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                        "*": "Ricomposizione di Produzione e Consumo in un nuovo modello socioeconomico\nDicembre 2023\n==Premessa==\nDicembre 2023. Questa breve relazione individua nella ricomposizione teorica e pratica di Produzione e Consumo una via di uscita alla crisi dell\u2019attuale modello socioeconomico. Quali sono i possibili attori di questa \u201cTransizione\u201d, o meglio di questa \u201cTrasformazione\u201d?  Per scoprirlo ho utilizzato 4 fonti. La prima \u00e8 il Manifesto di Ottobre 2023 che elenca gli attori possibili: \u201c''si pu\u00f2 costruire un\u2019agenda condivisa da un ampio spettro di forze politiche, di movimenti, di soggetti associativi e alleanze civiche, di attori del terzo settore e, non da ultimo di sindacati''.\u201d. L\u2019Agenda condivisa proposta dal manifesto ha l\u2019obiettivo di ricostruire una Economia Fondamentale che soddisfi i bisogni \u201cfondamentali\u201d dell\u2019intera societ\u00e0 nazionale. La seconda fonte sono due Documenti del Terzo Congresso nazionale di USB (Novembre 2022) che ripropongono la centralit\u00e0 delle lotte dei lavoratori anche sul territorio. Queste lotte secondo USB vanno a costruire un intero blocco sociale con gli altri settori che lottano per i loro diritti \u201csociali\u201d come studenti, giovani, donne, anziani, immigrati, fasce deboli, intellettuali. In questa convergenza vedo l\u2019unificazione viva e reale dei lavoratori produttori con i cittadini consumatori che disegnano i loro bisogni di istruzione, formazione, salute, abitazione, e di tutte le infrastrutture essenziali intese come beni comuni. Questi \u201ccittadini\u201d, che comprendono gli stessi lavoratori, si incontrano con i lavoratori nel disegno complessivo dei beni comuni necessari alla riproduzione sociale. In questo Disegno non si pu\u00f2 prescindere da una decisa Decrescita di produzione e consumo per rispettare i limiti del pianeta e ridurre l\u2019impronta ecologica dell\u2019umanit\u00e0, dell\u2019umanit\u00e0 pi\u00f9 ricca in primis. Le terza fonte \u00e8 \n*[https://ortosociale.org/notizie/ComuneInfoDICEA.pdf la Ricerca-Azione di DICEA e Fairwatch a Roma sui Poli Civici] edita da [https://comune-info.net/la-capitale-che-ce-gia/ Comune-info]\nQuesto documento DICEA-Fairwatch \u00e8 la sintesi delle altre due fonti che riunisce in un progetto organico sperimentale basato sulla ricerca di casi studio e sulla costruzione di prototipi. Il metodo che propongo con convizione \u00e8 appunto quello della ricerca-azione sociologica e antropologica che potrebbe rendere \u201cscientifica\u201d la trasformazione sociale, basata sinora sulla violenza, l\u2019approssimazione ideologica, la manipolazione culturale. Nel [[#Individui, micro-societ\u00e0 familiari, gruppi sociali, comunit\u00e0 territoriali su scale crescenti | punto 5 ]] evidenzio il ruolo centrale che in questo processo assumono le relazioni familiari e la direzione in cui stanno rapidamente evolvendo e dissolvendo. La quarta fonte \u00e8 un rapporto Istat di settembre 2023 (vedi link al punto 4) che fornisce il quadro nazionale di quelle che chiamo \u201cmicrosociet\u00e0\u201d familiari. Queste microsociet\u00e0 sono i veri attori e costruttori, oggetti e soggetti, della Trasformazione.\n\n==Necessit\u00e0 di superare il Modello socio-economico basato sul mercato capitalistico e sulla crescita infinita==\nDue problemi sono decisivi per la sopravvivenza stessa dell\u2019umanit\u00e0: il Cambiamento Climatico dovuto all'immissione di gas serra nell'atmosfera e la Crisi Ecologica che causa la sparizione di specie viventi e danni all\u2019intero ecosistema planetario. Queste due crisi sono intrecciate tra loro e direttamente collegate alle attivit\u00e0 umane che vengono oggi classificate come produzione e consumo. Il sistema socioeconomico \u00e8 responsabile della produzione e del consumo che genera per potersi riprodurre; questo sistema, lo si chiami capitalismo o in altri modi, si \u00e8 esteso all\u2019intero pianeta e la sua necessita di una crescita continua si scontra con i limiti del pianeta stesso. Produzione e consumo dunque continuano a crescere e in parallelo crescono sempre pi\u00f9 l\u2019impronta ecologica delle societ\u00e0 umane e l\u2019emissione di CO2, che invece dovrebbero essere ridotte. Per questo serve una fase storica di transizione e di profonda trasformazione del modello socio-economico basato sul mercato e sulla mercificazione di ogni bene e servizio. Le istituzioni, i governi, le autorit\u00e0 culturali e spirituali, persino grandi finanzieri come Soros o potenti multinazionali, riconoscono a parole questi due problemi terribili, ma sono reticenti a prendere decisioni serie. Essi temono di inceppare il meccanismo della Crescita che garantisce il loro potere economico, politico, culturale. L\u2019Unione Europea ad esempio propone un forte incremento della agricoltura biologica, il passaggio ad una ''economia circolare'', la coesione sociale, ma il ''Business continua as usual'' (BAU). Essi inoltre non sanno risolvere i gravissimi problemi geopolitici in cui si dibattono, come la guerra in Ucraina e quella recente tra Israele e Palestinesi. Tra queste istituzioni l\u2019unica clamorosa eccezione \u00e8 quella di papa Francesco che pare l'unica figura mondiale capace di pensare e proporre soluzioni politiche e umanitarie adeguate. I poteri politici ed economici \u201cforti\u201d, tra cui le multinazionali dell\u2019Energia, pur nella piena consapevolezza del disastro ecologico incombente da oltre 50 anni, non si sono impegnati ad arginare tale catastrofe e continuano indiscriminatamente a distruggere risorse naturali come le foreste e a sversare nell\u2019ambiente CO2, gas climalteranti, rifiuti dannosi. \u00c8 questa evidente mancanza di responsabilit\u00e0 e di capacit\u00e0 che rende necessario promuovere un\u2019azione dal basso da parte dei cittadini per imporre la salvezza ecologica e la Pace tra le nazioni: un bene che nessuna Istituzione \u00e8 mai riuscita a garantire. \u00c8 necessario suscitare consapevolezza e stimolare azioni dei cittadini per affrontare e risolvere i problemi sociali e ambientali, mobilitandosi nel duplice ruolo di produttori (cio\u00e8 di lavoratori organizzati dai vari sindacati) e di consumatori (cio\u00e8 di cittadini bisognosi di servizi e di sicurezza ambientale e sociale) organizzati in associazioni che premono su istituzioni politiche, governi, partiti, amministratori locali. Per rendere efficace questa azione dal basso \u00e8 necessario superare la scissione fra i due ruoli di produttore e di consumatore che si possono fondere in un impegno realmente democratico di cittadini che partecipano attivamente alla progettazione della Produzione (cosa e come produrre) e della Riproduzione Sociale (o stile di vita). Per Riproduzione Sociale intendo tutte le attivit\u00e0 che si prendono cura di tutta la Comunit\u00e0 a partire dai giovani, dagli anziani e dai pi\u00f9 bisognosi.