http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&feed=atom&action=historyCeraUnaVolta11 - Cronologia2024-03-29T06:07:10ZCronologia della pagina su questo sitoMediaWiki 1.18.1http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2569&oldid=prevRegainfo: /* Fonte Web:"Software e Hardware Open Source" */2014-09-23T12:04:06Z<p><span class="autocomment">Fonte Web:"Software e Hardware Open Source"</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 12:04, 23 set 2014</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 125:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 125:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Petr Kropotkin, traduzione di Camillo Berneri,edito da www.liberliber.it, scaricabile da Internet. Tra i primi e principali fautori e "scopritori" della cooperazione mutualistica ricordiamo Petr (Piotr) Kropotkin contemporaneamente versato sia nelle scienze storiche e sociali che in quelle naturali come geografia, ambiente, animali e il neonato evoluzionismo di Darwin. Kropotkin è un raro esempio di integrità umana, sagagia, umiltà, capacità di apprendere. Era un principe russo, figlio di una delle principali famiglie dell'aristocrazia risalente ai tempi di Ivan il grande. Essendo abituato al comando ebbe modo di verificare, appena entrato nell'adolescenza, la sua totale inefficacia. Entrato a far parte dell' esclusivo "Corpo dei paggi" dello zar ebbe così la controprova delle sue teorie sulla gerarchia e sulle relazioni basate sull'autorità. Diventa uno dei principali anarchici della I Internazionale e soffre la prigione e l'esilio, rispettato al suo rientro in Russia dopo il 1917 dagli intellettuali e dal popolo. A differenza di Marx, Petr Kropotkin ha una solida esperienza scientifica. Le sue conoscenze di zoologia e di comportamento animale, della nuova teoria di Darwin, lo illuminano. Si preoccupa che le trasformazioni che propone  siano in grado di reggere il cambiamento e di apportare beneficio e non semplice distruzione e fallimento, come già subito intravede nella rivoluzione bolscevica del 1917.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Petr Kropotkin, traduzione di Camillo Berneri,edito da www.liberliber.it, scaricabile da Internet. Tra i primi e principali fautori e "scopritori" della cooperazione mutualistica ricordiamo Petr (Piotr) Kropotkin contemporaneamente versato sia nelle scienze storiche e sociali che in quelle naturali come geografia, ambiente, animali e il neonato evoluzionismo di Darwin. Kropotkin è un raro esempio di integrità umana, sagagia, umiltà, capacità di apprendere. Era un principe russo, figlio di una delle principali famiglie dell'aristocrazia risalente ai tempi di Ivan il grande. Essendo abituato al comando ebbe modo di verificare, appena entrato nell'adolescenza, la sua totale inefficacia. Entrato a far parte dell' esclusivo "Corpo dei paggi" dello zar ebbe così la controprova delle sue teorie sulla gerarchia e sulle relazioni basate sull'autorità. Diventa uno dei principali anarchici della I Internazionale e soffre la prigione e l'esilio, rispettato al suo rientro in Russia dopo il 1917 dagli intellettuali e dal popolo. A differenza di Marx, Petr Kropotkin ha una solida esperienza scientifica. Le sue conoscenze di zoologia e di comportamento animale, della nuova teoria di Darwin, lo illuminano. Si preoccupa che le trasformazioni che propone  siano in grado di reggere il cambiamento e di apportare beneficio e non semplice distruzione e fallimento, come già subito intravede nella rivoluzione bolscevica del 1917.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Fonte Web:"Software e Hardware Open Source"=====</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Fonte Web:"Software e Hardware Open Source"=====</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Remo Ronchitelli, Tesi di laurea triennale in sociologia a Padova, ottobre 2013, pubblicata su  </div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Remo Ronchitelli, Tesi di laurea triennale in sociologia a Padova, ottobre 2013, pubblicata su [http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=Tesi ortosociale.org]. Tratta della emergenza storica di un nuovo modello di economia cooperativa e del rapporto tra reti economico culturali Open Source e le corrispondenti reti capitalistiche Closed Source.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div><del class="diffchange diffchange-inline">*</del>[http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=Tesi ortosociale.org].</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Tratta della emergenza storica di un nuovo modello di economia cooperativa e del rapporto tra reti economico culturali Open Source e le corrispondenti reti capitalistiche Closed Source.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Avanti/Indietro====</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Avanti/Indietro====</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>[[CeraUnaVolta#I_vari_paragrafi|Torna all'indice]] oppure [[CeraUnaVolta12|Prosegui con il prossimo paragrafo]]</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>[[CeraUnaVolta#I_vari_paragrafi|Torna all'indice]] oppure [[CeraUnaVolta12|Prosegui con il prossimo paragrafo]]</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2568&oldid=prevRegainfo: /* Sistemi cooperativi */2014-09-23T12:03:22Z<p><span class="autocomment">Sistemi cooperativi</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 12:03, 23 set 2014</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 118:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 118:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Sistemi cooperativi====  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Sistemi cooperativi====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>La costruzione e la diffusione di sistemi cooperativi anche complessi può avvenire, come avviene, nei vari campi di attività dei gruppi umani, nel campo della cultura e della scienza, dell'economia, della politica, persino nel campo militare. Dare la priorità ad alcuni di essi a scapito di altri significa non considerare gli esseri umani e le loro società come organismi viventi nella loro integrità coesione e completezza. Esempi significativi sono riportati nel seguente lavoro di Yochai Benkler.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>La costruzione e la diffusione di sistemi cooperativi anche complessi può avvenire, come avviene, nei vari campi di attività dei gruppi umani, nel campo della cultura e della scienza, dell'economia, della politica, persino nel campo militare. Dare la priorità ad alcuni di essi a scapito di altri significa non considerare gli esseri umani e le loro società come organismi viventi nella loro integrità coesione e completezza. Esempi significativi sono riportati nel seguente lavoro di Yochai Benkler.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The penguin and the Leviathan - How cooperation triumphs over self-interest"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Yochai Benkler, Crown Business, New York, 2011. Questo libro va studiato nei dettagli come un manuale operativo. Lo considero un buon punto di partenza per fare sperimentazione cooperativa. Yochai Benkler, israeliano, professore di diritto ad Harvard (Usa), ha un sito: "benkler.org", da visitare perchè rimanda a tutte le attività del mondo Open Source. Ha impostato nel 2007 una ricerca di tre anni sulla cooperazione, basata sulla biologia evoluzionista, l'economia sperimentale, la teoria dei sistemi complessi, la sociologia organizzativa e la psicologia morale. Come si vede oltre a teorizzare la cooperazione, Y.Benkler la pratica. Tutta questa ricerca è riportata in questo libro. A pag.253, "When I moved to Harvard in late 2007...", racconta quali sono i personaggi ed i filoni di ricerca che è riuscito a unire e vitalizzare.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "The penguin and the Leviathan - How cooperation triumphs over self-interest"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "La ricchezza della rete - La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Yochai Benkler, Edizioni Bocconi Editore, 2007, disponibile anche su internet. Partendo da fenomeni significativi come Linux, Wikipedia (molto importante) e altri, introduce la "Commons Based Peer Production", CBPP. Viene tradotta come "Produzione sociale" ma sarebbe più appropriato chiamarla "produzione tra pari".</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Yochai Benkler, Crown Business, New York, 2011. Questo libro va studiato nei dettagli come un manuale operativo. Lo considero un buon punto di partenza per fare sperimentazione cooperativa. Yochai Benkler, israeliano, professore di diritto ad Harvard (Usa), ha un sito: "benkler.org", da visitare perchè rimanda a tutte le attività del mondo Open Source. Ha impostato nel 2007 una ricerca di tre anni sulla cooperazione, basata sulla biologia evoluzionista, l'economia sperimentale, la teoria dei sistemi complessi, la sociologia organizzativa e la psicologia morale. Come si vede oltre a teorizzare la cooperazione, Y.Benkler la pratica. Tutta questa ricerca è riportata in questo libro. A pag.253, "When I moved to Harvard in late 2007...", racconta quali sono i personaggi ed i filoni di ricerca che è riuscito a unire e vitalizzare.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Il mutuo appoggio"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Petr Kropotkin, traduzione di Camillo Berneri,edito da www.liberliber.it, scaricabile da Internet. Tra i primi e principali fautori e "scopritori" della cooperazione mutualistica ricordiamo Petr (Piotr) Kropotkin contemporaneamente versato sia nelle scienze storiche e sociali che in quelle naturali come geografia, ambiente, animali e il neonato evoluzionismo di Darwin. Kropotkin è un raro esempio di integrità umana, sagagia, umiltà, capacità di apprendere. Era un principe russo, figlio di una delle principali famiglie dell'aristocrazia risalente ai tempi di Ivan il grande. Essendo abituato al comando ebbe modo di verificare, appena entrato nell'adolescenza, la sua totale inefficacia. Entrato a far parte dell' esclusivo "Corpo dei paggi" dello zar ebbe così la controprova delle sue teorie sulla gerarchia e sulle relazioni basate sull'autorità. Diventa uno dei principali anarchici della I Internazionale e soffre la prigione e l'esilio, rispettato al suo rientro in Russia dopo il 1917 dagli intellettuali e dal popolo. A differenza di Marx, Petr Kropotkin ha una solida esperienza scientifica. Le sue conoscenze di zoologia e di comportamento animale, della nuova teoria di Darwin, lo illuminano. Si preoccupa che le trasformazioni che propone  siano in grado di reggere il cambiamento e di apportare beneficio e non semplice distruzione e fallimento, come già subito intravede nella rivoluzione bolscevica del 1917.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "La ricchezza della rete - La produzione sociale trasforma il mercato e aumenta le libertà"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte Web:"Software e Hardware Open Source"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Remo Ronchitelli, Tesi di laurea triennale in sociologia a Padova, ottobre 2013, pubblicata su ortosociale.org Tratta della emergenza storica di un nuovo modello di economia cooperativa e del rapporto tra reti economico culturali Open Source e le corrispondenti reti capitalistiche Closed Source.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Yochai Benkler, Edizioni Bocconi Editore, 2007, disponibile anche su internet. Partendo da fenomeni significativi come Linux, Wikipedia (molto importante) e altri, introduce la "Commons Based Peer Production", CBPP. Viene tradotta come "Produzione sociale" ma sarebbe più appropriato chiamarla "produzione tra pari".