Discussione:Fisica09

Da Ortosociale.

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Mail di Remo Ronchitelli,sociologo, ad Antonino Bonan, fisico

La parte dell'articolo che riguarda l'esperimento è questa:""Splitting photons. The team at Griffith, though, wanted to go a step further and show that the collapsing wave function — the process of Alice "choosing" a measurement and affecting Bob's detection — is actually happening. And while other experiments have shown entanglement with two particles, the new study entangles a photon with itself. To do this they fired a beam of photons at a splitter, so half of the light was transmitted and half was reflected. The transmitted light went to one lab and the reflected light went to the other. (These were "Alice" and "Bob" of the thought experiment.) The light was transmitted as a single photon at a time, so the photon was split in two. Before the photon was measured, it existed in a superposition state. One lab (Alice) used a laser as a reference, to measure the phase of the photon. If one thinks of light as a repeating sine wave, phase is the angle one is measuring, from 0 to 180 degrees. When Alice changed the angle of her reference laser, she got varying measurements of the photon: Either her photon was in a certain phase or it wasn't present at all. Then the other lab (or Bob) looked at their photons and found the photons were anti-correlated with Alice — if she saw a photon he did not, and vice versa. The state of Bob's photon depended on what Alice measured. But in classic physics that shouldn't happen; rather, the two particles should be independent of one another. "". Tratto da

L'importante credo che sia che questo esperimento invalida il "Teorema di non comunicazione":

Con questo viene provata la possibilità di scambio di informazione a velocità superluminale. Con tutto quello che ne deriva. Secondo me, dopo svariati tentativi di "aggiustaggio" tra teoria della relatività e la Fisica Quantistica (normalizzata nella Teoria Quantistica dei Campi con le loro simmetrie), la Fisica Quantistica emerge vittoriosa sul campo sperimentale. E' come se il "micro" prendesse la sua rivincita sul "macro". Prevale una filosofia "Dalle Parti al Tutto" (Lucrezio e Democrito) anzichè una filosofia "Dal Tutto alle Parti" (Platone). Perchè a sperimentare siamo noi esseri umani che stanno nel "medio" di "micro" e "macro". Quello che la Fisica Quantistica ha scoperto è la totale "novità" e "difficile riducibilità alla nostra esperienza" del "micro". Gli è andata bene con la QED, meno forse con la QCD (Cromo Dinamica Quantistica) che è una estensione della prima. Meno bene perchè è esploso il numero delle particelle e la complessità teorico-pratica. Sullo sfondo c'è la questione del "tempo" che le neuroscienze e lo studio organico della coscienza rivelano essere una "illusione". Comunque è una fortuna che tu abbia studiato Fisica ed io Sociologia, perchè il punto fondamentale oggi a livello politico-economico-culturale è la gestione della scienza e la sua genesi come processo cooperativo partecipato. Tutte le manifestazioni simboliche umane sono nate come cooperazione sociale con il linguaggio, che è la prima e importante forma di cooperazione speficatamente umana, che ha solo in via secondaria, si badi bene, la funzione di trasmettere conoscenza e cultura, ma in primis quella di costruire relazioni sociali di fiducia. Mentre Platone supportava gli oligarchi invitandoli a "MENTIRE" al popolo (bella posizione per un "filosofo"!), Lucrezio tentava disperatamente con la poesia (condannata da Platone) di FAR CONOSCERE E PARTECIPARE AL POPOLO i segreti della Natura, che lo avrebbero liberato dalla paura e dalla soggezione al potere oligarchico. L'impero romano acquisiva la cultura platonica (poi stoica) come forma di manipolazione delle masse, prima conquistate con la forza poi sottomersse con la "Logica". Poco è cambiato dalla traiettoria Grecia-Oligarchica-->Impero Romano ad oggi. Pericle, Fidia (suo amico), e la sua amante Aspasia erano atomisti epicurei ed erano nel mirino di chi si opponeva alla democrazia ad Atene. Dobbiamo trovarci per gestire politicamente-economicamente la prima sorgente sociale del potere che è l'ideologia, la religione, la scienza, e l'arte-magia-spiritualità. Dovremmo trovare uno sbocco cooperativo alla chiusura gerarchica della "Accademia" platonica che domina a distanza di 2500 anni. In breve Open Source. Ciao e a presto, remo--WikiSysop 10:06, 9 apr 2015 (UTC)