\n\n==Possibilit\u00e0 di costruire modelli alternativi che sono allo stesso tempo sociali, culturali, economici, politici==\nUn esempio di questa riunificazione si \u00e8 avuto di recente (primavera estate 2023) nell\u2019incontro tra i lavoratori in cassa integrazione della ex GKN di Campi di Bisenzio a Firenze e i giovani attivisti di Fridays for Future. I lavoratori hanno progettato un piano di trasformazione della produzione a favore di una mobilit\u00e0 sostenibile con l\u2019appoggio dei giovani del movimento FFF (Fridays For Future) e dell\u2019Universit\u00e0 di Pisa, a favore dell\u2019intero territorio regionale toscano in cui vivono. Scrivono Filippo Barbera e Andrea Salento, in un articolo sul Manifesto del mese di ottobre 2023 dal titolo \u201c''Se non funziona niente il reddito non basta''\u201d: \u201c''Dobbiamo constatare che affidare la soddisfazione dei bisogni essenziali al mercato \u00e8 un modello di cittadinanza che ha radicalmente fallito. Si apre qui uno spazio di azione decisivo per un riformismo radicale, sul quale si pu\u00f2 costruire un\u2019agenda condivisa da un ampio spettro di forze politiche, di movimenti, di soggetti associativi e alleanze civiche, di attori del terzo settore e, non da ultimo di sindacati. L\u2019intero spazio della economia fondamentale \u2013 dalla sanit\u00e0, all\u2019alimentazione, alla casa, all\u2019assistenza, all\u2019energia, ai trasporti \u2013 \u00e8 da rispettare e rifondare: \u00e8 su un\u2019economia fondamentale accessibile e di qualit\u00e0 che si fonda il benessere condiviso e, in ultima analisi, il grado di civilt\u00e0 di un intero Paese. Come costruirla \u00e8 una questione che riguarda scale territoriali, modelli regolativi e dimensioni organizzative diverse: da quella della auto-organizzazione locale, a quella prettamente politica della regolamentazione e della qualit\u00e0 dell\u2019intervento pubblico su scala nazionale, a quella della costruzione di beni pubblici transnazionali su scala europea. Una sfida del tutto aperta, che dovrebbe essere messa al centro di un\u2019agenda di sinistra''\". Il mercato come unico motore del modello di cittadinanza attuale ha fallito non solo nel soddisfare i bisogni essenziali dei \u201cconsumatori\u201d delle fasce sociali inferiori, classe media compresa (sanit\u00e0, alimentazione, casa, assistenza, energia, trasporti, istruzione), ma ha fallito anche sul versante dei \u201cproduttori\u201d , come nel caso GKN,  nel senso che non \u00e8 riuscito a fornire un lavoro sicuro, non precario, equamente retribuito, che lasci loro il tempo e i modi per rigenerarsi e rigenerare l\u2019intera societ\u00e0 nella sua complessiva auto-riproduzione sociale. L\u2019economista Mariana Mazzucato, professoressa e direttrice dello UCL (University College London), sul Fatto Quotidiano (22 Ottobre 2023), alla domanda: \u201c''Una definizione sintetica dello stato del capitalismo?\u201d risponde: \u201cSiamo in presenza di un sistema pubblico che non \u00e8 proattivo e che pensa solo a mettere dei cerotti, ad aggiustare i guasti del capitalismo; il privato si muove invece solo sul corto termine, sull\u2019ultimo quarto trimestre. La relazione tra pubblico e privato, infine, non \u00e8 simbiotica, ma parassitica. Le consulenze private tengono il \u201cmoccolo\u201d a questa relazione malata''\u201d. Come dice il Manifesto, \u201c''forze politiche, movimenti, soggetti associativi e alleanze civiche, attori del terzo settore''\u201d sono l\u2019energia e l\u2019organizzazione '''esistente''' con cui costruire una rete di cittadinanza attiva e riunificare la coscienza del produttore e del consumatore. Un ruolo fondamentale spetta anche al sindacato che non dovrebbe limitarsi a difendere il posto di lavoro ma promuovere anche la convergenza dei lavoratori-produttori con i cittadini impegnati nel territorio. Ci possono essere serie divergenze come nel caso ILVA di Taranto o come nei casi in cui i pacifisti contestano la produzione e il commercio di armi. L\u2019economia che il Manifesto chiama fondamentale \u00e8 l\u2019economia dei bisogni essenziali per tutti, \u00e8 l\u2019agenda del cosa e come produrre, nell\u2019interesse delle stesse \u00e9lites, che non hanno al momento un altro pianeta che gli fornisca aria pulita, acqua pura, cibo sano. L\u2019economia del lusso e dello spreco, le cui briciole le \u00e9lites illudono di spargere sugli strati sociali sottostanti con il fasullo trickle down, deforma il processo economico e la cultura di massa, distrugge risorse e ambiente, crea disuguaglianze enormi e crescenti. L\u2019economia del lusso a sua volta viene resa possibile e sostenuta dall\u2019enorme economia militare che si procura risorse naturali e forza-lavoro attraverso il colonialismo e l\u2019imperialismo. Per la salvaguardia delle risorse naturali - aria, acqua, suolo - \u00e8 necessario un controllo democratico e un forte coordinamento locale e regionale di produzione e consumo che garantisca un buon livello di autosufficienza territoriale in quelli che sono i bisogni essenziali. Tale controllo democratico, come dice il Manifesto, si estende su \u201c''scale territoriali, modelli regolativi e dimensioni organizzative diverse: da quella della auto-organizzazione locale, a quella prettamente politica della regolamentazione e della qualit\u00e0 dell\u2019intervento pubblico su scala nazionale, a quella della costruzione di beni pubblici transnazionali su scala europea''\u201d. Questa partecipazione, auto-organizzazione, controllo diretto democratico, co-progettazione, autonomia e sussidiariet\u00e0 dal basso verso l\u2019alto, costituiscono ''un modello di cittadinanza radicalmente diverso'' che '''ha gi\u00e0 cominciato a funzionare''' dentro l\u2019attuale modello fallimentare. Questa riunificazione dell\u2019attivismo del cittadino-produttore e del cittadino-consumatore pu\u00f2 essere favorita da un sindacato consapevole di questa sua missione fondamentale. Questa azione verso