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*CONOSCENZA CONDIVISA: la costruzione razionale di una conoscenza condivisa e aperta  
 
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La costruzione di una fiducia sempre più estesa può demolire teorie nichiliste come quelle che guidano oggi i governi e la politica. Sono le teorie della concorrenza, della forza, della violenza, della repressione, le teorie del Leviatano di Hobbes e del Principe di Machiavelli, le teorie del peccato originale. Teorie che erano il riflesso delle paure e delle pratiche tenebrose di un mondo che semplicemente non può più continuare. Agire insieme in modo paritario è possibile solo su obiettivi condivisi definiti con precisione. La fiducia si costruisce solo con il contatto diretto faccia a faccia. La conoscenza condivisa apre le vie della creatività e dello sviluppo culturale collettivo. Se le analisi fatte sulle cause dei nostri problemi e sui possibili rimedi sono corrette, è importante agire in armonia e in contemporanea sui piani della cultura, della politica, dell'economia, relegando il mondo militare della forza letale al ricordo di un labirinto evolutivo dal quale uscire definitivamente. Si tratta di una profonda riforma del sistema capitalista nel quale siamo immersi da circa 5 secoli, che forse avrebbe potuto evolvere diversamente se non si fosse intrecciato dall'inizio con gli stati-nazione e gli imperi.  Stanno nascendo nuovi modelli economici cooperativi, solidali, sostenibili, alternativi e diversi, con i quali il mondo capitalista può mescolarsi e competere trasformandosi per sopravvivere. Uno dei settori economici più importanti è l'agricoltura organica, la vera grande "green economy", che oggi sfama centinaia di milioni di persone nel sud del mondo, nonostante venga spregiativamente definita "agricoltura di sopravvivenza", e che per ironia del destino nel nord del mondo produce il "cibo di qualità" biologico o biodinamico per una minoranza privilegiata. Infatti la cosiddetta "rivoluzione verde", l'ennesima rivoluzione dall'alto fallita, iniziata con l'applicazione dei derivati chimici del petrolio ed arrivata a sperimentare gli OGM, funzionali a questi stessi derivati chimici, intendeva applicare all'agricoltura ed alla natura i metodi produttivi fordisti-tayloristi obsoleti nell'industria manifatturiera. Mentre il petrolio sta per finire, i terreni trattati con la chimica ed in modo meccanicamente invasivo con arature profonde stanno diventando sterili. Gli OGM sono un tentativo maldestro di rimediare questo fallimento creando geneticamente delle piante capaci di resistere o di assimilare gli antiparassitari chimici creati con i derivati del petrolio. L'agricoltura organica con la sua alta intensità di lavoro umano potrebbe essere un buon campo di sperimentazione della cooperazione che si riallaccia in forme moderne alla tradizionale agricoltura  prima della chimica. Il tentativo allora è di riportare in primo piano la cooperazione senza pretendere di eliminare i conflitti e la competizione, che vanno strettamente controllati ma che sono ineliminabili e che serviranno ancora per trovare la migliore via evolutiva e la migliore soluzione ai futuri problemi. Le persone definite "comuni", cioè tutti noi, sono in realtà, siamo, persone eccezionali e uniche. Non dobbiamo diventare altro da quello che siamo nè schiacciarci sui modelli astratti dei leader che hanno costruito o guidato Agenzie Templari (grandi sacerdoti) o Agenzie Palatine (grandi re). Anzi sono proprio questi leader che dato quello che dichiarano di voler dare ritornano persone normali senza portarsi dietro imbarazzanti "proprietà" come i 6.6 miliardi di acri di Elisabetta II. Possiamo lavorare tenacemente ancorati alle nostre condizioni "esistenziali” che sono anche condizioni "sociali" perchè NOI siamo gli ALTRI e gli ALTRI sono NOI. Costruire FIDUCIA con tutti quelli con cui entriamo in contatto e che sentiamo possano essere importanti per noi (questo lo sappiamo già fare, molti al meglio, altri in una quota consistente si comportano da "free riders", cioè riescono a convincere gli altri delle proprie buone intenzioni senza corrispondere a propria volta alle attese suscitate. Sono quelli che chiedono favori in nome della amicizia o della parentela, favori che raramente restituiscono). Quello che sicuramente conviene migliorare e sviluppare è la capacità di costruire una CONOSCENZA CONDIVISA, di mettere a disposizione degli altri