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"L'Europa sta implodendo?"

Commento n ° 280, 1 maggio 2010 di Immanuel Wallerstein

La lunga strada verso l'unificazione

L'Europa ha avuto i suoi dubbiosi da quando ha cominciato la lunga strada verso l'unificazione. C'erano molti che credevano fosse impossibile. E ci furono molti che pensavano non fosse auspicabile. Si deve dire però che, nel lungo percorso sinuoso seguito dal 1945, il progetto di unificazione europea ha marciato molto bene. Dopo tutto, l'Europa era stata lacerata da conflitti nazionalisti per almeno 500 anni, conflitti che sono culminati nella particolarmente nefasta Seconda Guerra Mondiale. E la vendetta sembrava essere il sentimento dominante. Dal 2010, quello che ora è chiamata l'Unione europea (UE) ospita al suo interno una moneta comune, l'euro, che è usato da 16 paesi. Essa ha anche una zona con 25 membri, chiamata Schengen, che consente movimenti abbastanza liberi senza visto. Ha una burocrazia centrale, un tribunale dei diritti umani, ed è sulla buona strada per avere un presidente e un ministro degli Esteri.

Grecia e Belgio

Non bisogna esagerare la forza di tutte queste strutture, ma non bisogna sottovalutare il grado in cui tutto questo ha rappresentato, nel bene o nel male, il superamento della resistenza nazionalista in tutta Europa, soprattutto in alcuni degli stati più forti. Tuttavia, è anche vero che in questo momento l'Europa sembra secondo alcuni aspetti rilevanti che stia per implodere. Le parole di codice per questa implosione sono "Grecia" e "Belgio".

Il deficit di bilancio dello stato greco

La Grecia, come tutto il mondo sa, sta attraversando una grave crisi del debito nazionale. Moody ha dichiarato che i titoli di Stato greci sono titoli spazzatura. Il Premier George Papandreou ha detto, con molta riluttanza, che avrebbe probabilmente dovuto rivolgersi al Fondo monetario internazionale (FMI) per un prestito, un prestito che implicherebbe le solite condizioni del FMI che richiedono forme specifiche di ristrutturazione neoliberista. Questa idea è molto impopolare in Grecia - un colpo alla sovranità greca, all'orgoglio greco, e in particolare al portafoglio dei greci. Questa notizia è' stata accolta con sgomento in un certo numero di Stati europei che ritengono che l'assistenza finanziaria per la Grecia dovrebbe venire prima di tutto dagli altri Stati membri dell'UE. La spiegazione di questo scenario è molto semplice. La Grecia ha un grande deficit di bilancio. Perché la Grecia fa parte della zona euro, non può svalutare la propria moneta per alleviare il problema. Quindi ha bisogno di aiuti finanziari. La Grecia ha chiesto l'aiuto europeo. Il più grande e ricco paese europeo, la Germania, è stata molto riluttante, a dir poco, per dare aiuti. Il pubblico tedesco si oppone fermamente ad aiutare la Grecia, fondamentalmente per un riflesso protezionista in un momento di stress europeo. Essi temono inoltre che la Grecia sia il primo di una serie di altri paesi (Portogallo, Spagna, Irlanda e Italia) che faranno richieste simili se la Grecia ottiene tali aiuti.

La Germania

Il pubblico tedesco sembra voler che tutto ciò sparisca, o almeno che la Grecia in qualche modo sia buttata fuori dalla zona euro. A parte il fatto che questo è giuridicamente impossibile, il paese che più soffrirebbe a causa di ciò, oltre la Grecia, è sicuramente la Germania, la cui salute economica si basa soprattutto sui forti mercati di esportazione nell'ambito della zona euro. Quindi, per il momento , ci sembra si trovino tutti in un vicolo cieco. E gli avvoltoi di mercato volteggiano su tutti i paesi della zona euro che sono in difficoltà col deficit statale.

Il Belgio

In mezzo a questo, la perenne crisi belga ha ora alzato la sua testa in modo particolarmente acuto. Il Belgio, come paese, è nato come il risultato di una politica pan-europea. Il crollo dell'impero asburgico di Carlo V ha portato alla spartizione dei cosiddetti Paesi Bassi di Borgogna nelle Province Unite al nord, nei Paesi Bassi austriaci al sud. Le guerre napoleoniche portato le due parti di nuovo insieme nel restaurato Regno dei Paesi Bassi. E i conflitti europei del 1830 hanno portato le due parti a dividersi di nuovo in due pezzi, con la creazione del Belgio corrispondente più o meno agli ex Paesi Bassi austriaci, con un re proveniente da qualche altra parte.

