Economia02

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===Italia 13 luglio 2010===
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Bankitalia: il debito pubblico italiano sale a maggio e tocca i 1.827,1 miliardi di euro. E' aumentato di 15 miliardi rispetto ad aprile raggiungendo un nuovo record in valori assoluti. Rispetto al 2009 l'aumento è stato di 65 mld di euro. Le entrate fiscali in calo da gennaio a maggio 2010 hanno rallentato la contrazione.
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===Italia 14 giugno 2010===
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Bankitalia: ad aprile il debito pubblico è a livelli record: 1.812,7 mld  di euro, il livello assoluto più alto mai raggiunto.
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Entrate (fiscali) in calo nei primi 4 mesi, -1,8%
===UE 10 maggio 2010===  
===UE 10 maggio 2010===  
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Varato dall'Ecofin a Bruxelles un piano da 750 mld di € per difendere dagli attacchi della speculazione i paesi della zona euro in difficoltà nei loro bilanci statali per quanto riguarda il deficit pubblico e in futuro anche per quanto riguarda il debito pubblico. La UE agisce di concerto con il Fondo monetario Internazionale (FMI) che si assume l'onere di 250 mld dell'intera somma. In realtà si tratta di piani di stanziamento e non di stanziamenti effettivi in modo da bloccare psicologicamente gli speculatori al rialzo sui titoli di stato dei paesi in difficoltà e soprattutto di ridare fiducia alle borse e far ripartire la crescita economica. Il meccanismo capitalistico della finanza internazionale non prevede infatti stasi nella crescita. Se la crescita ad esempio non avanza del 3% annui si avrà disoccupazione. Gli europei si muovono di concerto con il governo americano rappresentato da Barak Obama per affrontare uniti una crisi che evidentemente preoccupa. Il piano parte con una disponibilità di prestito di 60 mld di € per i paesi che si dovessero trovare sotto attacco speculativo. La UE ha lanciato allo stesso tempo un duro avvertimento a Spagna e Portogallo perchè sistemino i loro deficit di bilancio. Questa manovra si può leggere come un tentativo di bloccare le speculazioni finanziare sui titoli di stato di Spagana e Portogallo che già sono in gravi difficoltà di bilancio, di ''dare l'impressione'' di una Europa unita nel momento in cui vari paesi cominciano a dubitarne, rilanciare di concerto con gli Stati Uniti il meccanismo di fiducia e di investimenti alimentato dalle borse internazionali, asiatiche, europee, americane.  
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Varato dall'Ecofin a Bruxelles un piano da 750 mld di € per difendere dagli attacchi della speculazione i paesi della zona euro in difficoltà nei loro bilanci statali per quanto riguarda il deficit pubblico e in futuro anche per quanto riguarda il debito pubblico. La UE agisce di concerto con il Fondo monetario Internazionale (FMI) che si assume l'onere di 250 mld dell'intera somma. In realtà si tratta di piani di stanziamento e non di stanziamenti effettivi in modo da bloccare psicologicamente gli speculatori al rialzo sui titoli di stato dei paesi in difficoltà e soprattutto di ridare fiducia alle borse e far ripartire la crescita economica. Il meccanismo capitalistico della finanza internazionale non prevede infatti stasi nella crescita. Se la crescita ad esempio non avanza del 3% annui si avrà disoccupazione. Gli europei si muovono di concerto con il governo americano rappresentato da Barak Obama per affrontare uniti una crisi che evidentemente preoccupa. Il piano parte con una disponibilità di prestito di 60 mld di € per i paesi che si dovessero trovare sotto attacco speculativo. La UE ha lanciato allo stesso tempo un duro avvertimento a Spagna e Portogallo perchè sistemino i loro deficit di bilancio. Questa manovra si può leggere come un tentativo di bloccare le speculazioni finanziare sui titoli di stato di Spagna e Portogallo che già sono in gravi difficoltà di bilancio, di ''dare l'impressione'' di una Europa unita nel momento in cui vari paesi cominciano a dubitarne e ripartono le spinte anti-europeistiche, rilanciare di concerto con gli Stati Uniti il meccanismo di fiducia e di investimenti alimentato dalle borse internazionali, asiatiche, europee, americane.  
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10 maggio 2010 Ue: maxi piano da 750 mld Varato dall'Ecofin a Bruxelles, dopo 10 ore di negoziati. Piazza Affari guadagna oltre il 7%.
