http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&feed=atom&action=historyCeraUnaVoltaDue - Cronologia2024-03-29T15:39:31ZCronologia della pagina su questo sitoMediaWiki 1.18.1http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=4327&oldid=prevRegainfo il 08:37, 12 apr 20212021-04-12T08:37:38Z<p></p>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>"'''C'era una volta l'Antica Europa'''" - '''Approfondimenti e Bibliografia''' - di Remo Ronchitelli - 22 Settembre 2014 - Mini saggio sulla uguaglianza - Nel [[Discussione:CeraUnaVoltaDue|Tasto "Discussione" qui sopra]] ci sono i contributi degli ospiti e le relative risposte. [http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/ Licenza d'uso (Copyleft) Creative Commons by-nc-sa 3.0.]</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>"'''C'era una volta l'Antica Europa'''" - '''Approfondimenti e Bibliografia''' - di Remo Ronchitelli - 22 Settembre 2014 - Mini saggio sulla uguaglianza - Nel [[Discussione:CeraUnaVoltaDue|Tasto "Discussione" qui sopra]] ci sono i contributi degli ospiti e le relative risposte. [http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/ Licenza d'uso (Copyleft) Creative Commons by-nc-sa 3.0.]</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*[[CeraUnaVolta|C'era Una volta l'Antica Europa - Parte Principale]]</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*[[CeraUnaVolta|C'era Una volta l'Antica Europa - Parte Principale]]</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>*[http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&printable=yes La versione <del class="diffchange diffchange-inline">stampabile</del>]</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>*[http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&printable=yes La versione <ins class="diffchange diffchange-inline">PDF</ins>]</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Approfondimenti====  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Approfondimenti====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Per ogni tema trattato verranno indicati i testi principali usati come fonte di ispirazione. Questi testi contengono a loro volta amplie bibliografie che si potranno utilizzare per indagare su aspetti più profondi di ogni tema trattato. I testi citati sono in una buona armonia tra di loro loro e in alcuni casi si richiamano direttamente ed esplicitamente. Senza questa armonia le tesi sostenute non avrebbero coerenza. È nelle fonti che vengono trattati i punti critici e i problemi aperti, nonchè linee alternative di ricerca su cui verificare la coerenza complessiva. Il criterio seguito è quello di trovare le teorie più libere da vecchi condizionamenti culturali come l'ingenua credenza in un progresso irreversibile e necessario presente nelle teorie fin qui dominanti. Questo per avere gli strumenti concettuali minimi per affrontare le crisi che oggi ci troviamo davanti. Sia nel testo precedente che negli approfondimenti non c'è alcuna pretesa di stabilire "cosa si deve fare" o "quale sia la verità". Nè leggi naturali nè leggi storiche indicano in modo autoritativo ed univoco cosa si "deve" fare. Ogni singola tesi o fatto citato può essere criticato, rivisto, reinterpretato. Le tesi e le fonti citate servono solo come una tavolozza di possibilità per affrontare in modo organizzato e alla radice le grandi crisi che, queste sì, "dobbiamo" affrontare. Sia l'Antica Europa che le società non industriali erano fatte di uomini reali, con le loro pulsioni e la loro violenza, e non vanno mitizzate come un eden perduto. Ma possono aiutarci a ritrovare una relazione più saggia tra noi stessi e tra noi e la Natura. Come in un albero, ogni tema trattato nelle fonti citate parte dal tronco e da pochi rami principali per arrivare alle foglie e alle radici. Inoltre per qualsiasi argomento o voce, wikipedia è attendibile quanto l'Enciclopedia Britannica. Se ne consiglia l'uso, è uno strumento cooperativo.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Per ogni tema trattato verranno indicati i testi principali usati come fonte di ispirazione. Questi testi contengono a loro volta amplie bibliografie che si potranno utilizzare per indagare su aspetti più profondi di ogni tema trattato. I testi citati sono in una buona armonia tra di loro loro e in alcuni casi si richiamano direttamente ed esplicitamente. Senza questa armonia le tesi sostenute non avrebbero coerenza. È nelle fonti che vengono trattati i punti critici e i problemi aperti, nonchè linee alternative di ricerca su cui verificare la coerenza complessiva. Il criterio seguito è quello di trovare le teorie più libere da vecchi condizionamenti culturali come l'ingenua credenza in un progresso irreversibile e necessario presente nelle teorie fin qui dominanti. Questo per avere gli strumenti concettuali minimi per affrontare le crisi che oggi ci troviamo davanti. Sia nel testo precedente che negli approfondimenti non c'è alcuna pretesa di stabilire "cosa si deve fare" o "quale sia la verità". Nè leggi naturali nè leggi storiche indicano in modo autoritativo ed univoco cosa si "deve" fare. Ogni singola tesi o fatto citato può essere criticato, rivisto, reinterpretato. Le tesi e le fonti citate servono solo come una tavolozza di possibilità per affrontare in modo organizzato e alla radice le grandi crisi che, queste sì, "dobbiamo" affrontare. Sia l'Antica Europa che le società non industriali erano fatte di uomini reali, con le loro pulsioni e la loro violenza, e non vanno mitizzate come un eden perduto. Ma possono aiutarci a ritrovare una relazione più saggia tra noi stessi e tra noi e la Natura. Come in un albero, ogni tema trattato nelle fonti citate parte dal tronco e da pochi rami principali per arrivare alle foglie e alle radici. Inoltre per qualsiasi argomento o voce, wikipedia è attendibile quanto l'Enciclopedia Britannica. Se ne consiglia l'uso, è uno strumento cooperativo.</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3805&oldid=prevRegainfo: /* C'era una volta l'Antica Europa */2015-10-06T13:17:40Z<p><span class="autocomment">C'era una volta l'Antica Europa</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 13:17, 6 ott 2015</td>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>=====[[CeraUnaVolta#C.27era_una_volta_l.27Antica_Europa...|C'era una volta l'Antica Europa]]=====  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>=====[[CeraUnaVolta#C.27era_una_volta_l.27Antica_Europa...|C'era una volta l'Antica Europa]]=====  </div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins style="color: red; font-weight: bold; text-decoration: none;">Un ottimo riepilogo delle conoscenze sulla Antica Europa è questo di Stefano Panzarasa, geologo, ambientalista, sostenitore del Bio-Regionalismo:</ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins style="color: red; font-weight: bold; text-decoration: none;">*[http://www.estovest.net/ecosofia/anticofuturo.html Un Antico Futuro]</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Autorevoli esperti sostengono che le tesi di Marija Gimbutas, archeologa all'università americana di Berkeley ma di origine lituana, rappresentino un svolta rivoluzionaria nel modo di considerare la civiltà nella quale oggi viviamo, il nostro passato, il rapporto tra donne e uomini, il rapporto tra l'umanitá e il nostro pianeta.  Marjia Gimbutas ha studiato nei Balcani e nell'area del Danubio una civiltà assolutamente originale che presenta caratteristiche opposte a quella che sarà la civiltà indoeuropea, che oggi è "la civiltà". La civiltà dell'Antica Europa sposta migliaia di anni indietro la comparsa di culture sofisticate, complesse, che si espandevano con l'arte e la speculazione intellettuale, pacifiche, amanti della bellezza e dell'armonia, con una cosmogonia centrata sulla figura della "dea". Questa civiltà era basata su un rapporto di genere, tra maschio e femmina, che vedeva la donna al centro della spiritualità e delle pratiche sacrali, e la natura come origine e arrivo del processo vitale secondo il ciclo nascita-morte-rinascita. La presa d'atto documentaria dell'esistenza stessa di questa civiltà smentisce la favoletta storica che vede l' umanità progredire in modo meccanico e lineare da una condizione di barbarie e di estrema semplicità di vita ad una sempre più complessa e raffinata. In realtà culture molto avanzate e complesse sono sparite, a volte misteriosamente, a volte perchè sopraffatte da altre culture più semplici e rozze ma aggressive ed efficienti nella loro aggressività. La complessità nasce dal fatto che queste culture scomparse vivano in realtà negli strati profondi della memoria collettiva, riemergendo a volte appena le condizioni ideologiche o le scoperte storiche lo permettano, come dimostra il libro seguente di R.Eisler.  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Autorevoli esperti sostengono che le tesi di Marija Gimbutas, archeologa all'università americana di Berkeley ma di origine lituana, rappresentino un svolta rivoluzionaria nel modo di considerare la civiltà nella quale oggi viviamo, il nostro passato, il rapporto tra donne e uomini, il rapporto tra l'umanitá e il nostro pianeta.  Marjia Gimbutas ha studiato nei Balcani e nell'area del Danubio una civiltà assolutamente originale che presenta caratteristiche opposte a quella che sarà la civiltà indoeuropea, che oggi è "la civiltà". La civiltà dell'Antica Europa sposta migliaia di anni indietro la comparsa di culture sofisticate, complesse, che si espandevano con l'arte e la speculazione intellettuale, pacifiche, amanti della bellezza e dell'armonia, con una cosmogonia centrata sulla figura della "dea". Questa civiltà era basata su un rapporto di genere, tra maschio e femmina, che vedeva la donna al centro della spiritualità e delle pratiche sacrali, e la natura come origine e arrivo del processo vitale secondo il ciclo nascita-morte-rinascita. La presa d'atto documentaria dell'esistenza stessa di questa civiltà smentisce la favoletta storica che vede l' umanità progredire in modo meccanico e lineare da una condizione di barbarie e di estrema semplicità di vita ad una sempre più complessa e raffinata. In realtà culture molto avanzate e complesse sono sparite, a volte misteriosamente, a volte perchè sopraffatte da altre culture più semplici e rozze ma aggressive ed efficienti nella loro aggressività. La complessità nasce dal fatto che queste culture scomparse vivano in realtà negli strati profondi della memoria collettiva, riemergendo a volte appena le condizioni ideologiche o le scoperte storiche lo permettano, come dimostra il libro seguente di R.Eisler.  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Il calice e la spada". Riane Eisler, Frassinelli, 2006. Introduce alle teorie di M.Gimbutas e delinea il passaggio dal culto di forze spirituali femminili a quello di personaggi maschili portatori di una cultura molto diversa. Vedere a pag.349 la mappa delle invasioni indoeuropee disegnata apposta da M.Gimbutas per R.Eisler. Importante l'introduzione di Mauro Ceruti che riassume le conoscenze acquisite sul nostro passato e spiega l'utilità di queste scoperte per costruire il nostro futuro.  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Il calice e la spada". Riane Eisler, Frassinelli, 2006. Introduce alle teorie di M.Gimbutas e delinea il passaggio dal culto di forze spirituali femminili a quello di personaggi maschili portatori di una cultura molto diversa. Vedere a pag.349 la mappa delle invasioni indoeuropee disegnata apposta da M.Gimbutas per R.Eisler. Importante l'introduzione di Mauro Ceruti che riassume le conoscenze acquisite sul nostro passato e spiega l'utilità di queste scoperte per costruire il nostro futuro.  </div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3795&oldid=prevRegainfo: /* La nascita dello Stato */2015-07-06T17:16:46Z<p><span class="autocomment">La nascita dello Stato</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 17:16, 6 lug 2015</td>
