca, paesi ricchi e paesi poveri, nord del mondo e sud del mondo. Quello adulti / adolescenti. Quello sociale o esterno (lavoro-scuola-ospedaleafricano-officina del meccanico cattivo) e quello del quotidiano o interno (gli interni delle case, la vita famigliare). Quello maschile nelle sue varie sfaccettature e nella sua sostanziale debolezza; e quello possente, femminile, delle Madri. La regista e sceneggiatrice Susanne Bier è molto abile nel "ricamare" i vari passaggi con sfondi naturali in dissolvenza che sono improvvise proiezioni di stati d'animo, stati che la semplice espressione del viso non potrebbe mai rappresentare. Vedi il tuffo nell'acqua del padre di Elias dopo essere stato schiaffeggiato. Il suo corpo sparisce nell'acqua che lo avvolge, che lo purifica, che lo trattiene, mentre il suo viso riaffiora come un corpo senza vita. La violenza patita è una ferita mortale che non si cancella. Tutto il film è orchestrato sulla violenza che si esercita come potere arbitrario di una rete criminale. O come la morte che entra nel tuo quotidiano per subito sparire. Nell'ospedale africano questa violenza gratuita è quella di un big man, termine tecnico nell'antropologia politica per indicare l'origine delle forme di potere statale, coercitivo, inesistenti fino a 5000 anni fa circa (prima di queste apparizioni statali la vita sulla terra era il Paradiso, il giardino dell'Eden, senza istituzioni, senza le guerre che conosciamo oggi, stratificazione sociale, proprietà privata, violenza, coercizione, umiliazione, tradimento, alienazione). Questo potere dai big man si è evoluto in società civilizzate dove una autorità centrale organizza la violenza sul territorio che controlla (definizione sociologica di stato). Nel film questo potere squarcia il ventre di donne gravide, uccidendole e uccidendo la vita che portano. In Africa. In Danimarca è l'ipocrisia della scuola che tollera il bullismo che innesca il dramma famigliare dei due piccoli amici. Questo potere è un potere che agisce contro la vita e contro la MADRE. La morte ghermisce sia la madre di Christian sia, attraverso il big man, la giovane madre africana. E' il potere della morte. La morte è l'altro tema del film. La morte ghermisce chi non la combatte con totale determinazione, come il cavaliere di Ingmar Bergman ne L'ultimo Sigillo. La morte uccide la madre di Christian perchè lei e il marito cedono, smettono di opporsi. Anche il potere va combattuto. Il big man africano ha come germe nella democratica Danimarca il bullo della scuola, che per diletto e per vocazione costruisce fucili senza che la direttrice scolastica abbia nulla da obiettare. Il piccolo Christian è il risoluto angelo della morte che organizza la resistenza al male, come morte che ti ghermisce a tradimento o come potere che ti uccide o umilia. E' lui che recita la poesia impassibile sulla tomba della madre nella scena di apertura. E' lui che come angelo apre le braccia per gettarsi nel vuoto dalla torre. I "due padri" invece hanno entrambi rinunciato a combattere perdendo il contatto con la vita delle due Madri. Il primo sul piano esistenziale, l'altro esorcizzando intellettualisticamente il male. Come quando dice al meccanico prepotente "sei un idiota" e prendendosi due sberle (senza tra l'altro porgere l'altra guancia), davanti alla rete adolescenziale di spettatori composta da Christian, dal figlio Elias, dal figlio più piccolo, anch'egli vittima della prepotenza e causa della querelle. Christian gli obietta: non hai risolto nulla; il cattivo, il prepotente, non ha capito nulla. Il bullo di scuola invece aveva capito: quello che Christian gli aveva fatto capire era che lui Christian poteva essere la Morte. Il potere esce di scena in Danimarca. Rimane una ultima parvenza di potere nel meccanico che Christian si adopera a polverizzare con una bomba, ultimo lascito (casuale?) del nonno. In questa sequenza di fatti, ben accelerati nei momenti di azione, il piccolo angelo della morte contamina il compagno, non sicuro come lui ma più consapevole di lui dei rischi per gli altri, della comunità. L'avventura ha un esito quasi fatale per Elias. L'angelo della morte convinto di aver ucciso il suo amato compagno sta per gettarsi nel vuoto. Lo salva il padre di Elias, che in Africa combatteva quotidianamente contro la morte e contro il potere. Ma può farlo solo dopo essersi sbarazzato del bigman, del potere, dopo aver imparato la lezione di Christian, la lezione di combattere il potere e la morte. Dopo essere stato "salvato" da Christian. Ma attenzione: devi combattere il potere e la morte quando è la tua stessa comunità che te lo chiede.

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