l\u2019unit\u00e0 antropologica del cittadino trasformer\u00e0 inevitabilmente sia lo stile di vita che il lavoro come oggi \u00e8 configurato in quella che si definisce \u201cla\u201d Produzione di beni e servizi. Per lavoro si intende il lavoro svolto sia nell'economia privata, che vende sul mercato beni e servizi, sia nell\u2019economia pubblica che in parte li fornisce gratuitamente attraverso il Welfare, a sua volta finanziato dalle entrate fiscali. La funzione del sindacato \u00e8 essenziale perch\u00e9 con le sue lotte ha sperimentato storicamente e cercato di mantenere l\u2019unit\u00e0 dei produttori-lavoratori. Ha cercato pure di influenzare partiti politici come il Labour Party in UK, per costruire strumenti pubblici di Welfare, quindi il consumo sociale fondamentale. Purtroppo oggi i Partiti di sinistra in Italia hanno perso da tempo i contatti politicamente significativi con i cittadini-consumatori-produttori della societ\u00e0 reale e appoggiano i neoliberisti nella distruzione progressiva del Welfare (dal lato \u201cconsumatori\u201d) e nell\u2019aumento della precariet\u00e0 del lavoro (dal lato \u201cproduttori\u201d). Vediamo come potrebbe concretizzarsi questa rinnovata funzione del sindacato prendendo in esame, come caso di studio, il sindacato USB Unione Sindacale di Base. Si tratta di una Confederazione nazionale di vari sindacati di settore ma anche di sindacati territoriali di difesa dei bisogni essenziali, che lavora nella direzione di far confluire le due figure del produttore e del consumatore nell\u2019unica figura del cittadino attivo, sia in termini politici (come cittadino attivo nelle scelte della comunit\u00e0 locale cui appartiene), sia economici (come produttore nelle economie privata e statale ed anche come produttore nell'economia fondamentale di cura e rigenerazione sociale), sia culturali, sociali e ambientali (come consumatore \u201ccritico\u201d, cio\u00e8 razionale, consapevole, capace di scelte precise sul proprio stile di vita).\n\n==Riunificazione del Produttore-Lavoratore con il Consumatore==\nIl Documento del Terzo Congresso nazionale di USB, intitolato \u201cLa Forza dell\u2019Unione\u201d, del Novembre 2022, a pag.20 ribadisce giustamente il ruolo centrale dei lavoratori e delle loro lotte. Si afferma in quel documento che \u201c''senza le lotte dei lavoratori tutta la societ\u00e0 \u00e8 andata a destra e gli egoismi sociali hanno preso il sopravvento. Questa situazione ha contribuito a far emergere un\u2019ideologia filopadronale che santifica il ruolo dell\u2019impresa e relega i lavoratori a mera appendice delle macchine, merce intercambiabile di un meccanismo governato dal capitale. Un\u2019ideologia che ha fatto breccia tra gli stessi lavoratori, facendo loro perdere la consapevolezza di essere determinanti per il funzionamento della societ\u00e0. Ribaltare questo modo di pensare, ripristinare una lettura corretta della societ\u00e0 rimettendo al centro i lavoratori come motore del sistema \u00e8 un nostro obiettivo concreto, ma esso non \u00e8 perseguibile se non attraverso una ripresa dell\u2019iniziativa e delle lotte proprio nel cuore dei processi di ristrutturazione produttiva che il post-pandemia ha accelerato''\u201d. Nel secondo documento della Federazione del Sociale, a pag.6, \u201c''Un sindacato per il territorio''\u201d si dice: \u201c''Il divenire merce dei servizi essenziali, atti a garantire la vita e la riproduzione sociale, pone un nuovo interrogativo all\u2019azione sindacale contemporanea, ci impone di uscire dai posti di lavoro tradizionali e ci consegna un nuovo spazio di conflitto, non solo sindacale ma soprattutto sociale, non determinato da un perimetro, le mura aziendali, o da un\u2019unica controparte, il datore di lavoro. Risulta rafforzata l\u2019idea, introdotta nei lavori dello scorso congresso, che questo spazio sia il territorio, come non mai interessato dalla valorizzazione capitalistica''\u201d. \u00c8 mia opinione che questa iniziativa nella societ\u00e0 e il rilancio delle lotte dei lavoratori siano possibili solo attraverso il completo superamento della dicotomia artificiale tra produttore (alienato, secondo la corretta analisi marxiana, perch\u00e9 quanto contribuisce a produrre non gli appartiene minimamente) e consumatore (alienato, secondo la corretta analisi della manipolazione politica e culturale che spinge ai consumi per rendere il lavoratore un docile produttore). I \u201cprocessi di ristrutturazione produttiva che il post-pandemia ha accelerato\u201d sono processi di ristrutturazione '''dell\u2019intera riproduzione sociale''', in quanto coinvolgono, ad esempio, anche i consumatori/produttori dell\u2019istruzione (studenti e insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado completamente riorganizzate) o della sanit\u00e0 (stressata dalla pandemia e gi\u00e0 in situazione di crisi profonda). I lavoratori si ritrovano, in base a queste alienazioni incrociate, a consumare come beni e servizi le stesse merci che producono ma che non progettano e gestiscono. A cominciare dal cibo prodotto industrialmente con il supporto della chimica. Cibo che viene letteralmente buttato via in percentali enormi mentre una parte consistente dell\u2019umanit\u00e0 muore di fame. Il Cibo viene sprecato non solo dai consumatori ma soprattutto dai produttori, ad esempio quando viene lasciato sui campi perch\u00e9 fuori dallo standard della grande distribuzione o perch\u00e9 si perde nella filiera distributiva che avvolge l\u2019intero pianeta in reti logistiche prive di ogni razionalit\u00e0 che non sia quella del profitto. Il cibo \u00e8 un bene ed un bisogno primario che \u00e8 alla base della nostra salute fisica e psichica: la prima richiesta religiosa infatti \u00e8:  \u201cdacci oggi il nostro pane quotidiano\u201d. A partire dal cibo si potrebbe impostare una proposta di Decrescita Intelligente, articolata sia sui produttori che sui consumatori, che elimini lo spreco attraverso le cosiddette filiere corte, cio\u00e8 attraverso un rapporto molto diretto tra produttori e consumatori, entrambi consapevoli degli standard naturali e culturali che il cibo deve soddisfare per garantire la Riproduzione Sociale. Una filiera dove l\u2019incontro tra Domanda e Offerta non \u00e8 pi\u00f9 quello brutale e competitivo del mercato capitalistico ma quello cooperativo della Cura. Questa stessa Decrescita Intelligente si potrebbe applicare ad altri settori quali la Casa, l\u2019Energia, la Mobilit\u00e0, la