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==Lo Stato-Nazione dentro di noi==
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Norbert Elias è una figura eminente della sociologia del Novecento. Anche se "sottoutilizzata" perchè scomoda. Ha studiato il "Processo di civilizzazione" dell'Occidente, dal primo Medioevo dei guerrieri-cavalieri feudali fino alle corti assolutiste ed alla formazione degli Stati-Nazione, usando la Francia come modello per la sua "linearità". Le due opere di riferimento sono "La civiltà delle buone maniere" e "Potere e civiltà", edite da Il Mulino, Bologna. Ha analizzato bene il processo di formazione delle "unità di dominio" (stati-nazione moderni, imperi, imperi coloniali) che lui chiama "figurazioni" storico-sociali.
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Norbert Elias è una figura eminente della sociologia del Novecento. Anche se "sottoutilizzata" perchè scomoda. Ha studiato il "Processo di civilizzazione" dell'Occidente, dal primo Medioevo dei guerrieri-cavalieri feudali fino alle corti assolutiste ed alla formazione degli Stati-Nazione, usando la Francia come modello per la sua "linearità". Le due opere di riferimento sono "La civiltà delle buone maniere" e "Potere e civiltà", edite da Il Mulino, Bologna. Ha analizzato bene il processo di formazione di quelle che definisce "''unità di dominio''" (cioè gli stati-nazione moderni, gli imperi, e gli imperi coloniali) che lui chiama "figurazioni" storico-sociali.
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L'ascesa della borghesia inizia tra l'alto e il basso medioevo quando si avvia il processo di centralizzazione monarchica che porterà alle monarchie assolutiste. Quindi alla triade re, nobiltà, borghesia, i cui rapporti variano a seconda degli stati nazionali moderni (non ci sono leggi univoche...): in Francia è lineare con frattura finale, in Inghilterra è morbida e continua, in Germania strana e incompleta. Quelli che contano sono i ceti o stati (Stand), primo (preti), secondo (aristocrazia), terzo (che comprende in un blocco dinamico elite borghese, medio, artigiani, lavoratori). In pratica la borghesia ha favorito da subito la formazione di uno stato centralizzato, burocratizzato ( i suoi migliori figli erano funzionari del re), assolutista (autoritario), che poi essa stessa ha inglobato in un sistema erroneamente definito "capitalismo". Per questo l'analisi delle classi di Marx è tutta sbagliata. Ed è sbagliato il ruolo di "liberazione" che Marx assegna alla borghesia ed al capitalismo. Il "gigante del pensiero" Karl Marx non si era accorto che la borghesia, nei suoi starti superiori aveva concorso alla creazione delle monarchie assolutiste, e quindi poi degli stati nazione che ne erano in varie maniere derivati. Ancora più importante è la precisa analisi delle modifiche comportamentali di tutti gli individui, soprattutto a partire dal 1500: la costruzione di un Super-Io che rispecchia l'unità di dominio rapresentata dallo stato-assolutista (Leviathan). Non sono i cittadini a  costituire lo stato (Hobbes) ma la corte assolutista che costruisce lo "Io" e il "Super-Io" di tutti i cittadini. Queste le argomentazioni di Elias. Molto pratiche da usare nel quotidiano oggi. Come vedi "stato e rivoluzione" di Lenin, e le rozze teorie di Bakunin, si possono completamente rivedere, criticamente, alla luce di questa analisi storica.
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L'ascesa della borghesia inizia tra l'alto e il basso medioevo quando si avvia il processo di centralizzazione monarchica che porterà alle monarchie assolutiste. Quindi alla triade re, nobiltà, borghesia, i cui rapporti variano a seconda degli stati nazionali moderni (non ci sono leggi univoche...): in Francia è lineare con frattura finale, in Inghilterra è morbida e continua, in Germania strana e incompleta. Quelli che contano sono i ceti o stati (Stand), primo stato i preti (stratificati in vari ordini), secondo stato la aristocrazia (anch'essa stratificata), terzo stato un blocco dinamico che comprende la elite superiore dei funzionari statali o noblesse de robe, alta borghesia finanziaria e commerciale, strato medio, artigiani, lavoratori che tentano di risalire la scala sociale). In pratica la borghesia ha favorito da subito la formazione di uno stato centralizzato, burocratizzato ( i suoi migliori figli erano funzionari del re), assolutista (autoritario), che poi essa stessa ha inglobato in un sistema erroneamente definito "capitalismo". Per questo l'analisi delle classi di Marx è tutta sbagliata. Ed è sbagliato il ruolo di "liberazione" che Marx assegna alla borghesia ed al capitalismo. Il "gigante del pensiero" Karl Marx non si era accorto che la borghesia, nei suoi strati superiori, aveva concorso con i suoi uomini  migliori, alla creazione delle monarchie assolutiste, e quindi poi alla formazione degli stati-nazione che ne erano in varie maniere derivati. Ancora più importante è la precisa analisi che NE fa delle modifiche comportamentali di tutti gli individui, soprattutto a partire dal 1500: la costruzione di un Super-Io che rispecchia l'unità di dominio rappresentata dallo stato-assolutista (il Leviathan di Hobbes che nasce nel 1588). Non sono i cittadini a  costituire lo stato (come dice Hobbes) ma è la corte assolutista che costruisce lo "Io" e il "Super-Io" di tutti i cittadini, la loro coscienza conscia (IO) e inconscia (SUPER-IO). Queste le argomentazioni di Elias. Illuminanti per capire il nostro quotidiano oggi. Come si vede le rozze teorie di Bakunin e di Lenin ("''Stato e rivoluzione''") si possono completamente rivedere, criticamente, alla luce di questa analisi storica.

