OrtiSociali

Da Ortosociale.

Indice

Treviso 25 settebre 20101

ORTI URBANI: AUTOPRODUZIONE E SOCIALIZZAZIONE L’agricoltura urbana come strumento di aggregazione sociale e riqualificazione del territorio, come alternativa al progressivo consumo di territorio finalizzato a cementificazioni e produzioni intensive. Ci raccontano le loro esperienze di successo: Marco Prosdocimo, assessore provinciale all’agricoltura presenta il Progetto Orti Urbani Provincia di Treviso; Fabiola Caramel e Federico Bulegato presentano l’esperienza della Compagnia Zappa e Rastrello, gruppo informale di ortolani biologici di Mogliano V.to. Presenta Luca Conte della Scuola Esperienziale Itinerante di Agricoltura Biologica. Durata dell’incontro: 60'.

La ricerca di Nomisma con il mensile Vita in Campagna

Febbraio 2010. Le aziende agricole in Italia sono passate da 2,5 milioni ad 1,6. Ma la loro superficie media è rimasta inalterata. Si trattava di scoprire che fine avessero fatto ben 1,7 milioni di ettari visto che la superficie coltivata si era ridotta da 14 milioni di ettari a 12,3 milioni. Nomisma ha intervistato un campione di 4000 persone che utilizza questi terreni fantasma rilevati con la ricerca satellitare. Questa massa di nuovi contadini non sono registrati e sfuggono ad ogni censimento. Nomisma li ha definiti hobby farmer e sono impiegati, artigiani, operai, liberi profesionisti, dipendenti pubblici, pensionati. Le dimensioni medie dei terreni non sono marginali e vanno da 0,6 ettari (operai e pensionati) a 1,2 ettari (liberi professionisti e dipendenti pubblici), con parti a bosco. Dice Nomisma "Si tratta essenzialmente di terreni in proprietà (oltre il 90%) localizzati per la maggior parte in collina e montagna (61,6%), cioè in aree maggiormente sensibili dal punto di vista del mantenimento e presidio territoriale; rispetto a questi ambiti la consapevolezza degli hobby farmer è massima, al punto che circa il 70% dichiara che le attività praticate contribuiscono al mantenimento/valorizzazione del paesaggio e il 58% in favore della tutela ambientale degli spazi rurali". Questi contadini finora non sono apparsi in nessuna statistica. I prodotti ottenuti dall’attività di coltivazione e trasformazione sono destinati in via quasi esclusiva all’autoconsumo familiare (81,8%) o a regali ad amici e parenti (7,4%), senza quasi nesuna attività di mercato. Questo è molto importante. I nuovi contadini producono per l'autoconsumo, il piacere di produrre, il regalo a vicini, amici, parenti, la garanzia di mangiare cibo sano e fresco. Dice Nomisma "La destinazione produttiva riguarda prevalentemente ortaggi (88,6%), frutta (65%), vite (34,3%) e olivo (32,3%) e, molto spesso, sono completate da processi di trasformazione (ovviamente su piccola scala) per l’ottenimento di conserve vegetali (49,5%), olio (27,5%) e vino (23,7%). In qualche caso poi (circa il 40%) vi sono anche piccole attività di allevamento (in particolare di avicunicoli).". La conclusione economica di Nomisma è che "Si tratta di benefici (o, più tecnicamente “esternalità”) sottostimati o addirittura non riconosciuti dal punto di vista collettivo - alla luce della mancanza di rilevazioni statistiche ufficiali – che però permettono, assieme al contributo preponderante dell’attività propriamente agricola, una conservazione degli spazi rurali i cui vantaggi finiscono con il ricadere sull’intera popolazione.".

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Sintesi di Nomisma

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La relazione di Nomisma

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Altri Documenti di Nomisma

Gli orti sociali del comune di Cadoneghe in provincia di Padova

ORTI SOCIALI - DESCRIZIONE
Già da alcuni anni l'Amministrazione Comunale di Cadoneghe offre ai cittadini che non abbiano altre opportunità, la possibilità di coltivare esclusivamente per uso familiare un piccolo appezzamento di terra. Il servizio, denominato "orti sociali", mira ad offrire un'opportunità di socializzazione a coloro che non possiedono appezzamenti di terreno e vivono in condominio. Inoltre, per favorire la riscoperta di un rapporto diretto con la natura, gli assegnatari degli orti sociali devono impegnarsi ad utilizzare tecniche di coltivazione biologica che valorizzino la fertilità del suolo con la rotazione delle colture e a non impiegare concimi chimici, ma prodotti di compostaggio.

Le zone destinate a questo utilizzo si trovano a:

  • Bragni (via Giotto);
  • Cadoneghe (via Guerzoni).

Gli orti sociali vengono assegnati ogni tre anni. L'assegnazione avviene attraverso la compilazione di una graduatoria stilata sulla base di tutte le domande pervenute e secondo il seguente ordine di precedenza:

1. disoccupati;
2. pensionati, con precedenza per quelli con pensione minima;
3. portatori di handicap;
4. cassaintegrati;
5. casalinghe;
6. extracomunitari;
7. studenti e giovani fino a 25 anni;
8. altre categorie sociali;
9. richiedenti il rinnovo dopo la concessione scaduta.