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<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 50:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "L'origine delle città - Le prime comunità urbane del vicino oriente", Mario Liverani, Editori Riuniti, 1986. Pag.14: "Diciamo dunque che, grosso modo, la città cone fenomeno dotato delle semplici caratteristiche che abbiamo indicato dura dal 3500 a.C. al 2000 (o 2500 al massimo) d.C. Neanche sei millenni , che nella storia umana sono preceduti da molti più millenni di storia pre-urbana e che ci auguriamo siano seguiti da altri millenni di storia post-urbana. Un fenomeno dunque di lunghissima durata e però legato a determinate condizioni socio-economiche: un fenomeno storico, umano, non certo naturale e immutabile.".</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "L'origine delle città - Le prime comunità urbane del vicino oriente", Mario Liverani, Editori Riuniti, 1986. Pag.14: "Diciamo dunque che, grosso modo, la città cone fenomeno dotato delle semplici caratteristiche che abbiamo indicato dura dal 3500 a.C. al 2000 (o 2500 al massimo) d.C. Neanche sei millenni , che nella storia umana sono preceduti da molti più millenni di storia pre-urbana e che ci auguriamo siano seguiti da altri millenni di storia post-urbana. Un fenomeno dunque di lunghissima durata e però legato a determinate condizioni socio-economiche: un fenomeno storico, umano, non certo naturale e immutabile.".</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La nascita dello Stato nel Vicino Oriente - Dai lignaggi alla burocrazia nella Grande Mesopotamia", Marcella Frangipane, Laterza, 2005. Altra fonte a questa collegata, è  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La nascita dello Stato nel Vicino Oriente - Dai lignaggi alla burocrazia nella Grande Mesopotamia", Marcella Frangipane, Laterza, 2005. Altra fonte a questa collegata, è  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Alle origini del potere – Arslantepe – La collina dei leoni", a cura di M. Frangipane (aa.vv), Electa Mondadori, 2004, catalogo della omonima mostra tenuta a Roma. Il catalogo è molto concreto, didascalico, e direttamente informativo, inoltre contiene una estesa documentazione sulla Tomba Reale, di origine kurgan, che potrebbe spiegare il collegamento storico tra “patriarcato” e stato” (vedi sotto).  M.Frangipane lavora come M.Liverani alla Sapienza di Roma ed ha partecipato direttamente ai lavori di scavo e di studio ad Arslantepe. Nella sua prefazione M.Liverani fa il punto della situazione degli studi storici, archeologici, sociologici sull'origine dello stato, precisando che "...la nascita dello stato era tra le più significative, e forse la più pregnante in assoluto, nel determinare la moderna strutturazione della società", "...quella grande trasformazione che dà origine allo stato: e cioè alla amministrazione burocratica, alla stratificazione sociale, alla specializzazione lavorativa, all'emergenza dell'apparato ideologico.", "...sarà piuttosto archeologicamente un contributo alla comprensione di quei meccanismi socio-economici e politici che hanno prodotto (in varie regioni e varie epoche) il decisivo passaggio dalle comunità locali autosufficienti ed autoregolate all'organizzazione complessa e stratificata, basata su flussi diseguali ma funzionali, che è lo Stato Arcaico". A pag.196-199 è ipotizzato il delicato passaggio al "lavoro dipendente", prima inesistente, testimoniato dalle ciotole grossolane, le "Bevelled rim bowls". Nasce così "...un settore di 'economia statale' che, attraverso il sistema di deleghe, si distacca sempre più dalla identificazione stretta con la persona del capo e la sua famiglia.". Il Corriere della Sera del 29 gennaio 1995 così sintetizza i lavori di M.Frangipane e della Sapienza di Roma ad Arslantepe: "...hanno ritrovato ad Arslantepe il più antico esempio di separazione tra potere politico e potere religioso. La città inventò lo Stato e crollò...Arslantepe ci mostra il più antico esempio di Palazzo di tutto il vicino Oriente; qui la struttura amministrativa è distinta da quella destinata al culto, anche se entrambe sono riunite nello stesso edificio...Verso il 3000 Arslantepe decadde e con lei il primo tentativo di creare una città dove il potere religioso era separato dal potere politico.". Sono i livelli IEMP che si differenziano e riuniscono o collassano insieme. Un aspetto importante della capacità diffusiva delle idee e dei modelli culturali veicolati dagli scambi, è secondo MF che "...la nascita delle prime città non fu una creazione esclusiva della Mesopotamia meridionale, come avevamo sempre ritenuto, ma piuttosto un fenomeno policentrico innescato da contatti e interscambi che s'erano stabiliti tra popolazioni dislocate in aree diverse". Questo è un punto molto importante capace di unire le teorie di Marija Gimbutas sui proto-indoeuropei, la cultura dei kurgan, caucasica, con la nascita dello stato nella grande Mesopotamia. La nascita ad Arslantepe della Agenzia Palatina o Palazzo,  di un potere cioè politico militare (la P e la M di IEMP) sul tronco del potere religioso ed economico (la I e la E di IEMP) è ben documentata da M.Frangipane nello studio accurato della Tomba Reale di Arslantepe (due datazioni imprecise oscillano alla fine del IV millennio ed all'inizio del III millennio).  In questa tomba appaiono le armi letali per uccidere altri esseri umani (spade, pugnali, lance), i sacrifici umani (un fanciullo ed una fanciulla di rango, gettati violentemente nella tomba, due giovani ancelle), soprattutto i vasi neri di una cultura kurgan a nord del Caucaso (e quindi di origine caucasica e non trancaucasica come le successive occupazioni del sito). Il collegamento temporale tra la presenza kurgan ad Arslantepe e la nascita dell'Agenzia Palatina, cioè del poltere politico militare, dello stato come uso “legittimo” della forza letale entro un determinato territorio, è troppo evidente per essere ulteriormente sottovalutato. <del class="diffchange diffchange-inline">  </del></div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Alle origini del potere – Arslantepe – La collina dei leoni", a cura di M. Frangipane (aa.vv), Electa Mondadori, 2004, catalogo della omonima mostra tenuta a Roma. Il catalogo è molto concreto, didascalico, e direttamente informativo, inoltre contiene una estesa documentazione sulla Tomba Reale, di origine kurgan, che potrebbe spiegare il collegamento storico tra “patriarcato” e stato” (vedi sotto).  M.Frangipane lavora come M.Liverani alla Sapienza di Roma ed ha partecipato direttamente ai lavori di scavo e di studio ad Arslantepe. Nella sua prefazione M.Liverani fa il punto della situazione degli studi storici, archeologici, sociologici sull'origine dello stato, precisando che "...la nascita dello stato era tra le più significative, e forse la più pregnante in assoluto, nel determinare la moderna strutturazione della società", "...quella grande trasformazione che dà origine allo stato: e cioè alla amministrazione burocratica, alla stratificazione sociale, alla specializzazione lavorativa, all'emergenza dell'apparato ideologico.", "...sarà piuttosto archeologicamente un contributo alla comprensione di quei meccanismi socio-economici e politici che hanno prodotto (in varie regioni e varie epoche) il decisivo passaggio dalle comunità locali autosufficienti ed autoregolate all'organizzazione complessa e stratificata, basata su flussi diseguali ma funzionali, che è lo Stato Arcaico". A pag.196-199 è ipotizzato il delicato passaggio al "lavoro dipendente", prima inesistente, testimoniato dalle ciotole grossolane, le "Bevelled rim bowls". Nasce così "...un settore di 'economia statale' che, attraverso il sistema di deleghe, si distacca sempre più dalla identificazione stretta con la persona del capo e la sua famiglia.". Il Corriere della Sera del 29 gennaio 1995 così sintetizza i lavori di M.Frangipane e della Sapienza di Roma ad Arslantepe: "...hanno ritrovato ad Arslantepe il più antico esempio di separazione tra potere politico e potere religioso. La città inventò lo Stato e crollò...Arslantepe ci mostra il più antico esempio di Palazzo di tutto il vicino Oriente; qui la struttura amministrativa è distinta da quella destinata al culto, anche se entrambe sono riunite nello stesso edificio...Verso il 3000 Arslantepe decadde e con lei il primo tentativo di creare una città dove il potere religioso era separato dal potere politico.". Sono i livelli IEMP che si differenziano e riuniscono o collassano insieme. Un aspetto importante della capacità diffusiva delle idee e dei modelli culturali veicolati dagli scambi, è secondo MF che "...la nascita delle prime città non fu una creazione esclusiva della Mesopotamia meridionale, come avevamo sempre ritenuto, ma piuttosto un fenomeno policentrico innescato da contatti e interscambi che s'erano stabiliti tra popolazioni dislocate in aree diverse". Questo è un punto molto importante capace di unire le teorie di Marija Gimbutas sui proto-indoeuropei, la cultura dei kurgan, caucasica, con la nascita dello stato nella grande Mesopotamia. La nascita ad Arslantepe della Agenzia Palatina o Palazzo,  di un potere cioè politico militare (la P e la M di IEMP) sul tronco del potere religioso ed economico (la I e la E di IEMP) è ben documentata da M.Frangipane nello studio accurato della Tomba Reale di Arslantepe (due datazioni imprecise oscillano alla fine del IV millennio ed all'inizio del III millennio).  