Mail Di Antonino Bonan a Remo Ronchitelli

Per il resto, ti faccio qualche obiezione/puntualizzazione secondo il mio attuale limitato livello di comprensione.

  • <<dopo svariati tentativi di "aggiustaggio" tra teoria della relatività e la Fisica Quantistica (normalizzata nella Teoria Quantistica dei Campi con le loro simmetrie), la Fisica Quantistica emerge vittoriosa sul campo sperimentale.>>

Dimentichi che:

  • la relatività in origine era un aggiustamento della meccanica classica coerente con l'elettromagnetismo (nella solita ottica della Teoria del Tutto, che poi in realtà è solo lo sforzo di trovare formalismi e algoritmi comuni per fenomeni vari) e con la fenomenologia delle alte energie/velocità
  • la teoria dei campi in origine era un approccio razionale alla meccanica classica, anche prima della relatività, aperto matematicamente ad astrazioni superiori
  • la meccanica quantistica introduceva un approccio non puramente deterministico, anche senza la relatività
  • la meccanica quantistica relativistica era frutto in origine di una catena di analogie e simmetrie poste ad hoc, usando pari pari quelle che emergevano dalla relatività non quantistica, adattandole al formalismo quantistico
  • la teoria dei campi quantistica relativistica ha implementato tutti questi approcci di generalizzazione in un'unico grande approccio, trovando predittività perfino laddove sarebbe apparsa apolitticamente fallace (gruppo di rinormalizzazione)

Gli aggiustaggi sono stati dunque progressivi, per trial+error, com'è normale che sia. Ma hanno portato nel complesso ad un valore aggiunto assai significativo. Non ci sono elementi per dubitarne radicalmente, almeno dal punto di vista delle innovazioni teoriche. Semmai, è la filosofia sociale che non ha ancora compreso e fatto tesoro come dovrebbe di tali innovazioni. Eppure ancora stiamo qua a discutere del Dio che giocava a dadi... Invece, non ci si dovrebbe fermare alle sparate divulgative, che di solito sono solo giustificazioni di "congrui" investimenti di denaro pubblico... Quel che sta sotto, è ben più profondo. Ci può dire molto in molti campi, a partire da quello sociale e politico, se non ci limitiamo a dire "han trovato un buco sulla superficie lunare, quando sbarcheranno di sicuro inciamperanno". L'avremmo trovato noi, quel buco, senza gli astronomi? Non avremmo forse continuato a pensarlo effetto di un topo affamato nello spazio? Ciononostante, una crisi della ricerca in Fisica in effetti c'è. Solo che non riguarda gli aggiustaggi teorici. Riguarda semmai proprio le verifiche sperimentali. Ed è effetto soprattutto di un fatto: che queste ultime, per raccordarsi con innovazioni teoriche così avanzate, devono raggiungere vette sempre più lontane di sofisticazione e spesa. Vette che diventano miraggi. Qualcosa ti ricorda la fiaba della Crescita? Non è un caso...