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BRUXELLES - Un maxi-piano fino a 750 miliardi, con la partecipazione dell'Fmi, per blindare la zona euro dagli attacchi della speculazione ed evitare il rischio default di altri Paesi dopo quello corso con la Grecia. A vararlo, dopo dieci ore di negoziati, sono stati i ministri finanziari della Ue riuniti a Bruxelles. Chiesti anche nuovi sacrifici a Spagna e Portogallo, i due Paesi considerati maggiormente a rischio in questa fase. E annunciate "misure significative" da parte della Bce. Si tratta di un piano di salvataggio senza precedenti, a cui si è arrivati dopo una giornata in cui si sono susseguiti i contatti tra le varie capitali europee. Anche il presidente Usa, Barack Obama, ha telefonato sia al presidente francese, Nicolas Sarkozy, sia alla cancelliera tedesca, Angela Merkel, sottolineando la necessità di una "risposta forte" da parte dell'Europa per ridare fiducia ai mercati.
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Lo scudo 'anti-speculazione' deciso dall'Ecofin mette in campo prestiti per 60 miliardi di euro da parte della Commissione Ue, che potrà raccogliere sul mercato prestiti, offrendo come garanzia fondi del bilancio comunitario a favore dei Paesi che fossero sotto attacco speculativo ed avessero difficoltà a reperire capitali sui mercati. Nel pacchetto ci sono poi 440 miliardi che dovrebbero prendere la forma di prestiti bilaterali da parte degli Stati membri della zona dell'euro, sul modello del piano salva-Grecia. Nel dettaglio, si prevede che la quota dell'Fmi arrivi fino a 250 miliardi, una cifra corretta al rialzo rispetto alla precedente comunicazione di 220 miliardi. Per questo l'ammontare complessivo del fondo potrebbe arrivare fino a 750 miliardi. Resta poi in pista la possibilità che anche la Bce scenda in campo, decidendo di prestare soldi ai Paesi a rischio acquistando i loro titoli pubblici. Una decisione che spetta alla stessa Bce, i cui vertici sono rimasti riuniti a Basilea con i governatori centrali della Ue in attesa di notizie da Bruxelles. Due momenti di forte tensione hanno caratterizzato l'inizio della giornata: il malore del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble (ricoverato in ospedale) e il no di Londra al piano. Il cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling è stato infatti molto chiaro nel dire che il Regno Unito non sarebbe venuto in soccorso di Paesi dell'euro in difficoltà, respingendo la proposta messa sul tavolo dalla Commissione Ue.
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A sbloccare la situazione è stata poi la Germania, proponendo interventi per 500 miliardi di euro di cui 440 a carico solo degli Stati membri della zona euro. E con la partecipazione del Fondo monetario internazionale. I ministri delle finanze hanno anche accolto l'appello alla disciplina di bilancio e di rigore monetario lanciato venerdì notte dai leader dell'Eurozona. La Germania in particolare ha chiesto che venissero dettagliate le condizioni alle quali devono sottostare i Paesi maggiormente a rischio, quelli che per primi potrebbero dover ricorrere al fondo. Di qui l'invito alla Spagna e al Portogallo ad adottare nuove misure per la correzione del deficit. In particolare, a Madrid e Lisbona è stata chiesta una manovra aggiuntiva pari all'1,5% del Pil quest'anno, e una pari al 2% del Pil l'anno prossimo. L'importo definitivo sarà deciso nei prossimi giorni.
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BUON ACCORDO, TASK FORCE RIFORMA PATTO UE  - "Un lavoro fato bene": così il ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha commentato l'accordo raggiunto all'Ecofin sul piano per venire incontro agli Stati della zona euro in difficoltà. Tremonti ha anche annunciato che è stata anticipata a mercoledì prossimo, 12 maggio, la prima riunione della task force Ue che dovrà riformare il Patto di stabilità e di crescita, guidata dal presidente della Ue Herman Van Romouy e composta dai ministri delle finanze di 27 e dai vertici di Commissione Ue e Bce. "Fino a due ore fa - ha spiegato Tremonti - hanno partecipato al negoziato anche i capi di Stato e di governo collegati telefonicamente. Alla fine è stata trovata una soluzione, soprattutto - ha sottolineato - grazie al contributo di Francia, Germania e Italia. E' stata trovata una soluzione - ha concluso - che adesso vedremo se funzionerà con le Borse".
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===WASHINGTON aprile 2010===
===WASHINGTON aprile 2010===
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[http://www.treasurydirect.gov/NP/BPDLogin?application=np Qui vedi in diretta il debito pubblico americano]
[http://www.treasurydirect.gov/NP/BPDLogin?application=np Qui vedi in diretta il debito pubblico americano]
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Pil Italia in lenta ripresa, debito in rialzo
 