</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "Il mutuo appoggio"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Petr Kropotkin, traduzione di Camillo Berneri,edito da www.liberliber.it, scaricabile da Internet. Tra i primi e principali fautori e "scopritori" della cooperazione mutualistica ricordiamo Petr (Piotr) Kropotkin contemporaneamente versato sia nelle scienze storiche e sociali che in quelle naturali come geografia, ambiente, animali e il neonato evoluzionismo di Darwin. Kropotkin è un raro esempio di integrità umana, sagagia, umiltà, capacità di apprendere. Era un principe russo, figlio di una delle principali famiglie dell'aristocrazia risalente ai tempi di Ivan il grande. Essendo abituato al comando ebbe modo di verificare, appena entrato nell'adolescenza, la sua totale inefficacia. Entrato a far parte dell' esclusivo "Corpo dei paggi" dello zar ebbe così la controprova delle sue teorie sulla gerarchia e sulle relazioni basate sull'autorità. Diventa uno dei principali anarchici della I Internazionale e soffre la prigione e l'esilio, rispettato al suo rientro in Russia dopo il 1917 dagli intellettuali e dal popolo. A differenza di Marx, Petr Kropotkin ha una solida esperienza scientifica. Le sue conoscenze di zoologia e di comportamento animale, della nuova teoria di Darwin, lo illuminano. Si preoccupa che le trasformazioni che propone  siano in grado di reggere il cambiamento e di apportare beneficio e non semplice distruzione e fallimento, come già subito intravede nella rivoluzione bolscevica del 1917.</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte Web:"Software e Hardware Open Source"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Remo Ronchitelli, Tesi di laurea triennale in sociologia a Padova, ottobre 2013, pubblicata su  </div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">*[http://www.</ins>ortosociale.org<ins class="diffchange diffchange-inline">/wiki2/index.php?title=Tesi ortosociale.org].</ins></div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Avanti/Indietro====</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Avanti/Indietro====</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>[[CeraUnaVolta#I_vari_paragrafi|Torna all'indice]] oppure [[CeraUnaVolta12|Prosegui con il prossimo paragrafo]]</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>[[CeraUnaVolta#I_vari_paragrafi|Torna all'indice]] oppure [[CeraUnaVolta12|Prosegui con il prossimo paragrafo]]</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2567&oldid=prevRegainfo: /* Crisi */2014-09-23T12:01:00Z<p><span class="autocomment">Crisi</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 12:01, 23 set 2014</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 106:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 106:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Crisi====  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Crisi====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - Volume 4: Globalizations, 1945-22011"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. La descrizione delle tre grandi crisi che dobbiamo affrontare oggi su scala planetaria è molto compatta ma esaustiva nel IV volume di M.Mann.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "The sources of social power - Volume 4: Globalizations, 1945-22011"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div><del class="diffchange diffchange-inline">1. </del>Crisi militare e geopolitica con conseguente pericolo nucleare. Cap.2, "The postwar global order", soprattutto alle pag.30-33 il par. "The imperial and ideological pillar: The cold war", e alle pag.33-36 il par. "MAD and the decline of war". MAD sta per Mutual Assured Destruction, mutua distruzione assicurata. Cap.10, pag.268-321, "American empire at the turn of the twenty-first century", focalizzato sulla recente politica di espansione militare americana e la sua connessione con il petrolio e l'imperialismo economico (il signoraggio del dollaro). Nel lontano 1963, dopo la crisi dei missili a Cuba, J.F.Kennedy ( USA), Krutsciov (URSS) e Giovanni XXIII (Stato Vaticano) iniziarono un serio tentativo di disarmo nucleare. Al momento non vi sono iniziative in proposito tra le maggiori potenze nucleari (USA, Russia, Cina, Francia, UK).  </div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. La descrizione delle tre grandi crisi che dobbiamo affrontare oggi su scala planetaria è molto compatta ma esaustiva nel IV volume di M.Mann.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div><del class="diffchange diffchange-inline">2. </del>Crisi economica capitalistica. M.Mann la definisce "la Grande Recessione". Cap.11, pag.322-360; "Global crisis: The great neoliberal recession". "Dal 2008 il debito mondiale era di 160 trilioni di dollari, tre volte il Prodotto Lordo Mondiale, mentre il valore di tutti i "derivati" era di 680 trilioni di dollari un numero sorprendente equivalente a 11 volte il Prodotto Lordo Mondiale" (Pag.328). Nella complessità della crisi economica globale un ruolo importante hanno gli assetti di potere politico militare tra USA, Cina, Giappone. Il ruolo imperiale degli USA dà al dollaro una preminenza che ha solo un valore politico-militare. La preminenza americana significa che le economie che da essa dipendono a cascata, come quella cinese e giapponese (che vendono le loro merci in USA e che ricevono in cambio dollari e capitali in dollari), importano la crisi e soffrono della crisi generata in USA. Nel 2008 la crisi americana dei mutui alle case si diffonde al mondo intero. Perchè? "La causa principale della Grande Recessione stessa era l'aumentato livello di disuguaglianza e povertà negli Stati Uniti" (Pag.331). Lo scenario degli ultimi vent'anni è il passaggio da una bolla finanziaria all'altra, di dimensioni crescenti.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline"><ol></ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div><del class="diffchange diffchange-inline">1. </del>Crisi ambientale. Cap.12, pag.361-399, "Global crisis: Climate change". Chi si oppone ad una seria politica di controllo delle emissioni nocive di gas serra? Pag.375: Alcuni settori del business: imprese elettriche, settore minerario, le industrie del petrolio e del gas appoggiate dalle industrie satelliti che producono automobili e tutto quanto serve per l'agricoltura chimica (dal petrolio si ricavano tutti i fertilizzanti e i fitofarmaci prodotti dalle stesse multinazionali che applicano la bioingegneria delle sementi OGM).</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline"><li></ins>Crisi militare e geopolitica con conseguente pericolo nucleare. Cap.2, "The postwar global order", soprattutto alle pag.30-33 il par. "The imperial and ideological pillar: The cold war", e alle pag.33-36 il par. "MAD and the decline of war". MAD sta per Mutual Assured Destruction, mutua distruzione assicurata. Cap.10, pag.268-321, "American empire at the turn of the twenty-first century", focalizzato sulla recente politica di espansione militare americana e la sua connessione con il petrolio e l'imperialismo economico (il signoraggio del dollaro). Nel lontano 1963, dopo la crisi dei missili a Cuba, J.F.Kennedy ( USA), Krutsciov (URSS) e Giovanni XXIII (Stato Vaticano) iniziarono un serio tentativo di disarmo nucleare. Al momento non vi sono iniziative in proposito tra le maggiori potenze nucleari (USA, Russia, Cina, Francia, UK).  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Analizza in profondità la crisi capitalistica mettendola in relazione alla finitezza delle risorse ambientali, alle teorie della crescita e dell'innovazione, all'ipotesi dei rendimenti decrescenti.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline"><li></ins>Crisi economica capitalistica. M.Mann la definisce "la Grande Recessione". Cap.11, pag.322-360; "Global crisis: The great neoliberal recession". "Dal 2008 il debito mondiale era di 160 trilioni di dollari, tre volte il Prodotto Lordo Mondiale, mentre il valore di tutti i "derivati" era di 680 trilioni di dollari un numero sorprendente equivalente a 11 volte il Prodotto Lordo Mondiale" (Pag.328). Nella complessità della crisi economica globale un ruolo importante hanno gli assetti di potere politico militare tra USA, Cina, Giappone. Il ruolo imperiale degli USA dà al dollaro una preminenza che ha solo un valore politico-militare. La preminenza americana significa che le economie che da essa dipendono a cascata, come quella cinese e giapponese (che vendono le loro merci in USA e che ricevono in cambio dollari e capitali in dollari), importano la crisi e soffrono della crisi generata in USA. Nel 2008 la crisi americana dei mutui alle case si diffonde al mondo intero. Perchè? "La causa principale della Grande Recessione stessa era l'aumentato livello di disuguaglianza e povertà negli Stati Uniti" (Pag.331). Lo scenario degli ultimi vent'anni è il passaggio da una bolla finanziaria all'altra, di dimensioni crescenti.</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline"><li></ins>Crisi ambientale. Cap.12, pag.361-399, "Global crisis: Climate change". Chi si oppone ad una seria politica di controllo delle emissioni nocive di gas serra? Pag.375: Alcuni settori del business: imprese elettriche, settore minerario, le industrie del petrolio e del gas appoggiate dalle industrie satelliti che producono automobili e tutto quanto serve per l'agricoltura chimica (dal petrolio si ricavano tutti i fertilizzanti e i fitofarmaci prodotti dalle stesse multinazionali che applicano la bioingegneria delle sementi OGM).</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline"></ol></ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Analizza in profondità la crisi capitalistica mettendola in relazione alla finitezza delle risorse ambientali, alle teorie della crescita e dell'innovazione, all'ipotesi dei rendimenti decrescenti.</div></td></tr>
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</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2566&oldid=prevRegainfo: /* Imperi moderni USA e URSS */2014-09-23T11:59:31Z<p><span class="autocomment">Imperi moderni USA e URSS</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 11:59, 23 set 2014</td>
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<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: “The sources of social power - Volume 3: Global empires and revolution, 1890-1945"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Michael Mann, Cambridge University Press, 2012. Cap.3, pag.58-99, "America and its empire in the Progressive Era, 1890-1930. Cap.14, pag.423-456, "Tha last interimperial war, 1939-1945". Per quanto riguarda la nascita dell 'impero dei Soviet conseguente alla rivoluzione bolscevica di Ottobre 1917 in Russia, vedi cap.11, pag.347-370, "The Soviet alternative". Notevoli alle pag.357-362 il paragrafo "Stalin's atrocities" e al paragrafo "The impact of communism abroad", pag.366-370, l'effetto politico dell'azione ideologica dell'imperialismo sovietico che ha monopolizzato, strumentalizzato ed estremizzato i movimenti di opposizione al capitalismo ed al fascismo, portandoli alla rovina. Il paragrafo si conclude così: "Stalin mise l'ultimo chiodo al coperchio della bara del socialismo rivoluzionario occidentale, dopo aver distrutto quello dell'Unione sovietica" ("Stalin was putting the final nail in the coffin of revolutionary socialism in the West, after it had been destroyed in the Soviet Union").</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: “The sources of social power - Volume 3: Global empires and revolution, 1890-1945"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - volume 4: Globalizations, 1945-2011", Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. Cap.5, pag.86-128, "American empire during the cold war, 1945-1980", distingue tra i vari tipi di impero, secondo un gradiente discendente di potenza militare e un livello ascendente di potenza politica, economica ed ideologica. I tipi sono sei in ordine decrescente nell'uso della forza militare e ascendente di potenza politica:  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - volume 4: Globalizations, 1945-2011", Michael Mann, Cambridge University Press, 2013. Cap.5, pag.86-128, "American empire during the cold war, 1945-1980", distingue tra i vari tipi di impero, secondo un gradiente discendente di potenza militare e un livello ascendente di potenza politica, economica ed ideologica. I tipi sono sei in ordine decrescente nell'uso della forza militare e ascendente di potenza politica:  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*impero diretto,  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>*impero diretto,  </div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2565&oldid=prevRegainfo: /* Imperi romano e bizantino */2014-09-23T11:58:48Z<p><span class="autocomment">Imperi romano e bizantino</span></p>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 11:58, 23 set 2014</td>