  • <<È come se il "micro" prendesse la sua rivincita sul "macro". Prevale una filosofia "Dalle Parti al Tutto" (Lucrezio e Democrito) anzichè una filosofia "Dal Tutto alle Parti" (Platone).>>

D'accordo, la quantistica è nata per spiegare il micro. Ma con la teoria dei campi, abbiamo imparato che la distinzione tra micro e macro è solo questione di scala, dagli acceleratori alla cosmologia: nessuna delle due tratta l'altra come condizione al contorno, data e in fondo oscura. Non si è più allora nella solita diatriba platonici/atomisti. Micro e macro sono accomunate da un'unica teoria coerente ("relativista" nel senso non newage del termine), di cui un ingrediente fondamentale consiste proprio nel superare anche la distinzione "greca" tra parte e tutto, tra materia e interazione. Il principale punto di partenza dello studio con formalismo matematico diventano le simmetrie e le loro rappresentazioni. In questo modo, ci sono astrazioni generalissime, che fruttuosamente vengono specializzate alle fenomenologie più varie; queste ultime han sempre riguardato roba tipo fisica dei materiali et similia, ma le menti più aperte (o finanziate?) stan pensando come applicarle alle scienze sociali. Manca solo un riversamento nella politica...Solo per fare un esempio a suo modo eclatante, ti potrei parlare degli "stati coerenti". Solo la teoria dei campi quantistica relativistica li può descrivere con una certa generalità. A qualcuno ricordano la memoria dell'acqua in omeopatia. A qualchun altro, più prosaicamente, ricordano il laser e altre tecnologie. A me ricordano piuttosto, come fenomenologia forse altrettanto verificabile, la dinamica dei gruppi sociali. Ma è solo un esempio: non ci basta più gridare nel deserto (come facevano Giuliano Preparata ed Emilio Del Giudice) che dobbiamo volgerci al Verbo degli Stati Coerenti. Altrimenti, finchè ci trattano da cassandre e ci sbertucciano da visionari, qualcun altro pensa bene di calcare quei sentieri per fini ben meno "salvifici" per l'umanità. E ci riesce pure! Questo è il vero insegnamento di Einstein: che la ricerca, anche teorica, non deve essere lasciata in balìa dei marosi... tra scemi visionari e dottor stranamore. Ne va della Pace. E' una faccenda nient'affatto solo teorica. Lui ha vissuto l'epoca del Progetto Manhattan, noi no. Forse ancora abbiamo uno spazio: basta che, se intravvediamo un'Alternativa, non la cerchiamo solo con le lenti alternative tout court alla scienza dominante. Troppo facile, e troppo antiscientista, dire che la scienza fa errori critici "quindi" è sbagliata in sè "quindi" sbaglia chi si affida alla logica "quindi" la civiltà che valorizza la logica è da superare "quindi" l'umanesimo sostenibile deve aborrire in ogni campo la supremazia del razionale. Dicesi sillogismo, se non erro. Ogni parte di tale discorso ha un suo senso, e non discuto se una singola parte sia giusta o meno, ma la catena proprio non sta in piedi. E sarebbe ancor più banale (dunque insostenibile) dire che la catena logica in sè non serve perchè basata sulla pura razionalità. Le frittate girate sono magari buone, ma sempre uova fritte sono. Possono far male.

  • <<noi esseri umani che stanno nel "medio" di "micro" e "macro">>

Questa affermazione mi pare fin troppo antropocentrica. Alla luce di quanto detto sopra, mi viene una possibile interpretazione. La teoria dei campi moderna esprimerebbe un superamento dell'antropocentrismo, tra l'altro, anche nella misura in cui supera la distinzione di scala di cui tu parli. Anche in questo senso, forse quando vedi una crisi della fisica non quantistica nell'impossibile interazione tra micro e macro con noi nel mezzo... sbagli i termini ontologici della questione. E sei portato a recuperare l'antico atomismo... come se a ciò bastasse una rilettura dell'ex paradosso EPR (da vari decenni non più paradosso, grazie alle innovazioni teoriche).

