Economia18

Da Ortosociale.

Il nuovo ciclo economico di creazione e distruzione di bolle finanziarie

Siamo dentro un sistema economico di bolle speculative sempre più grandi che scoppiano necessariamente ma in momenti non prevedibili; sono i SISTEMI ALLA PONZI. Tratto da LE SCIENZE, n.552, Agosto 2014, l'articolo di Kaushik Basu, senior vice-president e chief economist della Banca Mondiale nonchè professore di economia alla Cornell University, a pag.78. Per capire i Sistemi alla Ponzi basta scorrere brevemente la storia di Bernard Madoff, broker finanziario di New York, ex-presidente del NASDAQ, condannato a 150 anni di galera per un ammanco pari a 50 miliardi di dollari nel 2008, proprio al culmine dell'uragano che ha sconvolto i mercati. La truffa consiste nel "rubare a Pietro per dare a Paolo", cioè farsi dare prima un prestito da Paolo pagandolo poi con un altro prestito preso da Pietro, e così via a scalare costruendo una struttura piramidale i cui strati inferiori, più estesi, alimentano quelli superiori, più ridotti. Una pratica difusa di questo tipo è il "loan juggling" (fare il giocoliere tra i debiti). Un'altra è la vendita di Stck Option ai propri dipendenti/manager. La spiegazione del meccanismo viene fatta in parte con una analisi scientifica della struttura matematica sottostante e in parte con la conoscenza della psicologia del truffatore e del truffato tramite la "economia comportamentale". Le modalità con cui crescono e scoppiano le bolle finanziarie ricordano questo genere di truffe. Gli investitori e i broker cadono in una specie di follia collettiva che solo il meccanismo della induzione retrograda potrebbe evitare (se tutti sapessero che il crollo del sistema è inevitabile la speculazione non potrebbe decollare). La forza dello schema Ponzi però è che non si può prevedere il momento in cui il meccanismo si spezza e si verifica il crollo. Questa incapacità di prevedere il momento del crollo, cioè il momento in cui crolla la generale fiducia nell'aumento dei prezii dei propri titoli, come nel 1929, è dovuta ai meccanismi di psicologia economica collettiva che hanno tempi che variano da caso a caso. Ad alimentare il processo è una fiducia collettiva o una generale aspettativa di crescita del valore economico di un certo bene. In altre parole è fondamentale il meccanismo di crescita. Senza crescita si ha il crollo veloce delle aspettative, le vendite di stock di titoli, la caduta dei valori dei titoli, il fallimento delle banche di investimento e delle banche tout cour. I maggiori investitori sono infatti enti istituzionali, governi, banche, imprese private che investono in borsa anzichè in ricerca, innovazione, sviluppo tecnologico, qualità dell'ambiente e della vita umana. Non è la cattiva volontà di un singolo, o di uno speculatore alla Bernard Madoff, ad innescare questo processo ma le normali forze di mercato. Robert J.Shiller della Yale University, ha parlato di "una truffa alla Ponzi" di origine naturale. Un meccanismo psicologico operante nella sfera politica è "troppo grossi per fallire". Secondo questo schema i governi, soprattutto nei paesi industrializzati, salvano Banche, Fondi di investimento, Grandi Aziende (ad es. la General Motors, in piena bancarotta), che sono sul punto di fallire. Vedi caso Parmalat in Italia. Questa politica dei salvataggi, pur animata dalle migliori intenzioni (ma a volte da cattive intenzioni ben mascherate) esaspera la crisi, dando ai capi della finanza la certezza che si terranno i profitti per sè scaricando le perdite sui contribuenti. Questo atteggiamento dei governi, degli speculatori, degli investitori ha avuto un ruolo determinante nella crisi finanziaria globale. L'articolo di Kaushik Basu conclude in modo pessimistico: "ad ogni nuova regolamentazione risponderanno nuovi prodotti finanziari astutamente concepiti per separare le persone dal loro denaro". Ma il pessimismo di K.Basu riguarda l'intera ortodossia economica, che non riconosce la irrazionalità di questi comporatmenti singoli e collettivi, nonstante esperiemnti di laboratorio e la nascita di una sotto-disciplina come la "economia comportamentale".

Perchè la speculazione finanziaria

Il capitalismo nasce come speculazione. Come esempio storico delle prime forme di speculazione si citano personaggi mitici in Giappone che in previsione di una crisi dei raccolti del riso ne facevano incetta comprandolo in anticipo. Oppure i genovesi che "investivano" le loro cospicue finanze prestando denaro all'imperatore Carlo V Asburgo, ricevendone in cambio il diritto futuro a racoglierne le tasse o parte del bottino di guerra. Così i Medici (che investivano nel papato) e i Veneziani che investivano saggiamente anche nelle terre e nella agricoltura della valle padana (Ville Venete). Braudel, grande storico, si lamenta dei "borghesi" che tradivano la loro vocazione mercantile e commerciale mettendosi al servzio (speculativo) di imperatori, papi, re, avventurieri. Con l'avvento del capitalismo industriale della fine del 1700 e poi con la seconda rivoluzione industriale si è data molta importanza (Marx) alla "produzione" capitalistica, dimenticandone le origini, la prassi costante, la varietà di espressioni storiche. in realtà con le "colonie" e la "schiavitù", era sempre la speculazione a dominare. Ricordiamo (citato nell'articolo di K.Basu) che uno dei primi e maggiori Sistemi Ponzi nella storia fu quello dello scozzese John Law, al servizio della monarchia francese ai primi del 1700, con la sua Mississippi Company, basato sui dividendi gonfiati dei guadagni di imprese nella colonia della Luisiana (Luigi XIV). Quanto alla grande produzione industriale è emblematico il caso della General Motors, salvata dalla bancarotta (Chapter 11 della legge federale americana), ed ex maggiore impresa industriale del mondo per fatturato e numero di dipendenti. Perchè la grandi imprese industriali non fanno più profitti o devolvono i loro profitti nei maggiori profitti (promessi) della speculazione finanziaria? Perchè aumentano i costi di tutti i fattori: lavoro umano, materie prime e lavorate, energia, tasse necessarie a pagare i danni ambientali e sociali, oltre a tutte le infrastrutture (burocrazia, stati, sicurezza, formazione, salute, previdenza). Il tentativo adesso è di continuare a speculare e ridurre tutti i fattori della produzione cioè pagando di meno, inquinando, eliminando formazione e salute. E la deregulation di Reagan e Thatcher, portata a compimento da Bill Clinton (USA) e da Tony Blair (UK), di Draghi capo della BCE, della finanza di Londra e New York. Non è una buona strada.

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