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"La Sinistra e la Nazione - Ambiguità non risolte" di Immanuel Wallerstein - Commento n.419 del 15 Febbraio 2016.
Il termine "nazione" ha avuto molti significati diversi nel corso dei secoli. Ma in questi giorni, e più o meno dai tempi della rivoluzione francese, il termine è stato collegato allo stato, come in "stato-nazione". In questo uso, "nazione" si riferisce a coloro che sono membri di diritto della comunità che si trova all'interno di uno stato.
Se coloro che formano una nazione danno luogo alla creazione di uno stato o se uno stato crea la categoria di una nazione e crea in tal modo i diritti all'interno dello stato è un dibattito di vecchia data. Io credo che gli Stati creino le nazioni e non il contrario.
Il problema, tuttavia, è il perchè gli Stati creino le nazioni, e quello che dovrebbe essere l'atteggiamento della "sinistra" al concetto di nazione. Per alcuni a sinistra, il concetto di nazione è il grande equalizzatore, il grande strumento che costruisce l'uguaglianza. Si tratta di una affermazione secondi cui tutti (o quasi tutti) hanno il diritto di piena ed uguale partecipazione nel processo decisionale dello Stato, in contrasto con l'affermazione che tali diritti per la piena partecipazione spettano soltanto ad una minoranza (ad esempio, l'aristocrazia). Oggi spesso chiamiamo questa una visione giacobina della nazione.
Il Giacobinismo dà origine alla categoria di cittadino. Le persone sono cittadini per diritto di nascita e non perché hanno una particolare origine "etnica" o sono di una particolare religione o qualsiasi altra caratteristica che venga attribuito ad essi, da soli o con gli altri. I cittadini hanno diritto di voto (ad una certa età). Ogni cittadino ha un voto. Tutti i cittadini sono quindi uguali davanti alla legge.
In base a questa percezione della cittadinanza, è fondamentale prendere in considerazione tutti i cittadini in quanto individui. È fondamentale sopprimere l'idea che ci sono gruppi che potrebbero essere intermediari tra l'individuo e lo Stato. In effetti, come una visione ancora più rigida della nazione potrebbe suggerire, è legittimo che vengano meno tali altri gruppi: tutti i cittadini devono utilizzare la lingua della nazione e nessun altra; nessun gruppo religioso può avere le proprie istituzioni; possono essere celebrati gli usi che siano quelli della nazione.
In pratica, naturalmente, le persone sono parte di molti, molti gruppi che affermano costantemente le loro richieste di partecipazione e di fedeltà da parte dei loro membri. In pratica, troppo, e spesso con il pretesto di parità di trattamento a tutti gli individui, ci sono innumerevoli modi in cui la parità di diritti a tutti i cittadini può essere ridotta.
L'idea di cittadinanza può arrivare a essere definita in primo luogo come il diritto al suffragio. E ci sono più limitazioni di accesso al suffragio. La più ovvia e numericamente importante è il sesso. Il suffragio è stato limitato per legge a uomini. È stato spesso limitato in base al reddito, un reddito minimo richiesto perchè sia possibile votare. È stato spesso limitato dalla razza, dalla religione o da quante generazioni di antenati erano stati residenti nello Stato. Il risultato netto è che ciò che è stato originariamente concepito come un grande equalizzatore in realtà non abbraccia tutti e nemmeno la maggioranza delle persone. Spesso ha compreso un gruppo piuttosto piccolo.
Per i Giacobini che pensavano a se stessi come alla Sinistra, la soluzione era quella di lottare per l'espansione del Suffragio. E nel corso del tempo, questo sforzo portava qualche frutto. Il suffragio è stato effettivamente esteso a sempre più persone. In qualche modo, tuttavia, questo non raggiungere l'obiettivo di rendere tutti i cittadini tutti i membri della nazione, tutti pari in materia di accesso ai presunti benefici della cittadinanza - l'educazione, i servizi sanitari, l'occupazione.
Data questa realtà di disuguaglianze continue, sorse una visione anti-giacobina della sinistra. Il punto di vista anti-giacobino ha visto la nazione non come il grande equalizzatore, ma come il grande ipnotizzatore. La soluzione non era quella di lottare per sopprimere altri gruppi, ma di incoraggiare tutti i gruppi a far valere il loro valore come modo di vita e modo di auto-coscienza. Le femministe insistono sul fatto che non solo le donne dovrebbero ottenere il diritto di voto, ma che le donne avevano il diritto alle proprie organizzazioni e alla propria coscienza. Come hanno fatto le comunità di gruppi etnici e razziali, le cosiddette minoranze.
Il risultato è stato che la sinistra non ha alcuna visione unica della nazione. Anzi, al contrario! La sinistra è divisa tra visioni della nazione sempre più profondamente opposte. Oggi vediamo che ciò si verifica in molte forme diverse. Una è l'esplosione di richieste legate al genere, ciò che una volta era stato pensato come il risultato di fenomeni genetici viene visto oggi come una costruzione sociale. Ma una volta che siamo impegnati nella costruzione sociale, non c'è limite evidente per i diritti delle sottocategorie, sia per quelli già definiti sia per quelli che ancora devono nascere alla esistenza sociale.
Se il genere sta esplodendo, così è per l' "essere nativi". Anche l' "essere nativi" è una costruzione sociale. Si riferisce ai diritti di chi ha vissuto in una certa area fisica prima di altri ( "migranti"). Spinto abbastanza lontano, ogni singola persona è un migrante. Discusso ragionevolmente, ci sono oggi significativi gruppi sociali che si vedono come vivere in gruppi che sono significativamente diversi da quelli che esercitano il potere nello stato. Questi gruppi desiderano continuare a mantenere le loro comunità nei loro principali modi attuali di vivere piuttosto che perdere questi diritti all'interno dei confini della nazione, confini entro i quali la nazione fa valere i suoi diritti di nazione.
Un'ultima ambiguità. Deve la Sinistra essere internazionalista (uno-mondista), o deve la Sinistra essere nazionalista contro l'intrusione di potenti forze mondiali? Deve la Sinistra essere per l'abolizione di tutte le frontiere o per il rafforzamento delle frontiere? È coscienza di classe opporsi al nazionalismo o sostenere la resistenza nazionale all'imperialismo?
Si potrebbe prendere la via più facile in questo dibattito, suggerendo che la risposta varia da luogo a luogo, momento per momento, situazione per situazione. Ma è proprio questo il problema. La sinistra mondiale trova molto difficile affrontare i problemi direttamente e arrivare ad un atteggiamento politicamente significativo concernente il concetto di nazione. Dal momento che il nazionalismo è senza dubbio il più forte impegno emotivo dei popoli del mondo di oggi, il fallimento della sinistra mondiale di entrare in un dibattito interno collettivo in maniera solidale mina la capacità della sinistra mondiale di essere l'attore principale oggi sulla scena mondiale.
La Rivoluzione francese ci ha lasciato in eredità un concetto (di cittadinanza) destinato ad essere il grande equalizzatore (strumento di costruzione dell'ugiaglianza sociale). Ha lasciato a tutti noi in eredità con una pillola velenosa che può distruggere la sinistra globale e quindi il grande equalizzatore? Una riunificazione intellettuale, morale e politica della sinistra mondiale è molto urgente. Essa richiederà un buon accordo cioè molto più del dare e avere che gli attori principali hanno dimostrato. Tuttavia, non vi è alcuna seria alternativa.