  • <<Gli è andata bene con la QED, meno forse con la QCD (Cromo Dinamica Quantistica) che è una estensione della prima. Meno bene perchè è esploso il numero delle particelle e la complessità teorico-pratica.>>

L'estensione è tale, in questo caso, proprio perchè si passa alla teoria dei campi quantistica relativistica. Si vanno infatti a considerare altre simmetrie, estendendo un formalismo di cui si è capito il carattere generalizzabile. Il numero di particelle è esploso nella teoria e nell'esperimento, in modo nient'affatto incoerente! Eclatante, che si siano osservate particelle dopo averle previste con astrattissimi ragionamenti sulle rappresentazioni delle simmetrie. Eclatante, che "strane" differenze sperimentali tra particelle siano spiegate da "semplici" calcoli sulle simmetrie. Eclatante, che all'aumentare delle approssimazioni delle verifiche sperimentali (anche senza scendere o salire di scala) corrisponda un'ampliamento "semplice" del gruppo di simmetria dinamica. Ovviamente "semplice" non è per l'uomo della strada: è semmai per chi si lascia guidare dalla matematica delle simmetrie. Ognuna tira l'altra. Basta non credere che ciò sia banalmente la Teoria del Tutto, come il Zichichi che voleva trovarvi la mano di Dio. Lasciamo queste stronzate a chi scrive libri e articoli divulgativi e vuole farsi leggere da molti. Se davvero si applica l'approccio della teoria dei campi, l'esplosione delle particelle non è un problema. Lo è solo per chi ancora sperava di interpretare il loro essere "micro" come se si trattasse di entità "elementari". No!!! In realtà:

  • "elementare" è ora in un certo senso sinonimo di "campo globale rappresentazione irriducibile per una versione locale dei gruppi di simmetria"; "locale" sta per ora e adesso, ma non in modo puntiforme; le rappresentazioni si fanno in termini di campi "globali", cioè definiti necessariamente sempre e ovunque (e grazie al bip, se poi c'è l'entanglement...); l'irriducibilità è l'espressione matematica del carattere elementare, indipendente dalla scala!
  • trattasi di campi, non particelle in senso atomistico; quelle che "esplodono" nelle rilevazioni degli acceleratori sono "risonanze", ossia particolari configurazioni dei campi la cui probabilità diverge localmente, facendole "osservare" come picchi nello spettro, come effetto secondario di decadimenti o urti; se sono tante, non è perchè per forza le simmetrie siano complicate
  • il problema vero della proliferazione delle particelle è che si fatica a trovarne la giusta descrizione in termini di simmetrie; servono matematiche sempre più sofisticate... ma forse è pure questo il bello, che ci fa sentire ignoranti e dunque vogliosi di conoscere! Ignoranti ma non scemi, come quelli che invece pensano di cercare la Vera Matematica della Natura...
  • <<Sullo sfondo c'è la questione del "tempo" che le neuroscienze e lo studio organico della coscienza rivelano essere una "illusione".>>

Occhio al sillogismo qui celato. Alle definizioni improprie o impropriamente date per scontate, sebbene del tutto vaghe. O a quelle dalle quali, solo, si finge di prescindere. Non si può dar per dimostrata una serie di teoremi, e poi usarla per falsificare un assioma. Qualcuno mi dica cosa resterebbe delle neuroscienze o dello "studio organico della coscienza", senza la nozione del tempo. Resterebbe solo la parte non scientifica. Ma allora torniamo all'antiscientismo di cui sopra. Dopodichè, chi leggesse in questo una mia pura dichiarazione di fede nel tempo, non ha capito una mazza. Ho solo detto che senza tale nozione non si fa fisica. E si tratta di una nozione che evolve col progresso teorico. Altrimenti nemmeno ci sarabbe stata, solo per fare un esempio, la relatività. Non basta essere intelligenti, per evitare di scadere dalla filosofia ("il tempo è illusione") all'insulto ("chi lo usa come parametro è un illuso"). Occorre sempre separare con umiltà il grano dal loglio, anche nella propria testa. I cortocircuiti filosofici delle neuroscienze si possono intuire, ma non si possono affrontare conservando la propria sanità mentale e la propria umanità in generale... se si trascurano le loro evidenti vie di fuga scambiandole per labirinti inaffrontabili. Una di queste appunto è il concetto di "illusione", che se si guarda bene allude (o illude) ad una malcelata sostituzione del tempo con la realtà. Si dice che il tempo è illusorio, sottintendendo che lo è in quanto non direttamente connesso per via della Coscienza alla base assiomatica data dalla Realtà. Ma questo è solo uno dei possibili approcci! Ad esempio, per un fisico i due concetti non sono intercambiabili: la realtà ha a che fare con la formulabilità e la verifica sperimentale; il tempo è (lasciami un piccolo abuso di linguaggio) un parametro, variamente inteso a seconda del contesto teorico ma di cui non c'è da sapere se stia fuori o dentro la nostra testolina.

