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Da Ortosociale.

La lotta per l'egemonia tra M5S e PD, Gennaio 2017

Indice

L'indagine di Corsera

Il M5S secondo una indagine del Corsera del gennaio 2017 è il primo partito con il 30.9%. Segue il PD con il 30.1 , poi molto distanti FI con il 12.5 e Lega con il 12.4 . Significativa la simmetria numerica tra M5S e PD da un lato e tra FI e Lega dall'altro. Ma ancora più significativa la differenza tra la somma di M5S e PD da un lato, 61%, e tra quella di FI e Lega dall'altro, 25%. Cosa significa?

M5S e PD

Secondo la teoria del caos quando un sistema cambia rapidamente di stato, come ad esempio un gas che si riscalda, si formano uno o più attrattori che ricompongono l'ordine, o meglio "che fanno tornare il sistema ad uno stato di equilibrio", un equilibrio ovviamente molto diverso da quello precedente. I due o più attrattori richiamano elementi diversi del sistema su posizioni diverse dove possono avvenire reazioni di aggregazione o fusione. Senza pretendere di utilizzare in modo meccanico il modello del caos, possiamo ipotizzare semplicemente che PD e M5S siano i due attrattori principali e FI e Lega due attrattori minori. Questo mette in durissima competizione i due attrattori principali, M5S e PD, in una competizione meno dura i due attrattori secondari, FI e Lega. Immaginiamo il sistema caotico come una nube di gas che si stia separando in parti diverse e avverse, richiamando molecole da tutte le direzioni. i due attrattori maggiori attirano anche elementi dei due attrattori minori mettendosi in competizione/alleanza con loro, perchè agiscono soprattutto su una base di affinità molecolare. Renzi piace moltissimo a Berlusconi che ha tentato in ogni modo un'alleanza. Salvini apprezza del M5S l'antieuropeismo e la prudenza nella questione migranti, fino al punto di aver offerto una posizione di neutralità sulla giunta di Virginia Raggi a Roma, giunta sulla quale il M5S "si gioca la faccia".

M5S contro il PD

La competizione tra i due attrattori principali invece è senza possibilità di alleanze o mediazioni. È una battaglia politica per il controllo dell'intero sistema, per stabilirne l'assetto futuro dopo l'attuale fase di turbolenza caotica. Il M5S ha "succhiato materia" dal tradizionale elettorato di sinistra con battaglie sull'ambiente, sulle banche, sulla corruzione, sulla partecipazione, prendendo le difese dei NoTav. Attualmente la maggioranza del M5S è fatta da persone "di sinistra", ma sono presenti anche moltissimi cittadini di centro devastati da corruzione, liberismo, distruzione del welfare, e molti giovani che viaggiano nella indefinibile ma vitale galassia del complottismo. La quale galassia è molto diversa e molto più profonda della narrazione su "antipolitica" e "anticasta". Il PD invece con la sua politica liberista ha risucchiato molecole dai ceti moderati e benestanti, che hanno conservato il loro status nonostante la crisi. Il quartiere Parioli di Roma è uno dei pochi quartieri nei quali il PD ha avuto la maggioranza nelle ultime elezioni amministrative e questo è un dato molto significativo. Giustamente i pariolini hanno scelto chi sanno che li rappresenta e così hanno scelto verso il M5S i romani delle periferie. I due attrattori principali stanno dunque crescendo assorbendo i due attrattori minori. La vittoria del NO al referendum del 4 dicembre 2016 è stata una specie di anomalia politica dovutà alla stupidità strategica di Matteo Renzi che ha obbligato il centro destra e FI a schierarsi per il no per ragioni di pura sopravvivenza politica. Ma reciprocamente quali sono le dinamiche tra M5S e PD? O meglio tra M5S e "sinistra" italiana?