Originale Inglese

Commentary No. 419, Feb. 15, 2016

La lettera di GianAntonio

La Sinistra è morta e il cadavere è decomposto.
In questa epoca di trionfo del liberismo nazionale e mondiale, di asservimento totale alla finanza, di privilegi assoluti da un verso e deprivazione dei diritti fondamentali dall'altro, di mercificazione della vita, della persona, delle creature e del pianeta, di un capitalismo sfrenato e senza più limiti, di politica succube e subalterna, di democrazia nominale e svuotata ... che dire della " sinistra " ?!
Esiste oggi la Sinistra ?
La risposta è : No !
La situazione attuale mostra senza alcun dubbio che in questo Paese la Sinistra è morta contemporaneamente alla nascita della Costituzione, già nel 1948 !
Quelli che allora accettarono questa Carta, accettarono di rinunciare al loro ruolo storico di essere Sinistra, nel momento stesso in cui non misero il reale potere nelle mani dei cittadini accettando un impianto istituzionale centralizzato, verticistico, giocato su relazioni privatistiche di potere, con i partiti a struttura blindata come soggetti unici del ruolo democratico.
Dopo di allora non abbiamo più avuto una " Sinistra ".
Abbiamo avuto alcuni aborti, delle sinistrucole personali rette da baronetti borghesi il cui solo scopo nei fatti è stato di andare a rimorchio, con " letio magistralis " utili alla loro immagine ma con blandissime reazioni alle volontà del Capitale.. per non destabilizzare quello Stato di cui volevano continuare a godere stipendi, prebende, favori, potere, pensioni, vitalizi, privilegi per se stessi, familiari ed eredi.
Li abbiamo visti in zuffe televisive scapigliarsi in modo telegenico e corretto arrivando persino ad allentare la cravatta.. così come alla fine li abbiamo visti sparire nelle loro tenute in campagna a confezionare marmellate e vini biologici.
Erano semplicemente dei miseri e grigi burocrati, dei travestiti camuffati nemmeno tanto bene.
Hanno partecipato al saccheggio di questo Popolo con la connivenza, con il tacere, con l'inefficacia, con la mancanza di proposta reale e concreta capace di unire e mobilitare i cittadini su obiettivi di eguaglianza sostanziale, culturale, economica, sociale e politica.
Oggi è la frantumazione e la polverizzazione della Sinistra a partire dai temi, dai contenuti, dagli scopi..
Quando va bene arrivano dichiarazioni sul " recuperare e realizzare la Costituzione più bella del mondo !"
Ancora non hanno capito.
Manca la visione.
Manca la visione.
Manca la Sinistra!
Non parlatemi di Sinistra!
La Sinistra è morta !

Remo Ronchitelli

Caro GianAntonio, La tua indignazione è sacra. Ed è utile, in parte, per prendere coscienza della situazione in cui siamo. Ma poi bisogna scendere in profondità per cercare i punti deboli di questo sistema che sono le cause stesse della sua crisi. Non servono "cure sintomatologiche" quali il giustizialismo alla Di Pietro (ed alla M5S). Nè sono sufficienti la critica delle Istituzioni che governano oggi: multinazionali, finanza, imperi [usa], ex-imperi [russia], imperi nascenti [cina]. Diciamo che serve uno studio "evolutivo" della società. La storia che insegnano è solo una storia di "eventi politici", inutile. Marx è riuscito a vedere un'altra rete sociale: l'economia. Dalla Rivoluzione Francese (giacobina, esclusivamente "politica") si passa alla Rivoluzione Russa (marxista-leninista, che reinventa l'economia con il socialismo reale o capitalismo di stato). Entrambe fallite miserevolmente: Napoleone (come Luigi XIV: lo Stato sono io) e Stalin (come lo Zar Ivan IV il Terribile). Quindi non ha più senso reclamare i "diritti" come facevano i Giacobini, che li negavano alle donne ed agli schiavi di Haiti. Nè istituire una economia guidata dallo Stato. Oggi la sinistra, che purtroppo per te esiste eccome, chiede di nuovo una economia guidata dallo Stato, via Keynes. Per andare in profondità e cambiare radicalmente lo stile GERARCHICO di "management" che dirige le società da 5000 anni ad oggi, bisogna arrivare al network "culturale" ( o ideologico e scientifico ). Soprattutto capire come è nata la madre di tutte le Istituzioni e di tutte le guerre, lo Stato. Il Marxismo (e ovviamente i Giacobini) non avevano una "teoria dello Stato". Nè tam poco una teoria "evolutiva" dello Stato e delle società sottese (è lo Stato dice Immanuel Wallerstein che genera le Nazioni). E' una situazione molto complessa, diciamo "un casino". Serve studiare ed agire. Inutile arrabbiarsi.

Giannantonio

X Remo: Mi sembra di poter condensare la tua analisi in tre questioni:

  • studio " evolutivo " della società
  • cambiare radicalmente lo stile GERARCHICO di "management"
  • bisogna arrivare al network "culturale" ( o ideologico )