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<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 84:</td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Adotta la teoria bioeconomica di Nicholas Georgescu Roegen e lo studio dei collassi delle società complesse di Joseph A.Tainter. I due esempi del collasso dell'impero romano e della resilienza dell'impero bizantino si trovano nel cap.4 a pag.139 e pag.155 rispettivamente</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "La grande transizione - Dal declino alla società della decrescita"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "L'America dimenticata - I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Lucio Russo, già citato. Nel cap.5, pag.71-109, considera in modo originale e profondo l'affermarsi dell'impero romano come un tracollo culturale dell'intera area mediterranea su cui si affacciavano civiltà varie e complesse che comunicavano tra loro. La distruzione contemporanea di Cartagine e della lega achea (con centro a Corinto) nel 145-146 a.C. significarono la sparizione di immense conoscenze e del primo germe di scienza moderna apparso nella Grecia di Anassimandro. La ricerca basata sulla dimostrazione (logico-matematica) e sulla sperimentazione empirica ricompariranno solo con Galileo molti secoli dopo. Considerare giustamente l'impero romano un tracollo culturale per l'intera area mediterranea dimostra la non adeguatezza di una concezione della storia come progressione lineare.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Mauro Bonaiuti, Bollati Boringhieri, 2013. Adotta la teoria bioeconomica di Nicholas Georgescu Roegen e lo studio dei collassi delle società complesse di Joseph A.Tainter. I due esempi del collasso dell'impero romano e della resilienza dell'impero bizantino si trovano nel cap.4 a pag.139 e pag.155 rispettivamente</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - volume I - A history of power from beginning to A.D. 1760"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Michael Mann, già citato. Nel cap.9 "The Roman territorial empire", pag.250-300, sostiene che "La storia di Roma è il laboratorio storico più affascinante a disposizione dei sociologi...Molti dei processi osservati nel corso di questo capitolo erano probabilmente presenti anche in molte società precedenti. Ora per la prima volta possiamo tracciare in modo sicuro il loro sviluppo", grazie alle abbondanti tracce di registrazione storica. Secondo Mann Roma era capace sia di conquistare che di mantenere un impero. Perchè "Per prima cosa aveva sviluppato una potenza organizzata di cooperazione compulsiva (forzata) che chiamerò economia delle legioni. Secondariamente aveva sviluppato come potenza autoritativa una cultura di classe che permetteva di assorbire le élites conquistate dentro la classe egemone (ruling class) romana." Lo sviluppo di una "ruling-class culture" unica estesa ai popoli dominati avviene tra il 100 a.C. E il 200 d.C. Con la prima, l'economia delle legioni, conquistava, con la seconda, la cultura della élite dominante, manteneva. Fondamentale in tutta la cultura romana la gestione patriarcale privata della famiglia. Nel paragrafo "The weakness of the legionary economy: a power standoff", pag.280, analizza le entrate dell'erario al tempo di Augusto derivanti in gran parte dalle conquiste di guerra, cioè dal bottino seguito da tributi, tassazione, e vendita di incarichi pubblici (quella che oggi si chiama corruzione). Senza ulteriori conquiste sarebbe stato difficile mantenere attivo questo processo, come si ricava anche nell'analisi di M.Bonaiuti secondo cui dalla "pacificazione" di Augusto in poi inizia la decadenza dell'impero.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "L'America dimenticata - I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Storia sociale dell'antica Roma"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Géza Alföldy, il Mulino, 1987. Analizza la iniziale struttura tribale e gentilizia centrata sul paterfamilias, il cui potere su congiunti e schiavi era illimitato (poteva vendere come schiavi i propri figli ed eventualmente ricomprarli). Vedi al cap.V i paragrafi 2, pag.153, "La stratificazione sociale", e il par.7, pag.201, "La struttura per ordini e strati ed i suoi effetti", dove viene evidenziata la non corrispondenza della teoria marxiana delle classi alla società romana nel suo complesso. La fig.1 a pag.202 evidenzia nel triangolo centrale i "clientes", la cosiddetta "familia Caesaris". La figura mette in luce il riduzionismo non solo del concetto di "classe" ma anche di quello di "stratificazione" in senso stretto. Nel cap.VI, pag.227, "La crisi dell'impero romano e la trasformazione della struttura sociale", e nel cap.VII, pag.265, "La società tardo romana", viene vista in dettaglio la decadenza e il collasso dell'impero. Si tratta di un processo che dura circa tre secoli su regioni geografiche distinte e lontane. Gli attacchi delle tribù germaniche e dei loro alleati sul Danubio e il Reno erano solo uno dei molteplici fattori di una crisi generale. La stratificazione sociale vedeva gli strati superiori frantumarsi e impoverirsi, mentre gli strati inferiori precipitavano in condizioni simili alla schiavitù. Una enorme burocrazia di funzionari spremeva tutti gli strati sociali produttivi con tasse, lavori forzati, corruzione.  Vari eserciti dislocati nelle varie regioni composti anche da barbari mercenari difendevano i confini, agivano da supporto ai funzionari esattori delle tasse, si combattevano tra loro in feroci guerre civili. Tutto questo era molto dispersivo a livello di risorse. "Quindi il declino dell'impero romano d'Occidente è un processo, il cui aspetto storico-sociale non consiste nell'opposizione degli strati inferiori contro un sistema di potere retto dagli strati superiori, ma nel fatto che l'ordinamento statale romano fu gradualmente sostenuto da un unico strato, e molto esiguo, del proprio apparato di potere, divenendo nel contempo un grave peso per quasi tutta la società.". Esaminando questi processi a larghe linee si può assegnare a Traiano l'ultimo tentativo di espansione imperiale con la stentata vittoria in Dacia, riprodotta nella famosa colonna con le teste mozzate dei vinti. Traiano diventa molto popolare per i lavori pubblici che ordina: i fori, templi vari, palazzi, viabilità. Lavori che stressano le già esauste finanze statali. Da questo momento le conquiste si fermano e con esse le importazioni di schiavi per coltivare i latifondi, estrarre minerali dalle miniere, produrre nelle "frabricae" statali frecce, archi, scudi, corazze, spade di qualità. Caio Giulio Cesare aveva da solo trasportato un  milione di schiavi dalla Gallia due secoli prima. Gli schiavi lavorano anche nelle botteghe artigiane e come servitù nelle case dei ricchi; lavorano anche come Polibio, storico e consigliere di Scipione l'Africano, a diffondere cultura e conoscenza. Le guerre difensive che sono un puro costo, la mancanza di schiavi, le epidemie dovute a invasioni barbariche, guerre civili e ribellioni contadine come quella degli stagionali (in latino "circumcilliones") spopolano le campagne che diventano sempre più improduttive. Crollano economicamente i ceti medi dei "decurioni" o “curiales” prima floridissimi, stressati da oneri politici, balzelli, corruzione, mentre aumenta il grande latifondo, la cui produttività è molto bassa. Nel frattempo l'ordine equestre dei cavalieri, esattori delle tasse e ufficiali delle legioni, spreme la popolazione con tasse e corvèe facendo fuggire i contadini dalle campagne. La riproduzione degli schiavi è difficile, non vogliono figli. Tra i contadini vi sono piccoli proprietari, schiavi, liberti, stagionali, coloni o affittuari che corrispondono ai servi della gleba, salariati. Tutti in condizioni così disperate da alimentare il fenomeno dei “fugitivi”. Le città che rifornivano di merci e servizi le campagne circostanti cominciano lentamente a decadere anche loro. Politicamente gli equilibri si dissolvono. L'antico ordine dei senatori, già compromesso dopo la caduta della repubblica, viene forzatamente riempito di uomini "novi" o membri dell'ordine equestre, o di favoriti, perfino di liberti. Le magistrature che davano vanto e potere ai decurioni delle città vengono disertate perchè fonte di oneri, tasse, tributi. Le zone spopolate vengono riempite per essere difese da tribù federate di barbari, convertiti al cristianesimo, che sono ormai il nerbo mercenario dell'esercito imperiale. Ormai il potere territoriale, militare, politico, è loro.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Lucio Russo, già citato. Nel cap.5, pag.71-109, considera in modo originale e profondo l'affermarsi dell'impero romano come un tracollo culturale dell'intera area mediterranea su cui si affacciavano civiltà varie e complesse che comunicavano tra loro. La distruzione contemporanea di Cartagine e della lega achea (con centro a Corinto) nel 145-146 a.C. significarono la sparizione di immense conoscenze e del primo germe di scienza moderna apparso nella Grecia di Anassimandro. La ricerca basata sulla dimostrazione (logico-matematica) e sulla sperimentazione empirica ricompariranno solo con Galileo molti secoli dopo. 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<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Antico Oriente - Storia società economia"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Mario Liverani, Laterza, 2007. È l'opera più</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "Antico Oriente - Storia società economia"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>completa di M.Liverani.  Inizia dalla nascita dello Stato in Mesopotamia ed arriva all'età del ferro con Ciro il grande e i persiani. Tratta estensivamente tutti gli imperi che si sono succeduti nel Vicino Oriente con le loro complesse interazioni. È un testo "mesopotamo centrico". Ma questo è accettabile in considerazione del fatto che proprio in Mesopotamia sono partiti per la prima volta i processi che hanno dato vita a Stati, Città, Scrittura, e che lì sono state raccolte e indagate le maggiori testimonianze. M.Liverani è uno storico che utilizza la sociologia, Michael Mann è un sociologo che utilizza la storia. I due autori vanno integrati tra loro e si possono agevolmente integrare. Dice infatti M.Liverani: "Quanto poi alle componenti interne del quadro storico, ho assunto a base della mia impostazione il triangolo ideologia/società/economia, in interazione già così alquanto ardua". Si avvicina molto alla impostazione IEMP di M.Mann, se al termine "società", opportunamente criticato e rivisto da M.Mann, sostituiamo "politico-militare". M.Mann studierà proprio quella interazione tra ideologia, economia, militare, politico, che a M.Liverani sembra così ardua, per un arco di tempo che va dal neolitico al 2011 d.C. Nel cap.8 de "L'Antico Oriente", "L'impero di Akkad", pag.232-264, tratta del primo impero della storia. Interessante perchè emblematica anche per il futuro è la conclusione della vicenda imperiale di Akkad, i cui abitanti stremati dalle guerre e dai contrasti interni vengono conquistati dopo due secoli di terrore dalle popolazioni "barbare" dei vicini Gutei provenienti dalle montagne degli Zagros.  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>completa di M.Liverani.  