AnticaEuropa

Da Ortosociale.

Marija Gimbutas

Per capire la religiosità, la spiritualità, il modo di ragionare, insomma la cultura dell'uomo del Neolitico bisogna conoscere il culto della Dea Madre, che la Gimbutas preferiva chiamare la Grande Dea in quanto ricca di altri attributi oltre a quello della maternità, praticato nel Neolitico e nell'età del Bronzo in tutta Europa e nel Medio Oriente, dal 8000 aC fino al 1500 aC circa. La differenza sostanziale con l'attuale modo di ragionare, diffuso ormai a livello planetario sta nel tipo di pensiero. L'attuale pensiero è “dicotomico” nel senso che esistono solo due alternative logiche una delle quali esclude l'altra: mors tua vita mea, anche a livello mentale. Ciò porta a giustificare la riduzione del femminile come puro oggetto riproduttivo, disprezzato e sfruttato dall'elemento maschile, lo schiavismo, la guerra, lo sfruttamento della natura senza limiti ed “autorizzato” dalla religione di divinità maschili. Il pensiero ispirato alla cultura della Dea Madre è invece un pensiero pacifico e più avanzato, che tutto comprende armonicamente nelle sue polarità: prevede ad esempio sia la vita che la morte ma prevede al tempo stesso il loro superamento nella “rinascita” prendendo spunto dai fenomeni ciclici della natura dove ogni forma di vita, esaurito il suo ciclo vitale, muore per poi ricomparire di nuovo. Per approfondire questa conoscenza bisogna leggere almeno il testo fondamentale di Riane Eisler “Il calice e la spada”, collana Saggi Frassinelli, editore Frassinelli. Consideriamo i due poli maschile e femminile. Sono due principi cosmici alla base di ogni teoria cosmogonica tradizionale. Nella spiritualità moderna la “unione” o sintesi di questi due principi è il passaggio fondamentale per rinnovare la società umana oltre che sè stessi. In altre parole è il punto centrale della nostra evoluzione umana e sociale. Per tornare al culto della Dea Madre Riane Eisler si rifà alla archeologa che ha scoperto e studiato le centinaia di siti archeologici, come quello di Cucuteni, che testimoniano del culto della Dea Madre: Marija Gimbutas, The Goddesses and Gods of Old Europe 6500-3500 B.C., University of California Press, Berkeley and Los Angeles 1982. Significativamente il sottotitolo de “il calice e la spada” è : “Our History, our Future”. Il Bioregionalismo si propone di ricomporre questa tragica frattura con la nostra tradizione migliore che purtuttavia è forte e viva sotto la superficie irrazionale e violenta della modernità.

Il Linguaggio della Dea

Ho iniziato a leggere "Il linguaggio della Dea" di Marija Gimbutas, l'archeologa che ha studiato la preistoria recente scoprendo la civiltà chiamata "Europa Antica" estesa dalla Grecia all'Ucraina, e da lì in Scandinavia, Irlanda, Isole Britanniche, Bretagna, Spagna, Sardegna (la sua presenza in Sardegna è cospicua), Sicilia, Malta. Dal 7000 al 3000 a.C. circa. Marija Gimbutas ha studiato anche (e per questo è più famosa) la civiltà dei proto-indoeuropei (i popoli dei kurgan) che hanno distrutto la civiltà dell'Antica Europa (ma in parte assimilandola) tra il 4200 e il 2800 a.C. Marija Gimbutas ha fatto un lavoro enorme. Oltre agli scavi da lei diretti in vari posti, dall'Europa centrale alla Puglia, ha comparato le mitologie storiche con i dati archeologici da lei raccolti. Il libro tratta dell'esame attento e comparato di 2000 reperti. Alcuni di questi risalgono alla notte dei tempi (500.000 a.C.) con una straordinaria continuità di temi e di simboli: la femminilità, la vita nel suo sbocciare, la terra nelle sue infinite manifestazioni. La lettura è emozionante. per questo ho deciso di spedirvi un file PowerPoint con una mia presentazione di Riane Eisler che ha rielaborato il discorso di Marija Gimbutas, la prefazione di Joseph Campbell, le conclusioni di Marija. P.S. Un punto importante da chiarire è che la società delineata da Marija Gimbutas e Riane Eisler non è una società matriarcale con un potere della donna sull'uomo. Era una società con un rapporto paritario tra uomo e donna, quella che si chiama una società gilanica, contrapposta alla società androcratica che vede invece il dominio di un sesso sull'altro (nella fattispecie il dominio maschile). Questo tipo di società per l'importanza dell'elemento femminile nella spiritualità con cui viveva la sacralità della natura, si può anche definire matrifocale o matristica. A livello sociale la parità e l'armonia tra i sessi erano fuori discussione. Era una società pacifica che non conosceva la guerra nè all'esterno di sè nè al proprio interno.

Links

Links di ortosociale.org


Strumenti personali