CasaCampidanese: differenze tra le versioni

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m (Rocio Fernandez-Ballestero)
m (La governance del progetto)
 
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[https://it.wikipedia.org/wiki/Aree_naturali_protette_della_Sardegna Le aree naturali protette della Sardegna]<ref> [http://www.regione.sardegna.it/j/v/86?v=9&c=72&s=1&file=1989031 Regione Autonoma della Sardegna Norme per l'istituzione e la gestione dei Parchi]</ref> comprendono tre Parchi Nazionali e diversi Parchi Regionali, riserve naturali ed oasi minori distanti dagli agglomerati urbani. Ma anche città e paesi mettono a disposizione parchi urbani<ref>[http://www.comune.cagliari.it/portale/it/verde_pubblico.page Parchi, Giardini, Aree Naturalistiche del Comune di Cagliari]</ref>o provinciali come Monte Claro a Cagliari<ref>[http://www.comunecagliarinews.it/reportage.php?pagina=67&sottopagina=264 Parco di Monte Claro a Cagliari]</ref>. Come complemento o alternativa ad essi, la Casa Campidanese rimane il simbolo della tradizione e del vissuto per i nostri anziani.
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====Il Progetto della Longevità====
====Il Progetto====
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In questa presentazione di Remo Ronchitelli si suggerisce la necessità di costruire un Progetto Locale: il Prototipo da propagare in seguito con la Filosofia-Economia Open Source, se e quando l'idea attecchisce. Nella presentazione è messa in evidenza la scelta del cohousing come elemento costitutivo del progetto. Come storia di successo viene indicato il caso di Trento [https://www.cooperativasad.it/servizi/servizi-privati/casa-alla-vela/ (Casa della Vela)] che potrebbe essere anche un modello di prototipo. In aggiunta come possibile modello c'è anche il caso di Borgo Mazzini a Treviso dell'[http://www.israa.it/ Istituto ISRAA]. Come l'esperienza del [https://www.ortosociale.org/wikiort/index.php?title=Parco01 Parco Agropaesaggistico Metropolitano di Padova (PaAM)] suggerisce, conviene partire da una Comitato Promotore che costruisca il progetto. Qui sotto la versione PDF:
"La Casa Campidanese"<ref>Le case risalenti al secolo scorso si presentano esternamente con un portale d'ingresso ad arco adornato con fregi artistici oppure con le iniziali del padrone di casa. All'interno compaiono la stalla, la cantina, il portico e il cortile, dove si trovano piante di agrumi e l'immancabile pozzo. L'edificio principale costruito su due piani è realizzato con una struttura portante in mattoni di fango e pilastri in mattoni laterizi pieni.
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* [https://www.ortosociale.org/notizie/ProgettoLongevità La Presentazione di Remo Ronchitelli]
L'elemento archittettonico caratteristico è il loggiato, meglio noto come "sa lolla", destinato ad aprire la via a tutte le stanze interne della casa. La copertura di quest'ultimo ambiente è realizzata con orditura lignea costituita da travi originali ed incanniciato, le cui canne sono legate singolarmente con spago vegetale a "sa canna maista" che corre nell' interasse de "is crabiolas". Nelle abitazioni dei più agiati era presente anche "sa mola", la macina per il grano.</ref>
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è un progetto sociale di attivazione della Terza Età e delle relazioni intergenerazionali che si collega al [https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Sard01 Progetto Argiolas] ed al [https://www.ortosociale.org/wikiort/index.php?title=Sociale#Migrazione_e_Ritorno_degli_Emigrati Progetto Ritorno degli Emigrati]. Questo ritorno degli emigrati viene realizzato in un contesto di cohousing con pratiche di ginnastica dolce, con il contatto con la natura come unico antidoto contro lo stress, con controlli medici puntuali ma usando terapie preferibilmente dolci come la dieta, l'ortoterapia e la stessa ginnastica, con il recupero della memoria.
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====Riu Saliu Monserrato (CA)====
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====La Casa Campidanese====
Ginnastica dolce come terapia preventiva.
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"La Casa Campidanese" è un progetto di Cohousing intergenerazionale nato a partire da esperienze del 2012 sull'invecchiamento attivo promosso dalla UE, vedi: [https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Sard01 Progetto Argiolas sulla Terza Età e la Solidarietà Intergenerazionale] e [http://www.invecchiamentoattivo.org/ Comunità Mondiale della Longevità].
{| align=center|- valign=top
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L'obiettivo è utilizzare gli anziani come risorse attive a favore dei giovani e di sè stessi rivedendo i modelli dell'abitare nelle metropoli, nelle periferie, in campagna, o in villaggi turistici. Ognuno di questi ambienti consente varie modifiche allo stile di vita che possono consentire una vita più sana e attiva oltre l'età pensionabile. Nello stile di vita hanno un ruolo fondamentale le attività motorie, ma rivolte ad un fine pratico o culturale, l'esercizio fisico (che non si riduca ad una banale interazione con le costose macchine per lo sviluppo muscolare), una dieta scientificamente provata e contestuale alle tradizioni locali, le attività culturali, cognitive, artistiche tipiche della nostra specie, le relazioni sociali tipicamente intergenerazionali, spezzate oggi dal rapido evolversi della situazione storica che ha visto il passaggio da un'economia agricola, ad una industriale, ad una post-industriale finanziaria dai contorni indefiniti. Per disporre di questi pre-requisiti il progetto "La Casa Campidanese" si basa su alcune tessere di un complesso mosaico che sono:
|[[Immagine:RiuSaliu01.jpg|750px|Ginnastica Dolce come terapia]]
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*[[CasaCampidaneseSM|Ginnastica Dolce e suoi test come scienza motoria socializzante]],
|}
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*[[CasaCampidaneseCO|Cohousing]],
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*[[CasaCampidaneseLongevità|Studi sulla longevità]],
[[CasaCampidaneseFoto#Riu_Saliu|La altre foto di Riu Saliu]]
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*[[CasaCampidaneseN|La dieta e la nutraceutica in Sardegna]],
 
