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Elezioni a Padova - Gennaio 2017

Verso elezioni amministrative a Padova per sostituire la giunta Bitonci, leghista e salviniano di ferro, ma anche verso le elezioni nazionali dopo la sconfitta di Matteo Renzi al Referendum Costituzionale del 4 Dicembre 2016. Quali strategie seguire in entrambi i casi, quali gli scenari possibili, quali le novità della situazione politica nazionale e locale nel 2017, quali le possibili innovazioni?

Una situazione senza scelta

Per chi si pone nella prospettiva di quella vasta area di centrosinistra che vuole garanzie democratiche, garanzie di lavoro e aperture liberali verso le sfide della post-modernità. la situazione è drammatica. Una destra xenofoba e autoritaria preme per alleanze con Putin e Trump, a cui potrebbe aggiungersi Erdogan, senza nessuna preoccupazione per l'ambiente che è invece il principale problema economico, culturale, di pura sopravvivenza. Un centrodestra frazionato come tutte le forze politiche propone una prassi liberista sulle tracce della fallimentare politica economica di Berlusconi. C'è poi il PD che è un partito di centro con una politica ancora più liberista di quello della destra. C'è poi il M5S che ha invece l'unico valido programma sull'ambiente e la proposta importante del reddito di cittadinanza, e una intenzionalità ad agire concretamente contro una corruzione che ha raggiunto livelli intollerabili per l'attuale economia capitalistica, colpita da una stagnazione di lungo periodo. Sullo sfondo la questione dei rapporti con la UE e con l'Euro, cornice oggi di tutte le possibili politiche economiche. Al M5S vengono inputati come gravi difetti la struttura del non-partito controllato di fatto dalla diarchia Grillo-Casaleggio (junior) e soprattutto la sua totale chiusura ad ogni forma di alleanza con altri partiti. Ci sono poi gruppi di sinistra (Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista) che non sembra abbiano la fitness politica necessaria a sopravvivere.

La Coalizione Civica proposta da Padova2020

Padova2020 è una associazione che ha totalizzato due anni fa con la sua lista civica il 10% di voti padovani. Prima di presentarsi come lista aveva appoggiato il proprio candidato sindaco, Francesco Fiore, alle primarie del PD, contro il rappresentante ufficiale Ivo Rossi. La sostanziale spaccatura apertasi nel centrosinistra aveva favorito l'ascesa di Bitonci, leghista di ferro. La disgregazione della maggioranza tra Lega e FI, causata dagli atteggiamenti del sindaco, autoritari e "strani", privi di capacità di mediazione, ha portato dopo due anni alla caduta della giunta. La "struttura" del PD padovano è quella di una ex maggioranza legata a Bersani (l' ex sindaco Zanonato) convertitasi al renzismo per "forza di cose". La presa del partito sul territorio, i suoi circoli culturali, la sua iniziativa nelle situazioni di lotta, i suoi iscritti, sono in forte declino. Adesso Padova2020 propone in modo aperto e collaborativo una coalizione civica che faccia fronte ai problemi padovani ed al pericolo di una rimonta leghista, a patto che non siano presenti i simboli dei partiti che vi aderiscono. Il superamento della logica di partito è un'idea fantastica, sicuramente una necessità storica, ed è lodevole affermarla, anche iniziando dalla richiesta di oscurare i simboli di ogni partito. Ma è una richiesta che viene fatta soprattutto al PD (che è rimasto più renziano di prima) ed al M5S che rifiuta per statuto (e per diffidenza) ogni alleanza. Vediamo come procede questo tentativo politico. Da subito Padova2020 raccoglie l'adesione di SI (Sinistra Italiana che non comprende tutta la ex SEL) e di Rifondazione Comunista. Raccoglie tuttti quelli che "sono alla sinistra del PD", o che sono quella parte di PCI che non si è amalgamata nel PD. Il primo scontro è con il M5S che tramite il suo capogruppo in Regione Veneto sconfessa in modo arrogante e offensivo l'iniziativa di Padova2020. Alla chiusura del M5S Padova2020 risponde con il suo portavoce (un ex SEL e figlio di un ex PCI) elencando tutti i possibili punti fallaci (tanti) del M5S e scavando la sua parte di fossato (probabilmente incolmabile). Restano invece aperti i contatti con l'area PD, i suoi personaggi locali e le varie correnti. Dove può portare questo? Probabilmente da nessuna parte, come due anni fa con le primarie dove Padova2020 chiedeva di eleggere assiema al PD un "suo" sindaco, Francesco Fiore, scatenando un ginepraio che ha diviso a metà l'area del centrosinistra e lasciato dubbi da una parte e dall'altra. Questa "nullità" di azione politica si spiega con la nullità politica attuale del PD, frantumato, privo di contatti col territorio e la sua stessa base elettorale, senza un programma politico, battuto definitivamente col Referendum nella sua resistibile ascesa renziana. I pezzi che stavano uniti nella prospettiva di "vincere" potranno rimanere insieme solo il tempo per sperare in una dignitosa "ritirata strategica". Ma la terza via di Tony Blair, impugnata da Matteo Renzi e sponsorizzata dalla JPMorgan di cui Tony Blair attualmente è consulente, avrà bisogno di qualche tempo per ripresentarsi alla opinione pubblica italiana. Questo PD che prospettive offre allora a Padova2020 ed ai suoi alleati di SI e Rifondazione Comunista? Valutiamo ad esempio la questione centrale in ogni logica di buon politichese: quale sindaco viene proposto dagli uni e quale eventualmente dagli altri? I rumours dicono che sia Francesco Bicciato per Padova2020. Francesco Bicciato è stato un assessore PD all'ambiente, molto apprezzato e pieno di iniziative, nella giunta Zanonato (PD) che poi sembra l'abbia scaricato. Bicciato ha poi lavorato all'estero, anche per l'ONU sempre sul tema dell'ambiente. Questo un breve abstract del Mattino di Padova del 14 ottobre 2015. Notare la notazione "tridente Zanonato-Rossi-Giaretta": "Anche l’ex Rettore Zaccaria al summit del Pd. Venerdì scorso, nella sede del Partito Democratico in via Beato Pellegrino, c’è stata una riunione al quale hanno preso parte, oltre ai segretari, parlamentari, consiglieri regionali e comunali, anche l'ex sindaco Flavio Zanonato, l'ex senatore Paolo Giaretta, l'ex vicesindaco reggente Ivo Rossi, l'ex assessore Francesco Bicciato e l'ex rettore Giuseppe Zaccaria. La presenza di Bicciato e Zaccaria non è passata inosservata, così come l’intenzione del tridente Zanonato-Rossi-Giaretta di voler ancora dettare tempi e agenda ai segretari e al gruppo consiliare, che invece hanno preteso autonomia e indipendenza". E' evidente che Padova2020 con una eventuale candidatura di Bicciato si inserisce nel ginepraio delle correnti e dei più biechi personalismi del PD, che ne rappresentano la totale mancanza di fitness politica. Questo tentativo è stato fatto nel 2014 con la partecipazione di Padova2020 alle primarie del PD. Continuarlo oggi nom ha molto senso se si crede ancora all'evidenza empirica. Ma esistono altre strade se quella del M5S è chiusa da entrambe le sponde?