Il Comune si impegna ad eseguire negli orti sociali le seguenti attività:

  • Individuazione, orientamento e suddivisione delle aree in lotti minimi;
  • Aratura, fresatura iniziale e recinzione dell'area;
  • Scavo di pozzi artesiani per l'irrigazione;
  • L'istallazione di eventuali prefabbricati per il ricovero degli attrezzi e di bacheche per gli avvisi;
  • Plantumazione di siepi ed alberi per l'equilibrio biologico;
  • Potatura degli alberi nelle vicinanze degli orti;
  • Acquisto di contenitori di compostaggio per il riciclo dei resti vegetali di cucina.

REQUISITI

  • Non essere proprietari o usufruttuari o affittuari di terreni coltivabili siti nel comune di Cadoneghe o limitrofi;
  • Oppure essere proprietari di un terreno indisponibile come, ad esempio, il verde condominiale;
  • Oppure essere proprietari, comproprietari, affittuari di un piccolo terreno, in gran parte occupato da un edificio a destinazione residenziale, tale da non consentire di ricavare uno spazio sufficiente per un orto

QUANTO COSTA
La tariffa annuale è di € 25.
DOCUMENTAZIONE

  • Modulo compilato;
  • Fotocopia di un documento di identità.

DOVE RIVOLGERSI
Il modulo per fare domanda si può ritirare presso la Biblioteca Comunale.

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Potenziamento degli orti sociali di Padova

L'obiettivo è molto semplice. Pur mantenendo la caratteristica attuale di piccoli appezzamenti di 40 o 50 mq, gli orti sociali hanno l'obiettivo di rilanciare nelle residue fasce verdi municipali di Padova una vera e propria attività agricola. Questa attività sarà amatoriale all'inizio ma sempre più coordinata tecnicamente, sempre più professionale come qualità, sempre più estesa come dimensione territoriale e numero di cittadini coinvolti. E' centrale in questo coordinamento la struttura didattica interna per gli assegnatari e la didattica esterna per le scuole di ogni ordine e grado. A questa attività amatoriale e progressivamente sempre più professionale, controllata dai tecnici del comune, verrà consentito uno spazio economico attraverso mercatini rionali ad hoc, farmer's market, vendita diretta al comune di ortaggi freschi per le mense scolastiche o assistenziali, vendita diretta al comune per la plantumazione ed il florovivaismo necessario al costante mantenimento del verde pubblico. Questo costituerebbe un ciclo economico virtuoso con prodotti orticoli e florovivaistici a km.0 e filiera nulla, i cui beneficiari diretti sarebbero i cittadini dei quartieri e la stessa amministrazione municipale. Esempi di questo progetto sono la città di Londra con i "community gardens" del sindaco Boris Johnson e Milano con il Parco Sud nella zona di san Giuliano Milanese.

L'orto della Casa Bianca - Disavventure con i precedenti inquilini

Michelle Obama incontra un brutto ostacolo con il suo sogno 'biologico': i frutti piantati non potranno mai essere considerati biologici perchè il suolo del giardino della casa Bianca è stato trattato in precedenza con sostanze tossiche. Sarebbero state usate come fertilizzante acque di scarico : contenendo un'elevata quantità di piombo sarebbero nocive. Sarebbe stata la famiglia Clinton negli anni '90 a utilizzare le acque di scarico come fertilizzante. No comment. Ci sono idee e culture diverse su come rapportarsi, con maggiore o minore attenzione, rispetto, amore, alla natura.

Orti in Italia

Quasi quattro persone su dieci (37%) in Italia dedicano parte del tempo libero al giardinaggio e alla cura dell'orto. Qui raccolgono frutta, ortaggi o piante aromatiche da portare in tavola. Molti lo fanno come misura antistress o per passione o per gratificazione personale o anche solo per risparmiare. Sulla base dei dati Istat 2008 secondo un'analisi della Coldiretti. Coinvolge maschi e femmine allo stesso modo e piace ai giovani, essendo praticato, tra quelli con età compresa tra i 25 e i 34 anni, da più di uno su quattro. Tra gli over 65 l'interesse aumenta e raggiunge quasi la metà di questa fascia di età. In Veneto, Valle d'Aosta, e Friuli Venezia Giulia il fenomeno è molto diffuso e interessa oltre il 50% della popolazione. Nel mezzogiorno si scende su valori inferiori al 25%. La volontà di garantire la qualità e la sicurezza del cibo che si porta in tavola ogni giorno e la ricerca di un legame più diretto con la natura sono i principali motivi di questa antica realtà sociale.

Cibo a Kilometri Zero

Otto italiani su dieci ritengono che le etichette dei prodotti dovrebbero avere una sorta di "contachilometri" che misurì le emissioni di gas ad effetto serra. Lo conferma una analisi della Coldiretti basata sul rapporto Eurobarometro circa l' attitudine dei consumatori europei al consumo ecologico. Gli italiani, rispetto alla media dei cittadini europei, che pur mostrano con il 72% una grande sensibilità, si dimostrano interessati al "contachilometri" ecologico in etichetta per rendere obbligatoria l'indicazione del consumo di anidride carbonica (CO2). Il 37% dei consumatori italiani ritiene che si dovrebbero fornire maggiori informazioni sui prodotti sostenibili. La distribuzione commerciale dovrebbe fornire informazioni dal punto di vista ambientale alle quali dovrebbe essere addirittura dedicato un angolo apposito all'interno dei negozi.

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