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Il deficit toccherà il 5,3% anche nel 2010, pesa il calo del pil
 
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05 maggio 2010
 
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BRUXELLES - In Italia, sostenuta soprattutto dai consumi privati e dall'export, "la ripresa va rafforzandosi lentamente", con un Pil che si attesterà allo 0,8% nel 2010 e, a politiche invariate, all'1,4% nel 2011. Valori che comunque sono "ampiamente in linea con la media della zona euro". Queste le previsioni di primavera della Commissione Ue, che ha rivisto al ribasso le stime sulla crescita economica del governo italiano, che nel Programma di stabilità aggiornato indicava un Pil all'1,1% quest'anno e al 2% il prossimo.
 
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DEFICIT ITALIA 5,3% ANCHE IN 2010, PESA CALO PIL - Il disavanzo dell'Italia si attesterà al 5,3% anche nel 2010: lo prevede la Commissione Ue, che spiega questo "livello più elevato di deficit" rispetto alle aspettative del governo (5,0%) con "una caduta dell'attività economica" che è stata più marcata del previsto. Nel 2011, a politiche invariate, Bruxelles prevede che il deficit italiano "si riduca leggermente" attestandosi al 5% (contro il 3,9% stimato dal governo nel Programma di stabilità aggiornato).
 
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DEBITO ITALIA IN RIALZO,SOPRA 118% IN 2010 E 2011 - La Commissione Ue prevede che il debito pubblico italiano, dal 115,8% del 2009, salga sopra il 118% nel 2010 rimanendovi, a politiche invariate, anche nel 2011. Il governo prevedeva di non andare oltre il 116,9% nell'anno in corso. In particolare, il debito italiano (superato nella Ue solo da quello della Spagna che viaggia verso il 130%) quest'anno sarà al 118,2% e il prossimi al 118,9%.
 
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CONTI ITALIA FRAGILI, MA POLITICA GOVERNO ACCORTA  -  "Attraverso la crisi, in un contesto di rischi persistenti sui mercati dei titoli di Stato, il governo italiano ha perseguito una politica di bilancio accorta tenendo conto delle fragili finanze pubbliche dell'Italia, soprattutto il suo elevatissimo debito pubblico": é quanto scrive la Commissione Ue nelle sue previsioni economiche di primavera. Nel testo si sottolineano in particolare gli effetti sul deficit di quest'anno (previsto al 5,3%) dovuti a una crescita della spesa primaria intorno al 5% nel 2009 ("considerevolmente più veloce di quanto previsto dal governo") e a "una caduta delle entrate", sempre lo scorso anno, dovuta a un restringimento della base imponibile e all'aver posticipato al 2010 parte dei pagamenti dovuti dalle pmi nel 2009. Un effetto positivo si è invece avuto da alcune misure, come "la tassa straordinaria sul rimpatrio dei capitali detenuti illegalmente all'estero", lo scudo fiscale. Sul fronte del debito pubblico, che per Bruxelles crescerà più del previsto, la Commissione Ue sottolinea come questo "si sia arrampicato di dieci punti nel 2009" e come "il grosso dell'aumento sia stato dovuto alla caduta del Pil, all'enorme peso degli interessi e ad un avanzo primario negativo dovuto all'attivazione degli stabilizzatori automatici". "Limitate iniezioni di capitale nel settore bancario - aggiunge Bruxelles - a ulteriori accumulazioni di liquidità detenuta dal Tesoro con la Banca d'Italia si sono aggiunte al debito".
 
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UE RIVEDE AL RIALZO PIL EUROZONA, +0,9% IN 2010 - La Commissione Ue ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita della zona euro, indicando per il 2010 un Pil allo 0,9% contro lo 0,7% previsto lo scorso febbraio. Nel 2011 si stima un Pil all'1,5%. "La ripresa dell'economia nella Ue è graduale ma procede", spiega Bruxelles, anche se "una domanda interna debole continua a darle un carattere contenuto". Inoltre, "la velocità della ripresa varia da Paese a Paese". A trainare sono la Francia (+1,3% nel 2010) e la Germania (+1,2%). Restano in recessione, invece, la Grecia (-0,9%) e la Spagna (-0,4%). Per l'Italia nel 2010 è previsto un Pil allo 0,8%.(
 
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Versione corrente delle 13:17, 14 lug 2010

Indice

Italia 13 luglio 2010

Bankitalia: il debito pubblico italiano sale a maggio e tocca i 1.827,1 miliardi di euro. E' aumentato di 15 miliardi rispetto ad aprile raggiungendo un nuovo record in valori assoluti. Rispetto al 2009 l'aumento è stato di 65 mld di euro. Le entrate fiscali in calo da gennaio a maggio 2010 hanno rallentato la contrazione.