  • <<Tutte le manifestazioni simboliche umane sono nate come cooperazione sociale con il linguaggio, che è la prima e importante forma di cooperazione speficatamente umana, che ha solo in via secondaria, si badi bene, la funzione di trasmettere conoscenza e cultura, ma in primis quella di costruire relazioni sociali di fiducia.>>

Questo punto mi pare cruciale. Non per nulla, lo intersecherei con quanto sto speculando in termini di fondamenti etico-sociali della moneta col formalismo della teoria quantistica relativistica dei campi. Come ti ho anticipato, fiducia speranza e lavoro sono i numeri quantici dell'economia vera e sostenibile. Ciò non significa banalmente che siano discreti, come se fossimo ancora ai tempi dell'atomo di Sommerfeld (quello degli orbitali che han fatto impazzire generazioni di studenti al primo esame di Chimica). Ad essere discreto è l'insieme dei soggetti monetari realizzabili: le persone, le società.... In tale insieme numerabile, un sottoinsieme è anzi finito (seppur enorme, ad oggi): è quello dei soggetti concretamente realizzati nell'economia umana. Quel che tu metti nella categoria "linguaggio", nell'ottica della teoria dei campi, si può rubricare nel concetto di "campo che rappresenta le simmetrie con la parte di interazione nella dinamica". Nel caso dell'interazione economica, la moneta in senso lato (non quella concretamente fatta girare come euro, dollari, bitcoin, etc) è proprio frutto e forma di una scelta di linguaggio. Una scelta normata, che quindi è sia convenzione sia coercizione. Una scelta che costruisce relazioni sociali non solo di fiducia, ma di un intreccio fiducia/speranza/lavoro. C'è chi immagina una nuova economia della conoscenza. C'è chi lo fa immaginandola "a sinistra", come valorizzazione profonda delle persone oltre il tradizionale sfruttamento capitalista. C'è chi lo fa immaginandola "a destra", come riedificazione della dinamica monetaria dopo l'attuale Crisi Sistemica su basi ancora necessariamente elitarie, attraverso la governance dei Big Data. Io non la immagino in quei sensi, ma mi chiedo cosa ci sia sotto l'economia, in modo da farcela usare come via per la resilienza dell'umanità nella Transizione già in atto. E mi accorgo che non si tratta "solo" di sostituire la conoscenza come ingrediente base.

  • <<Mentre Platone supportava gli oligarchi invitandoli a "MENTIRE" al popolo (bella posizione per un "filosofo"!), Lucrezio tentava disperatamente con la poesia (condannata da Platone) di FAR CONOSCERE E PARTECIPARE AL POPOLO i segreti della Natura, che lo avrebbero liberato dalla paura e dalla soggezione al potere oligarchico.>>

