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Da wikiort.

Padova Ovest

Recupero Caserma Romagnoli

Situata in via Chiesanuova poco prima del centro commerciale Brentelle. Dismessa e abbandonata. Confina con strada Pelosa e con una delle maggiori aree verdi della Padova metropolitana.


L'interno della Caserma Video 4 min



Caserma Romagnoli - Stato dell'arte

Le zone verdi di perequazione

Variante al Piano di Intervento (PI). Recita il documento comunale: "La variante urbanistica viene proposta coerentemente con i provvedimenti concretizzati dal Comune di Padova con la firma da parte del Sindaco dell’Intesa istituzionale in data 9 dicembre 2014 tra“Ministero della Difesa”-“Agenzia del Demanio”, per l’attuazione di un programma di valorizzazione e razionalizzazione di immobili di proprietà del demanio militare, quali “Palazzo Rinaldi” e le caserme “Barzon” e “Romagnoli”". Il Ministero della Difesa (tramite il Demanio Militare) si accorda direttamente con l'Agenzia del Demanio che fa capo al Ministero dell'Economia e delle Finanze. Alla "Intesa istituzionale" partecipa con la sua firma il Comune di Padova a cui viene chiesto di creare con la Variante al PI i presupposti e le linee guida per il recupero della ex Caserma Romagnoli. La gestione finanziaria dell'operazione di recupero della ex Caserma è in mano alla Cassa Depositi e Prestiti (CDP SpA) posseduta allo 80% dal Ministero della Economia e delle Finanze che si propone come "catalizzatore dello sviluppo delle infrastrutture". Vedi

Dalla stampa (24 giugno) si apprende che: Il 23 giugno 2015 la giunta Bitonci ha approvato la variante urbanistica che darà vita alla zona residenziale speciale definita "S5". Martedì 30 giugno 2015 la variante sarà approvata in Consiglio Comunale. Con questo si intende dare il via libera al progetto di riqualificazione urbanistica della Romagnoli. La variante al Piano di Intervento (PI), che sarà seguita dal relativo Piano Attuativo, prevede che la caserma accolga abitazioni private, uffici, medie strutture di vendita e un parco pubblico. Nei 150mila metri quadrati su cui si sviluppano gli edifici della Romagnoli potrà essere realizzata una cubatura di 75mila metri cubi (il 60% di quello esistente), con un rapporto cioè di mezzo m.cubo per m.quadrato; i nuovi insediamenti abitativi potranno accogliere al massimo circa 400 persone. Nella parte «commerciale» potranno essere realizzate due medie strutture di vendita, ovvero strutture che non superino i 2mila e 500 metri quadri. All'interno dell'ex caserma potranno trovare posto anche uffici e strutture ricettive o alberghiere. Si è voluto evitare il rischio di creare un quartiere dormitorio sprovvisto dei servizi essenziali. Gli ambientalisti proponevano per la Romagnoli un altro progetto. Legambiente ha presentato a maggio alcune osservazioni sulla variante in cui si chiedeva che la variante urbanistica individuasse l'area della caserma come fulcro della rigenerazione urbana dell'area più vasta di Chiesanuova comprendendo anche le aree verdi che si trovano a sud della Romagnoli: il polmone verde che si attesta ad ovest sul canale Brentella e che a sud raggiunge l'istituto agrario e poi il parco del Basso Isonzo fulcro del parco Agro Paesaggistico Metropolitano dove favorire l’imprenditorialità giovanile nonché il recupero di persone svantaggiate ed all'occorrenza di migranti e profughi da coinvolgere nelle attività del Parco stesso. Si trattava secondo Legambiente di valorizzare la vocazione agricola dell'area assieme alle linee guide delle Centralità previste dal PAT per Chiesanuova e per gli altri quartieri di Padova. Il Comune invece insieme all’Agenzia del Demanio ha promosso quella "valorizzazione" che permetterà allo Stato di cercare compratori e al Comune di incassare una percentuale sulla vendita.

