Antropos37

Da Ortosociale.

Nella prima parte commento l’intervista a Marija Gimbutas. Nella seconda parte si trova l’intervista (con link). Ho utilizzato come documentazione la mostra su Cucuteni-Tripillya del settembre 2008 a Roma, dove mi sono commosso davanti alla bellezza delle ceramiche policrome, l’importante catalogo Electa della mostra organizzata da Marcella Frangipane (La Sapienza, Roma) a Roma nel 2004 su "Alle origini del potere – Arslantepe – La collina dei leoni”, il libro "Uruk la prima città” di Mario Liverani (La Sapienza, Roma), i quattro volumi di Michael Mann “The Sources of social power” dove MM utilizza il suo modello IEMP (Ideologico-Economico-Militare-Politico). Remo Ronchitelli, Pula, luglio 2017

Il lavoro di Marija Gimbutas

Il lavoro di Marija Gimbutas ha trovato la sua massima espressione sperimentale e teorica negli scavi nell'Europa del sud-est (ex-Jugoslavia e Russia del Sud) e mediterranea (soprattutto la Grecia pre-indoeuropea e l'Italia). Per almeno 25.000 anni questa civilizzazione ha praticato l'uguaglianza assoluta dei diritti tra i sessi. Gli antropologi concordano sul fatto che le società primitive erano basate su una totale uguaglianza tra donne, tra uomini, tra uomini e donne. La comparsa della stratificazione sociale (tra uomini e donne, come patriarcato e tra umani in generale) risale a oltre 5000 anni fa. Il fatto notevole è che trattandosi di civiltà molto sofisticate non si può attribuire questa uguaglianza ad una condizione naturale spontanea, ma ad una "cultura" specifica che costruiva e ricercava intenzionalmente questa "uguaglianza" come base di un ordine cosmico che si specchiava in una "visione" della Vita e della Natura altamente complessa che sarebbe erroneo classificare come "religione". Gli antropologi, i sociologi, gli storici e i protostorici seguono in genere un modello di pensiero lineare secondo cui la storia umana è una storia di costante progresso, deterministicamente inteso. In questo senso il passaggio dalla uguaglianza alla disuguaglianza (abnorme) viene giustificato come un passaggio alla "complessità". In effetti questa teoria oscura il fatto che le nuove civilizzazioni guerriere esclusive e patraircali dei protoindoeuropei o "kurgan" hanno inglobato le precedento civiltà pacifica egalitaria e "matristica" scoperta dalla Gimbutas. Dunque la Gimbutas ha scoperto che: "è possibile una civiltà pacifica ed egalitaria" (durata almeno 25.000 anni, e soprattutto che la "cultura" dei kurgan era "meno complessa" di quella dei popoli conquistati. "I nostri antenati non erano primitivi". "David: Siete stata stupita nei vostri scavi, dalle concezioni avanzate dagli habitats e dalle regole della religione della dea? Marija: Sì, lo sono. È stata una rivelazione vedere che una cultura successiva è stata meno avanzata di una più antica. L'arte è incomparabilmente inferiore a quella che c'era prima, ed è esistita una civilizzazione di 3.000 anni, almeno, prima che fosse distrutta". Il secondo aspetto del lavoro di Marija Gimbutas è consistito nel tentativo di interpretare questa "visione" studiandone i simboli ed edificando una propria disciplina (scientifica) che chiamiamo "archeo-mitologia"). Vedi la sua opera "Il Linguaggio della Dea". Tale tentativo si basa comunque sugli innumerevoli scavi archeologici condotti personalmente dalla Gimbutas.

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