Lasciamo stare la riduzione alla diatriba Platone/Lucrezio. Ma parli in effetti di una questione assai rilevante. Ad esempio, si tratta della stessa antinomia tra le due ricette per una nuova ipotetica economia della conoscenza (quelle di "sinistra" e "destra" sopra citate). Più in generale, è l'antinomia tra la conoscenza condivisa e quella elitaria. A me non fa venire in mente solo la sua realizzazione in forma di contrasti tra economia vista "da sinistra" o "da destra". Mi fa venire in mente anche la non trascurabile pulsione delle èlites ad associarsi in conventicole più o meno occulte, nelle quali il fondamento principe è proprio quello di raggiungere la conoscenza del mondo per gradi di avanzamento elitario, allo scopo (variamente noto a seconda dei diversi gradi di conoscenza) di salvare il mondo stesso dalla barbarie delle masse. E mi fa venire in mente il modo in cui le università si trasformano in baronìe: non è solo banale questione di magna magna, o di risorse tagliate... Anzi, gli accademici con poche risorse pubbliche finiscono col sentirsi sempre più vincolati all'appartenenza (magari informale, senza grembiulini) a certe conventicole di Chi Sa... Il problema è però che la Crisi va ben oltre una faccenda di massa contro oligarchia. Nemmeno "le oligarchie che sanno", in realtà, sanno davvero come uscirne. Noi però, almeno, cerchiamo di non limitarci a distillare qualche loro briciola considerandola come l'ingrediente miracoloso. Nello specifico esempio che tu metti al centro della tua proposta ideologica: finchè lasceremo loro la governance dei Big Data, non ci sarà mai un'Open Source capace di scompaginare le loro ricette... che mirano solo a salvare l'1% (e se li lasciamo agire, pensano loro, a salvare... forse... anche una parte di noi).

  • <<L'impero romano acquisiva la cultura platonica (poi stoica) come forma di manipolazione delle masse, prima conquistate con la forza poi sottomersse con la "Logica".>>

Ripeto: la moderna fisica teorica ha superato la contrapposizione tra Parte e Tutto, per cui è fuorviante ridursi ad una rivincita dell'una sull'altro. Non riduttivo: fuorviante. Ti prego: non scadere nello stesso equivoco dei newage, laddove mettono nello stesso calderone aspetti affatto distinti. Con parole d'ordine di tipo "olistico", le quali poi si riducono a girare frittate e scacciare i critici mediante il disprezzo della logica. Che poi i Romani fossero i nostri degni antenati, furbastri di spessore mondiale, capaci di sfruttare la logica a partire da un sistema di Diritto non solo innovativo ma efficacemente e profondamente coercitivo... non deve portare a dar la colpa di tutto alla logica e alla razionalità! Non si deve nè ridurre tutto alla logica, tacciando di idioti gli spiritualisti, nè aborrirla, tacciando ogni sua filiazione come filosoficamente e socialmente superata. E' il loro matrimonio che ci può salvare, malgrado i continui ovvi litigi. La conoscenza si deve riprodurre con quella copula, altrimenti siamo estinti. Ciao e alla prossima

Mail di Remo ad Antonino

Interessante ma non sono d'accordo. Partiamo da due prospettive diverse che andrebbero comunque fuse tra loro: sociologia e fisica. In alcuni passaggi ho dato luogo ad equivoci: quando parlo di "Logica" parlo di "Una Certa Logica". Il mio punto di vista è "antropologico" non nel senso imperialista ma nel senso "gnoseologico": sono io come "antropos" che costruisco la matematica e non viceversa. Di nuovo il rapporto tra scienze sociali e scienze fisiche. Quando dici: cerchiamo di non essere anti-scientisti devi includere l'antropologia e tutte le scienze umane, neuroscienze comprese. Quanto al tuo attaccamento al tempo, "Sorry Bonan" è un fisico che lo sostiene: Carlo Rovelli, teoria della gravità quantistica a loop, nonchè esperto di filosofia della scienza: "Lo spazio è fatto di grani di spazio e il tempo non esiste". Non prendere in considerazione anche queste ipotesi è antiscientifico. Direi che le cose sono tremendamente complicate per cui conviene proseguire face-to-face. Di consolante credo ci sia una stretta intesa sulla riduzione del ruolo futuro delle elites. cosa ne dici se metto tutta questa discussione nella linguetta "Discussioni" sulla voce wiki di ortosociale? Ciao

