Storia11

Da Ortosociale.

Siria estate 2013

Brunella è un'amica di Maria Letizia (Lety). Letizia fa l'infermiera per Medici Senza Frontiere (MSF) in Siria in questa estate del 2013. Di seguito una breve mail di presentazione di Brunella e la Mail dalla Siria di Letizia. Ecco la sua storia.

Mail di presentazione di Brunella

Ciao a tutti, Vi inoltro una mail che ho ricevuto da Letizia Gualdoni, giovane inverunese, infermiera di chirurgia che ha fatto una scelta coraggiosa ed estremamente impegnativa: lavorare con Medici Senza Frontiere. E' in Siria da un mese, circa, e con la sua mail ci offre la possibilità' di entrare in una realta' , per noi, inimmaginabile. La sua attuale esperienza fa seguito ad altre simili, vissute in Afghanistan, nella Striscia di Gaza, in Libia. Ho chiesto a Letizia cosa possiamo fare per lei e per la Siria; mi ha detto che cercherà di capire cosa si può' fare e mi darà' indicazioni in merito. Nell'attesa vi prego di leggere la mail e, se lo ritenete giusto, fate delle donazioni a MEDICI SENZA FRONTIERE. Grazie per l'attenzione. Brunella

Mail di Letizia

Ciao a tutti. Se ricevete questa mail e´ perche´ siate stati accuratamente selezionati tra gli amici come persone meritevoli di condividere i pensieri del mio cuore. Inutile scrivere a tutti quanti. Pochi si interessano davvero e non ce ne dobbiamo fare un crucio. Ma a voi posso scrivere e so che avrete piacere a ricevere due righe su come sta andando e come sto. E ve ne ringrazio. Aspettavo questa missione da tempo. Sapete che non mi do pace se c´e´una guerra in corso e io sono a casa davanti alla televisione. Il ricordo dei mesi difficili ed assurdi di Malta e´ lontanissimo. Come se quella parentesi non fosse mai accaduta. Sono di nuovo io. E sono di nuovo nell´unico posto dove vorrei essere. (Come al solito, pago il prezzo della vostra lontananza e della mancanza della mia famiglia). Arrivando dall´esperienza esaltante (o esaltata) della Libya free (e anarchica), mi aspettavo di trovare un popolo in lotta. Purtroppo ho trovato solo un popolo allo stremo. In una situazione drammatica sia dal punto di vista umanitario che politico. La Libya che si libera da sola con lo sforzo comune di tutti i suoi figli e´ un ricordo lontano. Qui le brigate di ribelli lottano ognuna per conto proprio. Spesso anche tra di loro. Quel che e´ peggio, gruppi estremisti stranieri cercano di approfittare della debolezza interna per conquistare parti del territorio. Nella valle in cui mi trovo, il regime e´ stato completamente spodestato. Ora bande differenti di FSA (Free Sirya Army) litigano tra loro e al tempo stesso cercano di difendere la valle dall´ínvasione di gruppi esterni. Nel frattempo i curdi del Pkk si alleano e rompono alleanza a turno un po´con tutti. La notte, aerei del regime bombardano random per ricordare a tutti che Assad e´ancora la! E non molla. (ah, la tanto sospirata no fly zone... ¿¿¿dove sei???) In questo quadro politico drammatico, la Siria si islamizza sempre di piu´. Con tutti i problemi correlati nel trattare i pazienti e nell´essere religiosamente corretti. Mentre tutti litigano e si sparano, la gente e´ allo stremo. Dormo a Killis, in Turchia. Ogni giorno attraverso il confine a piedi e arrivo in Sirya. Accanto al confine si stende un immenso campo profughi. Migliaia di rifugiati che giacciono accanto al confine ma non hanno il permesso di arrivare in turchia. I miei adorabili amici delle Nazioni Unite sono arrivati mesi fa, hanno piantato tende con un ben visibile stemma blu (UNHCR) e se ne sono andati. Suppongo a spendere i lauti stipendi che meritano per queste grandi azioni umanitarie. Sotto le tende sono rimaste migliaia di famiglie senza accesso a cibo, acqua, farmaci, .... MSF e´ intervenuta costruendo latrine e implementando il sistema idrico. Altre organizzazioni cercano di fare qualcosa. Spesso in modo alquanto ridicolo. Il tasso di malnutrizione sta salendo:riescono ad avere un solo pasto al giorno. La gente ha fame. Vado settimana prossima a vedere se forse e´ il caso difare qualcosina di piu´. Oltre a questa triste distesa impolverata di tende, a pochi km dal border c´era una scuola. Ora e´ un ospedale trincerato e bunkerizzato. Fa abbastanza impressione. Abbiamo un pronto soccorso, in un paio di aule i ¨reparti¨, la sala