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*[[CasaCampidaneseFA|Evoluzione dei modelli familiari]],
====Monte Arrubiu====
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*[http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=Migrazione Ritorno degli emigrati sardi o italiani],
Monte Arrubiu. Questo video sviluppa il tema della Ginnastica Dolce nel contesto del Parco Naturale di Monte Arrubiu:
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*[[CasaCampidaneseSS|Sociologia dello sviluppo di città, periferie, campagne, villaggi turistici]],
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**[[CasaCampidaneseAnimazione|Terza Età e Turismo]],
<embedvideo service="youtube">
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**Terza Età e Agricoltura
https://youtu.be/DGwqlFbMPjs
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***[[Pagina_principale#Parchi_Agrari_Metropolitani_e_Agricoltura_Urbana|Proposte di parchi urbani o di città come parchi urbani esse stesse]],
</embedvideo>
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***[https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=OrtiSociali Orti condivisi],
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***[https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Orto03 Agricoltura Multifunzionale].
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Tutto questo è possibile e strettamente necessario per l'emergenza del problema anziani, del problema dell'occupazione giovanile, del problema dello spopolamento delle aree interne delle Sardegna.
https://www.youtube.com/watch?v=-ZwnCJXD3DQ&feature=em-share_video_user
+
Il 9 agosto 2017 è stato presentato a Pula, Cagliari, il volume"Casa Campidanese", che illustra il progetto, con autori Ignazio Argiolas, Roberto Pili, Mauro Piria. Questa la recensione di Ansa News:
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*[http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/08/26/casa-campidanese-come-viatico-longevita_dd514b63-8083-46ae-ab31-0d73256be372.html La recensione del libro Casa Campidanese di ANSA News]
<embedvideo service="youtube">
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*[http://www.ansa.it/sardegna/notizie/segreti_della_longevita/2017/08/26/casa-campidanese-come-viatico-longevita_83029ecf-a926-485c-9f93-acee263ca25b.html Segreti della Longevità di ANSA News]
https://youtu.be/-ZwnCJXD3DQ
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*[http://www.ansa.it/sardegna/notizie/segreti_della_longevita/2018/01/13/progetto-casa-campidanese-a-geogeo_e5f7f34d-1075-4a90-a6a5-31a308c61551.html La presentazione del progetto a Geo su RAI3 il 15 gennaio 2018]
</embedvideo>
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*[http://www.ansa.it/sardegna/notizie/segreti_della_longevita/2018/01/18/la-casa-una-palestra-di-longevita_4fbf4853-afd3-4070-8cdb-e7d393887179.html La Casa? Una palestra di Longevità - Da ANSA Sardegna]
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====S.Margherita di Pula (CA)====
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S.Margherita. Ginnastica Dolce e Mare, Terra e Mare:
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{| align=center|- valign=top
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|[[Immagine:smargherita01.jpg|750px|Ginnastica Dolce sul Mare]]
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|}
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[[CasaCampidaneseFoto|La altre foto di Santa Margherita di Pula]]
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====Villa Fiorita (CA)====
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====Il primo Focus Group====
Villa Fiorita. Il progetto di Invecchiamento Attivo (Active Ageing) è stato potenziato in progetti di Invecchiamento Consapevole (Mindful Ageing) che implicano l'attivazione dei processi culturali e cognitivi. <ref>Questa ad esempio: [http://abitaresociale.net/2016/03/01/mymo-il-servizio-intergenerazionale-che-promuove-il-talento-di-adulti-e-anziani/ mYmO Memory in Motion], è una esperienza di memoria collettiva "in movimento" tra giovani e adulti a Madrid.</ref><ref>L'Unione Europea lancia [http://ec.europa.eu/health/ageing/policy/index_en.htm The European Innovation Partnership on Active and Healthy Ageing]</ref> Tra questi è fondamentale il recupero della memoria, basato sulla rappresentazione delle esperienze locali, sulla narrazione di fatti, luoghi, persone legati al territorio, sulla ricostruzione di un immaginario collettivo unico e specifico. E' importante che a questa rigenerazione della cultura locale partecipino i giovani, che recenti sperimentazioni dimostrano essere molto disponibili al coinvolgimento. La memoria è un processo dinamico che va alimentato da nuove esperienze e relazioni mantenendo attivo l'inserimento sociale dell'anziano. Da un punto di vista sociologico, la "costruzione sociale della realtà" necessità della continuità portata dall'esperienza degli anziani. Questo comporta la possibilità per gli anziani di entrare nel circuito della comunicazione virtuale con il supporto dei giovani. Questo video mostra il percorso di memoria collettiva ed esperienza motoria provato a Villa Fiorita a Monserrato (CA):
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Questa la sintesi di uno dei primi Focus Group relativi al
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*[http://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Sard01 Progetto Argiolas sulla Terza Età e la Solidarietà Intergenerazionale]:
 
