Brentella

Da Ortosociale.

Indice

Lo Scempio degli alberi sul canale Brentella di Padova

di Marcello Montalto Dicembre 2009

Il mio microterritorio

Al cittadino comune il Genio Civile fa certo venire in mente le operazioni di messa in sicurezza preventive che dovrebbero proteggerci dai disastri naturali che flagellano periodicamente il nostro paese - alluvioni, terremoti, frane. Passiamo oltre al fatto che di naturale, nei disastri italiani, c’è ben poco - comitati d’affari alleati ad una politica criminale provvedono all’infinita devastazione del nostro territorio, in spregio a qualsiasi legge, aggirata da compiacenti regolamenti locali ad hoc o semplicemente ignorata; e, peggio, senza riguardo per la sicurezza e la vita dei cittadini. Gli esempi potrebbero essere infiniti. Lascio ad altri discutere di TAV, di Ponte sullo Stretto, di cemento impoverito. E mi limito al mio microterritorio. Un mese fa, facendo la solita passeggiata con Viola, la cagnetta di casa, sono stato attirato da un gran fracasso; man mano che andavo avanti, ho incontrato prima questo spettacolo qui:

1. Quasi all'inizio
2. A 500 metri più avanti

Escavatori, camion, motoseghe

E poi escavatori, camion, operai armati di potenti motoseghe. Un gran macello. Decine e decine di alberi abbattuti e scaraventati giù per il ciglio interno dell’argine. - Perché tagliate gli alberi? - Lei chi è? - Un cittadino. - Non può stare qui, è pericoloso. Quanta sollecitudine per la nostra sicurezza! Insomma, il Genio Civile ha ritenuto necessario rinforzare l’argine, a quanto ho potuto sapere. Non sono un tecnico, ma ho sempre creduto che non ci sia nulla di più “rinforzante” per la terra delle radici di un albero sano e rigoglioso di 20 o 30 anni. - Ma lei lo sa che se l’albero muore le radici marciscono e poi il terreno cede? A dire il vero pensavo che gli alberi morti si dovessero tagliare, non che si tagliassero gli alberi perché un giorno potrebbero morire. Mah!

3. Alberi scaraventati giù dal ciglio dell’argine
4. L’opera di “rinforzo”

l’àrzare el gà tegnùo!

Questo presunto rinforzo è fatto con terra inerte di scavo, scaricata sul ciglio esterno dell’argine. È lunga, la storia del canale Brentelle, che collega la Brenta, a nord, col Bacchiglione, a sud. Risale al 1314, e serviva a incanalare le acque della Brenta verso Padova, perché nei secoli precedenti i vicentini avevano più volte deviato le acque del Bacchiglione, lasciando Padova senz’acqua per i suoi mulini. In tempi più recenti, i suoi argini resistettero egregiamente alla terribile alluvione del 1966, che devastò Venezia e Firenze. - L’aqua èa xé riva’ a mèzo metro dà ea sima, ma l’àrzare el gà tegnùo! - , parole di un vecchio abitante della zona.

5. la carcassa di un magnifico noce di circa trent’anni abbattuto dalle motoseghe

Democrazia? Informazione? Partecipazione dei cittadini?

Nessun avviso agli abitanti interessati, né spiegazioni del perché di questo intervento. Il cittadino non ha diritto di essere informato di quel che avviene sul suo territorio, e ancor meno di essere consultato preventivamente. Deve invece pagare le tasse, e ogni cinque anni andare ad esercitare il suo “nobile” dovere civico di elettore, votare cioè un simbolo di partito con un nome prestampato a fianco. Continuano a chiamarla democrazia, di democratico non c’è rimasto un beato nulla! Gli eletti - ma da chi? Nominati dai vari principi e signorotti locali che si sono impadroniti del territorio come fosse un loro feudo, e ne fanno dono alle imprese amiche, perché lo sfruttino fino al midollo ricavandone soldi, soldi e ancora soldi, per restituircelo poi irrimediabilmente devastato - non rispondono certo ai cittadini: rispondono invece ai comitati d’affari, che sono ormai gli unici referenti della politica veneta e nazionale. Molti degli alberi abbattuti erano lì per il buonsenso della natura, nati cioè e cresciuti spontaneamente; altri per il buonsenso dei cittadini, ossia piantati e poi accuditi come si usa da millenni: era il caso del grande noce della foto 5. Non solo gli alberi sono state le vittime di questo rozzo, invasivo, intervento: tre famiglie di germani reali che da tempo si erano stabilite sulle rive del canale sono presto scomparse per fuggire il fracasso e la devastazione, e anche le gallinelle d’acqua, prima numerosissime, sono ora ridotte a qualche esemplare. Invadenza degli interventi, prepotenza di comportamenti, completa ignoranza degli ambienti naturali - guarda caso, i medesimi caratteri che hanno guidato, e guidano, altre, maggiori, decisioni politico-amministrative in Veneto, come la questione Dal Molin, la Pedemontana, il Passante.

6. “consolidamento” da cingoli di escavatrice
7. “consolidamento” da estirpazione di radici

Mala tempora currunt

Mala tempora currunt, ‘sono tempi disgraziati’, questi. Eppure qualcosa si muove, nella coscienza dei cittadini. Un venticello nuovo, leggero ma crescente. Che ci dice: basta con la demagogia; l’asservimento della rappresentanza a speculazioni personali o di gruppo, affarismi, crimini contro il popolo e l’ambiente; un’economia che si regge solo sulla crescita continua del PIL e lascia dietro di sé crisi, disoccupazione, disperazione. Tutto questo è passato, tutto questo deve finire.

Federalismo Autentico

Un federalismo autentico, e decentrato sin nelle piccole comunità locali; una rappresentanza istituzionale nuova, che renda conto di ogni sua decisione ai cittadini che la legittimano col loro voto; un’economia che privilegi la località delle produzioni agricole, artigianali, industriali, e il necessario sul superfluo, sul consumo fine a se stesso, sull’edonismo stupido e distruttore della pubblicità. Ecco il Nuovo. Ve ne sono già una teoria - la decrescita serena di Serge Latouche - e le prime realizzazioni pratiche - nella Bolivia di Evo Morales, nell’Ecuador di Rafael Correa.

Serve una nuova linfa

Del vecchio - di Galan, e dei suoi accoliti - non ce n’è più bisogno. Sono morti, e ancora non lo sanno.

Nota di ortosociale.org

Nota di ortosociale.org

La motivazione delle piene, addotta in via ufficiosa dalle autorità, è discutibile. Il canale è protetto dalla regolazione della portata d'acqua. Da Wikipedia: "Nei secoli successivi l'assenza di qualsiasi regolazione comportava numerosi disagi nella parte bassa di Padova con frequenti straripamenti; si dovette aspettare fino al 1775 quando la Repubblica di Venezia pose mano alla ricostruzione dei Colmelloni. Il nuovo sostegno, tuttora esistente, è costituito da due fabbricati posti a ponte sopra al canale; sono provvisti di panconi mobili che, nel caso, possono scendere scorrendo nei gargami per bloccare, parzialmente o totalmente, il flusso d'acqua regolando di conseguenza la portata nel Brentella. Infine si realizzò una briglia fissa, anch'essa tutt'oggi presente, lungo il corso del Brenta qualche centinaio di metri a valle dell'incile del Brentella." Vedi Canale Brentella.

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