operatoria in palestra. La farmacia su due piani. Una cosa immensa. (Aiuto!!!) > Ci si muove come in un labirinto tra tutte queste fortificazioni anti shelling. La notte tutte le luci vanno doverosamente spente per evitare che gli aerei decidano di spararci addosso. (ecco magari questo a mia mamma non lo dite!). > Arriva di tutto in ospedale. Pochi feriti freschi perche´ siamotroppo lontani dalla front line. Ma quello che arriva fa impressione lo stesso. > Sono un po´ colpita, perche´ mi aspettavo la guerra... ma non necessarimente tutta questa miseria. Invece, oltre che sfollata e bombardata, questa gente e´ anche poverissima. Lo era prima e ora lo e´ anche di piu´. Ti spezza il cuore. > L'impossibilita´ di aiutare in pieno e´frustrante. Dover rimandare a casa cardiopatici senza farmaci, trapiantati senza immunosoppressori, tumorali senza nenache aprirli, ... facciamo molto: ma non basta per nulla. E davvero sto affranta davanti ad un essere umano mentre gli dico che non posso aiutarlo, che non posso fare di piu´. > > Il sistema sanitario non e´ al collasso. E´ inesistente. Il regime ha bombardato tutti gli ospedali. Non esiste piu´ nulla. > Non arrivano fondi, non arrivano farmaci, non arrivano stipendi. Qualsiasi struttura sanitaria pre esistente, o e´ abbandonata, o e´ autogestita. > Il secondo giorno, mi han portato a vedere Marea. > L¨¨ospedale¨ e´ in una scuola. Hanno portato via dall'ospedale bombardato il piu´ possibile e si sono organizzati tra medici e infermieri per ricreare un ospedale in un luogo piu´ sicuro. Hanno costruito uníngresso bunkerizzato che porta nel seminterrato della scuola. Pronto soccorso e sale operatorie sono li. Al piano terra la maternita´. Nulla ai piani alti: troppo pericoloso. Se ve lo spiego, cosa si prova mentre scendi a vedere un ospedale in un seminterrato, lo capite? > La visita successiva e´ stata ad una stazione ferroviaria. Due letti di prontosoccorso nei sotterranei anche li. I reparti, in edifici tutti intorno. Per evitare che se bombardino, collassi tutto. > Ma il peggio e´ arrivato mercoledi' scorso quando sono andata ad Haritan, a pochi km da Aleppo. Quartiere residenziale disabitato perche´ i ricchi se la sono filata tutti. Villa con piscina. Dalla veranda si vede il funo salire da Aleppo. In cucina hanno messo la farmacia, in sala gli ambulatori. Saliva l´ansia mentre scendevo le scale della cantina: sala operatoria e prontosoccorso nella tavernetta. E nel sotto scala, non Harry Potter ma la macchina x le lastre. Non sto a raccontarvi come il tutto era triste e desolante. Mal attrezzato e misero. Anche loro hanno dei letti per i pazienti in un´altra villa. Questa era stradisabitata. nelle stanze vuote, solo dei letti tristi, coi un sacco di ragazzi giovani addormentati e stremati dal dolore, dalla fatica e dal caldo. Quando hanno aperto lénnesima porta della cantina ho sentito un tuffo al cuore. Scendevo di nuovo le scale e gia´ mi slaivano le lacrime. Tiravo su il naso, per cacciare le lacrime indietro. > Questa cantina era proprio una cantina. Grigia, neanche intonacata. Non ci volevo proprio entrare nella salaparto, non la volevo vedere: una stanza grigia e vuota. Un tavolo operatorio in mezzo. Un carrello con quattro ferri arrugginiti a lato. E in tutto questo: due culle:una col pizzo rosa e una col pizzo azzurro. Due culle normali, colorate, per accogliere bimbi venuti al mondo in una cantina, sotto le bombe, mentre fuori non c´e´un cazzo di futuro. Non lo so. Non lo so proprio come ho fatto a non pinagere. A non iniziare a singhiozzare come una bambina. Ho stretto i denti fortissimo, ho guardato in alto. > Non si puo´. Non puo´ esistere questo. Che un essere umano per salvarsi la vita debba cercare un ospedlae clandestino, scendere in un sotterraneo e sperare che ci sia un chirurgo e che i ferri siano abbastanza puliti per non crepare poi di setticemia. > Non si puo´ uscire sotto le bombe e andare a partorire in una cantina. > E´ un disastro ragazzi. Qui e´ un vero disastro. > E io non ho parole. > > Pensate un po´ alla Siria se vi capita. A questo posto ricordato da tutti e dove tutti fanno finta di non accorgersi di nulla. > > Vi abbraccio forte > > Lety > > PS: Brunella, libera di girare agli amici ANPI! >

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