In questa tomba appaiono le armi letali per uccidere altri esseri umani (spade, pugnali, lance), i sacrifici umani (un fanciullo ed una fanciulla di rango, gettati violentemente nella tomba, due giovani ancelle), soprattutto i vasi neri di una cultura kurgan a nord del Caucaso (e quindi di origine caucasica e non trancaucasica come le successive occupazioni del sito). Il collegamento temporale tra la presenza kurgan ad Arslantepe e la nascita dell'Agenzia Palatina, cioè del poltere politico militare, dello stato come uso “legittimo” della forza letale entro un determinato territorio, è troppo evidente per essere ulteriormente sottovalutato. <ins class="diffchange diffchange-inline">Vedi su ortosociale l'articolo di Remo Ronchitelli:[http://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Antropos31 Il rapporto tra Stato e Patriarcato]  </ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - vol.I - A history of power from the beginning to A.D. 1760", Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Michael Mann è l'autore della analisi IEMP, da "Ideological, Economic, Military, Political power networks", illustrata nel cap.1, "Societies as organized power networks" (le società come reti organizzate di potere), teoria che utilizzo ampiamente allo scopo di arrivare sempre a delle sintesi unitarie dopo le analisi che separano i fatti. Il modello IEMP viene visto in un macro-esempio nel cap.15, pag.500-517, "European conclusions: explaining European dynamism - capitalism, Cristendom, states". I macroelementi del capitalismo (Economia), della Cristianità (Ideologia), degli stati (Militare e Politico), corrispondono ai quattro punti IEMP. Il termine "Power" tradotto con "Potere" andrebbe meglio interpretato come "potenza", possibilità di fare (Power in inglese significa anche la corrente elettrica). Non ha quindi una accezione di per sè negativa. Si tratta del potere organizzato di gruppi umani, cioè di un potere collettivo, o "sociale" in quanto organizzato da gruppi umani. Può essere un potere coercitivo come nel caso di guerra, predazione, razzia, deculturazione. Può essere positivo come la cooperazione spontanea, ad esempio nella costruzione di un nuovo villaggio o di un sistema di irrigazione, oppure nella gestione comunitaria di beni comuni. Può essere al tempo stesso coercitivo e cooperativo, quando un gruppo coopera e si unisce nell'obbiettivo di predare o distruggere un altro gruppo umano. Il potere cooperativo inoltre può essere spontaneo come nel caso di un gruppo di cacciatori-raccoglitori, o compulsivo, coatto, come nel caso di un esercito in marcia o di una moderna azienda capitalistica dove si è obbligati a cooperare con gli altri. La fig.1.2 a pag.29 riassume la teoria IEMP proposta da Mann. Nei cap.2, cap.3, e cap.4 tratta in modo approfondito delle società senza stato e del passaggio agli stati ed alla stratificazione sociale. Nella conclusione del cap.4, pag.124, "Conclusion: a theory of the emergence of civilization", dice: "Civilization was an abnormal phenomenon. It involved the state and social stratification, both of which human beings have spent most of their existence avoiding.", che così traduco "La civiltà è stata un fenomeno abnorme. Ha coinvolto lo stato e la stratificazione sociale, per evitare i quali gli esseri umani avevano speso gran parte della loro esistenza". Rivedremo ancora nel seguito i vari volumi dell'opera fondamentale di Michael Mann, tra cui il vol.IV, relativo agli anni 2000 (dopo Cristo), ed alle grandi crisi che l'umanità si trova a dover affrontare.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - vol.I - A history of power from the beginning to A.D. 1760", Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Michael Mann è l'autore della analisi IEMP, da "Ideological, Economic, Military, Political power networks", illustrata nel cap.1, "Societies as organized power networks" (le società come reti organizzate di potere), teoria che utilizzo ampiamente allo scopo di arrivare sempre a delle sintesi unitarie dopo le analisi che separano i fatti. Il modello IEMP viene visto in un macro-esempio nel cap.15, pag.500-517, "European conclusions: explaining European dynamism - capitalism, Cristendom, states". I macroelementi del capitalismo (Economia), della Cristianità (Ideologia), degli stati (Militare e Politico), corrispondono ai quattro punti IEMP. Il termine "Power" tradotto con "Potere" andrebbe meglio interpretato come "potenza", possibilità di fare (Power in inglese significa anche la corrente elettrica). Non ha quindi una accezione di per sè negativa. Si tratta del potere organizzato di gruppi umani, cioè di un potere collettivo, o "sociale" in quanto organizzato da gruppi umani. Può essere un potere coercitivo come nel caso di guerra, predazione, razzia, deculturazione. Può essere positivo come la cooperazione spontanea, ad esempio nella costruzione di un nuovo villaggio o di un sistema di irrigazione, oppure nella gestione comunitaria di beni comuni. Può essere al tempo stesso coercitivo e cooperativo, quando un gruppo coopera e si unisce nell'obbiettivo di predare o distruggere un altro gruppo umano. Il potere cooperativo inoltre può essere spontaneo come nel caso di un gruppo di cacciatori-raccoglitori, o compulsivo, coatto, come nel caso di un esercito in marcia o di una moderna azienda capitalistica dove si è obbligati a cooperare con gli altri. La fig.1.2 a pag.29 riassume la teoria IEMP proposta da Mann. Nei cap.2, cap.3, e cap.4 tratta in modo approfondito delle società senza stato e del passaggio agli stati ed alla stratificazione sociale. Nella conclusione del cap.4, pag.124, "Conclusion: a theory of the emergence of civilization", dice: "Civilization was an abnormal phenomenon. It involved the state and social stratification, both of which human beings have spent most of their existence avoiding.", che così traduco "La civiltà è stata un fenomeno abnorme. Ha coinvolto lo stato e la stratificazione sociale, per evitare i quali gli esseri umani avevano speso gran parte della loro esistenza". Rivedremo ancora nel seguito i vari volumi dell'opera fondamentale di Michael Mann, tra cui il vol.IV, relativo agli anni 2000 (dopo Cristo), ed alle grandi crisi che l'umanità si trova a dover affrontare.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Dalla tribù allo stato - Saggi di antropologia politica", a cura di Ugo Fabietti, UNICOPLI, 1991. Capitolo sesto, pag.127,"Una teoria sull'origine dello stato", di Robert L.Carneiro. M.Mann utilizza la importante teoria dell'ingabbiamento ("cage") avanzata da Robert L.Carneiro, "...una teoria flessibile e complessa - ma non generica - applicabile ai più diversi contesti...Carneiro non intende infatti considerare gli effetti del conflitto sulla distribuzione dei gruppi all'interno di un determinato territorio, nè dimostrare che la guerra in quanto tale ha origine per l'appropriazione delle risorse. La guerra è vista piuttosto come un fattore di progressiva centralizzazione politica, in un contesto in cui il controllo delle risorse ha una precisa relazione con l'emergenza di gruppi stratificati conducente alla formazione dei domini prima e degli stati poi.". In altre parole la guerra non nasce per la competizione di gruppi umani su risorse scarse ma per l'emergenza di élite dominanti che portano alla centralizzazione politica dei domini prima e degli stati poi. Segue poi il fondamentale articolo di R.L.Carneiro pubblicato su Science nel 1970.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Dalla tribù allo stato - Saggi di antropologia politica", a cura di Ugo Fabietti, UNICOPLI, 1991. Capitolo sesto, pag.127,"Una teoria sull'origine dello stato", di Robert L.Carneiro. M.Mann utilizza la importante teoria dell'ingabbiamento ("cage") avanzata da Robert L.Carneiro, "...una teoria flessibile e complessa - ma non generica - applicabile ai più diversi contesti...Carneiro non intende infatti considerare gli effetti del conflitto sulla distribuzione dei gruppi all'interno di un determinato territorio, nè dimostrare che la guerra in quanto tale ha origine per l'appropriazione delle risorse. La guerra è vista piuttosto come un fattore di progressiva centralizzazione politica, in un contesto in cui il controllo delle risorse ha una precisa relazione con l'emergenza di gruppi stratificati conducente alla formazione dei domini prima e degli stati poi.". In altre parole la guerra non nasce per la competizione di gruppi umani su risorse scarse ma per l'emergenza di élite dominanti che portano alla centralizzazione politica dei domini prima e degli stati poi. Segue poi il fondamentale articolo di R.L.Carneiro pubblicato su Science nel 1970.</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3794&oldid=prevRegainfo: /* Sistemi cooperativi */2015-07-06T17:10:14Z<p><span class="autocomment">Sistemi cooperativi</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 17:10, 6 lug 2015</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 86:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 86:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita", Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Analizza in profondità la crisi capitalistica mettendola in relazione alla finitezza delle risorse ambientali, alle teorie della crescita e dell'innovazione, all'ipotesi dei rendimenti decrescenti.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita", Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Analizza in profondità la crisi capitalistica mettendola in relazione alla finitezza delle risorse ambientali, alle teorie della crescita e dell'innovazione, all'ipotesi dei rendimenti decrescenti.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Sistemi cooperativi=====  </div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>=====<ins class="diffchange diffchange-inline">[[CeraUnaVolta#Sistemi_cooperativi|</ins>Sistemi cooperativi<ins class="diffchange diffchange-inline">]]</ins>=====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>La costruzione e la diffusione di sistemi cooperativi anche complessi può avvenire, come avviene, nei vari campi di attività dei gruppi umani, nel campo della cultura e della scienza, dell'economia, della politica, persino nel campo militare. Dare la priorità ad alcuni di essi a scapito di altri significa non considerare gli esseri umani e le loro società come organismi viventi nella loro integrità coesione e completezza. Esempi significativi sono riportati nel seguente lavoro di Yochai Benkler.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>La costruzione e la diffusione di sistemi cooperativi anche complessi può avvenire, come avviene, nei vari campi di attività dei gruppi umani, nel campo della cultura e della scienza, dell'economia, della politica, persino nel campo militare. Dare la priorità ad alcuni di essi a scapito di altri significa non considerare gli esseri umani e le loro società come organismi viventi nella loro integrità coesione e completezza. Esempi significativi sono riportati nel seguente lavoro di Yochai Benkler.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The penguin and the Leviathan - How cooperation triumphs over self-interest", Yochai Benkler, Crown Business, New York, 2011. Questo libro va studiato nei dettagli come un manuale operativo. Lo considero un buon punto di partenza per fare sperimentazione cooperativa. Yochai Benkler, israeliano, professore di diritto ad Harvard (Usa), ha un sito: "benkler.org", da visitare perchè rimanda a tutte le attività del mondo Open Source. Ha impostato nel 2007 una ricerca di tre anni sulla cooperazione, basata sulla biologia evoluzionista, l'economia sperimentale, la teoria dei sistemi complessi, la sociologia organizzativa e la psicologia morale. Come si vede oltre a teorizzare la cooperazione, Y.Benkler la pratica. Tutta questa ricerca è riportata in questo libro. A pag.253, "When I moved to Harvard in late 2007...", racconta quali sono i personaggi ed i filoni di ricerca che è riuscito a unire e vitalizzare.