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<embedvideo service="youtube">
 
<embedvideo service="youtube">
https://youtu.be/WYuKlIaC26o
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https://www.youtube.com/watch?v=YZJCwc-NgbI&feature=youtu.be
 
</embedvideo>
 
</embedvideo>
 
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====Cohousing====
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====La governance del progetto====
Le caratteristiche costitutive del [https://it.wikipedia.org/wiki/Cohousing cohousing] sono:
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Lo spirito del progetto è "ottenere di più con meno" (More with Less). Si tratta di ragionare e progettare con una logica biologica (dal basso all'alto) anzichè burocratica (dall'alto al basso). Anzichè investire a pioggia e investire su costose infrastrutture in previsione di una diffusione generalizzata del modello, si può procedere così: costruire uno o pochi prototipi, inseriti in contesti favorevoli e quindi poco costosi, testarli in corso d'opera implementandoli (try and learn), diffondere il DNA così costruito in contesti favorevoli dove possa essere ereditato, trascritto, modificato, realizzato per nuove linee di sviluppo. In questa strategia ogni prototipo deve avere sin dall'inizio i mezzi per camminare sulle proprie gambe. E' la stessa strategia utilizzata dal sistema operativo Linux e dal FOSS (Free Open Source Software), basata su un un risparmio rigoroso nell'input, nell'output, nel processo di elaborazione (efficacia/efficienza). Assomiglia alla strategia evolutiva degli ''Amniota'', gli organismi quali uccelli, rettili, mammiferi, che si sviluppano a partire da un uovo (Amnios) che contiene in sè le sostanze necessarie per sviluppare un individuo ''completo'' di tutte le funzioni. Gli sviluppi locali della Casa Campidanese, dotati delle strutture necessarie, in caso di successo si possono espandere a macchia d'olio nelle direzioni che raccolgono l'esempio. Questa strategia è possibile (come nel caso Linux) solo con un forte coinvolgimento di chi vi partecipa. Il mezzo individuato per realizzare una partecipazione costante e attiva al progetto da parte di tutti gli attori che ne fanno parte è l'utilizzo di processi decisionali basati su Focus Group. I Focus Group sono stati utilizzati in modo efficace da un decennio da alcuni sociologi di Padova per la gestione dell'integrazione degli immigrati. L'obiettivo è riattivare tutte le risorse non utilizzate come gli anziani, i territori in corso di spopolamento ricchi di aria, acqua, terra pulite, ricchi di paesaggio, storia, cultura, rigenerare infine i quartieri urbani e metropolitani. La presenza di molte tessere fondamentali ci ha consigliato di testare il progetto in Sardegna<ref>Perchè la Sardegna? Perchè la Sardegna ha conosciuto il fallimento dei vari modelli di sviluppo: inserimento locale di industrie manifatturiere e di servizi che si sono dileguate, turismo balneare che ha modificato pesantemente l'assetto ecologico delle coste, servitù militari, sviluppo di conurbazioni che hanno spopolato l'interno, ricerca scientifica senza legami col territorio. Questi problemi sono tipici anche delle Regioni più "ricche", come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. Ma in Sardegna questi problemi sono stati aggravati pesantemente da decenni, se non secoli, di sfruttamento di tipo "coloniale". La Sardegna ha resistito grazie alla sua sociologia robusta, tradizionale, resiliente, basata sulla famiglia, su una famiglia estesa in cui il ruolo femminile è importante. E cerca di ripartire dalle sue proprie risorse di '''<font color="green">Natura</font>''' e '''<font color="purple">Cultura</font>'''. Da "L'Unione Sarda" del 23.07.2016 pag.18: "''I settori su cui la Regione punta sono noti: turismo naturale e culturale (<<non ci interessa un modello Baleari>>, dice Paci), agroindustria, ovvero <<valorizzazione e scoperta dei territori; manifattura e ICT, settore che oggi annovera ben 2.634 imprese in Sardegna''". Paci è l'assessore al Bilancio della Giunta regionale sarda, ICT sta per Information e Communication Technology, l'informatica hardware e software. Andando nel particolare, due sono i punti del "modello sardo" che vanno attentamente rivalutati. Mentre in Italia il 76% delle badanti e delle colf sono straniere, in Sardegna la percentuale è ribaltata: il 79% sono italiane (92% donne) ed in gran parte parenti degli assistiti. Questo è stato reso possibile dalla [http://www.regione.sardegna.it/j/v/48?s=1&v=9&c=64&c1=2770&idscheda=288065 legge regionale 162/98] che finanzia l'assistenza ai disabili. Questo da un punto di vista strettamente sociologico ha rinforzato le relazioni familiari o "familistiche di cura" ridando alle donne un ruolo economico culturale centrale. Da "L'Unione Sarda" del 26.07.2016 pag.12: "''Le donne sarde accettano di fare le colf o di assistere gli anziani perchè non ci possiamo