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Da Ortosociale.

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Gli orti sociali sono una realtà che comincia a svilupparsi anche nelle grandi metropoli del Nord del mondo tra cui Londra e New York. Ha fatto scalpore la notizia che Michelle Obama abbia creato un orto biologico per fornire cibo fresco e sano alle proprie figlie (e al consorte) dentro i giardini della Casa Bianca. In generale gli orti sociali potrebbero essere una delle vie per rivitalizzare socialmente le metropoli e riappropriarsi come ''citoyens'' dei <font color="green">''non-luoghi''</font> spersonalizzati che esse rappresentano. Questo nel momento in cui la maggioranza assoluta della popolazione mondiale, sia del Nord (paesi ex-sviluppati) sia del Sud del mondo, vive in grandi aggregati urbani, che definire <font color="green">''città''</font> sarebbe eufemistico.<br>
Gli orti sociali sono una realtà che comincia a svilupparsi anche nelle grandi metropoli del Nord del mondo tra cui Londra e New York. Ha fatto scalpore la notizia che Michelle Obama abbia creato un orto biologico per fornire cibo fresco e sano alle proprie figlie (e al consorte) dentro i giardini della Casa Bianca. In generale gli orti sociali potrebbero essere una delle vie per rivitalizzare socialmente le metropoli e riappropriarsi come ''citoyens'' dei <font color="green">''non-luoghi''</font> spersonalizzati che esse rappresentano. Questo nel momento in cui la maggioranza assoluta della popolazione mondiale, sia del Nord (paesi ex-sviluppati) sia del Sud del mondo, vive in grandi aggregati urbani, che definire <font color="green">''città''</font> sarebbe eufemistico.<br>
A Chiasso nella Svizzera italiana è partito un progetto di orti urbani permanenti aperti a giovani, famiglie, anziani, coppie di mezza età, rifugiati politici. La novità di questi nuovi 60 orti consiste nella loro progettazione come luogo condiviso di socializzazione per tutti i cittadini. Il tipo di socializzazione previsto è quello basato sulla convivialità: una grande tavolata di legno di castagno per mangiare assieme, un grill, pergolati fatti di legno di robinia locale, una grande pianta di gelso sotto i cui rami ripararsi e dialogare, un campo di bocce. Non sono previste recinzioni o cancelli tra una parcella e l'altra. Il terreno è stato regalato dalle Ferrovie Federali Svizzere ed ammonta a 2000 metri quadrati. La progettazione è curata dall'architetto Sophie Agata Ambroise dell'Officina del paesaggio di Lugano. Le  coltivazioni saranno rigorosamente biologiche anche per non inquinare il terreno che si trova in una zona di captazione dell'acqua. Coloro cui verranno assegnati gli orti seguiranno dei corsi di tecnica di coltivazione biologica.
A Chiasso nella Svizzera italiana è partito un progetto di orti urbani permanenti aperti a giovani, famiglie, anziani, coppie di mezza età, rifugiati politici. La novità di questi nuovi 60 orti consiste nella loro progettazione come luogo condiviso di socializzazione per tutti i cittadini. Il tipo di socializzazione previsto è quello basato sulla convivialità: una grande tavolata di legno di castagno per mangiare assieme, un grill, pergolati fatti di legno di robinia locale, una grande pianta di gelso sotto i cui rami ripararsi e dialogare, un campo di bocce. Non sono previste recinzioni o cancelli tra una parcella e l'altra. Il terreno è stato regalato dalle Ferrovie Federali Svizzere ed ammonta a 2000 metri quadrati. La progettazione è curata dall'architetto Sophie Agata Ambroise dell'Officina del paesaggio di Lugano. Le  coltivazioni saranno rigorosamente biologiche anche per non inquinare il terreno che si trova in una zona di captazione dell'acqua. Coloro cui verranno assegnati gli orti seguiranno dei corsi di tecnica di coltivazione biologica.
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La volontà di garantire la qualità e la sicurezza del cibo che si porta in tavola ogni giorno e la ricerca di un legame più diretto con la natura sono i principali
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motivi di questa antica realtà sociale.
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In Europa la gestione di orti familiari rientra in un progetto più ampio facente capo a "Coin de Terre", un'organizzazione europea con sede a Lussemburgo che riunisce oltre 3 milioni di famiglie che gestiscono un orto urbano o un giardino familiare. I principi che orientano questa organizzazione si basano sull'utilità sociale e sul benessere psico-fisico che l'orto può generare.
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Gli orti familiari hanno un ruolo sociale: sono luoghi di incontro e di integrazione  intergenerazionale, per i giovani, gli anziani, le famiglie, i lavoratori, i disoccupati, le persone di diversa origine sociale e nazionalità. Gli orti familiari sono un elemento essenziale per la salute fisica e psichica degli uomini e migliorano la qualità della vita di tutti i cittadini. Ortaggi sani coltivati nel proprio orto, permettono una dieta variata, il contatto con il ciclo di crescita naturale e la creatività del giardinaggio stimolano i sensi. I rapporti personali e la convivialità all'interno del gruppo evitano l'isolamento.
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Versione delle 12:40, 21 mar 2011