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The penguin and the Leviathan - How cooperation triumphs over self-interest", Yochai Benkler, Crown Business, New York, 2011. Questo libro va studiato nei dettagli come un manuale operativo. Lo considero un buon punto di partenza per fare sperimentazione cooperativa. Yochai Benkler, israeliano, professore di diritto ad Harvard (Usa), ha un sito: "benkler.org", da visitare perchè rimanda a tutte le attività del mondo Open Source. Ha impostato nel 2007 una ricerca di tre anni sulla cooperazione, basata sulla biologia evoluzionista, l'economia sperimentale, la teoria dei sistemi complessi, la sociologia organizzativa e la psicologia morale. Come si vede oltre a teorizzare la cooperazione, Y.Benkler la pratica. Tutta questa ricerca è riportata in questo libro. A pag.253, "When I moved to Harvard in late 2007...", racconta quali sono i personaggi ed i filoni di ricerca che è riuscito a unire e vitalizzare.</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3793&oldid=prevRegainfo: /* Crisi */2015-07-06T17:09:22Z<p><span class="autocomment">Crisi</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 17:09, 6 lug 2015</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 77:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 77:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Cap.10, pag.268-321, "American empire at the turn of the twenty-first century". La politica di Bush il giovane dopo il 9/11 e le invasioni di Afghanistan e Iraq. Cap.7, pag.179-217, "The fall of Soviet alternative", descrive la caduta dell' "impero" sovietico, ("the end of Soviet empire abroad"). Gli sfortunati russi hanno sofferto due rivoluzioni, che secondo Mann non sono mai una buona idea; una dal basso nel 1917, l'altra dall'alto negli anni 80 con la perestroika di Gorbachev. Entrambe fallite. "La Russia può considerarsi un caso esemplare del ruolo limitato della ragione negli affari umani e del fallimento degli umani nel risolvere adeguatamente le crisi che essi stessi si sono procurate". Nella conclusione, cap.13 , a pag.418, si sostiene  che "solo un impero è rimasto, e il suo declino è appena cominciato e continuerà". Si riferisce al residuo impero americano, il cui declino è ben documentato dai numerosi e continui "commentaries" di Immanuel Wallerstein, eminente sogiologo, storico, economista degli Stati Uniti, coautore con altri della famosa teoria del "world-system" cui M.Mann preferisce la sua più consistente e raffinata analisi IEMP. I.Wallerstein, G.Arrighi e Michael Mann appartengono a quella corrente di studi che vede dinamicamente le varie società nel tempo e nello spazio attraverso la sociologia, la storia, l'economia, nota come "sociologia storica" o macrosociologia. Come fa presente Mann parlando della sua analisi storica, comunque, quello che in lui prevale è uno “scetticismo empirico” per cui le quattro fonti del potere sociale IEMP sono solo modelli astratti utili al fine di una analisi ma che "non esistono come pure forme nel mondo reale. Invece esse si solidificano attorno alle maggiori macro-istituzioni della società attuale: il capitalismo, lo stato-nazione, e gli imperi".</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Cap.10, pag.268-321, "American empire at the turn of the twenty-first century". La politica di Bush il giovane dopo il 9/11 e le invasioni di Afghanistan e Iraq. Cap.7, pag.179-217, "The fall of Soviet alternative", descrive la caduta dell' "impero" sovietico, ("the end of Soviet empire abroad"). Gli sfortunati russi hanno sofferto due rivoluzioni, che secondo Mann non sono mai una buona idea; una dal basso nel 1917, l'altra dall'alto negli anni 80 con la perestroika di Gorbachev. Entrambe fallite. "La Russia può considerarsi un caso esemplare del ruolo limitato della ragione negli affari umani e del fallimento degli umani nel risolvere adeguatamente le crisi che essi stessi si sono procurate". Nella conclusione, cap.13 , a pag.418, si sostiene  che "solo un impero è rimasto, e il suo declino è appena cominciato e continuerà". Si riferisce al residuo impero americano, il cui declino è ben documentato dai numerosi e continui "commentaries" di Immanuel Wallerstein, eminente sogiologo, storico, economista degli Stati Uniti, coautore con altri della famosa teoria del "world-system" cui M.Mann preferisce la sua più consistente e raffinata analisi IEMP. I.Wallerstein, G.Arrighi e Michael Mann appartengono a quella corrente di studi che vede dinamicamente le varie società nel tempo e nello spazio attraverso la sociologia, la storia, l'economia, nota come "sociologia storica" o macrosociologia. Come fa presente Mann parlando della sua analisi storica, comunque, quello che in lui prevale è uno “scetticismo empirico” per cui le quattro fonti del potere sociale IEMP sono solo modelli astratti utili al fine di una analisi ma che "non esistono come pure forme nel mondo reale. Invece esse si solidificano attorno alle maggiori macro-istituzioni della società attuale: il capitalismo, lo stato-nazione, e gli imperi".</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Crisi=====  </div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>=====<ins class="diffchange diffchange-inline">[[CeraUnaVolta#</ins>Crisi<ins class="diffchange diffchange-inline">|Crisi]]</ins>=====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - Volume 4: Globalizations, 1945-22011", Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. La descrizione delle tre grandi crisi che dobbiamo affrontare oggi su scala planetaria è molto compatta ma esaustiva nel IV volume di M.Mann.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - Volume 4: Globalizations, 1945-22011", Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. La descrizione delle tre grandi crisi che dobbiamo affrontare oggi su scala planetaria è molto compatta ma esaustiva nel IV volume di M.Mann.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div><ol></div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div><ol></div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3792&oldid=prevRegainfo: /* Imperi moderni USA e URSS */2015-07-06T17:08:19Z<p><span class="autocomment">Imperi moderni USA e URSS</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 17:08, 6 lug 2015</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 66:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 66:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Storia sociale dell'antica Roma", Géza Alföldy, il Mulino, 1987. Analizza la iniziale struttura tribale e gentilizia centrata sul paterfamilias, il cui potere su congiunti e schiavi era illimitato (poteva vendere come schiavi i propri figli ed eventualmente ricomprarli). Vedi al cap.V i paragrafi 2, pag.153, "La stratificazione sociale", e il par.7, pag.201, "La struttura per ordini e strati ed i suoi effetti", dove viene evidenziata la non corrispondenza della teoria marxiana delle classi alla società romana nel suo complesso. La fig.1 a pag.202 evidenzia nel triangolo centrale i "clientes", la cosiddetta "familia Caesaris". La figura mette in luce il riduzionismo non solo del concetto di "classe" ma anche di quello di "stratificazione" in senso stretto. Nel cap.VI, pag.227, "La crisi dell'impero romano e la trasformazione della struttura sociale", e nel cap.VII, pag.265, "La società tardo romana", viene vista in dettaglio la decadenza e il collasso dell'impero. Si tratta di un processo che dura circa tre secoli su regioni geografiche distinte e lontane. Gli attacchi delle tribù germaniche e dei loro alleati sul Danubio e il Reno erano solo uno dei molteplici fattori di una crisi generale. La stratificazione sociale vedeva gli strati superiori frantumarsi e impoverirsi, mentre gli strati inferiori precipitavano in condizioni simili alla schiavitù. Una enorme burocrazia di funzionari spremeva tutti gli strati sociali produttivi con tasse, lavori forzati, corruzione.  Vari eserciti dislocati nelle varie regioni composti anche da barbari mercenari difendevano i confini, agivano da supporto ai funzionari esattori delle tasse, si combattevano tra loro in feroci guerre civili. Tutto questo era molto dispersivo a livello di risorse. "Quindi il declino dell'impero romano d'Occidente è un processo, il cui aspetto storico-sociale non consiste nell'opposizione degli strati inferiori contro un sistema di potere retto dagli strati superiori, ma nel fatto che l'ordinamento statale romano fu gradualmente sostenuto da un unico strato, e molto esiguo, del proprio apparato di potere, divenendo nel contempo un grave peso per quasi tutta la società.". Esaminando questi processi a larghe linee si può assegnare a Traiano l'ultimo tentativo di espansione imperiale con la stentata vittoria in Dacia, riprodotta nella famosa colonna con le teste mozzate dei vinti. Traiano diventa molto popolare per i lavori pubblici che ordina: i fori, templi vari, palazzi, viabilità. Lavori che stressano le già esauste finanze statali. Da questo momento le conquiste si fermano e con esse le importazioni di schiavi per coltivare i latifondi, estrarre minerali dalle miniere, produrre nelle "frabricae" statali frecce, archi, scudi, corazze, spade di qualità. Caio Giulio Cesare aveva da solo trasportato un  milione di schiavi dalla Gallia due secoli prima. Gli schiavi lavorano anche nelle botteghe artigiane e come servitù nelle case dei ricchi; lavorano anche come Polibio, storico e consigliere di Scipione l'Africano, a diffondere cultura e conoscenza. Le guerre difensive che sono un puro costo, la mancanza di schiavi, le epidemie dovute a invasioni barbariche, guerre civili e ribellioni contadine come quella degli stagionali (in latino "circumcilliones") spopolano le campagne che diventano sempre più improduttive. Crollano economicamente i ceti medi dei "decurioni" o “curiales” prima floridissimi, stressati da oneri politici, balzelli, corruzione, mentre aumenta il grande latifondo, la cui produttività è molto bassa. Nel frattempo l'ordine equestre dei cavalieri, esattori delle tasse e ufficiali delle legioni, spreme la popolazione con tasse e corvèe facendo fuggire i contadini dalle campagne. La riproduzione degli schiavi è difficile, non vogliono figli. Tra i contadini vi sono piccoli proprietari, schiavi, liberti, stagionali, coloni o affittuari che corrispondono ai servi della gleba, salariati. Tutti in condizioni così disperate da alimentare il fenomeno dei “fugitivi”. Le città che rifornivano di merci e servizi le campagne circostanti cominciano lentamente a decadere anche loro. Politicamente gli equilibri si dissolvono. L'antico ordine dei senatori, già compromesso dopo la caduta della repubblica, viene forzatamente riempito di uomini "novi" o membri dell'ordine equestre, o di favoriti, perfino di liberti. Le magistrature che davano vanto e potere ai decurioni delle città vengono disertate perchè fonte di oneri, tasse, tributi. Le zone spopolate vengono riempite per essere difese da tribù federate di barbari, convertiti al cristianesimo, che sono ormai il nerbo mercenario dell'esercito imperiale. Ormai il potere territoriale, militare, politico, è loro.