Inizia dalla nascita dello Stato in Mesopotamia ed arriva all'età del ferro con Ciro il grande e i persiani. Tratta estensivamente tutti gli imperi che si sono succeduti nel Vicino Oriente con le loro complesse interazioni. È un testo "mesopotamo centrico". Ma questo è accettabile in considerazione del fatto che proprio in Mesopotamia sono partiti per la prima volta i processi che hanno dato vita a Stati, Città, Scrittura, e che lì sono state raccolte e indagate le maggiori testimonianze. M.Liverani è uno storico che utilizza la sociologia, Michael Mann è un sociologo che utilizza la storia. I due autori vanno integrati tra loro e si possono agevolmente integrare. Dice infatti M.Liverani: "Quanto poi alle componenti interne del quadro storico, ho assunto a base della mia impostazione il triangolo ideologia/società/economia, in interazione già così alquanto ardua". Si avvicina molto alla impostazione IEMP di M.Mann, se al termine "società", opportunamente criticato e rivisto da M.Mann, sostituiamo "politico-militare". M.Mann studierà proprio quella interazione tra ideologia, economia, militare, politico, che a M.Liverani sembra così ardua, per un arco di tempo che va dal neolitico al 2011 d.C. Nel cap.8 de "L'Antico Oriente", "L'impero di Akkad", pag.232-264, tratta del primo impero della storia. Interessante perchè emblematica anche per il futuro è la conclusione della vicenda imperiale di Akkad, i cui abitanti stremati dalle guerre e dai contrasti interni vengono conquistati dopo due secoli di terrore dalle popolazioni "barbare" dei vicini Gutei provenienti dalle montagne degli Zagros.  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - volume I - A history of power from beginning to A.D. 1760"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Cap.5, "The first empires of domination: the dialectics of compulsory cooperation", pag.130-178. Pag.131: "Alla fine [le città-stato sumeriche] furono conquistate dal primo esteso "impero" della storia, quello di Sargon di Akkad. L'impero da allora rimase una delle forme sociali dominanti per tre migliaia di anni nel Vicino Oriente e in Europa, e perfino più a lungo nell'Asia Orientale.". Gli aspetti della cooperazione obbligata ("compulsory cooperation"), che intreccia le varie reti IEMP, realizzata da Sargon sono: la pacificazione militare e geopolitica del territorio e delle vie commerciali, l'incremento delle spese militari (o keynesismo militare), il controllo centralizzato dell'economia tramite fissazione dei prezzi e dei valori di scambio, un maggiore sfruttamento del lavoro (tramite la schiavitù, la servitù della gleba, il lavoro ad ingaggio), la diffusione autoritaria di una cultura, lingua e scrittura comuni.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "The sources of social power - volume I - A history of power from beginning to A.D. 1760"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Vedi pag.148-155. Questi cinque aspetti si ritrovano ancora oggi, opportunamente modernizzati e mascherati, nell'attuale impero residuo (gli USA) e nelle pratiche di altri stati.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Cap.5, "The first empires of domination: the dialectics of compulsory cooperation", pag.130-178. Pag.131: "Alla fine [le città-stato sumeriche] furono conquistate dal primo esteso "impero" della storia, quello di Sargon di Akkad. L'impero da allora rimase una delle forme sociali dominanti per tre migliaia di anni nel Vicino Oriente e in Europa, e perfino più a lungo nell'Asia Orientale.". Gli aspetti della cooperazione obbligata ("compulsory cooperation"), che intreccia le varie reti IEMP, realizzata da Sargon sono: la pacificazione militare e geopolitica del territorio e delle vie commerciali, l'incremento delle spese militari (o keynesismo militare), il controllo centralizzato dell'economia tramite fissazione dei prezzi e dei valori di scambio, un maggiore sfruttamento del lavoro (tramite la schiavitù, la servitù della gleba, il lavoro ad ingaggio), la diffusione autoritaria di una cultura, lingua e scrittura comuni. Vedi pag.148-155. Questi cinque aspetti si ritrovano ancora oggi, opportunamente modernizzati e mascherati, nell'attuale impero residuo (gli USA) e nelle pratiche di altri stati.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Imperi romano e bizantino====</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Imperi romano e bizantino====</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2563&oldid=prevRegainfo: /* Fonte: "Alle origini del potere – Arslantepe – La collina dei leoni" */2014-09-23T11:56:12Z<p><span class="autocomment">Fonte: "Alle origini del potere – Arslantepe – La collina dei leoni"</span></p>
<table class='diff diff-contentalign-left'>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 11:56, 23 set 2014</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 67:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 67:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Fonte: "Alle origini del potere – Arslantepe – La collina dei leoni"=====</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>=====Fonte: "Alle origini del potere – Arslantepe – La collina dei leoni"=====</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>a cura di M. Frangipane (aa.vv), Electa Mondadori, 2004, catalogo della omonima mostra tenuta a Roma. Il catalogo è molto concreto, didascalico, e direttamente informativo, inoltre contiene una estesa documentazione sulla Tomba Reale, di origine kurgan, che potrebbe spiegare il collegamento storico tra “patriarcato” e stato” (vedi sotto).  M.Frangipane lavora come M.Liverani alla Sapienza di Roma ed ha partecipato direttamente ai lavori di scavo e di studio ad Arslantepe. Nella sua prefazione M.Liverani fa il punto della situazione degli studi storici, archeologici, sociologici sull'origine dello stato, precisando che "...la nascita dello stato era tra le più significative, e forse la più pregnante in assoluto, nel determinare la moderna strutturazione della società", "...quella grande trasformazione che dà origine allo stato: e cioè alla amministrazione burocratica, alla stratificazione sociale, alla specializzazione lavorativa, all'emergenza dell'apparato ideologico.", "...sarà piuttosto archeologicamente un contributo alla comprensione di quei meccanismi socio-economici e politici che hanno prodotto (in varie regioni e varie epoche) il decisivo passaggio dalle comunità locali autosufficienti ed autoregolate all'organizzazione complessa e stratificata, basata su flussi diseguali ma funzionali, che è lo Stato Arcaico". A pag.196-199 è ipotizzato il delicato passaggio al "lavoro dipendente", prima inesistente, testimoniato dalle ciotole grossolane, le "Bevelled rim bowls". Nasce così "...un settore di 'economia statale' che, attraverso il sistema di deleghe, si distacca sempre più dalla identificazione stretta con la persona del capo e la sua famiglia.". Il Corriere della Sera del 29 gennaio 1995 così sintetizza i lavori di M.Frangipane e della Sapienza di Roma ad Arslantepe: "...hanno ritrovato ad Arslantepe il più antico esempio di separazione tra potere politico e potere religioso. La città inventò lo Stato e crollò...Arslantepe ci mostra il più antico esempio di Palazzo di tutto il vicino Oriente; qui la struttura amministrativa è distinta da quella destinata al culto, anche se entrambe sono riunite nello stesso edificio...Verso il 3000 Arslantepe decadde e con lei il primo tentativo di creare una città dove il potere religioso era separato dal potere politico.". Sono i livelli IEMP che si differenziano e riuniscono o collassano insieme. Un aspetto importante della capacità diffusiva delle idee e dei modelli culturali veicolati dagli scambi, è secondo MF che "...la nascita delle prime città non fu una creazione esclusiva della Mesopotamia meridionale, come avevamo sempre ritenuto, ma piuttosto un fenomeno policentrico innescato da contatti e interscambi che s'erano stabiliti tra popolazioni dislocate in aree diverse". Questo è un punto molto importante capace di unire le teorie di Marija Gimbutas sui proto-indoeuropei, la cultura dei kurgan, caucasica, con la nascita dello stato nella grande Mesopotamia. La nascita ad Arslantepe della Agenzia Palatina o Palazzo,  di un potere cioè politico militare (la P e la M di IEMP) sul tronco del potere religioso ed economico (la I e la E di IEMP) è ben documentata da M.Frangipane nello studio accurato della Tomba Reale di Arslantepe (due datazioni imprecise oscillano alla fine del IV millennio ed all'inizio del III millennio).  In questa tomba appaiono le armi letali per uccidere altri esseri umani (spade, pugnali, lance), i sacrifici umani (un fanciullo ed una fanciulla di rango, gettati violentemente nella tomba, due giovani ancelle), soprattutto i vasi neri di una cultura kurgan a nord del Caucaso (e quindi di origine caucasica e non trancaucasica come le successive occupazioni del sito). Il collegamento temporale tra la presenza kurgan ad Arslantepe e la nascita dell'Agenzia Palatina, cioè del poltere politico militare, dello stato come uso “legittimo” della forza letale entro un determinato territorio, è troppo evidente per essere ulteriormente sottovalutato.   </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>a cura di M. Frangipane (aa.vv), Electa Mondadori, 2004, catalogo della omonima mostra tenuta a Roma. Il catalogo è molto concreto, didascalico, e direttamente informativo, inoltre contiene una estesa documentazione sulla Tomba Reale, di origine kurgan, che potrebbe spiegare il collegamento storico tra “patriarcato” e stato” (vedi sotto).  M.Frangipane lavora come M.Liverani alla Sapienza di Roma ed ha partecipato direttamente ai lavori di scavo e di studio ad Arslantepe. Nella sua prefazione M.Liverani fa il punto della situazione degli studi storici, archeologici, sociologici sull'origine dello stato, precisando che "...la nascita dello stato era tra le più significative, e forse la più pregnante in assoluto, nel determinare la moderna strutturazione della società", "...quella grande trasformazione che dà origine allo stato: e cioè alla amministrazione burocratica, alla stratificazione sociale, alla specializzazione lavorativa, all'emergenza dell'apparato ideologico.", "...sarà piuttosto archeologicamente un contributo alla comprensione di quei meccanismi socio-economici e politici che hanno prodotto (in varie regioni e varie epoche) il decisivo passaggio dalle comunità locali autosufficienti ed autoregolate all'organizzazione complessa e stratificata, basata su flussi diseguali ma funzionali, che è lo Stato Arcaico". A pag.196-199 è ipotizzato il delicato passaggio al "lavoro dipendente", prima inesistente, testimoniato dalle ciotole grossolane, le "Bevelled rim bowls". Nasce così "...un settore di 'economia statale' che, attraverso il sistema di deleghe, si distacca sempre più dalla identificazione stretta con la persona del capo e la sua famiglia.". Il Corriere della Sera del 29 gennaio 1995 così sintetizza i lavori di M.Frangipane e della Sapienza di Roma ad Arslantepe: "...hanno ritrovato ad Arslantepe il più antico esempio di separazione tra potere politico e potere religioso. La città inventò lo Stato e crollò...Arslantepe ci mostra il più antico esempio di Palazzo di tutto il vicino Oriente; qui la struttura amministrativa è distinta da quella destinata al culto, anche se entrambe sono riunite nello stesso edificio...Verso il 3000 Arslantepe decadde e con lei il primo tentativo di creare una città dove il potere religioso era separato dal potere politico.". Sono i livelli IEMP che si differenziano e riuniscono o collassano insieme. Un aspetto importante della capacità diffusiva delle idee e dei modelli culturali veicolati dagli scambi, è secondo MF che "...la nascita delle prime città non fu una creazione esclusiva della Mesopotamia meridionale, come avevamo sempre ritenuto, ma piuttosto un fenomeno policentrico innescato da contatti e interscambi che s'erano stabiliti tra popolazioni dislocate in aree diverse". Questo è un punto molto importante capace di unire le teorie di Marija Gimbutas sui proto-indoeuropei, la cultura dei kurgan, caucasica, con la nascita dello stato nella grande Mesopotamia. La nascita ad Arslantepe della Agenzia Palatina o Palazzo,  di un potere cioè politico militare (la P e la M di IEMP) sul tronco del potere religioso ed economico (la I e la E di IEMP) è ben documentata da M.Frangipane nello studio accurato della Tomba Reale di Arslantepe (due datazioni imprecise oscillano alla fine del IV millennio ed all'inizio del III millennio).  