Il progresso ha realizzato meraviglie. Nello spazio di un secolo, gli abitanti del pianeta sono triplicati, le ricchezze prodotte sono state moltiplicate per venti, l'energia consumata è aumentata di trenta volte. Ma questo spettacolare exploit ha un rovescio della medaglia. Le risorse naturali si stanno esaurendo, alterando gli equilibri che regolano la vita. La crisi del sistema vivente coinvolge l'essere umano: per la prima volta nella storia, anche la nostra specie rischia l'estinzione. Non siamo capaci di rimpiazzare la natura, ma ci comportiamo come se potessimo farne a meno, chiamando questo atteggiamento progresso. Niente riesce a scalfire il consenso sull'ideologia progressista, che prevede un'incessante ed estenuante marcia in avanti, a colpi di crescita economica, innovazioni tecnologiche, urbanizzazione galoppante, mobilità senza freni e compulsione consumistica. La crescita infinita di beni e servizi, alla base dello sviluppo delle nostre società, non può proseguire, perché ci condurrebbe al disastro. Questa forma di progresso è incompatibile con la stabilità della biosfera ed è inaccessibile alla maggior parte della popolazione mondiale. L'umanità ha raggiunto il capolinea della strada intrapresa all'inizio della modernità. Se il nostro obiettivo è difendere la vita, dobbiamo scegliere senza esitazione la strada dell'evoluzione. Ma evolvere per andare dove? Non indietro, né in avanti, ma in una direzione diversa. Faremo in tempo?

Indice

150° Unità di Italia - Un progetto per gli Italiani

Quadro Teorico

Oggi 150 anniversario dell'Unità di Italia. Il progetto è fattibile vista l'attuale auto-implosione del sistema-Italia. Il frame teorico è semplicissimo, chiaro, facile da usare, verificato e controverificato ai tre livelli: storico, archeologico, antropologico. Questo "modello" è di tipo storicistico-evolutivo. Si va a vedere come sono "nate", cresciute e si sono sviluppate le società che oggi viviamo.

La civilizzazione

Si tratta di concepire la "civilizzazione", il sorgere delle "civiltà" (Mesopotamia, Egitto, valle dell'Indo, Cina, Aztechi, Inca), non come un processo "naturale", spontaneo, fluido, come un passaggio inevitabile dal semplice al complesso. Ma come una frattura, un cleavage terribile. Ad un certo momento comincia a manifestarsi in alcune aree del pianeta il fenomeno della stratificazione sociale istituzionalizzata e ritualizzata. Avviene circa 6000 anni BP (Before Present). Da queste zone si è poi diffusa in modo inarrestabile sino a coinvolgere l'intero pianeta.

La stratificazione sociale

La stratificazione sociale ha generato la divisione sociale del lavoro, così come la conosciamo, e non viceversa. Questo è il cambio di paradigma, la classica rivoluzione copernicana. Da questa prospettiva teorica le interpretazioni di ogni fenomeno storico-sociale diventano semplici esercitazioni. Questa frattura ha avuto ed ha tuttora un carattere drammatico e violento: è accompagnata da dominio, coercizione, guerra, sfruttamento, distruzione, angoscia. E' rappresentata a livello mitologico dalla cacciata dal paradiso terrestre.