La vecchia sinistra

Una sinistra che il PD è sempre riuscito a controllare ed "attrarre" utilizzandola in alleanze elettorali come quella della Regione Autonoma della Sardegna governata dal PD appoggiato da SEL, Rifondazione Comunista, e tutta la galassia frazionata di partitini a sinistra del PD. Le vicende interne del PD dove la minoranza di Cuperlo, Bersani, Speranza, Civati è stata sconfitta, rieducata (Cuperlo), minacciata apertamente di essere sbattura fuori, obbligata a semi-uscire (Civati) riproponendo nuove Leopolde di sinistra, dichiararsi per il Sì al Referendum come il sindaco Zedda, SEL di Cagliari. Questa sinistra alla sinistra del PD ha qualche possibilità di competere con i 4 maggiori attrattori nazionali? Stando alle evidenze empiriche, "zero". Questo ha un enorme significato, perchè questa sinistra ha una origine storica di almeno 150 anni, una ideologia ed una prassi che hanno trasformato il mondo sino alla rivoluzione castrista. All'evidenza empirica questa "grande" tradizione si è completamente dissolta, come si è dissolta l'Urss, come è morto Fidel Castro come muore ogni Leader perchè ha un corpo come tutti gli altri, come sono morti i contadini cinesi con la Repubblica Popolare di Cina avviata ad essere la maggior multinazionale globale del Pianeta con il pieno controllo delle biotecnologie, della Intelligenza Artificiale, dell'industria spaziale. A livello teorico i suoi successi e soprattutto i suoi insuccessi si legano alle proteiformi analisi marxiste che sarebbe utile ridiscutere seriamente nei suoi fondamenti categoriali e filosofici.

Previsioni?

I due grandi attrattori hanno dunque il loro lavoro da fare, che non è prevedibile se e come verrà fatto. Questo lavoro consiste in un necessario processo di fusione magmatica delle componenti che gli attrattori hanno attirato "al proprio interno". Questo lavoro sarà particolarmente difficile e impegnativo per il M5S (andrebbe affrontato in modo intenzionalmente consapevole) vista l'eterogeneità della sua base elettorale e dei suoi attivisti. Ma se funziona può accendere un calore di fusione capace di produrre nuove emergenze culturali, economiche e politiche. L'attrattore PD è ormai di fatto collocato sulle posizioni delle élites politiche che dosano una politica liberista che riduce progressivamente il welfare come quella europeo-tedesca, mentre non può ovviamente adottare le misure espansive della Federal Reserve americana basate sulla onnipotenza del dollaro. Politiche espansive che comunque falliscono sul piano elettorale come dimostra la vittoria di Trump in USA. Il PD dunque si avvia ad essere una forza anti-popolare, senza avere più il glamour liberistico-imprenditoriale di Berlusconi, crollato con la Grande Recessione del 2007/2008. Se questa grossolana previsione dovesse avverarsi, cioè se il M5S riuscisse a dare vita autonoma e originale alle componenti che è riuscito ad attirare, avremmo un PD liberista alla ricerca di soluzioni impopolari contro la Grande Recessione oscillanti tra il rigore tedesco e le "valvole aperte" in senso consumistico degli americani. Tendenzialmente perdente. Avremmo un M5S che si impone per la sua emergente novità ma che si espone alla dura legge della selezione naturale di un ambiente in grave crisi economica, culturale, politica. Crisi che comunque sarebbe impossibile risolvere ex ante ("teoricamente", in modo astratto, come fanno i marxisti). Avremmo due formazioni minori, FI e Lega, che vanno a concludere velocemente il loro ciclo vitale. Ed avremmo la persistenza tenace sul piano culturale di due manifestazioni storiche del pensiero autoritario, di destra e di sinistra. L'unico dato a favore di questa grossolana previsione, che vede incanalarsi nel M5S l'energia consensuale progessivamente maggioritaria, è la ostinata permanenza dei simpatizzanti del M5S nella loro determinazione a supportare il movimento nonostante critiche ed evidenti defaillances. Questo è riportato dalla indagine citata di Corsera: “L’elettorato pentastellato appare tetragono, insensibile alle vicende che riguardano il Movimento” ragiona il sondaggista. Inoltre le periferie di Roma appoggiano ancora di più la sindaca Raggi. Non può essere solo una semplice reazione alle critiche ed alle difficoltà. I vari torrentelli superficiali confluiscono in un torrente che scava il suo letto, allargandolo con la forza della sua corrente.

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