In questa tomba appaiono le armi letali per uccidere altri esseri umani (spade, pugnali, lance), i sacrifici umani (un fanciullo ed una fanciulla di rango, gettati violentemente nella tomba, due giovani ancelle), soprattutto i vasi neri di una cultura kurgan a nord del Caucaso (e quindi di origine caucasica e non trancaucasica come le successive occupazioni del sito). Il collegamento temporale tra la presenza kurgan ad Arslantepe e la nascita dell'Agenzia Palatina, cioè del poltere politico militare, dello stato come uso “legittimo” della forza letale entro un determinato territorio, è troppo evidente per essere ulteriormente sottovalutato.   </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "The sources of social power - vol.I - A history of power from the beginning to A.D. 1760"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Michael Mann è l'autore della analisi IEMP, da "Ideological, Economic, Military, Political power networks", illustrata nel cap.1, "Societies as organized power networks" (le società come reti organizzate di potere), teoria che utilizzo ampiamente allo scopo di arrivare sempre a delle sintesi unitarie dopo le analisi che separano i fatti. Il modello IEMP viene visto in un macro-esempio nel cap.15, pag.500-517, "European conclusions: explaining European dynamism - capitalism, Cristendom, states". I macroelementi del capitalismo (Economia), della Cristianità (Ideologia), degli stati (Militare e Politico), corrispondono ai quattro punti IEMP. Il termine "Power" tradotto con "Potere" andrebbe meglio interpretato come "potenza", possibilità di fare (Power in inglese significa anche la corrente elettrica). Non ha quindi una accezione di per sè negativa. Si tratta del potere organizzato di gruppi umani, cioè di un potere collettivo, o "sociale" in quanto organizzato da gruppi umani. Può essere un potere coercitivo come nel caso di guerra, predazione, razzia, deculturazione. Può essere positivo come la cooperazione spontanea, ad esempio nella costruzione di un nuovo villaggio o di un sistema di irrigazione, oppure nella gestione comunitaria di beni comuni. Può essere al tempo stesso coercitivo e cooperativo, quando un gruppo coopera e si unisce nell'obbiettivo di predare o distruggere un altro gruppo umano. Il potere cooperativo inoltre può essere spontaneo come nel caso di un gruppo di cacciatori-raccoglitori, o compulsivo, coatto, come nel caso di un esercito in marcia o di una moderna azienda capitalistica dove si è obbligati a cooperare con gli altri. La fig.1.2 a pag.29 riassume la teoria IEMP proposta da Mann. Nei cap.2, cap.3, e cap.4 tratta in modo approfondito delle società senza stato e del passaggio agli stati ed alla stratificazione sociale. Nella conclusione del cap.4, pag.124, "Conclusion: a theory of the emergence of civilization", dice: "Civilization was an abnormal phenomenon. It involved the state and social stratification, both of which human beings have spent most of their existence avoiding.", che così traduco "La civiltà è stata un fenomeno abnorme. Ha coinvolto lo stato e la stratificazione sociale, per evitare i quali gli esseri umani avevano speso gran parte della loro esistenza". Rivedremo ancora nel seguito i vari volumi dell'opera fondamentale di Michael Mann, tra cui il vol.IV, relativo agli anni 2000 (dopo Cristo), ed alle grandi crisi che l'umanità si trova a dover affrontare.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "The sources of social power - vol.I - A history of power from the beginning to A.D. 1760"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Dalla tribù allo stato - Saggi di antropologia politica"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>a cura di Ugo Fabietti, UNICOPLI, 1991. Capitolo sesto, pag.127,"Una teoria sull'origine dello stato", di Robert L.Carneiro. M.Mann utilizza la importante teoria dell'ingabbiamento ("cage") avanzata da Robert L.Carneiro, "...una teoria flessibile e complessa - ma non generica - applicabile ai più diversi contesti...Carneiro non intende infatti considerare gli effetti del conflitto sulla distribuzione dei gruppi all'interno di un determinato territorio, nè dimostrare che la guerra in quanto tale ha origine per l'appropriazione delle risorse. La guerra è vista piuttosto come un fattore di progressiva centralizzazione politica, in un contesto in cui il controllo delle risorse ha una precisa relazione con l'emergenza di gruppi stratificati conducente alla formazione dei domini prima e degli stati poi.". In altre parole la guerra non nasce per la competizione di gruppi umani su risorse scarse ma per l'emergenza di élite dominanti che portano alla centralizzazione politica dei domini prima e degli stati poi. Segue poi il fondamentale articolo di R.L.Carneiro pubblicato su Science nel 1970.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Michael Mann, Cambridge University Press, 1986. Michael Mann è l'autore della analisi IEMP, da "Ideological, Economic, Military, Political power networks", illustrata nel cap.1, "Societies as organized power networks" (le società come reti organizzate di potere), teoria che utilizzo ampiamente allo scopo di arrivare sempre a delle sintesi unitarie dopo le analisi che separano i fatti. Il modello IEMP viene visto in un macro-esempio nel cap.15, pag.500-517, "European conclusions: explaining European dynamism - capitalism, Cristendom, states". I macroelementi del capitalismo (Economia), della Cristianità (Ideologia), degli stati (Militare e Politico), corrispondono ai quattro punti IEMP. Il termine "Power" tradotto con "Potere" andrebbe meglio interpretato come "potenza", possibilità di fare (Power in inglese significa anche la corrente elettrica). Non ha quindi una accezione di per sè negativa. Si tratta del potere organizzato di gruppi umani, cioè di un potere collettivo, o "sociale" in quanto organizzato da gruppi umani. Può essere un potere coercitivo come nel caso di guerra, predazione, razzia, deculturazione. Può essere positivo come la cooperazione spontanea, ad esempio nella costruzione di un nuovo villaggio o di un sistema di irrigazione, oppure nella gestione comunitaria di beni comuni. Può essere al tempo stesso coercitivo e cooperativo, quando un gruppo coopera e si unisce nell'obbiettivo di predare o distruggere un altro gruppo umano. Il potere cooperativo inoltre può essere spontaneo come nel caso di un gruppo di cacciatori-raccoglitori, o compulsivo, coatto, come nel caso di un esercito in marcia o di una moderna azienda capitalistica dove si è obbligati a cooperare con gli altri. La fig.1.2 a pag.29 riassume la teoria IEMP proposta da Mann. Nei cap.2, cap.3, e cap.4 tratta in modo approfondito delle società senza stato e del passaggio agli stati ed alla stratificazione sociale. Nella conclusione del cap.4, pag.124, "Conclusion: a theory of the emergence of civilization", dice: "Civilization was an abnormal phenomenon. It involved the state and social stratification, both of which human beings have spent most of their existence avoiding.", che così traduco "La civiltà è stata un fenomeno abnorme. Ha coinvolto lo stato e la stratificazione sociale, per evitare i quali gli esseri umani avevano speso gran parte della loro esistenza". Rivedremo ancora nel seguito i vari volumi dell'opera fondamentale di Michael Mann, tra cui il vol.IV, relativo agli anni 2000 (dopo Cristo), ed alle grandi crisi che l'umanità si trova a dover affrontare.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "L'America dimenticata - I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Lucio Russo,</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "Dalla tribù allo stato - Saggi di antropologia politica"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Mondadori Education, 2013. Porta prove a sostegno delle teorie diffusioniste, secondo le quali esiste "...la possibilità di sostituire all'idea oggi dominante dell'evoluzione indipendente e parallela delle civiltà un'unica storia, connessa sin dalla remota antichità". Nel cap.4, "Possibili tracce di antiche contatti transoceanici", considera ipotesi favorevoli a contatti tra l'Europa e l'America soprattutto all'epoca di fenici e cartaginesi, che potrebbero aver innescato la formazione di stati là dove le condizioni erano favorevoli, cioè nella Mesoamerica e nelle valli andine.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>a cura di Ugo Fabietti, UNICOPLI, 1991. Capitolo sesto, pag.127,"Una teoria sull'origine dello stato", di Robert L.Carneiro. M.Mann utilizza la importante teoria dell'ingabbiamento ("cage") avanzata da Robert L.Carneiro, "...una teoria flessibile e complessa - ma non generica - applicabile ai più diversi contesti...Carneiro non intende infatti considerare gli effetti del conflitto sulla distribuzione dei gruppi all'interno di un determinato territorio, nè dimostrare che la guerra in quanto tale ha origine per l'appropriazione delle risorse. La guerra è vista piuttosto come un fattore di progressiva centralizzazione politica, in un contesto in cui il controllo delle risorse ha una precisa relazione con l'emergenza di gruppi stratificati conducente alla formazione dei domini prima e degli stati poi.". In altre parole la guerra non nasce per la competizione di gruppi umani su risorse scarse ma per l'emergenza di élite dominanti che portano alla centralizzazione politica dei domini prima e degli stati poi. Segue poi il fondamentale articolo di R.L.Carneiro pubblicato su Science nel 1970.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: “Potere e civiltà – Il processo di civilizzazione”<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Norbert Elias, il Mulino, 2010. Tratta della genesi sociale dello stato moderno occidentale dal feudalesimo alla rivoluzione francese, basato sul passaggio dalla “costrizione sociale alla autocostrizione” delineato nel precedente volume “La civiltà delle buone maniere”.  Centrali i paragrafi del cap.III, “Il meccanismo della monopolizzazione”, pag.144, e “Formazione del meccanismo monarchico”, pag.215. Il meccanismo monarchico è un "apparato centralizzato di dominio” che assieme al “meccanismo del monopolio” spiega il processo propulsivo espansionistico della “civiltà” occidentale moderna, soprattutto attraverso la sociogenesi del monopolio fiscale statale che nella società medievale sarebbe stato considerato “...in modo non molto diverso dalla rapina e dalla usura”. La genesi della “civiltà” o “civilizzazione” europea occidentale moderna è delineato nell'altro volume “La civiltà delle buone maniere”. N.Elias è un autore importante che ha rinnovato la sociologia ed aiutato a ricomporre la dicotomia tra individuo e società. Il modello da lui proposto di società è quello della "configurazione": gruppi di esseri umani interdipendenti e in riferimento tra loro. Come in un ballo i danzatori si muovono sincronicamente assumendo nel tempo configurazioni diverse ma interdipendenti in modo dinamico. La società è la danza che vive solo nel muoversi intrecciato dei ballerini. Non ha molto senso farne un'astrazione distinta dai danzatori, se non a scopo di analisi e comparazioni. La loro psicologia forma la danza ed è sua volta riformata da questa nel suo "processo" reale. Questa "danza" corrisponde solo in parte all'azione sociale di M.Weber così definita: "un agire che sia riferito - secondo il suo senso, intenzionato dall'agente o dagli agenti - al comportamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo".  