Sono d'accordo anche se l'immagine che ho io più che ad un orizzontale assomiglia ad una nuvola di stormi. Volendo considerare solo il sistema " decisionale " ( che riflette in se' la gerarchia economica e culturale dominante ) vediamo come tutto sia eterodiretto dall'alto al basso. Oggi circa 85% delle leggi sono di derivazione europea ( significa imposte dalla Commissione Europea figlia diretta della grande finanza - che nessuno ha eletto ! - e semplicemente ratificate dai ragionieri passacarte del Parlamento europeo ). Dopo le monarchie assolute.. la Commissione Europea. Lo Stato Nazione ormai vassallo burocrate subordinato. I cittadini e le masse servi della gleba ..funzioni economiche di produzione e consumo. Sarà una analisi semplicistica, ma sufficiente a dimostrare che non solo siamo ben lontani dalla minima parvenza di quel " network "culturale" ( o ideologico )" che tu auspichi, ma anche da una qualunque forma di auto- determinazione intesa come spinta intrinseca al sistema complesso ( ..lo stormo ) ..e se il sistema non ha modo di determinarsi secondo i propri desideri e necessità, sicuramente è destinato a fare macelli in ogni ambito e collassare sulla base che rimane schiacciata. Il peccato originale delle sinistre storiche delle attuali "democrazie" nazionali per me è quello di aver permesso il consolidarsi sclerotico dello Stato Nazione nelle mani del potere economico sovvertendo completamente il diritto alla auto determinazione del singolo e delle comunità e la loro libertà. Attualmente non vedo Sinistre occidentali che puntino ad innescare un processo di inversione : né in senso egualitario , né per una affermazione concreta del diritto naturale alla libertà di auto determinazione dal basso ed orizzontale..oppure dall'interno alla periferia. Certo, sono d'accordo per la necessità di studiare.. ( ps: .. e non darmi dello statalista.. dato che non mi considero tale ! ) Ciao , Gian.
Aggiungo questa postilla: "Le ricerche del prof. Frey di Zurigo dimostrano che la possibilita' di incidere sulle decisioni politiche dei cittadini svizzeri aumenta la loro felicità nei cantoni dove e' maggiore la partecipazione democratica, al di la' del reddito percepito."

Remo Ronchitelli

Siiiii. L'errore della Sinistra Marxista ( ora ancora egemone ) è quello di essere STATALISTA, volgarmente statalista. Nella prima Internazionale era egemone la sinistra libertaria di Mikhail Bakunin e Petr Kropotkin, non esattamente statalisti. In Spagna nel 1936 stavano per costruire una società-stormo. Furono schiacciati dalla indifferenza degli ex giacobini francesi e dalla avversità degli statalisti stalinisti, nonchè dalla violenza e dalle armi dei nazi-fascisti. Tutta questa brava gente oggi è in crisi perchè è la GERARCHIA che è in crisi, e non lo sa. Nella Ideologia ( che è la riflessione consapevole sulle proprie esperienze collettive ) mettici anche le scienze intese in modo interdisciplinare. Ludmila e Martina che hanno organizzato un incontro sulle AUTO-ORGANIZZAZIONI, hanno scelto lo stormo come simbolo. La formazione a stormo ti permette di volare su lunghe distanze e di reagire agli attacchi dei predatori.

Giannantonio

Bene.. mi fa piacere che almeno l'immagine dello stormo di simili sia condivisa. La sinistrucola ha cominciato a legittimare l'Europa dichiarando di volerla democraticizzare.. piccoli burocrati con grandi culi da piazzare.. crescono. Ciao.

Remo Ronchitelli

Rispondo a Gianantonio che ha stimolato la nostra intelligenza collettiva, ma non voglio escludere gli altri della mailing list da questo dibattito. Per "studio" intendo la riflessione su Rivoluzione Francese e Rivoluzione Russa. Io dai 20 anni in su (è passato mezzo secolo) ho valutato e studiato, nel mio piccolo, sul perchè è FALLITA la rivoluzione di ottobre. Ho verificato le mie ipotesi sui fatti politici successivi, dal 1963, dall'assassinio di Kennedy, dal siluramento di Kruscev, dalla morte di Giovanni XXIII in poi. Molto più tardi ho fatto la stessa verifica sulla Rivoluzione Francese, con risultati che confermavano le ricerche sulla Rivoluzione Russa. Poi sono andato a vedere come è nato lo Stato e come è nato il Patriarcato. La mia preoccupazione costante dal 1963 è stato costruire qualcosa che possa durare nel tempo e non rovesciarsi nell' OPPOSTO degli obiettivi di partenza (libertè, egalitè, fraternitè, ed altro ancora). L'unica strategia che ho trovato, coi miei limitati mezzi, è stata questa: non prendere il potere, nè con elezioni nè in altro modo se prima non si ha costruito collettivamente una struttura economica-culturale(-ed-anche-politica) in grado di reggere la transizione senza trasformarsi in catastrofi e sofferenze immani per centinaia di milioni di esseri umani. La prima cosa che mi ha fatto inorridire è stata la Rivoluzione Russa. Oltre ad aver funzionato da INNESCO per il nazifascismo (pericoloso, vero!), ha sterminato di per sè, da sola, decine di milioni di russi con le purghe staliniane e le carestie della collettivizzazione forzata delle campagne. Insomma,meglio non muovere un dito piuttosto che fare disastri. Anche la demagogia è una cosa deplorevole. E inutile. Se uno non si accorge di chi ruba ed inganna vuol dire semplicemente che è d'accordo con lui, o che è talmente scemo che conviene lasciar perdere. Se voi avete altre ipotesi di AZIONE parliamone. Io non vedo al momento alternative a costruzioni economico-culturali completamente altre dove le fessure del sistema dominante te lo permettono..