Versione corrente delle 09:16, 18 gen 2014

Lo Stato-Nazione dentro di noi

Norbert Elias è una figura eminente della sociologia del Novecento. Anche se "sottoutilizzata" perchè scomoda. Ha studiato il "Processo di civilizzazione" dell'Occidente, dal primo Medioevo dei guerrieri-cavalieri feudali fino alle corti assolutiste ed alla formazione degli Stati-Nazione, usando la Francia come modello per la sua "linearità". Le due opere di riferimento sono "La civiltà delle buone maniere" e "Potere e civiltà", edite da Il Mulino, Bologna. Ha analizzato bene il processo di formazione di quelle che definisce "unità di dominio" (cioè gli stati-nazione moderni, gli imperi, e gli imperi coloniali) che lui chiama "figurazioni" storico-sociali. L'ascesa della borghesia inizia tra l'alto e il basso medioevo quando si avvia il processo di centralizzazione monarchica che porterà alle monarchie assolutiste. Quindi alla triade re, nobiltà, borghesia, i cui rapporti variano a seconda degli stati nazionali moderni (non ci sono leggi univoche...): in Francia è lineare con frattura finale, in Inghilterra è morbida e continua, in Germania strana e incompleta. Quelli che contano sono i ceti o stati (Stand), primo stato i preti (stratificati in vari ordini), secondo stato la aristocrazia (anch'essa stratificata), terzo stato un blocco dinamico che comprende la elite superiore dei funzionari statali o noblesse de robe, alta borghesia finanziaria e commerciale, strato medio, artigiani, lavoratori che tentano di risalire la scala sociale). In pratica la borghesia ha favorito da subito la formazione di uno stato centralizzato, burocratizzato ( i suoi migliori figli erano funzionari del re), assolutista (autoritario), che poi essa stessa ha inglobato in un sistema erroneamente definito "capitalismo". Per questo l'analisi delle classi di Marx è tutta sbagliata. Ed è sbagliato il ruolo di "liberazione" che Marx assegna alla borghesia ed al capitalismo. Il "gigante del pensiero" Karl Marx non si era accorto che la borghesia, nei suoi strati superiori, aveva concorso con i suoi uomini migliori, alla creazione delle monarchie assolutiste, e quindi poi alla formazione degli stati-nazione che ne erano in varie maniere derivati. Ancora più importante è la precisa analisi che NE fa delle modifiche comportamentali di tutti gli individui, soprattutto a partire dal 1500: la costruzione di un Super-Io che rispecchia l'unità di dominio rappresentata dallo stato-assolutista (il Leviathan di Hobbes che nasce nel 1588). Non sono i cittadini a costituire lo stato (come dice Hobbes) ma è la corte assolutista che costruisce lo "Io" e il "Super-Io" di tutti i cittadini, la loro coscienza conscia (IO) e inconscia (SUPER-IO). Queste le argomentazioni di Elias. Illuminanti per capire il nostro quotidiano oggi. Come si vede le rozze teorie di Bakunin e di Lenin ("Stato e rivoluzione") si possono completamente rivedere, criticamente, alla luce di questa analisi storica.

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