Involuzione

In modo rozzo lo schema evolutivo o meglio "involutivo" è il seguente:

  • stratificazione sociale e sua progressiva estensione geografica
  • divisione tra non-lavoro (Direzione coercitiva di schiavi e servi) e lavoro (Esecuzione dei compiti loro assegnati da parte degli schiavi e dei servi). Vedi T.Veblen "La teoria della classe agiata".
  • divisione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale
  • divisione tra lavoro agricolo e lavoro artigianale-industriale
  • divisione tra città e campagna
  • divisione tra nord del mondo (paesi industrializzati) e sud del mondo (paesi poveri o "campagna" del mondo)

La crisi

La crisi di questo sistema è dovuta alla esternalizzazione crescente, sia sull'ambiente sia sugli esseri umani, dei costi causati da queste divisioni anti-sinergiche (ed in questo senso anti-economiche). Questo porta al collasso ambientale ed umano. I due tipi di collasso sono in stretta relazione: ad esempio, il disastro della Exxon Valdez che ha inquinato i mari di petrolio è stato causato da un capitano ubriaco; a Cernobyl hanno disattivato il raffreddamento del reattore nucleare su iniziativa di "tecnici" (umani) sconsiderati. Le dicotomie si estendono, si propagano in orizzontale ed in verticale, causando costi (logistici) crescenti. Il sistema-mondo è incapace di reagire ad eventi naturali prevedibili e viene colpito dai suoi stessi artefatti (nucleari, vedi Giappone centrale di Fukushima, marzo 2011).

Un progetto per l'Italia

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Cina (Repubblica Popolare Cinese): la situazione ambientale

Negli ultimi dieci anni il clima in Cina non segue più la ciclicità dei secoli passati. Dal 2001 sono diminuite del 37% le precipitazioni annue. Catastrofici periodi di siccità, come quelli che hanno colpito Russia ed Australia causando perdite immense nel raccolto dei cereali, colpiscono le contee interne e del Nord, tra gli altipiani tibetani e la Manciuria. Pechino nel 2010 è stata flagellata da 56 tempeste di sabbia. Nella capitale i giorni di vento sono saliti da una media di 136 giorni a 178 giorni all'anno. Uno studio dell'Accademia delle scienze ha rivelato che 5 milioni di abitanti della municipalità sono a rischio diretto entro i prossimi cinque anni. Si forma un cocktail mortale di aabbia, polveri sottili ed emissioni del carbone usato per industrie e riscaldamenti. I danni economici sono incalcolabili. In Cina vivono 400 milioni di eco-profughi a causa del restringimento della fascia agricola coltivata. La fascia agricola che circonda Pechino negli ultimi cinque anni si è ridotta del 12%. I contadini sono costretti ad abbandonare la terra resa sterile dalla sabbia e dai veleni pericolosamente ammassati oggi nelle metropoli.

