Cinema07

Da Ortosociale.

Commento di Steve Imparato, Washington Post

Il film racconta l'esperienza personale dell'allora giovane Colin. Si tratta di un documentario veloce, senza particolari momenti di estasi, con un continuo cambio di scena ed un ritmo velocissimo. L'interesse è tutto incentrato sui personaggi per capire chi fossero veramente. Intendo dire Marylin e Olivier. Parliamo di Marylin. Nel film la recitazione alquanto strana la fa passare per una ragazza debole e gentile, anche piuttosto sprovveduta, in mano a dei marpioni che la maltrattano, la drogano, la usano. Gli occhi di lei, cerulei, sono sempre piuttosto stupiti come a chiedersi cosa fa a questo mondo. Tranne quando con grinta yankee chiede al giovane Colin: "Tu da che parte stai?". La "capace di intendere e di volere" Marylin pilota l'abile Colin nella difficile mediazione con la cultura teatrale inglese. Quella che prevarrà sarà la sua apparente, splendida, erotica in quanto innocente, spontaneità. Quel "suo modo di fare" che le ha conquistato l'entusiasmo di un pubblico sia maschile che femminile.
Ma chi era veramente Marylin? Sicuramente una persona di intelligenza, volontà e sentimenti non comuni, oltre che un artista capace di librarsi sulle corde sospese del circo dello spettacolo. Nella sua biografia ci sono gli uomini più importanti dell America del tempo, Joe di Maggio, eroe e mito popolare del baseball, che per sempre le rimase legato. Arthur Miller, l'unico drammaturgo yankee. I due Kennedy, personaggi storici e fuori degli standard. La sua morte misteriosa molti la vedono dovuta alla sua onestà ed alla sua posizione al centro del potere politico. Aveva scoperto qualcosa e voleva parlarne per scrupolo, poteva farlo, era pericolosa. Quindi in lei c'era una dichiarata intenzione di normalità, come nel suo matrimonio con Miller che avrebbe dovuto essere un matrimonio medio di una sana famiglia americana degli anni 50, con figlio. Questo contrasta solo superficialmente con la dichiarazione di Tony Curtis: "E' matta come un cavallo". Sicuramente la madre che la lascia per entrare in una clinica psichiatrica potrebbe non essere stato un fattore casuale. Tutti questi elementi si sono fusi nella sua individualità unica, unica come quella di tutti i suoi spettatori. Per concludere anzichè finire con la frase di Prospero dalla Tempesta di Shakespeare ("Gli uomini sono fatti della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni"), si potrebbe accostare il principe Amleto alla ballerina Marylin, lasciando dire a Polonio "C'è un fil di senno nella tua pazzia".

Commento di Bebella

E Neil Simon e Tennessee Williams dove li lasciamo??????

Commento di Steve Imparato Imparato, Washington Post

Doverosa precisazione di Bebella (il grassetto è nell'originale). Entrambi sono anche drammaturghi.

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