gratuitamente il frutto migliore della nostra intelligenza e della nostra unica e irripetibile esperienza umana, come fanno gli sviluppatori del Free Software e del movimento Open Source. Attraverso tutte le forme di comunicazione moderna ma senza trascurare il rapporto conviviale diretto faccia a faccia. Com'era delle tradizioni esperienziali accumulate dagli antenati e tramandate oralmente gratuitamente e apertamente nelle società "primitive". Così potrebbe essere l'attuale conoscenza scientifica sperimentale e tecnologica se fosse di tipo Open Access (una ricerca che rendesse pubblici i risultati delle ricerche). Non dobbiamo temere che qualcuno ci rubi le nostre conoscenze. Le nostre idee sono un dono che facciamo e che ci ritornerà indietro arricchito, moltiplicato, trasformato. Grazie alla fiducia che saremo riusciti a costruire. L'antica economia del dono della tradizione e degli antenati potrebbe diventare oggi l'economia del dono culturale, cognitivo, artistico. Se saremo in grado di costruire oltre alla FIDUCIA anche una CONOSCENZA CONDIVISA non esisteranno problemi che non saremo in grado di risolvere. La soluzione di questi problemi li trasformerà in un obiettivo condiviso. Si parla diffusamente oggi di "società della conoscenza". Ma il capitalismo è in totale distonia con lo sviluppo della scienza, come a suo tempo l'ex impero russo a causa del suo dogmatismo autoritario. La distonia capitalistica nasce dalla politica dei brevetti commerciali che oscura la conoscenza in una "enclosure" riservata a pochi come loro proprietà esclusiva. Ad esempio corporazioni come la Monsanto brevettano quegli OGM che secondo loro dovrebbero fornire il cibo dell'intera umanità. Noi dovremmo mangiare cibo brevettato, di cui non possiamo conoscere la formula di costruzione genetica. La conoscenza è un bene comune come l'ambiente che ha la sua origine e il suo punto di ritorno nell'intera umanità. Le attuali élite, abituate a dirigere con autorità e senza alcuna empatia, secondo i modelli astratti della Agenzia Templare e della Agenzia Palatina, dovranno imparare a cercare soluzioni cooperative valide per tutti, loro compresi, nessuno escluso, come individui eguali agli altri, utilizzando l'immensa creatività e l'intelligenza collettiva di tutti coloro che fino ad oggi hanno considerato semplici strumenti.
 
La costruzione di una fiducia sempre più estesa può demolire teorie nichiliste come quelle che guidano oggi i governi e la politica. Sono le teorie della concorrenza, della forza, della violenza, della repressione, le teorie del Leviatano di Hobbes e del Principe di Machiavelli, le teorie del peccato originale. Teorie che erano il riflesso delle paure e delle pratiche tenebrose di un mondo che semplicemente non può più continuare. Agire insieme in modo paritario è possibile solo su obiettivi condivisi definiti con precisione. La fiducia si costruisce solo con il contatto diretto faccia a faccia. La conoscenza condivisa apre le vie della creatività e dello sviluppo culturale collettivo. Se le analisi fatte sulle cause dei nostri problemi e sui possibili rimedi sono corrette, è importante agire in armonia e in contemporanea sui piani della cultura, della politica, dell'economia, relegando il mondo militare della forza letale al ricordo di un labirinto evolutivo dal quale uscire definitivamente. Si tratta di una profonda riforma del sistema capitalista nel quale siamo immersi da circa 5 secoli, che forse avrebbe potuto evolvere diversamente se non si fosse intrecciato dall'inizio con gli stati-nazione e gli imperi.  Stanno nascendo nuovi modelli economici cooperativi, solidali, sostenibili, alternativi e diversi, con i quali il mondo capitalista può mescolarsi e competere trasformandosi per sopravvivere. Uno dei settori economici più importanti è l'agricoltura organica, la vera grande "green economy", che oggi sfama centinaia di milioni di persone nel sud del mondo, nonostante venga spregiativamente definita "agricoltura di sopravvivenza", e che per ironia del destino nel nord del mondo produce il "cibo di qualità" biologico o biodinamico per una minoranza privilegiata. Infatti la cosiddetta "rivoluzione verde", l'ennesima rivoluzione dall'alto fallita, iniziata con l'applicazione dei derivati chimici del petrolio ed arrivata a sperimentare gli OGM, funzionali a questi stessi derivati chimici, intendeva applicare all'agricoltura ed alla natura i metodi produttivi fordisti-tayloristi obsoleti nell'industria