Giannantonio

Concordo con Remo su molto, ma non dove dice : " non prendere il potere, nè con elezioni nè in altro modo ." Alcuni dati sul contesto attuale:

  • Il Reddito pro capite italiano nel 2014 ( PPA quindi PIL rapportato al potere d'acquisto ) ci vede al 32 posto ..( dopo Guinea Equatoriale, Corea del Sud e Nuova Zelanda ) comunque con 35.115 dollari USA (U$ ). il patrimonio pro-capite di ogni italiano adulto è di 165mila euro ( fonte BCE 2013 ) ..più alto dei tedeschi.
  • Sintesi : una famiglia di 2 adulti e 1,5 minori nelle media statistica detiene un patrimonio di ...330.000 € più un reddito (PPA ) 35.115 x 3,5 = 122.902 ( U$ ) x 0.9 ( € ) =..110.602 €

Allora..

  • com'è che ci sono quasi 5 milioni di persone al di sotto della soglia di povertà ?!
  • com'è che ci sono 7,5 milioni di pensionati sotto i 500 euro mensili ?! ( spesso con 250 euro mensili ).
  • com'è che ce ne sono altri 8 milioni circa che non arrivano ai 1.000 euro mensili ?! ( spesso 740 euro mensili ) ( quando poi ci sono circa 100.000 persone che percepiscono pensioni che vanno da 3.000 a 96.000 € al mese e che portando tutte a soli ( ! ) 3.000 darebbero un residuo totale di 13 miliardi di € /anno sufficienti a portare tutte le pensioni ( tutte ! ) ad almeno 1.000 € mensili ( la dignità !)

Sintesi : questa è una società ricca. I problemi derivano non dalla mancanza di ricchezza, ma dalla distribuzione ingiusta della stessa. Su questo andrebbe comunque creata quella che Remo chiama " fessura di sistema " che non destabilizza nulla ma crea economia, libertà dal bisogno, e quindi anche cultura e perfino cultura politica ..che sono " qualcosa che possa durare nel tempo e non rovesciarsi nell' OPPOSTO " ..con buona pace di Remo e delle rivoluzioni violente. Questa sarebbe una motivazione sufficiente per puntare ad ottenere il " potere " magari con semplici mature elezioni . Esempi analoghi possono essere elaborati su ogni singolo aspetto culturale, sociale, economico, militare, politico.. Ciao. Gian

