Sociologia106

Da Ortosociale.

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Tento qui di fare, per altro in modo artigianale e senza alcuna pretesa scientifica, una succinta applicazione dei meccanismi della violenza secondo il metodo di Pat Patfoort (“Difendersi senza agredire”- Pisa University Press) alla guerra in Ucraina. Per inciso i meccanismi della violenza sono tre: l’escalation, la catena della violenza, l’interiorizzazione della violenza. Secondo il modello dell’antropologa e mediatrice internazionale, la violenza si basa sul sistema Maggiore-minore: chi è in posizione Maggiore tiene sotto scacco chi è in posizione minore. Ma queste posizioni non sono fisse, bensì dinamiche. Carlo Bellisai Movimento Nonviolento Sardegna
Tento qui di fare, per altro in modo artigianale e senza alcuna pretesa scientifica, una succinta applicazione dei meccanismi della violenza secondo il metodo di Pat Patfoort (“Difendersi senza agredire”- Pisa University Press) alla guerra in Ucraina. Per inciso i meccanismi della violenza sono tre: l’escalation, la catena della violenza, l’interiorizzazione della violenza. Secondo il modello dell’antropologa e mediatrice internazionale, la violenza si basa sul sistema Maggiore-minore: chi è in posizione Maggiore tiene sotto scacco chi è in posizione minore. Ma queste posizioni non sono fisse, bensì dinamiche. Carlo Bellisai Movimento Nonviolento Sardegna
====L’ESCALATION Cominciamo da Putin====
====L’ESCALATION Cominciamo da Putin====
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Putin è abituato ad essere in posizione Maggiore (M) in Russia, dove governa da oltre un ventennio, avendo modificato perfino la Costituzione allo scopo di poter essere rieletto. E’ abituato ad essere in M anche coi paesi ex sovietici nella sua orbita (Bielorussia, Georgia, Ossezia, senza scordare la Cecenia).
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Putin si sente messo in posizione di minore (m) dall’allargamento della NATO agli ex-paesi satellite dell’est Europa, reagisce rialzandosi alla posizione M con l’annessione della Crimea nel 2014 e l’appoggio alla guerriglia separatista nel Dombass.
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Putin si sente rimesso ancora in posizione m, perché gli Stati Uniti armano i battaglioni ucraini contro i separatisti filo-russi e si prospetta un allargamento della NATO all’Ucraina. Reagisce ancora rialzando la posta ed invadendo l’Ucraina, per tornare in posizione M.
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Ora proviamo con Biden, tenendo conto che è al potere da poco tempo rispetto a Putin, ma che incarna la politica estera nordamericana che, qualunque sia il Presidente, ha l’obiettivo della supremazia mondiale.
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Biden rappresenta da poco la M Maggiore degli USA, votati al dominio planetario dopo il crollo dell’URSS del 1991. In una repubblica presidenziale il presidente deve mantenere una posizione M.
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Biden si sente messo in posizione m minore dall’appoggio della Russia ai separatisti del Dombass, perché lo percepisce come una potenziale aggressione alla NATO. Reagisce fornendo armi all’esercito ucraino, per ritornare in M.
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Biden si sente di nuovo messo in m, quando l’esercito russo a fine febbraio 2022 invade l’Ucraina. Reagisce rimettendosi in M, con le sanzioni economiche alla Russia e l’invio di armi pesanti e droni al governo ucraino.
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''Il fenomeno che abbiamo descritto si chiama ESCALATION. Ciascuno dei contendenti non vuole essere messo in m e reagisce contro l’altro, per rimettersi in M. Il pericolo dell’escalation è che tende a perpetuarsi da sola, per inerzia, se nessuno dei contendenti ne esce, con l’impiego di armi sempre più distruttive.''

Versione delle 09:10, 27 apr 2022

I MECCANISMI DELLA VIOLENZA NELLA GUERRA IN UCRAINA

Presentazione

Tento qui di fare, per altro in modo artigianale e senza alcuna pretesa scientifica, una succinta applicazione dei meccanismi della violenza secondo il metodo di Pat Patfoort (“Difendersi senza agredire”- Pisa University Press) alla guerra in Ucraina. Per inciso i meccanismi della violenza sono tre: l’escalation, la catena della violenza, l’interiorizzazione della violenza. Secondo il modello dell’antropologa e mediatrice internazionale, la violenza si basa sul sistema Maggiore-minore: chi è in posizione Maggiore tiene sotto scacco chi è in posizione minore. Ma queste posizioni non sono fisse, bensì dinamiche. Carlo Bellisai Movimento Nonviolento Sardegna

L’ESCALATION Cominciamo da Putin

Putin è abituato ad essere in posizione Maggiore (M) in Russia, dove governa da oltre un ventennio, avendo modificato perfino la Costituzione allo scopo di poter essere rieletto. E’ abituato ad essere in M anche coi paesi ex sovietici nella sua orbita (Bielorussia, Georgia, Ossezia, senza scordare la Cecenia). Putin si sente messo in posizione di minore (m) dall’allargamento della NATO agli ex-paesi satellite dell’est Europa, reagisce rialzandosi alla posizione M con l’annessione della Crimea nel 2014 e l’appoggio alla guerriglia separatista nel Dombass. Putin si sente rimesso ancora in posizione m, perché gli Stati Uniti armano i battaglioni ucraini contro i separatisti filo-russi e si prospetta un allargamento della NATO all’Ucraina. Reagisce ancora rialzando la posta ed invadendo l’Ucraina, per tornare in posizione M. Ora proviamo con Biden, tenendo conto che è al potere da poco tempo rispetto a Putin, ma che incarna la politica estera nordamericana che, qualunque sia il Presidente, ha l’obiettivo della supremazia mondiale. Biden rappresenta da poco la M Maggiore degli USA, votati al dominio planetario dopo il crollo dell’URSS del 1991. In una repubblica presidenziale il presidente deve mantenere una posizione M. Biden si sente messo in posizione m minore dall’appoggio della Russia ai separatisti del Dombass, perché lo percepisce come una potenziale aggressione alla NATO. Reagisce fornendo armi all’esercito ucraino, per ritornare in M. Biden si sente di nuovo messo in m, quando l’esercito russo a fine febbraio 2022 invade l’Ucraina. Reagisce rimettendosi in M, con le sanzioni economiche alla Russia e l’invio di armi pesanti e droni al governo ucraino. Il fenomeno che abbiamo descritto si chiama ESCALATION. Ciascuno dei contendenti non vuole essere messo in m e reagisce contro l’altro, per rimettersi in M. Il pericolo dell’escalation è che tende a perpetuarsi da sola, per inerzia, se nessuno dei contendenti ne esce, con l’impiego di armi sempre più distruttive.

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