manifatturiera. Mentre il petrolio sta per finire, i terreni trattati con la chimica ed in modo meccanicamente invasivo con arature profonde stanno diventando sterili. Gli OGM sono un tentativo maldestro di rimediare questo fallimento creando geneticamente delle piante capaci di resistere o di assimilare gli antiparassitari chimici creati con i derivati del petrolio. L'agricoltura organica con la sua alta intensità di lavoro umano potrebbe essere un buon campo di sperimentazione della cooperazione che si riallaccia in forme moderne alla tradizionale agricoltura  prima della chimica. Il tentativo allora è di riportare in primo piano la cooperazione senza pretendere di eliminare i conflitti e la competizione, che vanno strettamente controllati ma che sono ineliminabili e che serviranno ancora per trovare la migliore via evolutiva e la migliore soluzione ai futuri problemi. Le persone definite "comuni", cioè tutti noi, sono in realtà, siamo, persone eccezionali e uniche. Non dobbiamo diventare altro da quello che siamo nè schiacciarci sui modelli astratti dei leader che hanno costruito o guidato Agenzie Templari (grandi sacerdoti) o Agenzie Palatine (grandi re). Anzi sono proprio questi leader che dato quello che dichiarano di voler dare ritornano persone normali senza portarsi dietro imbarazzanti "proprietà" come i 6.6 miliardi di acri di Elisabetta II. Possiamo lavorare tenacemente ancorati alle nostre condizioni "esistenziali” che sono anche condizioni "sociali" perchè NOI siamo gli ALTRI e gli ALTRI sono NOI. Costruire FIDUCIA con tutti quelli con cui entriamo in contatto e che sentiamo possano essere importanti per noi (questo lo sappiamo già fare, molti al meglio, altri in una quota consistente si comportano da "free riders", cioè riescono a convincere gli altri delle proprie buone intenzioni senza corrispondere a propria volta alle attese suscitate. Sono quelli che chiedono favori in nome della amicizia o della parentela, favori che raramente restituiscono). Quello che sicuramente conviene migliorare e sviluppare è la capacità di costruire una CONOSCENZA CONDIVISA, di mettere a disposizione degli altri gratuitamente il frutto migliore della nostra intelligenza e della nostra unica e irripetibile esperienza umana, come fanno gli sviluppatori del Free Software e del movimento Open Source. Attraverso tutte le forme di comunicazione moderna ma senza trascurare il rapporto conviviale diretto faccia a faccia. Com'era delle tradizioni esperienziali accumulate dagli antenati e tramandate oralmente gratuitamente e apertamente nelle società "primitive". Così potrebbe essere l'attuale conoscenza scientifica sperimentale e tecnologica se fosse di tipo Open Access (una ricerca che rendesse pubblici i risultati delle ricerche). Non dobbiamo temere che qualcuno ci rubi le nostre conoscenze. Le nostre idee sono un dono che facciamo e che ci ritornerà indietro arricchito, moltiplicato, trasformato. Grazie alla fiducia che saremo riusciti a costruire. L'antica economia del dono della tradizione e degli antenati potrebbe diventare oggi l'economia del dono culturale, cognitivo, artistico. Se saremo in grado di costruire oltre alla FIDUCIA anche una CONOSCENZA CONDIVISA non esisteranno problemi che non saremo in grado di risolvere. La soluzione di questi problemi li trasformerà in un obiettivo condiviso. Si parla diffusamente oggi di "società della conoscenza". Ma il capitalismo è in totale distonia con lo sviluppo della scienza, come a suo tempo l'ex impero russo a causa del suo dogmatismo autoritario. La distonia capitalistica nasce dalla politica dei brevetti commerciali che oscura la conoscenza in una "enclosure" riservata a pochi come loro proprietà esclusiva. Ad esempio corporazioni come la Monsanto brevettano quegli OGM che secondo loro dovrebbero fornire il cibo dell'intera umanità. Noi dovremmo mangiare cibo brevettato, di cui non possiamo conoscere la formula di costruzione genetica. La conoscenza è un bene comune come l'ambiente che ha la sua origine e il suo punto di ritorno nell'intera umanità. Le attuali élite, abituate a dirigere con autorità e senza alcuna empatia, secondo i modelli astratti della Agenzia Templare e della Agenzia Palatina, dovranno imparare a cercare soluzioni cooperative valide per tutti, loro compresi, nessuno escluso, come individui eguali agli altri, utilizzando l'immensa creatività e l'intelligenza collettiva di tutti coloro che fino ad oggi hanno considerato semplici strumenti.