Una innovazione valida anche a livello nazionale

Per chi come me è originario della sinistra tradizionale italiana (PCI e PSI), che però di fatto non esiste più, è difficle accettare una realtà come il M5S. Soprattutto quello che più disturba è che il M5S manchi di una cornisce teorica adeguata alla realtà sociale che si vuole modificare. Ma le vecchie cornici teoriche sono franate per sempre (marxismo) e sono sulla via per franare (liberismo economico). Guardiamo allora nel concreto quali sono gli spunti che il M5S offre e che il PD non offre

  1. Ambiente. Il governo Renzi ha proposto Trivellazioni, Inceneritori, ulteriori Cementificazioni, il Ponte sullo Stretto. Tutte proposte contro cui l'unica forza di opposizione è stato il M5S
  2. Lavoro e Occupazione. Al Jobs Act del PD il M5S contrappone il reddito di Cittadinanza che andrebbe studiato in profondità
  3. Corruzione e Problema delle Banche. Anche qui il M5S è stata l'unica forza di opposizione valida al PD
  4. Riforma Costituzionale e Legge Elettorale. Il M5S è stata la più valida forza di opposizione al PD

Come si fa, a Padova, trattare con un partito che ha appena proposto, quasi all'unanimità, una Legge Costituzionale abominevole e una Legge Elettorale come l'Italicum? Come si fa, Padova2020? È invece più facile trovare un accordo col M5S sui punti di programma esposti sopra, o su altri come nel caso "locale" della amministrazione pubblica della Città di Padova. Dunque Padova2020 ed i suoi alleati possono perfezionare il loro programma di governo cittadino, avanzato e partecipato, e farne la base per chiedere al M5S di inserire nel suo programma i punti che la Coalizione Civica considera irrinunciabili, fornendo il suo supporto progettuale alla realizzazione dei punti concordati. Padova 2020, con la sua Coalizione Civica, potrebbe quindi appoggiare dall'esterno la giunta del M5S. In altre parole o si va (alla sconfitta) con il PD o si va con il M5S, che ha una larga base tra i giovani, e una larga base tout cour. Il problema della non disponibilità del M5S ad alleanze si può risolvere semplicemente rinunciando come Padova2020 ad un proprio sindaco e con questo eliminando ogni tradizionale logica politichese, rompendo definitivamente con il PD e fugando in tal modo tutti i sospetti che impedivano un dialogo con i simpatizzanti del M5S e la sua base elettorale. Questo non è un viaggio garantito verso il Paradiso, ma è un realistico spiazzamento di una classe politica corrotta di cui si continuano ad alimentare i meccanismi psicologici. Se si vuole eliminare la logica dei partiti è necessario farlo per primi (Padova2020), intessendo relazioni profonde col territorio e i suoi problemi reali. Quindi smarcarsi coraggiosamente dal PD servirà ad aprirsi al M5S. Con il quale si aprirà una sfida basata sui programmi e sul legame col territorio. Roma, Parma, Torino e Padova potrebbero essere esperienze politiche dove si forgia un nuovo rapporto tra Istituzioni e Territorio, un rapporto in cui prevalgono le alleanze territoriali locali sugli accordi nazionali tra partiti.

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