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Storia sociale dell'antica Roma", Géza Alföldy, il Mulino, 1987. Analizza la iniziale struttura tribale e gentilizia centrata sul paterfamilias, il cui potere su congiunti e schiavi era illimitato (poteva vendere come schiavi i propri figli ed eventualmente ricomprarli). Vedi al cap.V i paragrafi 2, pag.153, "La stratificazione sociale", e il par.7, pag.201, "La struttura per ordini e strati ed i suoi effetti", dove viene evidenziata la non corrispondenza della teoria marxiana delle classi alla società romana nel suo complesso. La fig.1 a pag.202 evidenzia nel triangolo centrale i "clientes", la cosiddetta "familia Caesaris". La figura mette in luce il riduzionismo non solo del concetto di "classe" ma anche di quello di "stratificazione" in senso stretto. Nel cap.VI, pag.227, "La crisi dell'impero romano e la trasformazione della struttura sociale", e nel cap.VII, pag.265, "La società tardo romana", viene vista in dettaglio la decadenza e il collasso dell'impero. Si tratta di un processo che dura circa tre secoli su regioni geografiche distinte e lontane. Gli attacchi delle tribù germaniche e dei loro alleati sul Danubio e il Reno erano solo uno dei molteplici fattori di una crisi generale. La stratificazione sociale vedeva gli strati superiori frantumarsi e impoverirsi, mentre gli strati inferiori precipitavano in condizioni simili alla schiavitù. Una enorme burocrazia di funzionari spremeva tutti gli strati sociali produttivi con tasse, lavori forzati, corruzione.  Vari eserciti dislocati nelle varie regioni composti anche da barbari mercenari difendevano i confini, agivano da supporto ai funzionari esattori delle tasse, si combattevano tra loro in feroci guerre civili. Tutto questo era molto dispersivo a livello di risorse. "Quindi il declino dell'impero romano d'Occidente è un processo, il cui aspetto storico-sociale non consiste nell'opposizione degli strati inferiori contro un sistema di potere retto dagli strati superiori, ma nel fatto che l'ordinamento statale romano fu gradualmente sostenuto da un unico strato, e molto esiguo, del proprio apparato di potere, divenendo nel contempo un grave peso per quasi tutta la società.". Esaminando questi processi a larghe linee si può assegnare a Traiano l'ultimo tentativo di espansione imperiale con la stentata vittoria in Dacia, riprodotta nella famosa colonna con le teste mozzate dei vinti. Traiano diventa molto popolare per i lavori pubblici che ordina: i fori, templi vari, palazzi, viabilità. Lavori che stressano le già esauste finanze statali. Da questo momento le conquiste si fermano e con esse le importazioni di schiavi per coltivare i latifondi, estrarre minerali dalle miniere, produrre nelle "frabricae" statali frecce, archi, scudi, corazze, spade di qualità. Caio Giulio Cesare aveva da solo trasportato un  milione di schiavi dalla Gallia due secoli prima. Gli schiavi lavorano anche nelle botteghe artigiane e come servitù nelle case dei ricchi; lavorano anche come Polibio, storico e consigliere di Scipione l'Africano, a diffondere cultura e conoscenza. Le guerre difensive che sono un puro costo, la mancanza di schiavi, le epidemie dovute a invasioni barbariche, guerre civili e ribellioni contadine come quella degli stagionali (in latino "circumcilliones") spopolano le campagne che diventano sempre più improduttive. Crollano economicamente i ceti medi dei "decurioni" o “curiales” prima floridissimi, stressati da oneri politici, balzelli, corruzione, mentre aumenta il grande latifondo, la cui produttività è molto bassa. Nel frattempo l'ordine equestre dei cavalieri, esattori delle tasse e ufficiali delle legioni, spreme la popolazione con tasse e corvèe facendo fuggire i contadini dalle campagne. La riproduzione degli schiavi è difficile, non vogliono figli. Tra i contadini vi sono piccoli proprietari, schiavi, liberti, stagionali, coloni o affittuari che corrispondono ai servi della gleba, salariati. Tutti in condizioni così disperate da alimentare il fenomeno dei “fugitivi”. Le città che rifornivano di merci e servizi le campagne circostanti cominciano lentamente a decadere anche loro. Politicamente gli equilibri si dissolvono. L'antico ordine dei senatori, già compromesso dopo la caduta della repubblica, viene forzatamente riempito di uomini "novi" o membri dell'ordine equestre, o di favoriti, perfino di liberti. Le magistrature che davano vanto e potere ai decurioni delle città vengono disertate perchè fonte di oneri, tasse, tributi. Le zone spopolate vengono riempite per essere difese da tribù federate di barbari, convertiti al cristianesimo, che sono ormai il nerbo mercenario dell'esercito imperiale. Ormai il potere territoriale, militare, politico, è loro.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Imperi moderni USA e URSS=====</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>=====<ins class="diffchange diffchange-inline">[[CeraUnaVolta#Imperi_moderni|</ins>Imperi moderni USA e URSS<ins class="diffchange diffchange-inline">]]</ins>=====</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: “The sources of social power - Volume 3: Global empires and revolution, 1890-1945", Michael Mann, Cambridge University Press, 2012. Cap.3, pag.58-99, "America and its empire in the Progressive Era, 1890-1930. Cap.14, pag.423-456, "Tha last interimperial war, 1939-1945". Per quanto riguarda la nascita dell 'impero dei Soviet conseguente alla rivoluzione bolscevica di Ottobre 1917 in Russia, vedi cap.11, pag.347-370, "The Soviet alternative". Notevoli alle pag.357-362 il paragrafo "Stalin's atrocities" e al paragrafo "The impact of communism abroad", pag.366-370, l'effetto politico dell'azione ideologica dell'imperialismo sovietico che ha monopolizzato, strumentalizzato ed estremizzato i movimenti di opposizione al capitalismo ed al fascismo, portandoli alla rovina. Il paragrafo si conclude così: "Stalin mise l'ultimo chiodo al coperchio della bara del socialismo rivoluzionario occidentale, dopo aver distrutto quello dell'Unione sovietica" ("Stalin was putting the final nail in the coffin of revolutionary socialism in the West, after it had been destroyed in the Soviet Union").</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: “The sources of social power - Volume 3: Global empires and revolution, 1890-1945", Michael Mann, Cambridge University Press, 2012. Cap.3, pag.58-99, "America and its empire in the Progressive Era, 1890-1930. Cap.14, pag.423-456, "Tha last interimperial war, 1939-1945". Per quanto riguarda la nascita dell 'impero dei Soviet conseguente alla rivoluzione bolscevica di Ottobre 1917 in Russia, vedi cap.11, pag.347-370, "The Soviet alternative". Notevoli alle pag.357-362 il paragrafo "Stalin's atrocities" e al paragrafo "The impact of communism abroad", pag.366-370, l'effetto politico dell'azione ideologica dell'imperialismo sovietico che ha monopolizzato, strumentalizzato ed estremizzato i movimenti di opposizione al capitalismo ed al fascismo, portandoli alla rovina. Il paragrafo si conclude così: "Stalin mise l'ultimo chiodo al coperchio della bara del socialismo rivoluzionario occidentale, dopo aver distrutto quello dell'Unione sovietica" ("Stalin was putting the final nail in the coffin of revolutionary socialism in the West, after it had been destroyed in the Soviet Union").</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - volume 4: Globalizations, 1945-2011", Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. Cap.5, pag.86-128, "American empire during the cold war, 1945-1980", distingue tra i vari tipi di impero, secondo un gradiente discendente di potenza militare e un livello ascendente di potenza politica, economica ed ideologica. I tipi sono sei in ordine decrescente nell'uso della forza militare e ascendente di potenza politica:  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - volume 4: Globalizations, 1945-2011", Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. Cap.5, pag.86-128, "American empire during the cold war, 1945-1980", distingue tra i vari tipi di impero, secondo un gradiente discendente di potenza militare e un livello ascendente di potenza politica, economica ed ideologica. I tipi sono sei in ordine decrescente nell'uso della forza militare e ascendente di potenza politica:  </div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3791&oldid=prevRegainfo: /* Imperi romano e bizantino */2015-07-06T17:07:29Z<p><span class="autocomment">Imperi romano e bizantino</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 17:07, 6 lug 2015</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 60:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 60:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - volume I - A history of power from beginning to A.D. 1760", Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Cap.5, "The first empires of domination: the dialectics of compulsory cooperation", pag.130-178. Pag.131: "Alla fine [le città-stato sumeriche] furono conquistate dal primo esteso "impero" della storia, quello di Sargon di Akkad. L'impero da allora rimase una delle forme sociali dominanti per tre migliaia di anni nel Vicino Oriente e in Europa, e perfino più a lungo nell'Asia Orientale.". Gli aspetti della cooperazione obbligata ("compulsory cooperation"), che intreccia le varie reti IEMP, realizzata da Sargon sono: la pacificazione militare e geopolitica del territorio e delle vie commerciali, l'incremento delle spese militari (o keynesismo militare), il controllo centralizzato dell'economia tramite fissazione dei prezzi e dei valori di scambio, un maggiore sfruttamento del lavoro (tramite la schiavitù, la servitù della gleba, il lavoro ad ingaggio), la diffusione autoritaria di una cultura, lingua e scrittura comuni. Vedi pag.148-155. Questi cinque aspetti si ritrovano ancora oggi, opportunamente modernizzati e mascherati, nell'attuale impero residuo (gli USA) e nelle pratiche di altri stati.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - volume I - A history of power from beginning to A.D. 1760", Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Cap.5, "The first empires of domination: the dialectics of compulsory cooperation", pag.130-178. Pag.131: "Alla fine [le città-stato sumeriche] furono conquistate dal primo esteso "impero" della storia, quello di Sargon di Akkad. L'impero da allora rimase una delle forme sociali dominanti per tre migliaia di anni nel Vicino Oriente e in Europa, e perfino più a lungo nell'Asia Orientale.". Gli aspetti della cooperazione obbligata ("compulsory cooperation"), che intreccia le varie reti IEMP, realizzata da Sargon sono: la pacificazione militare e geopolitica del territorio e delle vie commerciali, l'incremento delle spese militari (o keynesismo militare), il controllo centralizzato dell'economia tramite fissazione dei prezzi e dei valori di scambio, un maggiore sfruttamento del lavoro (tramite la schiavitù, la servitù della gleba, il lavoro ad ingaggio), la diffusione autoritaria di una cultura, lingua e scrittura comuni. Vedi pag.148-155. Questi cinque aspetti si ritrovano ancora oggi, opportunamente modernizzati e mascherati, nell'attuale impero residuo (gli USA) e nelle pratiche di altri stati.