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Versione attuale delle 11:19, 23 set 2014

Sistemi cooperativi

Ricerche recenti di biologia evoluzionista indicano nel mutualismo intraspecifico e interspecifico, nella cooperazione altruistica nelle nicchie che costituiscono gli "ecosistemi", nella collaborazione tra specie diverse e tra individui della stessa specie, uno dei fattori principali dell'evoluzione, assieme alla selezione naturale, alla dura legge della selezione naturale. Nelle società "primitive", che sono tutte molto diverse tra di loro a differenza della nostra, la violenza è presente ma i conflitti sono manifestazioni più che altro simboliche aperte ad una prevedibile trattativa pacifica. Questo aspetto cooperativo capace di assorbire la violenza e gestire i conflitti deve ancora essere organizzato e sviluppato a livello culturale in forme adeguate ai tempi su una scala mai raggiunta in precedenza. Il genere umano ha sviluppato il suo apparato simbolico, la sua "cultura" basata sul linguaggio e la comunicazione, a livelli mai visti prima nel mondo animale, dove è purtuttavia presente, ma probabilmente dovrà continuare a sviluppare questo apparato simbolico adattandolo secondo le necessità di sopravvivenza a scelte consapevoli di stili di vita. Lo sviluppo delle comunicazioni è la manifestazione esterna di questa intima necessità di crescita culturale generalizzata basata in primis sul dialogo, l'empatia, lo scambio di esperienze di ogni tipo, soprattutto emozionali e artistiche prima ancora che cognitive o razionali. Il quadro storico fin qui disegnato, che vede la presenza di strutture di dominio come gli imperi o gli stati organizzati all'interno di una rete capitalistica liberista e monetarista, vede fortemente limitata la capacità di autogoverno dei cittadini dei vari paesi, la loro possibità di determinare e autodeterminare il loro vivere quotidiano, di esercitare una democrazia reale, e quindi la possibilità di costruire cultura e conoscenza secondo le esigenze del loro sviluppo umano. Molti credono sinceramente al valore protettivo di questa gabbia imperiale, di questa civiltà che ci ha dato grandi meraviglie tecnologiche, artistiche, culturali (anche se la maggioranza degli intellettuali criticano questo sistema di potere) Ma questa civiltà ci ha tolto la sorpresa continua di vivere negli spazi aperti della natura e della nostra creatività. Altri hanno la consapevolezza di vivere ingabbiati in una griglia che lascia poche possibilità di scelta e provano sentimenti di impotenza o di ribellione. La situazione è talmente complessa, dopo 5000 anni di storie incrociate con infiniti fili esistenziali, da richiedere la massima razionalità e una lucidità serena. Sono fallite le scorciatoie rivoluzionarie, le semplificazioni teoriche, le soluzioni individuali. Ognuno di noi è l'unico in grado di gestire al meglio la sua vita ma può aiutare gli altri a gestire la loro e ricevere in cambio il loro aiuto. Per decine di migliaia di anni la specie umana ha fatto proprio questo con successo, dai piccoli gruppi familiari raccolti nei villaggi a intere civilizzazioni geograficamente estese come l'Antica Europa. A volte però l'evoluzione si infila in labirinti difficili da cui è arduo uscire. Ma, come si dice, identificato il problema si è già sulla via della soluzione, una soluzione che può essere solo una paziente costruzione collettiva. Anche perchè sulla via della soluzione si incontra una folla variopinta di persone, persone qualsiasi ma assolutamente geniali, che ci danno idee, spunti, conforto, simpatia, un possibile mondo di relazioni intense, sofisticate, empatiche, variegate, di mille colori . La soluzione proposta è quindi quella razionale ed emozionale allo stesso tempo di una grande cooperazione mutualistica che coinvolga sia gli esseri umani sia tutta la biodiversità sopravvissuta nell'ambiente. Ma questa cooperazione deve essere guidata dalle esperienze fatte finora, da una precisa conoscenza della storia percorsa sino ad oggi, che vede nella stratificazione sociale conseguente alla nascita degli stati, nella formazione degli imperi, nello sviluppo del capitalismo i suoi processi principali. Si tratta di innescare dei processi che