permettere di evitare certi lavori''". '''<font color="purple">Questo processo innesca dei rapporti "culturali" intergenerazionali</font>'''. Altro aspetto importantissimo è quello sottolineato da Michele Carrus, segretario regionale Cgil della Sardegna: "L'Istat ha da poco messo in evidenza il ritorno degli italiani al lavoro domestico ed al bracciantato agricolo. La manodopera italiana è ritornata nelle campagne: fino a poco tempo fa questi erano impieghi considerati appannaggio esclusivo degli stranieri". Quindi i due aspetti sono una risposta resiliente alla crisi, che si appoggia su un antico modello di "sviluppo" reinterpretato e modificato. Il ritorno all'agroalimentare non è un astratto ritorno al "territorio", ma l'unico modo razionale di prendersi cura dello stesso con l'agricoltura, con il mantenimento idrogeologico e forestale, con poduzione e trasformazione del cibo. <font color="green>'''Questo processo innesca dei rapporti "naturali" intergenerazionali'''</font>. Il primo aspetto (cura degli anziani e "cura" in generale) è indirizzato dal Progetto Argiolas. Il secondo aspetto, sviluppo agroalimentare e territorio, è sviluppato dal progetto Agricoltura Multifunzionale. Entrambi sono unificati nel Progetto Casa Campidanese. Le tecnologie necessarie, tra cui lo ICT, la Longevità, lo sviluppo sostenibile dell'agroalimentare, sono tutte pronte, disponibili, testate. Si tratta solo di utilizzarle tramite una riattivazione sociale del tessuto comunitario sardo. Ben sapendo che la ''tecnologia'' è essa stessa una ''costruzione sociale''. Vedi [https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Storia46 Sardegna Virtuosa - Sei Storie di successo], ed anche [https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Storia44 Il Laboratorio dei Sindaci a Cagliari e il GAL del Sinis].</ref> con il progetto intenzionalmente chiamato "Casa Campidanese"<ref>Le case risalenti al secolo scorso si presentano esternamente con un portale d'ingresso ad arco adornato con fregi artistici oppure con le iniziali del padrone di casa. All'interno compaiono la stalla, la cantina, il portico e il cortile, dove si trovano piante di agrumi e l'immancabile pozzo. L'edificio principale costruito su due piani è realizzato con una struttura portante in mattoni di fango e pilastri in mattoni laterizi pieni. L'elemento archittettonico caratteristico è il loggiato, meglio noto come "sa lolla", destinato ad aprire la via a tutte le stanze interne della casa. La copertura di quest'ultimo ambiente è realizzata con orditura lignea costituita da travi originali ed incanniciato, le cui canne sono legate singolarmente con spago vegetale a "sa canna maista" che corre nell' interasse de "is crabiolas". Nelle abitazioni dei più agiati era presente anche "sa mola", la macina per il grano.</ref>.
<ol>
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Un modello di governance studiato per l'ambito metropolitano di Milano ma valido in generale per la sua strutura bottom/up (dal basso all'alto):
<li>social contact design: la progettazione degli spazi fisici incoraggia un forte senso di comunità;
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*[[CasaCampidaneseG|Esempio di Governance a Milano]]
<li>spazi e servizi collettivi: parte integrante della comunità, le aree comuni sono pensate per l'uso quotidiano, ad integrazione degli spazi di vita privati;
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Qui la mappa ragionata dei vari progetti cui La Casa Campidanese si collega:
<li>partecipazione dei residenti nei processi di costituzione e gestione della comunità;
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*[https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=CasaCampidanese Storia e Struttura del Progetto]
<li>stile di vita collaborativo, che favorisce l'interdipendenza, lo sviluppo di reti di supporto e aiuto, la socialità e la sicurezza.
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Il progetto Casa Campidanese mira ad implementare le emergenze positive rilevate [[CasaCampidaneseSS|nell'analisi di B.Meloni]] avviando dei processi autopropulsivi basati su prototipi efficaci e significativi. Gli stakeholder del progetto sono i residenti nei comuni delle Aree Interne, i turisti semi occasionali con la tendenza a "restare", gli ex emigrati dalla Sardegna, gli anziani ed i giovani interessati a progetti intergenerazionali di agricoltura multifunzionale (progetti che prevedono pluriattività non agricole come il telelavoro, il lavoro culturale, i servizi alle comunità locali in sviluppo). Ma gli stakeholder possono essere anche i cittadini delle aree metropolitane che si possono rigenerare con l'attivazione di Parchi Agrari Metropolitani, nonchè i residenti o i vacanzieri delle variegate situazioni delle aree costiere che potrebbero contare su un entroterra e su aree metropolitane capaci di forti attrazioni multifunzionali. A tutti questi si aggiungono gli attori istituzionali quali Comuni, Aree Metropolitane, Regione Sardegna, imprenditori agroalimentari e turistici, istituzioni di ricerca. Il metodo di coordinamento già testato è quello della ricerca-azione sociologica basata sulla elicitazione degli stakeholders tramite Focus Group e interviste strutturate o semi-strutturate. Questo permette la costruzione di [[CoP|Comunità di Pratica]] basate sull'obbiettivo condiviso di comunità intergenerazionali nuove o rinnovate. &Egrave; in fase di definizione uno staff operativo professionale per la costruzione degli eventi necessari alla implementazione del progetto con proposte cultural-popolari diffuse e auto-organizzate basate su web e feste popolari.