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Imperi romano e bizantino=====</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>=====<ins class="diffchange diffchange-inline">[[CeraUnaVolta#Gli_imperi_romano_e_bizantino|</ins>Imperi romano e bizantino<ins class="diffchange diffchange-inline">]]</ins>=====</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita", Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Adotta la teoria bioeconomica di Nicholas Georgescu Roegen e lo studio dei collassi delle società complesse di Joseph A.Tainter. I due esempi del collasso dell'impero romano e della resilienza dell'impero bizantino si trovano nel cap.4 a pag.139 e pag.155 rispettivamente</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita", Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Adotta la teoria bioeconomica di Nicholas Georgescu Roegen e lo studio dei collassi delle società complesse di Joseph A.Tainter. I due esempi del collasso dell'impero romano e della resilienza dell'impero bizantino si trovano nel cap.4 a pag.139 e pag.155 rispettivamente</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "L'America dimenticata - I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo", Lucio Russo, già citato. Nel cap.5, pag.71-109, considera in modo originale e profondo l'affermarsi dell'impero romano come un tracollo culturale dell'intera area mediterranea su cui si affacciavano civiltà varie e complesse che comunicavano tra loro. La distruzione contemporanea di Cartagine e della lega achea (con centro a Corinto) nel 145-146 a.C. significarono la sparizione di immense conoscenze e del primo germe di scienza moderna apparso nella Grecia di Anassimandro. La ricerca basata sulla dimostrazione (logico-matematica) e sulla sperimentazione empirica ricompariranno solo con Galileo molti secoli dopo. Considerare giustamente l'impero romano un tracollo culturale per l'intera area mediterranea dimostra la non adeguatezza di una concezione della storia come progressione lineare.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "L'America dimenticata - I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo", Lucio Russo, già citato. Nel cap.5, pag.71-109, considera in modo originale e profondo l'affermarsi dell'impero romano come un tracollo culturale dell'intera area mediterranea su cui si affacciavano civiltà varie e complesse che comunicavano tra loro. La distruzione contemporanea di Cartagine e della lega achea (con centro a Corinto) nel 145-146 a.C. significarono la sparizione di immense conoscenze e del primo germe di scienza moderna apparso nella Grecia di Anassimandro. La ricerca basata sulla dimostrazione (logico-matematica) e sulla sperimentazione empirica ricompariranno solo con Galileo molti secoli dopo. Considerare giustamente l'impero romano un tracollo culturale per l'intera area mediterranea dimostra la non adeguatezza di una concezione della storia come progressione lineare.</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3790&oldid=prevRegainfo: /* Imperi */2015-07-06T17:06:44Z<p><span class="autocomment">Imperi</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 17:06, 6 lug 2015</td>
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<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 56:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: “Potere e civiltà – Il processo di civilizzazione”, Norbert Elias, il Mulino, 2010. Tratta della genesi sociale dello stato moderno occidentale dal feudalesimo alla rivoluzione francese, basato sul passaggio dalla “costrizione sociale alla autocostrizione” delineato nel precedente volume “La civiltà delle buone maniere”.  Centrali i paragrafi del cap.III, “Il meccanismo della monopolizzazione”, pag.144, e “Formazione del meccanismo monarchico”, pag.215. Il meccanismo monarchico è un "apparato centralizzato di dominio” che assieme al “meccanismo del monopolio” spiega il processo propulsivo espansionistico della “civiltà” occidentale moderna, soprattutto attraverso la sociogenesi del monopolio fiscale statale che nella società medievale sarebbe stato considerato “...in modo non molto diverso dalla rapina e dalla usura”. La genesi della “civiltà” o “civilizzazione” europea occidentale moderna è delineato nell'altro volume “La civiltà delle buone maniere”. N.Elias è un autore importante che ha rinnovato la sociologia ed aiutato a ricomporre la dicotomia tra individuo e società. Il modello da lui proposto di società è quello della "configurazione": gruppi di esseri umani interdipendenti e in riferimento tra loro. Come in un ballo i danzatori si muovono sincronicamente assumendo nel tempo configurazioni diverse ma interdipendenti in modo dinamico. La società è la danza che vive solo nel muoversi intrecciato dei ballerini. Non ha molto senso farne un'astrazione distinta dai danzatori, se non a scopo di analisi e comparazioni. La loro psicologia forma la danza ed è sua volta riformata da questa nel suo "processo" reale. Questa "danza" corrisponde solo in parte all'azione sociale di M.Weber così definita: "un agire che sia riferito - secondo il suo senso, intenzionato dall'agente o dagli agenti - al comportamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo".  N.Elias ne critica il metodo e l'astrattezza, e introduce negli individui l'inconscio e la raffinata psicologia scoperta da Freud. La psicologia individuale è inestricabilmente collegata alla configurazione in cui l'attore si trova, come anche si sostiene nella teoria di G.H.Mead della costruzione del Sè e dell'Altro Generalizzato.  Per questo ogni società, ogni cultura, ogni contesto storico ha le sue proprie "psicologie" (Freud a differenza di Elias si riferisce ad una psicologia universale, non cangiante nei vari contesti storici e geografici). Elias in breve "storicizza" la psicologia. Le concezioni sociologiche che si oppongono alla visione "delle" società come "processi" sono quelle che definiscono la società come una "struttura" al cui interno agiscono delle "forze" che determinano il comportamento degli individui. Le teorie di Marx e Durkheim rientrano in questo tipo. La dicotomia tra individuo e società viene risolta semplicemente facendo sparire l'individuo. Per riassumere si può dire che per Durkheim la "danza" è una "cosa" e che i ballerini danzano perchè la musica gli entra nella testa. Per Marx la musica sono solo "le forze produttive materiali", non esistono cose ma solo antinomie. Stranamente con la prossima fine delle antinomie la musica cesserà. Secondo Weber gli individui agiscono sostanzialmente da soli ma tenendo conto degli altri soprattutto a livello razionale. Secondo Elias la danza è un processo dinamico che modifica i ballerini che ne sono gli attori e gli autori, che interagiscono costantemente tra loro scambiandosi non solo esperienze, cultura, emozioni ma anche relazioni di dominio fisico e psichico (eterocostrizioni ed autocostrizioni). Secondo Mann ci sono obiettivi comuni che uniscono gli esseri umani in attività organizzate vissute in gruppi che si intrecciano tra loro in interazioni complesse che possiamo definire "reti". Questi obiettivi corrispondono ai bisogni fondamentali (cangianti nei loro equilibri nelle varie epoche storiche) quali la riproduzione, la sopravvivenza biologica, la difesa del territorio e i rapporti tra i gruppi, la costruzione culturale di un significato dell'esperienza umana. Sapendo che è impossibile tracciare tutti i "bisogni" che nascono a livello di individui o di gruppi umani. La ricerca di un significato complessivo della vita è un bisogno divenuto prevalente già dalle epoche preistoriche con la necessità di costruire identità singole e collettive (di gruppo) articolate in strutture morali ed estetico-rituali. Queste identità collettive che diventano "istituzioni", come le nazioni, gli imperi, il capitalismo, proiettano gli obiettivi dell'azione collettiva che si sviluppa come un intreccio di processi materiali e di processi culturali. La sociologia diventa sociologia dei processi culturali, come nelle opere di N.Elias. Mentre Mann ha il merito di aver unificato grazie ad un modello efficace il lungo arco di storia delle società umane secondo una prospettiva di macrosociologia, Elias nell'arco di tempo più breve dal medioevo al 1700 d.C. unifica la prospettiva macrosociologica della formazione dei principali stati europei (sociogenesi) con la prospettiva microsociologica del cambiamento della psicologia umana come riflesso di nuovi modelli di comportamento e di interazione sociale (psicogenesi).</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: “Potere e civiltà – Il processo di civilizzazione”, Norbert Elias, il Mulino, 2010. Tratta della genesi sociale dello stato moderno occidentale dal feudalesimo alla rivoluzione francese, basato sul passaggio dalla “costrizione sociale alla autocostrizione” delineato nel precedente volume “La civiltà delle buone maniere”.  Centrali i paragrafi del cap.III, “Il meccanismo della monopolizzazione”, pag.144, e “Formazione del meccanismo monarchico”, pag.215. Il meccanismo monarchico è un "apparato centralizzato di dominio” che assieme al “meccanismo del monopolio” spiega il processo propulsivo espansionistico della “civiltà” occidentale moderna, soprattutto attraverso la sociogenesi del monopolio fiscale statale che nella società medievale sarebbe stato considerato “...in modo non molto diverso dalla rapina e dalla usura”. La genesi della “civiltà” o “civilizzazione” europea occidentale moderna è delineato nell'altro volume “La civiltà delle buone maniere”. N.Elias è un autore importante che ha rinnovato la sociologia ed aiutato a ricomporre la dicotomia tra individuo e società. Il modello da lui proposto di società è quello della "configurazione": gruppi di esseri umani interdipendenti e in riferimento tra loro. Come in un ballo i danzatori si muovono sincronicamente assumendo nel tempo configurazioni diverse ma interdipendenti in modo dinamico. La società è la danza che vive solo nel muoversi intrecciato dei ballerini. Non ha molto senso farne un'astrazione distinta dai danzatori, se non a scopo di analisi e comparazioni. La loro psicologia forma la danza ed è sua volta riformata da questa nel suo "processo" reale. Questa "danza" corrisponde solo in parte all'azione sociale di M.Weber così definita: "un agire che sia riferito - secondo il suo senso, intenzionato dall'agente o dagli agenti - al comportamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo".  N.Elias ne critica il metodo e l'astrattezza, e introduce negli individui l'inconscio e la raffinata psicologia scoperta da Freud. La psicologia individuale è inestricabilmente collegata alla configurazione in cui l'attore si trova, come anche si sostiene nella teoria di G.H.Mead della costruzione del Sè e dell'Altro Generalizzato.  