gradualmente riducano la stratificazione sociale portando nei moderni stati-nazione forme sempre più avanzate di democrazia effettiva e che aiutino l'impero residuo, gli USA, a trasformarsi in un avanzato sistema cooperativo. Gli USA dovranno riuscire a imbrigliare corporation aggressive come Monsanto, General Electric, JPMorgan, i petrolieri che vogliono salvaguardare gli investimenti fatti nell'energia fossile. Il sistema economico attuale basato sul capitalismo può trasformarsi e fondersi con un sistema molto diverso basato sulla cooperazione e sulla condivisione della conoscenza. Così potranno salvarsi dall'inesorabile declino imperiale e dalle aggressive autocrazie russe e cinesi nonchè da varie teocrazie amiche/nemiche, aiutandole a loro volta a svilupparsi in senso cooperativo come chiedono le nuove generazioni di questi paesi. Questa rete può costruire la base di una coesistenza pacifica tra tutti i popoli come si ipotizzava nel 1963 con J.F.Kennedy in USA, Nikita Krushchev in URSS, Giovanni XXIII nella Chiesa di Roma. Questo può avvenire con la costruzione di sistemi cooperativi capaci di diffondersi su tutti i mezzi di comunicazione umana, dai più tradizionali ai più recenti, propagandosi contemporaneamente all'interno di tutte le rigide strutture organizzative costruite nei secoli: imprese capitalistiche, partiti, gruppi di lavoro e di ricerca, comunità e associazioni, stati, istituti religiosi, famiglie, scuole, burocrazie, in ogni attività. Tutte questi gruppi organizzati gerarchici, stratificati, autoritari, oggi sono profondamente in crisi. Sistemi cooperativi importanti e significativi sono stati costruiti e provati con successo in tempi recenti. Attraverso questi sistemi cooperativi, in ogni sfera dell'attività umana, si può gradualmente ricomporre dall'interno quella terribile frattura che abbiamo chiamato "stratificazione sociale" e che attraverso la formazione delle prime città-stato ha portato agli imperi con le loro catastrofiche guerre di conquista. Il segreto per realizzare questa transizione a sistemi cooperativi che si intreccino tra loro consiste nel partire dall'esistente e dalla propria concreta esperienza anzichè da modelli astratti. L'esperienza della ex URSS e della sua implosione dimostrano che i modelli astratti non funzionano. I modelli teorici di cambiamento sociale IEMP vanno prima provati attraverso la partecipazione di chi li deve vivere, come le strutture di un grattacielo, di un camion, di una centrale idroelettrica, o la misura di un abito elegante. La sperimentazione individuale diretta di nuove pratiche sociali IEMP va eseguita negli ambienti che meglio si conoscono e che più spesso viviamo: il lavoro, la famiglia, le riunioni conviviali e culturali, l'arte, lo spettacolo, lo sport, la spiritualità. Si tratta di estendere il principio gandhiano "Sii tu il cambiamento che vuoi portare" all'intera sfera sociale che viviamo in quanto IO-NOI. La applicazione di modelli astratti invece comporta la nostra alienazione dai luoghi e dalle situazioni nelle quali viviamo e che ben conosciamo. Va a finire di solito che ci troviamo con chi già la pensa come noi e da lì ragioniamo come estendere i modelli costruiti in modo astratto dai reali contesti, cercando poi il modo di convincere gli "altri". Anzichè trovare buone pratiche operative e cooperative con coloro con cui ci siamo riuniti e soprattutto con coloro con cui lavoriamo, abitiamo, con coloro che amiamo in mille infiniti modi diversi. Possiamo agire nei gruppi umani coi quali siamo interdipendenti e nei quali abbiamo i nostri riferimenti, le "configurazioni" di Norbert Elias. Normalmente invece partecipiamo a riunioni o assemblee dove decidiamo di proporre nuove leggi per tutti, in genere in occasione di elezioni di rappresentanti che poco si conoscono, secondo una pratica diffusa chiamata "fare lobbying". Da lì poi torniamo frustrati alla nostra vita di sempre che prosegue come prima. Certo che è utile fare riunioni e assemblee ma ognuna deve portare a piccole ma significative modifiche della nostra vita quotidiana, per essere vissuta provata e immediatamente utilizzata per favorire il potenziamento del gruppo in cui stiamo operando. Solo in questo modo è possibile agire