</ol>
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Un buon esempio di "''smart cohousing''" è in corso di realizzazione in Borgo Mazzini a  Treviso da parte di [http://www.israa.it/ I.S.R.A.A. Istituto di Servizi di Ricovero e Assistenza agli Anziani]. Questo il gruppo Facebook dell'iniziativa: [https://www.facebook.com/Borgo-Mazzini-Smart-cohousing-ISRAA-Treviso-1590392657839606/ Borgo Mazzini Smart cohousing - ISRAA Treviso]. L'iniziativa realizza tutte le caratteristiche costitutive del cohousing, che sono interdipendenti l'una dall'altra. Consideriamo comunque prioritaria [http://www.israa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=71&Itemid=792 la ''progettazione partecipata'' di Borgo Mazzini]. Il progetto prevede anche una domotica a basso costo, efficace nel rendere fluida e sicura la vita quotidiana degli anziani, semplice da mantenere, capace di conciliare [http://www.israa.it/index.php?option=com_content&view=article&id=103&Itemid=815 le prospettive differenziate di vita dei "cohousers"]. A Monserrato (CA) è partita [http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2012/03/22/news/universitari-e-anziani-sotto-lo-stesso-tetto-per-darsi-una-mano-1.3734300?refresh_ce una iniziativa di cohousing tra studenti ed anziani disabili]. A 9 km da Bosa (OR) è in corso un esperimento di cohousing che include la agricoltura:[https://cohousingsardegna.wordpress.com/ cohousingsardegna].
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====Convegno di Studio su Invecchiamento Attivo====
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La Comunità Mondiale della Longevità e l'Associazione Medicina Sociale di Cagliari hanno organizzato un incontro di discussione e divulgazione scientifica sul tema della longevità il 15-16 Aprile al Palazzo Regio di Cagliari. Numerosi i contributi portati dai relatori e dai partecipanti alle tavole rotonde. Ricercatori biomedici, psicologi, demografi, manager della sanità, stakeholder come gli imprenditori di un turismo sostenibile, dirigenti scolastici, antropologi, politici come il sindaco di Cagliari.  
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=====La sfida della longevità=====
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L'introduzione di Roberto Pili, presidente della Comunità Mondiale della Longevità, sottolinea l'urgenza di una politica sanitaria efficiente e poco costosa basata sull'esempio delle comunità dei centenari sardi. Le pratiche delle comunità virtuose dell'Ogliastra e delle altre "zone blu" scoperte in Sardegna prevengono le patologie che costano 100 mld di euro/anno alla sanità nazionale. Queste pratiche e questi straordinari risultati di una "longevità diffusa" sono attentamente studiati a livello internazionale, soprattutto da russi e americani. Roberto Pili è chiaro: vanno evitate le spese ex post di cure, servizi, medicinali, che alimentano una speculazione sulla disabilità e sulle malattie, a vantaggio di terapie preventive basate su uno stile di vita e su un contesto ambientale e sociale unici. Si tratta di valorizzare questo sistema complesso di condizioni biologiche, psicologiche, sociali e ambientali, realizzatosi in Sardegna, che determina una longevità intesa come invecchiamento sano, attivo, positivo, senza decadimento cognitivo.  
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=====Natura e Cultura=====
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Un ruolo fondamentale spetta alla dieta sardo-mediterranea e quindi ad una agricoltura di alta qualità che esalti la biodiversità isolana. Buone pratiche come quelle illustrate da Ignazio Argiolas con il suo progetto della "Casa Campidanese" uniscono l'aspetto fisico-motorio con la memoria e il territorio. Questo ciclo virtuoso potrebbe sviluppare un nuovo tipo di turismo sostenibile di qualità, capace di superare la concorrenza basata sui prezzi di un turismo balneare tradizionale. Il risparmio sulle spese sanitarie, la capacità di utilizzare gli anziani come risorse "produttive" senza fratture biografiche nel loro ciclo di vita, le entrate di un turismo sostenibile di qualità potrebbero innescare meccanismi virtuosi quali uno sviluppo economico qualitativo che freni la fuga dei giovani e renda definitivamente obsoleto il vecchio modello basato su cattedrali nel deserto industriali ed un "turismo balneare" che impoverisce il territorio. Questo è l'unico modo per permettere il passaggio intergenerazionale tra anziani e giovani, senza il quale il territorio si spopola e muore. Gianni Pes, della università di Sassari, circa vent'anni fa ha scoperto la diffusione della longevità in Ogliastra (le famose "zone blu") ed ha studiato in profondità gli elementi genetici, nutrizionali, dello stile di vita basato su una costante attività fisica.  