Mail di Remo ad Antonino

Per quanto riguarda il CERN e i vari esperimenti che fanno (quantistica cromodinamica), non dicono che l'anello è "saltato" e che hanno impiegato due anni per aggiustarlo. Il fatto che abbiano raddoppiato la potenza con cui sparano i protoni tra di loro, significa che hanno ricevuto finanziamenti importanti, dell'ordine dei miliardi di euro. Cosa significa "superare i limiti del Modello STandard". Ve lo dico io: significa che il modlelo standard NON funziona e che loro usano un eufemismo per giustificare i soldi spesi sin qui: "sono serviti a superare i limiti....". La conoscenza, la cultura, tutto il mondo simbolico è una costruzione sociale. Tutto il progetto politico di liberazione dell'umanità consiste nel fornire a tutti l'autonomia culturale che gli permetta di non cadere nel potere culturale di chi vuole manipolarlo (Socrate e Platone). Non è più sufficente saper leggere e scrivere, nememno una cultura tecnica, è necessaria una unificazione delle scienze umanistiche (sociali) e di quelle tecnoscientifiche, divise dal pensiero idealistico (Socrate e Platone). E' necessaria una "EPISTEMOLOGIA LIBERTARIA". Altrimenti ci sono dei "tecnici robot" che applicano in modo meccanico le formule che una ristretta elite di politici. economisti e scienziati gli propina (La Repubblica di Platone). Tra l'altro la scissione corpo-spirito, materia-pensiero (Socrate e Platone) sembra derivare dalla scissione padrone-schiavo (uomo-donna). La dicotomia Teoria-Prassi che ne deriva è una PESSIMA EPISTEMOLOGIA. E tiene separato il lavoro INTELLETTUALE dal lavoro MANUALE. L'obiettivo politico primario è la ricomposizione di massa del lavoro intellettuale e del lavoro manuale, per questo ci sono gli "orti sociali".

Mail di Antonino a Remo

  • <<Quando dici: cerchiamo di non essere anti-scientisti devi includere l'antropologia e tutte le scienze umane, neuroscienze comprese.>>

Quel che non è scienza fisica può essere scienza d'altro genere. Gli scemi (che non siamo noi due) dicono che il resto è baggianate, o viceversa che la scienza deve piantarla di volersi occupare di tutto colonizzando i campi e i termini non suoi (ad esempio, vari umanisti aborrono il termine "scenza umana"). Gli intelligenti argomentano nel dettaglio, se possibile evitando settorialismi. E così possono accorgersi che una critica non è una stroncatura rivolta all'intera disciplina, nè una sua ghettizzazione al di fuori del proprio recinto di accettabilità razionale.

  • <<"Lo spazio è fatto di grani di spazio e il tempo non esiste".>>

Rovelli è troppo intelligente per dire una roba del genere e darle esclusivamente il significato che ne traspare. Sicuramente c'è un contesto che la illustra in maniera ben più accettabile. Detta così, invece, può dirla anche il più bravo di tutti... ma è una cazzata. Immagino che sotto ci sia la sua teoria, nella quale si fa un ragionamento più avanzato rispetto alle dimensioni spazio-temporali dell'approccio classico. Solo alla luce di quella teoria, la frase si allunga notevolmente e può diventare ben più giusta. Ad esempio, aggiungendo un nonnulla tipo "così come l'abbiamo pensato finora". Guarda caso, lo stesso nonnulla che ha permesso tutte le innovazioni teoriche della fisica non solo moderna. Galileo diceva "se vediamo il sole girare non è perchè, come si è detto finora, ruota attorno a noi, ma...". Rovelli è uno di quelli che dicono "il tempo come l'abbiamo concepito finora non ci serve, per la dinamica nella gravità quantistica". Se invece prendiamo la frase da te citata fuori contesto, non è un'ipotesi da trattare con metodo scientifico. E' solo un'affermazione apodittica, che in quanto tale può ben essere trascurata. Le ipotesi di lavoro dei fisici non sono frasi fuori contesto, adagiate su un letto di piume. Sottolineo che su gran parte delle altre mille questioni siamo d'accordo, e non è solo riguardo all'opposizione delle èlites. Ciao

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