Grazia Rizzato

Mi spiace non essere in FB; avrei voluto "cliccare" subito un Like alla conclusione dell'analisi di GianAntonio che è perfetta, secondo me, "piccoli burocrati con grandi culi da piazzare... crescono". Un sintesi perfetta dell'italico pensiero...un grosso culo da sistemare. Dissento un po' invece dall'ottimismo con cui si ritiene che si possa ottenere il potere con semplici, mature elezioni...in tempi brevi. La perfetta utopia. Dopo l'analisi sulla società che iniquamente si basa sull'ingiusta distribuzione economica, sociale e politica, mi pare che sia difficile pensare che un popolo così ormai abituato e "allenato" a un tale sistema possa facilmente modificarsi. Non credo nemmeno alla rivoluzione violenta; questo aspetto è stato correttamente analizzato del resto. Ebbi occasione di dire a un militante del M5S, che qualche tempo fa preconizzava che si sarebbe arrivati alla rivoluzione e che disprezzava il nostro paese perchè ancora non "si muoveva", che una rivoluzione implicava disastri e la fine di quelle tutele di base che ancora si poteva avere ( mi vergogno nel riferire la mia risposta, ma era talmente esaltato che mi faceva un po' paura). Godiamo ancora della migliore tutela sanitaria, in USA... se la sognano! Mia figlia che vive in California deve fare a volte trenta chilometri per trovare un medico, dato che a causa dell'alta percentuale di pazienti che i medici hanno, non danno appuntamenti e per trovare un dottore occorre farsi un bel po' di strada ( da Davis... a Auburn, pare il titolo di un film, ma è il percorso che mia figlia ha dovuto fare). Questo non è una giustificazione ma caso mai un'accusa verso un sistema che potrebbe garantire al cittadino il meglio. Di mio, sarei portata alla rivoluzione, ma solo come movimento dell'anima, come indignazione e comunque ritengo che chi detiene il potere sia un vigliacco, non a caso corrompe, compra quello che ritiene di non poter avere invece grazie a una costruzione civile, morale e culturale. Si potrebbe spaventare facilmente, il potere, se i cittadini a loro volta non lo temessero: si gioca a chi ha più paura, in definitiva. Ciao a tutti. Grazia

Remo Ronchitelli

Concordo largamente con Grazia. Vorrei discutere due punti: la "distribuzione della ricchezza" e la "corruzione", strettamente connessi tra loro. ("Tutto è connesso" vero Grazia?). La differenza di ricchezza non è una dato "quantitativo" ma "qualitativo". Tra chi guadagna 500K (Marchionne) e chi guadagna 1K (operaio FCA) non c'è una differenza quantitativa di 500 a 1. Ma c'è una differenza qualitativa tra il "potere decisionale" di Marchionne e quello dell'operaio alla catena di montaggio. Diciamo se ci sono 10.000 operai che guadagnano 1k sono 10.000k totali. Dandogli i 500k di Marchionne non guadagnerebbero di più. Ma soprattutto il loro potere decisionale sarebbe lo stesso. Non solo, ma se il loro potere decisionale aumentasse invece di produrre auto pericolose ed inquinanti, magari produrrebbero trattori o comunque di sicuro un altro tipo di tecnologia (ci sono esempi storici). In altre parole la ricchezza è solo un indice del potere decisionale totale di un individuo, ma soprattutto dei gruppi di individui (CdA o Consigli di Amministrazione). Questo potere sociale segue linee strettamente gerarchiche nella Economia, nella Scienza-Ideologia, e ovviamente nella Politica. Mi sembra evidente che la "redistribuzione" può solo significare una "riconversione" dei ruoli che giustificano questo dislivello negli "indici" di ricchezza. Questo l'hanno fatto in parte alla Toyota, rivedendo l'organizzazione interna di produzione (Toyota Production System, dove viene sviluppata