Antropos29

Da Ortosociale.

Indice

Noi e Loro - i Kurgan

Di Pietro Muni.

LORO - NOI

Loro sono l’1%, Noi siamo il 99%. La natura ci ha dotato allo stesso modo: abbiamo le medesime qualità fisiche e mentali, abbiamo la medesima intelligenza, la medesima volontà, le medesime emozioni e i medesimi bisogni. Eppure Loro sono dominanti, Noi dominati. Non è sempre stato così. Su un totale di circa 150 mila anni di esistenza del Sapiens, per 140 mila anni Noi eravamo il 100%: il «Loro» ancora non esisteva. Così come non esisteva surplus e proprietà privata. Noi vivevamo di caccia e raccolta e ci muovevamo incessantemente alla ricerca di acqua e cibo: eravamo nomadi. A partire da circa 10 mila anni fa, con la scoperta dell’agricoltura e la domesticazione degli animali, abbiamo cominciato a disporre di terre coltivate, riserve alimentari e greggi e, per la prima volta nella nostra storia, siamo diventati produttori di surplus e proprietari (inizialmente a titolo collettivo) di terre e armenti. Non avendo più bisogno di andare a cercare il cibo, siamo diventati stanziali ed eravamo in grado di provvedere, col nostro lavoro, alle nostre necessità e vivere felici e in pace. «Gilaniche» è il nome che diamo alle prime comunità europee di questo tipo. Non avevano capi, né apparati burocratici, né eserciti, e ciascuno riceveva secondo i suoi bisogni.

I Kurgani

Purtroppo, questa situazione idilliaca non durò a lungo, perché ben presto entrarono in scena Loro. Chi erano costoro? Erano clan che, anziché produrre un surplus col proprio lavoro, avevano imparato a sottrarlo ad altri. Li chiamiamo Kurgani. Rispetto ai Gilani, i Kurgani costituivano una piccola minoranza, ma erano rigidamente organizzati sotto la guida di un capo e specializzati nell’arte predatoria e nell’uso delle armi. I Kurgani non ebbero difficoltà a sottomettere i Gilani e a diventare loro padroni. Inizialmente non ci fu bisogno di azioni di guerra, ma fu sufficiente qualche azione dimostrativa di forza e di intimidazione per indurre i pacifici Gilani a versare un tributo ai loro padroni. I Kurgani tenevano sottomessi i Gilani con la minaccia dell’uso della forza e vivevano del loro lavoro. Ma questa situazione si rivelò instabile, perché i Kurgani non potevano tenere tutto sotto controllo utilizzando unicamente la forza fisica e l’intimidazione. Avevano bisogno di essere legittimati nella loro funzione di comando. Ciò avvenne in due modi: 1) facendo credere ai Gilani che il capo Kurgano discendeva da un dio; 2) promettendo ai Gilani la protezione da altri clan Kurgani, che scorazzavano nelle vicinanze. Col passare del tempo l’Europa fu abitata da innumerevoli comunità gilaniche (99%) sottomesse a un clan guerriero Kurgano (1%), legittimato nel suo ruolo dominante. In termini antropologici, queste comunità sono chiamate «domini», «chefferie» o «chiefdom», e sono le antesignane dello Stato. Non erano ancora «Stato» perché non avevano un esercito permanente, né un apparato amministrativo degno di questo nome.

I primi Stati in Europa

In Europa i primi Stati si costituirono intorno a 4 mila anni fa a seguito di vere e proprie azioni di guerra fra capi Kurgani ed erano la risultante di diversi «domini» posti sotto il comando di un unico capo, che prendeva il nome di «re». Grazie ai tributi imposti alle popolazioni sottomesse, il re poteva finanziare un esercito permanente e un apparato amministrativo, e, grazie alla discendenza divina, poteva esercitare un potere assoluto legittimato. Nello Stato si delineava in modo netto e chiaro la divisione della società in una minoranza dominante (1%) e una maggioranza dominata (99%), e questo quadro si è sostanzialmente conservato fino ai giorni nostri. Certo, nel corso della storia non sono mancati i tentativi messi in atto da membri appartenenti al 99% allo scopo di liberarsi dal dominio dell’1%, ma sono tutti falliti.

La Francia

Ancora alla fine del XVIII secolo, la popolazione di uno degli Stati più avanzati del pianeta, la Francia, era nettamente divisa in due: una maggioranza di dominati, il cosiddetto «Terzo stato», e una minoranza di dominanti (il re, la nobiltà e il clero). Ma ci fu una novità: i germi dell’Illuminismo avevano contribuito a risvegliare in larghe fasce del 99% la coscienza del proprio ruolo determinante e dei propri diritti. Nel suo opuscolo dal titolo Che cos’è il terzo stato? (1789) l’abate di Sieyès (1748-1836) affermava che, dal momento che era il popolo a mantenere in vita la nazione col proprio lavoro, il terzo stato era tutto. "Che cos'è il Terzo Stato? Tutto. Che cos'è stato finora nell'ordinamento politico? Nulla. Che cosa desidera? Diventare qualcosa". Da quel momento si è cominciato a parlare dei diritti dei popoli e poi anche dei diritti delle persone. Ma che cosa rimane oggi di questa svolta? Rimangono i diritti proclamati nelle nostre costituzioni «democratiche» o in certe Dichiarazioni, che, se fossero coerenti con se stessi, consegnerebbero al popolo (100%) il potere sovrano. Ma così non è. Il sovrano decide, il popolo non decide. Al popolo è concesso solamente di scegliere col voto chi dovrà decidere al posto suo. Ai cittadini è stato concesso il suffragio universale, perché il loro voto serve solo a legittimare la minoranza dominante. La differenza rispetto al passato è di facciata: prima l’1% era legittimato nel suo ruolo di comando da un dio, adesso è legittimato dal voto dei cittadini. Ma la sostanza non cambia: rimangono Loro (l’1%) e rimaniamo Noi (il 99%). (Segue)

Strumenti personali