Orti Sociali

Gli orti sociali sono una realtà che comincia a svilupparsi anche nelle grandi metropoli del Nord del mondo tra cui Londra e New York. Ha fatto scalpore la notizia che Michelle Obama abbia creato un orto biologico per fornire cibo fresco e sano alle proprie figlie (e al consorte) dentro i giardini della Casa Bianca. In generale gli orti sociali potrebbero essere una delle vie per rivitalizzare socialmente le metropoli e riappropriarsi come citoyens dei non-luoghi spersonalizzati che esse rappresentano. Questo nel momento in cui la maggioranza assoluta della popolazione mondiale, sia del Nord (paesi ex-sviluppati) sia del Sud del mondo, vive in grandi aggregati urbani, che definire città sarebbe eufemistico.
A Chiasso nella Svizzera italiana è partito un progetto di orti urbani permanenti aperti a giovani, famiglie, anziani, coppie di mezza età, rifugiati politici. La novità di questi nuovi 60 orti consiste nella loro progettazione come luogo condiviso di socializzazione per tutti i cittadini. Il tipo di socializzazione previsto è quello basato sulla convivialità: una grande tavolata di legno di castagno per mangiare assieme, un grill, pergolati fatti di legno di robinia locale, una grande pianta di gelso sotto i cui rami ripararsi e dialogare, un campo di bocce. Non sono previste recinzioni o cancelli tra una parcella e l'altra. Il terreno è stato regalato dalle Ferrovie Federali Svizzere ed ammonta a 2000 metri quadrati. La progettazione è curata dall'architetto Sophie Agata Ambroise dell'Officina del paesaggio di Lugano. Le coltivazioni saranno rigorosamente biologiche anche per non inquinare il terreno che si trova in una zona di captazione dell'acqua. Coloro cui verranno assegnati gli orti seguiranno dei corsi di tecnica di coltivazione biologica. La volontà di garantire la qualità e la sicurezza del cibo che si porta in tavola ogni giorno e la ricerca di un legame più diretto con la natura sono i principali motivi di questa antica realtà sociale.
In Europa la gestione di orti familiari rientra in un progetto più ampio facente capo a "Coin de Terre", un'organizzazione europea con sede a Lussemburgo che riunisce oltre 3 milioni di famiglie che gestiscono un orto urbano o un giardino familiare. I principi che orientano questa organizzazione si basano sull'utilità sociale e sul benessere psico-fisico che l'orto può generare. Gli orti familiari hanno un ruolo sociale: sono luoghi di incontro e di integrazione intergenerazionale, per i giovani, gli anziani, le famiglie, i lavoratori, i disoccupati, le persone di diversa origine sociale e nazionalità. Gli orti familiari sono un elemento essenziale per la salute fisica e psichica degli uomini e migliorano la qualità della vita di tutti i cittadini. Ortaggi sani coltivati nel proprio orto, permettono una dieta variata, il contatto con il ciclo di crescita naturale e la creatività del giardinaggio stimolano i sensi. I rapporti personali e la convivialità all'interno del gruppo evitano l'isolamento.

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La Decrescita secondo Serge Latouche

Decrescita 2011

I principi della Decrescita di Serge Latouche, che d'ora in avanti chiameremo Transizione, sono:

  • Ri-Valutare (rielaborare creativamente i Valori vecchi e nuovi)
  • Ri-Durre (sobrietà dello stile di vita)
  • Ri-Localizzare (vivere la propria vita sociale ed economica con la massima apertura culturale ma profondamente radicati nel proprio territorio. Vedi anche Federalismo Integrale)

Secondo SL gli obiettivi fondamentali sono due:

  • Raggiungere una tendenziale autonomia alimentare. Vedi Orti Sociali
  • Raggiungere una tendenziale autonomia energetica. Vedi Energia

Entrambi sono possibili.
L'attuale economia (neo-liberista o consumista o sviluppista) si basa su tre pilastri:

  • la pubblicità (che costituisce una quota rilevante del costo di beni e servizi)
  • il credito (carte di credito, finanziamenti, mutui come quelli che hanno portato alla crisi 2008)
  • obsolescenza programmata e accelerata dei beni che ne rinnova la necessità (anche tramite la pubblicità)
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CONCETTI IMPORTANTI DELLA DECRESCITA ( "transition towns" )