contemporaneamente su tutte le reti del potere sociale del complesso IEMP. L'elenco delle possibili applicazioni della cooperazione mutualistica può comprendere, naturalmente in gradualità e contesti diversi, l'industria (Toyota Management System), l'esercito (in USA si sperimenta una attenuazione della gerarchia), la CIA (che condivide in modo cooperativo al proprio interno le informazioni tramite intellipedia), le comuni di agricoltori spagnoli, i pescatori di aragoste del Maine, la comunità internazionale del Free Software, la scienza Open Access, la tecnologia Open Source dei Makers, l'arte che si può liberamente scaricare da Internet, praticamente tutto. Un modo semplice ed efficace che io pratico con soddisfazione per la costruzione di sistemi cooperativi è la partecipazione attiva ai GAS, Gruppi di Acquisto Solidale, nome nuovo per le vecchie cooperative di consumo. Con i GAS che trattano soprattutto cibo biologico e beni/servizi a filiera corta, si entra nella economia locale, l'agricoltura biologica, l'alimentazione, lo stile di vita, l'energia, la salute, la politica come rapporto partecipativo con le amministrazioni locali e la Unione Europea, il mercato equo solidale. Tutto ciò permette alle persone di unirsi pur mantenendo la propria diversità di visione, che è sempre una ricchezza, partendo proprio dall'amore per se stessi, per i propri cari, per il proprio territorio. I passi essenziali per la costruzione di sistemi cooperativi e la conversione dei sistemi gerarchici in sistemi cooperativi sono tre e sono entrambi necessari:

  • OBIETTIVI CONDIVISI: il punto di partenza per costruire una comunità ad hoc
  • FIDUCIA:la costruzione consapevole di una fiducia reciproca
  • CONOSCENZA CONDIVISA: la costruzione razionale di una conoscenza condivisa e aperta

La costruzione di una fiducia sempre più estesa può demolire teorie nichiliste come quelle che guidano oggi i governi e la politica. Sono le teorie della concorrenza, della forza, della violenza, della repressione, le teorie del Leviatano di Hobbes e del Principe di Machiavelli, le teorie del peccato originale. Teorie che erano il riflesso delle paure e delle pratiche tenebrose di un mondo che semplicemente non può più continuare. Agire insieme in modo paritario è possibile solo su obiettivi condivisi definiti con precisione. La fiducia si costruisce solo con il contatto diretto faccia a faccia. La conoscenza condivisa apre le vie della creatività e dello sviluppo culturale collettivo. Se le analisi fatte sulle cause dei nostri problemi e sui possibili rimedi sono corrette, è importante agire in armonia e in contemporanea sui piani della cultura, della politica, dell'economia, relegando il mondo militare della forza letale al ricordo di un labirinto evolutivo dal quale uscire definitivamente. Si tratta di una profonda riforma del sistema capitalista nel quale siamo immersi da circa 5 secoli, che forse avrebbe potuto evolvere diversamente se non si fosse intrecciato dall'inizio con gli stati-nazione e gli imperi. Stanno nascendo nuovi modelli economici cooperativi, solidali, sostenibili, alternativi e diversi, con i quali il mondo capitalista può mescolarsi e competere trasformandosi per sopravvivere. Uno dei settori economici più importanti è l'agricoltura organica, la vera grande "green economy", che oggi sfama centinaia di milioni di persone nel sud del mondo, nonostante venga spregiativamente definita "agricoltura di sopravvivenza", e che per ironia del destino nel nord del mondo produce il "cibo di qualità" biologico o biodinamico per una minoranza privilegiata. Infatti la cosiddetta "rivoluzione verde", l'ennesima rivoluzione dall'alto fallita, iniziata con l'applicazione dei derivati chimici del petrolio ed arrivata a sperimentare gli OGM, funzionali a questi stessi derivati chimici, intendeva applicare all'agricoltura ed alla natura i metodi produttivi fordisti-tayloristi obsoleti nell'industria manifatturiera. Mentre il petrolio sta per finire, i terreni trattati con la chimica ed in modo meccanicamente invasivo con arature profonde stanno diventando sterili. Gli OGM sono un tentativo maldestro di rimediare questo fallimento creando geneticamente delle piante capaci di resistere o di