Sociologia95

Da Ortosociale.

Indice

Proposta di un Modello di “Sviluppo Locale”

Convergenza Teorico-Pratica dei Movimenti

Questa mia proposta nasce da un dibattito tra ambientalisti centrato sul tema "La fortissima instabilità che sta arrivando è la nostra speranza, prepariamoci!". Qui è nata l’esigenza di “comunicare” ed “interagire” con altri movimenti, quali “Decrescita”, “Ecofemminismo”, “Ambientalisti”, e moltissimi altri ancora. Tutti questi movimenti non sono “Partiti Politici”, nel senso che non mirano a confrontarsi nelle elezioni per avere accesso alle sedi del potere politico istituzionale. Ma risulta evidente quanto sia squisitamente “Politica” una possibile attività di coordinamento e “Convergenza Teorico-Pratica” tra questi movimenti. Da qui è partita l’iniziativa di “costruire un ponte” tra XR e Decrescita, per cominciare. Abbiamo scoperto subito che questo ponte è già in costruzione ad opera di Marco Deriu, ricercatore di sociologia, che fa parte da anni della Decrescita. Altri dentro XR hanno fatto parte della Decrescita, come me, oppure ne fanno parte attualmente e sono in contatto diretto con Marco Deriu. Questa attività potrebbe essere l’inizio della costruzione di un “Potere Politico” di tipo “inclusivo” anziché di tipo “esclusivo” come quello attuale, basato sulla concorrenza/competizione mutuamente esclusiva degli attuali Partiti Politici (per una critica radicale dei partiti e del loro sistema di potere vedi Simone Weil).

Lo Sviluppo Locale – Storie di caso (processi in atto)

La mia proposta è questa: la “Convergenza Teorico-Pratica” di questi movimenti dovrebbe avvenire con progetti concreti di “Sviluppo Locale”, necessari a rigenerare le Comunità di Borghi, Paesi, Città (piccole, medie, grandi, grandissime). Tale “Sviluppo Locale” interagisce prima e mira a sostituire poi lo “Sviluppo Consumistico della Globalizzazione” (da ridefinire in modo opportuno, nel senso che non esiste una globalizzazione astratta ma una feroce competizione tra le varie “globalizzazioni” angloamericane, cinesi, indiane, russe, giapponesi, tedesche, etc). Questo “Sviluppo Locale” serve dunque da “Transizione” dalla attuale globalizzazione (che distrugge l’ambiente e nega le più elementari esigenze umane: pace, salute, cultura, cibo, natura) verso uno “sviluppo” umano inclusivo di tutta l’umanità. Il modello che propongo si basa su esperienze italiane precise, non utopistiche, e mira ad “ampliarle” e diffonderle fino ad estrarne tutte le loro qualità potenziali. Faccio un esempio concreto che sto seguendo da tempo. In Sardegna dove attualmente mi trovo a vivere esiste il problema delle spopolamento dei piccoli paesi che sono più di 300 su un totale di 377. In pratica c’è la scissione tra metropoli enormi come l’area di Cagliari che conta il 40% della popolazione sarda e comuni con poche centinaia di abitanti, dove l’agroalimentare stenta a sopravvivere oppure dove le industrie sono sparite o dove le miniere sono state chiuse. Uno di questi paesi (poco più di 1000 abitanti), sede di miniere chiuse, ha eletto come Sindaco un affermato scrittore-giornalista emigrato in Continente e rientrato nel suo paese natale. Per rivitalizzare il paese in via di spopolamento, con i giovani costretti ad emigrare o all’inazione, ha lanciato un progetto che unifica i cittadini attivi, i giovani che cercano lavoro, le risorse del paese, e che richiama “turisti stanziali” con l’offerta dei beni naturali e storico-paesaggistici, di uno stile di vita “paesano”, di case ristrutturate in affitto in centro paese, di una organizzazione sociale che garantisce 24/7 assistenza sanitaria “locale”, e tutti i servizi. Questa attività economica è svolta da una Cooperativa di Comunità, fatta in gran parte da giovani e già costituita per l’assistenza sanitaria 24/7. Assistiamo alla nascita di una “Economia di Comunità”, che non è una “Economia di Mercato”, né una “Economia di Stato”. Ci sono sociologi a Cagliari e altrove che hanno illustrato questo tipo di Economia che si articola intorno a Cooperative di Comunità oppure Imprese di Comunità, costituite da Comune (Municipalità), Cittadini, Imprese Private, Associazioni, Altre Istituzioni. La Cooperativa di Comunità tiene le sue Assemblee periodicamente, ha ovviamente un suo Budget ed un suo Business Plan basato sulle entrate derivanti dai turisti stanziali, da finanziamenti di Agenzie statali italiane (Invitalia) e da Fondi Regionali Europei di Coesione Sociale. I flussi di turisti stanziali sono già attivi e sono composti in gran parte da bergamaschi e da emigrati sardi che ritornano nell’isola come pensionati. Questo modello rivitalizza altre esperienze come i Patti Territoriali (vedi Carlo Trigilia, “Lo Sviluppo Locale, un progetto per l’Italia”, 2006, Laterza), ingiustamente sacrificati sull’altare dello sviluppismo sfrenato del PIL. Questo progetto si lega ad un’altra iniziativa di ricerca-azione sociologica portata avanti da un giovane ingegnere-architetto del PD di Cagliari (strano, vero?) che si chiama “SPOP”, contro lo spopolamento dei paesi della Sardegna, e progettata dalla sociologa Marianella Sclavi (Politecnico di Milano). Ci sono altre iniziative simili in Sardegna da parte di altri Comuni, due dei quali, ad economia interamente agropastorale, hanno costruito due Aziende Elettriche Comunali ad Energia Pulita (con smart grid ed accumulo) con l’appoggio della Regione (strano, vero?). Anche qui si tratta di servizi offerti da una “Economia Municipale” decentrata e controllata localmente. Analoghe iniziative potrebbero aver luogo in città medie o grandi come nel caso delle Città Policentriche, suddivise in quartieri vitali dotati di servizi anziché in “zone abitative-dormitorio”, “zone industriali”, zone sanitarie”, “zone commerciali”, “zone di movida e intrattenimento”. Per una città di questo genere e di tipo verde vedi il progetto del Parco Agropaesaggistico Metropolitano di Padova, approvato formalmente dal Comune di Padova anni fa e lasciato in un cassetto.