Salute, riducendo di molto la pressione umana sull\u2019Ambiente Naturale e sul Clima. Si ridurrebbe cos\u00ec di molto la necessit\u00e0 di Infrastrutture Tecnologiche costose, ingombranti, non riciclabili, invadenti la dimensione fisica e psichica degli individui. E si modificherebbero le relazioni umane passando gradualmente da una feroce competitivit\u00e0 alla cooperazione, cos\u00ec come avviene spontaneamente nelle attivit\u00e0 \u201criproduttive\u201d e di \u201ccura\u201d che sono di presenza, dirette, '''rilocalizzate''' come dice Serge Latouche. Tutto ci\u00f2 pu\u00f2 partire da nuovi prototipi di produzione/distribuzione/consumo di Cibo ed Energia. Tornando al sindacato, poco pi\u00f9 avanti si dice nel documento di USB che \u201cUSB \u00e8 impegnata nell\u2019organizzazione di un intero blocco sociale\u201d, e ci si augura che \u201c''riesca a cogliere i segnali di combattivit\u00e0 che emergono da altri settori sociali, come per esempio dagli studenti, che possono rappresentare un elemento di dinamizzazione di tutta la societ\u00e0''\u201d. Infatti gli studenti e i giovani, tra cui gli attivisti di Fridays For Future, incarnano il processo vivente di Riproduzione Sociale che concorre a dinamizzare e a rinnovare l\u2019intera societ\u00e0 sul piano economico, politico e culturale. Il blocco sociale indicato a suo tempo da Gramsci tra operai e contadini della prima met\u00e0 del Novecento, contrapposto al blocco tra agrari e capitalismo, pu\u00f2 diventare un blocco sociale dove una parte attiva, gli studenti e i lavoratori, agiscono direttamente nel processo di Riproduzione Sociale che \u00e8 culturale, politico, economico e \u201csociale\u201d (nel senso che comprende le relazioni all\u2019interno delle microsociet\u00e0 familiari). Trasformare questo processo sarebbe l\u2019agenda da costruire come propone Il Manifesto. Accanto agli studenti possono attivarsi pensionati, immigrati, cittadini con esigenze abitative e di altri servizi essenziali, come gli iscritti alla Federazione del Sociale di USB che rappresenta queste categorie. Questa riunificazione dell\u2019individuo produttore con l\u2019individuo consumatore significa in realt\u00e0 la riunificazione di attivit\u00e0 afferenti all'economia di mercato, intesa oggi come \u201cla\u201d Produzione Sociale, con attivit\u00e0 afferenti alla Riproduzione Sociale, che comprende attivit\u00e0 di autoconsumo, autoproduzione, economia domestica, economia informale, attivit\u00e0 di cura del territorio e delle persone. Il \u201cConsumo\u201d, come complessa \u201cattivit\u00e0\u201d umana, \u00e8 un momento essenziale della Riproduzione Sociale. Per fare un esempio, il lavoratore che usa e guida l\u2019auto per andare a lavorare in un'impresa capitalistica, per accompagnare i figli a scuola o la famiglia in vacanza, in realt\u00e0 \u201clavora\u201d per la Riproduzione Sociale. Questa riunificazione di Produzione e Ri-Produzione sociale implica un radicale rovesciamento delle priorit\u00e0 tra questi due fattori sociali con un cambiamento strutturale del loro rapporto. La produzione economica deve essere funzionale e compatibile con gli obiettivi che la Societ\u00e0 e la sua Riproduzione si pongono, con scelte maturate democraticamente attraverso processi di partecipazione diretta. Attualmente avviene il contrario: la Riproduzione Sociale, compresa la generazione della prole e la sua formazione come futura massa di produttori e consumatori, serve come ancella ed \u00e8 l\u2019oggetto passivo della Produzione di Mercato. La Riproduzione Sociale dovrebbe privilegiare la produzione di beni e servizi attraverso Beni Comuni rilocalizzati e decentrati, generando e privilegiando nuovi modelli di Impresa come le Cooperative di Comunit\u00e0, le organizzazioni del Terzo Settore, le Onlus, la Finanza Etica, sviluppando occupazione e benessere. Questa riunificazione di Produzione Economica e Riproduzione Sociale, che d\u00e0 la Priorit\u00e0 politica, culturale, economica, sociale, alla Riproduzione, implica necessariamente una trasformazione profonda del modo di lavorare. Nell'economia schiavistica o feudale il lavoro veniva direttamente imposto in cambio della sopravvivenza fisica o sociale. Oggi nell'economia di mercato o capitalistica, il lavoro retribuito \u00e8 solo formalmente libero di essere rifiutato oppure accettato. Il contesto \u00e8 molto diverso ma le varie tipologie di contratti di lavoro (oggi si parla soprattutto di contratti precari) di fatto obbligano il lavoratore a condizioni che deve accettare per comprare sul mercato i beni e i servizi necessari alla sua sopravvivenza fisica e sociale. Come si insegna ai ragazzi \u201c\u00e8 necessario trovarsi un lavoro retribuito\u201d per vivere (riproduzione individuale) e mettere su famiglia (riproduzione sociale). In ogni caso il lavoratore, se non si organizza, si trova isolato come individuo di fronte all'istituzione che lo usa e lo sfrutta, sia che si tratti dell\u2019impresa capitalistica, del signore feudale o dell\u2019impero schiavista. Oggi si \u00e8 arrivati a camuffare come lavoro autonomo quello delle Partite IVA individuali che hanno invece tutte le caratteristiche del lavoro salariato, col difetto aggiuntivo di scaricare sui lavoratori il pagamento delle tasse allo Stato. Non va sottovalutato il cyber-capitalismo o il capitalismo libertario (detto anche uberizzazione, basato sulla \u201cdittatura degli algoritmi\u201d) che promette la libert\u00e0 all\u2019individuo che diventa \u201cimprenditore\u201d di s\u00e9 stesso. Talmente \u201clibero\u201d da poter \u201cvendere\u201d sul mercato organi del suo stesso corpo (oltre che se stesso come forza-lavoro). Cos\u00ec \u00e8 stato proposto dall\u2019anarco-capitalista Javier Gerardo Milei, attuale presidente dell\u2019Argentina nel dicembre 2023. Come nel feudalesimo o negli antichi imperi, le istituzioni capitalistiche sono stratificate e legate gerarchicamente da complesse reti di potere finanziario in settori diversi e in imprese grandi, medie e piccole. Su tutte pare dominare il capitale finanziario basato sulla legge del massimo profitto. In questo quadro il lavoratore \u00e8 sottoposto a gerarchia, coazione, pressione e limitazione di diritti essenziali mentre un lavoratore che produce volontariamente un bene/servizio inserito nella Rete Vitale della Riproduzione Sociale della Comunit\u00e0 di cui fa parte, qualunque sia la sua specializzazione, ha un ruolo consapevole di responsabilit\u00e0 e di partecipazione