la cooperazione orizzontale e verticale, interna, ed esterna verso fornitori/clienti, con manager che guadagnano entro 20 volte la paga di un operaio). Bisogna guardare con occhio sociologico ai ruoli reali che si ricoprono nella società. Se vai ad indagare su chi percepisce le pensioni più alte si tratta di ex grandi burocrati, statali (Politica) o privati (Economia) o culturali (professori di università, intellettuali, sportivi, artisti, insomma Scienza-Ideologia). Quanto alla "ricchezza" in generale ci sono 540 trilioni (500.000 miliardi di $) di prodotti finanziari derivati fuori del controllo delle Borse in circolazione (Derivati OTC), su un PIL mondiale di 80 trilioni (SOLO 80.000 miliardi di $). Che cosa vuoi fare? Distribuire 540 trilioni di dollari? Che cosa sono? Non sono niente di materiale. Qualcuno potrebbe dire che sono "carta straccia". Falso. Per chi detiene le quote di controllo, ono puro "potere decisionale" sugli investimenti nella Economia, nella Scienza-Ideologia, e di conseguenza nella Politica (finanziamenti ai Partiti). A chi li daresti? E i pacchetti di controllo sui titoli come li redistribuisci? E' possibile "toccarli"? Tieni conto che una massa enorme di persone "normali", con pochi risparmi, possiede una parte piccola di questi titoli che possono garantire un interesse ma nessun potere decisionale. Una parte enorme di persone, quelli che "investono" in questi titoli, vengono "corrotte" da questo potere finanziario di cui si sentono parte, come cassaforte dei loro risparmi. Inoltre che ricchezza "reale" puoi distribuire quando il cibo è inquinato, l'aria, l'acqua, quando bisogna ripulire l'Oceano pacifico dalle scorie radioattive che Fukushima continua a scaricarci, quando le foreste e la biodiversità stanno sparendo? Invece di distribuire una ricchezza nominale si tratta di procedere ad una riconversione ecologica globale. Veniamo alla corruzione. Se guardi il Riccardo III di Shakespeare c'è una scena in cui il Gobbo incontra i cittadini di Londra cui chiedere soldi. I primi "borghesi" (siamo appena usciti dalla guerra delle Due Rose). Chi era più "potente" qualitativamente? Riccardo III o i borghesi di Londra? Col senno di poi sappiamo cosa sono andate le cose. La ricchezza ("the "Wealth" of Nation", o meglio di alcuni strati della "Nation") è una delle tre fonti del "potere" sociale (le altre due sono la Scienza-Ideologia e la Politica). Come agisce il potere sociale della Ricchezza? COMPRA. Questa è la corruzione. Non compra il piccolo burocrate, compra Riccardo III. Noi ci scagliamo contro il piccolo burocrate che ruba la marmellata, ma non ci scandalizziamo quando l'Economia si compra lo Stato e lo modella a sua immagine e somiglianza. Pensiamo che "vincendo le elezioni" modifichiamo uno Stato forgiato dalle elites economiche borghesi da circa 1000 anni, il quale stato poi bloccherà le Istituzioni Economiche (tra cui le banche) nel loro potere di corruzione sociale? O non è più utile pensare da subito ad una Economia alternativa proprio per bloccare la corruzione? I tre network sociali di Scienza-Ideologia, Economia, Politica, sono distinti ma strettamente intrecciati. E' possibile agire solo su quello politico? Magari "vincendo le elezioni", e tentando poi di modificare l'economia e la scienza-ideologia (le varie scuole)? Non credo esistano ricette sicure. Ma alcune cose sono storicamente chiare: l'azione politica da sola si è rivelata un disastro come dimostrano la Rivoluzione Francese e la Rivoluzione Russa, e tanti altri movimenti perfettamente inutili, come quello di Tsipras in Grecia. Tsipras ha stravinto due tornate elettorali difficilissime, e adesso?