Documentazione delle storie di caso

Punti focali

In questi progetti-esempio sono centrali alcuni elementi:

  • la nascita di un nuovo tipo di Economia, centrata sulla cura ed il benessere di Cittadini ed Ambiente, diversa dalla Economia di Mercato o dalla Economia di Stato (che sono comunque intrecciate)
  • la centralità geografica del Comune che attiva ed integra la Comunità in un Processo di Partecipazione economica e politica (la Comunità va intesa inclusivamente e dinamicamente con gente che entra e gente che esce) su una base territoriale
  • la centralità istituzionale del Sindaco, eletto direttamente dai cittadini, e responsabile della convocazione periodica o ad hoc di Assemblee Popolari dei cittadini (residenti e transienti)
  • la crescita verso nuove tecnologie (Informatica e Comunicazione, Energie Rinnovabili, Agroalimentare di Qualità-Organico-di Precisione-a Filiera Cortissima), e relazionale-culturale di intere bio-regioni, prima legate ad uno sviluppo meccanicamente fordista-industriale declinante e limitativo
  • la possibilità di crescita dello Sviluppo Locale sono enormi e si applicano a Unioni di Comuni coinvolgendo intere regioni storiche della Sardegna come il Barigadu-Guilcer nel progetto SPOP
  • la possibilità di estendere il modello alle città medio-grandi

Razionale

La mia proposta di “Sviluppo Locale” si basa su un intreccio di “Nuova Economia” e di “Nuova Politica”. La Nuova Politica è quella del Sindaco del paese sardo e delle sue Assemblee Popolari, e quella, a livello nazionale del “Forum della Convergenza” proposto da Marco Deriu della Decrescita. La Nuova Economia è altrettanto innovativa ed è il punto che imho (In My Humble Opinion] richiede la nostra massima capacità progettuale, sperimentale, creativa, fattuale. Ma dietro queste proposte c’è un Modello che studia ed unisce il Potere Economico (inclusivo) ed il Potere Politico (inclusivo). Il Modello che propongo io è ricavato dalla Sociologia Storica e si chiama IEMP, che sta per Ideologia, Economia, Militare, Politico. Sono le quattro fonti principali della costruzione delle società conosciute e dei “poteri” o “potenze” costruiti all’interno di queste società. Derivano da una interpretazione e rielaborazione di “sinistra” della sociologia di Max Weber, portata avanti dal sociologo Michael Mann. E’ uno strumento analitico/sintetico molto potente per capire le varie situazioni sociali, le loro differenze, la loro evoluzione/involuzione storica, i punti su cui agire per modificare l’equilibrio/intreccio dei vari “poteri”.

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