attiva alle scelte economiche, politiche, culturali di questa stessa Comunit\u00e0. Questa Rete Vitale della Riproduzione Sociale delle Comunit\u00e0 \u00e8 sempre esistita ed ha permesso all\u2019umanit\u00e0 di arrivare fino ad oggi; essa va solo rafforzata e rimodellata al di fuori dell\u2019attuale modello autoritario e patriarcale che non \u00e8 altro che una versione aggiornata dell\u2019arcaico modello dell\u2019Ancient Regime. Senza voler riproporre un impossibile ritorno ai tempi dei cacciatori-raccoglitori, \u00e8 giusto ricordare che in quel tipo di societ\u00e0 la riunificazione di consumatore e produttore era perfetta: si cacciava e si raccoglieva insieme (produzione), si divideva in modo stabilito quanto ottenuto dalla natura senza tralasciare nessuno (consumo), si autorigenerava il gruppo con rituali sacri e feste per prepararsi cos\u00ec a nuove giornate e stagioni. Nella Economia di Cura, o Economia Domestica, che ancora oggi realizza in gran parte la Riproduzione Sociale, il \u201clavoratore\u201d fornisce beni e servizi alla rete di micro-societ\u00e0 familiari. Queste microsociet\u00e0 sono costituite oggi in gran parte da famiglie nucleari, composte da una coppia o da un singolo con figli. In questa sfera \u201ceconomica\u201d il \u201clavoratore\u201d opera in modo cooperativo, volontario, mutualisticamente associato. Oppure opera come volontario del terzo settore o come attivista di movimenti e associazioni anche informali (vedi in fondo la Nota sulla ricerca di DICEA e Fairwatch). Come vedremo di seguito nelle statistiche ISTAT sulle famiglie, c\u2019\u00e8 oggi una significativa \u201canomalia\u201d nella composizione della famiglia perch\u00e9 oggi una percentuale molto alta \u00e8 composta da un individuo solo e senza figli.\n\n==Individui, micro-societ\u00e0 familiari, gruppi sociali, comunit\u00e0 territoriali su scale crescenti==\n\u00c9 importante, a questo punto, sottolineare il ruolo fondamentale delle microsociet\u00e0 familiari per la trasformazione socio-ecologica che immaginiamo. Esse infatti entrano in rete con altre comunit\u00e0, intenzionali, amicali, di gruppi associativi formali e informali, di cooperative sociali, di associazioni no profit. Nella parte di Riproduzione Sociale che si pone ancor oggi fuori dal mercato e dalla mercificazione, l\u2019individuo opera sulla '''dimensione economica''', sia in quanto produce beni e servizi utili alla Vita con la cooperazione di coloro ai quali i beni e servizi sono diretti, sia in quanto consuma beni e servizi utili alla Vita, come ad esempio istruendosi e studiando. La collaborazione tra chi d\u00e0 e chi riceve \u00e8 profonda, attiva, basata sul dono, \u00e8 la cooperazione familiare o amicale che conosciamo, soprattutto \u00e8 una relazione complessa, sempre diversa, non idilliaca ma capace di esprimere tutta la gamma dei sentimenti umani. Opera sulla '''dimesione culturale''', emozionale, affettivo, spirituale, artistico. Opera anche sulla '''dimensione politica''' soprattutto costruendo o modificando relazioni con i componenti della microsociet\u00e0 e delle comunit\u00e0 cui si appartiene. Queste relazioni possono essere gerarchiche e autoritarie in una famiglia rigidamente patriarcale, sono invece aperte e libere in modelli di comunit\u00e0 solidali e paritarie con una gestione non violenta dei conflitti basata sul consenso che li risolve su piani pi\u00f9 alti di cooperazione. Tra individuo e societ\u00e0, nella riproduzione sociale, c\u2019\u00e8 quindi un gruppo intermedio di riferimento nel quale l\u2019individuo nasce e cresce e nel quale costruisce la sua identit\u00e0 personale: \u00e8 la microsociet\u00e0 o \u201cfamiglia\u201d nella quale cresce e si riproduce. Dopo la nascita infatti l\u2019essere umano ha una lunga fase di sviluppo necessaria a realizzare la sua autonomia \u201csociale\u201d e \u201ccrescere\u201d per alcuni anni in una sfera protettiva completa e complessa che \u00e8 appunto questa \u201cmicrosociet\u00e0\u201d familiare. Va enfatizzata l'importanza operativa di questa struttura sociale, dove avviene la tipizzazione e soprattutto la fusione tra le dimensioni culturali, politiche ed economiche. Questa struttura sociale \u00e8 essa stessa una \"dimensione\" definita spesso dagli scienziati sociali come \"dimensione sociale\", in cui si definisce il tipo e la struttura della famiglia. Oggi questa microsociet\u00e0 non solo \u00e8 in rapido cambiamento, con la crescente disgregazione del modello patriarcale, ma \u00e8 fortemente lesionata dal modello consumistico atomizzato e competitivo che sta sovrapponendosi al modello patriarcale. La Decrescita blocca questo tentativo neoliberista di sostituire il modello patriarcale con un modello pericoloso come quello consumistico e invita a cercare modelli sostitutivi. Modelli che si vanno diffondendo con la parit\u00e0 di genere e le importanti esperienze e riflessioni sul \u201cgenere\u201d. Due di questi modelli potrebbero essere, tra gli altri, la partnership di coppia \"gilanica\" di Riane Eisler e la famiglia matriarcale con la \u201cstruttura\u201d proposta da Heide Goettner-Abendroth (Le Societ\u00e0 Matriarcali e la nascita del Patriarcato, Mimesis/Eterotopie, 2023). Trattandosi di relazioni strettamente personali e di presenza, questo gruppo di riferimento avr\u00e0 una base strettamente territoriale, una sua \u201clocalizzazione\u201d precisa, una \u201ccasa\u201d. La costruzione sociale dell\u2019individuo avviene in questa microsociet\u00e0. La sua completezza, la variet\u00e0, armonia, integrazione, resilienza raggiunte porteranno l\u2019individuo ad affrontare con positivit\u00e0, creativit\u00e0, coraggio le relazioni con la societ\u00e0 umana nelle sue varie scale di grandezza. \u00c8 in questa dimensione sociale che avviene la fusione e la ricostruzione innovativa delle varie dimensioni sociali di Economia, Cultura, Politica, cos\u00ec come si sono evolute, differenziate e determinate storicamente. Ed \u00e8 quindi in questa microsociet\u00e0 che meglio pu\u00f2 agire una modificazione dello stile di vita orientato sulla sobriet\u00e0 e basato sulla necessaria decrescita, con una trasformazione dello stile di vita in qualit\u00e0 e quantit\u00e0. In questa dimensione pu\u00f2 nascere un modello alternativo di Produzione e Consumo che potremmo definire \u201criunificato in un processo virtuoso\u201d. Ad esempio, si pu\u00f2 organizzare un prototipo di questa ricostruzione sociale in una scuola \u201caperta\u201d, facendo