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======Rocio Fernandez-Ballestero======
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La lezione magistrale della professoressa Rocio Fernandez-Ballesteros della università di Madrid conferma la drammaticità della sfida che il problema degli anziani pone all'umanità. Nelle zone più ricche del pianeta (Europa) si è passati ad una aspettativa di vita di circa 80 anni, da una aspettativa di vita che dal Paleoliico fino ai tempi di Napoleone era di 40 anni circa. Si tratta di rendere questa aspettativa una aspettativa di vita sana e libera dal deterioramento cognitivo. Nel frattempo, il calo demografico comporta un rapido invecchiamento della popolazione, con la previsione di un enorme onere di cura da parte delle fasce giovani della popolazione. La prof. Fernadez-Ballestero è stata la prima a studiare nel 2002 l'invecchiamneto della popolazione europea secondo prospettive innovative che tengono conto della esperienza soggettiva degli anziani e del ruolo che la percezione del proprio invecchiamento ha sull'invecchiamento stesso. La proposta di Fernandez-Ballestero si basa su 4 domini:
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<ol>
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<li>salute comportamentale e forma fisica
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<li>funzionamento cognitivo e fisico
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<li>coinvolgimento e partecipazione sociali
+
<li>auto regolamentazione emozionale con sviluppo di affetti positivi e il controllo di quelli negativi
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</ol>  
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Secondo la studiosa spagnola il vertiginoso aumento della aspettativa di vita europea documenta il successo del nostro sistema sociale ma rappresenta anche una sfida insidiosa nella sua "novità".
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======Le conclusioni della Comunità Mondiale della Longevità======
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Infine Donatella Petretto dell'università di Cagliari identifica queste variabili nelle zone a longevità diffusa:
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<ol>
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<li>la continuità di una progettualità da parte dell'anziano
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<li>la presenza di una rete sociale che costituisce uno smart co-housing spontaneo ma molto più efficace
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</ol>
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Questo costituisce un modello esistenziale che è dinamico ed evolutivo ("resiliente"). Per concludere, Roberto Pili propone che questo modello si realizzi in Sardegna e venga esportato nel mondo.
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======Il punto di vista di ortosociale======
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La costruzione di un modello sociale innovativo, capace di affrontare la sfida della longevità, deve avvenire con una gestione innovativa ma immediata delle emergenze bio-psico-sociali. Se questa gestione ha successo nasce un modello alternativo che può affermarsi ed espandersi. Una situazione così nuova e complessa esige che ogni passaggio venga testato e valutato, esige un atteggiamento "try and learn" prudente, umile ma coraggioso e tempestivo. Il primo passaggio è quello di rimettere in attività il corpo degli anziani, con dolcezza, perchè è lì che la vita si realizza. Il secondo passaggio è la ricostituzione di una rete sociale che garantisca il rapporto con il territorio e la memoria collettiva. Esperienze di cohousing, o la semplice valorizzazione delle reti sociali esistenti con l'inclusione dei giovani, permettono di avviare nuove esperienze. Le risorse politiche ed economiche attivano, appoggiano, alimentano un processo che si auto-mantiene, senza sostituirsi agli attori principali. Il punto decisivo è nel "passaggio generazionale", nel raccordo "giovani-anziani". Oggi nascono nuovi tipi di rapporti e di equilibri familiari in un contesto economico incerto. Anziani fisicamente, emozionalmente, cognitivamente sani possono svolgere un ruolo attivo nella ricostruzione del tessuto sociale e del collegamento tra le generazioni.
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====Note====
 