La proposta di Legambiente

Nel Documento Preliminare alla Variante al Piano degli Interventi, finalizzata al cambio di destinazione d’uso della caserma Romagnoli, a pag. 9 si dice: "Il Comune di Padova riconosce la primaria importanza della riqualificazione del complesso immobiliare della ex caserma Romagnoli, in quanto funzionale alla più ampia rigenerazione degli ambiti urbani di riferimento ed alla costituzione di quel Centro città identitario ora mancante nella zona di Chiesanuova". Il PAT di Padova demanda al Piano degli Interventi, o all’adozione di programmi di riqualificazione urbana tramite accordi pubblico-privati o accordi di programma, il compito di definire l’ambito e i contenuti degli interventi di recupero delle parti del tessuto urbano da riqualificare e/o riconvertire; vedi art 11.2.3 del PAT-Città da riqualificare e/o riconvertire. La proposta di Legambiente e di Padova2020 è di realizzare una variante al P.I. di più ampio respiro che miri alla costituzione della centralità urbana di Chiesanuova in una strategia di progettazione di area vasta. il Documento Preliminare, nelle direttive per la formazione della Variante al P.I., dovrà prescrivere che gli interventi di riqualificazione dell’ex caserma, anche parziali, siano subordinati all’approvazione di un piano guida che individui l’ambito della centralità urbana di Chiesanuova e le principali linee guida per la sua formazione. Tale piano guida dovrà risultare da un processo partecipativo, necessario per conoscere le aspettative dei cittadini residenti e per individuare le principali funzioni pubbliche e private da insediare nel nuovo centro identitario del quartiere. Il quartiere di Chiesanuova, come succede per tutti i quartieri della citta novecentesca, è tagliato in due da una via ad alta intensità di traffico. Va da sé che al fine di realizzare il luogo centrale del quartiere, che costituisca il luogo identitario della comunità, è necessario provvedere ad una ricucitura del territorio che consenta di riunire, all’interno di un’area di adeguata dimensione, le funzioni pubbliche e private atte a favorire la vita sociale e relazionale dei cittadini. In questo spazio dovrà essere privilegiata la mobilità dolce e dovrà essere prevista un’area ad alta pedonalizzazione. In sostanza va riprodotto il modello dei centri storici delle città italiane e in particolare il sistema delle piazze del centro di Padova. Ma ci sono altre importanti funzioni che potranno essere utilmente allocate nell’area dell’ex caserma, che dipendono, però, dall’attenzione che il comune vorrà porre a quell’ampia area libera che si trova a sud dell’impianto militare: quel grande polmone verde che si attesta ad ovest sul canale Brentella e che a sud, travalicando via Pelosa, raggiunge l’Istituto Agrario. In sostanza si tratta del recupero dell’intero polmone verde ai fini della costituzione di un primo stralcio di quel Parco Agro Paesaggistico Metropolitano, sul quale la presente amministrazione comunale, al pari della precedente, sta dimostrando troppe incertezze e mancanza di determinazione. Ebbene, la destinazione a Parco Agricolo dell’intera area verde sopra accennata potrebbe favorire l’insediamento di aziende agricole specializzate in coltivazioni biologiche e d’avanguardia. Ecco allora che all’interno dell’ex caserma si potrebbero prevedere attività di supporto al Parco Agro Paesaggistico, quali: attività di ricerca in campo agronomico, uffici di gestione del parco e spazi di vendita dei prodotti coltivati. Va precisato che l'area NON sarà nelle disponibilità del Comune; l'area passerà dal Demanio a un fondo di Cassa Depositi e Prestiti che la dovrà valorizzare; il Comune in tutto questo ha 'solamente' il ruolo di dare degli indirizzi e mettere dei paletti, ma la proprietà dell'area non sarà comunale

