ProgrammaEconomicoVeneto01

Da Ortosociale.

Sono un informatico di professione da sempre appassionato di ambiente e preoccupato delle prospettive future, sociali, ambientali, culturali. Apprezzo molto la Vs. inizativa. e credo di intenderne i significati. Ho conosciuto l'iniziativa di Stiglitz, Sen e Fitoussi che ha un forte valore cognitivo. Come studente di Sociologia a PD ho studiato attentamente "Microeconomics in Context" di Neva Goodwin et altri. Sempre come studente sto cercando di approfondire a titolo personale il tema dello "Sviluppo locale Un progetto per l'Italia" (Carlo Trigilia). Tutto ciò, per voi che fate parte di un centro studi economico-sociale (di sociologia economica?), sono aspetti sicuramente noti. Li cito solo per evidenziare che questi temi arrivano anche a livello di cittadinanza consapevole. Ho letto la documentazione pubblicata sul vostro sito e la approvo sia in quello che dice esplicitamente sia in quello che lascia intendere. Credo sia il momento di un grande pragmatismo e della capacità di unire filoni culturali anche diversi sulla base di una necessaria cooperazione intellettuale basata sui risultati e sulla efficacia/efficienza. Una volta ovviamente che siano stati definiti i valori di riferimento che credo siano oggi chiari per tutti: sostenibilità, qualità della vita, vita civile altamente differenziata e armoniosa allo stesso tempo, pacifica. Tutto questo lungo discorso serve solo a manifestare la mia personale adesione al progetto. Quello che mi pernetto di suggerire, il motivo per cui vi scrivo, sono due punti secondo me molto innovativi. Al di là della loro apparente "stranezza" sono praticabili e possibili.

  1. Un progetto, qualsiasi progetto, anche un progetto scientifico, per vivere ed avere successo necessita di una base di appoggio popolare condivisa. Tanto più un progetto come il vostro. L'appoggio popolare è tanto più significativo se proviene anche da parte di associazioni fortemente critiche sulla non-politica territoriale ed ambientale sin qui seguita. Come nel caso del Free Software, la condivisione popolare è il feedback che testa le prime versioni del progetto.
  2. In tutte le citazioni di cui sopra manca sempre un elemento fondamentale che secondo me meriterebbe invece una attenzione molto maggiore. Per lo sviluppo locale, per lo sviluppo tout court, secondo me andrebbe preso in seria considerazione il modello di business del free software: ovvero produrre dei commons (gratuiti) e vendere I SERVIZI DI MANUTENZIONE, secondo la logica di mercato, eventualmente miscelata con altre logiche economiche à la K.Polanyi (reciprocità, redistribuzione, dono-volontariato). Il modello consumista usa e getta potrebbe venire gradualmente integrato da un modello diverso, compatibile anche con le attuali logiche economiche. Come funziona nel Free Software, ed in altri casi, potrebbe funzionare, che sò nell'abbigliamento (vestiti che mutano e si implementano con cicli di vita anche lunghi), nei mezzi di trasporto (auto che cambiano tipo di engine e arredo), nella casa (restauri, re-styling), nel cibo e nella agricoltura (vedi le percentuali di scarti di cibo in Italia) e soprattutto nella cultura e nell'istruzione (vedi Wikipedia e Creative Commsons). Tutto ciò come potete notare E' GIA' NELL'ARIA. Si tratta di rilanciarlo in modo consapevole e COORDINATO.

Questa di fare business sulla MANUTENZIONE è secondo me una grande idea, necessaria per la sostenibilità, ed in grado di conciliare tendenze anche radicali come la Decrescita à la Serge Latouche. Sempre nell'ottica di unire tutte le forze pensanti e preoccupate del futuro. Questo tipo di business funziona benissimo da anni nel mondo del Free Software e del software Open Source. E' stato recentemente studiato da Yochai Benkler "La ricchezza della rete" Università Bocconi Editore. Un'altra idea, nella direzione del capitalismo cognitivo e della LOCALITA' dello svilupo, sarebbe quella di implementare in modo forte il turismo locale riducendo l'appeal dei viaggi all'estero. Serve solo un pò di coraggio intellettuale e una totale mancanza di sensi di inferiorità: Abano, Montegrotto, tutto il Veneto, come la Toscana.

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