====Note====
 
<references/>
 
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Versione attuale delle 18:57, 31 gen 2023

Il Progetto della Longevità

In questa presentazione di Remo Ronchitelli si suggerisce la necessità di costruire un Progetto Locale: il Prototipo da propagare in seguito con la Filosofia-Economia Open Source, se e quando l'idea attecchisce. Nella presentazione è messa in evidenza la scelta del cohousing come elemento costitutivo del progetto. Come storia di successo viene indicato il caso di Trento (Casa della Vela) che potrebbe essere anche un modello di prototipo. In aggiunta come possibile modello c'è anche il caso di Borgo Mazzini a Treviso dell'Istituto ISRAA. Come l'esperienza del Parco Agropaesaggistico Metropolitano di Padova (PaAM) suggerisce, conviene partire da una Comitato Promotore che costruisca il progetto. Qui sotto la versione PDF:

La Casa Campidanese

"La Casa Campidanese" è un progetto di Cohousing intergenerazionale nato a partire da esperienze del 2012 sull'invecchiamento attivo promosso dalla UE, vedi: Progetto Argiolas sulla Terza Età e la Solidarietà Intergenerazionale e Comunità Mondiale della Longevità. L'obiettivo è utilizzare gli anziani come risorse attive a favore dei giovani e di sè stessi rivedendo i modelli dell'abitare nelle metropoli, nelle periferie, in campagna, o in villaggi turistici. Ognuno di questi ambienti consente varie modifiche allo stile di vita che possono consentire una vita più sana e attiva oltre l'età pensionabile. Nello stile di vita hanno un ruolo fondamentale le attività motorie, ma rivolte ad un fine pratico o culturale, l'esercizio fisico (che non si riduca ad una banale interazione con le costose macchine per lo sviluppo muscolare), una dieta scientificamente provata e contestuale alle tradizioni locali, le attività culturali, cognitive, artistiche tipiche della nostra specie, le relazioni sociali tipicamente intergenerazionali, spezzate oggi dal rapido evolversi della situazione storica che ha visto il passaggio da un'economia agricola, ad una industriale, ad una post-industriale finanziaria dai contorni indefiniti. Per disporre di questi pre-requisiti il progetto "La Casa Campidanese" si basa su alcune tessere di un complesso mosaico che sono:

Tutto questo è possibile e strettamente necessario per l'emergenza del problema anziani, del problema dell'occupazione giovanile, del problema dello spopolamento delle aree interne delle Sardegna. Il 9 agosto 2017 è stato presentato a Pula, Cagliari, il volume"Casa Campidanese", che illustra il progetto, con autori Ignazio Argiolas, Roberto Pili, Mauro Piria. Questa la recensione di Ansa News:

Il primo Focus Group

Questa la sintesi di uno dei primi Focus Group relativi al



La governance del progetto

Lo spirito del progetto è "ottenere di più con meno" (More with Less). Si tratta di ragionare e progettare con una logica biologica (dal basso all'alto) anzichè burocratica (dall'alto al basso). Anzichè investire a pioggia e investire su costose infrastrutture in previsione di una diffusione generalizzata del modello, si può procedere così: costruire uno o pochi prototipi, inseriti in contesti favorevoli e quindi poco costosi, testarli in corso d'opera implementandoli (try and learn), diffondere il DNA così costruito in contesti favorevoli dove possa essere ereditato, trascritto, modificato, realizzato per nuove linee di sviluppo. In questa strategia ogni prototipo deve avere sin dall'inizio i mezzi per camminare sulle proprie gambe. E' la stessa strategia utilizzata dal sistema operativo Linux e dal FOSS (Free Open Source Software), basata su un un risparmio rigoroso nell'input, nell'output, nel processo di elaborazione (efficacia/efficienza). Assomiglia alla strategia evolutiva degli Amniota, gli organismi quali uccelli, rettili, mammiferi, che si sviluppano a partire da un uovo (Amnios) che contiene in sè le sostanze necessarie per sviluppare un individuo completo di tutte le funzioni. Gli sviluppi locali della Casa Campidanese, dotati delle strutture necessarie, in caso di successo si possono espandere a macchia d'olio nelle direzioni che raccolgono l'esempio. Questa strategia è possibile (come nel caso Linux) solo con un forte coinvolgimento di chi vi partecipa. Il mezzo individuato per realizzare una partecipazione costante e attiva al progetto da parte di tutti gli attori che ne fanno parte è l'utilizzo di processi decisionali basati su Focus Group. I Focus Group sono stati utilizzati in modo efficace da un decennio da alcuni sociologi di Padova per la gestione dell'integrazione degli immigrati. L'obiettivo è riattivare tutte le risorse non utilizzate come gli anziani, i territori in corso di spopolamento ricchi di aria, acqua, terra pulite, ricchi di paesaggio, storia, cultura, rigenerare infine i quartieri urbani e metropolitani. La presenza di molte tessere fondamentali ci ha consigliato di testare il progetto in Sardegna[1] con il progetto intenzionalmente chiamato "Casa Campidanese"[2]. Un modello di governance studiato per l'ambito metropolitano di Milano ma valido in generale per la sua strutura bottom/up (dal basso all'alto):

Qui la mappa ragionata dei vari progetti cui La Casa Campidanese si collega:

Il progetto Casa Campidanese mira ad implementare le emergenze positive rilevate nell'analisi di B.Meloni avviando dei processi autopropulsivi basati su prototipi efficaci e significativi. Gli stakeholder del progetto sono i residenti nei comuni delle Aree Interne, i turisti semi occasionali con la tendenza a "restare", gli ex emigrati dalla Sardegna, gli anziani ed i giovani interessati a progetti intergenerazionali di agricoltura multifunzionale (progetti che prevedono pluriattività non agricole come il telelavoro, il lavoro culturale, i servizi alle comunità locali in sviluppo). Ma gli stakeholder possono essere anche i cittadini delle aree metropolitane che si possono rigenerare con l'attivazione di Parchi Agrari Metropolitani, nonchè i residenti o i vacanzieri delle variegate situazioni delle aree costiere che potrebbero contare su un entroterra e su aree metropolitane capaci di forti attrazioni multifunzionali. A tutti questi si aggiungono gli attori istituzionali quali Comuni, Aree Metropolitane, Regione Sardegna, imprenditori agroalimentari e turistici, istituzioni di ricerca. Il metodo di coordinamento già testato è quello della ricerca-azione sociologica basata sulla elicitazione degli stakeholders tramite Focus Group e interviste strutturate o semi-strutturate. Questo permette la costruzione di Comunità di Pratica basate sull'obbiettivo condiviso di comunità intergenerazionali nuove o rinnovate. È in fase di definizione uno staff operativo professionale per la costruzione degli eventi necessari alla implementazione del progetto con proposte cultural-popolari diffuse e auto-organizzate basate su web e feste popolari.