assimilare gli antiparassitari chimici creati con i derivati del petrolio. L'agricoltura organica con la sua alta intensità di lavoro umano potrebbe essere un buon campo di sperimentazione della cooperazione che si riallaccia in forme moderne alla tradizionale agricoltura prima della chimica. Il tentativo allora è di riportare in primo piano la cooperazione senza pretendere di eliminare i conflitti e la competizione, che vanno strettamente controllati ma che sono ineliminabili e che serviranno ancora per trovare la migliore via evolutiva e la migliore soluzione ai futuri problemi. Le persone definite "comuni", cioè tutti noi, sono in realtà, siamo, persone eccezionali e uniche. Non dobbiamo diventare altro da quello che siamo nè schiacciarci sui modelli astratti dei leader che hanno costruito o guidato Agenzie Templari (grandi sacerdoti) o Agenzie Palatine (grandi re). Anzi sono proprio questi leader che dato quello che dichiarano di voler dare ritornano persone normali senza portarsi dietro imbarazzanti "proprietà" come i 6.6 miliardi di acri di Elisabetta II. Possiamo lavorare tenacemente ancorati alle nostre condizioni "esistenziali” che sono anche condizioni "sociali" perchè NOI siamo gli ALTRI e gli ALTRI sono NOI. Costruire FIDUCIA con tutti quelli con cui entriamo in contatto e che sentiamo possano essere importanti per noi (questo lo sappiamo già fare, molti al meglio, altri in una quota consistente si comportano da "free riders", cioè riescono a convincere gli altri delle proprie buone intenzioni senza corrispondere a propria volta alle attese suscitate. Sono quelli che chiedono favori in nome della amicizia o della parentela, favori che raramente restituiscono). Quello che sicuramente conviene migliorare e sviluppare è la capacità di costruire una CONOSCENZA CONDIVISA, di mettere a disposizione degli altri gratuitamente il frutto migliore della nostra intelligenza e della nostra unica e irripetibile esperienza umana, come fanno gli sviluppatori del Free Software e del movimento Open Source. Attraverso tutte le forme di comunicazione moderna ma senza trascurare il rapporto conviviale diretto faccia a faccia. Com'era delle tradizioni esperienziali accumulate dagli antenati e tramandate oralmente gratuitamente e apertamente nelle società "primitive". Così potrebbe essere l'attuale conoscenza scientifica sperimentale e tecnologica se fosse di tipo Open Access (una ricerca che rendesse pubblici i risultati delle ricerche). Non dobbiamo temere che qualcuno ci rubi le nostre conoscenze. Le nostre idee sono un dono che facciamo e che ci ritornerà indietro arricchito, moltiplicato, trasformato. Grazie alla fiducia che saremo riusciti a costruire. L'antica economia del dono della tradizione e degli antenati potrebbe diventare oggi l'economia del dono culturale, cognitivo, artistico. Se saremo in grado di costruire oltre alla FIDUCIA anche una CONOSCENZA CONDIVISA non esisteranno problemi che non saremo in grado di risolvere. La soluzione di questi problemi li trasformerà in un obiettivo condiviso. Si parla diffusamente oggi di "società della conoscenza". Ma il capitalismo è in totale distonia con lo sviluppo della scienza, come a suo tempo l'ex impero russo a causa del suo dogmatismo autoritario. La distonia capitalistica nasce dalla politica dei brevetti commerciali che oscura la conoscenza in una "enclosure" riservata a pochi come loro proprietà esclusiva. Ad esempio corporazioni come la Monsanto brevettano quegli OGM che secondo loro dovrebbero fornire il cibo dell'intera umanità. Noi dovremmo mangiare cibo brevettato, di cui non possiamo conoscere la formula di costruzione genetica. La conoscenza è un bene comune come l'ambiente che ha la sua origine e il suo punto di ritorno nell'intera umanità. Le attuali élite, abituate a dirigere con autorità e senza alcuna empatia, secondo i modelli astratti della Agenzia Templare e della Agenzia Palatina, dovranno imparare a cercare soluzioni cooperative valide per tutti, loro compresi, nessuno escluso, come individui eguali agli altri, utilizzando l'immensa creatività e l'intelligenza collettiva di tutti coloro che fino ad oggi hanno considerato semplici strumenti.

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