Autonomia15.06
Da Ortosociale.
Comunicato dell’1 aprile 2011
Sala gremita da un centinaio di persone ieri a Paese per l’incontro pubblico sul fallimento da 15 milioni di Euro della società delle discariche di Paese.
Zanoni: “I responsabili di questo disastro economico e ambientale non hanno pagato nulla. Chi pagherà saranno solo i cittadini.”
Durante conferenza di ieri giovedì 31 marzo 2011, organizzata a Paese da Italia dei Valori sul fallimento da 15 milioni di Euro della società delle discariche di Paese, la SEV Servizi Ecologici Veneti, con presenti circa un centinaio di persone, è stata ricostruita la lunga storia di questa società a partire dal 2001, denominata “Commedia Paesana” con l’aiuto anche della proiezione di un centinaio tra fotografie e documenti.
Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente e consigliere comunale di Italia dei Valori a Paese, ha illustrato le varie operazioni finanziarie condotte in loco dalle società delle discariche con particolare riferimento alla fusione tra la SEV titolare della discarica di via Veccelli, la Finadria proprietaria della discarica Tiretta e la Dubhe proprietaria dei terreni della discarica Marini.
E’ stato spiegato come la SEV in realtà avesse architettato tutto si dall’inizio con l’unico scopo di svuotare le proprie casse, acquistando società fantasma o discariche inquinantissime che nessuno mai avrebbe voluto, per un ammontare di tre milioni e mezzo di euro, per poi fallire lasciando solo disastri e le casse naturalmente vuote.
Dalla relazione è emerso che in via Veccelli negli anni sono arrivati addirittura 700 camion con rifiuti tossiconocivi e speciali anziché inerti, senza che Provincia, Comune o Arpav se ne accorgessero.
La Provincia per consentire alla SEV di trovare i 2.600.000 euro utili a smaltire i tossiconocivi ha concesso il conferimento anche dell’amianto con l’incasso del quale si sarebbe dovuto portar via il cumolo dei rifiuti illegali; alla fine però l’amianto arrivava a tonnellate e i tossiconocivi rimanevano dov’erano.
Queste operazioni hanno lasciato sul campo dei disastri ecologici senza precedenti: a Padernello in via Veccelli oltre 25.000 tonnellate di rifiuti anche tossiconocivi accompagnati da centinaia di tonnellate di amianto, a Padernello in via Mons. Farina la discarica Tiretta che ha inquinato i pozzi di acqua potabile del comune di Quinto di Treviso, a Motta di Livenza 2000 tonnellate di rifiuti pericolosi stoccati in fusti.
L’altra beffa per la provincia è stata quella relativa ai 5.160.000 euro di polizze fideiussorie, le assicurazioni della discarica, che dopo il fallimento della SEV sarebbero state utilissime per fronteggiare almeno in parte i danni ambientali, le quali però sono risultate carta straccia perché la società che le aveva emesse, la San Remo, veniva fatta fallire ad orologeria.
Da notare che la provincia non avrebbe dovuto accettare le polizze della San Remo, in quanto società di cauzioni e non un solido istituto bancario o assicurativo; per questo motivo Paeseambiente ha inoltrato alla Corte dei Conti un esposto per danno erariale.
Il titolare del gruppo SEV, tale Brignoli Ettore, è stato addirittura citato ripetutamente dall’imputato per mafia, Orsi Michele, durante un interrogatorio della magistratura partenopea, imputato poi freddato da diciotto colpi di pistola (In merito a questo aspetto vedere filmato conferenza “MAFIOSI A CASA NOSTRA” del 18/02/2011 con On. A. Borghesi, Prof. R. Guidotti e A. Zanoni e “MAFIOSI A CASA NOSTRA” Riprese, montaggio e produzione di Antonio Braido Giornalista e Documentarista freelance)
Dal disastro ambientale si è passati poi al disastro economico del fallimento della SEV che ha lasciato sul campo un buco di 15 milioni di euro, ben 11,5 dei quali a carico dei cittadini contribuenti.
Zanoni ha ricordato che purtroppo per questi disastri economici e ambientali alla fine nessuno ha pagato, nonostante gli esposti di Paeseambiente, infatti non ci sarebbe stato alcun procedimento penale; in realtà a pagare saranno tutti i cittadini.
All’incontro ha partecipato il Consigliere regionale Gennaro Marotta di IDV che ha illustrato la sua interrogazione alla giunta regionale per fare chiarezza sulla vicenda, per chiedere alla regione spiegazioni sulla mancato inserimento nel procedimento fallimentare e per chiedere nuove disposizioni per evitare il ripetersi di queste beffe ai danni dei cittadini e dell’ambiente.
Floriana Casellato, candidata a presidente della Provincia, ha ricordato che la politica deve essere intesa come servizio e non solo per apparire in modo arrogante come accade evidentemente oggi, ricordando che se le cariche istituzionali avessero fatto di più e chiacchierato di meno forse i fatti illustrati durante la conferenza si sarebbero potuti evitare.
Alla conferenza, nonostante l’invito degli organizzatori, non erano presenti i sindaci di Paese, di Quinto di Treviso e di Motta di Livenza e il Presidente della Provincia.