Per questo ogni società, ogni cultura, ogni contesto storico ha le sue proprie "psicologie" (Freud a differenza di Elias si riferisce ad una psicologia universale, non cangiante nei vari contesti storici e geografici). Elias in breve "storicizza" la psicologia. Le concezioni sociologiche che si oppongono alla visione "delle" società come "processi" sono quelle che definiscono la società come una "struttura" al cui interno agiscono delle "forze" che determinano il comportamento degli individui. Le teorie di Marx e Durkheim rientrano in questo tipo. La dicotomia tra individuo e società viene risolta semplicemente facendo sparire l'individuo. Per riassumere si può dire che per Durkheim la "danza" è una "cosa" e che i ballerini danzano perchè la musica gli entra nella testa. Per Marx la musica sono solo "le forze produttive materiali", non esistono cose ma solo antinomie. Stranamente con la prossima fine delle antinomie la musica cesserà. Secondo Weber gli individui agiscono sostanzialmente da soli ma tenendo conto degli altri soprattutto a livello razionale. Secondo Elias la danza è un processo dinamico che modifica i ballerini che ne sono gli attori e gli autori, che interagiscono costantemente tra loro scambiandosi non solo esperienze, cultura, emozioni ma anche relazioni di dominio fisico e psichico (eterocostrizioni ed autocostrizioni). Secondo Mann ci sono obiettivi comuni che uniscono gli esseri umani in attività organizzate vissute in gruppi che si intrecciano tra loro in interazioni complesse che possiamo definire "reti". Questi obiettivi corrispondono ai bisogni fondamentali (cangianti nei loro equilibri nelle varie epoche storiche) quali la riproduzione, la sopravvivenza biologica, la difesa del territorio e i rapporti tra i gruppi, la costruzione culturale di un significato dell'esperienza umana. Sapendo che è impossibile tracciare tutti i "bisogni" che nascono a livello di individui o di gruppi umani. La ricerca di un significato complessivo della vita è un bisogno divenuto prevalente già dalle epoche preistoriche con la necessità di costruire identità singole e collettive (di gruppo) articolate in strutture morali ed estetico-rituali. Queste identità collettive che diventano "istituzioni", come le nazioni, gli imperi, il capitalismo, proiettano gli obiettivi dell'azione collettiva che si sviluppa come un intreccio di processi materiali e di processi culturali. La sociologia diventa sociologia dei processi culturali, come nelle opere di N.Elias. Mentre Mann ha il merito di aver unificato grazie ad un modello efficace il lungo arco di storia delle società umane secondo una prospettiva di macrosociologia, Elias nell'arco di tempo più breve dal medioevo al 1700 d.C. unifica la prospettiva macrosociologica della formazione dei principali stati europei (sociogenesi) con la prospettiva microsociologica del cambiamento della psicologia umana come riflesso di nuovi modelli di comportamento e di interazione sociale (psicogenesi).</div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Antico Oriente - Storia società economia", Mario Liverani, Laterza, 2007. È l'opera più completa di M.Liverani.  Inizia dalla nascita dello Stato in Mesopotamia ed arriva all'età del ferro con Ciro il grande e i persiani. Tratta estensivamente tutti gli imperi che si sono succeduti nel Vicino Oriente con le loro complesse interazioni. È un testo "mesopotamo centrico". Ma questo è accettabile in considerazione del fatto che proprio in Mesopotamia sono partiti per la prima volta i processi che hanno dato vita a Stati, Città, Scrittura, e che lì sono state raccolte e indagate le maggiori testimonianze. M.Liverani è uno storico che utilizza la sociologia, Michael Mann è un sociologo che utilizza la storia. I due autori vanno integrati tra loro e si possono agevolmente integrare. Dice infatti M.Liverani: "Quanto poi alle componenti interne del quadro storico, ho assunto a base della mia impostazione il triangolo ideologia/società/economia, in interazione già così alquanto ardua". Si avvicina molto alla impostazione IEMP di M.Mann, se al termine "società", opportunamente criticato e rivisto da M.Mann, sostituiamo "politico-militare". M.Mann studierà proprio quella interazione tra ideologia, economia, militare, politico, che a M.Liverani sembra così ardua, per un arco di tempo che va dal neolitico al 2011 d.C. Nel cap.8 de "L'Antico Oriente", "L'impero di Akkad", pag.232-264, tratta del primo impero della storia. Interessante perchè emblematica anche per il futuro è la conclusione della vicenda imperiale di Akkad, i cui abitanti stremati dalle guerre e dai contrasti interni vengono conquistati dopo due secoli di terrore dalle popolazioni "barbare" dei vicini Gutei provenienti dalle montagne degli Zagros.  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Antico Oriente - Storia società economia", Mario Liverani, Laterza, 2007. È l'opera più completa di M.Liverani.  Inizia dalla nascita dello Stato in Mesopotamia ed arriva all'età del ferro con Ciro il grande e i persiani. Tratta estensivamente tutti gli imperi che si sono succeduti nel Vicino Oriente con le loro complesse interazioni. È un testo "mesopotamo centrico". Ma questo è accettabile in considerazione del fatto che proprio in Mesopotamia sono partiti per la prima volta i processi che hanno dato vita a Stati, Città, Scrittura, e che lì sono state raccolte e indagate le maggiori testimonianze. M.Liverani è uno storico che utilizza la sociologia, Michael Mann è un sociologo che utilizza la storia. I due autori vanno integrati tra loro e si possono agevolmente integrare. Dice infatti M.Liverani: "Quanto poi alle componenti interne del quadro storico, ho assunto a base della mia impostazione il triangolo ideologia/società/economia, in interazione già così alquanto ardua". Si avvicina molto alla impostazione IEMP di M.Mann, se al termine "società", opportunamente criticato e rivisto da M.Mann, sostituiamo "politico-militare". M.Mann studierà proprio quella interazione tra ideologia, economia, militare, politico, che a M.Liverani sembra così ardua, per un arco di tempo che va dal neolitico al 2011 d.C. Nel cap.8 de "L'Antico Oriente", "L'impero di Akkad", pag.232-264, tratta del primo impero della storia. Interessante perchè emblematica anche per il futuro è la conclusione della vicenda imperiale di Akkad, i cui abitanti stremati dalle guerre e dai contrasti interni vengono conquistati dopo due secoli di terrore dalle popolazioni "barbare" dei vicini Gutei provenienti dalle montagne degli Zagros.  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - volume I - A history of power from beginning to A.D. 1760", Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Cap.5, "The first empires of domination: the dialectics of compulsory cooperation", pag.130-178. Pag.131: "Alla fine [le città-stato sumeriche] furono conquistate dal primo esteso "impero" della storia, quello di Sargon di Akkad. L'impero da allora rimase una delle forme sociali dominanti per tre migliaia di anni nel Vicino Oriente e in Europa, e perfino più a lungo nell'Asia Orientale.". Gli aspetti della cooperazione obbligata ("compulsory cooperation"), che intreccia le varie reti IEMP, realizzata da Sargon sono: la pacificazione militare e geopolitica del territorio e delle vie commerciali, l'incremento delle spese militari (o keynesismo militare), il controllo centralizzato dell'economia tramite fissazione dei prezzi e dei valori di scambio, un maggiore sfruttamento del lavoro (tramite la schiavitù, la servitù della gleba, il lavoro ad ingaggio), la diffusione autoritaria di una cultura, lingua e scrittura comuni. Vedi pag.148-155. Questi cinque aspetti si ritrovano ancora oggi, opportunamente modernizzati e mascherati, nell'attuale impero residuo (gli USA) e nelle pratiche di altri stati.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "The sources of social power - volume I - A history of power from beginning to A.D. 1760", Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Cap.5, "The first empires of domination: the dialectics of compulsory cooperation", pag.130-178. Pag.131: "Alla fine [le città-stato sumeriche] furono conquistate dal primo esteso "impero" della storia, quello di Sargon di Akkad. L'impero da allora rimase una delle forme sociali dominanti per tre migliaia di anni nel Vicino Oriente e in Europa, e perfino più a lungo nell'Asia Orientale.". Gli aspetti della cooperazione obbligata ("compulsory cooperation"), che intreccia le varie reti IEMP, realizzata da Sargon sono: la pacificazione militare e geopolitica del territorio e delle vie commerciali, l'incremento delle spese militari (o keynesismo militare), il controllo centralizzato dell'economia tramite fissazione dei prezzi e dei valori di scambio, un maggiore sfruttamento del lavoro (tramite la schiavitù, la servitù della gleba, il lavoro ad ingaggio), la diffusione autoritaria di una cultura, lingua e scrittura comuni. Vedi pag.148-155. Questi cinque aspetti si ritrovano ancora oggi, opportunamente modernizzati e mascherati, nell'attuale impero residuo (gli USA) e nelle pratiche di altri stati.</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3789&oldid=prevRegainfo: /* La nascita dello Stato */2015-07-06T17:05:45Z<p><span class="autocomment">La nascita dello Stato</span></p>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte Web: [http://www.equalitytrust.org.uk Equality Trust], tratta in modo approfondito le disuguaglianze nel mondo e in UK. Le ricerche dimostrano la continua crescita dei livelli di disuguaglianza. Qui si trovano notizie su "The Spirit Level" degli epidemiologi Kate Pickett e Richard Wilkinson che sostengono che "la società è piu ineguale che mai".</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte Web: [http://www.equalitytrust.org.uk Equality Trust], tratta in modo approfondito le disuguaglianze nel mondo e in UK. Le ricerche dimostrano la continua crescita dei livelli di disuguaglianza. Qui si trovano notizie su "The Spirit Level" degli epidemiologi Kate Pickett e Richard Wilkinson che sostengono che "la società è piu ineguale che mai".</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>=====La nascita dello Stato=====  </div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>=====<ins class="diffchange diffchange-inline">[[CeraUnaVolta#La_nascita_dello_Stato|</ins>La nascita dello Stato<ins class="diffchange diffchange-inline">]]</ins>=====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Questo è probabilmente il punto centrale della storia umana, quello che ha determinato le attuali condizioni di vita degli esseri umani, la nascita stessa di quello che siamo abituati a chiamare "storia": le città murate distinte dal territorio circostante, una burocrazia sofisticata e spersonalizzata che chiamiamo "stato", la scrittura con la funzione prevalente di strumento contabile.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Questo è probabilmente il punto centrale della storia umana, quello che ha determinato le attuali condizioni di vita degli esseri umani, la nascita stessa di quello che siamo abituati a chiamare "storia": le città murate distinte dal territorio circostante, una burocrazia sofisticata e spersonalizzata che chiamiamo "stato", la scrittura con la funzione prevalente di strumento contabile.