N.Elias ne critica il metodo e l'astrattezza, e introduce negli individui l'inconscio e la raffinata psicologia scoperta da Freud. La psicologia individuale è inestricabilmente collegata alla configurazione in cui l'attore si trova, come anche si sostiene nella teoria di G.H.Mead della costruzione del Sè e dell'Altro Generalizzato.  Per questo ogni società, ogni cultura, ogni contesto storico ha le sue proprie "psicologie" (Freud a differenza di Elias si riferisce ad una psicologia universale, non cangiante nei vari contesti storici e geografici). Elias in breve "storicizza" la psicologia. Le concezioni sociologiche che si oppongono alla visione "delle" società come "processi" sono quelle che definiscono la società come una "struttura" al cui interno agiscono delle "forze" che determinano il comportamento degli individui. Le teorie di Marx e Durkheim rientrano in questo tipo. La dicotomia tra individuo e società viene risolta semplicemente facendo sparire l'individuo. Per riassumere si può dire che per Durkheim la "danza" è una "cosa" e che i ballerini danzano perchè la musica gli entra nella testa. Per Marx la musica sono solo "le forze produttive materiali", non esistono cose ma solo antinomie. Stranamente con la prossima fine delle antinomie la musica cesserà. Secondo Weber gli individui agiscono sostanzialmente da soli ma tenendo conto degli altri soprattutto a livello razionale. Secondo Elias la danza è un processo dinamico che modifica i ballerini che ne sono gli attori e gli autori, che interagiscono costantemente tra loro scambiandosi non solo esperienze, cultura, emozioni ma anche relazioni di dominio fisico e psichico (eterocostrizioni ed autocostrizioni). Secondo Mann ci sono obiettivi comuni che uniscono gli esseri umani in attività organizzate vissute in gruppi che si intrecciano tra loro in interazioni complesse che possiamo definire "reti". Questi obiettivi corrispondono ai bisogni fondamentali (cangianti nei loro equilibri nelle varie epoche storiche) quali la riproduzione, la sopravvivenza biologica, la difesa del territorio e i rapporti tra i gruppi, la costruzione culturale di un significato dell'esperienza umana. Sapendo che è impossibile tracciare tutti i "bisogni" che nascono a livello di individui o di gruppi umani. La ricerca di un significato complessivo della vita è un bisogno divenuto prevalente già dalle epoche preistoriche con la necessità di costruire identità singole e collettive (di gruppo) articolate in strutture morali ed estetico-rituali. Queste identità collettive che diventano "istituzioni", come le nazioni, gli imperi, il capitalismo, proiettano gli obiettivi dell'azione collettiva che si sviluppa come un intreccio di processi materiali e di processi culturali. La sociologia diventa sociologia dei processi culturali, come nelle opere di N.Elias. Mentre Mann ha il merito di aver unificato grazie ad un modello efficace il lungo arco di storia delle società umane secondo una prospettiva di macrosociologia, Elias nell'arco di tempo più breve dal medioevo al 1700 d.C. unifica la prospettiva macrosociologica della formazione dei principali stati europei (sociogenesi) con la prospettiva microsociologica del cambiamento della psicologia umana come riflesso di nuovi modelli di comportamento e di interazione sociale (psicogenesi).</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "L'America dimenticata - I rapporti tra le civiltà e un errore di Tolomeo"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Lucio Russo, Mondadori Education, 2013. Porta prove a sostegno delle teorie diffusioniste, secondo le quali esiste "...la possibilità di sostituire all'idea oggi dominante dell'evoluzione indipendente e parallela delle civiltà un'unica storia, connessa sin dalla remota antichità". Nel cap.4, "Possibili tracce di antiche contatti transoceanici", considera ipotesi favorevoli a contatti tra l'Europa e l'America soprattutto all'epoca di fenici e cartaginesi, che potrebbero aver innescato la formazione di stati là dove le condizioni erano favorevoli, cioè nella Mesoamerica e nelle valli andine.</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: “Potere e civiltà – Il processo di civilizzazione”<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Norbert Elias, il Mulino, 2010. Tratta della genesi sociale dello stato moderno occidentale dal feudalesimo alla rivoluzione francese, basato sul passaggio dalla “costrizione sociale alla autocostrizione” delineato nel precedente volume “La civiltà delle buone maniere”.  Centrali i paragrafi del cap.III, “Il meccanismo della monopolizzazione”, pag.144, e “Formazione del meccanismo monarchico”, pag.215. Il meccanismo monarchico è un "apparato centralizzato di dominio” che assieme al “meccanismo del monopolio” spiega il processo propulsivo espansionistico della “civiltà” occidentale moderna, soprattutto attraverso la sociogenesi del monopolio fiscale statale che nella società medievale sarebbe stato considerato “...in modo non molto diverso dalla rapina e dalla usura”. La genesi della “civiltà” o “civilizzazione” europea occidentale moderna è delineato nell'altro volume “La civiltà delle buone maniere”. N.Elias è un autore importante che ha rinnovato la sociologia ed aiutato a ricomporre la dicotomia tra individuo e società. Il modello da lui proposto di società è quello della "configurazione": gruppi di esseri umani interdipendenti e in riferimento tra loro. Come in un ballo i danzatori si muovono sincronicamente assumendo nel tempo configurazioni diverse ma interdipendenti in modo dinamico. La società è la danza che vive solo nel muoversi intrecciato dei ballerini. Non ha molto senso farne un'astrazione distinta dai danzatori, se non a scopo di analisi e comparazioni. La loro psicologia forma la danza ed è sua volta riformata da questa nel suo "processo" reale. Questa "danza" corrisponde solo in parte all'azione sociale di M.Weber così definita: "un agire che sia riferito - secondo il suo senso, intenzionato dall'agente o dagli agenti - al comportamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo".  N.Elias ne critica il metodo e l'astrattezza, e introduce negli individui l'inconscio e la raffinata psicologia scoperta da Freud. La psicologia individuale è inestricabilmente collegata alla configurazione in cui l'attore si trova, come anche si sostiene nella teoria di G.H.Mead della costruzione del Sè e dell'Altro Generalizzato.  Per questo ogni società, ogni cultura, ogni contesto storico ha le sue proprie "psicologie" (Freud a differenza di Elias si riferisce ad una psicologia universale, non cangiante nei vari contesti storici e geografici). Elias in breve "storicizza" la psicologia. Le concezioni sociologiche che si oppongono alla visione "delle" società come "processi" sono quelle che definiscono la società come una "struttura" al cui interno agiscono delle "forze" che determinano il comportamento degli individui. Le teorie di Marx e Durkheim rientrano in questo tipo. La dicotomia tra individuo e società viene risolta semplicemente facendo sparire l'individuo. Per riassumere si può dire che per Durkheim la "danza" è una "cosa" e che i ballerini danzano perchè la musica gli entra nella testa. Per Marx la musica sono solo "le forze produttive materiali", non esistono cose ma solo antinomie. Stranamente con la prossima fine delle antinomie la musica cesserà. Secondo Weber gli individui agiscono sostanzialmente da soli ma tenendo conto degli altri soprattutto a livello razionale. Secondo Elias la danza è un processo dinamico che modifica i ballerini che ne sono gli attori e gli autori, che interagiscono costantemente tra loro scambiandosi non solo esperienze, cultura, emozioni ma anche relazioni di dominio fisico e psichico (eterocostrizioni ed autocostrizioni). Secondo Mann ci sono obiettivi comuni che uniscono gli esseri umani in attività organizzate vissute in gruppi che si intrecciano tra loro in interazioni complesse che possiamo definire "reti". Questi obiettivi corrispondono ai bisogni fondamentali (cangianti nei loro equilibri nelle varie epoche storiche) quali la riproduzione, la sopravvivenza biologica, la difesa del territorio e i rapporti tra i gruppi, la costruzione culturale di un significato dell'esperienza umana. Sapendo che è impossibile tracciare tutti i "bisogni" che nascono a livello di individui o di gruppi umani. La ricerca di un significato complessivo della vita è un bisogno divenuto prevalente già dalle epoche preistoriche con la necessità di costruire identità singole e collettive (di gruppo) articolate in strutture morali ed estetico-rituali. Queste identità collettive che diventano "istituzioni", come le nazioni, gli imperi, il capitalismo, proiettano gli obiettivi dell'azione collettiva che si sviluppa come un intreccio di processi materiali e di processi culturali. La sociologia diventa sociologia dei processi culturali, come nelle opere di N.Elias. Mentre Mann ha il merito di aver unificato grazie ad un modello efficace il lungo arco di storia delle società umane secondo una prospettiva di macrosociologia, Elias nell'arco di tempo più breve dal medioevo al 1700 d.C. unifica la prospettiva macrosociologica della formazione dei principali stati europei (sociogenesi) con la prospettiva microsociologica del cambiamento della psicologia umana come riflesso di nuovi modelli di comportamento e di interazione sociale (psicogenesi).</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Imperi====</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====Imperi====</div></td></tr>
</table>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2562&oldid=prevRegainfo: /* La nascita dello Stato */2014-09-23T11:54:22Z<p><span class="autocomment">La nascita dello Stato</span></p>
<a href="http://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2562&oldid=2561">Mostra cambiamenti</a>Regainfohttp://www.ortosociale.org/wiki2/index.php?title=CeraUnaVolta11&diff=2561&oldid=prevRegainfo: /* Fonte: "Corso di sociologia" */2014-09-23T11:52:22Z<p><span class="autocomment">Fonte: "Corso di sociologia"</span></p>
<table class='diff diff-contentalign-left'>
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<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">← Versione meno recente</td>
<td colspan='2' style="background-color: white; color:black;">Versione delle 11:52, 23 set 2014</td>
</tr><tr><td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 50:</td>
