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==Il messaggio di Marija Gimbutas==
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Dalla prefazione di J.Campbell a [[Linguaggio della Dea|"Il linguaggio della Dea"]] di M.G.: <font color="red">'''Non possiamo non percepire che ''Il linguaggio della Dea'' di Marija Gimbutas, apparso in questo scorcio di secolo, dia evidente rilievo all'esigenza, universalmente riconosciuta ai giorni nostri, di una trasformazione collettiva delle coscienze. Il messaggio del libro è che si inauguri un'epoca di armonia e di pace in consonanza con le energie creative della natura, com'è accaduto per tutti i 4000 anni di preistoria che hanno preceduto quell' "INCUBO" di 5000 anni - così lo ha definito James Joyce a causa dei suoi scontri d'interesse tribali e nazionali - dal quale è senz'altro giunta l'ora che il pianeta si svegli.'''</font>
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Dalla prefazione di J.Campbell a [[Linguaggio della Dea|"Il linguaggio della Dea"]] di M.G.: <font color="red">'''Non possiamo non percepire che [[Linguaggio della Dea|''Il linguaggio della Dea'']] di Marija Gimbutas, apparso in questo scorcio di secolo, dia evidente rilievo all'esigenza, universalmente riconosciuta ai giorni nostri, di una trasformazione collettiva delle coscienze. Il messaggio del libro è che si inauguri un'epoca di armonia e di pace in consonanza con le energie creative della natura, com'è accaduto per tutti i 4000 anni di preistoria che hanno preceduto quell' "INCUBO" di 5000 anni - così lo ha definito James Joyce a causa dei suoi scontri d'interesse tribali e nazionali - dal quale è senz'altro giunta l'ora che il pianeta si svegli.'''</font>
==Marija Gimbutas==
==Marija Gimbutas==

Versione delle 21:45, 22 feb 2010

Il messaggio di Marija Gimbutas

Dalla prefazione di J.Campbell a "Il linguaggio della Dea" di M.G.: Non possiamo non percepire che Il linguaggio della Dea di Marija Gimbutas, apparso in questo scorcio di secolo, dia evidente rilievo all'esigenza, universalmente riconosciuta ai giorni nostri, di una trasformazione collettiva delle coscienze. Il messaggio del libro è che si inauguri un'epoca di armonia e di pace in consonanza con le energie creative della natura, com'è accaduto per tutti i 4000 anni di preistoria che hanno preceduto quell' "INCUBO" di 5000 anni - così lo ha definito James Joyce a causa dei suoi scontri d'interesse tribali e nazionali - dal quale è senz'altro giunta l'ora che il pianeta si svegli.

Marija Gimbutas

Per capire la religiosità, la spiritualità, il modo di ragionare, insomma la cultura dell'uomo del Neolitico bisogna conoscere il culto della Dea Madre, che la Gimbutas preferiva chiamare la Grande Dea in quanto ricca di altri attributi oltre a quello della maternità, praticato nel Neolitico e nell'età del Bronzo in tutta Europa e nel Medio Oriente, dal 8000 aC fino al 1500 aC circa. La differenza sostanziale con l'attuale modo di ragionare, diffuso ormai a livello planetario sta nel tipo di pensiero. L'attuale pensiero è “dicotomico” nel senso che esistono solo due alternative logiche una delle quali esclude l'altra: mors tua vita mea, anche a livello mentale. Ciò porta a giustificare la riduzione del femminile come puro oggetto riproduttivo, disprezzato e sfruttato dall'elemento maschile, lo schiavismo, la guerra, lo sfruttamento della natura senza limiti ed “autorizzato” dalla religione di divinità maschili. Il pensiero ispirato alla cultura della Dea Madre è invece un pensiero pacifico e più avanzato, che tutto comprende armonicamente nelle sue polarità: prevede ad esempio sia la vita che la morte ma prevede al tempo stesso il loro superamento nella “rinascita” prendendo spunto dai fenomeni ciclici della natura dove ogni forma di vita, esaurito il suo ciclo vitale, muore per poi ricomparire di nuovo. Per approfondire questa conoscenza bisogna leggere almeno il testo fondamentale di Riane Eisler “Il calice e la spada”, collana Saggi Frassinelli, editore Frassinelli. Consideriamo i due poli maschile e femminile. Sono due principi cosmici alla base di ogni teoria cosmogonica tradizionale. Nella spiritualità moderna la “unione” o sintesi di questi due principi è il passaggio fondamentale per rinnovare la società umana oltre che sè stessi. In altre parole è il punto centrale della nostra evoluzione umana e sociale. Per tornare al culto della Dea Madre Riane Eisler si rifà alla archeologa che ha scoperto e studiato le centinaia di siti archeologici, come quello di Cucuteni, che testimoniano del culto della Dea Madre: Marija Gimbutas, The Goddesses and Gods of Old Europe 6500-3500 B.C., University of California Press, Berkeley and Los Angeles 1982. Significativamente il sottotitolo de “il calice e la spada” è : “Our History, our Future”. Il Bioregionalismo si propone di ricomporre questa tragica frattura con la nostra tradizione migliore che purtuttavia è forte e viva sotto la superficie irrazionale e violenta della modernità.

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