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Uruk la prima città", Mario Liverani, Laterza, 1998. Questo testo è fondamentale per la sua chiarezza, semplicità, completezza documentaria e bibliografica. In pochissime pagine viene descritta la nascita della moderna "civiltà" e una ragionata discussione delle varie teorie proposte. Osservare i grafici 1a e 1b a pag.27 che descrivono il passaggio dal "chiefdom" (o chefferie o chieftainship) al protostato. È un passaggio unico e senza possibilità di ritorno per il genere umano. Si passa da leader naturali e senza potere, se non quello della persuasione e dell'esempio, in leader che "obbligano" a lavorare per loro e che tramandano il loro potere, come i re ai loro figli o i sacerdoti ai loro prescelti (gli "eletti"). A pag.28 il grafico 2 mostra la struttura sociale creata con le Agenzie "tempio" e "palazzo", le "grandi organizzazioni". I flussi di risorse vanno  dalle comunità locali alle agenzie-stato che prelevano lavoro coatto, tasse, tributi. In cambio le Agenzie forniscono  alla gente comune servizi quali la difesa della comunità (ma delle città fortificate piuttosto che dei villaggi indifesi esposti alle razzie dei nemici) ed eventuali redistribuzioni di cibo dai magazzini delle agenzie  in caso di carestie o di feste particolari. Questo semplice schema, opportunamente aggiornato aggiungendo le imprese capitalistiche alle agenzie templari/palatine, potrebbe essere tuttora usato per valutare i flussi di risorse nei moderni stati nazione. Si può quindi far risalire al tempo di Uruk la istituzione "tasse" e tributi.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Uruk la prima città", Mario Liverani, Laterza, 1998. Questo testo è fondamentale per la sua chiarezza, semplicità, completezza documentaria e bibliografica. In pochissime pagine viene descritta la nascita della moderna "civiltà" e una ragionata discussione delle varie teorie proposte. Osservare i grafici 1a e 1b a pag.27 che descrivono il passaggio dal "chiefdom" (o chefferie o chieftainship) al protostato. È un passaggio unico e senza possibilità di ritorno per il genere umano. Si passa da leader naturali e senza potere, se non quello della persuasione e dell'esempio, in leader che "obbligano" a lavorare per loro e che tramandano il loro potere, come i re ai loro figli o i sacerdoti ai loro prescelti (gli "eletti"). A pag.28 il grafico 2 mostra la struttura sociale creata con le Agenzie "tempio" e "palazzo", le "grandi organizzazioni". I flussi di risorse vanno  dalle comunità locali alle agenzie-stato che prelevano lavoro coatto, tasse, tributi. In cambio le Agenzie forniscono  alla gente comune servizi quali la difesa della comunità (ma delle città fortificate piuttosto che dei villaggi indifesi esposti alle razzie dei nemici) ed eventuali redistribuzioni di cibo dai magazzini delle agenzie  in caso di carestie o di feste particolari. Questo semplice schema, opportunamente aggiornato aggiungendo le imprese capitalistiche alle agenzie templari/palatine, potrebbe essere tuttora usato per valutare i flussi di risorse nei moderni stati nazione. Si può quindi far risalire al tempo di Uruk la istituzione "tasse" e tributi.</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVoltaDue&diff=3788&oldid=prevRegainfo: /* La disuguaglianza sociale e l'organizzazione */2015-07-06T17:04:51Z<p><span class="autocomment">La disuguaglianza sociale e l'organizzazione</span></p>
<table class='diff diff-contentalign-left'>
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<tr valign='top'>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 17:04, 6 lug 2015</td>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La razionalità femminile unico antidoto alla guerra", Angela Giuffrida, Bonaccorso, Verona, 2011. Angela Giuffridda va in profondità nell'analisi culturale. La guerra guerreggiata è lo spunto per esaminare i meccanismi mentali che la producono, vere e proprie macchine distruttive. L'approccio di A.Giuffrida è la centralità del "vivente": "Nonostante di unità mente-corpo si parli ormai da molto tempo, i due termini vengono ancora percepiti separatamente e permane un forte sbilanciamento a favore del primo. Continuando a negare al corpo vivente la sua centralità in quanto unico portatore di pensiero, si rimane su un terreno astratto che impedisce l'elaborazione di una filosofia della vita adatta ad una specie di viventi quali noi siamo." (pag.385). A.Giuffrida introduce nel cap.1 la teoria del "Corpo che pensa", la sua opera precedente. A.Giuffrida illustra gli elementi necessari per impostare ed avviare a soluzione la dicotomia mente-corpo, natura-cultura, uomo-donna, umanità-ambiente, utilizzando non solo la filosofia, la storia e la letteratura ma anche la biologia e le neuroscienze. Vedi qui anche [http://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Femminit%C3%A0 gli articoli e altri saggi di Angela Giuffrida].</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "La razionalità femminile unico antidoto alla guerra", Angela Giuffrida, Bonaccorso, Verona, 2011. Angela Giuffridda va in profondità nell'analisi culturale. La guerra guerreggiata è lo spunto per esaminare i meccanismi mentali che la producono, vere e proprie macchine distruttive. L'approccio di A.Giuffrida è la centralità del "vivente": "Nonostante di unità mente-corpo si parli ormai da molto tempo, i due termini vengono ancora percepiti separatamente e permane un forte sbilanciamento a favore del primo. Continuando a negare al corpo vivente la sua centralità in quanto unico portatore di pensiero, si rimane su un terreno astratto che impedisce l'elaborazione di una filosofia della vita adatta ad una specie di viventi quali noi siamo." (pag.385). A.Giuffrida introduce nel cap.1 la teoria del "Corpo che pensa", la sua opera precedente. A.Giuffrida illustra gli elementi necessari per impostare ed avviare a soluzione la dicotomia mente-corpo, natura-cultura, uomo-donna, umanità-ambiente, utilizzando non solo la filosofia, la storia e la letteratura ma anche la biologia e le neuroscienze. Vedi qui anche [http://www.ortosociale.org/wiki/index.php?title=Femminit%C3%A0 gli articoli e altri saggi di Angela Giuffrida].</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>=====La disuguaglianza sociale e l'organizzazione=====  </div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>=====<ins class="diffchange diffchange-inline">[[CeraUnaVolta#La_disuguaglianza_sociale_e_l.27organizzazione|</ins>La disuguaglianza sociale e l'organizzazione<ins class="diffchange diffchange-inline">]]</ins>=====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: “Organizzazione aziendale – Mercati, gerarchie e convenzioni”, Giovanni Costa e Paolo Gubitta, McGraw-Hill, 2004. Si tratta di uno dei testi base per la stesura della tesi “Software e Hardware Open Source” citata di seguito in “Sistemi Cooperativi”. I numerosi casi esemplari citati nel testo andrebbero integrati con quelli successivi al 2004. Fondamentale.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: “Organizzazione aziendale – Mercati, gerarchie e convenzioni”, Giovanni Costa e Paolo Gubitta, McGraw-Hill, 2004. Si tratta di uno dei testi base per la stesura della tesi “Software e Hardware Open Source” citata di seguito in “Sistemi Cooperativi”. I numerosi casi esemplari citati nel testo andrebbero integrati con quelli successivi al 2004. Fondamentale.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Corso di sociologia", Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli, il Mulino, 2007. Per il passaggio dalle società senza stato a quelle statali, cap.I, par.4.3, "Forti disuguaglianze e grandi imperi", pag.42, si dice: "Come abbiamo visto, sia le società di cacciatori e raccoglitori, sia le società di orticoltori, erano tendenzialmente egualitarie. Non vi era possibilità nè di accumulare grandi ricchezze, nè di trasferirle per eredità ai propri figli; le disuguaglianze che pure si producevano, erano quindi prevalentemente di carattere personale e non davano luogo alla formazione di privilegi permanenti, vale a dire riproducibili di generazione in generazione. Il quadro cambia radicalmente con le società fondate sull'agricoltura. Qui, tra la massa dei contadini da una parte e il massimo sacerdote o re e il gran numero di persone che popolano la sua corte, dall'altra parte, si crea un vero e proprio abisso sociale invalicabile. Sono due mondi tra loro interdipendenti, ma anche profondamente divisi. Governanti e governati, cittadini e contadini, letterati e illetterati: si incominciano a delineare le dimensioni che marcheranno per secoli e secoli la disuguaglianza tra uomini.". Il cap.XI, pag.253, tratta di "Stratificazione e classi sociali". Notevole la tabella 11.5 a pag.276, basata sul coefficiente di Gini, che riporta statistiche recenti verso l'anno 2000 che tracciano le differenze di reddito o di consumo in ogni nazione del mondo. Per citare solo un dato dell'analisi, nel par.8, "La durata della vita", a pag.279 si dice: "Le numerosissime ricerche svolte negli ultimi quarant'anni hanno invece mostrato che la relazione tra classe sociale e durata della vita è ancora oggi molto forte. Si pensi, ad esempio, che nella popolazione maschile adulta gli operai hanno una probabilità di morte quasi doppia rispetto agli impiegati.". Per quanto riguarda la burocrazia viene trattata all'interno delle organizzazioni, nel cap.4, "Gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni", par.3, "Il modello della burocrazia", pag.105.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*Fonte: "Corso di sociologia", Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli, il Mulino, 2007. Per il passaggio dalle società senza stato a quelle statali, cap.I, par.4.3, "Forti disuguaglianze e grandi imperi", pag.42, si dice: "Come abbiamo visto, sia le società di cacciatori e raccoglitori, sia le società di orticoltori, erano tendenzialmente egualitarie. Non vi era possibilità nè di accumulare grandi ricchezze, nè di trasferirle per eredità ai propri figli; le disuguaglianze che pure si producevano, erano quindi prevalentemente di carattere personale e non davano luogo alla formazione di privilegi permanenti, vale a dire riproducibili di generazione in generazione. Il quadro cambia radicalmente con le società fondate sull'agricoltura. Qui, tra la massa dei contadini da una parte e il massimo sacerdote o re e il gran numero di persone che popolano la sua corte, dall'altra parte, si crea un vero e proprio abisso sociale invalicabile. Sono due mondi tra loro interdipendenti, ma anche profondamente divisi. Governanti e governati, cittadini e contadini, letterati e illetterati: si incominciano a delineare le dimensioni che marcheranno per secoli e secoli la disuguaglianza tra uomini.". Il cap.XI, pag.253, tratta di "Stratificazione e classi sociali". Notevole la tabella 11.5 a pag.276, basata sul coefficiente di Gini, che riporta statistiche recenti verso l'anno 2000 che tracciano le differenze di reddito o di consumo in ogni nazione del mondo. Per citare solo un dato dell'analisi, nel par.8, "La durata della vita", a pag.279 si dice: "Le numerosissime ricerche svolte negli ultimi quarant'anni hanno invece mostrato che la relazione tra classe sociale e durata della vita è ancora oggi molto forte. Si pensi, ad esempio, che nella popolazione maschile adulta gli operai hanno una probabilità di morte quasi doppia rispetto agli impiegati.". Per quanto riguarda la burocrazia viene trattata all'interno delle organizzazioni, nel cap.4, "Gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni", par.3, "Il modello della burocrazia", pag.105.</div></td></tr>
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