lavorare insieme insegnanti, genitori e studenti, possibilmente insieme ad un sindacato locale, per \"costruire nuovi tipi di lavoro\" e un rapporto consapevole con l\u2019Ambiente . I genitori nel loro doppio ruolo di produttori/consumatori, gli studenti e gli insegnanti nel loro ruolo di \u201cintellettuali organici\u201d, il sindacato come coordinamento della rete territoriale sulle tematiche del lavoro e dell\u2019economia tradizionali. Dipende dal tipo di formazione ricevuta attraverso queste relazioni nella famiglia e nella scuola la modalit\u00e0 con cui l\u2019individuo interagisce con l\u2019ambiente naturale e il territorio in cui vive, la sua volont\u00e0 di rispettare, amare, proteggere e rigenerare tutto l\u2019ecosistema naturale. Oggi attraverso l\u2019economia di mercato l\u2019individuo singolo potrebbe in teoria sopravvivere anche da solo se avesse un lavoro retribuito (\u201ci soldi\u201d) che gli permettesse di comprare tutti i beni, i servizi e le informazioni necessari nel contesto in cui vive. Questo gi\u00e0 avviene in parte per le famiglie composte da un solo individuo che sono enormemente aumentate negli ultimi tempi nelle societ\u00e0 cosiddette \u201cevolute\u201d, non solo tra gli anziani. In Italia \u201c''anche le famiglie con almeno un nucleo (ossia contraddistinte dalla presenza di almeno una relazione di coppia o di tipo genitore-figlio) varieranno la loro dimensione media da 2,95 a 2,78 componenti. L'aumento del numero di famiglie deriver\u00e0 prevalentemente da una crescita delle famiglie senza nuclei (+17%) che salgono da 9 a 10,6 milioni, arrivando a rappresentare nel 2042 oltre il 40% delle famiglie totali. Al contrario, le famiglie con almeno un nucleo presentano una diminuzione di oltre il 4%: tali famiglie, oggi pari a 16,3 milioni (il 64,3% del totale), nel 2042 scenderanno a 15,6 milioni, costituendo cos\u00ec solo il 59,5% delle famiglie. Secondo l'Istat, \"un tale calo delle famiglie con nuclei deriva dalle conseguenze di lungo periodo delle dinamiche socio-demografiche in atto in Italia. L'invecchiamento della popolazione, con l'aumento della speranza di vita, genera infatti un maggior numero di persone sole, il prolungato calo della natalit\u00e0 incrementa le persone senza figli, mentre l'aumento dell'instabilit\u00e0 coniugale, in seguito al maggior numero di scioglimenti di legami di coppia, determina un numero crescente di individui e genitori soli\".''\u201d Da AGI:\n*[https://www.agi.it/cronaca/news/2023-09-28/istat-calo-demografico-italiani-23236233 Indagine Istat sulle famiglie]\nUna societ\u00e0 composta da una quota altissima di famiglie monocomponente \u00e8 una societ\u00e0 fragile, \u201cliquida\u201d come \u00e8 stata definita, priva di legami o relazioni sociali proiettate sul futuro, praticamente \u201cvuota\u201d. La solitudine sociale rende necessari beni e servizi mercificati quali sesso, divertimento, intrattenimento, salute, preparazione del cibo, assistenza psicologica e spirituale. La scelta di quali beni e servizi far rientrare nella autoproduzione socializzata, quale si trova nelle societ\u00e0 di cura tradizionali (le cosiddette \u201csociet\u00e0 primitive\u201d) o nelle \u201ceconomie di sussistenza\u201d, e quali invece comprendere tra quelli offerti dal mercato definisce oggi il nostro stile di vita. Proporre un nuovo stile di vita e modelli socio-economici in grado di sostenerlo significa ridefinire il lavoro del produttore/consumatore che si forma nelle e interagisce con le microsociet\u00e0 familiari. \u00c9 necessario iniziare a sperimentare in modo massivo questi nuovi stili di vita tra le comunit\u00e0 diffuse nei vari territori, tentando sempre di coinvolgere attraverso l\u2019individuo l\u2019intera microsociet\u00e0 familiare, soprattutto per impostare una modifica del modello socio-economico e una decrescita di produzione/consumi che rispetti i limiti del pianeta, in vista di una sostenibilit\u00e0 che garantisca il futuro delle prossime generazioni. Certo, la struttura della societ\u00e0 e lo stile di vita di masse sempre pi\u00f9 grandi sono direttamente determinati dall\u2019attuale modello socio economico, basato sulla pubblicit\u00e0 e l\u2019offerta di ogni tipo di merce e servizio e risente certamente della distruzione di relazioni sociali cooperative e di aiuto mutualistico operata da questo modello competitivo, estrattivo, distruttivo. La distruzione delle microsociet\u00e0 familiari, che emerge con chiarezza dai dati statistici, rende l\u2019individuo privo di autonomia e di possibilit\u00e0 di difesa dal sistema socio-economico creando un circolo vizioso nel quale il lavoratore, piegato dallo stress produttivo e isolato socialmente, deve lavorare di pi\u00f9 per sopravvivere ad un livello consumistico che di fatto gli \u00e8 imposto. Se invece i lavoratori possono vivere inseriti in Comunit\u00e0 solidali e partecipano alle scelte della Comunit\u00e0 nella quale si realizzano, possono decidere in modo autonomo cosa e come produrre e cosa e come consumare. Queste Comunit\u00e0, per essere massive e diffuse nell\u2019intero territorio, devono coinvolgere in un processo intergenerazionale le microsociet\u00e0 familiari. La scelta dello stile di vita, nei suoi elementi essenziali, comprende l\u2019alimentazione (se naturale o industriale), l\u2019energia (se rinnovabile o non rinnovabile), la Sanit\u00e0 (se diffusa, decentralizzata, olistica, preventiva), l\u2019istruzione (se con al centro lo sviluppo dell\u2019individuo nelle sue relazioni sociali e naturali o l'indottrinamento competitivo e tecnologico di tipo neoliberista), nonch\u00e9 la costruzione di relazioni politiche di apertura verso le altre comunit\u00e0 e di pressione partecipativa verso le istituzioni politiche locali e nazionali, come fanno tutti i movimenti ecologisti e i sindacati \u201cdi classe\u201d.