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Da Ortosociale.

  • 16 giugno 2010 - Washington - Obama dichiara dalla sala ovale che l'energia pulita e' una missione nazionale, come nel passato la II guerra mondiale, la nuova frontiera, la corsa allo spazio. Prendendo spunto dalla marea nera del Golfo del Messico e criticando aspramente la "irresponsabilità" della BP, condannata a risarcire i danni causati, Obama dichiara che "Il futuro dell'energia pulita e' adesso". Secondo gli scienziati federali il flusso di greggio che fuoriesce dai fondali del Golfo del Messico arriva a 60mila barili al giorno, pari a una Exxon-Valdez ogni quattro-sei giorni. Obama ha esortato a sbloccare la legge sull'energia ferma al Senato da mesi : "davanti ai nostri occhi ci sono le conseguenze dell'inazione: per comprare petrolio mandiamo quasi un miliardo di dollari della nostra ricchezza, ogni giorno, in paesi stranieri. Intanto guardiamo oggi al Golfo del Messico diventato un sistema di vita minacciato da una marea di petrolio". Obama ha paragonato la crisi del Golfo alla guerra al terrorismo ed alla recessione mondiale.
  • 12 giugno 2010 - Londra - Tensione tra i governi USA e UK a causa della marea nera in cui è implicata la BP, compagnia inglese? Johnson ha detto: "La retorica anti-britannica che pare permeare in questi giorni gli Usa mi preoccupa seriamente. Questa faccenda inizia ad assumere i contorni di un problema nazionale dal momento che una grande compagnia britannica viene presa costantemente d'assalto a livello internazionale". Ricordiamo a proposito che è stata la BP a costruire l'oleodotto che attraversa l'Alaska, territorio degli USA, e che a sua tempo fu aspramente combattuto dagli ambientalisti americani e internazionali.
  • 7 giugno 2010 - Secondo il Washington Post il costo totale del disastro ecologico del Golfo del Messico si aggira a circa 25,8 miliardi di euro, pari alla manovra finanziaria di Tremonti. Il calcolo è stato fatto dagli analisti di Credit Suisse pubblicati oggi in prima pagina sul WP. I costi sono così ripartiti, in milioni di dollari:
  1. 990 milioni le operazioni di chiusura del buco
  2. dagli 11 ai 17 miliardi per le successive spese di pulitura del Golfo
  3. 14 miliardi per risarcire i danni enormi della marea nera alla pesca ed al turismo
  4. totale: dai 26 ai 33 miliardi di dollari circa
  • 30 maggio 2010 - La marea nera nel Golfo del Messico "é verosimilmente la peggior catastrofe ecologica degli Stati Uniti": lo ha detto, al talk show della Nbc 'Meet The Press', Carol Browner, responsabile della Casa Bianca per l'ambiente. Crescono le polemiche in Lousiana perche' le autorita' locali, smentite da Bp, sostengono che la BP, la multinazionale del petrolio, ha organizzato soccorsi da operetta in occasione della visita di Obama su una spiaggia di Grand Isle. Il Dipartimento della Giustizia americano ha mosso i primi passi verso un'azione penale contro Bp per i comportamenti prima e dopo il disastro. Con la marea nera sembra vacillare la fiducia degli americani nella scienza, un fiducia quasi cieca finora. Andrew Kohut del Pew Research Center ritiene che un numero crescente di americani stia cambiando idea sulla scienza e ritenga che non sia più vera la credenza che "qualunque cosa succeda troveremo una soluzione".
  • 1 maggio 2010 - Luisiana. L'esplosione della piattaforma Deepwater Horizon che estrae petrolio per la BP (British Petroleum) al largo delle coste della Luisiana si rivela un disastro ecologico peggiore di quello causato dalla famigerata petroliera Exxon Valdez che nel 1989 scaricò in mare 40 mila tonnellate di greggio contaminando 1.600 chilometri di costa e scatenando 38 mila azioni legali. Sono 200.000 i litri di greggio emessi ogni giorno dalle falle sottomarine in Luisiana. Bob Kennedy Jr, figlio di Rfk (Robert Fitzgerald Kennedy), si occupa da anni di difesa della natura tramite l'organizzazione ecologista Waterkeeper Alliance. Come avvocato specializzato in questioni ambientali rappresenta alcuni pescatori della Louisiana che chiedono già milioni di dollari di risarcimento danni alle aziende responsabili dell'incidente. Ha criticato il presidente Obama sostenendo che: "Il governo è responsabile perché non ha fatto nulla sul fronte della sicurezza, comportandosi come George Bush. I danni provocati dallo scoppio della piattaforma petrolifera offshore sono gravissimi. Non si è agito in modo adeguato sul fronte del controllo e delle regole. Durante la presidenza Bush sono state accontentate le lobby dei petrolieri con la cancellazione di ogni norma che garantisse la sicurezza. In Europa invece ci sono delle procedure che da noi non esistono. L'attuale governo non ha fatto nulla per cambiare strada". D'altra parte il presidente Obama ha annunciato di aver chiesto a Ken Salazar, ministro dell'Interno, di far rapporto entro 30 giorni sulle tecnologie e le precauzioni da prendere per evitare il ripetersi di incidenti come questi. La Casa Bianca ha congelato nel frattempo i piani di nuove esplorazioni offshore mentre la Bp, responsabile del disastro perché era suo il petrolio del pozzo esploso, ha dichiarato: "Non metteremo ostacoli".

Nota di ortosociale.org

Nota di ortosociale.org

Dice la BP: "Non metteremo ostacoli". Bontà loro!

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