Note

  1. Perchè la Sardegna? Perchè la Sardegna ha conosciuto il fallimento dei vari modelli di sviluppo: inserimento locale di industrie manifatturiere e di servizi che si sono dileguate, turismo balneare che ha modificato pesantemente l'assetto ecologico delle coste, servitù militari, sviluppo di conurbazioni che hanno spopolato l'interno, ricerca scientifica senza legami col territorio. Questi problemi sono tipici anche delle Regioni più "ricche", come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna. Ma in Sardegna questi problemi sono stati aggravati pesantemente da decenni, se non secoli, di sfruttamento di tipo "coloniale". La Sardegna ha resistito grazie alla sua sociologia robusta, tradizionale, resiliente, basata sulla famiglia, su una famiglia estesa in cui il ruolo femminile è importante. E cerca di ripartire dalle sue proprie risorse di Natura e Cultura. Da "L'Unione Sarda" del 23.07.2016 pag.18: "I settori su cui la Regione punta sono noti: turismo naturale e culturale (<<non ci interessa un modello Baleari>>, dice Paci), agroindustria, ovvero <<valorizzazione e scoperta dei territori; manifattura e ICT, settore che oggi annovera ben 2.634 imprese in Sardegna". Paci è l'assessore al Bilancio della Giunta regionale sarda, ICT sta per Information e Communication Technology, l'informatica hardware e software. Andando nel particolare, due sono i punti del "modello sardo" che vanno attentamente rivalutati. Mentre in Italia il 76% delle badanti e delle colf sono straniere, in Sardegna la percentuale è ribaltata: il 79% sono italiane (92% donne) ed in gran parte parenti degli assistiti. Questo è stato reso possibile dalla legge regionale 162/98 che finanzia l'assistenza ai disabili. Questo da un punto di vista strettamente sociologico ha rinforzato le relazioni familiari o "familistiche di cura" ridando alle donne un ruolo economico culturale centrale. Da "L'Unione Sarda" del 26.07.2016 pag.12: "Le donne sarde accettano di fare le colf o di assistere gli anziani perchè non ci possiamo permettere di evitare certi lavori". Questo processo innesca dei rapporti "culturali" intergenerazionali. Altro aspetto importantissimo è quello sottolineato da Michele Carrus, segretario regionale Cgil della Sardegna: "L'Istat ha da poco messo in evidenza il ritorno degli italiani al lavoro domestico ed al bracciantato agricolo. La manodopera italiana è ritornata nelle campagne: fino a poco tempo fa questi erano impieghi considerati appannaggio esclusivo degli stranieri". Quindi i due aspetti sono una risposta resiliente alla crisi, che si appoggia su un antico modello di "sviluppo" reinterpretato e modificato. Il ritorno all'agroalimentare non è un astratto ritorno al "territorio", ma l'unico modo razionale di prendersi cura dello stesso con l'agricoltura, con il mantenimento idrogeologico e forestale, con poduzione e trasformazione del cibo. Questo processo innesca dei rapporti "naturali" intergenerazionali. Il primo aspetto (cura degli anziani e "cura" in generale) è indirizzato dal Progetto Argiolas. Il secondo aspetto, sviluppo agroalimentare e territorio, è sviluppato dal progetto Agricoltura Multifunzionale. Entrambi sono unificati nel Progetto Casa Campidanese. Le tecnologie necessarie, tra cui lo ICT, la Longevità, lo sviluppo sostenibile dell'agroalimentare, sono tutte pronte, disponibili, testate. Si tratta solo di utilizzarle tramite una riattivazione sociale del tessuto comunitario sardo. Ben sapendo che la tecnologia è essa stessa una costruzione sociale. Vedi Sardegna Virtuosa - Sei Storie di successo, ed anche Il Laboratorio dei Sindaci a Cagliari e il GAL del Sinis.
  2. Le case risalenti al secolo scorso si presentano esternamente con un portale d'ingresso ad arco adornato con fregi artistici oppure con le iniziali del padrone di casa. All'interno compaiono la stalla, la cantina, il portico e il cortile, dove si trovano piante di agrumi e l'immancabile pozzo. L'edificio principale costruito su due piani è realizzato con una struttura portante in mattoni di fango e pilastri in mattoni laterizi pieni. L'elemento archittettonico caratteristico è il loggiato, meglio noto come "sa lolla", destinato ad aprire la via a tutte le stanze interne della casa. La copertura di quest'ultimo ambiente è realizzata con orditura lignea costituita da travi originali ed incanniciato, le cui canne sono legate singolarmente con spago vegetale a "sa canna maista" che corre nell' interasse de "is crabiolas". Nelle abitazioni dei più agiati era presente anche "sa mola", la macina per il grano.