\n\n==Un nuovo stile di vita==\nQuesta scelta di un nuovo stile di vita pu\u00f2 diventare un processo partecipato dall\u2019intera comunit\u00e0, dalle scale minori alle maggiori. Una piattaforma di produzione e consumo critica, propositiva, alternativa, sperimentale, differenziata, partecipata e progettata democraticamente, pu\u00f2 proporre la giusta decrescita di produzione e consumo, ridisegnando un modello di societ\u00e0 umana adeguato alla coscienza collettiva maturata attraverso le terribili  esperienze storiche vissute. Un modello che per funzionare deve essere costruito dal basso, bottom/up. Le esperienze gestite dall\u2019alto da sedicenti \u201cavanguardie rivoluzionarie\u201d sono fallite miseramente in sistemi autoritari e burocratici. Questa piattaforma pu\u00f2 costruire uno stile di vita dove produzione e consumo si incontrano virtuosamente in un processo localizzato su Comunit\u00e0 a vario livello, dalla microsociet\u00e0 \u201cfamiliare\u201d alla Comunit\u00e0 su scala di paese o di quartiere, cittadina, metropolitana, nazionale e internazionale. Bisogna partire dall\u2019esistente, da tutte le iniziative che gi\u00e0 si muovono in questa direzione. Ad esempio [https://ortosociale.org/notizie/ComuneInfoDICEA.pdf la ricerca-azione sulla citt\u00e0 di Roma del DICEA] (Dipartimento Ingegneria Civile Edile e Ambientale della Sapienza di Roma) e di Fairwatch evidenzia concreti processi di costruzione associativa di reti mutualistiche attraverso il modello dei Poli Civici. Vedi la Nota a fondo pagina \u201cReti di mutualismo e poli civici a Roma\u201d. Questi Poli Civici, gi\u00e0 in fase di progettazione a Roma, nei quartieri Quarticciolo ed Esquilino, prevedono varie attivit\u00e0 che confluiscano nella formazione di '''Cooperative (o Imprese) di Comunit\u00e0''', con una caratterizzazione di circuito locale di produzione/consumo, favorendo in tal modo quella ricomposizione antropologica tra consumatore e produttore di cui parlavamo sopra. A pag. 86 del documento sui Poli Civici, vedi la Nota a fondo pagina, si dice: \u201c'''''Le Cooperative di Comunit\u00e0 sono imprese, in sintesi, in cui i cittadini si auto-organizzano, diventando allo stesso tempo produttori e fruitori di beni e servizi, che non hanno altro scopo statutario se non migliorare la qualit\u00e0 della vita delle persone che le compongono, attraverso la produzione/fruizione di beni e servizi pensati da chi quelle comunit\u00e0 le vive quotidianamente.'''''\u201d. Nella ricerca-azione di DICEA e Fairwatch questo processo bottom/up \u00e8 realizzato da gruppi formali ed informali molto differenziati che coinvolgono le \u201cmicrosociet\u00e0\u201d familiari sui bisogni essenziali e le carenze di servizi pubblici e privati. Viene evidenziata la permeabilit\u00e0 a questa azione dal basso di Istituzioni pubbliche quali i Municipi Romani, le Universit\u00e0, le Fondazioni, che possono collaborare anche semplicemente mettendo a disposizione spazi urbani abbandonati o collegandosi con le associazioni di volontariato e il Terzo Settore nel fornire servizi e assistenza. Questo tipo di rigenerazione urbana va per\u00f2 intrecciato e affiancato alla ricostruzione e sviluppo delle Aree Deboli, cio\u00e8 ai territori in via di abbandono, dove \u00e8 ancora possibile una completa rigenerazione ambientale e agro-ecologica. In questa direzione si muovono vari tipi di Comunit\u00e0, come gli Ecovillaggi o le Comunit\u00e0 dedicate all'Agricoltura e alla Natura, allo sviluppo di esperienze spirituali o artistiche, alla costruzione di modelli politici di relazione umana innovativi.\n*[https://ortosociale.org/notizie/ComuneInfoDICEA.pdf Nota - Reti di Mutualismo e Poli Civici a Roma Ricerca-Azione di DICEA e Fairwatch] \nedito da [https://www.comune-info.net Comune-info] e presentato da Comune-info:\n*[https://comune-info.net/la-capitale-che-ce-gia/ Articolo di Comune-info di presentazione della Ricerca-Azione sui Poli Civici a Roma]"
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Si tratta di rendere sostenibile questo sviluppo urbano aiutando le famiglie a costruire comunit\u00e0 nel territorio in cui vivono, rendendolo altres\u00ec vivibile per s\u00e8 e per gli altri. Gli strumenti sociali previsti da Regioni e Comuni sono \"social housing\", \"cohousing\", \"coworking\". Sono tutti strumenti validi ma che devono trovare una precisa articolazione che ne garantisca efficacia/efficienza. Uno dei maggiori problemi nelle aree metropolitane ed in quelle ad urbanizzazione diffusa (il cosiddetto \"sprawling\"), \u00e8 l'attivit\u00e0 \"fisica\", la possibilit\u00e0 di raggiungere un adeguato equilibrio psico-fisico con l'attivit\u00e0 motoria. Lo sport \u00e8 una attivit\u00e0 motoria con delle forti valenze culturali, a differenza di esercizi fisici governati da macchine e da strumentazione elettronica. Per questo ha maggiori possibilit\u00e0 di realizzare un valido equilibrio psico-fisico con efficacia/efficienza. Per questo le strutture sportive sono uno dei gangli vitali all'interno dell'area metropolitana. Il loro presidio/servizio pu\u00f2 essere svolto da comunit\u00e0 neo-familiari (che cosituiscono un nuovo modello familiare). Tali comunit\u00e0 vivono all'interno della struttura e ne garantiscono i servizi fondamentali: custodia, apertura-chiusura, piccolo mantenimento, ristorazione. Queste comunit\u00e0, anziche nascere dal nulla, possono essere ri-costruite utilizzando cooperative sociali, cohousing intergenerazionali di giovani ed anziani, social housing strutturato con gruppi familiari volontari che forniscono servizi, cohousing di famiglie giovani. I \"siti sportivi\", possibilmente da arricchire e da integrare con il verde pubblico, diventano una attivit\u00e0 fruibile low cost dai cittadini del quartiere, in cambio di un servizio low cost di presidio e di manutenzione. Questo modello era gi\u00e0 stato parzialmente applicato in passato a varie situazioni, ad esempio affidando i siti archeologici a cooperative di giovani (vedi di recente i casi del Castello Malaspina di Bosa). La differenza con la soluzione qui prospettata sta nel fatto che le comunit\u00e0 (cohousing o cooperative sociali) abitano la struttura, fanno parte del territorio garantendo l'efficacia/efficienza del servizio. Questo significa ad esempio che gli anziani (CEP Pirri) o i giovani border-line di un quartiere (S.Elia), vengono reimpiegati come risorse nel \"loro stesso territorio\" urbano. Una comunit\u00e0 \u00e8 un gruppo di famiglie che vive su un determinato territorio, lo utilizza per la sua economia ed i suoi servizi, lo presidia come fonte della sua esistenza. Oggi per gran parte della popolazione mondiale questo territorio \u00e8 un territorio urbano, citt\u00e0 di misure variabili ma tendenzialmente sempre maggiori. Non dobbiamo intendere la \"famiglia\" come una categoria fissa e immutabile. Esistono molte tipologie diverse di famiglie apparse nel tempo e nello spazio. In Italia (vedi Rapporto Annuale 2012 ISTAT) le famiglie continuano ad evolvere al variare dei contesti economici, culturali, politici. Si tratta di rendere sostenibile questo sviluppo urbano aiutando le famiglie a costruire comunit\u00e0 nel territorio in cui vivono, rendendolo altres\u00ec vivibile per s\u00e8 e per gli altri. Gli strumenti sociali previsti da Regioni e Comuni sono \"social housing\", \"cohousing\", \"coworking\". Sono tutti strumenti validi ma che devono trovare una precisa articolazione che ne garantisca efficacia/efficienza. Uno dei maggiori problemi nelle aree metropolitane ed in quelle ad urbanizzazione diffusa (il cosiddetto \"sprawling\"), \u00e8 l'attivit\u00e0 \"fisica\", la possibilit\u00e0 di raggiungere un adeguato equilibrio psico-fisico con l'attivit\u00e0 motoria. 