Giannantonio

Pubblico questa citazione da Ivano Spano ( di Padova ):
" La rottura dell’attuale stato di cose si comincia a produrre nel momento in cui una parte sempre più consistente di popolazione (lavoratori, disoccupati, inoccupati, precari, scoraggiati, impiegati pubblici, pensionati, poveri, operatori sociali, donne, anziani, giovani, immigrati, rifugiati, indignati, persone volenterose, onesti, cattolici realmente praticanti, chi si interroga ancora sul senso della vita, intellettuali non asserviti ai diversi poteri...) avvertono che non si può più tollerare il senso dell’ordine esistente e che rispetto a quest’ordine bisogna produrre un cambiamento radicale, una rivoluzione che non può che essere “rivoluzione dal basso”, un processo collettivo, una nuova definizione di senso rispetto all’agire collettivo stesso."... [....]
Come tutte le rivoluzione che si sono date, anche questa non può essere pianificata o decretata; non osserverà una serie di norme emanate da uno stato o da costruttori di modelli per calcolatore. Se avverrà, questa rivoluzione dal basso sarà organica ed evolutiva: sorgerà dall’immaginazione, dall’intuizione, dalle sperimentazioni e dalle azioni di molti individui.
" Il suo peso non ricadrà sulle spalle di una singola persona o di un gruppo identificabile: nessuno ne godrà il credito, anche se a qualcuno potrà toccare qualche biasimo. E ciascuno potrà contribuirvi." ( "Manifesto per una trasformazione radicale dell'attuale realtà economica, sociale, politica, culturale, relazionale ." Ivano Spano, Università di Padova)


