LaTempesta

Da Ortosociale.

I temi che si intrecciano sono

  • gli affari di stato, il potere e la sete di potere, scatenano la sequenza causale dei fatti che alla fine si ricompongono in un equilibrio di apparente giustizia
  • l'amore filiale, l'amore di coppia, l'amore per la libertà (Ariel)
  • il colonialismo, Caliban, il linguaggio, la supremazia della cultura europea occidentale, la scienza moderna che si affaccia
  • la natura con i suoi spiriti liberi che vogliono essere liberi
  • la vita come pericolosa parodia di ubriachi: Trinculo, Stefano, Caliban, Ariel
  • la vita come rappresentazione, con le sue scene, le sue agnizioni, le scomparse per morte presunta, la musica, i quadri coreografici con tutte le miscele di personaggi. Insomma il famoso teatro nel teatro
  • la inevitabile dissoluzione di tutto questo come la fine di un sogno sognato (l'angoscia di Amleto tradotta dal metafisico: essere/non essere al concreto: vita/non vita)

Sul tema del potere sottolineo il notevole discorso di Gonzalo, consigliere del re di Napoli Antonio, nel quale traccia un quadro di vita sociale completamente diverso dal "dover fare burocratico compulsivo", un quadro simile a quello taoista, un anticipo della moderna Decrescita.
Sul tema di Caliban è notevole come il "bruto" si difenda con vigore e ragione argomentando i suoi diritti sull'isola. E difende il suo "attentato alla virtù" di Miranda con l'onesto intento di popolare l'isola. Mentre il civile Ferdinando, cicisbeo innamorato corrisposto da Miranda, deve tenere a freno la sua lussuria. Ferdinando è il contraltare di Caliban nel suo rapporto con Miranda. Come con Caliban, Prospero lo fa sgobbare per saggiarne la tempra e lo tiene a freno nei suoi appetiti sessuali. Il tentativo di Caliban di detronizzare Prospero è l'unico momento di vera apprensione per il principe dell'isola, in genere molto più preoccupato della resa scenica dei quadri e dei personaggi che costruisce grazie ad Ariel. All'accusa della sua inferiorità nell'uso del linguaggio, Caliban ne mostra il lato negativo capovolgendo la sua funzione positiva in maledizione e bestemmia. Caliban è un irriducibile che ha l'unico difetto di essere figlio di una classica ma molto potente strega (che per definizione avevano rapporti di sesso con il diavolo). Che fine farà Caliban?
Il tema di Trinculo e di Stefano, personaggi popolari che navigano nella storia senza scopi precisi, accompagnato dal vino con la sua ebbrezza, dal vino che fanno bere anche a Caliban in uno slancio di generosità egalitaria, dal vino con la sua realtà illusoria, è presente in molte opere di Shakespeare. Nelle allegre comari di Windsor c'è il personaggio di un nobile squattrinato, "landlord" in via di sostituzione da parte di una più solida borghesia. Nella dodicesima notte, in Enrico IV e in Enrico V, abbiamo Falstaff, un personaggio di grande complessità, buffo, comico, surreale, letale uomo d'armi e compagnone allo stesso tempo. E' un personaggio sovversivo, fuori dagli schemi, che distrugge l'ordine naturale delle situazioni. Qui come in "Sogno di una notte di mezza estate" abbiamo dei popolani ingenui che entrano nella storia ufficiale con la loro storia personale da recitare con il cappello in mano. Storie tragiche su cui tutti ridono. Nell'Amleto invece i popolani sono sostituiti da attori professionisti che devono recitare una storia vera, il film dell'assassinio del re di Danimarca padre di Amleto. Nella tempesta invece si alleano con il legittimo erede dell'isola per diventarne i proprietari: Caliban gli promette che troverà loro ogni verdura, pascolo, fontana. Come Shakespeare riesca ad fondere tra loro tutto questo è parte della sua magia.

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