  • RIVALUTARE= l'altruismo prevalga sull'egoismo, la cura della vita sociale sul consumo illimitato, il locale sul globale, il bello sull' efficiente (che parafrasato è far trionfare la bellezza sulla mera utilità), la cooperazione sulla concorrenza, rivalutare il "tempo libero", riuscire andare aldilà dell'immaginario in cui viviamo.
  • RICONCETTUALIZZARE=cambiare il punto di vista, sopratutto i concetti di Ricchezza e Povertà, riconcettualizzare un sistema che trasmorma l' ABBONDANZA della Natura in SCARSITA' e che impone i suoi concetti di cos'è essere ricco e cos'è essere povero, riconcettualizzare il nostro immaginario secondo i valori della solidarietà e della pace.
  • RISTRUTTURARE=i modelli di consumo e gli stili di vita (possiamo comprare cose con coscienza di far crescere chi le ha prodotte, un pò il significato sociale degli acquisti quotidiani) se compriamo cose prodotte da multinazionali facciamo crescere le multinazionali se invece compriamo da un contadino facciamo crescere lui ma anche la sua famiglia.
  • RIORIENTARE=la ricerca tecnico-scientifica per consumare meno.
  • RILOCALIZZARE=iniziative a Km 0, con aquisti di prodotti locali Latouche a tal proposito aggiunge "soltanto le idee devono superar le frontiere, non abbiamo bisogno di trasportare l'acqua San pellegrino in Francia e l'acqua Perrier in Italia" (si veda intervista)
  • RIDISTRIBUIRE=ad ogni Paese la sua propria Ricchezza
  • RIDURRE= l'impatto dei nostri modi di produrre e consumare sulla Biosfera (termine usato "l'impronta ecologica"). ridurre anche gli orari di lavoro . Smith dicieva che "un paese è Ricco se può permettersi di lavorare 6 ore al giorno"!Rimanda a Riconcettualizzare...la ricchezza... al 2°pnto del programma delle 8"R"
  • RIUTILIZZARE= imparare a riaggiustarsi le cose o a farsele aggiunstare in modo da comprendere cos'è l'obsolescenza programmata , uno dei tre pilastri su cui è costruito il ns. sistema di mercato (insieme alla Pubblicita' e al Prestito bancario).

...poi delle 8"R" iniziali sui cui è stato costruito il programma ne aggiunge altre due : le trovate nel "Breve Trattato Sulla Decresita Serena". Vedi anche la locandina:
La conferenza Exit Strategy di SL alla Università di Padova.
Oppure per avere il video completo della conferenza vai a:
Exit Strategy di Serge Latouche, registrazione completa, codice prodotto 401

"Non dobbiamo aver paura della parola rivoluzione" (S.Latouche) "...sii tu la vera rivoluzione che vuoi vedere fuori" (M.Gandhi)

Energie Rinnovabili

La fine prevista delle energie fossili (carbone e petrolio) è vicina. Si aspetta il picco del petrolio tra non molto, qualche lustro. Intanto i governi, tra cui quello italiano, ripropongono la via nefasta del nucleare, dopo le esperienze devastanti di Cernobil (ex URSS), di Three Miles Island (USA), ed altre più recenti in Francia e Slovenia oggetto di un accurato cover-up. La ricerca scientifica e tecnologica permetterebbe lo sviluppo di energie pulite e rinnovabili. Si tratta di investire socialmente in questa direzione, garantendo al tempo stesso ai cittadini il controllo di questa decisione vitale sull'energia, il controllo della sua attuazione e gestione, il controllo della sua distribuzione e produzione. Anche qui vedi Federalismo Integrale

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Veneto: una Economia di Transizione

Per essere radicati nel territorio andiamo a studiare lo stato reale della economia veneta come realtà inserita nel più ampio contesto della società e del territorio veneti, pur con tutte le sue relazioni nazionali e internazionali ma anche nella sua specificità e autonomia. Ciò significa Ri-Valutare il contesto economico alla luce delle esigenze fondamentali della popolazione veneta e del rispetto dell'ambiente naturale veneto. Di quello che ancora è rimasto, dopo lo sprawl urbanistico e la trasformazione di una area agricola di eccezionale fertilità in una rete di viadotti stradali che crescono all'infinito su sè stessi. Gli obiettivi concreti fondamentali sono quelli della decrescita serena di SL: avvicinarsi sempre di più, come Regione Veneto, alla

  • autosufficienza alimentare ed alla
  • autosufficienza energetica da fonti di energia rinnovabile: solare, eolica, idraulica, da biomasse.

Solo così si può salvare l'ambiente naturale ed umano della nostra regione.

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Il Parco del Graticolato Romano

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Una ipotesi di sviluppo economico

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Una mail al centro studi "Oltre il Pil" della Camera di Commercio di Venezia

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Il progetto "Oltre il Pil" della Camera di Commercio di Venezia

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Veneto: una Economia di Transizione

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