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Questo significa ad esempio che gli anziani (CEP Pirri) o i giovani border-line di un quartiere (S.Elia), vengono reimpiegati come risorse nel \"loro stesso territorio\" urbano.\n*[http://www.eventisostenibili.it/linee-guida-eventi-sportivi-sostenibili?utm_source=Eventi+Sostenibili+Newsletter&utm_campaign=2eb050faba-Newsletter+N%C2%B043+12_2014&utm_medium=email&utm_term=0_568f9a3f40-2eb050faba-260630345 Linee guida per eventi sostenibili]\n*[http://www.eventisostenibili.it/02-linee-guida-eventi-sportivi-di-ginnastica#overlay-context=02-linee-guida-eventi-sportivi-di-ginnastica Linee guida per eventi sportivi sostenibili]\n\n====A Padova====\n*[[BassoIsonzo|Parco del Basso Isonzo]]\n*[http://www.legambientepadova.it/critiche_lottizzazione Critiche alla lottizzazione del Parco del Basso Isonzo]\n*[http://www.padovanet.it/urbanistica/PAT%20-%20ratifica/FALDONE%20N1/4S%20La%20citt%C3%A0%20delle%20centralit%C3%A0.pdf La Citt\u00e0 delle Centralit\u00e0]\nIl progetto presentato al B\u00f2 di Padova nel dicembre 2014 ha una valenza regionale, ma si collega direttamente al Parco AgroPaesaggistico Metropolitano di Padova, come evidenziato nella relazione introduttiva di Sergio Lironi.\n*[http://ortosociale.org/notizie/RigenerazioneUrbana.pdf Il Convegno dell'Ordine degli Architetti del Veneto al B\u00f2, 3 dicembre 2014 sulla Rigenerazione Urbana]\n*[[Q20319|Grandi Opere nel Veneto - Alcune domande al presidente Luca Zaia]]\n\n====L'esempio del PRG di Roma====\n*[http://www.urbanistica.comune.roma.it/prg.html Il Piano Regolatore Generale di Roma (2008)]\n*[http://www.urbanistica.comune.roma.it/106-assessorato/1669-nuova-centralita-massimina.html Centralit\u00e0 Urbana di Massiminia]\n*[http://www.urbanistica.comune.roma.it/attivita/1575-rigenerazione-urbana-a-roma-la-trasformazione-dell-ex-caserma-guido-reni.html Rigenerazione Urbana a Roma, la Caserma Guido Reni]\n*[http://www.urbanistica.comune.roma.it/trasformazione/uo-riqual-diffusa.html Riqualificazione Diffusa]\n\n====Nelle altre Citt\u00e0====\n*[http://renzopianog124.com/ Il gruppo di lavoro di Renzo Piano sulle periferie e la citt\u00e0 che sar\u00e0]\n*[http://smartinnovation.forumpa.it/story/107843/rieti-un-sito-industriale-dismesso-diventa-occasione-di-rigenerazione-partecipata?utm_source=newsletter&utm_medium=smartinnovation&utm_campaign=MAILUP Un progetto di rigenerazione partecipata a Rieti di una ex Area Industriale]\n*[http://www.invimit.it/bologna-beni-dello-stato-ex-militari-si-trasformano-in-rigenerazione-urbana-parco-pubblico-e-campus-universitario/ L'esempio di Bologna]\n*[https://comitatopomari.wordpress.com/presentazione-del-comitato/ Il Comitato del Quartiere Pomari di Vicenza]\n*[http://www.lifegate.it/persone/stile-di-vita/madrid-verde-combattere-smog-temperature Madri si ricopre di verde]\n*[http://ccaa.elpais.com/ccaa/2016/01/23/madrid/1453573500_585056.html Madrid \"Un Piano per Rinaturalizzare la Capitale\"]\n\n====Giunta Bitonci - I problemi sul tappeto====\n*[[Q6#Recupero_Caserma_Romagnoli|Recupero Caserma Romagnoli]]\n*[[Q204|Arcella - Un Centro Commerciale in via Ticino?]]\n*[[Q301|Il Parcheggio allo IOV e l'esproprio dei residenti in via Nazareth]]\n*[[Q302|Un traliccio di 100 m di altezza a Isola di Terranegra]]\n\n====Verso il Parco Agropaesaggistico Metropolitano di Padova====\nAlcuni progetti potrebbero essere l'inizio di un percorso verso il Parco Agrario Paesaggistico Metropolitano di Padova:\n*[[Q6#Recupero_Caserma_Romagnoli|Caserma Romagnoli]]\n*[http://www.padovanet.it/dettaglio.jsp?id=19450#.VUHZVjcVXyz Parco del Basso Isonzo]\n*[http://www.legambientepadova.it/critiche_lottizzazione Critiche alla lottizzazione del Parco del Basso Isonzo]\n*[[Q501|Ex Foro Boario Corso Australia]]\n\n====[[Q20317|Fornace Morandi Quartiere Arcella Pontevigodarzere]]====\n[https://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Orto01 Agricoltura Periurbana Multifunzionale]. Quanto esposto in modo semplice ed efficace [[Q20317|in questa proposta di Anima Critica]], rispecchia le aspirazioni di molti cittadini ed anche il programma partecipato economico-politico-culturale di Padova2020. Rilancio della agricoltura periurbana multifunzionale, integrata con la tecnologia avanzata non invasiva dell'ambiente (vedi i bassorilievi della SAIMP nel video, che mettono in evidenza la corporeit\u00e0 della presenza umana che accompagna sempre la virtualit\u00e0 simbolica dello sviluppo tecnologico), e soprattutto integrata con uno sviluppo culturale (e turistico) capace di meticciare culture diverse, ognuna rispettosa della propria e della altrui identit\u00e0. Questa sintesi si pu\u00f2 realizzare nella pratica immediata realizzando la memoria della civilt\u00e0 contadina dalla quale proveniamo come nella proposta di un Museo da parte di Anima Critica. Museo gi\u00e0 realizzato a Rubano come Parco Etnografico. A questa proposta aggiungerei di utilizzare la sede, la documentazione e l'ispirazione della memoria del Museo, come base operativa per una <font color=\"green\">'''Scuola di Formazione Esperienziale (pratica) di Agricoltura Organica'''</font>, in tutte le sue varianti: sinergica, permacultura, agri-forest, biologica, biodinamica; da realizzare con il supporto di una piccola Fattoria Didattica ad hoc, da organizzare nelle adiacenze alla Fornace Morandi, utile anche per studenti delle elementari e medie, nonch\u00e8 per tutti le fasce sociali interessate: migranti, disoccupati, soggetti da recupero sociale o da ortoterapia, cittadini aperti ad un contatto con la natura mediato dal \"fare\" orticolo. Una Scuola analoga \u00e8 gi\u00e0 presente a Limena, presso la locale sezione di Legambiente, con vicina Fattoria Didattica (con un notevole impianto artigianale di riciclo di acqua piovana)."
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