Fiammingi e Valloni

Il Belgio è stato sempre un paese composito di gente di lingua olandese "Fiamminghi" e di lingua francese "Valloni", in gran parte ma non perfettamente situati in due diversi settori geografici (nord e sud del Belgio). C'era anche una zona di lingua tedesca di piccole dimensioni. Fino al 1945, i valloni sono stati i più istruiti, i più ricchi, e hanno controllato le maggiori istituzioni del paese. Il nazionalismo fiammingo è nato come la voce del diseredati che lottano per i loro diritti politici, economici e linguistici. Dopo il 1945, l'economia belga ha subito un cambiamento strutturale. Le aree valloni hanno perso forza e le aree fiamminghe si sono rafforzate. La politica belga è diventata di conseguenza una interminabile lotta del fiammingo per ottenere maggiori diritti politici - il decentramento (devolution) dei poteri, con l'obiettivo finale per molti di dissolvere il Belgio in due paesi. A poco a poco i fiamminghi avanzano sempre di più sulla loro strada. Oggi, il Belgio, come paese, ha una monarchia comune, un ministro degli esteri comune, e poco di più. Il punto critico, in questo accordo è che il Belgio è oggi uno stato confederale, con tre regioni, non due - Fiandre, Vallonia e Bruxelles (la capitale).

Il problema rappresentato da Bruxelles

Bruxelles non è solo la capitale del Belgio. E 'la capitale d'Europa, il luogo della Commissione europea. Bruxelles è anche una città molto bilingue. E i fiamminghi insistono per renderla di meno. Il problema è che, anche se ci dovesse essere un accordo sullo scioglimento del Belgio, non ci sarebbe alcun modo semplice per organizzare il destino di Bruxelles. Gli ultimi negoziati si sono rivelati così difficili che Le Soir, il principale quotidiano di lingua francese, ha proclamato che "Il Belgio è morto il 22 aprile 2010." Il loro editorialista capo ha chiesto "Questo paese ha ancora senso?". Al momento il re sta cercando forse invano di ricreare un governo. Potrebbe essere necessario indire nuove elezioni, senza molta speranza che le elezioni producano un parlamento realmente diverso. Il 1 ° luglio, il Belgio assume la presidenza semestrale di turno dell'Unione europea, e non è certo ci sarà un primo ministro belga a presiedere.

La contaminazione

Il problema greco è il problema della diffusione, della contaminazione. Si potrà evitare di replicare le difficoltà della Grecia - o non sono forse già state replicate - altrove in Europa? Può l'euro sopravvivere? Il problema belga presenta tuttavia un problema ancora maggiore di diffusione. Se il Belgio si sfascia, e le due parti sono poi membri della UE, non potranno altri stati considerare di venirsene via? Ci sono dopo tutto importanti movimenti secessionisti (dalla Unione Europea) o quasi-secessionisti in molti paesi dell'UE. La crisi del Belgio potrebbe facilmente diventare la crisi dell'Europa. Delle due implosioni paventate, quella simboleggiata dalla Grecia è più facile da risolvere. Fondamentalmente richiede solo che la Germania si renda conto che le sue esigenze sono meglio soddisfatte dal protezionismo europeo piuttosto che dal protezionismo tedesco. La crisi belga pone una questione molto più fondamentale. Se l'Europa fosse pronta, subito, di andare avanti in un vero stato federale, potrebbe sopportare ed ovviare alla rottura di uno dei suoi Stati esistenti. Ma non è stata disposta a ciò fino ad ora. E le difficoltà economiche collettive del mondo hanno molto rafforzato gli elementi strettamente nazionalisti in quasi tutti i paesi europei, come tutte le recenti elezioni hanno dimostrato. Senza una federazione europea forte, sarebbe estremamente difficile per l'Europa sopravvivere a un flusso di separazioni e rotture. In mezzo al caos politico, l'Europa potrebbe andare in malora.

La crescente minaccia di implosione degli Stati Uniti

Vi è un certo piacere malevolo tra i politici degli Stati Uniti circa le difficoltà in Europa. Ciò che può salvare l'Europa tuttavia da ogni implosione è proprio la crescente minaccia di implosione degli Stati Uniti. Europa e Stati Uniti si trovano su un'altalena, sulla quale, come uno sale l'altro scende. Come questo si giocherà nei prossimi 2-5 anni non è affatto chiaro.

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