Italia 14 giugno 2010

Bankitalia: ad aprile il debito pubblico è a livelli record: 1.812,7 mld di euro, il livello assoluto più alto mai raggiunto. Entrate (fiscali) in calo nei primi 4 mesi, -1,8%

UE 10 maggio 2010

Varato dall'Ecofin a Bruxelles un piano da 750 mld di € per difendere dagli attacchi della speculazione i paesi della zona euro in difficoltà nei loro bilanci statali per quanto riguarda il deficit pubblico e in futuro anche per quanto riguarda il debito pubblico. La UE agisce di concerto con il Fondo monetario Internazionale (FMI) che si assume l'onere di 250 mld dell'intera somma. In realtà si tratta di piani di stanziamento e non di stanziamenti effettivi in modo da bloccare psicologicamente gli speculatori al rialzo sui titoli di stato dei paesi in difficoltà e soprattutto di ridare fiducia alle borse e far ripartire la crescita economica. Il meccanismo capitalistico della finanza internazionale non prevede infatti stasi nella crescita. Se la crescita ad esempio non avanza del 3% annui si avrà disoccupazione. Gli europei si muovono di concerto con il governo americano rappresentato da Barak Obama per affrontare uniti una crisi che evidentemente preoccupa. Il piano parte con una disponibilità di prestito di 60 mld di € per i paesi che si dovessero trovare sotto attacco speculativo. La UE ha lanciato allo stesso tempo un duro avvertimento a Spagna e Portogallo perchè sistemino i loro deficit di bilancio. Questa manovra si può leggere come un tentativo di bloccare le speculazioni finanziare sui titoli di stato di Spagna e Portogallo che già sono in gravi difficoltà di bilancio, di dare l'impressione di una Europa unita nel momento in cui vari paesi cominciano a dubitarne e ripartono le spinte anti-europeistiche, rilanciare di concerto con gli Stati Uniti il meccanismo di fiducia e di investimenti alimentato dalle borse internazionali, asiatiche, europee, americane.

WASHINGTON aprile 2010

Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi) nel Global Financial Stability Report precisa che "Nei paesi del G7 i livelli del debito sono vicini a raggiungere i massimi degli ultimi 60 anni, in rapporto al PIL". Aiutata dalle misure di stimolo la ripresa economica è in atto, ma sarà debole e a velocità diverse nei vari paesi. L'indebitamento dei bilanci statali per governare e affrontare le conseguenze della bolla del credito ha portato a un aumento del “rischio paese”. Tale indebitamento è stato rivolto soprattutto al soccorso delle banche e degli istituti di credito responsabili della crisi finanziaria. Secondo il FMI “questo riflette un cambiamento delle preoccupazioni dalla vulnerabilità del settore finanziario del mercato a quelle di bilancio degli stati coinvolti”. I paesi che destano maggiori preoccupazioni per la situazione del loro debito pubblico e per lo stress finanziario che possono trasmettere agli altri paesi dellarea europea sono nell'ordine Grecia (indice 21.4), Portogallo (indice 18.0), Spagna (indice 12,7), Italia (indice 11.0). Per quanto riguarda l'Italia nell'anno fiscale 2010 il rapporto deficit strutturale/pil italiano si attesterà al 3,5%, mentre il debito/pil al 118,6%. Ricordiamo che la teoria economica e le regole monetarie della unione europea prevedono che il debito pubblico di uno stato-nazione non superi il 60% del PIL nazionale. L'Italia ha raggiunto il doppio della quota percentuale consentita. Le regole come si vede non vengono fatte rispettare. Qualcuno potrebbe dire che gli USA stanno peggio di noi, ma non è vero. Il debito pubblico Usa è esattamente di 12.433 miliardi di $ (al 25 febbraio 2010), pari circa al 87% del PIL. Dunque il debito USA supererà il PIL annuale entro la fine del 2010, e gli USA entreranno a far parte di quel ristretto numero di paesi che possono vantare un debito pubblico superiore al PIL. Per la cronaca (secondo dati di fine 2008) sono solamente 6 i paesi di questo gruppo: Zimbabwe, Giappone, Libano, Giamaica, Italia e Sudan; possibili prossimi ingressi: Singapore e Grecia quest'anno; il Belgio e gli USA nel 2010. Ma la crisi in atto potrebbe trascinare in questo club anche qualche altro paese. Una altra importante considerazione è che mentre in Italia e Giappone il debito privato è contenuto, in USA il debito PRIVATO supera di gran lungo quello pubblico statale!

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Qui vedi in diretta il debito pubblico americano

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