<td colspan="2" class="diff-lineno">Riga 50:</td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli, il Mulino</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli, il Mulino</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>, 2007. Per il passaggio dalle società senza stato a quelle statali, cap.I, par.4.3, "Forti disuguaglianze e grandi imperi", pag.42, si dice: "Come abbiamo visto, sia le società di cacciatori e raccoglitori, sia le società di orticoltori, erano tendenzialmente egualitarie. Non vi era possibilità nè di accumulare grandi ricchezze, nè di trasferirle per eredità ai propri figli; le disuguaglianze che pure si producevano, erano quindi prevalentemente di carattere personale e non davano luogo alla formazione di privilegi permanenti, vale a dire riproducibili di generazione in generazione. Il quadro cambia radicalmente con le società fondate sull'agricoltura. Qui, tra la massa dei contadini da una parte e il massimo sacerdote o re e il gran numero di persone che popolano la sua corte, dall'altra parte, si crea un vero e proprio abisso sociale invalicabile. Sono due mondi tra loro interdipendenti, ma anche profondamente divisi. Governanti e governati, cittadini e contadini, letterati e illetterati: si incominciano a delineare le dimensioni che marcheranno per secoli e secoli la disuguaglianza tra uomini.". Il cap.XI, pag.253, tratta di "Stratificazione e classi sociali". Notevole la tabella 11.5 a pag.276, basata sul coefficiente di Gini, che riporta statistiche recenti verso l'anno 2000 che tracciano le differenze di reddito o di consumo in ogni nazione del mondo. Per citare solo un dato dell'analisi, nel par.8, "La durata della vita", a pag.279 si dice: "Le numerosissime ricerche svolte negli ultimi quarant'anni hanno invece mostrato che la relazione tra classe sociale e durata della vita è ancora oggi molto forte. Si pensi, ad esempio, che nella popolazione maschile adulta gli operai hanno una probabilità di morte quasi doppia rispetto agli impiegati.". Per quanto riguarda la burocrazia viene trattata all'interno delle organizzazioni, nel cap.4, "Gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni", par.3, "Il modello della burocrazia", pag.105.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>, 2007. Per il passaggio dalle società senza stato a quelle statali, cap.I, par.4.3, "Forti disuguaglianze e grandi imperi", pag.42, si dice: "Come abbiamo visto, sia le società di cacciatori e raccoglitori, sia le società di orticoltori, erano tendenzialmente egualitarie. Non vi era possibilità nè di accumulare grandi ricchezze, nè di trasferirle per eredità ai propri figli; le disuguaglianze che pure si producevano, erano quindi prevalentemente di carattere personale e non davano luogo alla formazione di privilegi permanenti, vale a dire riproducibili di generazione in generazione. Il quadro cambia radicalmente con le società fondate sull'agricoltura. Qui, tra la massa dei contadini da una parte e il massimo sacerdote o re e il gran numero di persone che popolano la sua corte, dall'altra parte, si crea un vero e proprio abisso sociale invalicabile. Sono due mondi tra loro interdipendenti, ma anche profondamente divisi. Governanti e governati, cittadini e contadini, letterati e illetterati: si incominciano a delineare le dimensioni che marcheranno per secoli e secoli la disuguaglianza tra uomini.". Il cap.XI, pag.253, tratta di "Stratificazione e classi sociali". Notevole la tabella 11.5 a pag.276, basata sul coefficiente di Gini, che riporta statistiche recenti verso l'anno 2000 che tracciano le differenze di reddito o di consumo in ogni nazione del mondo. Per citare solo un dato dell'analisi, nel par.8, "La durata della vita", a pag.279 si dice: "Le numerosissime ricerche svolte negli ultimi quarant'anni hanno invece mostrato che la relazione tra classe sociale e durata della vita è ancora oggi molto forte. Si pensi, ad esempio, che nella popolazione maschile adulta gli operai hanno una probabilità di morte quasi doppia rispetto agli impiegati.". Per quanto riguarda la burocrazia viene trattata all'interno delle organizzazioni, nel cap.4, "Gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni", par.3, "Il modello della burocrazia", pag.105.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Dizionario di sociologia"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Luciano Gallino, UTET, 2006. Vedere le voci "Stratificazione sociale", pag.673, e "Diseguaglianza sociale", pag.236. Utile per la bibliografia. I temi sono sviluppati  dall'autore con molta considerazione della teoria marxiana dello sfruttamento che vede nelle classi economiche e nella proprietà in quanto relazione economica il motore unico ed assoluto della storia e il punto focale della disuguaglianza. Questa teoria, che quantifica la relazione di dominio e sfruttamento attribuendogli un impossibile valore monetario, non spiega tutta la storia umana (alcuni milioni di anni) precedente l'avvento della proprietà privata e delle conseguenti classi economiche. Soprattutto non spiega la cosa più importante cioè la nascita stessa della proprietà privata e delle classi economiche (a parte il lodevole tentativo di F.Engels in "L'origine della famiglia, della proprietà privata, dello stato"). Considerando solo le classi economiche viene considerata preminente se non esclusiva la dimensione economica (la E di IEMP). Questo può sembrare credibile solo oggi quando lo scambio di mercato sembra l'attività socialmente prevalente. Ma rende incomprensibile la nascita della disuguaglianza, quando i fattori IMP (Ideologici, Militari, Politici) erano prevalenti in quanto organizzati in protostati dediti alla predazione delle economie agricole (egualitarie) dei villaggi, sottoposte a tributo, vassallaggio, corvèe. Non è il moderno capitalismo che può spiegare l'intero passato, ma sono la conoscenza storica delle organizzazioni IEMP e del loro mutevole intrecciarsi che possono spiegare la comparsa e l'affermazione del capitalismo, oggi una macro-organizzazione fondamentale assieme a stati-nazione ed imperi. Soprattutto non viene evidenziata la discontinuità storica della stratificazione sociale come proprietà emergente da un contesto e da fattori unici e irripetibili. Si narra invece la solita favoletta evoluzionista lineare per cui necessariamente si passa dalle società barbariche a quelle statali, dai grandi imperi al feudalesimo, dal feudalesimo al capitalismo, secondo leggi meccanicamente deterministiche. E poi, non si tratta di ragionare in modo riduttivo o gerarchico dando ad alcune "cause" una priorità maggiore che ad altre, ma di vedere il processo storico in un quadro di multifattorialità complessa e di "proprietà emergenti" che modificano il quadro complesso da cui sono nate. Per quanto riguarda la relazione tra disuguaglianza e organizzazione sociale vedi "Burocrazia" a pag.79, "Dominio" a pag.249, "Divisione del lavoro" a pag.243, "Organizzazione" a pag.475.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "Dizionario di sociologia"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: “La civiltà delle buone maniere – La trasformazione dei costumi nel mondo aristocratico occidentale”<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Norbert Elias, il Mulino, 1998. Viene presa in considerazione la nascita della psicologia moderna occidentale in relazione al divenire storico dalle società guerriero-aristocratiche, basate sullo sfruttamento della terra e dei contadini, alle società “industriali” basate sul movimento del denaro e sulla tecnologia. Nelle prime dominano le corti, dapprima cavalleresche, che forgiano il carattere della nobiltà attraverso il passaggio fondamentale dalla etero-costrizione alla auto-costrizione (self-control). Nelle seconde avverrà una complessa assimilazione della “educazione” cortigiana, passando per il rinascimento e l'umanesimo. N.Elias parla, nei termini freudiani che aveva a disposizione, della nascita del Super-Io. Secondo la psicologia freudiana il Super-Io agisce come censore a livello inconscio. Esiste dunque una psicologia profondamente diversa a seconda dell'epoca storica e dello strato sociale a cui si appartiene. Questa psicologia riguarda lo stare a tavola, il rapporto con il proprio corpo, i bisogni naturali, la relazione tra i sessi, l'aggressività vissuta come piacere (dal guerriero). Questa educazione degli strati aristocratici nella corte, centro focale deputato alla costruzione della “civilizzazione”,  prima nei castelli feudali e poi nelle reggie che porteranno alla formazione dei moderni stati-nazione (ad esempio a Versailles nella versione assolutistica classica francese), si diffonderà lentamente anche agli strati inferiori, in primis alla borghesia e poi anche negli strati dipendenti condizionati dalla borghesia. Il giovane Werther di Goethe, un borghese, esprime con i suoi dolori la sofferta assimilazione-esclusione di questi strati sociali emergenti. I gruppi umani quali gli artigiani, i mercanti, la prima borghesia, organizzati per sopravvivere attraverso lo scambio di mercato, sono presenti da secoli ed entrano nelle corti assolutiste di Spagna, Francia, Inghilterra e minori, come consulenti per le vitali questioni delle finanze dello stato e per garantire con le tasse e i tributi le entrate necessarie per le guerre e i consumi vistosi di queste élite. Il giovane Werther ha sicuramente da piangere sulla sua identità sociale e psichica, sul suo rapporto IO-NOI. Ma ha sicuramente da mangiare e da consumare in modo vistoso. Eppure è infelice. Il monarca gestisce l'equilibrio tra gli esponenti maggiori di nobiltà, clero e borghesia che entrano alla sua corte e che gli forniscono tutta la conoscenza su cui egli basa le scelte del nuovo tipo di stato. La aristocrazia fondiaria prima e la borghesia mercantilista poi, le due élite dominanti fuse in miscelazioni diverse in Inghilterra, Francia e Germania, esprimono la “civiltà” come proiezione di questa complicata cultura cortigiana.  N.Elias così delinea questa "civiltà": “La società occidentale combatte le sue guerre coloniali ed espansionistiche nel nome della croce, come più tardi farà nel nome della civiltà. Nonostante l'avvenuta secolarizzazione, la parola “civiltà” conserva ancora un'eco del cristianesimo latino e della concezione cavalleresco-feudale della crociata.”, capitolo terzo, pag. 173.  Quanto alle civiltà in generale, l'opinione di N.Elias è riassunta nella citazione a pag.147, capitolo primo, Nota 1: “Oswald Spengler ne il “Tramonto dell'Occidente” afferma che ogni cultura ha peculiari possibilità di espressione che compaiono, maturano, declinano e non ricompaiono più. Queste culture, entità viventi del più elevato grado, crescono con la nobile mancanza di finalità dei fiori nei campi. E, come i fiori nei campi, appartengono alla natura vivente di Goethe, non alla morta natura di Newton."</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Luciano Gallino, UTET, 2006. Vedere le voci "Stratificazione sociale", pag.673, e "Diseguaglianza sociale", pag.236. Utile per la bibliografia. I temi sono sviluppati  dall'autore con molta considerazione della teoria marxiana dello sfruttamento che vede nelle classi economiche e nella proprietà in quanto relazione economica il motore unico ed assoluto della storia e il punto focale della disuguaglianza. Questa teoria, che quantifica la relazione di dominio e sfruttamento attribuendogli un impossibile valore monetario, non spiega tutta la storia umana (alcuni milioni di anni) precedente l'avvento della proprietà privata e delle conseguenti classi economiche. Soprattutto non spiega la cosa più importante cioè la nascita stessa della proprietà privata e delle classi economiche (a parte il lodevole tentativo di F.Engels in "L'origine della famiglia, della proprietà privata, dello stato"). Considerando solo le classi economiche viene considerata preminente se non esclusiva la dimensione economica (la E di IEMP). Questo può sembrare credibile solo oggi quando lo scambio di mercato sembra l'attività socialmente prevalente. Ma rende incomprensibile la nascita della disuguaglianza, quando i fattori IMP (Ideologici, Militari, Politici) erano prevalenti in quanto organizzati in protostati dediti alla predazione delle economie agricole (egualitarie) dei villaggi, sottoposte a tributo, vassallaggio, corvèe. Non è il moderno capitalismo che può spiegare l'intero passato, ma sono la conoscenza storica delle organizzazioni IEMP e del loro mutevole intrecciarsi che possono spiegare la comparsa e l'affermazione del capitalismo, oggi una macro-organizzazione fondamentale assieme a stati-nazione ed imperi. Soprattutto non viene evidenziata la discontinuità storica della stratificazione sociale come proprietà emergente da un contesto e da fattori unici e irripetibili. Si narra invece la solita favoletta evoluzionista lineare per cui necessariamente si passa dalle società barbariche a quelle statali, dai grandi imperi al feudalesimo, dal feudalesimo al capitalismo, secondo leggi meccanicamente deterministiche. E poi, non si tratta di ragionare in modo riduttivo o gerarchico dando ad alcune "cause" una priorità maggiore che ad altre, ma di vedere il processo storico in un quadro di multifattorialità complessa e di "proprietà emergenti" che modificano il quadro complesso da cui sono nate. Per quanto riguarda la relazione tra disuguaglianza e organizzazione sociale vedi "Burocrazia" a pag.79, "Dominio" a pag.249, "Divisione del lavoro" a pag.243, "Organizzazione" a pag.475.</div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Tratta in modo approfondito le disuguaglianze nel mondo e in UK. Le ricerche dimostrano la continua crescita dei livelli di disuguaglianza. Qui si trovano notizie su "The Spirit Level" degli epidemiologi Kate Pickett e Richard Wilkinson che sostengono che "la società è piu ineguale che mai".</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Tratta in modo approfondito le disuguaglianze nel mondo e in UK. Le ricerche dimostrano la continua crescita dei livelli di disuguaglianza. Qui si trovano notizie su "The Spirit Level" degli epidemiologi Kate Pickett e Richard Wilkinson che sostengono che "la società è piu ineguale che mai".</div></td></tr>