Continuo io ( Gian ) :
Quindi.. anche se tutto sembra così utopico .. ( Grazia ) io direi che continuare a descrivere l'utopia perfino nei minimi dettagli ( ..legge dell'attrazione .. ma anche della co-creazione..) alla fine " può " rivelarsi vincente.
"Ci sono più cose non conosciute che conosciute "( N.N.Taleb ).
.. parafrasi di " Le vie del signore sono infinite ".
Invito quindi le persone di questo " pensatoio " ad elaborare per esempio una specie di meta - programma politico su ogni aspetto e ambito possibile..in modo che possa costituire una specie di pietra di paragone, una proposta dettagliata da " esportare " come storytelling affascinanti nella grande intelligenza collettiva della rete.
Credo si debbano produrre costruzioni mentali completamente ex novo e precedenti ad ogni altro paradigma già sperimentato.
( A Remo confesso che, pur rispettando e condividendo la sua ( nostra ) esigenza alla riconversione ecologica del sistema, mi ( ci ) chiedo .. : se questa riconversione avvenisse a totale responsabilità / gestione del " potere attuale " o anche perfino per miracolo di San Cristoforo .. ma di cui poi ci ritrovassimo comunque subalterni psicologicamente, culturalmente ecc. ..saremmo felici ?
Credo che da sola non sia sufficiente..credo che ogni aspetto del nostro comune esistere debba essere rivisto a partire dal suo senso profondo.)

Remo Ronchitelli

Ahimè, credo che la differenza di visione tra me e da Grazia da un lato e Gianantonio dall'altro sia molto profonda. Da un lato il procedere cercando e imparando ( try and learn ) sapendo che nessun risultato sarà definitivo. Dall'altra Gianantonio che cerca di prefigurare una realtà perfetta o quasi perfetta. Nessuna pre-figurazione per me, ma la conoscenza storica delle due "grandi" rivoluzioni che giustifico come "try" e propongo però anche come "learn". Dall'altra Ivano Spano che ripropone la solita rivoluzione degli incazzati, aggregati confusamente tra loro. Come unificarli in una prospettiva coerente senza una analisi storico-sociologica? Quanto alla conversione ecologica sarebbe utile venissa fatta subito, imperfetta come ogni tentativo di salvarsi il culo prima che sia troppo tardi.

Giannantonio

Caro Remo.. il passato non aggrega.. piuttosto divide..come siamo sempre stati. Ciò che può unire è solo nel futuro ..se riusciremo ad immaginarlo e crearlo insieme. Ora mi taccio e vi saluto con stima ed affetto. Vi seguirò .

Grazia Rizzato

Rispetto alla tua risposta nonché analisi non concordo sul fatto che Rivoluzione Francese e Rivoluzione d'Ottobre siano stati inutili. Ogni passaggio compiuto nella Storia è stato necessario per il tempo stesso e per l'evoluzione successiva; non voglio parlare di determinismo, ma penso che il solo atteggiamento che si può avere è quello di cercare di analizzare con molta lucidità i fatti e cercare di trarne le debite conseguenze per una visione futura, possibilmente, più chiara. E' in questo senso che ritengo difficile che oggi accada che in tempi brevi si verifichi un cambiamento culturale, politico, sociale che sia frutto di consapevolezza, del cambiamento di un modo di guardare a un mondo che è vuoto di significati. Non è facile comunque leggere, interpretare e riconoscere il passato nel presente o anche solo analizzare il presente. In generale, secondo me, possiamo dire che la gente è troppo impegnata a "vivere". Ci sono anche infinite variabili in gioco, compresa la visione possibilistica che considera che anche l'Universo abbia una qualche "possibilità" di influire sugli eventi, poiché "trattasi" di scambi energetici fra varie forme materiali e che è anche la mia visione (siamo tutti connessi, con le persone, con le cose, con l'Universo); spero che nessuno si scandalizzi di fronte alla mia visione della realtà (ammesso che possa essere definita tale, vedrei più ortodosso parlare di rappresentazione della realtà). Ritengo d'altra parte che la provocazione paghi sempre, come ho detto ai miei amici poeti che erano un po'... perplessi. Viviamo di incrostazioni mentali, culturali di tutti i tipi e dunque ritengo che un po' di anticalcare faccia bene; prima di tutto a me, che non ho mai posseduto verità e non intendo averle. Il giorno in cui accadesse, sarebbe per me tragico. Vivere di domande e di tentativi di risposte è...vitale.

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