La Città delle Centralità secondo il PAT di Padova

  • Città delle Centralità
  • Prende corpo il Distretto del Commercio che vede assieme i Comuni di Selvazzano, Rubano, Mestrino e Veggiano con l'obiettivo di valorizzare i negozi di quartiere e di vicinato. Progetto che ha ottenuto un finanziamento regionale di 260mila euro e che è caratterizzato da due tipi di azioni che le amministrazioni intendono mettere in atto: la realizzazione di interventi pubblici su piazze su cui insistono attività commerciali e che hanno bisogno di essere sistemate e migliorate, e la compartecipazione con i negozianti a iniziative che attirino l'attenzione dei cittadini sulle attività commerciali del territorio. E proprio nel corso del consiglio comunale di giovedì sera a Selvazzano è stato comunicato l'esito del bando a cui i quattro Comuni avevamo partecipato con Selvazzano capofila. Bando che assegna il contributo al "Distretto del commercio" con l'obiettivo di creare un siste ma strutturato ed organizzato territorialmente, capace di creare un polo attrattivo in primo luogo per le attività commerciali. Il contributo regionale, come è stato spiegato in consiglio dall'assessore al Commercio di Selvazzano Boris Sartori, non copre il 100% degli interventi. Nel caso di Selvazzano l'interesse è quello di riqualificare l'area centrale di Tencarola e in particolare piazza mercato. Qui l'amministrazione prevede una speda di ISOmila euro, di cui 65mila saranno coperti con il contributo dei distretti del commercio, e il resto a carico del Comune. E così sarà anche per le riqualificazione degli spazi pubblici pensati dai Comuni di Mestrino, Rubano e Veggiano. L'altro aspetto fondamentale del bando regionale è la rigenerazione del tessuto urbano, rivitalizzandone la centralità, sviluppando idee a sostegno del commercio, anche attraverso idonee forme di attrattiva del distretto. E fondamentale sarà la comparte cipazione dei privati nel formulare iniziative che possano essere continuative nel tempo. Non si pensa a grandi eventi spot, ma piuttosto ad azioni più a misura. A Selvazzano si sono già fatti dei «test» come l'evento del mercato del Forte, oppure la festa d'estate che si è tenuta pochi giorni fa a Tencarola. E dove i commercianti sono stati parte attiva. Niente eventi spot. Obiettivo riqualificare la piazza di Tencarola.

L'esempio di Bologna

Note sulle zone di perequazione

Per quanto riguarda le definizioni:

  • le zone di perequazione sono quelle in cui viene riconosciuto un diritto edificatorio su un’area in precedenza inedificabile, in cambio della cessione gratuita al comune della maggior parte dell’area stessa. Normalmente viene utilizzata su aree vincolate dallo strumento urbanistico a standard pubblici (verde pubblico e servizi quali scuole, ospedali, centri civici, impianti ecc.) per superare il problema della decadenza dei vincoli: i vincoli decadono dopo cinque anni; se, nel periodo di validità del vincolo, l’area non viene espropriata e l’opera pubblica non viene realizzata, la reiterazione del vincolo obbliga i comuni a riconoscere una indennità ai proprietari. La soluzione è stata trovata (soprattutto per le aree a verde pubblico) appunto con la perequazione, riconoscendo una certa edificabilità privata, da esercitare sul 25 – 30% dell’area, cedendo gratuitamente al comune il rimanente 75 – 70%.
  • gli standard pubblici (v. sopra) sono i servizi che devono essere assicurati in funzione dell’aumento di popolazione, sono calcolati in mq o mc per abitante. Per standard legati alla perequazione si vuole intendere i servizi che potranno essere realizzati sull’area che verrà ceduta al comune.

Nell’osservazione alla Variante al PI della Romagnoli si fa presente che, riducendo la spropositata previsione di incremento di popolazione, viene meno la necessità di una parte consistente degli standard previsti e, di conseguenza, può essere abolita la maggior parte delle zone di perequazione

Osservazioni

Si propone di raccordare tutto il progetto all'importante Impianto Polifunzionale "Filippo Raciti" adiacente la Caserma Romagnoli stessa.

L'esempio del PRG di Roma