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<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====La disuguaglianza sociale e l'organizzazione====  </div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>====La disuguaglianza sociale e l'organizzazione====  </div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: “Organizzazione aziendale – Mercati, gerarchie e convenzioni”<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Giovanni Costa e Paolo Gubitta, McGraw-Hill, 2004. Si tratta di uno dei testi base per la stesura della tesi “Software e Hardware Open Source” citata di seguito in “Sistemi Cooperativi”. I numerosi casi esemplari citati nel testo andrebbero integrati con quelli successivi al 2004.</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: “Organizzazione aziendale – Mercati, gerarchie e convenzioni”<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'>−</td><td style="background: #ffa; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Corso di sociologia"<del class="diffchange diffchange-inline">, </del>Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli, il Mulino</div></td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Giovanni Costa e Paolo Gubitta, McGraw-Hill, 2004. Si tratta di uno dei testi base per la stesura della tesi “Software e Hardware Open Source” citata di seguito in “Sistemi Cooperativi”. I numerosi casi esemplari citati nel testo andrebbero integrati con quelli successivi al 2004<ins class="diffchange diffchange-inline">. Fondamentale</ins>.</div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div><ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins>Fonte: "Corso di sociologia"<ins class="diffchange diffchange-inline">=====</ins></div></td></tr>
<tr><td colspan="2"> </td><td class='diff-marker'>+</td><td style="background: #cfc; color:black; font-size: smaller;"><div>Arnaldo Bagnasco, Marzio Barbagli, Alessandro Cavalli, il Mulino</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>, 2007. Per il passaggio dalle società senza stato a quelle statali, cap.I, par.4.3, "Forti disuguaglianze e grandi imperi", pag.42, si dice: "Come abbiamo visto, sia le società di cacciatori e raccoglitori, sia le società di orticoltori, erano tendenzialmente egualitarie. Non vi era possibilità nè di accumulare grandi ricchezze, nè di trasferirle per eredità ai propri figli; le disuguaglianze che pure si producevano, erano quindi prevalentemente di carattere personale e non davano luogo alla formazione di privilegi permanenti, vale a dire riproducibili di generazione in generazione. Il quadro cambia radicalmente con le società fondate sull'agricoltura. Qui, tra la massa dei contadini da una parte e il massimo sacerdote o re e il gran numero di persone che popolano la sua corte, dall'altra parte, si crea un vero e proprio abisso sociale invalicabile. Sono due mondi tra loro interdipendenti, ma anche profondamente divisi. Governanti e governati, cittadini e contadini, letterati e illetterati: si incominciano a delineare le dimensioni che marcheranno per secoli e secoli la disuguaglianza tra uomini.". Il cap.XI, pag.253, tratta di "Stratificazione e classi sociali". Notevole la tabella 11.5 a pag.276, basata sul coefficiente di Gini, che riporta statistiche recenti verso l'anno 2000 che tracciano le differenze di reddito o di consumo in ogni nazione del mondo. Per citare solo un dato dell'analisi, nel par.8, "La durata della vita", a pag.279 si dice: "Le numerosissime ricerche svolte negli ultimi quarant'anni hanno invece mostrato che la relazione tra classe sociale e durata della vita è ancora oggi molto forte. Si pensi, ad esempio, che nella popolazione maschile adulta gli operai hanno una probabilità di morte quasi doppia rispetto agli impiegati.". Per quanto riguarda la burocrazia viene trattata all'interno delle organizzazioni, nel cap.4, "Gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni", par.3, "Il modello della burocrazia", pag.105.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>, 2007. Per il passaggio dalle società senza stato a quelle statali, cap.I, par.4.3, "Forti disuguaglianze e grandi imperi", pag.42, si dice: "Come abbiamo visto, sia le società di cacciatori e raccoglitori, sia le società di orticoltori, erano tendenzialmente egualitarie. Non vi era possibilità nè di accumulare grandi ricchezze, nè di trasferirle per eredità ai propri figli; le disuguaglianze che pure si producevano, erano quindi prevalentemente di carattere personale e non davano luogo alla formazione di privilegi permanenti, vale a dire riproducibili di generazione in generazione. Il quadro cambia radicalmente con le società fondate sull'agricoltura. Qui, tra la massa dei contadini da una parte e il massimo sacerdote o re e il gran numero di persone che popolano la sua corte, dall'altra parte, si crea un vero e proprio abisso sociale invalicabile. Sono due mondi tra loro interdipendenti, ma anche profondamente divisi. Governanti e governati, cittadini e contadini, letterati e illetterati: si incominciano a delineare le dimensioni che marcheranno per secoli e secoli la disuguaglianza tra uomini.". Il cap.XI, pag.253, tratta di "Stratificazione e classi sociali". Notevole la tabella 11.5 a pag.276, basata sul coefficiente di Gini, che riporta statistiche recenti verso l'anno 2000 che tracciano le differenze di reddito o di consumo in ogni nazione del mondo. Per citare solo un dato dell'analisi, nel par.8, "La durata della vita", a pag.279 si dice: "Le numerosissime ricerche svolte negli ultimi quarant'anni hanno invece mostrato che la relazione tra classe sociale e durata della vita è ancora oggi molto forte. Si pensi, ad esempio, che nella popolazione maschile adulta gli operai hanno una probabilità di morte quasi doppia rispetto agli impiegati.". Per quanto riguarda la burocrazia viene trattata all'interno delle organizzazioni, nel cap.4, "Gruppi organizzati: associazioni e organizzazioni", par.3, "Il modello della burocrazia", pag.105.</div></td></tr>
<tr><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Dizionario di sociologia", Luciano Gallino, UTET, 2006. Vedere le voci "Stratificazione sociale", pag.673, e "Diseguaglianza sociale", pag.236. Utile per la bibliografia. I temi sono sviluppati  dall'autore con molta considerazione della teoria marxiana dello sfruttamento che vede nelle classi economiche e nella proprietà in quanto relazione economica il motore unico ed assoluto della storia e il punto focale della disuguaglianza. Questa teoria, che quantifica la relazione di dominio e sfruttamento attribuendogli un impossibile valore monetario, non spiega tutta la storia umana (alcuni milioni di anni) precedente l'avvento della proprietà privata e delle conseguenti classi economiche. Soprattutto non spiega la cosa più importante cioè la nascita stessa della proprietà privata e delle classi economiche (a parte il lodevole tentativo di F.Engels in "L'origine della famiglia, della proprietà privata, dello stato"). Considerando solo le classi economiche viene considerata preminente se non esclusiva la dimensione economica (la E di IEMP). Questo può sembrare credibile solo oggi quando lo scambio di mercato sembra l'attività socialmente prevalente. Ma rende incomprensibile la nascita della disuguaglianza, quando i fattori IMP (Ideologici, Militari, Politici) erano prevalenti in quanto organizzati in protostati dediti alla predazione delle economie agricole (egualitarie) dei villaggi, sottoposte a tributo, vassallaggio, corvèe. Non è il moderno capitalismo che può spiegare l'intero passato, ma sono la conoscenza storica delle organizzazioni IEMP e del loro mutevole intrecciarsi che possono spiegare la comparsa e l'affermazione del capitalismo, oggi una macro-organizzazione fondamentale assieme a stati-nazione ed imperi. Soprattutto non viene evidenziata la discontinuità storica della stratificazione sociale come proprietà emergente da un contesto e da fattori unici e irripetibili. Si narra invece la solita favoletta evoluzionista lineare per cui necessariamente si passa dalle società barbariche a quelle statali, dai grandi imperi al feudalesimo, dal feudalesimo al capitalismo, secondo leggi meccanicamente deterministiche. E poi, non si tratta di ragionare in modo riduttivo o gerarchico dando ad alcune "cause" una priorità maggiore che ad altre, ma di vedere il processo storico in un quadro di multifattorialità complessa e di "proprietà emergenti" che modificano il quadro complesso da cui sono nate. Per quanto riguarda la relazione tra disuguaglianza e organizzazione sociale vedi "Burocrazia" a pag.79, "Dominio" a pag.249, "Divisione del lavoro" a pag.243, "Organizzazione" a pag.475.</div></td><td class='diff-marker'> </td><td style="background: #eee; color:black; font-size: smaller;"><div>Fonte: "Dizionario di sociologia", Luciano Gallino, UTET, 2006. Vedere le voci "Stratificazione sociale", pag.673, e "Diseguaglianza sociale", pag.236. Utile per la bibliografia. I temi sono sviluppati  dall'autore con molta considerazione della teoria marxiana dello sfruttamento che vede nelle classi economiche e nella proprietà in quanto relazione economica il motore unico ed assoluto della storia e il punto focale della disuguaglianza. Questa teoria, che quantifica la relazione di dominio e sfruttamento attribuendogli un impossibile valore monetario, non spiega tutta la storia umana (alcuni milioni di anni) precedente l'avvento della proprietà privata e delle conseguenti classi economiche. Soprattutto non spiega la cosa più importante cioè la nascita stessa della proprietà privata e delle classi economiche (a parte il lodevole tentativo di F.Engels in "L'origine della famiglia, della proprietà privata, dello stato"). Considerando solo le classi economiche viene considerata preminente se non esclusiva la dimensione economica (la E di IEMP). Questo può sembrare credibile solo oggi quando lo scambio di mercato sembra l'attività socialmente prevalente. Ma rende incomprensibile la nascita della disuguaglianza, quando i fattori IMP (Ideologici, Militari, Politici) erano prevalenti in quanto organizzati in protostati dediti alla predazione delle economie agricole (egualitarie) dei villaggi, sottoposte a tributo, vassallaggio, corvèe. Non è il moderno capitalismo che può spiegare l'intero passato, ma sono la conoscenza storica delle organizzazioni IEMP e del loro mutevole intrecciarsi che possono spiegare la comparsa e l'affermazione del capitalismo, oggi una macro-organizzazione fondamentale assieme a stati-nazione ed imperi. Soprattutto non viene evidenziata la discontinuità storica della stratificazione sociale come proprietà emergente da un contesto e da fattori unici e irripetibili. Si narra invece la solita favoletta evoluzionista lineare per cui necessariamente si passa dalle società barbariche a quelle statali, dai grandi imperi al feudalesimo, dal feudalesimo al capitalismo, secondo leggi meccanicamente deterministiche. E poi, non si tratta di ragionare in modo riduttivo o gerarchico dando ad alcune "cause" una priorità maggiore che ad altre, ma di vedere il processo storico in un quadro di multifattorialità complessa e di "proprietà emergenti" che modificano il quadro complesso da cui sono nate. Per quanto riguarda la relazione tra disuguaglianza e organizzazione sociale vedi "Burocrazia" a pag.79, "Dominio" a pag.249, "Divisione del lavoro" a pag.243, "Organizzazione" a pag.475.</div></td></tr>
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